pasticcio kazako/1 parla alma shalabayeva
tutte le tappe dell’intrigo
madre e figlia
tenute “in ostaggio”
Almaty (Kazakistan). Alma
Shalabayeva, 46 anni, con la
figlia Alua, 6, ritratte nella
loro abitazione. Qui la
signora Ablyazov
ha l’obbligo di dimora.
29 maggio. Poco dopo
mezzanotte scatta il blitz
della Digos. La Polizia fa
irruzione nella villa del
dissidente kazako Mukhtar
Ablyazov e porta via la
moglie Alma e la figlia Alua
di 6 anni. Il giorno prima
l’ambasciatore del
Kazakistan aveva
incontrato il capo di
Gabinetto del ministero
dell’Interno per chiedere
l’arresto di Ablyazov.
31 maggio. Con il pretesto
di un passaporto della
Repubblica Centrafricana,
ritenuto falso dalla Polizia,
Alma e Alua vengono
rimpatriate a bordo di un
jet privato noleggiato dalle
autorità del Kazakistan.
5 luglio. Dal suo rifugio,
ancora segreto, Ablyazov
chiede al presidente del
Consiglio italiano Enrico
Letta di accertare la verità.
12 luglio. Il governo italiano
revoca l’epulsione di Alma
e Alua, che però nel
frattempo sono trattenute
in Kazakistan.
17 luglio. Il capo della
Polizia Alessandro Pansa
presenta la sua relazione
alla commissione Diritti
umani del Senato e
riconosce: «L’invasività»
dei diplomatici kazaki che
chiedevano la cattura di
Ablyazov «non è stata ben
gestita dai vertici del
Dipartimento di pubblica
sicurezza».
19 luglio. Il Senato respinge
la mozione di sfiducia nei
confronti del ministro degli
Interni Angelino Alfano.
Secondo il premier Letta,
«emerge in modo chiaro
l’estraneità del ministro
dell’Interno».
31 luglio. Dopo aver pedinato
per una decina di giorni
l’avvocatessa ucraina Olena
Tyschenko, la Polizia francese
arresta Ablyazov in una villa
nei pressi di Cannes.
1 giugno. Il sito web oggi.it
rivela per primo l’intrigo
kazako e solleva i dubbi
sull’operazione condotta
dal ministero dell’Interno.
29 giugno. Il Tribunale del
Riesame di Roma dichiara
irregolare l’espulsione
della Shalabayeva perché
il passaporto era
autentico. Viene così
smentito il ministro della
Giustizia, Anna Maria
Cancellieri, che il 5 giugno
aveva dichiarato regolare la
procedura seguita.
la moglie del
banchiere
e dissidente mukhtar
Ablyazov lancia
un appello dalla sua
casa-prigione
sorvegliata dalla
polizia segreta:
«aiutateci, mio marito
è innocente»
testo e foto di Fausto Biloslavo
30
«RIPORTATECI
IN ITALIA»
● Mukhtar Ablyazov è accusato di aver sottratto 6 miliardi di dollari alla Bta, la sua ex banca kazaka
ritratto di famiglia
Il banchiere e dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, 50
anni, in posa con la moglie Alma Shalabayeva, 46, e tre
dei suoi quattro figli: in braccio, la piccola Alua, 6 anni.
stata vergognosamente espulsa dall’Italia il 31 maggio. Da allora ha l’obbligo
di dimora in questa villetta circondata
da un alto muro di cinta nel sobborgo
vip di Kargaly, alla periferia di Almaty,
l’antica capitale del Kazakistan.
«Venga, venga. È il primo giornalista
che incontro dopo la deportazione. Voglio parlare, anche se è pericoloso», sospira Alma, «perché solo l’Italia può
aiutarmi a tornare indietro, a Roma,
assieme a mia figlia».
Camicetta viola, jeans, capelli corvini e
una linea di trucco, la signora è al centro
del pasticcio kazako. Ci fa accomodare
in un salotto spazioso, ma con il mobilio
un po’ antiquato. Solo il grande televisore al plasma e una macchinetta per il
caffè espresso italiana, ancora impacchettata, danno un tocco di modernità.
«Voglio ringraziare tutti gli italiani per
avermi aiutato e per l’annullamento del
decreto della mia deportazione in Kazakistan», dice Alma. Si guarda attorno
convinta di essere sotto sorveglianza:
«Sono sicura che ci osservano dalla col-
● Il Kazakistan è una dittatura fortemente personalistica, creata e guidata da Nursultan Nazarbayev
31
N
Almaty (Kazakhistan), agosto
essun numero civico o nome sul
campanello del portone in ferro di
una villetta a due piani con i mattoni rossi e il tetto verde. Attorno non si
nota la sorveglianza del temuto Knb, la
polizia segreta kazaka.
Ci apre una specie di custode che non
dice una parola, ma subito dopo arriva
Alma Shalabayeva, la moglie del discusso banchiere Mukhtar Ablyazov che
sostiene di essere un dissidente. La signora, con sua figlia Alua di 6 anni, è
abbiamo incontrato alma shalabayeva in kazakistan
sempre insieme, giorno e notte Almaty (Kazakistan). Alcuni
momenti della giornata di Alma Shalabayeva e della figlia Alua nella
villa da cui non possono allontanarsi. «La mia espulsione è stata
illegale», dice, «inutilmente mi sono appellata all’asilo politico».
lina o dal palazzo di fronte. E anche in
casa avranno piazzato dei microfoni». In
realtà se questo Paese fosse una dittatura come la Corea del Nord, nessun giornalista italiano avrebbe ottenuto il visto. E tantomeno la delegazione di deputati grillini che il 3 agosto ha fatto
raccontare ad Alma la sua odissea in
diretta streaming con l’Italia.
A un tratto arriva di corsa, tuffandosi
fra le braccia della mamma, la piccola
Alua. Occhioni neri a mandorla, treccine e vestitino bianco, rompe ben presto
la timidezza suonando un brano al pianoforte. Lo spartito è ancora quello che
usava in Italia con la copertina bianca e
il titolo Corso tutto in una lezione. Alua
parla inglese e si esibisce anche nel can32
to. Per dimostrare che conosce pure l’italiano intona alcune strofe imparate
alla scuola che frequentava a Casal Palocco, vicino a Roma: «Era una casa
molto piccina senza soffitto, senza cucina, ma era bella, bella davvero, in via
dei matti numero zero».
Poi ci trascina nell’ampio giardino ben
curato da Sasha, un coniglietto bianco,
«che è come un gatto di casa», secondo
la madre.
Nel vialetto è parcheggiato un Suv nero
con i finestrini oscurati. Il fuoristrada di
un nipote, l’unico che non ha avuto paura di aiutare Alma dopo il suo rimpatrio
forzato. Assieme ad altri due kazaki
rappresenta una specie di scorta disarmata. In cucina una donnona taciturna
l’aiuta per le faccende domestiche.
Alma difende a spada tratta il marito
arrestato in Costa Azzurra il 31 luglio.
«È innocente», sbotta, «bisogna processare chi ha preso la sua banca e chi l’ha
mandata in crisi». Non sa ancora che
Ablyazov è stato rintracciato in una delle sue ville grazie al pedinamento
dell’avvocato Olena Tyschenko, una
biondona ucraina che tutti i media internazionali dipingono anche come sua
amante.
«Non sono coinvolta in politica», sostiene Alma, «stavo a casa con i miei figli.
Mio marito non voleva che lavorassi o
assumessi impegni di responsabilità per
il timore che potessero accusarmi di
qualche crimine».
Poi torna al blitz della Polizia del 28
maggio, nella villa dove viveva a Casal
Palocco: «Mio marito era andato via da
due o tre giorni. Avevo paura di mostrare il passaporto kazako dove c’era il cognome di mia figlia, Ablyazov. Temevo
che non fossero della Polizia e se avessi
ammesso che sono la moglie mi avrebbero uccisa all’istante».
In Lettonia, a Londra e a Roma si sentiva sorvegliata, pedinata e fotografata
d i n a scosto. «D op o, a l la Polizia
dell’immigrazione, ho detto che mi
chiamo Alma Shalabayeva», spiega,
«che ho il permesso di soggiorno lettone per l’Europa, la protezione, l’asilo
politico in Gran Bretagna e che mio
marito è un leader dell’opposizione in
Kazakhstan». La Polizia ha sempre
smentito che la donna abbia fatto presente che godeva dello status di rifugiata. «La mia espulsione è stata illegale», sottolinea. «Alla fine mi sono appellata ancora all’asilo politico, ma dicevano che è troppo tardi».
Nel sobborgo di Almaty dove è costretta a risiedere, le ville sono protette da
telecamere, sbarre e vigilanti armati. Il
resort La Felicità offre relax a bordo piscina, ma nessuno vuole parlare dell’ingombrante vicina. «Ho paura di quello
che potrebbe accadermi in futuro», confessa Alma, «voglio solo rivedere i miei
figli, portare via Alua e incontrare mio
marito. E l’unica strada per poterlo fare
è con l’aiuto dell’Italia».
● L’Italia è il quarto Paese investitore in Kazakistan, dopo Stati Uniti, Gran Bretagna e Olanda
Fausto Biloslavo
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