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Anno X n.18 - 17 novembre 2014
www.corcom.it
IL FOCUS
Mobile Payment
La guerra del Mobile payment
Banche, telco, Ott, credit co.
Chi avrà il wallet futuro?
Antonio Dini
I
l sasso nel placido e stagnante laghetto dei pagamenti
digitali l’ha scagliato Apple.
Nell’arco di 72 ore da quando è
entrato in funzione Apple Pay, il
sistema contactless di pagamento
utilizzabile solo negli Usa e solo
con gli iPhone 6 e 6 Plus tramite
tecnologia Nfc (già presente in
numerosi Pos ma raramente
utilizzata), ha superato il milione di attivazioni ed è diventato,
come ha dichiarato Tim Cook, “il
primo e più grande della somma
di tutti i suoi concorrenti”. Ed è
entrato già in conflitto con un
nascente sistema di pagamento
studiato dai merchant americani,
CurrentC, basato su codici QR e
che obbliga gli aderenti al sistema
(come la catena di negozi Walmart) all’esclusiva disabilitando la
funzione Nfc dei Pos.
Se il mercato negli Usa si sta
mettendo in moto per questa
accelerazione improvvisa, cosa
succede nel resto del mondo?
E in Italia? Dagli Usa ci sono
tre tecnologie concorrenti che
utilizzano l'Nfc nei telefonini per
i pagamenti contactless e che
possono diventare il borsellino digitale del futuro, aprendosi anche
al pagamento in-app all’interno
del telefono stesso e sostanzialmente sostituendosi all’oggetto
fisico carta di credito o di debito
(il Bancomat). Apple, l’ultima
arrivata, ma anche Google Wallet
e i sistemi basati su sim.
Da CurrentC sino a Google
Wallet il mercato dei pagamenti è
attraversato da un’ondata di cambiamento che vuole la discontinuità. Sistemi alternativi ai circuiti
delle carte di credito (come già
PayPal) o svincolati dalle banche.
C’è un tema forte di fiducia (perché bisogna affidarsi a un sistema
non tradizionale di pagamento),
di regolamentazione e di sicurezza. Compensato però da allettanti
proposte: zero commissioni, maggiore facilità e velocità.
In realtà, dietro ai nuovi sistemi
di pagamento c’è di più: scambiare soldi è un business di per sé
e oggi il mercato sta scoprendo,
grazie alla concorrenza digitale,
che è possibile fare soldi in modi
diversi. Ad esempio, barattando
il costo della transazione con
quello di informazioni (metadati)
dell’acquirente. Oppure, grazie a
barriere tecnologiche di ingresso
sempre più basse, eliminando (o
meglio, sostituendo) le banche e
i circuiti delle carte di credito per
rendere più efficiente il mercato.
Da anni il sistema bancario è
in fermento, perché internet ha
creato la multicanalità e trasformato le filiali oltre ai profili degli
impiegati. I grandi circuiti di carte
di credito stanno da tempo spingendo sulla via dell’innovazione
ma con il passo lento di chi è prigioniero del paradosso dell’innovatore: trattenere i nuovi prodotti
per paura che cannibalizzino il
business di oggi. I digitali, veri e
La partita nel nostro Paese
è tutta da giocare: la spinta
decisiva può arrivare dai nuovi
obblighi per PA ed esercenti
ma bisognerà abbattere
le resistenze di molti
piccoli commercianti
propri Ott che stanno cercando
di astrarre dall’infrastruttura e
aggregare il valore a un livello più
alto, stanno però arrivando.
Cosa troveranno in Italia? La
situazione da noi è antica: amiamo il contante (quasi il 90% delle
transazioni avviene in cash, mentre in Europa è al di sotto del 60%)
e tendiamo lentamente a usare di
più le carte, con un aumento limitato delle transazioni per volumi
e numero. Soprattutto, si paga
con carta ma si paga per scontrini
più piccoli: 141 miliardi nel 2013
ma per scontrini che da 75 euro di
l’11% del
totale dei Pos
bancari installati nel
nostro paese. Da un punto di
vista di mercato la normativa che
prevede l’adozione obbligatoria
di un Pos per tutti gli esercizi
commerciali, se implementata in
tempi brevi, dovrebbe dare una
spinta ulteriore e potentissima
all’aumento della base di installato, visto che probabilmente la
maggior parte dei nuovi terminali
saranno dotati di tecnologia Nfc
per i pagamenti contactless.
È ancora limitata
la diffusione delle sim
dotate di tecnologia Nfc
che consentono
i pagamenti di prossimità
media scendono a 69.
La cosa interessante è però che
il settore da noi si sta da tempo
attrezzando per il salto tecnologico dei pagamenti contactless. Le
carte di credito e debito con chip
sono presenti da tempo in Italia
e crescono: dai 6 milioni di fine
2013 siamo arrivati a 10 milioni
a settembre di quest’anno. E la
rete di Pos abilitati al pagamento con Nfc (lo standard che ad
esempio Apple utilizza negli Usa)
cresce sempre di più. Oggi siamo
a 200mila terminali abilitati,
erano 150mila a fine 2013. È circa
In Italia sono in aumento
le transazioni con carte
ma diminuiscono gli importi:
lo scontrino medio è sceso
in un anno da 75 a 69 euro
sta crescendo in maniera netta: il
Decreto sviluppo bis che obbliga
la PA a ricevere pagamenti in
modalità elettronica sarà uno
dei principali driver di crescita
del settore per valore e volume,
mentre il pagamento via mobile
La discesa in campo
degli Ott spariglia
le carte in tavola e dà
un colpo di acceleratore
al fenomeno e-payment
Ad oggi lo scontrino medio di
chi usa le carte con Nfc in Italia
è di 25 euro: non sono micro
pagamenti ma poco ci manca
e comunque l’effetto complessivo mira alla sostituzione del
contante, più che al cambiamento
di modalità di autenticazione nel
pagamento tradizionale con carta.
Secondo gli osservatori della School of Management del
Politecnico di Milano il futuro
del New Digital Payment, che
raccoglie eCommerce, ePayment,
Mobile commerce, Mobile
payment e pagamenti contactless,
(smartphone) sarà il secondo
driver in Italia, dove la diffusione
dei telefonini (37 milioni di pezzi)
e il tempo in rete (75 minuti al
giorno) lo rendono lo strumento
potenzialmente più forte per
questo scopo. Senza contare che
anche il settore dei pagamenti
per beni e servizi (dalle soste
auto ai biglietti dell’autobus)
vedono il canale di pagamento
mobile attivo e in crescita vivace.
Differente il discorso per i diversi
sistemi di pagamento Nfc: la
diffusione delle sim da parte degli
operatori è ancora molto bassa,
con poche migliaia attive in Italia
(si calcolavano 5mila a fine 2013) e
una capillarità che è ancora molto
lontana dall’essere raggiunta.
Il ticketing (biglietti di treno,
nave o aereo) ad oggi rimane la
principale ragione di acquisto dal
cellulare per gli italiani: il 30% del
totale, mentre il mobile proximity
suscita interesse e attesa.
Secondo il Politecnico di Milano
la battaglia vera si combatterà
nei mobile wallet dove si incontrano linee di tensione diversa:
lo strumento è quello probabilmente più adatto ma si gioca una
battaglia tra telco, banche e Ott
come Amazon, Facebook, Google,
PayPal e Apple. Se da un lato
le piattaforme immaginano di
poter ridisegnare il tipo di attività
e coinvolgimento dei clienti,
dall’altro gli Ott hanno ben chiara
l’opportunità di mercato che si
presenta loro e seguire i propri
clienti in tutto il loro processo
di acquisto, dall’online (che già
controllano) sino al negozio
dietro casa dove si fa la spesa. In
palio, oltre alle commissioni, ci
sono anche i Big data, la mole
di informazioni che le persone
creano seguendo le loro abitudini
di acquisto in tempo reale.
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