LUNEDÌ 28 SETTEMBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT INTER 1 4 FIORENTINA PRIMO TEMPO 0-3 MARCATORI Ilicic (F) su rigore al 4’, Kalinic (F) al 18’ e al 23’ p.t.; Icardi (I) al 15’, Kalinic (F) al 31’ s.t. INTER (3-5-2) Handanovic; Santon, Miranda, Medel; Perisic (dal 16’ s.t. Biabiany), Guarin (dal 32’ s.t. Brozovic), Melo, Kondogbia (dal 1’ s.t. Ranocchia), Telles; Icardi, Palacio PANCHINA Carrizo, J. Jesus, Montoya, Dimarco, Gnoukouri, Ljajic, Manaj, Nagatomo. ALL. Mancini CAMBI DI SISTEMA dal 24’ p.t. 4-31-2, dal 31’ 4-4-1, dal 16’ s.t. 3-4-2, 25’ 4-3-2 BARICENTRO MOLTO BASSO 43,4 METRI ESPULSI Miranda al 31’ s.t. per g.s. AMMONITI Handanovic, Kondogbia, Guarin, Medel per g.s. FIORENTINA (3-4-2-1) Tatarusanu; Roncaglia (dal 30’ s.t. Gilberto), G. Rodriguez, Astori; Blaszczykowski (dal 24’ s.t. Tomovic), Vecino, Badelj (dal 37’ s.t. Fernandez), Alonso; Ilicic, B. Valero; Kalinic PANCHINA Sepe, Lezzerini, Suarez, Verdù, Rebic, Bernardeschi, G. Rossi, Babacar ALLENATORE Sousa CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO BASSO 50,1 METRI ESPULSI nessuno AMMONITI Kalinic per c.n.r., Alonso per gioco scorretto ARBITRO Damato di Barletta. NOTE paganti 42.687, incasso e abbonati n.c. Tiri in porta 2 (1 palo)-7. Tiri fuori 3-2. In fuorigioco 4-1. Angoli 2-3. Recuperi: p.t. 1’; s.t. 2’. PRIMO TEMPO 2’ Harakiri Ingenuità di Handanovic, che controlla male un retropassaggio e commette fallo su Kalinic. Rigore e ammonizione. 3 fIL PERSONAGGIO IL TECNICO NERAZZURRO IN DIFESA «Serata storta, succede» Ma pure Mancini sbaglia 1Perisic su Alonso difesa a 3 e interni spompati. «Non mi sembrava rigore. Lì è girata la gara» IL CROLLO NERAZZURRO AI RAGGI X 1Record negativo per Roberto Mancini, 50 anni: il possesso palla ieri è stato del 31.2%, il più basso in Serie A dall’arrivo del Mancio in nerazzurro ATTACCHI FIORENTINA Matteo Dalla Vite POSSESSO PALLA INTER FIORENTINA 31,2% 68,8% MILANO 4’ ILICIC GOL Sinistro imparabile, Ilicic trasforma dal dischetto. 18’ KALINIC GOL Ilicic salta Kondogbia e dal limite calcia di sinistro, Handanovic para ma il pallone s’impenna e sulla linea Kalinic mette in rete. 23’ KALINIC GOL Alonso sfonda a sinistra e mette al centro dove Kalinic prende il tempo a Handanovic e Santon per il 3-0. 31’ INTER IN DIECI Fallo da ultimo uomo di Miranda su Kalinic. SECONDO TEMPO 5’ Squillo viola Badelj ci prova da fuori, Handanovic senza problemi in presa bassa. 15’ ICARDI GOL Punizione di Telles dalla trequarti, Icardi anticipa Rodriguez e di testa manda il pallone sul palo, ma è il più veloce nel tap-in. 27’ Ci prova Tomovic Tomovic calcia col sinistro, Handanovic sicuro. 31’ KALINIC GOL Errore di Santon, Ilicic pesca Kalinic per la tripletta. 39’ Sempre lui Handanovic attento sul diagonale stretto di Kalinic. LA MOVIOLA di FRANCESCO CENITI GIUSTO IL RIGORE PER I VIOLA E L’ESPULSIONE DI MIRANDA Bene Damato (e pensare che a Firenze c’era malumore per la sua designazione...), subito pronto a cogliere il rigore in favore dei viola in collaborazione con l’addizionale Banti: Handanovic controlla male un retropassaggio e poi stende Kalinic che gli aveva rubato tempo e pallone. Giusto anche il giallo al portiere perché l’attaccante sta andando verso l’esterno dell’area. Sempre nei primi 45 minuti corretta l’espulsione di Miranda: negata una chiara occasione da gol a Kalinic. Da segnalare un errore dell’assistente De Pinto sull’1-0: fermato Palacio, lanciato a rete, per un fuorigioco inesistente. Per il resto, brutta entrata di Guarin su Borja Valero: con entrambi i piedi a martello. Gli va bene che prende il pallone e solo di striscio l’avversario altrimenti non sarebbe bastato il giallo mostrato dall’arbitro. Nella ripresa Damato controlla la sfida senza patemi. L a partita perfetta: ma al contrario. A non capirci nulla dall’inizio alla fine. Inter sempre in testa, ma con anche la faccia viola: la Fiorentina è lì e meritatamente addosso, e nelle vene nerazzurre girano scorie di sciocchezze passate. Perché dalla «Samirata» quella che ad Handanovic ogni tanto si concede - al costante rincorrere gli organizzati viola fino al cambiare (per forza o per tentativo) la faccia tattica e i ruoli, l’Inter ha raccontato a Thohir e ai tifosi una storia diversa rispetto alle ultime 5 gare: prima era brutta e vincente, poi è diventata una Befana tutto d’un colpo. «Abbiamo perso una partita e finita lì. I pareri altrui non cambiano quel che penso della mia squadra, siamo sempre lì in testa e dobbiamo migliorare ancora. Non mi sembrava rigore, ma l’episodio iniziale ha cambiato le cose cede, i giocatori non sono L’espulsione di Mirand chiuso la gara». LA TRE E PERISIC LI’ L’I travolta dal Tornado K sembra un paradosso, è s ticante realtà. A fine pri tempo la Curva Nord ha c munque incitato. Alla fin ha applaudito. Ma un dato resta: 1-4, un croato che è un tornado (Kalinic) e l’altro (Perisic) snaturato e rattrappito, messo quasi a uomo su Alonso e somma più simile a Nag che al giocatore inseguit mesi e mezzo con altre as tive. «Ma Perisic era sna quando giocava da trequa Mancini -, stare sull’ester suo. Poi c’era Alonso, un giocatore, pericoloso. Per poi sono passato alla dife a tre? Ho iniziato con la di fesa a tre, con Perisic e 28.44% 34.03% 37.53% TIRI SUBITI CON LA FIORENTINA PASSAGGI RIUSCITI INTER FIORENTINA 79,7% 91,9% TIRI SUBITI PRIMA DI IERI PIZZINO INUTILE ● Durante il secondo tempo, Mancini ha consegnato a Palacio un «pizzino» con la nuova disposizione tattica. Nel dettaglio, il passaggio al 3-4-2 con le iniziali dei giocatori e la loro posizione in campo. Alla fine però è servito a poco BOZZANI FALLI COMMESSI TOTALI 25 INTER 10 FIORENTINA 15 AMMONIZIONI 4 DATI OPTA/GDS rghi. Poi ho cambiato artita era compromesa il fatto che Santon lì e utilizzato così, mah. que, è una scelta che riIAFFONE La Fiorentina o insieme quel possesla col quale Mancini a anestetizzato i primi nque avversari del camionato. Un boomerang, ieri. Anche qui il Mancio non ha fatto il Mancio. «Perché tanti cambi tattici? Stavamo perdendo 3-0, abbiamo provato a variare. Comunque la Fiorentina ha giocato molto bene, e dopo il largo vantaggio ha potuto paleggiare come voleva e a fare. E’ stato un inforio. Se lo schiaffone può ci bene? Eravamo coi di per terra anche pri- ma. Se doveva capitare, meglio così. Come diceva Boskov, 4 gol in un colpo solo è meglio». UN ANNO DOPO, UGUALE Forse anche il turnover ignorato ha annacquato il vino-Inter: ancora Guarin da una parte e Kondogbia dall’altra, va bene che sono fisici e tecnici ma anche le bufere perdono prima o poi di potenza. Così, anche l’Inter di quest’anno ha preso la macchina del tempo: le amnesie e le sciocchezze dell’anno passato sono tornate come per incubo. A un certo punto Mancini ha tentato la rianimazione col pizzino (a Palacio). Non è cambiato nulla. Ah, l’ultima volta che l’Inter prese un 4-1 in casa c’era Mazzari e a vincere fu il Cagliari di Zeman. Era il 28 settembre 2014. Oggi è un anno dopo: non sarà così, ma sembra non esser cambiato il vento anche se la testa è pur sempre lì. © RIPRODUZIONE RISERVATA Serie A R 6a giornata TORINO 2 PALERMO 1 LUNEDÌ 28 SETTEMBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 1 2 VIVES OVUNQUE OBI INGENUO GILARDINO GRIGIO QUAISON NON C’E’ TORINO (3-5-2) Padelli; Bovo, Glick, Moretti; Zappacosta, Benassi (dal 26’ s.t. Acquah), Vives, Baselli (dal 23’s.t. Obi), Molinaro; Maxi Lopez (dal 17’ s.t. Silva), Quagliarella PANCHINA Castellazzi, Ichazo, Jansson, Prcic, Martinez, Amauri, Belotti ALL. Ventura BARICENTRO MOLTO BASSO 46,3 METRI CAMBI DI SISTEMA 3-5-1 dal 6’ s.t. ESPULSI Molinaro (T) al 16’ s.t. per doppia ammonizione (entrambe per gioco scorretto), Obi al 45’ s.t. per gioco scorretto AMMONITI Bovo per gioco scorretto, Padelli per cnr TORINO 8 ● 1 La rete di Marco Benassi, 21 anni, che a molti ha ricordato la prodezza di Marco Van Basten all’Euro 88 ● 2 La gioia dei compagni di squadra del Torino ● 3 Il gol visto da dietro la porta: sorpreso dalla conclusione, il portiere non ha neppure accennato la parata PEGASO/LAPRESSE/ANSA 1Un autogol e la perla dell’azzurrino portano in alto i granata che poi rischiano la rimonta coi rossi di Molinaro e Obi. Brutto k.o per Baselli P er definizione, il Toro è squadra che ama soffrire e i suoi tifosi ne hanno fatto quasi una scelta di vita. La partita con il Palermo non fa eccezione: avanti grazie alla fortuna e al talento, resta in dieci, prende gol, rischia il pari, chiude in nove. Però riprende a correre dopo il brutto k.o. col Chievo, lascia la Juve a 8 punti, un’enormità, si gode il terzo posto e numeri che alimentano i superlativi: dal ’93-94 non vinceva 4 partite su 6, dall’8384 non ne vinceva 5 di fila in casa. Ventura esulta per il capolavoro di Benassi, ma piange la perdita di Baselli steso da Struna (distrazione al legamento collaterale del ginocchio destro, da 30 a 40 giorni di stop) scegliendo il sarcasmo: «Gazzi, Alevar, Maksimovic… Aiuto, abbiamo finito le stampelle». Iachini si specchia in numeri ben diversi: terza sconfitta consecutiva e non invidiabile primato di pali/traverse colpite: siamo a 4 finora, ieri è toccato a Trajkovski su punizione e Struna. «Con Zamparini è tutto o.k., il rapporto è leale e corretto», ha detto il tecnico alla vigilia. Lo sarà anche adesso? Il presidente in settimana incontrerà la squadra. NOIA E POSSESSO PALLA Primo tempo bloccato: di chi la colpa? Ovvio, del Palermo che ha pensato a difendersi, chiudendosi nella sua metà campo e aspettando. Iachini ha spiegato: «Dovevamo tenere la palla in modo più qualitativo», che tradotto significa: abbiamo scelto di non correre rischi sbagliando qualcosa di troppo. Il Torino si è trovato di fronte non un muro, ma una melassa di avversari e passaggi in orizzontale. Per non restarne prigionieri, come poi è accaduto, c’erano due possibilità: le verticalizzazioni di Vives e la spinta sulle fasce. La seconda opzione non si è vista, perché Zappacosta, in ansia per il debutto da titolare, ha vagato sulla destra restando fuori posizione: non più terzino, non ancora esterno di centrocampo. E Molinaro, a sinistra, ha aggiunto a una partita modesta la ciliegina del rosso per doppia ammonizione. Vives, amatissimo da Ventura («A 35 anni ha dimostrato cosa vuol dire giocare nel Toro!») si è preso la squadra sulle spalle, facendo il lavoro doppio: seguire Vazquez, trequartista dietro la strana coppia Trajkovski-Quaison e poi impostare. Per quasi un’ora si è visto un monoschema ripetitivo: tentativo di imbucata del regista, di Benassi e di Benassi per Quagliarella e Maxi Lopez con GAZZI, AVELAR, MAKSIMOVIC, ORA BASELLI FUORI 30-40 GIORNI: AIUTO, HO FINITO LE STAMPELLE! GIAMPIERO VENTURA SUGLI INFORTUNI Gonzalez a tamponare. E’ proprio il difensore del Costa Rica, impeccabile fino a quel momento, a battere Sorrentino in scivolata. Poi il capolavoro di Benassi che avrebbe potuto chiudere i conti: una girata al volo di destra, e da fuori area, che andrebbe fatta vedere e rivedere nelle scuole calcio. Con l’uomo in più, Ventura toglie un attaccante (Silva al posto di Lopez) e a seguire i due gioielli dell’Under 21, passando da un centrocampo creativo a uno muscolare con Acquah e Obi. IN CRISI Palermo in crisi, cosa succede? La risposta più ovvia è che senza un centravanti di ruolo, segnare non è mai semplice. Lasciandolo all’inizio in panchina, Iachini ha dato un segnale preciso: Gilardino non è in forma e senza Djurdjevic, infortunato, mancano alternative decenti. La soluzione bis, e cioè Vazquez dietro TrajkovskiQuaison, è sembrata un ripiego: tre falsi nove non ne fanno uno vero. Quanto manca Dybala. Con l’uomo in più, la squadra ha avuto una discreta reazione, ha segnato con Gonzalez stavolta nella porta giusta e offrendo un altro contributo alla dose giornaliera di sfortuna colpendo un palo nel finale. A guardare il bicchiere mezzo vuoto, non sarebbe neppure poco. Ma non è bastato per passare su un campo vietato dal lontano 1932. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL PERSONAGGIO Marco, ricordi Marco? «Ancora non ci credo» 1«Un gol alla Van Basten? Devo rivederlo». cesimo per il Toro in sei gare. Come Ventura ha recuperato Benassi dopo il rosso con lo Zenit e l’errore nel derby Francesco Bramardo TORINO A furia di battere con il martello il chiodo si è piantato. «Marco farà bene», «Benassi può diventare un grande calciatore», «Marco ha carattere da vendere», sono solo alcune delle dichiarazioni di Giampiero Ventura, l’allenatore che lo ha voluto a Torino e convinto il presidente Urbano MARCO BENASSI Un gol da cineteca, il più bello dall’inizio del campionato, cercato. La ciliegina in una gara di sostanza, di verticalizzazioni per le punte. Il Toro riparte con Benassi Batte in 9 il Palermo ed è 3° INVIATO A TORINO 7 IL MIGLIORE 3 PALERMO (3-4-1-2) Sorrentino; Struna, Gonzalez, El Kaoutari; Rispoli (dal 7’ s.t. Gilardino), Hiljemark, Chocev, Daprelà (dal 28’ s.t. Lazaar); Vazquez; Trajkovski (dal 37’ s.t. La Gumina), Quaison PANCHINA Colombi, Alastra, Vitiello, Andelkovic, Goldaniga, Jajalo, Maresca, Brugman, Cassini ALL. Iachini BARICENTRO MEDIO 52,7 M CAMBI DI SISTEMA nessuno ESPULSI nessuno AMMONITI Rispoli, Vazquez, Quaison, El Kaoutari e Struna per gioco scorretto Gugliemo Longhi LE PAGELLE di FRA.BRA. PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI autogol di Gonzalez (P) al 44’ p.t.; Benassi (T) al 3’, Gonzalez (P) al 26’ s.t. ARBITRO Mariani di Aprilia NOTE paganti 5.609, incasso 135.531 euro, abbonati 12.031, quota 143.401 euro. Tiri in porta 3-5 (con 2 traverse). Tiri fuori 4-8. In fuorigioco 3-0. Angoli 51. Recuperi p.t. 1’ s.t 5’ 11 Cairo a riprenderlo alle buste dall’Inter. Il centrocampista della Nazionale Under 21, il ragazzo timido e impacciato che il club nerazzurro aveva spedito a Livorno a farsi le ossa prima dell’approdo a Torino, ieri pomeriggio all’Olimpico contro il Palermo ha firmato il gol più bello delle prime sei giornate di campionato. Una rete che ricorda ai più quella di Van Basten nella finale dell’Europeo 1988 Olanda-Unione Sovietica. Gol da cineteca e da tre punti, undi- Marco Benassi, 21 anni ANSA LA DEDICA «Il mio gol? È stata una frazione di secondo, dovevo decidere se tirare al volo o stoppare il pallone. Ho optato per la prima soluzione ed è andata bene» il commento a caldo di Benassi. «Un gol alla Van Basten? Devo rivederlo bene, ancora non me ne sono reso conto. La dedica? Alla mia famiglia, a mia moglie e a mio figlio, erano in tribuna, meglio di così» Quattro vittorie e un pareggio, non fosse arrivata la sconfitta con il Chievo… «Va bene così, contro il Palermo in nove contro undici nel finale è stata dura. Negli ultimi minuti, soprattutto in panchina, abbiamo sofferto tantissimo perché vedevamo i nostri compagni che non ce la facevano più». Ventura ha più volte ricordato i due momenti no della scorsa stagione che avrebbero potuto travolgerlo, l’espulsione contro lo Zenit dopo 27’ e la palla nel derby di andata a gara conclusa regalata per il 2-1 di Pirlo. «Due macigni, un altro giocatore a fine stagione avrebbe chiesto di andar via. Marco era a un bivio. Ha accettato le critiche e ha lavorato duro» le parole di Ventura. Benassi ricambia. «Ci tenevo tanto a far cambiare idea all’allenatore, lo ripago così per la fiducia e il sostegno di tutti i tifosi». © RIPRODUZIONE RISERVATA PADELLI 6, 5 Regala sicurezza al reparto BOVO 6 Finisce sulle gambe, lotta, tallona Quaison, spazza . GLIK 6,5 Una sbavatura sul gol di Gonzalez, un guerriero nel finale. MORETTI 6,5 Dispensa saggezza e tranquillità quando la squadra in 9 potrebbe andare in affanno ZAPPACOSTA 5,5 Prende coraggio nella ripresa oltrepassando metà campo ACQUAH 6 Lavora per portare su la squadra, serve una palla gol a Quagliarella. VIVES 7 Fa il boia e l’impiccato, verticalizza per Quagliarella, spende le ultime energie in interdizione su Vazquez BASELLI 6,5 Esce per infortunio dopo una gara al fosforo OBI 5 Lotta su tutti i palloni, rosso per un fallo ingenuo su Gonzalez MOLINARO 5 Buona partita per un’ora, dal suo piede il primo gol, evitabile il secondo giallo MAXI LOPEZ 6,5 L’assist a Benassi e mezzo gol con il merito di aver spinto Gonzalez all’errore GASTON SILVA 6 Debutta al posto di Molinaro in vista del Carpi QUAGLIARELLA 6,5 Corre come un centrocampista, lotta da difensore, tre tiri in porta con poca fortuna. ALL. VENTURA 7 Regala tranquillità alla squadra dopo il Chievo. La classifica è da brividi, la vetta per bravi scalatori PALERMO 6 IL MIGLIORE GIANCARLO GONZALEZ 6,5 Sfortunato sul gol nell’anticipare Maxi Lopez dopo averlo placcato a lungo riapre la partita con il gol che riaccende le speranze rosanero SORRENTINO 6 Incolpevole sui gol, beffato dal primo, imparabile il secondo STRUNA 5,5 Usa le maniere forti, manda negli spogliatoi Baselli, si salva con la traversa finale EL KAOUTARI 5,5 Maluccio su Quagliarella, non chiude lo specchio a Benassi sul gol RISPOLI 5,5 Soffre Molinaro, ammonito, lascia il posto a Gilardino GILARDINO 5 Fa a sportellate con Glik ma non ha mai la meglio HILJEMARK 5,5 Dodici anni in meno di Vives ma il centrocampista granata lo sovrasta CHOCEV 6 Il bulgaro prova a cantare ma stecca al pari del compagno, soffre Benassi DAPRELÀ 5,5 Lento e macchinoso nel primo tempo, sparisce nella ripresa LAZAAR 5,5 Gioca poco per lasciare il segno sulla corsia di sinistra VAZQUEZ 5,5 Una sola cosa buona, il cross per la testa di Gonzalez. TRAJKOVSKI 6,5 Svaria sul fronte d’attacco, colpisce l’incrocio, costringe Molinaro al fallo da espulsione (La Gumina s.v.) QUAISON 5,5 Nebuloso anche da trequartista. ALL. IACHINI 5,5 Serve più coraggio, rosanero troppo prudenti MARIANI Due espulsioni e otto cartellini gialli, tutti sacrosanti tranne uno: il giallo di Struna che è costato il ginocchio a Baselli poteva essere di un altro colore. MARRAZZO 6 PERETTI 6; MASSA 6 ROS 6 6 12 Serie A R 6a giornata Mediocrità Milan Lo stende Dzemaili e il Genoa si rialza 1I rossoneri ridanno ossigeno a un Genoa in difficoltà La punizione dell’ex Napoli, deviata da Bonaventura, riporta la squadra di Mihajlovic nel limbo della classifica GENOA MILAN 1 0 PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORE Dzemaili (G) al 10’ del p.t. GENOA (3-4-1-2) Lamanna; De Maio, Burdisso, Marchese (dal 25’ s.t. Ntcham); Figueiras (dall’11’ s.t. Izzo), Rincon, Dzemaili, Laxalt; Perotti; Capel, Pavoletti (dal 40’ s.t. Gakpé). PANCHINA Ujkani, Sommariva, Lazovic, Ierardi, Tachtsidis, Raul. ALLENATORE Gasperini. CAMBI DI SISTEMA 4-2-3-1 dal 25’ s.t. BARICENTRO MEDIO 50,9 METRI AMMONITI Pavoletti per c.n.r.; De Maio, Dzemaili e Burdisso per g.s. MILAN (4-3-1-2) Diego Lopez; Calabria, Zapata, Romagnoli, De Sciglio; De Jong (dal 47’ p.t. R. Ely), Montolivo (dal 31’ s.t. Kucka), Bertolacci; Bonaventura (dal 36’ s.t. Bacca); Balotelli, Luiz Adriano. PANCHINA Abbiati, Donnarumma, Suso, Honda, Cerci, Poli, Nocerino, Antonelli, Alex. ALL. Mihajlovic. BARICENTRO MEDIO 51 METRI CAMBI DI SISTEMA 4-3-2 dal 43’ del p.t.; 4-2-3 dal 36’ s.t. ESPULSI Romagnoli al 42’ del p.t. per doppia ammonizione. AMMONITI Bonaventura, Calabria, Luiz Adriano e Bertolacci per g.s. PRIMO TEMPO Sebastiano Vernazza 5’ Subito Diego Punizione di Capel da fuori, palla di pochissimo a lato INVIATO A GENOVA @GazzaVernazza 10’ DZEMAILI GOL! Altra punizione, stavolta di Dzemaili da posizione defilata. Lo svizzero finge di calciare per il cross, in realtà tira e la palla finisce in rete grazie a una deviazione di Bonaventura (foto LAPRESSE) D 20’ Jack non ci sta Gran botta di Bonaventura da lontano, pallone a sorvolare di poco la traversa 22’ Colpo d’anticipo Burdisso di testa su corner, conclusione alta 35’ Milan ad un soffio dal pari Su corner, Balotelli di testa a deviare sul secondo palo, con Romagnoli che per poco manca il tocco a rete 35’ Sempre Capel Tiro di Capel dal limite, botta centrale, Lopez para 42’ Fuori Romagnoli, Milan in 10 Espulsione di Romagnoli per doppio giallo: il secondo fallo lo commette su Capel in ripartenza SECONDO TEMPO 3’ Magia Balo Rabona di Balotelli che mette Luiz Adriano davanti al portiere, ma il tiro del brasiliano è respinto da Lamanna in angolo 19’ Occasione sprecata Ancora Balotelli, stavolta in area: diagonale parato da Lamanna 28’ Pericolo Genoa Bello spunto di Laxalt sulla destra, cross basso per Pavoletti, ma la conclusione al volo dell’attaccante finisce fuori 30’ Ci prova Capel Tiro insidioso dell’ex Siviglia, ma la conclusione finisce fuori dallo specchio 41’ L’ex che perdona Kucka tutto solo in area rossoblù, ma l’ex Genoa calcia alle stelle ARBITRO Tagliavento di Terni NOTE paganti 3.644 per un incasso di 111.901 euro; abbonati 17.650, quota di 149.865 euro. Tiri in porta 2-3. Tiri fuori 7-5. In fuorigioco 6-2. Angoli 7-4. Recuperi p.t. 2’; s.t. 4’ + 1’30”. 51’ Ultima chance Milan All’ultimo secondo punizione di Balotelli da destra e incornata di Rodrigo Ely con pallone non lontano dal palo ue passi avanti e uno indietro. Il Milan chiude così il trittico della facilità, le tre partite che avrebbero dovuto lanciarlo nei quartieri alti. Ha battuto Palermo e Udinese, ma ha rivitalizzato il Genoa. La classifica milanista assomiglia all’aurea mediocritas descritta da Orazio. Tre vittorie e tre sconfitte, nove punti, né bene né male, l’avvilente prospettiva di un’altra annata di transizione. Attaccarsi all’espulsione di Romagnoli, prendersela con l’arbitro Tagliavento perché il primo giallo al difensore è stato severo, equivale a cercare una scusa e non a trovare una causa. A Marassi il Milan ha buttato via l’intero primo tempo e si è riscattato nella ripresa in inferiorità numerica. Se verso la fine le occasioni capitate a Kucka e Rodrigo Ely avessero fruttato il pareggio il giudizio non sarebbe cambiato. Milan mediocre, con problemi difensivi visibili a occhio nudo: nove gol subiti in sei gare, non c’è stata partita finora in cui i rossoneri abbiano conservato la porta immacolata. Milan fragile, incapace di reagire: in questo campionato per tre volte si è ritrovato sotto, con Fiorentina, Inter e Genoa, e per tre volte ha perduto. LEOPARDIANI A Marassi il Milan è ripartito da dove aveva finito a Udine martedì sera: nella ripresa coi friulani aveva chinato il capo e rischiato la rimontona, nel primo tempo qui si è consegnato all’aggressività del Genoa «gasperiniano», più compatto, più intenso, più affamato. Rossoneri ammaliati dal tepore del settembre ligure e convinti nel subconscio che il Genoa fosse inferiore e destinato a soccombere. Sopravvalutazione di sé e sottovalutazione degli avversari. Un Milan leopardiano, nel senso di Leopardi il poeta: «Il naufragar m’è dolce in questo mare». Primo avvertimento la punizione di Capel finita fuori di tanto così. Secondo più importante alert un’altra punizione, la botta di Dzemaili deviata in rete da Bonaventura. Il gol decisivo è arrivato al decimo, ma sul momento era difficile credere che sarebbe stato determinante, alla fine mancavano un’ora e venti minuti, recuperi esclusi. Andato sotto, il Milan prima si è auto-consolato – ma sì, rimedieremo, c’è tempo – e poi si è autocondannato alla sofferenza, col rosso a Romagnoli, punito con la seconda ammonizione per un fallo tattico su Capel a spezzare una ripartenza alta rossoblù. Si era alle soglie dell’intervallo e Mihajlovic non ha aspettato neppure il duplice fischio di metà gara, ha immesso Rodrigo Ely per De Jong e per un 4-3-2 logico, ma giocoforza monco. LACUNOSI Il Milan del primo tempo ha mostrato le solite gravi lacune in fase difensiva. Il secondo giallo a Romagnoli nasce da un passaggio sbagliato di Zapata in orizzontale, errore che il colombiano aveva già commesso pochi minuti prima, segno che la squadra ha enormi problemi di «uscita» quando bisogna far ripartire l’azione. L’altra mancanza di Genova è stata l’incomunicabilità di base tra centrocampo e attacco. Bonaventura trequartista non ha interagito granché con le punte, il Bertolacci del primo tempo è stato impalpabile poi si è riscattato, De Jong da mezzala rende periferica la sua cattiveria. Montolivo era l’unico che provava ad accendere gli attaccanti, ma il Monto playmaker davanti alla difesa impone dei costi, emblematico un suo affannoso inseguimento a Dzemaili, non esattamente un fulmine. Il problema, nel bene e nel male, resta Balotelli, osservato speciale del c.t. Antonio Conte in tribuna al Ferraris. SuperMario è stato il miglior milanista per cifra tecnica, LE PAGELLE di S.V. DZEMAILI E’ ASTUTO, PAVOLETTI IL CENTRAVANTI CHE NON C’ERA. ROMAGNOLI SCHIACCIATO DALLE PRESSIONI GENOA 6,5 LAMANNA 6,5 Reattivo e decisivo su Luiz Adriano: parata che pesa. Buon per lui che verso la fine Kucka e Ely non trovino la porta. DE MAIO 6 Luiz Adriano si marca da solo, i tre dietro del Genoa si concentrano per lo più su Balo e reggono l’onda d’urto “mariana”. BURDISSO 6 Libero vecchia maniera, ma non ditelo a Gasp. Regista occulto. MARCHESE 6 Con mestiere su Balo: si appoggia, si contorce, si frappone, soffre. Salvifico di schiena su tiro a colpo sicuro. FIGUEIRAS 6 Esecutore di ordini. Gasp gli chiede di fare la sentinella sulla destra e lui esegue. Soldatino. RINCON 6,5 Pilone a sostegno, regista da bosco e da riviera. 6 Imprescindibile per quantità, decoroso per qualità. DZEMAILI 6,5 Astuto sulla punizionegol, quando finge di chiamare lo schema e in realtà “misura” Lopez. Universale nel complesso. LAXALT 6,5 Trottolino insidioso, zanzara di fascia che col suo ronzio tiene giù Calabria. Chiude da terzino. PEROTTI 6,5 Rieccolo. Depresso o represso contro la Juve, ritrova il suo campionario di finte e tocchi. Il Genoa è risalito sul “Pero”. PAVOLETTI 7 Sgomita, lotta, stressa. Se segnasse, rasenterebbe la perfezione: il vero centravanti. Giallo stupido ed evitabile. (Gakpé s.v.). IZZO 6 Si districa bene in diversi ruoli difensivi. NTCHAM 6 Il suo ingresso crea sconquassi, nel senso che i rossoblù non capiscono che sistema voglia il Gasp. Poi tutto si chiarisce. IL MIGLIORE DIEGO CAPEL 7 Corre come un dannato, tutto ingobbito e incarognito. Ogni tanto libera un sinistro malefico. Fa espellere Romagnoli. Capel al vento. IL TECNICO GIAMPIERO GASPERINI 7 E’ bastato recuperare Pavoletti, centravanti di stazza, per rivedere squarci del vero Gasp-Genoa. Stravince agli scacchi con Sinisa. TAGLIAVENTO Fiscale il primo giallo a Romagnoli, ineccepibile il secondo per fallo tattico su ripartenza alta. Qualche abbuono di cartellino prima e dopo. Gara nervosa, 53 falli sono tanti. MILAN 5,5 DIEGO LOPEZ 6 Sul gol sospendiamo il giudizio: poteva esibire riflessi migliori, ma la deviazione conta. CALABRIA 5,5 Per un’ora e passa gli tocca in sorte Laxalt e così è spesso ancorato nei bassifondi della sua metà campo. Palle perse 24, troppe. ZAPATA 5 Cristianamente, come da nome di battesimo, devolve palloni agli avversari. ROMAGNOLI 5 Tutti quei milioni, la nomea di nuovo Nesta: troppe attese stanno schiacciando il ragazzo. DE SCIGLIO 5,5 La sua cifra è l’anonimato, anche se i software gli attribuiscono sei cross, non pochi. DE JONG 5,5 Da mezzala perde ferocia, è più defilato. Espulso Romagnoli, diventa centrale di difesa alla Medel, ma per pochi attimi: peccato, era un test interessante. MONTOLIVO 6 Passo lento, a tratti arrancante, ma visione nitida e tocco sapiente. Sa trattare al meglio la palla BERTOLACCI 6 Fuori quadro per un tempo. Viene fuori nella ripresa, quando si scrolla di dosso ogni titubanza. BONAVENTURA 6 Non al suo meglio, ma neppure al suo peggio. Più che altro preoccupa che non prenda la frequenza di radio-Balo (Bacca s.v.) LUIZ ADRIANO 5 Luiz Adriano impigliato nel Balo-centrismo, ma quando Balo gli fa un regalo sotto forma di assist, lui spreca il dono. RODRIGO ELY 6 Meglio di Zapata e Romagnoli, vicinissimo all’1-1 agli sgoccioli del match. Viene voglia di invocarne la titolarità. KUCKA 5,5 Solito impatto fisico sulla partita, però il gol sbagliato in malo modo impone l’insufficienza. PRETI 6 RANGHETTI 6 IL MIGLIORE MARIO BALOTELLI 6,5 Sue le più belle cose milaniste come un assist di rabona. Qualcosa però non torna: individualismo sfrenato, scarsa interazione col prossimo. IL TECNICO SINISA MIHAJLOVIC 5 Milan con approccio moscio. Bella reazione nella ripresa, ma non si può buttare via un tempo. Gioco farraginoso, troppo tardi Bacca. RUSSO 6 MARESCA 6 20 Serie A R 6a giornata LUNEDÌ 28 SETTEMBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Defrel-gol non basta Chievo: un po’ di Pepe per fermare il Sassuolo 1Di Francesco avanti con l’acuto del francese, ma poi rallenta L’ex Juve a segno con un cross velenoso, complice Cannavaro... SASSUOLO 1 CHIEVO 1 PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Defrel (S) al 3’, Pepe (C) al 24’ p.t. SASSUOLO (4-3-3) Consigli; Vrsaljko, Terranova, Cannavaro (dal 1’ s.t. Ariaudo), Peluso; Missiroli, Magnanelli, Duncan; Berardi (dal 38’ s.t. Politano), Defrel, Floro Flores (dal 26’ s.t. N. Sansone) PANCHINA Pomini, Pegolo, Pellegrini, Biondini, Falcinelli, Laribi, Fontanesi, Gazzola ALLENATORE Di Francesco CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO BASSO 48 METRI ESPULSI nessuno AMMONITI Peluso per c.n.r., Magnanelli e Berardi g. scorretto CHIEVO (4-3-1-2) Bizzarri; Cacciatore, Dainelli (dal 31’ p.t. Cesar), Gamberini, Gobbi; Castro (dal 38’ s.t. Pinzi), N. Rigoni, Hetemaj; Pepe (dal 19’ s.t. Birsa); Paloschi, Meggiorini PANCHINA Bressan, Seculin, Radovanovic, Mattiello, Christiansen, Sardo, Frey, Pellissier, Inglese ALLENATORE Maran CAMBI SISTEMA nessuno BARICENTRO MOLTO BASSO 46,9 METRI ESPULSI nessuno AMMONITI Hetemaj g. scorretto ARBITRO Fabbri di Ravenna NOTE paganti e incasso n.c.; abbonati 6.220, quota di 56.975 euro. Tiri in porta 5-2. Tiri fuori 6-5. In fuorigioco 2-3. Angoli 4-2. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 3’. Simone Pepe, autore del pareggio del Chievo, e a destra Peluso ANSA Alex Frosio proiettare una delle due in zone ancora più nobili. INVIATO A REGGIO EMILIA I l Sassuolo resta l’unica squadra imbattuta del campionato. Per questo, pur rallentando, non può disdegnare il pareggio con il Chievo. Perché in questo momento con la squadra di Maran è più facile perdere che portar via tre punti. I due «piccoli giganti» di questo inizio campionato onorano la sfida ad alta quota – non casuale – con una partita ad altissima intensità, alla quale è forse mancata un po’ di qualità per TURN OVER Espressione non elegante, ma il Chievo è proprio una squadra di gatti che si attaccano ai cosiddetti: nessun pallone è mai da considerarsi perso, ogni avversario è da braccare inesorabilmente e preferibilmente nella sua metà campo. In più, la reazione all’immediato svantaggio – gol di Defrel dopo appena 3’ dopo una percussione di Floro Flores – dimostra che Maran ha predisposto un impianto che funziona non soltanto in opposizione agli avversari ma anche quando c’è da costruire gioco. Prima dell’1-1 il Chievo esibisce i migliori 20’ della partita, con le percussioni dei terzini e gli inserimenti delle mezzali. Il tecnico gialloblù riceve tanto dal turn over (5 cambi rispetto alla partita vinta mercoledì col Toro) e soprattutto da Pepe, schierato dall’inizio e in una inedita per lui posizione da trequartista. All’ex juventino accreditiamo anche il gol del pari, ma con supplemento di indagine in corso: il suo cross viene toccato da Cannavaro, che contrasta Paloschi, e beffa Consigli. Le nuove immagini che la Lega Calcio avrà a disposizione oggi stabiliranno se il cross era indirizzato nello specchio, condizione necessaria per attribuire il gol a Pepe o l’autorete a Cannavaro. CONNESSIONI Il Sassuolo funziona quando stabilisce una connessione veloce con i tre davanti, soprattutto con il cambio di campo a memoria sugli esterni. Di rado accade in modo pulito, proprio per il disturbo della linea provocato dalla pressione continua del Chievo in avvio di azione, però quando ci riesce sono lampi di spettacolo. Come in occasione del gol annullato a Defrel al 35’ del primo tempo, a conclusione di un’azione tutta di prima frustrata dalla bandierina inopinatamente alzata dal guardalinee: sviluppo troppo rapido, c’è da capirlo. La fatica, nel portare il pressing e nel subirlo (aggiungiamoci il terzo impegno in 8 giorni), annebbia le idee a lungo termine di entrambe, e comunque anche Di Francesco ricava indicazioni positive da Ariaudo e Terranova – che non si vedevano in campo da un anno il primo e da 9 mesi il secondo – e da Berardi, al rientro dal 1’: suo un sinistro al volo da applausi che di fatto è l’unica chance della ripresa. LE PAGELLE di A.F. TERRANOVA DA APPLAUSI, BERARDI SI ACCENDE CASTRO MOTO PERPETUO, MEGGIORINI LUCIDO SASSUOLO 6 CHIEVO 6,5 IL MIGLIORE IL MIGLIORE GREGOIRE DEFREL ALBERTO PALOSCHI 7 6,5 Un gol fatto, un altro annullato ingiustamente a conclusione di un’azione meravigliosa. Tra tante pause, il suo l’aveva ampiamente fatto... Gol o non gol, l’attaccante si spreme in rincorse e pressing - che comanda lui stesso - fino all’ultimo. Perfetta incarnazione di questo Chievo. CONSIGLI 6 Non precisissimo coi piedi, però non corre pericoli. VRSALJKO 6 Una diagonale da applausi su Paloschi nel primo tempo, resta guardingo. TERRANOVA 6,5 Non giocava da gennaio: strapromosso. CANNAVARO 5,5 Sfortunato sul gol del Chievo e sull’infortunio che lo esclude dopo 45’. ARIAUDO 6,5 Altro «ripescato», tiene botta nonostante il fastidio procurato da Meggiorini. PELUSO 5,5 Dalla sua parte transitano in tre e lui fatica a contenere. MISSIROLI 6 Il duello a colpi di rincorse e anticipi con Hetemaj è tra gli aspetti più interessanti del match. MAGNANELLI 6 Disturbato da Pepe, molto meno da Birsa. DUNCAN 5,5 Tempi di inserimento giusti, però pochissima qualità. BERARDI 6,5 Al rientro dal 1’, si accende a intermittenza: quando ci riesce sono applausi. (Politano s.v.) FLORO FLORES 6 Subito il break del vantaggio, purtroppo troppo spesso deve correre indietro invece che in avanti. E finisce per sfiancarsi. (N. Sansone s.v.) ALL. DI FRANCESCO 6 Ancora imbattuto dopo sei giornate, stavolta il Sassuolo crea meno del solito. BIZZARRI 6 Potrebbe deviare meglio prima di Defrel-gol, attento nel finale. CACCIATORE 6 Volenteroso, contiene e si propone. DAINELLI 5,5 Floro Flores gli scappa subito, poi deve pure uscire per un acciacco muscolare. CESAR 6,5 Solido, è un’abitudine. GAMBERINI 6,5 Monta la guardia, spazza se necessario. GOBBI 6 Regge l’urto con Berardi. CASTRO 6,5 L’impressione è che non si fermi mai. (Pinzi s.v.) RIGONI 6 Schermo davanti a Defrel, copre il giusto. HETEMAJ 6 Si fa perdonare un paio di chance sprecate nel primo tempo con una ripresa da «aggressore». PEPE 7 Esperimento da trequartista riuscito, almeno finché regge. Gli attribuiamo un gol non voluto, ma meritato. BIRSA 5,5 Potrebbe essere il cambio-chiave, non ci mette l’invenzione sperata. MEGGIORINI 6,5 Altro lavoratore d’attacco e comunque lucido. Peccato quel colpo di testa largo di poco. ALL. MARAN 6,5 E’ sua la squadra più scorbutica del campionato. In venti minuti nel primo tempo dimostra che sa anche offendere. FABBRI Gli assistenti provano a complicargli la giornata, sbandierando due fuorigioco che non ci sono. Su uno rimedia con il giudice di porta, sull’altro cade in errore. STALLONE 5 - LO CICERO 5 ROCCHI 6 - MARTINELLI 6,5 5,5 © RIPRODUZIONE RISERVATA IL POSTICIPO AL MATUSA Il Frosinone ci prova con Dionisi-Ciofani Empoli, vai Saponara Di Rienzo-Cioni L a salvezza non aspetta. Frosinone e Empoli, che si sfidano per la prima volta in Serie A, avanzano senza paura. La squadra di Stellone insegue la prima vittoria della stagione e si affida alla coppia d’attacco che ha fatto le fortune del club: Dionisi (14 gol la scorsa stagione) e Daniel Ciofani (13) spingeranno i compagni fin dal 1’. Il tecnico, forte del clamoroso pari di Torino con la Juve, opterà per un turn over oculato, con Rossi e Russo in difesa, Tonev e Sammarco (rientra dopo Bologna) a centrocampo e, appunto, con gli uomini-gol dell’ultima promozione. «L’Empoli sarà un osso duro – ha detto ieri Stellone –, ma io mi aspetto dai miei una grande prova. Vogliamo a tutti i costi la prima vittoria in campionato». QUI EMPOLI Il tecnico Giampaolo, dopo l’amaro k.o. in casa con l’Atalanta, si affiderà ancora al genio di Saponara per sparigliare le carte dei ciociari. In attacco, accanto a Maccarone, spazio a Livaja. «Sarà una gara complicata – ha spiegato Giampaolo –. Ho visto il Frosinone nelle ultime tre gare e, per quanto fatto, l’attuale classifica è bugiarda. Noi dobbiamo rispondere in maniera adeguata. Ci vorranno testa e attributi, consapevoli che al Matusa i punti valgono doppio». © RIPRODUZIONE RISERVATA FROSINONE (4-4-2) EMPOLI (4-3-1-2) OGGI ore 19 ARBITRO Guida ASSISTENTI La Rocca-Carbone IV Costanzo ADD. Doveri-Pairetto PREZZI da 23 euro TV Sky Calcio 2 33 LEALI 28 ROSI 4 RUSSO 19 TONEV 5 GORI 24 DIAKITÈ 20 PAVLOVIC 21 10 SAMMARCO SODDIMO 9 D. CIOFANI 18 DIONISI 7 MACCARONE 39 LIVAJA 5 SAPONARA 11 CROCE 21 MARIO RUI 14 DIOUSSE 19 BARBA 32 PAREDES 26 TONELLI 2 LAURINI 28 SKORUPSKI PANCHINA 1 Zappino, 13 M. Ciofani, 3 Crivello, 6 Blanchard, 22 Chibsah, 8 Gucher, 7 Frara, 11 Verde, 17 Paganini, 12 Longo, 30 Castillo, 29 Carlini ALLENATORE Stellone BALLOTTAGGI Russo-Blanchard 55-45%; Pavlovic-Crivello 60-40%; SammarcoGucher 60-40% SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI nessuno INDISPONIBILI nessuno PANCHINA 1 Pugliesi, 23 Pelagotti, 3 Zambelli, 31 Camporese, 15 Costa, 6 Bittante, 12 Ronaldo, 13 Maiello, 77 Buchel, 17 Zielinski, 20 Pucciarelli, 22 Piu ALLENATORE Giampaolo BALLOTTAGGI Livaja-Pucciarelli 55%45% SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI nessuno INDISPONIBILI Mchedlidze (7 giorni), Cosic (da valutare), Dermaku (da valutare) Serie A R 6a giornata LUNEDÌ 28 SETTEMBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 1 VERONA 1 LAZIO 2 2 MORAS UNA DIGA SALA PERDE KEITA LULIC DA SPRINT MILINKOVIC OK VERONA (4-3-3) Rafael; Pisano, Moras, Helander, Souprayen; Greco (dal 16’ s.t. Bianchetti), Viviani, Hallfredsson (dal 33’ s.t. Matuzalem); Sala, J. Gomez (dal 10’ s.t. Wszolek), Jankovic PANCHINA Gollini, Coppola, Winck, Albertazzi, Zaccagni ALLENATORE Mandorlini BARICENTRO MOLTO BASSO 40 M CAMBI SISTEMA dal 16’ s.t. 5-3-2 ESPULSI nessuno AMMONITI Hallfredsson, Sala per gioco scorr. VERONA VANGELIS MORAS 3 ● 1 L’esultanza di Marco Parolo, 30 anni, dopo aver portato in vantaggio la Lazio nel momento in cui era già in inferiorità numerica. E’ il 2-1 decisivo GETTY IMAGE ● 2 La zuccata di Filip Helander, 22, che porta il Verona sull’1-0 ANSA ● 3 Il pareggio su rigore di Lucas Biglia, 29 ANSA 1Va in svantaggio quando sta giocando meglio ma non s’arrende e rimonta con un rigore di Biglia e poi con Parolo dopo il rosso a Mauricio L a Lazio è viva e lotta insieme a chi insegue Inter e Fiorentina: da ieri è tornata a respirare l’aria di lassù, al ritmo di un cammino che non conosce pareggi e soprattutto con nuove consapevolezze. La prima: forse è guarita dalla trasfertite, e proprio dove non vinceva da 24 anni contro il Verona (ottobre ‘91) e dove un mese fa aveva preso quattro pappine dal Chievo. Stavolta non si è buttata giù né quando si è sentita danneggiata per un gol annullato dopo 4’ (perché?) e un rigore non concesso dopo 8’ (trattenuta di Helander su Felipe Anderson); nè quando ha preso gol pur da padrona della partita, con in più il sospetto di azione viziata da un fuorigioco influente di Jankovic; né quando si è ritro- vata in dieci per l’espulsione di Mauricio. Anzi, proprio in inferiorità numerica e con meno di un quarto d’ora a disposizione, ha trovato la forza di vincere la partita: giocando sulla stanchezza e le precarietà di un Verona prostrato dai suoi limiti di organico, più che caratteriali. BENDE E CEROTTI E’ vero che finora il calendario non gli ha dato una mano, ma la classifica brucia - in Serie A il Verona non partiva così male dalla stagione ‘89-90 - e i numeri scottano: la squadra di Mandorlini non vince da otto partite, prende gol da 13 gare di campionato e segna praticamente solo su palle inattive (4 su 5). Stavolta non gli è bastato neanche riuscire finalmente a trovare la via del gol nel primo tempo, ma quello che preoccupa di più, in prospettiva, è l’ulteriore allungarsi della già infinita serie di indisponibili, con Gomez, Gre- co e forse Hallfredsson (ricaduta). Altro che bende e cerotti di cui il tecnico aveva parlato sabato: non il massimo quando già a inizio ottobre si ha il fiatone di chi è costretto a inseguire. ATTIMI COLTI Quello che ieri si è ritrovata a dover fare la Lazio, che però al festival degli assenti si era iscritta con qualche carta in più. Si è visto nella ripresa, quando Pioli se l’è giocate bene per aiutare la Lazio a fare la faccia più cattiva e a cogliere meglio gli attimi. Nel primo tempo aveva vissuto sulle ritrovate geometrie di Biglia, il cui rientro ha inciso molto più di quello di Hallfredsson, ma aveva chiuso il Verona, costringendolo ad una partita ancor più speculativa, senza mai fargli male fino in fondo: troppo intermittenti nel 4-2-3-1 i tagli in area di Anderson e Kishna e imperfetti i sincronismi dei movimenti di Milinkovic e ROTTO IL TABÙ 24 Gli anni passati dall’ultima vittoria della Lazio al Bentegodi col Verona. Qui soltanto un mese fa ha perso 4-0 col Chievo Keita si è procurato il rigore del’1-1 Djordjevic, perché il serbo non è centravanti da pura profondità e più di una volta i due hanno finito per ritrovarsi a gravitare sulle stesse zolle. MOSSE E CONTROMOSSE Senza Toni, Pazzini e Siligardi, Mandorlini aveva «reinventato» Gomez punta centrale e trovato l’1-0 dopo una sua traversa, con successiva correzione in rete di Helander. Ma il Verona è squadra troppo abituata ad avere un centravanti come punto di riferimento offensivo: perso anche l’argentino, e costretto ad adattare Wszolek al doppio ruolo di corridore e attaccante, il tecnico si è visto rovinato il piano prima ancora che il 5-3-2 studiato come sistema d’emergenza avesse il tempo di assestarsi. Perché nel frattempo Pioli aveva scelto il 4-3-3 e il lato su cui scoprire il fianco del Verona e poi colpirlo: sulla sua destra, con Keita largo e in asse con un Lulic molto più padrone della fascia. Tempo un minuto dal suo ingresso in campo e lo spagnolo si è preso rigore puntando secco Sala; tempo cinque minuti dall’espulsione di Mauricio, e ha pagato anche la scelta del tecnico laziale di lasciare tre uomini offensivi contro i tre centrali del Verona (4-2-3): Milinkovic da finto centravanti si è preso punizione, la premiata ditta Biglia-Parolo l’ha trasformata nel gol vittoria. © RIPRODUZIONE RISERVATA GLI ALLENATORI Pioli gongola: «Solidità tecnica e mentale» 1«Grande reazione dopo lo svantaggio» sull’arbitraggio: «Sullo 0-0 ci è stato annullato un gol regolare (di Gentiletti, ndr). E poi ci è stato negato un rigore (contatto Helander-Anderson, ndr). Ma va bene così, l’importante era tornare a vincere». La Lazio in trasferta non ci riusciva dalla scorsa stagione (il 4-2 del 31 maggio a Napoli), al Bentegodi contro il Verona addirittura dal 1991. Numeri che danno il senso di una vittoria giustamente festeggiata con un abbraccio collettivo a fine partita. Mandorlini: «Non so dove e quando, ma dobbiamo ricominciare a fare punti» Stefano Cieri INVIATO A VERONA H a ritrovato la sua Lazio proprio come un anno fa. Ultima partita di settembre, in trasferta. Allora, il 4-0 di Palermo sancì la fine di un avvio molto problematico (3 sconfitte nelle prime 4 giornate di campionato) e l’inizio di un’annata decisamente positiva. Il 2-1 di Verona può avere la stessa valenza per Stefano 6,5 Qualche brivido sulla profondità, ma alza un muro alto dalla terra (e Djordjevic lo maledice) al cielo. E gli tocca immolarsi sulla punizione del 2-1. Oh sì, riecco l’euro-Lazio In 10 mette k.o. il Verona INVIATO A VERONA 6 IL MIGLIORE LAZIO (4-2-3-1) Marchetti; Basta, Mauricio, Gentiletti, Lulic; Biglia, Parolo; F. Anderson (dal 37’ s.t. Hoedt), Milinkovic-Savic, Kishna (dal 16’ s.t. Mauri); Djordjevic (dal 16’ s.t. B.Keita) PANCHINA Berisha, Guerrieri, Radu, Braafheid, Seck, Patric, Onazi, Cataldi, Morrison ALLENATORE Pioli BARICENTRO ALTO 55.2 M CAMBI DI SISTEMA dal 16’ s.t. 4-3-3, dal 37’ s.t. 4-2-3 ESPULSI Mauricio al 36’ s.t. per doppia ammonizione (gioco scorretto) AMMONITI Parolo per gioco scorretto, Lulic per c.n.r. Andrea Elefante LE PAGELLE di A.E. PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Helander (V) al 33’ p.t., Biglia (L) su rigore al 18’, Parolo (L) al 41’ s.t. ARBITRO Giacomelli di Trieste NOTE Paganti 3.383, incasso di euro 43.253,38; abbonati 13.208, quota 188.069 euro. Tiri in porta 1-3. Tiri fuori 3-7. In fuorigioco 1-5. Angoli 3-10. Recuperi: 1’ p.t., 5’ s.t. 21 Pioli. E intanto decreta la fine del periodo nero vissuto tra agosto e settembre. «Ottima vittoria, grande prestazione», gongola il tecnico alla fine. «Ora dobbiamo continuare così, ottenere altri risultati positivi. Della squadra mi è piaciuta la solidità tecnica e mentale. Siamo andati sotto su una palla inattiva per una nostra grave distrazione. Ma poi abbiamo saputo reagire alla grande. La vittoria è stata meritata». Il tecnico ha però qualcosa da ridire La gioia di Stefano Pioli a fine gara MANDORLINI SCONSOLATO Sentimenti opposti sul versante Verona. Andrea Mandorlini appare più sconsolato che arrabbiato. «Più di così non pote- vamo fare con tutte le assenze che c’erano. Abbiamo giocato la partita che potevamo e dovevamo, peccato solo per il gol del 2-1. Siamo stati ingenui, la barriera si è aperta troppo sulla punizione. Bastava un po’ di attenzione in più e sarebbe arrivato un risultato positivo». Il tecnico se la prende pure col direttore di gara Giacomelli: «Il rigore con cui la Lazio ha pareggiato era molto generoso. In questo momento paghiamo errori non solo nostri». Ma è assolutamente necessario ripartire, anche perché domenica c’è il derby. «Dobbiamo ricominciare a fare punti. Non so dove e quando, ma dobbiamo farlo». © RIPRODUZIONE RISERVATA RAFAEL 6 Non errori gravi, ma incertezze qua e là PISANO 6 Sulla destra vacilla ma alla fine non crolla, né a 4 né a 5. HELANDER 6,5 Parte incerto, un «no» su Milinkovic gli dà sicurezze. Primo gol in A da cattivo SOUPRAYEN 5,5 Non facile ritrovarsi Tra Basta e Anderson: denuncia anche 18 palle perse GRECO 5,5 Appare e scompare: intensità intermittente. BIANCHETTI 5,5 Scelto per difendere a 3 (o 5), ingenuo nell’azione della punizione decisiva VIVIANI 6 Milinkovic lo va a prendere all’alba dell’azione e lui soffre: meglio sui calci da fermo vedi 1-0 - che in regia HALLFREDSSON 6 E’ al rientro e si vede, però si sente anche (Matuzalem s.v.) SALA 5,5 La sofferenza del dover fare un po’ di tutto, anche l’interno: poi ci casca con Keita J. GOMEZ 6 Non faceva il centravanti da una vita, ma sa attaccare la profondità, non solo sul gol. WSZOLEK 6 Inventato punta: prende la palla e scappa, e così fa espellere Mauricio. Peccato sia lento e scomposto a uscire sulla punizione di Parolo JANKOVIC 6 Teorico attaccante, generoso come un terzino ALL. MANDORLINI 6 Troppi assenti, troppi: usa come può quelli che ha, ma sono pochi. LAZIO 6,5 IL MIGLIORE LUCAS BIGLIA 7 Due gol e un assist in due partite: freddo sul rigore e furbo sulla punizione, con tre occasioni create. C’è poco da fare: torna e con lui è un’altra Lazio. MARCHETTI 6 Protesta sul gol per un’ostruzione di Jankovic BASTA 6 Mai straripante, ma è buona l’intesa (copertura compresa) con Anderson MAURICIO 5 Dal gol in poi, una costante sensazione di incertezza GENTILETTI 5,5 Sull’1-0 si fa spazzare via da Helander LULIC 6,5 Primo tempo timido, ripresa con netto e decisivo cambio di marcia PAROLO 6,5 Non è ancora al top fisicamente, ma ha il piede caldo per lanciare e calciare: e arriva anche il primo gol stagionale F.ANDERSON 6 Non sta dentro la partita per 90’ e forse non ci starà mai, come dicono i 17 passaggi negativi e le 30 palle perse, però ha sprazzi di qualità e pericolosità unici (Hoedt s.v.) MILINKOVIC-SAVIC 6,5 Galleggia ovunque a far sentire chili e centimetri: tre ruoli e il fallo della punizione per il 2-1 lo va a prendere quasi da punta centrale KISHNA 5,5 Come sempre: corsa, freschezza e provvisorietà MAURI 6 Prima «falso 9», in dieci punta esterna DJORDJEVIC 5 Troppo poca cattiveria nell’ultimo spunto KEITA 7 Largo a sinistra, è lì che la Lazio inizia a far sanguinare il Verona ALL. PIOLI 7 I cambi per mantenere la squadra solida e coraggiosa anche in dieci GIACOMELLI Penalizza la Lazio almeno due volte (gol annullato e poi rigore non dato), forse tre (1-0 viziato): così non basta azzeccare tutto da lì in poi. CRISPO 6 - GAVA 6 CALVARESE 6 - GHERSINI 6 5 22 Serie A R 6a giornata LUNEDÌ 28 SETTEMBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Al Bologna un tempo non basta L’Udinese risorge e lo inguaia 1La squadra di Delio Rossi, che resta al suo posto, domina i primi 45’ e colpisce LE PAGELLE di A.TO. DOVE E’ FINITO DESTRO? PIACE DIAWARA TOTO’ DA’ LA SCOSSA, KARNEZIS E’ DECISIVO BOLOGNA con Mounier. Nella ripresa Badu e Zapata, con l’aiuto di Di Natale e Lodi, la puniscono 5,5 UDINESE IL MIGLIORE IL MIGLIORE MOUNIER BADU 7,5 6,5 BOLOGNA 1 UDINESE 2 Andrea Tosi BOLOGNA PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Mounier (B) al 31’ p.t.; Badu (U) al 16’, Zapata (U) al 40’ s.t. BOLOGNA (4-3-3) Mirante; Ferrari, Oikonomou, Rossettini, Masina; Rizzo (dal 30’ s.t. Taider), Diawara, Pulgar; Giaccherini (dal 30’ p.t. Brienza), Destro (dal 30’ st Mancosu), Mounier PANCHINA Da Costa, Maietta, Mbaye, Morleo, Crimi, Crisetig, Brighi, Falco Acquafresca ALL. Rossi CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO MEDIO 53.8 METRI ESPULSI nessuno AMMONITI Mounier, Destro, Diawara, Masina per gioco scorr. UDINESE (4-3-1-2) Karnezis; Piris, Wague, Danilo, Adnan (dal 35’ s.t. Pasquale); Edenilson, Iturra (dal 1’ s.t. Lodi), Badu; Marquinho; Zapata, Thereau (dal 14’ s.t. Di Natale) PANCHINA Romo, Meret, Pasquale, Domizzi, Felipe, Widmer, Kone, Insua, Aguirre, Perica ALLENATORE Colantuono CAMBI DI SISTEMA 3-5-2 dal 1’ s.t. BARICENTRO MOLTO BASSO 47.4 METRI ESPULSI nessuno AMMONITI Adnan, Lodi, Pasquale per gioco scorretto ARBITRO Gervasoni di Mantova NOTE paganti 2.842, incasso 40.704 euro; abbonati 12.734, quota non comunicata. Tiri in porta 3-3. Tiri fuori 4-6. In fuorigioco 1-3. Angoli 6-4. Recuperi p.t. 3’; s.t. 4’ L a volata di Badu, lo scavino di Zapata, la presenza di Di Natale e il cambio di sistema. Mescolando insieme questi elementi, Stefano Colantuono vince al Dall’Ara scaricando la crisi sul collega Delio Rossi, uscito ancora con le ossa rotte da un altro secondo tempo in apnea del suo giovane e indecifrabile Bologna. L’Udinese infatti vince in rimonta nella ripresa, coi sigilli del tuttofare ghanese e della pantera colombiana, ma l’anima del successo si chiama Totò Di Natale: col suo ingresso, sullo 0-1, la squadra friulana ribalta la partita. Il chairman Saputo, fresco di nomina presidenziale, festeggia amaramente il cinquantunesimo compleanno in tribuna perchè la difesa emiliana viene infilata con azioni in velocità nell’ultima mezzora a conferma dei limiti di tenuta mentale e fisica che frenano i rossoblù. Ora la posizione di Rossi è in bilico, nel dopo partita il dt Corvino (critico con l’arbitraggio) gli rinnova la fiducia che non è eterna e già la prossima trasferta sul campo della Juve potrebbe determinare un ribaltone. GIAC K.O. Al Bologna dice male anche il recupero (affrettato?) di Giaccherini, reduce da un in- Emmanuel Badu, 24 anni, festeggia. Ha giaà segnato due gol LAPRESSE fortunio muscolare 15 giorni fa e chiamato subito titolare al rientro in una sfida delicata. Dopo 30’ l’ex juventino deve abbandonare per un risentimento muscolare alla coscia destra, una recidiva pericolosa. Eppure i padroni di casa passano in vantaggio: Rizzo fa un numero con tunnel e assist a pelo d’erba per la deviazione vincente di Mounier, l’ala francese realizza facile il suo secondo centro in A. L’Udinese combina poco davanti. Il Bologna controlla ma non ha spinta per chiudere la partita perchè i suoi giovani, tranne Diawara, segnano il passo e soprattutto Destro non segna mai. DECOLLO FRIULANO La ripresa è un’altra storia. Colantuono passa al 3-5-2 conquistando campo. Su una ripartenza veloce, Edenilson pesca lungo Badu (sul filo del fuorigioco) che vola a pareggiare in due tempi, sul primo tiro Mirante salva ma non può nulla sul tap-in successivo. Poi Brienza ha l’occasione del 2-1 ma Karnezis lo mura d’istinto. Qui l’Udinese accelera ancora e nel finale sorpassa col colpo sotto, più fortuito che voluto, di Zapata che finalizza in rete una percussione in coppia di Di Natale e Badu. Così Colantuono può respirare, invece Rossi resta sott’acqua mentre i tifosi bolognesi, fuori dallo stadio, sfogano la delusione prendendo a sassate un pullman friulano. Per fortuna non ci sono feriti. Solo qualche vetro rotto. 6,5 Dopo il gol al Frosinone, l’ala francese si conferma bomberino d’assalto, dimostrando doti di rapinatore d’area ma stavolta non è il match winner. Nella ripresa il centrocampista ghanese spacca la partita con le sue accelerazioni. Vola in gol correndo 40 metri, poi fa l’assist per il sigillo decisivo di Zapata. MIRANTE 6 Sul gol di Badu respinge, non può nulla sul tap-in FERRARI 5,5 Entra nell’azione del gol rossoblù poi esce dalla gara. OIKONOMOU 6 Puntuale in copertura. ROSSETTINI 5 Chiusure e rilanci, gli riesce tutto male. MASINA 5,5 Dopo tante belle prove, sta subendo un calo fisiologico. RIZZO 6,5 L’assist del gol di Mounier, dopo un tunnel, gli vale il voto positivo. TAIDER 5,5 Il suo ingresso non produce effetti tangibili. DIAWARA 6 A 18 anni come personalità è già molto avanti. PULGAR 5,5 Rumina tanto gioco ma non combina granché. GIACCHERINI 6 Voto di incoraggiamento per il nuovo infortunio. In bocca al lupo. BRIENZA 5,5 Karnezis lo mura ad un metro dal gol, poi non vede più la porta. DESTRO 5 Ancora all’asciutto e ancora sostituito, sta diventando un problema. MANCOSU 5 Non è Destro ma il prodotto è uguale. ALL. ROSSI 5,5 La sua squadra gioca un’ora poi scompare. Gli dice male il nuovo infortunio di Giaccherini. Ora rischia, la Juve sarà decisiva. KARNEZIS 6,5 Neutralizza il tiro ravvicinato di Brienza, almeno un punto è suo. PIRIS 6 Cresce nel secondo tempo come centrale. WAGUE 6,5 Sempre presente nei duelli aerei e fisici. DANILO 6 Monta la guardia, sicuro come sempre. ADNAN 5,5 Prima terzino e poi esterno di centrocampo, fa molta confusione (PASQUALE S.V.) EDENILSON 6,5 Il suo lancio di 40 metri innesca la fuga vincente di Badu. ITURRA 5 Si fa saltare in tunnel nell’azione del gol bolognese. Sostituito all’intervallo. LODI 6,5 Il suo ritorno coincide con una vittoria: veni, vidi, vici. MARQUINHO 6 Gioca di tocco e di sapienza. ZAPATA 7 Ci mette il fisico bestiale, segna con lo scavino sbagliando il colpo ma è un gran gol. Ma si infortuna alla coscia destra, Oggi gli esami strumentali. THEREAU 5 Stranamente assente, il fantasma del Dall’Ara. DI NATALE 7 Subentra sullo 0-1. Il suo fluido è ancora magico. ALL. COLANTUONO 6,5 Scaccia i fantasmi dalla sua panchina con una ripresa in crescendo. Il suo black power fa la differenza. GERVASONI Sorvola su tre mani udinesi (uno in area), tutti molto ravvicinati. Sul primo gol ospite c’è l’ombra di un fuorigioco, nella sostanza la sua gestione è rivedibile. SCHENONE 6 TASSO 5,5 DI BELLO 6 ILLUZZI 6 5,5 © RIPRODUZIONE RISERVATA IL POSTICIPO DI BERGAMO Eder, sorrisi e fantasia: Samp al sapore di gloria, è assalto ai piani alti SAMPDORIA N el manifesto sampdoriano che ha accompagnato la vigilia blucerchiata verso la trasferta di Bergamo, compare una frase di Walter Zenga («battere una grande squadra porta entusiasmo, ma anche responsabilità») che pare fatta apposta per accendere ulteriormente gli appetiti di gloria e le ambizioni di una squadra dalle potenzialità ancora inesplorate: squadra che stasera potrebbe trovarsi terza, con il Toro, a -2 dalla vetta. L’AMBIENTE IDEALE Eder, in questo senso, ne è l’emblema. Guai a fermarsi davanti al semplice dato — di per sé impressionante — di un gol segnato ogni settantacinque minuti di gioco dall’inizio del campionato. Non solo: di fatto, le reti dell’attaccante di Conte valgono come l’intero bottino offensivo raccolto sin qui dalla squadra di Reja, ma questo semmai è un punto di demerito per i nerazzurri. Il fatto è che Eder ha trovato nella Sampdoria (in questo gruppo, in particolare) l’ambiente ideale dove sviluppare il suo estro. Gioca senza pressioni, con la testa libe- ra, si allena molto e a ritmi altissimi, possiede la maturità necessaria a capire che a Bogliasco si viaggia a fari spenti, senza guardare troppo lontano all’orizzonte. Passi brevi, zero pressione ambientale: tutto questo ha un valore fondamentale nel suo straordinario momento di forma. VECCHIO AMORE Il brasiliano era arrivato a casa Sampdoria nel gennaio di tre anni fa, il peggior momento blucerchiato degli ultimi anni, con la A da riconquistare il più in fretta possibile. In un pomeriggio di gennaio, a 2020 ● L’anno in cui scadrà (30 giugno) il nuovo contratto di Eder con la Samp, dopo il prolungamento e il ritocco economico dell’accordo 6,8 ● La media-voto di Eder secondo le pagelle della Gazzetta in campionato: nessuno ha fatto meglio di lui nella Samp. Muriel è secondo (media 6,4) 57 SPORTIELLO 29 3 PALETTA TOLOI 6 BELLINI la dimensione ideale. Stasera può lanciare i doriani al terzo posto GENOVA (4-3-1-2) OGGI Ore 21 ARBITRO Valeri di Roma ASSISTENTI Manganelli-Liberti IV Padovan ADD. Cervellera-Serra PREZZI da 14 a 350 euro TV Sky Sport 1 e Supercalcio 1L’attaccante azzurro, un gol ogni 75’, ha trovato nel gruppo Zenga Filippo Grimaldi (4-3-3) ATALANTA 88 GRASSI 15 DE ROON 11 MORALEZ 51 PINILLA 23 EDER Gubbio, e da lì in poi era stata una crescita continua: quella della squadra e pure la sua, determinante nell’accompagnare la Samp oltre i playoff, sino alla promozione. 93 DRAMÉ 27 KURTIC 10 GOMEZ 24 MURIEL 10 CORREA 8 BARRETO 3 MESBAH IL PATTO Prima della gara con il Bologna, l’attaccante ha prolungato il suo accordo con la Samp sino al 2020. Non un modo della Samp e del presidente Ferrero per cucirgli addosso la maglia blucerchiata a forza. Semmai, un modo per fidelizzarne ulteriormente il rapporto con il club di Corte Lambruschini, ma senza che ciò possa rappresentare un freno sulle ambizioni future del giocatore. Eder sa, però, che questo gruppo può stupire ancora una volta, come e forse più dell’anno scorso. E ha la medesima curiosità del suo allenatore per sapere dove tanta spensieratezza unita ai piedi buoni potrà portare la Sampdoria. E poi, Martins è in buona compagnia. Là davanti recita con un coprotagonista d’eccezione, Muriel, in attesa che gli altri due genietti della compagnia, Correa e Cassano, ritornino al top. Un passo alla volta, stasera avanti con l’Atalanta. Senza dimenticare mai un concetto: vincere, divertendosi. Eder, 28 anni, ha anche segnato un gol con la Nazionale di Conte GETTY © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA L’Atalanta dietro ora è solida Questa è la prova del nove ● BERGAMO (m.sp.) Solidità e compattezza. Elementi che, fino a qualche giorno fa, mancavano a un’Atalanta generosa ma ancora alla ricerca di sicurezze. Il successo di Empoli è valso una dose extra di convinzione, ma perché si possa parlare di effettivi cambiamenti urgono conferme: la prova di maturità è dietro l’angolo, visto che stasera, a Bergamo, arrivano il super-attacco della Sampdoria (dove l’attuale d.g. nerazzurro Umberto Marino è stato 10 anni) e l’attuale capocannoniere, Eder. «Contro l’Empoli ho visto una squadra più consapevole e tranquilla –sottolinea Edy Reja-: mi aspetto conferme». Intanto, l’inserimento graduale di Paletta e Toloi sta trasformando in certezza un reparto difensivo che, fino a qualche giorno prima della chiusura del mercato, era sommerso da punti interrogativi. «Ma attenzione alla Samp, che si difende bene e ha un attacco pericoloso – continua il tecnico nerazzurro -. Eder mi piace: ai tempi di Napoli l’avevo chiesto, prima che comprassero Lavezzi». Niente turnover, si naviga verso la conferma della formazione tipo: solo Masiello potrebbe partire dalla panchina. Intanto mercoledì il d.g. della Figc, Uva, farà visita al centro di Zingonia. L’Atalanta è interessata a ospitare un’amichevole della Nazionale nel 2016. 7 FERNANDO 21 SORIANO 87 4 ZUKANOVIC MOISANDER 13 PEREIRA 2 VIVIANO PANCHINA 30 Bassi, 1 Radunovic, 5 Masiello, 33 Cherubin, 2 Stendardo, 24 Conti, 77 Raimondi, 8 Migliaccio, 21 Cigarini, 7 D’Alessandro, 45 Monachello, 19 Denis ALLENATORE Reja BALLOTTAGGI Bellini-Masiello 6040%, Grassi-Cigarini 55-45% SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI nessuno INDISPONIBILI Estigarribia (da valutare), Brivio (5 giorni), Carmona (5 giorni) ALTRI Tulissi, Kresic, Suagher PANCHINA 57 Brignoli, 1 Puggioni, 19 Regini, 17 Palombo, 95 Ivan, 20 Krsticic, 77 Carbonero, 92 Rocca, 9 Rodriguez, 99 Cassano, 11 Bonazzoli ALLENATORE Zenga BALLOTTAGGI Correa-Ivan 55-45% SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI nessuno INDISPONIBILI Silvestre (20 giorni), Cassani (60 giorni), Coda (90 giorni), De Silvestri (90 giorni) ALTRI Christodoulopoulos