Visti dagli altri MUKHTARABLYAZOV.ORG Mukhtar Ablyazov con la famiglia L’intrigo kazaco che imbarazza Roma Guy Dinmore, Giulia Segreti, Isabel Gorst, Financial Times, Regno Unito L’Italia ha consegnato al Kazakistan la moglie e la figlia di un dissidente, tra sospetti e polemiche ra circa mezzanotte quando una trentina di uomini armati vestiti di nero ha fatto irruzione nella villa in un quartiere elegante di Roma dove Alma Shalabayeva e la sua bambina vivevano da otto mesi. Altri venti uomini armati si stavano schierando all’esterno. Dopo aver perquisito la casa, uno di loro, un italiano con una catena d’oro al collo, le ha urlato: “Puttana russa”, e qualche minuto dopo, “Io sono la mafia!”. Poi il cognato della donna, che era in visita con la moglie e la figlia, è uscito da una stanza con il viso insanguinato, segno evidente che era stato picchiato. Shalabayeva ha capito subito che cercavano suo marito, Mukhtar Ablyazov, uno dei leader dell’opposizione kazaca ed ex ministro dell’energia, fuggito dal paese nel 2009 per timore di essere ucciso e che in seguito aveva ottenuto asilo politico nel Re- E 28 Internazionale 1008 | 12 luglio 2013 gno Unito. Il suo governo l’ha denunciato ed è sotto processo a Londra per presunta appropriazione indebita dell’equivalente di circa sei miliardi di dollari dalla banca Bta, di cui è stato presidente. “In quel momento ho avuto la sensazione che erano venuti per ucciderci. Ci avrebbero uccisi tutti senza inchieste né processi e nessuno lo avrebbe mai saputo”, dice la moglie del dissidente raccontando gli eventi dello scorso maggio che hanno messo in difficoltà il governo italiano, incapace di spiegare il proprio comportamento, e preoccupato il rappresentante delle Nazioni Unite per i diritti umani. La donna è stata rimandata in Kazakistan, ma la prontezza con cui Roma ha consegnato la moglie di un rifugiato politico ha sollevato una serie di interrogativi sui legami commerciali tra l’Italia e un paese ricco di risorse come il Kazakistan, spesso criticato per le sue violazioni dei diritti umani. Come racconta in una dichiarazione di 18 pagine consegnata al Financial Times dai suoi avvocati, all’alba del 29 maggio la donna è stata portata in un commissariato di polizia di Roma. Poi ha trascorso due giorni in un centro di detenzione per immigrati clandestini. Infine lei e la figlia Alua, che ha sei anni ed è nata nel Regno Unito, sono state trasportate in aereo ad Astana, la capitale kazaca. Lì le hanno comunicato che sarebbe stata processata. Dai documenti forniti da un tribunale italiano agli avvocati della famiglia risulta che l’aereo con cui sono partite era stato noleggiato dall’ambasciata kazaca in Austria. Shalabayeva afferma che le autorità italiane le hanno negato il permesso di parlare con i suoi avvocati. La moglie del dissidente ha anche chiesto asilo politico all’Italia affermando che la sua vita era in pericolo, ma le autorità le hanno risposto che ormai era “troppo tardi”. I documenti dimostrano anche che il giorno prima dell’incursione, l’ambasciata kazaca aveva chiesto alla polizia italiana di arrestare Ablyazov e di concederne l’estradizione. L’uomo era stato fotografato nella villa il 26 maggio da una ditta che si occupa di sicurezza pagata dalle autorità kazache. Si ignora, però, dove sia adesso Ablyazov. La motivazione ufficiale dell’espulsione della donna è stata il possesso di un passaporto della Repubblica Centrafricana ritenuto falso. Il 31 maggio, nel corso di un’udienza in tribunale, l’avvocato romano della famiglia, Riccardo Olivo, ha mostrato ai giudici le testimonianze di due ambasciate della Repubblica Centrafricana in cui si affermava che il passaporto era autentico. Ma all’insaputa dell’avvocato Olivo, l’ordine di espulsione era già stato firmato da un funzionario del governo. Le Nazioni Unite e le ong che denunciano le violazioni dei diritti umani in Kazakistan hanno chiesto insistentemente spiegazioni al governo italiano. Il presidente del Kazakistan è Nursultan Nazarbaev, al potere da quando nel 1991 il paese ha ottenuto l’indipendenza dall’Unione Sovietica. La ministra degli esteri Emma Bonino non era a conoscenza delle espulsioni e appena l’ha saputo ha chiesto chiarimenti al ministro dell’interno Angelino Alfano. Non avendo ricevuto alcuna risposta da Alfano, il ministero degli esteri ha richiesto i documenti relativi al caso. La portavoce di Alfano si è rifiutata di rispondere alle nostre domande, ma nessuno dei documenti ufficiali resi noti fino a oggi lascia intendere un coinvolgimento del ministro. Gli attivisti per i diritti umani e gli avvocati di Ablyazov si chiedono perché l’Italia abbia consegnato così velocemente la moglie di un rifugiato politico. Si sospetta che lo abbia fatto per gli interessi commerciali in un paese ricco di risorse come il Kazakistan, corteggiato da Silvio Berlusconi quando era presidente del consiglio e da altri leader mondiali. Il caso della signora Shalabayeva non è unico. Il Kazakistan ha chiesto alla Spagna l’estradizione di Aleksandr Pavlov, ex guardia del corpo di Ablyazov, accusato di frode e di aver cercato di preparare un attacco terroristico. Pavlov ha chiesto asilo politico alla Spagna. Secondo la stampa spagnola, Nazarbayev avrebbe discusso un trattato di estradizione con la Spagna durante la sua visita a Madrid dello scorso febbraio. In aprile l’ex ministro dell’economia kazaco Muratbek Ketebaev, ora all’opposizione, è partito dalla Polonia per andare a Madrid a testimoniare a favore di Pavlov. Subito dopo il Kazakistan ha chiesto l’estradizione di Ketebaev alla Polonia, dove l’ex ministro è in attesa di asilo politico, accusandolo di reati connessi al terrorismo. Gli avvocati della signora Shalabayeva hanno presentato ricorso contro la sua espulsione. Il 27 giugno un tribunale di Roma ha annullato il decreto della procura usato dalla polizia per sequestrare il materiale nella sua casa. I giudici hanno detto di essere “sconcertati” dalla rapidità con cui sono state espulse due parenti di un rifugiato politico. In ostaggio Il ministero degli esteri kazaco ha dichiarato che le autorità italiane avevano chiesto l’espulsione di Shalabayeva e della figlia per reati di immigrazione. Ha poi aggiunto che la signora, che ora vive con i suoi genitori ad Almaty e non ha il permesso di lasciare la città, è sotto inchiesta perché sospettata di aver ottenuto illegalmente un passaporto kazaco. Se sarà giudicata colpevole dovrà andare in carcere e la figlia andrà in un orfanotrofio, hanno detto gli avvocati della difesa. “Sono state espulse perché uno dei dittatori più noti al mondo voleva degli ostaggi da usare contro il suo principale avversario politico. E adesso ce li ha grazie alle forze dell’ordine italiane”, ha dichiarato il marito in un’intervista alla Stampa. Ablyazov ha chiesto al presidente del consiglio Enrico Letta di indagare a fondo “su questo sordido affare” e ha aggiunto: “Immaginate vostra moglie e i vostri figli presi in ostaggio dai vostri avversari per essere usati come pedine nella battaglia politica. È quello che è successo a me”. Letta ha risposto chiedendo un’inchiesta interna. X bt L’opinione L’aiuto dagli amici italiani Hélène Despic-Popovic, Libération, Francia L’espulsione dei parenti del dissidente potrebbe essere stata favorita dagli interessi dell’Eni in Kazakistan ella notte tra il 28 e il 29 maggio alcuni poliziotti italiani hanno circondato una villetta alla periferia di Roma. Sono andati via portando con loro l’inquilina della casa, la moglie di un oligarca kazaco in esilio, che abitava lì con la figlia di sei anni. La polizia è tornata il giorno dopo a prendere la bambina per portarla all’aeroporto dove ad attenderle c’era un aereo privato. Sono state consegnate alle autorità kazache senza aver potuto parlare con un avvocato o con i parenti. Il 28 giugno la loro espulsione è stata dichiarata illegale. La polizia italiana sperava di trovare l’oligarca Mukhtar Ablyazov, un banchiere e dissidente, un tempo alleato del presidente-dittatore kazaco Nursultan Nazarbaev. N Investimenti petroliferi Ablyazov è fuggito dal Kazakistan nel 2009, quando la banca di cui era presidente, la Bta, ha dichiarato fallimento. La polizia del suo paese lo accusa di aver sottratto 4,6 miliardi di euro. Nel 2011 Mukhtar Ablyazov ha ottenuto asilo politico a Londra, ma non ci vive più dall’inizio del 2012 quando ha deciso di lasciare il paese La moglie di Mukhtar Ablyazov ha lasciato l’Italia senza aver potuto parlare con il suo avvocato senza presentarsi davanti a un tribunale che l’ha condannato a ventidue mesi di carcere per aver ostacolato la giustizia: non ha voluto dire nulla sui soldi spariti dalle casse della Bta. La polizia italiana era convinta di trovarlo nella villetta. Nella casa ha trovato solo una sua foto con la figlia. Il 5 luglio Mukhtar Ablyazov ha affermato in un’intervista alla Stampa che sua moglie e sua figlia sono “ostaggi” di Nazarbaev. Negli anni novanta Ablyazov, un tempo consigliere politico di Nazarbaev, passa all’opposizione e diventa il leader del Partito democratico, mossa che gli costa una condanna per “abuso di potere” all’inizio degli anni 2000. Rilasciato prima della scadenza della condanna, promette di porre fine alle sue attività politiche. Tuttavia, alla guida della Bta finanzia l’opposizione a colpi di milioni, fino a quando Nazarbaev, irritato, non nazionalizza la banca. I clienti però non possono essere rimborsati, perché le casse sono vuote: i fondi sono stati dispersi attraverso diverse reti che Ablyazov rifiuta di rivelare. Secondo Emma Bonino, ministra degli esteri italiana, in questa vicenda il governo ha fatto “una figura miserabile”. Ma a quanto pare l’Italia, che attraverso l’Eni ha importanti investimenti petroliferi in Kazakistan, non cercherà di fare luce sulla vicenda. Anche il Regno Unito è interessato alle riserve di petrolio e gas di questo paese dell’Asia centrale, in cui è uno dei principali investitori stranieri. Durante una visita nella capitale Astana, lo scorso 1 luglio, il primo ministro David Cameron non ha detto una parola sulla vicenda. Il suo predecessore laburista, Tony Blair, è diventato consigliere per le riforme del dittatore kazaco per la modica cifra di 13 milioni di dollari. X gim Internazionale 1008 | 12 luglio 2013 29 Visti dagli altri interna dopo le dure critiche ricevute per il modo in cui aveva gestito le espulsioni, e il 12 luglio ha dichiarato di aver revocato l’ordinanza di espulsione. Il governo italiano ha stabilito che madre e figlia hanno il diritto di rientrare in Italia, ma il Kazakistan ha risposto che c’è il rischio che Shalabayeva possa fuggire e che quindi non può lasciare la città kazaca di Almaty fino alla conclusione dell’indagine per accertare come ha ottenuto il passaporto kazaco. I mezzi d’informazione italiani e alcuni esponenti dell’opposizione avevano già prospettato la possibilità che il capo di gabinetto Procaccini avrebbe fatto da capro espiatorio, dimettendosi per proteggere Alfano. Secondo alcune testimonianze, Procaccini avrebbe incontrato l’ambasciatore kazaco in Italia il giorno prima dell’irruzione. Il governo trema per la vicenda kazaca Mozione di sfiducia ALESSANDRA BENEDETTI (CORBIS) Roma, 25 gennaio 2013. Silvio Berlusconi e Angelino Alfano Guy Dinmore, Financial Times, Regno Unito Dopo la discussa espulsione dei parenti del dissidente Ablyazov, l’opposizione chiede le dimissioni del ministro Alfano n alto funzionario del ministero dell’interno italiano si è dimesso in seguito alla discussa espulsione della moglie e della figlia di un dissidente kazaco: il caso minaccia di destabilizzare il governo di coalizione guidato da Enrico Letta. Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto di Angelino Alfano, ministro dell’interno e vicepresidente del consiglio, si è dimesso il 16 luglio, dopo che il capo della polizia ha presentato il suo rapporto sulle espulsioni avvenute il 31 maggio. Pressato dei partiti di opposizione che chiedono al ministro di dimettersi, Alfano ha ripetuto in parlamento di non essere stato informato – per colpa di una mancata comunicazione – dell’espulsione di Alma Shalabayeva e della figlia Alua, di sei anni. Il ministro ha annunciato una riorganizzazione del dipartimento della pubblica sicurezza, a partire dall’ufficio immigrazione. Alfano ha negato che la si- U 26 Internazionale 1009 | 19 luglio 2013 gnora Shalabayeva avesse mai chiesto asilo politico in Italia, e ha affermato che le autorità coinvolte nel caso non erano al corrente che suo marito fosse un rifugiato politico. Alcuni senatori dell’opposizione accusano Alfano di aver coperto di vergogna il paese, e per questo chiedono le sue dimissioni. In precedenza, alcuni esponenti di primo piano del Popolo della libertà avevano dichiarato che, se il segretario del partito Alfano fosse costretto a dimettersi da ministro, farebbero cadere il governo di coalizione guidato da Letta. La signora Shalabayeva e sua figlia sono state espulse dall’Italia due giorni dopo che nella villa in cui abitavano, nei pressi di Roma, aveva fatto irruzione la polizia italiana per arrestare il marito, il dissidente Mukhtar Ablyazov, su richiesta del governo kazaco. In quel momento Ablyazov non era nella villa, ma la moglie è stata arrestata e accusata di avere un passaporto falso, circostanza che lei ha negato. L’ambasciata del Kazakistan a Roma ha noleggiato un aereo privato per trasferire la moglie e la figlia del dissidente ad Astana, la capitale del paese. Il governo Letta ha avviato un’indagine I partiti di opposizione hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti di Alfano che dovrebbe essere discussa in senato il 19 luglio. Ma i sostenitori di Alfano accusano alcuni esponenti del Partito democratico di voler strumentalizzare il caso per far cadere il governo. Intanto da una località ignota Ablyazov accusa il governo kazaco di trattenere sua moglie e sua figlia in ostaggio per motivi politici. L’ex ministro dell’energia, diventato poi un oppositore del presidente kazaco Nursultan Nazarbaev, è fuggito dal paese nel 2009, quando la banca di cui era presidente, la Bta, è stata nazionalizzata. Ablyazov è ricercato dalle autorità kazache con l’accusa di frode bancaria, collusione con la criminalità organizzata e riciclaggio di denaro sporco: tutte accuse che Ablyazov respinge. Nel 2011 Ablyazov ha ottenuto asilo politico dal Regno Unito, ma è fuggito quando la polizia lo ha avvisato che la sua vita era in pericolo. Inoltre ha presentato appello contro la condanna di un tribunale britannico a ventidue mesi di carcere per oltraggio alla corte. Secondo alcuni giornali italiani il 16 luglio Nazarbaev avrebbe trascorso cinque giorni di vacanza in Sardegna, interrotti dopo le rivelazioni della stampa sulle circostanze in cui si erano svolte le espulsioni. Silvio Berlusconi, che quando era presidente del consiglio ha avuto importanti rapporti commerciali con il Kazakistan, ricco di risorse energetiche, ha smentito le indiscrezioni secondo cui avrebbe incontrato il presidente kazaco in Sardegna. X ma