L’anti-classicismo nel Rinascimento
A cura di Niccolò Pace e Carolina Riccitelli – cl. 3^ G – ITCG Toscanelli
Il rifiuto di ogni canone letterario...
Pietro Aretino
A.S. 2014/2015
Francesco Berni
La loro rivolta ai modelli dà origine a
un vero e proprio genere letterario, quello della poesia bernesca
e giocosa, che conosce notevole fortuna nella letteratura italiana.
Rifiutando esplicitamente il canone del classicismo, questi
scrittori rovesciano i modelli poetici seri e, prospettando una vita
indifferente agli ideali, sullo sfondo di immagini deformate e
strampalate della realtà,
si ricollegano a meno note tradizioni
folcloriche o di origine medievale.
Dal punto di vista stilistico essi si concentrano su una
sperimentazione linguistica
che fa ricorso ai dialetti e a linguaggi marginali ed eterogenei: giochi di
parole, doppi sensi comici, amplificazioni scherzose e parodie
documentano la lacerazione dell'egemonia del classicismo.
I CARATTERI PRINCIPALI
Opposizione alla
concezione dell'arte
selettiva e aristocratica
Rifiuto di modelli
letterari, l'unico modello
è quello offerto dalla
“natura”
Ripresa di generi
satirici,burleschi e
irriverenti
Tematiche basse e
volgari, usando la
retorica del caos
Gli autori Anticlassicisti venivano definiti
“avventurieri della penna” o “scapigliati”
LA FORMA
La letteratura Anticlassica
veniva espressa in due tipi di
latino
“Maccheronico”
Che ha la sua basa sull'italiano
dialettale al quale si applicano le
regole morfosintattiche del latino
“Fidenziano”
nel quale si utilizzavano come
base il latino applicando le regole
morfosintattiche dell'italiano.
I PRINCIPALI ESPONENTI
Francesco Berni
(Lamporecchio 1497 - Firenze26 Maggio
1535). Nel 1517 si trasferisce a Roma ma nel
1522 abbandona la città a causa dei suoi
conflitti con il pontefice Adriano VI, dal
1532 fu al servizio del cardinale Ippolito
De'medici, muore nel 1535 forse avvelenato
per motivi politici.
La sua poetica respinge il significato
umanistico-rinascimentale della poesia,
ripudia il petrarchismo, che per arrivare al
sublime rischia di cadere nei vuoti di parole
e nei luoghi comuni.
Il suo stile associa un linguaggio letterario a
parole volgari creando grande vivacità e
forza espressiva, spesso tendendo alle
allusioni e ai doppi sensi.
Pietro Aretino (Arezzo 1492- Venezia
1556)
« Qui giace l'Aretin, poeta Tosco,
che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo,
scusandosi col dir: "Non lo conosco"! »
In giovane età si reca prima a Perugia, poi a
Siena e infine a Roma, qui dopo la morte di
papa leone X diventa portavoce dei
malumori scrivendo le “pasquinate”, aspra
critica a Adriano VI. Nella notte del 28
Luglio 1527 viene ferito a morte da un
sicario, salvatosi si recò a Venezia dove
riusci ad esprimere la sua vena satirica,
polemica e scandalistica tanto da
guadagnarsi la fama di “liberista”.
Viene definito un poligrafo in quanto si
cimenta i diversi stili, senza nessun modello
preciso, dai sonetti scandalistici e
provocatori a opere legate al gusto del
miracolistico.
Francesco Berni
opere più importanti
Tra le opere più importanti del Berni troviamo Le Rime ( dove rifiuta il petrarchismo),
I Sonetti (spesso caudati) e i 32 Capitoli poi definiti “alla bernesca” terzine che
vengono utilizzate per esporre contenuti satirici o caricaturali.
Chiome d'argento fino , irte e
attorte
Chiome d'argento fine, irte, ed attorte
senz'arte intorno ad un bel viso d'oro;
fronte crespa, u' mirando, io mi scoloro,
dove spunta i suoi strali Amore e Morte;
occhi di perle vaghi, luci torte
da ogni obbietto disuguale a loro;
ciglie di neve; e quelle, ond'io m'accoro,
dita e man dolcemente grosse e corte;
labra di latte; bocca ampia celeste;
denti d'ebeno, rari e pellegrini;
inaudita, ineffabile armonia;
costumi alteri e gravi; a voi, divini
servi d'Amor, palese fo che queste
son le bellezze de la donna mia.
Il capovolgimento assoluto del petrarchismo,
in questa parodia di un celebre sonetto di
Pietro Bembo sulle bellezze dell’amata (Crin
d’oro fresco e d’ambra tersa e pura), si basa
essenzialmente sul contrasto tra i vocaboli
eletti e le cose a cui sono collegati . La
formula del capovolgimento è molto antica
(già ben nota ai poeti giocosi del tempo di
Dante); ma le parole sono quelle
dell’elegantissima terminologia petrarchesca.
A questo modello, perfettamente assimilato,
subentra il gusto fintamente antiletterario
del Berni: beffardo e pittoresco, ma con un
retrogusto amaro, che satireggia i
petrarchisti (divini servi d’amor) e la loro
vanità poetica, trasformando la sua Laura in
una sorta di laida e invecchiata principessa.
Pietro Aretino
Le opere principali sono I Sonetti Lussuriosi (concepiti come illustrazioni in versi di
incisioni erotiche), Dubbi Amorosi (piccole composizioni dove sottolinea con brevi storie
i problemi di mariti, donne, prostitute e lussuriosi riguardanti il sesso, in cui alla fine di
ciascun “dubbio” l'aretino conferisce una risoluzione) e I Ragionamenti dove
confluiscono due opere già edite: Il Ragionamento Della Nanna e Dell'Antonia
(dove la Nanna narra ad Antonia le vicende della sua carriera erotica) e Il Dialogo Nel
Quale La Nanna Insegna Alla Pippa*
*Come Ingannare Gli Uomini
NANNA
Ma sopra tutte le cose, studia le finzioni e le adulazioni che io ti ho
detto, perché sono i ricami del sapersi mantenere.
Gli uomini vogliono essere ingannati;e ancora che si avveghino che
si gli dia la baia e che, partita da loro, gli dileggi vantandotene fin con
le fanti, hanno più caro le carezze finte che le vere senza ciance.
Non far mai carestia di basci né di sguardi né di risi né di parole;
abbi sempre la sua mano in mano, e talvolta di secco in secco
strigneli i labbri coi denti sì che venga fuor quello “oimè” troppo
dolcemente fatto nascere da chi si sente traffigere con dolcezza: e
la dottrina de le puttane sta nel saper cacciar carote a’ ser corrivi.
[...]
Lo stile ed il linguaggio si ispirano
ampiamente al parlare popolaresco,
che è caratterizzato da termini e
interlocuzioni che riproducono
l'ambientazione di un mondo plebeo.
Tramite questa tecnica Aretino
mostra un mondo visto in funzione
di soldi e sesso, delineato come un
mercato dominato dallo “scambio”
della propria merce (il corpo) per
soldi. Qui infatti domina un
Edonismo egoista e cinico.
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