LUNEDÌ 28 SETTEMBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
INTER
1 4
FIORENTINA
PRIMO TEMPO 0-3
MARCATORI Ilicic (F) su rigore al 4’, Kalinic (F) al 18’ e al 23’ p.t.; Icardi (I) al
15’, Kalinic (F) al 31’ s.t.
INTER (3-5-2) Handanovic; Santon,
Miranda, Medel; Perisic (dal 16’ s.t.
Biabiany), Guarin (dal 32’ s.t.
Brozovic), Melo, Kondogbia (dal 1’ s.t.
Ranocchia), Telles; Icardi, Palacio
PANCHINA Carrizo, J. Jesus,
Montoya, Dimarco, Gnoukouri, Ljajic,
Manaj, Nagatomo. ALL. Mancini
CAMBI DI SISTEMA dal 24’ p.t. 4-31-2, dal 31’ 4-4-1, dal 16’ s.t. 3-4-2, 25’
4-3-2
BARICENTRO MOLTO BASSO
43,4 METRI
ESPULSI Miranda al 31’ s.t. per g.s.
AMMONITI Handanovic, Kondogbia,
Guarin, Medel per g.s.
FIORENTINA (3-4-2-1) Tatarusanu;
Roncaglia (dal 30’ s.t. Gilberto),
G. Rodriguez, Astori; Blaszczykowski
(dal 24’ s.t. Tomovic), Vecino, Badelj
(dal 37’ s.t. Fernandez), Alonso; Ilicic,
B. Valero; Kalinic
PANCHINA Sepe, Lezzerini, Suarez,
Verdù, Rebic, Bernardeschi,
G. Rossi, Babacar
ALLENATORE Sousa
CAMBI DI SISTEMA nessuno
BARICENTRO BASSO
50,1 METRI
ESPULSI nessuno
AMMONITI Kalinic per c.n.r.,
Alonso per gioco scorretto
ARBITRO Damato di Barletta.
NOTE paganti 42.687, incasso e abbonati n.c. Tiri in porta 2 (1 palo)-7. Tiri fuori
3-2. In fuorigioco 4-1. Angoli 2-3. Recuperi: p.t. 1’; s.t. 2’.
PRIMO TEMPO
2’ Harakiri Ingenuità di Handanovic, che controlla male un
retropassaggio e commette fallo su Kalinic. Rigore e ammonizione.
3
fIL PERSONAGGIO
IL TECNICO NERAZZURRO IN DIFESA
«Serata storta, succede»
Ma pure Mancini sbaglia
1Perisic su Alonso
difesa a 3 e interni
spompati. «Non mi
sembrava rigore.
Lì è girata la gara»
IL CROLLO
NERAZZURRO
AI RAGGI X
1Record negativo per Roberto
Mancini, 50 anni: il possesso palla ieri
è stato del 31.2%, il più basso in Serie
A dall’arrivo del Mancio in nerazzurro
ATTACCHI FIORENTINA
Matteo Dalla Vite
POSSESSO PALLA
INTER
FIORENTINA
31,2%
68,8%
MILANO
4’ ILICIC GOL Sinistro imparabile, Ilicic trasforma dal dischetto.
18’ KALINIC GOL Ilicic salta Kondogbia e dal limite calcia di sinistro,
Handanovic para ma il pallone s’impenna e sulla linea Kalinic mette in
rete.
23’ KALINIC GOL Alonso sfonda a sinistra e mette al centro dove
Kalinic prende il tempo a Handanovic e Santon per il 3-0.
31’ INTER IN DIECI Fallo da ultimo uomo di Miranda su Kalinic.
SECONDO TEMPO
5’ Squillo viola Badelj ci prova da fuori, Handanovic senza problemi in
presa bassa.
15’ ICARDI GOL Punizione di Telles dalla trequarti, Icardi anticipa
Rodriguez e di testa manda il pallone sul palo, ma è il più veloce nel
tap-in.
27’ Ci prova Tomovic Tomovic calcia col sinistro, Handanovic sicuro.
31’ KALINIC GOL Errore di Santon, Ilicic pesca Kalinic per la tripletta.
39’ Sempre lui Handanovic attento sul diagonale stretto di Kalinic.
LA MOVIOLA
di FRANCESCO CENITI
GIUSTO IL RIGORE PER I VIOLA
E L’ESPULSIONE DI MIRANDA
Bene Damato (e pensare che a
Firenze c’era malumore per la
sua designazione...), subito
pronto a cogliere il rigore in
favore dei viola in
collaborazione con l’addizionale
Banti: Handanovic controlla
male un retropassaggio e poi
stende Kalinic che gli aveva
rubato tempo e pallone. Giusto
anche il giallo al portiere
perché l’attaccante sta
andando verso l’esterno
dell’area. Sempre nei primi 45
minuti corretta l’espulsione di
Miranda: negata una chiara
occasione da gol a Kalinic. Da
segnalare un errore
dell’assistente De Pinto sull’1-0:
fermato Palacio, lanciato a rete,
per un fuorigioco inesistente.
Per il resto, brutta entrata di
Guarin su Borja Valero: con
entrambi i piedi a martello. Gli
va bene che prende il pallone e
solo di striscio l’avversario
altrimenti non sarebbe bastato
il giallo mostrato dall’arbitro.
Nella ripresa Damato controlla
la sfida senza patemi.
L
a partita perfetta: ma al
contrario. A non capirci
nulla dall’inizio alla fine.
Inter sempre in testa, ma con
anche la faccia viola: la Fiorentina è lì e meritatamente addosso, e nelle vene nerazzurre girano scorie di sciocchezze passate. Perché dalla «Samirata» quella che ad Handanovic ogni
tanto si concede - al costante
rincorrere gli organizzati viola
fino al cambiare (per forza o per
tentativo) la faccia tattica e i
ruoli, l’Inter ha raccontato a
Thohir e ai tifosi una storia diversa rispetto alle ultime 5 gare:
prima era brutta e vincente, poi
è diventata una Befana tutto
d’un colpo. «Abbiamo perso una
partita e finita lì. I pareri altrui
non cambiano quel che penso
della mia squadra, siamo sempre lì in testa e dobbiamo migliorare ancora. Non mi sembrava rigore, ma l’episodio iniziale ha cambiato le cose
cede, i giocatori non sono
L’espulsione di Mirand
chiuso la gara».
LA TRE E PERISIC LI’ L’I
travolta dal Tornado K
sembra un paradosso, è s
ticante realtà. A fine pri
tempo la Curva Nord ha c
munque incitato. Alla fin
ha applaudito. Ma un dato
resta: 1-4, un croato che è
un tornado (Kalinic) e
l’altro (Perisic) snaturato e rattrappito, messo
quasi a uomo su Alonso e
somma più simile a Nag
che al giocatore inseguit
mesi e mezzo con altre as
tive. «Ma Perisic era sna
quando giocava da trequa
Mancini -, stare sull’ester
suo. Poi c’era Alonso, un
giocatore, pericoloso. Per
poi sono passato alla dife
a tre? Ho iniziato con la di
fesa a tre, con Perisic e
28.44%
34.03%
37.53%
TIRI SUBITI CON LA FIORENTINA
PASSAGGI RIUSCITI
INTER
FIORENTINA
79,7%
91,9%
TIRI SUBITI PRIMA DI IERI
PIZZINO INUTILE
● Durante il secondo tempo,
Mancini ha consegnato a Palacio
un «pizzino» con la nuova
disposizione tattica. Nel
dettaglio, il passaggio al 3-4-2
con le iniziali dei giocatori e la
loro posizione in campo. Alla fine
però è servito a poco BOZZANI
FALLI COMMESSI
TOTALI 25
INTER 10
FIORENTINA 15
AMMONIZIONI
4
DATI OPTA/GDS
rghi. Poi ho cambiato
artita era compromesa il fatto che Santon lì e
utilizzato così, mah.
que, è una scelta che riIAFFONE La Fiorentina
o insieme quel possesla col quale Mancini
a anestetizzato i primi
nque avversari del camionato. Un boomerang,
ieri. Anche qui il Mancio non ha fatto il Mancio. «Perché tanti cambi tattici? Stavamo
perdendo 3-0, abbiamo provato a variare.
Comunque la Fiorentina ha giocato molto bene, e dopo il largo vantaggio ha potuto paleggiare come voleva e
a fare. E’ stato un inforio. Se lo schiaffone può
ci bene? Eravamo coi
di per terra anche pri-
ma. Se doveva capitare, meglio
così. Come diceva Boskov, 4 gol
in un colpo solo è meglio».
UN ANNO DOPO, UGUALE Forse
anche il turnover ignorato ha
annacquato il vino-Inter: ancora Guarin da una parte e Kondogbia dall’altra, va bene che sono
fisici e tecnici ma anche le bufere perdono prima o poi di potenza. Così, anche l’Inter di quest’anno ha preso la macchina
del tempo: le amnesie e le sciocchezze dell’anno passato sono
tornate come per incubo. A un
certo punto Mancini ha tentato
la rianimazione col pizzino (a
Palacio). Non è cambiato nulla.
Ah, l’ultima volta che l’Inter prese un 4-1 in casa c’era Mazzari e
a vincere fu il Cagliari di Zeman. Era il 28 settembre 2014.
Oggi è un anno dopo: non sarà
così, ma sembra non esser cambiato il vento anche se la testa è
pur sempre lì.
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Serie A R 6a giornata
TORINO
2
PALERMO
1
LUNEDÌ 28 SETTEMBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
1
2
VIVES OVUNQUE
OBI INGENUO
GILARDINO GRIGIO
QUAISON NON C’E’
TORINO (3-5-2) Padelli; Bovo, Glick,
Moretti; Zappacosta, Benassi (dal 26’ s.t.
Acquah), Vives, Baselli (dal 23’s.t. Obi),
Molinaro; Maxi Lopez (dal 17’ s.t. Silva),
Quagliarella PANCHINA Castellazzi,
Ichazo, Jansson, Prcic, Martinez,
Amauri, Belotti ALL. Ventura
BARICENTRO MOLTO BASSO 46,3
METRI
CAMBI DI SISTEMA 3-5-1 dal 6’ s.t.
ESPULSI Molinaro (T) al 16’ s.t. per
doppia ammonizione (entrambe per
gioco scorretto), Obi al 45’ s.t. per gioco
scorretto
AMMONITI Bovo per gioco scorretto,
Padelli per cnr
TORINO
8
● 1 La rete di Marco Benassi, 21 anni, che a molti ha ricordato la prodezza di Marco Van Basten all’Euro 88 ● 2 La gioia dei compagni di squadra
del Torino ● 3 Il gol visto da dietro la porta: sorpreso dalla conclusione, il portiere non ha neppure accennato la parata PEGASO/LAPRESSE/ANSA
1Un autogol e la perla dell’azzurrino portano in alto i granata che poi
rischiano la rimonta coi rossi di Molinaro e Obi. Brutto k.o per Baselli
P
er definizione, il Toro è
squadra che ama soffrire
e i suoi tifosi ne hanno fatto
quasi una scelta di vita. La partita con il Palermo non fa eccezione: avanti grazie alla fortuna e al talento, resta in dieci,
prende gol, rischia il pari, chiude in nove. Però riprende a correre dopo il brutto k.o. col
Chievo, lascia la Juve a 8 punti,
un’enormità, si gode il terzo
posto e numeri che alimentano
i superlativi: dal ’93-94 non
vinceva 4 partite su 6, dall’8384 non ne vinceva 5 di fila in
casa. Ventura esulta per il capolavoro di Benassi, ma piange
la perdita di Baselli steso da
Struna (distrazione al legamento collaterale del ginocchio destro, da 30 a 40 giorni di
stop) scegliendo il sarcasmo:
«Gazzi, Alevar, Maksimovic…
Aiuto, abbiamo finito le stampelle». Iachini si specchia in
numeri ben diversi: terza sconfitta consecutiva e non invidiabile primato di pali/traverse
colpite: siamo a 4 finora, ieri è
toccato a Trajkovski su punizione e Struna. «Con Zamparini è
tutto o.k., il rapporto è leale e
corretto», ha detto il tecnico alla vigilia. Lo sarà anche adesso? Il presidente in settimana
incontrerà la squadra.
NOIA E POSSESSO PALLA Primo tempo bloccato: di chi la
colpa? Ovvio, del Palermo che
ha pensato a difendersi, chiudendosi nella sua metà campo
e aspettando. Iachini ha spiegato: «Dovevamo tenere la palla in modo più qualitativo», che
tradotto significa: abbiamo
scelto di non correre rischi sbagliando qualcosa di troppo. Il
Torino si è trovato di fronte non
un muro, ma una melassa di
avversari e passaggi in orizzontale. Per non restarne prigionieri, come poi è accaduto,
c’erano due possibilità: le verticalizzazioni di Vives e la spinta
sulle fasce. La seconda opzione
non si è vista, perché Zappacosta, in ansia per il debutto da
titolare, ha vagato sulla destra
restando fuori posizione: non
più terzino, non ancora esterno di centrocampo. E Molinaro, a sinistra, ha aggiunto a una
partita modesta la ciliegina del
rosso per doppia ammonizione. Vives, amatissimo da Ventura («A 35 anni ha dimostrato
cosa vuol dire giocare nel Toro!») si è preso la squadra sulle
spalle, facendo il lavoro doppio: seguire Vazquez, trequartista dietro la strana coppia
Trajkovski-Quaison e poi impostare. Per quasi un’ora si è visto
un monoschema ripetitivo:
tentativo di imbucata del regista, di Benassi e di Benassi per
Quagliarella e Maxi Lopez con
GAZZI, AVELAR,
MAKSIMOVIC, ORA
BASELLI FUORI 30-40
GIORNI: AIUTO, HO
FINITO LE STAMPELLE!
GIAMPIERO VENTURA
SUGLI INFORTUNI
Gonzalez a tamponare. E’ proprio il difensore del Costa Rica,
impeccabile fino a quel momento, a battere Sorrentino in
scivolata. Poi il capolavoro di
Benassi che avrebbe potuto
chiudere i conti: una girata al
volo di destra, e da fuori area,
che andrebbe fatta vedere e rivedere nelle scuole calcio. Con
l’uomo in più, Ventura toglie
un attaccante (Silva al posto di
Lopez) e a seguire i due gioielli
dell’Under 21, passando da un
centrocampo creativo a uno
muscolare con Acquah e Obi.
IN CRISI Palermo in crisi, cosa
succede? La risposta più ovvia
è che senza un centravanti di
ruolo, segnare non è mai semplice. Lasciandolo all’inizio in
panchina, Iachini ha dato un
segnale preciso: Gilardino non
è in forma e senza Djurdjevic,
infortunato, mancano alternative decenti. La soluzione bis, e
cioè Vazquez dietro TrajkovskiQuaison, è sembrata un ripiego: tre falsi nove non ne fanno
uno vero. Quanto manca Dybala. Con l’uomo in più, la squadra ha avuto una discreta reazione, ha segnato con Gonzalez stavolta nella porta giusta e
offrendo un altro contributo alla dose giornaliera di sfortuna
colpendo un palo nel finale. A
guardare il bicchiere mezzo
vuoto, non sarebbe neppure
poco. Ma non è bastato per passare su un campo vietato dal
lontano 1932.
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IL PERSONAGGIO
Marco, ricordi Marco? «Ancora non ci credo»
1«Un gol alla Van Basten? Devo rivederlo».
cesimo per il Toro in sei gare.
Come Ventura ha recuperato Benassi dopo
il rosso con lo Zenit e l’errore nel derby
Francesco Bramardo
TORINO
A
furia di battere con il
martello il chiodo si è
piantato. «Marco farà bene»,
«Benassi può diventare un
grande calciatore», «Marco ha
carattere da vendere», sono solo alcune delle dichiarazioni di
Giampiero Ventura, l’allenatore che lo ha voluto a Torino e
convinto il presidente Urbano
MARCO
BENASSI
Un gol da cineteca, il più bello
dall’inizio del campionato, cercato.
La ciliegina in una gara di
sostanza, di verticalizzazioni per le
punte.
Il Toro riparte con Benassi
Batte in 9 il Palermo ed è 3°
INVIATO A TORINO
7
IL MIGLIORE
3
PALERMO (3-4-1-2) Sorrentino; Struna,
Gonzalez, El Kaoutari; Rispoli (dal 7’ s.t.
Gilardino), Hiljemark, Chocev, Daprelà
(dal 28’ s.t. Lazaar); Vazquez; Trajkovski
(dal 37’ s.t. La Gumina), Quaison
PANCHINA Colombi, Alastra, Vitiello,
Andelkovic, Goldaniga, Jajalo, Maresca,
Brugman, Cassini ALL. Iachini
BARICENTRO MEDIO 52,7 M CAMBI
DI SISTEMA nessuno ESPULSI nessuno
AMMONITI Rispoli, Vazquez, Quaison, El
Kaoutari e Struna per gioco scorretto
Gugliemo Longhi
LE PAGELLE
di FRA.BRA.
PRIMO TEMPO 1-0
MARCATORI autogol di Gonzalez (P) al
44’ p.t.; Benassi (T) al 3’, Gonzalez (P) al
26’ s.t.
ARBITRO Mariani di Aprilia
NOTE paganti 5.609, incasso 135.531
euro, abbonati 12.031, quota 143.401
euro. Tiri in porta 3-5 (con 2 traverse).
Tiri fuori 4-8. In fuorigioco 3-0. Angoli 51. Recuperi p.t. 1’ s.t 5’
11
Cairo a riprenderlo alle buste
dall’Inter. Il centrocampista
della Nazionale Under 21, il ragazzo timido e impacciato che
il club nerazzurro aveva spedito a Livorno a farsi le ossa prima dell’approdo a Torino, ieri
pomeriggio all’Olimpico contro
il Palermo ha firmato il gol più
bello delle prime sei giornate di
campionato. Una rete che ricorda ai più quella di Van Basten
nella finale dell’Europeo 1988
Olanda-Unione Sovietica. Gol
da cineteca e da tre punti, undi-
Marco Benassi, 21 anni ANSA
LA DEDICA «Il mio gol? È stata
una frazione di secondo, dovevo decidere se tirare al volo o
stoppare il pallone. Ho optato
per la prima soluzione ed è andata bene» il commento a caldo
di Benassi. «Un gol alla Van Basten? Devo rivederlo bene, ancora non me ne sono reso conto. La dedica? Alla mia famiglia, a mia moglie e a mio figlio,
erano in tribuna, meglio di così» Quattro vittorie e un pareggio, non fosse arrivata la sconfitta con il Chievo… «Va bene
così, contro il Palermo in nove
contro undici nel finale è stata
dura. Negli ultimi minuti, soprattutto in panchina, abbiamo
sofferto tantissimo perché vedevamo i nostri compagni che
non ce la facevano più». Ventura ha più volte ricordato i due
momenti no della scorsa stagione che avrebbero potuto travolgerlo, l’espulsione contro lo
Zenit dopo 27’ e la palla nel
derby di andata a gara conclusa
regalata per il 2-1 di Pirlo. «Due
macigni, un altro giocatore a fine stagione avrebbe chiesto di
andar via. Marco era a un bivio.
Ha accettato le critiche e ha lavorato duro» le parole di Ventura. Benassi ricambia. «Ci tenevo tanto a far cambiare idea all’allenatore, lo ripago così per
la fiducia e il sostegno di tutti i
tifosi».
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PADELLI 6, 5 Regala sicurezza al
reparto
BOVO 6 Finisce sulle gambe, lotta,
tallona Quaison, spazza .
GLIK 6,5 Una sbavatura sul gol di
Gonzalez, un guerriero nel finale.
MORETTI 6,5 Dispensa saggezza
e tranquillità quando la squadra in
9 potrebbe andare in affanno
ZAPPACOSTA 5,5 Prende
coraggio nella ripresa
oltrepassando metà campo
ACQUAH 6 Lavora per portare su
la squadra, serve una palla gol a
Quagliarella.
VIVES 7 Fa il boia e l’impiccato,
verticalizza per Quagliarella,
spende le ultime energie in
interdizione su Vazquez
BASELLI 6,5 Esce per infortunio
dopo una gara al fosforo
OBI 5 Lotta su tutti i palloni, rosso
per un fallo ingenuo su Gonzalez
MOLINARO 5 Buona partita per
un’ora, dal suo piede il primo gol,
evitabile il secondo giallo
MAXI LOPEZ 6,5 L’assist a
Benassi e mezzo gol con il merito
di aver spinto Gonzalez all’errore
GASTON SILVA 6 Debutta al
posto di Molinaro in vista del Carpi
QUAGLIARELLA 6,5 Corre come
un centrocampista, lotta da
difensore, tre tiri in porta con
poca fortuna.
ALL. VENTURA 7 Regala
tranquillità alla squadra dopo il
Chievo. La classifica è da brividi, la
vetta per bravi scalatori
PALERMO
6
IL MIGLIORE
GIANCARLO
GONZALEZ
6,5
Sfortunato sul gol nell’anticipare
Maxi Lopez dopo averlo placcato a
lungo riapre la partita con il gol
che riaccende le speranze
rosanero
SORRENTINO 6 Incolpevole sui
gol, beffato dal primo, imparabile il
secondo
STRUNA 5,5 Usa le maniere forti,
manda negli spogliatoi Baselli, si
salva con la traversa finale
EL KAOUTARI 5,5 Maluccio su
Quagliarella, non chiude lo
specchio a Benassi sul gol
RISPOLI 5,5 Soffre Molinaro,
ammonito, lascia il posto a
Gilardino
GILARDINO 5 Fa a sportellate con
Glik ma non ha mai la meglio
HILJEMARK 5,5 Dodici anni in
meno di Vives ma il
centrocampista granata lo
sovrasta
CHOCEV 6 Il bulgaro prova a
cantare ma stecca al pari del
compagno, soffre Benassi
DAPRELÀ 5,5 Lento e macchinoso
nel primo tempo, sparisce nella
ripresa
LAZAAR 5,5 Gioca poco per
lasciare il segno sulla corsia di
sinistra
VAZQUEZ 5,5 Una sola cosa
buona, il cross per la testa di
Gonzalez.
TRAJKOVSKI 6,5 Svaria sul
fronte d’attacco, colpisce l’incrocio,
costringe Molinaro al fallo da
espulsione (La Gumina s.v.)
QUAISON 5,5 Nebuloso anche da
trequartista.
ALL. IACHINI 5,5 Serve più
coraggio, rosanero troppo
prudenti
MARIANI Due
espulsioni e otto
cartellini gialli,
tutti sacrosanti tranne uno: il
giallo di Struna che è costato il
ginocchio a Baselli poteva essere
di un altro colore.
MARRAZZO 6 PERETTI 6;
MASSA 6 ROS 6
6
12
Serie A R 6a giornata
Mediocrità Milan
Lo stende Dzemaili
e il Genoa si rialza
1I rossoneri ridanno ossigeno a un Genoa in difficoltà
La punizione dell’ex Napoli, deviata da Bonaventura, riporta
la squadra di Mihajlovic nel limbo della classifica
GENOA
MILAN
1
0
PRIMO TEMPO 1-0
MARCATORE Dzemaili (G) al 10’ del
p.t.
GENOA (3-4-1-2) Lamanna; De Maio,
Burdisso, Marchese (dal 25’ s.t.
Ntcham); Figueiras (dall’11’ s.t. Izzo),
Rincon, Dzemaili, Laxalt; Perotti;
Capel, Pavoletti (dal 40’ s.t. Gakpé).
PANCHINA Ujkani, Sommariva,
Lazovic, Ierardi, Tachtsidis, Raul.
ALLENATORE Gasperini.
CAMBI DI SISTEMA 4-2-3-1 dal 25’
s.t.
BARICENTRO MEDIO 50,9 METRI
AMMONITI Pavoletti per c.n.r.; De
Maio, Dzemaili e Burdisso per g.s.
MILAN (4-3-1-2) Diego Lopez;
Calabria, Zapata, Romagnoli, De
Sciglio; De Jong (dal 47’ p.t. R. Ely),
Montolivo (dal 31’ s.t. Kucka),
Bertolacci; Bonaventura (dal 36’ s.t.
Bacca); Balotelli, Luiz Adriano.
PANCHINA Abbiati, Donnarumma,
Suso, Honda, Cerci, Poli, Nocerino,
Antonelli, Alex. ALL. Mihajlovic.
BARICENTRO MEDIO 51 METRI
CAMBI DI SISTEMA 4-3-2 dal 43’
del p.t.; 4-2-3 dal 36’ s.t.
ESPULSI Romagnoli al 42’ del p.t.
per doppia ammonizione.
AMMONITI Bonaventura, Calabria,
Luiz Adriano e Bertolacci per g.s.
PRIMO TEMPO
Sebastiano Vernazza
5’ Subito Diego Punizione di Capel da fuori, palla di pochissimo a
lato
INVIATO A GENOVA
@GazzaVernazza
10’ DZEMAILI GOL! Altra punizione, stavolta di Dzemaili da
posizione defilata. Lo svizzero finge di calciare per il cross, in realtà
tira e la palla finisce in rete grazie a una deviazione di Bonaventura
(foto LAPRESSE)
D
20’ Jack non ci sta Gran botta di Bonaventura da lontano, pallone a
sorvolare di poco la traversa
22’ Colpo d’anticipo Burdisso di testa su corner, conclusione alta
35’ Milan ad un soffio dal pari Su corner, Balotelli di testa a deviare
sul secondo palo, con Romagnoli che per poco manca il tocco a rete
35’ Sempre Capel Tiro di Capel dal limite, botta centrale, Lopez para
42’ Fuori Romagnoli, Milan in 10 Espulsione di Romagnoli per
doppio giallo: il secondo fallo lo commette su Capel in ripartenza
SECONDO TEMPO
3’ Magia Balo Rabona di Balotelli che mette Luiz Adriano davanti al
portiere, ma il tiro del brasiliano è respinto da Lamanna in angolo
19’ Occasione sprecata Ancora Balotelli, stavolta in area: diagonale
parato da Lamanna
28’ Pericolo Genoa Bello spunto di Laxalt sulla destra, cross basso
per Pavoletti, ma la conclusione al volo dell’attaccante finisce fuori
30’ Ci prova Capel Tiro insidioso dell’ex Siviglia, ma la conclusione
finisce fuori dallo specchio
41’ L’ex che perdona Kucka tutto solo in area rossoblù, ma l’ex Genoa
calcia alle stelle
ARBITRO Tagliavento di Terni
NOTE paganti 3.644 per un incasso
di 111.901 euro; abbonati 17.650,
quota di 149.865 euro. Tiri in porta
2-3. Tiri fuori 7-5. In fuorigioco 6-2.
Angoli 7-4. Recuperi p.t. 2’; s.t. 4’ +
1’30”.
51’ Ultima chance Milan All’ultimo secondo punizione di Balotelli da
destra e incornata di Rodrigo Ely con pallone non lontano dal palo
ue passi avanti e uno indietro. Il Milan
chiude così il trittico della facilità, le tre
partite che avrebbero dovuto lanciarlo nei
quartieri alti. Ha battuto Palermo e Udinese, ma
ha rivitalizzato il Genoa. La classifica milanista
assomiglia all’aurea mediocritas descritta da
Orazio. Tre vittorie e tre sconfitte, nove punti,
né bene né male, l’avvilente prospettiva di un’altra annata di transizione. Attaccarsi all’espulsione di Romagnoli, prendersela con l’arbitro Tagliavento perché il primo giallo al difensore è
stato severo, equivale a cercare una scusa e non
a trovare una causa. A Marassi il Milan ha buttato via l’intero primo tempo e si è riscattato nella
ripresa in inferiorità numerica. Se verso la fine
le occasioni capitate a Kucka e Rodrigo Ely avessero fruttato il pareggio il giudizio non sarebbe
cambiato. Milan mediocre, con problemi difensivi visibili a occhio nudo: nove gol subiti in sei
gare, non c’è stata partita finora in cui i rossoneri abbiano conservato la porta immacolata. Milan fragile, incapace di reagire: in questo campionato per tre volte si è ritrovato sotto, con Fiorentina, Inter e Genoa, e per tre volte ha perduto.
LEOPARDIANI A Marassi il Milan è ripartito da
dove aveva finito a Udine martedì sera: nella ripresa coi friulani aveva chinato il capo e rischiato la rimontona, nel primo tempo qui si è consegnato all’aggressività del Genoa «gasperiniano», più compatto, più intenso, più affamato.
Rossoneri ammaliati dal tepore del settembre ligure e convinti nel subconscio che il Genoa fosse
inferiore e destinato a soccombere. Sopravvalutazione di sé e sottovalutazione degli avversari.
Un Milan leopardiano, nel senso di Leopardi il
poeta: «Il naufragar m’è dolce in questo mare».
Primo avvertimento la punizione di Capel finita
fuori di tanto così. Secondo più importante alert
un’altra punizione, la botta di Dzemaili deviata
in rete da Bonaventura. Il gol decisivo è arrivato
al decimo, ma sul momento era difficile credere
che sarebbe stato determinante, alla fine mancavano un’ora e venti minuti, recuperi esclusi.
Andato sotto, il Milan prima si è auto-consolato
– ma sì, rimedieremo, c’è tempo – e poi si è autocondannato alla sofferenza, col rosso a Romagnoli, punito con la seconda ammonizione per
un fallo tattico su Capel a spezzare una ripartenza alta rossoblù. Si era alle soglie dell’intervallo
e Mihajlovic non ha aspettato neppure il duplice
fischio di metà gara, ha immesso Rodrigo Ely
per De Jong e per un 4-3-2 logico, ma giocoforza
monco.
LACUNOSI Il Milan del primo tempo ha mostrato le solite gravi lacune in fase difensiva. Il secondo giallo a Romagnoli nasce da un passaggio
sbagliato di Zapata in orizzontale, errore che il
colombiano aveva già commesso pochi minuti
prima, segno che la squadra ha enormi problemi
di «uscita» quando bisogna far ripartire l’azione.
L’altra mancanza di Genova è stata l’incomunicabilità di base tra centrocampo e attacco. Bonaventura trequartista non ha interagito granché
con le punte, il Bertolacci del primo tempo è stato impalpabile poi si è riscattato, De Jong da
mezzala rende periferica la sua cattiveria. Montolivo era l’unico che provava ad accendere gli
attaccanti, ma il Monto playmaker davanti alla
difesa impone dei costi, emblematico un suo affannoso inseguimento a Dzemaili, non esattamente un fulmine. Il problema, nel bene e nel
male, resta Balotelli, osservato speciale del c.t.
Antonio Conte in tribuna al Ferraris. SuperMario è stato il miglior milanista per cifra tecnica,
LE PAGELLE di S.V.
DZEMAILI E’ ASTUTO, PAVOLETTI IL CENTRAVANTI CHE NON C’ERA. ROMAGNOLI SCHIACCIATO DALLE PRESSIONI
GENOA
6,5
LAMANNA 6,5 Reattivo e decisivo
su Luiz Adriano: parata che pesa.
Buon per lui che verso la fine Kucka
e Ely non trovino la porta.
DE MAIO 6 Luiz Adriano si marca da
solo, i tre dietro del Genoa si
concentrano per lo più su Balo e
reggono l’onda d’urto “mariana”.
BURDISSO 6 Libero vecchia
maniera, ma non ditelo a Gasp.
Regista occulto.
MARCHESE 6 Con mestiere su Balo:
si appoggia, si contorce, si frappone,
soffre. Salvifico di schiena su tiro a
colpo sicuro.
FIGUEIRAS 6 Esecutore di ordini.
Gasp gli chiede di fare la sentinella
sulla destra e lui esegue. Soldatino.
RINCON 6,5 Pilone a sostegno,
regista da bosco e da riviera.
6
Imprescindibile per quantità, decoroso
per qualità.
DZEMAILI 6,5 Astuto sulla punizionegol, quando finge di chiamare lo
schema e in realtà “misura” Lopez.
Universale nel complesso.
LAXALT 6,5 Trottolino insidioso,
zanzara di fascia che col suo ronzio
tiene giù Calabria. Chiude da terzino.
PEROTTI 6,5 Rieccolo. Depresso o
represso contro la Juve, ritrova il suo
campionario di finte e tocchi. Il Genoa
è risalito sul “Pero”.
PAVOLETTI 7 Sgomita, lotta, stressa.
Se segnasse, rasenterebbe la
perfezione: il vero centravanti. Giallo
stupido ed evitabile. (Gakpé s.v.).
IZZO 6 Si districa bene in diversi ruoli
difensivi.
NTCHAM 6 Il suo ingresso crea
sconquassi, nel senso che i rossoblù
non capiscono che sistema voglia il
Gasp. Poi tutto si chiarisce.
IL MIGLIORE
DIEGO
CAPEL
7
Corre come un dannato, tutto
ingobbito e incarognito. Ogni tanto
libera un sinistro malefico. Fa
espellere Romagnoli. Capel al vento.
IL TECNICO
GIAMPIERO
GASPERINI
7
E’ bastato recuperare Pavoletti,
centravanti di stazza, per rivedere
squarci del vero Gasp-Genoa.
Stravince agli scacchi con Sinisa.
TAGLIAVENTO Fiscale il primo giallo a Romagnoli, ineccepibile il secondo per fallo tattico su
ripartenza alta. Qualche abbuono di cartellino prima e dopo. Gara nervosa, 53 falli sono tanti.
MILAN
5,5
DIEGO LOPEZ 6 Sul gol sospendiamo
il giudizio: poteva esibire riflessi
migliori, ma la deviazione conta.
CALABRIA 5,5 Per un’ora e passa gli
tocca in sorte Laxalt e così è spesso
ancorato nei bassifondi della sua
metà campo. Palle perse 24, troppe.
ZAPATA 5 Cristianamente, come da
nome di battesimo, devolve palloni agli
avversari.
ROMAGNOLI 5 Tutti quei milioni, la
nomea di nuovo Nesta: troppe attese
stanno schiacciando il ragazzo.
DE SCIGLIO 5,5 La sua cifra è
l’anonimato, anche se i software gli
attribuiscono sei cross, non pochi.
DE JONG 5,5 Da mezzala perde
ferocia, è più defilato. Espulso
Romagnoli, diventa centrale di difesa
alla Medel, ma per pochi attimi:
peccato, era un test interessante.
MONTOLIVO 6 Passo lento, a tratti
arrancante, ma visione nitida e tocco
sapiente. Sa trattare al meglio la palla
BERTOLACCI 6 Fuori quadro per un
tempo. Viene fuori nella ripresa,
quando si scrolla di dosso ogni
titubanza.
BONAVENTURA 6 Non al suo meglio,
ma neppure al suo peggio. Più che
altro preoccupa che non prenda la
frequenza di radio-Balo (Bacca s.v.)
LUIZ ADRIANO 5 Luiz Adriano
impigliato nel Balo-centrismo, ma
quando Balo gli fa un regalo sotto
forma di assist, lui spreca il dono.
RODRIGO ELY 6 Meglio di Zapata e
Romagnoli, vicinissimo all’1-1 agli
sgoccioli del match. Viene voglia di
invocarne la titolarità.
KUCKA 5,5 Solito impatto fisico sulla
partita, però il gol sbagliato in malo
modo impone l’insufficienza.
PRETI 6
RANGHETTI 6
IL MIGLIORE
MARIO
BALOTELLI
6,5
Sue le più belle cose milaniste come
un assist di rabona. Qualcosa però
non torna: individualismo sfrenato,
scarsa interazione col prossimo.
IL TECNICO
SINISA
MIHAJLOVIC
5
Milan con approccio moscio. Bella
reazione nella ripresa, ma non si
può buttare via un tempo. Gioco
farraginoso, troppo tardi Bacca.
RUSSO 6
MARESCA 6
20
Serie A R 6a giornata
LUNEDÌ 28 SETTEMBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Defrel-gol non basta
Chievo: un po’ di Pepe
per fermare il Sassuolo
1Di Francesco avanti con l’acuto del francese, ma poi rallenta
L’ex Juve a segno con un cross velenoso, complice Cannavaro...
SASSUOLO
1
CHIEVO
1
PRIMO TEMPO 1-1
MARCATORI Defrel (S) al 3’, Pepe
(C) al 24’ p.t.
SASSUOLO (4-3-3) Consigli;
Vrsaljko, Terranova, Cannavaro (dal
1’ s.t. Ariaudo), Peluso; Missiroli,
Magnanelli, Duncan; Berardi (dal 38’
s.t. Politano), Defrel, Floro Flores
(dal 26’ s.t. N. Sansone) PANCHINA
Pomini, Pegolo, Pellegrini, Biondini,
Falcinelli, Laribi, Fontanesi, Gazzola
ALLENATORE Di Francesco
CAMBI DI SISTEMA nessuno
BARICENTRO BASSO 48 METRI
ESPULSI nessuno
AMMONITI Peluso per c.n.r.,
Magnanelli e Berardi g. scorretto
CHIEVO (4-3-1-2) Bizzarri;
Cacciatore, Dainelli (dal 31’ p.t.
Cesar), Gamberini, Gobbi; Castro
(dal 38’ s.t. Pinzi), N. Rigoni,
Hetemaj; Pepe (dal 19’ s.t. Birsa);
Paloschi, Meggiorini PANCHINA
Bressan, Seculin, Radovanovic,
Mattiello, Christiansen, Sardo, Frey,
Pellissier, Inglese ALLENATORE
Maran CAMBI SISTEMA nessuno
BARICENTRO MOLTO BASSO 46,9
METRI ESPULSI nessuno
AMMONITI Hetemaj g. scorretto
ARBITRO Fabbri di Ravenna
NOTE paganti e incasso n.c.;
abbonati 6.220, quota di 56.975
euro. Tiri in porta 5-2. Tiri fuori 6-5.
In fuorigioco 2-3. Angoli 4-2.
Recuperi: p.t. 2’, s.t. 3’.
Simone Pepe, autore del pareggio del Chievo, e a destra Peluso ANSA
Alex Frosio
proiettare una delle due in zone
ancora più nobili.
INVIATO A REGGIO EMILIA
I
l Sassuolo resta l’unica
squadra imbattuta del campionato. Per questo, pur
rallentando, non può disdegnare il pareggio con il Chievo. Perché in questo momento con la
squadra di Maran è più facile
perdere che portar via tre punti.
I due «piccoli giganti» di questo
inizio campionato onorano la
sfida ad alta quota – non casuale – con una partita ad altissima
intensità, alla quale è forse
mancata un po’ di qualità per
TURN OVER Espressione non
elegante, ma il Chievo è proprio
una squadra di gatti che si attaccano ai cosiddetti: nessun
pallone è mai da considerarsi
perso, ogni avversario è da
braccare inesorabilmente e preferibilmente nella sua metà
campo. In più, la reazione all’immediato svantaggio – gol di
Defrel dopo appena 3’ dopo una
percussione di Floro Flores – dimostra che Maran ha predisposto un impianto che funziona
non soltanto in opposizione agli
avversari ma anche quando c’è
da costruire gioco. Prima dell’1-1 il Chievo esibisce i migliori
20’ della partita, con le percussioni dei terzini e gli inserimenti delle mezzali. Il tecnico gialloblù riceve tanto dal turn over
(5 cambi rispetto alla partita
vinta mercoledì col Toro) e soprattutto da Pepe, schierato
dall’inizio e in una inedita per
lui posizione da trequartista.
All’ex juventino accreditiamo
anche il gol del pari, ma con
supplemento di indagine in corso: il suo cross viene toccato da
Cannavaro, che contrasta Paloschi, e beffa Consigli. Le nuove
immagini che la Lega Calcio
avrà a disposizione oggi stabiliranno se il cross era indirizzato
nello specchio, condizione necessaria per attribuire il gol a
Pepe o l’autorete a Cannavaro.
CONNESSIONI Il Sassuolo funziona quando stabilisce una
connessione veloce con i tre davanti, soprattutto con il cambio
di campo a memoria sugli esterni. Di rado accade in modo pulito, proprio per il disturbo della
linea provocato dalla pressione
continua del Chievo in avvio di
azione, però quando ci riesce
sono lampi di spettacolo. Come
in occasione del gol annullato a
Defrel al 35’ del primo tempo, a
conclusione di un’azione tutta
di prima frustrata dalla bandierina inopinatamente alzata dal
guardalinee: sviluppo troppo
rapido, c’è da capirlo. La fatica,
nel portare il pressing e nel subirlo (aggiungiamoci il terzo
impegno in 8 giorni), annebbia
le idee a lungo termine di entrambe, e comunque anche Di
Francesco ricava indicazioni
positive da Ariaudo e Terranova
– che non si vedevano in campo
da un anno il primo e da 9 mesi
il secondo – e da Berardi, al
rientro dal 1’: suo un sinistro al
volo da applausi che di fatto è
l’unica chance della ripresa.
LE PAGELLE di A.F.
TERRANOVA DA APPLAUSI, BERARDI SI ACCENDE
CASTRO MOTO PERPETUO, MEGGIORINI LUCIDO
SASSUOLO
6
CHIEVO
6,5
IL MIGLIORE
IL MIGLIORE
GREGOIRE
DEFREL
ALBERTO
PALOSCHI
7
6,5
Un gol fatto, un altro annullato
ingiustamente a conclusione di
un’azione meravigliosa. Tra tante
pause, il suo l’aveva ampiamente
fatto...
Gol o non gol, l’attaccante si
spreme in rincorse e pressing - che
comanda lui stesso - fino all’ultimo.
Perfetta incarnazione di questo
Chievo.
CONSIGLI 6 Non precisissimo coi
piedi, però non corre pericoli.
VRSALJKO 6 Una diagonale da
applausi su Paloschi nel primo
tempo, resta guardingo.
TERRANOVA 6,5 Non giocava da
gennaio: strapromosso.
CANNAVARO 5,5 Sfortunato sul gol
del Chievo e sull’infortunio che lo
esclude dopo 45’.
ARIAUDO 6,5 Altro «ripescato»,
tiene botta nonostante il fastidio
procurato da Meggiorini.
PELUSO 5,5 Dalla sua parte
transitano in tre e lui fatica a
contenere.
MISSIROLI 6 Il duello a colpi di
rincorse e anticipi con Hetemaj è tra
gli aspetti più interessanti del match.
MAGNANELLI 6 Disturbato da
Pepe, molto meno da Birsa.
DUNCAN 5,5 Tempi di inserimento
giusti, però pochissima qualità.
BERARDI 6,5 Al rientro dal 1’, si
accende a intermittenza: quando ci
riesce sono applausi. (Politano s.v.)
FLORO FLORES 6 Subito il break del
vantaggio, purtroppo troppo spesso
deve correre indietro invece che in
avanti. E finisce per sfiancarsi.
(N. Sansone s.v.)
ALL. DI FRANCESCO 6 Ancora
imbattuto dopo sei giornate, stavolta
il Sassuolo crea meno del solito.
BIZZARRI 6 Potrebbe deviare
meglio prima di Defrel-gol, attento
nel finale.
CACCIATORE 6 Volenteroso,
contiene e si propone.
DAINELLI 5,5 Floro Flores gli
scappa subito, poi deve pure uscire
per un acciacco muscolare.
CESAR 6,5 Solido, è un’abitudine.
GAMBERINI 6,5 Monta la guardia,
spazza se necessario.
GOBBI 6 Regge l’urto con Berardi.
CASTRO 6,5 L’impressione è che
non si fermi mai. (Pinzi s.v.)
RIGONI 6 Schermo davanti a
Defrel, copre il giusto.
HETEMAJ 6 Si fa perdonare un paio
di chance sprecate nel primo tempo
con una ripresa da «aggressore».
PEPE 7 Esperimento da trequartista
riuscito, almeno finché regge. Gli
attribuiamo un gol non voluto, ma
meritato.
BIRSA 5,5 Potrebbe essere il
cambio-chiave, non ci mette
l’invenzione sperata.
MEGGIORINI 6,5 Altro lavoratore
d’attacco e comunque lucido.
Peccato quel colpo di testa largo di
poco.
ALL. MARAN 6,5 E’ sua la squadra
più scorbutica del campionato. In
venti minuti nel primo tempo
dimostra che sa anche offendere.
FABBRI Gli assistenti provano a complicargli la giornata,
sbandierando due fuorigioco che non ci sono. Su uno
rimedia con il giudice di porta, sull’altro cade in errore.
STALLONE 5 - LO CICERO 5
ROCCHI 6 - MARTINELLI 6,5
5,5
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IL POSTICIPO AL MATUSA
Il Frosinone ci prova
con Dionisi-Ciofani
Empoli, vai Saponara
Di Rienzo-Cioni
L
a salvezza non aspetta.
Frosinone e Empoli, che si
sfidano per la prima volta
in Serie A, avanzano senza paura. La squadra di Stellone insegue la prima vittoria della stagione e si affida alla coppia
d’attacco che ha fatto le fortune
del club: Dionisi (14 gol la scorsa stagione) e Daniel Ciofani
(13) spingeranno i compagni
fin dal 1’. Il tecnico, forte del
clamoroso pari di Torino con la
Juve, opterà per un turn over
oculato, con Rossi e Russo in difesa, Tonev e Sammarco (rientra dopo Bologna) a centrocampo e, appunto, con gli uomini-gol dell’ultima promozione. «L’Empoli sarà un osso duro
– ha detto ieri Stellone –, ma io
mi aspetto dai miei una grande
prova. Vogliamo a tutti i costi la
prima vittoria in campionato».
QUI EMPOLI Il tecnico Giampaolo, dopo l’amaro k.o. in casa
con l’Atalanta, si affiderà ancora al genio di Saponara per sparigliare le carte dei ciociari. In
attacco, accanto a Maccarone,
spazio a Livaja. «Sarà una gara
complicata – ha spiegato Giampaolo –. Ho visto il Frosinone
nelle ultime tre gare e, per
quanto fatto, l’attuale classifica
è bugiarda. Noi dobbiamo rispondere in maniera adeguata.
Ci vorranno testa e attributi,
consapevoli che al Matusa i
punti valgono doppio».
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FROSINONE
(4-4-2)
EMPOLI
(4-3-1-2)
OGGI ore 19 ARBITRO Guida
ASSISTENTI La Rocca-Carbone
IV Costanzo ADD. Doveri-Pairetto
PREZZI da 23 euro TV Sky Calcio 2
33
LEALI
28
ROSI
4
RUSSO
19
TONEV
5
GORI
24
DIAKITÈ
20
PAVLOVIC
21
10
SAMMARCO SODDIMO
9
D. CIOFANI
18
DIONISI
7
MACCARONE
39
LIVAJA
5
SAPONARA
11
CROCE
21
MARIO RUI
14
DIOUSSE
19
BARBA
32
PAREDES
26
TONELLI
2
LAURINI
28
SKORUPSKI
PANCHINA 1 Zappino, 13 M. Ciofani,
3 Crivello, 6 Blanchard, 22 Chibsah,
8 Gucher, 7 Frara, 11 Verde, 17 Paganini,
12 Longo, 30 Castillo, 29 Carlini
ALLENATORE Stellone
BALLOTTAGGI Russo-Blanchard 55-45%;
Pavlovic-Crivello 60-40%; SammarcoGucher 60-40%
SQUALIFICATI nessuno
DIFFIDATI nessuno
INDISPONIBILI nessuno
PANCHINA 1 Pugliesi, 23 Pelagotti,
3 Zambelli, 31 Camporese, 15 Costa,
6 Bittante, 12 Ronaldo, 13 Maiello,
77 Buchel, 17 Zielinski, 20 Pucciarelli,
22 Piu
ALLENATORE Giampaolo
BALLOTTAGGI Livaja-Pucciarelli 55%45%
SQUALIFICATI nessuno
DIFFIDATI nessuno
INDISPONIBILI Mchedlidze (7 giorni),
Cosic (da valutare), Dermaku (da valutare)
Serie A R 6a giornata
LUNEDÌ 28 SETTEMBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
1
VERONA
1
LAZIO
2
2
MORAS UNA DIGA
SALA PERDE KEITA
LULIC DA SPRINT
MILINKOVIC OK
VERONA (4-3-3)
Rafael; Pisano, Moras, Helander,
Souprayen; Greco (dal 16’ s.t.
Bianchetti), Viviani, Hallfredsson (dal
33’ s.t. Matuzalem); Sala, J. Gomez (dal
10’ s.t. Wszolek), Jankovic PANCHINA
Gollini, Coppola, Winck, Albertazzi,
Zaccagni ALLENATORE Mandorlini
BARICENTRO MOLTO BASSO 40 M
CAMBI SISTEMA dal 16’ s.t. 5-3-2
ESPULSI nessuno AMMONITI
Hallfredsson, Sala per gioco scorr.
VERONA
VANGELIS
MORAS
3
● 1 L’esultanza di Marco Parolo, 30 anni, dopo aver portato in vantaggio la Lazio nel momento in cui era già in inferiorità numerica. E’ il 2-1
decisivo GETTY IMAGE ● 2 La zuccata di Filip Helander, 22, che porta il Verona sull’1-0 ANSA ● 3 Il pareggio su rigore di Lucas Biglia, 29 ANSA
1Va in svantaggio quando sta giocando meglio ma non s’arrende e
rimonta con un rigore di Biglia e poi con Parolo dopo il rosso a Mauricio
L
a Lazio è viva e lotta insieme a chi insegue Inter e
Fiorentina: da ieri è tornata a respirare l’aria di lassù, al
ritmo di un cammino che non
conosce pareggi e soprattutto
con nuove consapevolezze. La
prima: forse è guarita dalla trasfertite, e proprio dove non
vinceva da 24 anni contro il Verona (ottobre ‘91) e dove un
mese fa aveva preso quattro
pappine dal Chievo. Stavolta
non si è buttata giù né quando
si è sentita danneggiata per un
gol annullato dopo 4’ (perché?) e un rigore non concesso
dopo 8’ (trattenuta di Helander su Felipe Anderson); nè
quando ha preso gol pur da padrona della partita, con in più
il sospetto di azione viziata da
un fuorigioco influente di
Jankovic; né quando si è ritro-
vata in dieci per l’espulsione di
Mauricio. Anzi, proprio in inferiorità numerica e con meno di
un quarto d’ora a disposizione,
ha trovato la forza di vincere la
partita: giocando sulla stanchezza e le precarietà di un Verona prostrato dai suoi limiti di
organico, più che caratteriali.
BENDE E CEROTTI E’ vero che
finora il calendario non gli ha
dato una mano, ma la classifica
brucia - in Serie A il Verona non
partiva così male dalla stagione ‘89-90 - e i numeri scottano:
la squadra di Mandorlini non
vince da otto partite, prende
gol da 13 gare di campionato e
segna praticamente solo su
palle inattive (4 su 5). Stavolta
non gli è bastato neanche riuscire finalmente a trovare la via
del gol nel primo tempo, ma
quello che preoccupa di più, in
prospettiva, è l’ulteriore allungarsi della già infinita serie di
indisponibili, con Gomez, Gre-
co e forse Hallfredsson (ricaduta). Altro che bende e cerotti
di cui il tecnico aveva parlato
sabato: non il massimo quando
già a inizio ottobre si ha il fiatone di chi è costretto a inseguire.
ATTIMI COLTI Quello che ieri si
è ritrovata a dover fare la Lazio, che però al festival degli
assenti si era iscritta con qualche carta in più. Si è visto nella
ripresa, quando Pioli se l’è giocate bene per aiutare la Lazio a
fare la faccia più cattiva e a cogliere meglio gli attimi. Nel primo tempo aveva vissuto sulle
ritrovate geometrie di Biglia, il
cui rientro ha inciso molto più
di quello di Hallfredsson, ma
aveva chiuso il Verona, costringendolo ad una partita ancor
più speculativa, senza mai fargli male fino in fondo: troppo
intermittenti nel 4-2-3-1 i tagli
in area di Anderson e Kishna e
imperfetti i sincronismi dei
movimenti di Milinkovic e
ROTTO IL TABÙ
24
Gli anni passati dall’ultima
vittoria della Lazio al
Bentegodi col Verona. Qui
soltanto un mese fa ha
perso 4-0 col Chievo
Keita si è procurato il rigore del’1-1
Djordjevic, perché il serbo non
è centravanti da pura profondità e più di una volta i due hanno finito per ritrovarsi a gravitare sulle stesse zolle.
MOSSE E CONTROMOSSE Senza Toni, Pazzini e Siligardi,
Mandorlini aveva «reinventato» Gomez punta centrale e
trovato l’1-0 dopo una sua traversa, con successiva correzione in rete di Helander. Ma il Verona è squadra troppo abituata
ad avere un centravanti come
punto di riferimento offensivo:
perso anche l’argentino, e costretto ad adattare Wszolek al
doppio ruolo di corridore e attaccante, il tecnico si è visto rovinato il piano prima ancora
che il 5-3-2 studiato come sistema d’emergenza avesse il
tempo di assestarsi. Perché nel
frattempo Pioli aveva scelto il
4-3-3 e il lato su cui scoprire il
fianco del Verona e poi colpirlo: sulla sua destra, con Keita
largo e in asse con un Lulic
molto più padrone della fascia.
Tempo un minuto dal suo ingresso in campo e lo spagnolo
si è preso rigore puntando secco Sala; tempo cinque minuti
dall’espulsione di Mauricio, e
ha pagato anche la scelta del
tecnico laziale di lasciare tre
uomini offensivi contro i tre
centrali del Verona (4-2-3):
Milinkovic da finto centravanti
si è preso punizione, la premiata ditta Biglia-Parolo l’ha trasformata nel gol vittoria.
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GLI ALLENATORI
Pioli gongola: «Solidità tecnica e mentale»
1«Grande reazione dopo lo svantaggio»
sull’arbitraggio: «Sullo 0-0 ci è
stato annullato un gol regolare
(di Gentiletti, ndr). E poi ci è
stato negato un rigore (contatto Helander-Anderson, ndr).
Ma va bene così, l’importante
era tornare a vincere». La Lazio
in trasferta non ci riusciva dalla
scorsa stagione (il 4-2 del 31
maggio a Napoli), al Bentegodi
contro il Verona addirittura dal
1991. Numeri che danno il senso di una vittoria giustamente
festeggiata con un abbraccio
collettivo a fine partita.
Mandorlini: «Non so dove e quando, ma
dobbiamo ricominciare a fare punti»
Stefano Cieri
INVIATO A VERONA
H
a ritrovato la sua Lazio
proprio come un anno
fa. Ultima partita di settembre, in trasferta. Allora, il
4-0 di Palermo sancì la fine di
un avvio molto problematico
(3 sconfitte nelle prime 4 giornate di campionato) e l’inizio
di un’annata decisamente positiva. Il 2-1 di Verona può avere
la stessa valenza per Stefano
6,5
Qualche brivido sulla profondità,
ma alza un muro alto dalla terra
(e Djordjevic lo maledice) al cielo.
E gli tocca immolarsi sulla
punizione del 2-1.
Oh sì, riecco l’euro-Lazio
In 10 mette k.o. il Verona
INVIATO A VERONA
6
IL MIGLIORE
LAZIO (4-2-3-1)
Marchetti; Basta, Mauricio, Gentiletti,
Lulic; Biglia, Parolo; F. Anderson (dal
37’ s.t. Hoedt), Milinkovic-Savic, Kishna
(dal 16’ s.t. Mauri); Djordjevic (dal 16’
s.t. B.Keita) PANCHINA Berisha,
Guerrieri, Radu, Braafheid, Seck,
Patric, Onazi, Cataldi, Morrison
ALLENATORE Pioli
BARICENTRO ALTO 55.2 M
CAMBI DI SISTEMA dal 16’ s.t. 4-3-3,
dal 37’ s.t. 4-2-3
ESPULSI Mauricio al 36’ s.t. per
doppia ammonizione (gioco scorretto)
AMMONITI Parolo per gioco
scorretto, Lulic per c.n.r.
Andrea Elefante
LE PAGELLE
di A.E.
PRIMO TEMPO 1-0
MARCATORI Helander (V) al 33’ p.t.,
Biglia (L) su rigore al 18’, Parolo (L) al
41’ s.t.
ARBITRO Giacomelli di Trieste
NOTE Paganti 3.383, incasso di euro
43.253,38; abbonati 13.208, quota
188.069 euro. Tiri in porta 1-3. Tiri
fuori 3-7. In fuorigioco 1-5. Angoli 3-10.
Recuperi: 1’ p.t., 5’ s.t.
21
Pioli. E intanto decreta la fine
del periodo nero vissuto tra
agosto e settembre. «Ottima
vittoria, grande prestazione»,
gongola il tecnico alla fine.
«Ora dobbiamo continuare così, ottenere altri risultati positivi. Della squadra mi è piaciuta
la solidità tecnica e mentale.
Siamo andati sotto su una palla
inattiva per una nostra grave
distrazione. Ma poi abbiamo
saputo reagire alla grande. La
vittoria è stata meritata». Il tecnico ha però qualcosa da ridire
La gioia di Stefano Pioli a fine gara
MANDORLINI SCONSOLATO
Sentimenti opposti sul versante Verona. Andrea Mandorlini
appare più sconsolato che arrabbiato. «Più di così non pote-
vamo fare con tutte le assenze
che c’erano. Abbiamo giocato
la partita che potevamo e dovevamo, peccato solo per il gol
del 2-1. Siamo stati ingenui, la
barriera si è aperta troppo sulla
punizione. Bastava un po’ di attenzione in più e sarebbe arrivato un risultato positivo». Il
tecnico se la prende pure col direttore di gara Giacomelli: «Il
rigore con cui la Lazio ha pareggiato era molto generoso. In
questo momento paghiamo errori non solo nostri». Ma è assolutamente necessario ripartire,
anche perché domenica c’è il
derby. «Dobbiamo ricominciare a fare punti. Non so dove e
quando, ma dobbiamo farlo».
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RAFAEL 6 Non errori gravi, ma
incertezze qua e là
PISANO 6 Sulla destra vacilla ma
alla fine non crolla, né a 4 né a 5.
HELANDER 6,5 Parte incerto, un
«no» su Milinkovic gli dà sicurezze.
Primo gol in A da cattivo
SOUPRAYEN 5,5 Non facile
ritrovarsi Tra Basta e Anderson:
denuncia anche 18 palle perse
GRECO 5,5 Appare e scompare:
intensità intermittente.
BIANCHETTI 5,5 Scelto per
difendere a 3 (o 5), ingenuo
nell’azione della punizione decisiva
VIVIANI 6 Milinkovic lo va a
prendere all’alba dell’azione e lui
soffre: meglio sui calci da fermo vedi 1-0 - che in regia
HALLFREDSSON 6 E’ al rientro e
si vede, però si sente anche
(Matuzalem s.v.)
SALA 5,5 La sofferenza del dover
fare un po’ di tutto, anche
l’interno: poi ci casca con Keita
J. GOMEZ 6 Non faceva il
centravanti da una vita, ma sa
attaccare la profondità, non solo
sul gol.
WSZOLEK 6 Inventato punta:
prende la palla e scappa, e così fa
espellere Mauricio. Peccato sia
lento e scomposto a uscire sulla
punizione di Parolo
JANKOVIC 6 Teorico attaccante,
generoso come un terzino
ALL. MANDORLINI 6 Troppi
assenti, troppi: usa come può
quelli che ha, ma sono pochi.
LAZIO
6,5
IL MIGLIORE
LUCAS
BIGLIA
7
Due gol e un assist in due partite:
freddo sul rigore e furbo sulla
punizione, con tre occasioni
create. C’è poco da fare: torna e
con lui è un’altra Lazio.
MARCHETTI 6 Protesta sul gol
per un’ostruzione di Jankovic
BASTA 6 Mai straripante, ma è
buona l’intesa (copertura
compresa) con Anderson
MAURICIO 5 Dal gol in poi, una
costante sensazione di incertezza
GENTILETTI 5,5 Sull’1-0 si fa
spazzare via da Helander
LULIC 6,5 Primo tempo timido,
ripresa con netto e decisivo
cambio di marcia
PAROLO 6,5 Non è ancora al top
fisicamente, ma ha il piede caldo
per lanciare e calciare: e arriva
anche il primo gol stagionale
F.ANDERSON 6 Non sta dentro la
partita per 90’ e forse non ci starà
mai, come dicono i 17 passaggi
negativi e le 30 palle perse, però
ha sprazzi di qualità e pericolosità
unici (Hoedt s.v.)
MILINKOVIC-SAVIC 6,5
Galleggia ovunque a far sentire
chili e centimetri: tre ruoli e il fallo
della punizione per il 2-1 lo va a
prendere quasi da punta centrale
KISHNA 5,5 Come sempre:
corsa, freschezza e provvisorietà
MAURI 6 Prima «falso 9», in dieci
punta esterna
DJORDJEVIC 5 Troppo poca
cattiveria nell’ultimo spunto
KEITA 7 Largo a sinistra, è lì che
la Lazio inizia a far sanguinare il
Verona
ALL. PIOLI 7 I cambi per
mantenere la squadra solida e
coraggiosa anche in dieci
GIACOMELLI
Penalizza la Lazio
almeno due volte
(gol annullato e poi rigore non
dato), forse tre (1-0 viziato): così
non basta azzeccare tutto da lì in
poi.
CRISPO 6 - GAVA 6
CALVARESE 6 - GHERSINI 6
5
22
Serie A R 6a giornata
LUNEDÌ 28 SETTEMBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Al Bologna un tempo non basta
L’Udinese risorge e lo inguaia
1La squadra di Delio Rossi, che resta al suo posto, domina i primi 45’ e colpisce
LE PAGELLE di A.TO.
DOVE E’ FINITO DESTRO? PIACE DIAWARA
TOTO’ DA’ LA SCOSSA, KARNEZIS E’ DECISIVO
BOLOGNA
con Mounier. Nella ripresa Badu e Zapata, con l’aiuto di Di Natale e Lodi, la puniscono
5,5
UDINESE
IL MIGLIORE
IL MIGLIORE
MOUNIER
BADU
7,5
6,5
BOLOGNA
1
UDINESE
2
Andrea Tosi
BOLOGNA
PRIMO TEMPO 1-0
MARCATORI Mounier (B) al 31’
p.t.; Badu (U) al 16’, Zapata (U) al
40’ s.t.
BOLOGNA (4-3-3) Mirante; Ferrari,
Oikonomou, Rossettini, Masina;
Rizzo (dal 30’ s.t. Taider), Diawara,
Pulgar; Giaccherini (dal 30’ p.t.
Brienza), Destro (dal 30’ st
Mancosu), Mounier PANCHINA Da
Costa, Maietta, Mbaye, Morleo,
Crimi, Crisetig, Brighi, Falco
Acquafresca ALL. Rossi
CAMBI DI SISTEMA nessuno
BARICENTRO MEDIO 53.8 METRI
ESPULSI nessuno
AMMONITI Mounier, Destro,
Diawara, Masina per gioco scorr.
UDINESE (4-3-1-2) Karnezis; Piris,
Wague, Danilo, Adnan (dal 35’ s.t.
Pasquale); Edenilson, Iturra (dal 1’
s.t. Lodi), Badu; Marquinho; Zapata,
Thereau (dal 14’ s.t. Di Natale)
PANCHINA Romo, Meret,
Pasquale, Domizzi, Felipe, Widmer,
Kone, Insua, Aguirre, Perica
ALLENATORE Colantuono
CAMBI DI SISTEMA 3-5-2 dal 1’
s.t.
BARICENTRO MOLTO BASSO 47.4
METRI
ESPULSI nessuno
AMMONITI Adnan, Lodi, Pasquale
per gioco scorretto
ARBITRO Gervasoni di Mantova
NOTE paganti 2.842, incasso
40.704 euro; abbonati 12.734,
quota non comunicata. Tiri in
porta 3-3. Tiri fuori 4-6. In
fuorigioco 1-3. Angoli 6-4.
Recuperi p.t. 3’; s.t. 4’
L
a volata di Badu, lo scavino
di Zapata, la presenza di Di
Natale e il cambio di sistema. Mescolando insieme questi
elementi, Stefano Colantuono
vince al Dall’Ara scaricando la
crisi sul collega Delio Rossi,
uscito ancora con le ossa rotte
da un altro secondo tempo in
apnea del suo giovane e indecifrabile Bologna. L’Udinese infatti vince in rimonta nella ripresa, coi sigilli del tuttofare
ghanese e della pantera colombiana, ma l’anima del successo
si chiama Totò Di Natale: col
suo ingresso, sullo 0-1, la squadra friulana ribalta la partita. Il
chairman Saputo, fresco di nomina presidenziale, festeggia
amaramente il cinquantunesimo compleanno in tribuna perchè la difesa emiliana viene infilata con azioni in velocità nell’ultima mezzora a conferma
dei limiti di tenuta mentale e fisica che frenano i rossoblù. Ora
la posizione di Rossi è in bilico,
nel dopo partita il dt Corvino
(critico con l’arbitraggio) gli
rinnova la fiducia che non è
eterna e già la prossima trasferta sul campo della Juve potrebbe determinare un ribaltone.
GIAC K.O. Al Bologna dice male
anche il recupero (affrettato?)
di Giaccherini, reduce da un in-
Emmanuel Badu, 24 anni, festeggia. Ha giaà segnato due gol LAPRESSE
fortunio muscolare 15 giorni fa
e chiamato subito titolare al
rientro in una sfida delicata.
Dopo 30’ l’ex juventino deve abbandonare per un risentimento
muscolare alla coscia destra,
una recidiva pericolosa. Eppure
i padroni di casa passano in
vantaggio: Rizzo fa un numero
con tunnel e assist a pelo d’erba
per la deviazione vincente di
Mounier, l’ala francese realizza
facile il suo secondo centro in A.
L’Udinese combina poco davanti. Il Bologna controlla ma non
ha spinta per chiudere la partita
perchè i suoi giovani, tranne
Diawara, segnano il passo e soprattutto Destro non segna mai.
DECOLLO FRIULANO La ripresa
è un’altra storia. Colantuono
passa al 3-5-2 conquistando
campo. Su una ripartenza veloce, Edenilson pesca lungo Badu
(sul filo del fuorigioco) che vola
a pareggiare in due tempi, sul
primo tiro Mirante salva ma
non può nulla sul tap-in successivo. Poi Brienza ha l’occasione
del 2-1 ma Karnezis lo mura
d’istinto. Qui l’Udinese accelera
ancora e nel finale sorpassa col
colpo sotto, più fortuito che voluto, di Zapata che finalizza in
rete una percussione in coppia
di Di Natale e Badu. Così Colantuono può respirare, invece
Rossi resta sott’acqua mentre i
tifosi bolognesi, fuori dallo stadio, sfogano la delusione prendendo a sassate un pullman
friulano. Per fortuna non ci sono feriti. Solo qualche vetro rotto.
6,5
Dopo il gol al Frosinone, l’ala
francese si conferma bomberino
d’assalto, dimostrando doti di
rapinatore d’area ma stavolta non è
il match winner.
Nella ripresa il centrocampista
ghanese spacca la partita con le
sue accelerazioni. Vola in gol
correndo 40 metri, poi fa l’assist
per il sigillo decisivo di Zapata.
MIRANTE 6 Sul gol di Badu
respinge, non può nulla sul tap-in
FERRARI 5,5 Entra nell’azione del
gol rossoblù poi esce dalla gara.
OIKONOMOU 6 Puntuale in
copertura.
ROSSETTINI 5 Chiusure e rilanci, gli
riesce tutto male.
MASINA 5,5 Dopo tante belle prove,
sta subendo un calo fisiologico.
RIZZO 6,5 L’assist del gol di Mounier,
dopo un tunnel, gli vale il voto
positivo.
TAIDER 5,5 Il suo ingresso non
produce effetti tangibili.
DIAWARA 6 A 18 anni come
personalità è già molto avanti.
PULGAR 5,5 Rumina tanto gioco ma
non combina granché.
GIACCHERINI 6 Voto di
incoraggiamento per il nuovo
infortunio. In bocca al lupo.
BRIENZA 5,5 Karnezis lo mura ad
un metro dal gol, poi non vede più la
porta.
DESTRO 5 Ancora all’asciutto e
ancora sostituito, sta diventando un
problema.
MANCOSU 5 Non è Destro ma il
prodotto è uguale.
ALL. ROSSI 5,5 La sua squadra
gioca un’ora poi scompare. Gli dice
male il nuovo infortunio di
Giaccherini. Ora rischia, la Juve sarà
decisiva.
KARNEZIS 6,5 Neutralizza il tiro
ravvicinato di Brienza, almeno un
punto è suo.
PIRIS 6 Cresce nel secondo tempo
come centrale.
WAGUE 6,5 Sempre presente nei
duelli aerei e fisici.
DANILO 6 Monta la guardia, sicuro
come sempre.
ADNAN 5,5 Prima terzino e poi
esterno di centrocampo, fa molta
confusione (PASQUALE S.V.)
EDENILSON 6,5 Il suo lancio di 40
metri innesca la fuga vincente di
Badu.
ITURRA 5 Si fa saltare in tunnel
nell’azione del gol bolognese.
Sostituito all’intervallo.
LODI 6,5 Il suo ritorno coincide con
una vittoria: veni, vidi, vici.
MARQUINHO 6 Gioca di tocco e di
sapienza.
ZAPATA 7 Ci mette il fisico bestiale,
segna con lo scavino sbagliando il
colpo ma è un gran gol. Ma si
infortuna alla coscia destra, Oggi gli
esami strumentali.
THEREAU 5 Stranamente assente, il
fantasma del Dall’Ara.
DI NATALE 7 Subentra sullo 0-1. Il
suo fluido è ancora magico.
ALL. COLANTUONO 6,5 Scaccia i
fantasmi dalla sua panchina con
una ripresa in crescendo. Il suo
black power fa la differenza.
GERVASONI Sorvola su tre mani udinesi (uno in area),
tutti molto ravvicinati. Sul primo gol ospite c’è l’ombra di
un fuorigioco, nella sostanza la sua gestione è rivedibile.
SCHENONE 6 TASSO 5,5 DI BELLO 6 ILLUZZI 6
5,5
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IL POSTICIPO DI BERGAMO
Eder, sorrisi e fantasia:
Samp al sapore di gloria,
è assalto ai piani alti
SAMPDORIA
N
el manifesto sampdoriano
che ha accompagnato la
vigilia blucerchiata verso
la trasferta di Bergamo, compare
una frase di Walter Zenga («battere una grande squadra porta
entusiasmo, ma anche responsabilità») che pare fatta apposta
per accendere ulteriormente gli
appetiti di gloria e le ambizioni
di una squadra dalle potenzialità
ancora inesplorate: squadra che
stasera potrebbe trovarsi terza,
con il Toro, a -2 dalla vetta.
L’AMBIENTE IDEALE Eder, in
questo senso, ne è l’emblema.
Guai a fermarsi davanti al semplice dato — di per sé impressionante — di un gol segnato ogni
settantacinque minuti di gioco
dall’inizio del campionato. Non
solo: di fatto, le reti dell’attaccante di Conte valgono come l’intero bottino offensivo raccolto
sin qui dalla squadra di Reja, ma
questo semmai è un punto di demerito per i nerazzurri. Il fatto è
che Eder ha trovato nella Sampdoria (in questo gruppo, in particolare) l’ambiente ideale dove
sviluppare il suo estro. Gioca
senza pressioni, con la testa libe-
ra, si allena molto e a ritmi altissimi, possiede la maturità necessaria a capire che a Bogliasco si
viaggia a fari spenti, senza guardare troppo lontano all’orizzonte. Passi brevi, zero pressione
ambientale: tutto questo ha un
valore fondamentale nel suo
straordinario momento di forma.
VECCHIO AMORE Il brasiliano
era arrivato a casa Sampdoria
nel gennaio di tre anni fa, il peggior momento blucerchiato degli
ultimi anni, con la A da riconquistare il più in fretta possibile. In
un pomeriggio di gennaio, a
2020
● L’anno in cui scadrà (30
giugno) il nuovo contratto di
Eder con la Samp, dopo il
prolungamento e il ritocco
economico dell’accordo
6,8
● La media-voto di Eder
secondo le pagelle della
Gazzetta in campionato: nessuno
ha fatto meglio di lui nella Samp.
Muriel è secondo (media 6,4)
57
SPORTIELLO
29
3
PALETTA
TOLOI
6
BELLINI
la dimensione ideale. Stasera può lanciare i doriani al terzo posto
GENOVA
(4-3-1-2)
OGGI Ore 21 ARBITRO Valeri di Roma
ASSISTENTI Manganelli-Liberti
IV Padovan ADD. Cervellera-Serra
PREZZI da 14 a 350 euro
TV Sky Sport 1 e Supercalcio
1L’attaccante azzurro, un gol ogni 75’, ha trovato nel gruppo Zenga
Filippo Grimaldi
(4-3-3)
ATALANTA
88
GRASSI
15
DE ROON
11
MORALEZ
51
PINILLA
23
EDER
Gubbio, e da lì in poi era stata
una crescita continua: quella della squadra e pure la sua, determinante nell’accompagnare la
Samp oltre i playoff, sino alla
promozione.
93
DRAMÉ
27
KURTIC
10
GOMEZ
24
MURIEL
10
CORREA
8
BARRETO
3
MESBAH
IL PATTO Prima della gara con il
Bologna, l’attaccante ha prolungato il suo accordo con la Samp
sino al 2020. Non un modo della
Samp e del presidente Ferrero
per cucirgli addosso la maglia
blucerchiata a forza. Semmai, un
modo per fidelizzarne ulteriormente il rapporto con il club di
Corte Lambruschini, ma senza
che ciò possa rappresentare un
freno sulle ambizioni future del
giocatore. Eder sa, però, che questo gruppo può stupire ancora
una volta, come e forse più dell’anno scorso. E ha la medesima
curiosità del suo allenatore per
sapere dove tanta spensieratezza
unita ai piedi buoni potrà portare
la Sampdoria. E poi, Martins è in
buona compagnia. Là davanti recita con un coprotagonista d’eccezione, Muriel, in attesa che gli
altri due genietti della compagnia, Correa e Cassano, ritornino
al top. Un passo alla volta, stasera avanti con l’Atalanta. Senza
dimenticare mai un concetto:
vincere, divertendosi.
Eder, 28 anni, ha anche segnato un gol con la Nazionale di Conte GETTY
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L’Atalanta dietro ora è solida
Questa è la prova del nove
● BERGAMO (m.sp.) Solidità e
compattezza. Elementi che,
fino a qualche giorno fa,
mancavano a un’Atalanta
generosa ma ancora alla
ricerca di sicurezze. Il
successo di Empoli è valso
una dose extra di convinzione,
ma perché si possa parlare di
effettivi cambiamenti urgono
conferme: la prova di
maturità è dietro l’angolo,
visto che stasera, a Bergamo,
arrivano il super-attacco della
Sampdoria (dove l’attuale d.g.
nerazzurro Umberto Marino
è stato 10 anni) e l’attuale
capocannoniere, Eder.
«Contro l’Empoli ho visto una
squadra più consapevole e
tranquilla –sottolinea Edy
Reja-: mi aspetto conferme».
Intanto, l’inserimento graduale di
Paletta e Toloi sta trasformando
in certezza un reparto difensivo
che, fino a qualche giorno prima
della chiusura del mercato, era
sommerso da punti interrogativi.
«Ma attenzione alla Samp, che si
difende bene e ha un attacco
pericoloso – continua il tecnico
nerazzurro -. Eder mi piace: ai
tempi di Napoli l’avevo chiesto,
prima che comprassero
Lavezzi». Niente turnover, si
naviga verso la conferma della
formazione tipo: solo Masiello
potrebbe partire dalla panchina.
Intanto mercoledì il d.g. della
Figc, Uva, farà visita al centro di
Zingonia. L’Atalanta è interessata
a ospitare un’amichevole della
Nazionale nel 2016.
7
FERNANDO
21
SORIANO
87
4
ZUKANOVIC MOISANDER
13
PEREIRA
2
VIVIANO
PANCHINA 30 Bassi, 1 Radunovic,
5 Masiello, 33 Cherubin, 2 Stendardo,
24 Conti, 77 Raimondi, 8 Migliaccio,
21 Cigarini, 7 D’Alessandro,
45 Monachello, 19 Denis
ALLENATORE Reja
BALLOTTAGGI Bellini-Masiello 6040%, Grassi-Cigarini 55-45%
SQUALIFICATI nessuno
DIFFIDATI nessuno
INDISPONIBILI Estigarribia (da
valutare), Brivio (5 giorni), Carmona (5
giorni)
ALTRI Tulissi, Kresic, Suagher
PANCHINA 57 Brignoli, 1 Puggioni,
19 Regini, 17 Palombo, 95 Ivan,
20 Krsticic, 77 Carbonero, 92 Rocca,
9 Rodriguez, 99 Cassano, 11 Bonazzoli
ALLENATORE Zenga
BALLOTTAGGI Correa-Ivan 55-45%
SQUALIFICATI nessuno
DIFFIDATI nessuno
INDISPONIBILI Silvestre (20 giorni),
Cassani (60 giorni), Coda (90 giorni),
De Silvestri (90 giorni)
ALTRI Christodoulopoulos
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La Gazzetta - 28 settembre 2015