Lezione 17. La trasmissione della politica monetaria in economia aperta La politica monetaria induce effetti asimmetrici se le aree economiche coinvolte non sono omogenee. Ciò è particolarmente vero in economia aperta: la struttura produttiva e finanziaria delle aree interessate è differenziata. In economia aperta, le variazioni dei tassi di interesse e di H influenzano anche la bilancia dei pagamenti e, attraverso il mercato valutario, il tasso di cambio. Meccanismo di trasmissione: ulteriore canale attraverso il quale la manovra monetaria agisce sulla spesa aggregata; favorire una evoluzione dell’economia interna differente da quella delle altre aree; gli equilibri raggiunti possono essere più o meno persistenti a seconda dei caratteri istituzionali del sistema economico. Grandezza del paese e grado di apertura internazionale e della mobilità dei capitali influenzano la rilevanza di questo canale di trasmissione. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 17 Pagina 1 Il ruolo del tasso di cambio Tasso di cambio influenza domanda e offerta aggregata attraverso: 1. Variazioni dei p dei beni importati (in valuta nazionale): variano p al consumo interni (media dei p dei beni nazionali e importati, pesati dai relativi consumi sul totale). Se i beni importati sono usati nella produzione interna: effetto indiretto (modifica costi e prezzi alla produzione imprese nazionali); 2. Competitività di prezzo: apprezzamento della valuta interna aumenta p in valuta estera dei beni esportati e riduce p beni importati, con effetti negativi per esportazioni e positivi per importazioni. Se vale la condizione MarshallLerner (somma elasticità imp e exp al tasso di cambio > 1), il conto corrente della BP peggiora; effetto opposto con deprezzamento. 3. Effetto ricchezza: apprezzamento migliora i saldi finanziari di chi detiene passività in valuta estera e riduce la ricchezza, denominata in valuta nazionale, di chi possiede attività in valuta estera; effetto opposto con un deprezzamento. La variazione della ricchezza finanziaria netta ha effetti sulla domanda aggregata interna. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 2 Incidono, non tutti nella stessa direzione, sull’efficacia della manovra monetaria (effetti del tasso di cambio): • • • • • • fattori istituzionali entità dell’intervento grado di apertura internazionale grado di mobilità dei capitali pass-through dei prezzi dei beni esteri sui prezzi interni posizione finanziaria. A parità di tassi interni ed esteri, aspettative di deprezzamento del cambio rendono conveniente la vendita di valuta; si accentua il deprezzamento e, tramite il guadagno di competitività, si produce una crescita della domanda aggregata accompagnata da spinte inflazionistiche interne più o meno intense. Effetti diversi della politica monetaria di economie “piccole” e “grandi”. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 3 Piccole economie Modello AS-AD in mercato aperto. Economia “piccola”: una variazione del tasso di interesse interno non modifica il tasso di interesse mondiale e la variazione del livello dei prezzi interno non altera il livello dei prezzi internazionali. Punto E: equilibrio pieno; si ha contemporaneamente equilibrio interno (tra domanda e offerta aggregata) ed equilibrio esterno (sia equilibrio complessivo della bilancia dei pagamenti BP sia equilibrio conto corrente NX). G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 4 Equilibrio interno AS crescente: il prodotto interno y aumenta all’aumentare dei prezzi p (costi monetari delle imprese crescenti al crescere della produzione); AD decrescente: a maggiori livelli di y l’equilibrio nel mercato dei beni (integrato con quello della moneta) richiede un minor p che aumenti M/p e generi quel valore di i capace di stimolare la necessaria domanda per beni di investimento. Ö A parità di moneta nominale, a un maggior p corrisponde sempre un maggior i Rapporti con l’estero rafforzano questa relazione: l’equilibrio di NX richiede che ad un maggior y (che riduce le esportazioni nette NX) si accompagni un minor p che, dati il livello di pW e il tasso di cambio nominale e, compensi attraverso una riduzione del cambio reale eR. Pendenza AD maggiore della NX: dato un ↑ y , la ↓ p (miglioramento di eR) necessaria a ristabilire l’equilibrio della bilancia commerciale è < di quella necessaria a ristabilire l’equilibrio tra domanda aggregata e prodotto (si deve compensare la minor domanda dovuta sia a ↓ esportazioni nette, sia a ↓ I dovuta al maggior i prodotto da ↑domanda transattiva di moneta). G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 5 Equilibrio del mercato finanziario. • Punto E: afflusso netto dei capitali nullo; i in equilibrio con iW; BP e NX in equilibrio; il conto finanziario ha saldo nullo. • Per y > y*, il saldo negativo dei flussi commerciali deve essere compensato da un > afflusso di capitali; saldo del conto finanziario > 0; ↑ p e quindi di i, tanto < quanto > è l’effetto su i dovuto a ↑domanda di M transattiva (↑ p non necessario se ↑ i prodotto da ↑ y sufficiente a riportare in equilibrio BP). • BP crescente: pendenza diminuisce tanto meno i titoli sono imperfetti sostituiti, (tanto minore è lo scarto tra i e iW necessario a determinare un dato afflusso/deflusso di capitali da/all’estero). Sostituibilità perfetta: BP orizzontale; i è determinato da iW: qualunque valore di i maggiore di iW produce un afflusso estremamente consistente di capitali; viceversa se i < iW. • All’equilibrio di BP, data M, corrisponde un unico livello p, qualunque sia y. Ferme rimanendo tutte le altre condizioni, al variare di M, il livello di p deve variare nella stessa proporzione. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 6 Equilibrio della bilancia dei pagamenti (mercato valutario). Punti sopra BP: avanzo della bilancia dei pagamenti: l’afflusso di capitali dall’estero genera un saldo del conto finanziario maggiore di quello richiesto dall’equilibrio (per un dato y, i e p sono più alti dei valori di equilibrio; quantità moneta reale minore); viceversa per punti sotto BP. ↑ M sposta BP verso l’alto: ↓i, ↑I e deflussi di capitali; saldo BP peggiora; per ogni y, per mantenere BP in equilibrio sono necessari maggiori afflussi di capitale: i deve aumentare; M/p deve diminuire; p deve aumentare. Punti sopra NX: disavanzo; dato y, p > di quello che garantisce un saldo nullo degli scambi commerciali. Viceversa sotto NX. Per y ≠ y*, lo scarto tra NX e BP indica la diversa intensità della contrazione di p che garantisce l’equilibrio dei due saldi con l’estero: la variazione dei prezzi interni deve essere minore per i movimenti finanziari di quanto non lo debba essere per i movimenti commerciali. L’equilibrio macroeconomico pieno, interno ed esterno E, si realizza solo in presenza di determinati valori del cambio e e di M: la politica monetaria può influenzare l’equilibrio macroeconomico. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 7 Politica monetaria e regimi di cambio ↑M, ↓i, ↑il deflusso di capitali, e stimola AD; aumentano y e p; peggioramento bilancia commerciale frena crescita AD. i tuttavia inferiore al livello precedente (p cresce meno di M): deflusso di fondi verso l’estero: BP in disavanzo e all’equilibrio interno non corrisponde un equilibrio esterno. Cambi fissi G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Cambi flessibili Pagina 8 ↑ M: domanda aggregata da AD0 a AD1; equilibrio BP da BP0 a BP1. Equilibrio AS-AD da E* a E1 (sotto BP1): > y, da p* a p1, e < i (perché p ↑meno di M e ↑M/p aumenta); equilibrio AS-AD non garantisce adeguato afflusso di capitali. • Cambi fissi. Non si può rimanere in E1. Il deflusso di capitali genera eccesso di domanda di valuta estera, ma il deprezzamento non può materializzarsi. BC deve intervenire cedendo valuta estera contro nazionale; riassorbe la liquidità fino a quando persiste deficit BC e dunque fino a quando AD1 torna ad AD0 e BP1 si riporta in BP0: equilibrio ripristinato in E*. BC perde il controllo della liquidità interna; pol. monetaria inefficace per aumentare y. • Cambi flessibili. e può deprezzarsi e BP1 non subisce nessun spostamento; se vale la M-L migliorano le esportazioni nette riducendo lo squilibrio della bilancia commerciale: AD è sollecitata e si sposta in AD2 amplificando gli effetti della politica monetaria. L’aggiustamento ha luogo finché si ristabilisce l’equilibrio interno ed esterno in E2 (y e p maggiori e i = iW). Nel comparare pro e contro, considerare: accumulo di debito estero elevato (eccessivo trasferimento di risorse interne al resto del mondo nel medio periodo) vs. aumento p nel breve periodo che può risultare inaccettabile per la BC. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 9 Il ruolo delle aspettative Rigidità nominali p e salari (mercati dei beni, della finanza e del lavoro imperfettamente concorrenziali) consentono effetto espansivo (AD non verticale). Pressioni al deprezzamento interessano solo i settori esposti alla concorrenza internazionale. Aggiustamento all’equilibrio e aspettative. Esempio. Cambi flex; BC annuncia ↓i; aspettativa deprezzamento e. e corrente si deprezza (tanto più quanto più a lungo gli operatori ritengono durerà la politica espansiva). Se perfetta mobilità internazionale dei capitali e parità scoperta dei tassi d’interesse (rendimento delle attività interne uguale a quello atteso sulle attività estere), si evita fuga dai titoli interni solo se il minore reddito corrisponde al guadagno in conto capitale. Per generare le necessarie attese di successivo apprezzamento della valuta si deve annunciare una politica monetaria che produca una accentuata sottovalutazione: overshooting del tasso di cambio. Tanto più lungo è il tempo nel quale ci si attende che i rimanga a un livello inferiore a iW, tanto maggiore deve essere il deprezzamento corrente. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 10 Shock esterni: modifiche politiche monetarie estere, condizioni di reddito e rischio dei mercati finanziari internazionali, evoluzione dei prezzi esteri, fattori che cambiano l’efficacia relativa della pol nazionale rispetto a quella mondiale: a. mercato dei beni. Aumentano yW e pW a parità di iW: migliora la bilancia commerciale e la pressione su i ha effetti positivi sul conto finanziario; AD si sposta in alto; nuovo equilibrio con p e y più elevati. In cambi fix l’afflusso di capitali mantiene il cambio costante, sostenendo la politica monetaria espansiva; in cambi flex la rivalutazione del cambio frena parzialmente la crescita della domanda e gli effetti su p e y. b. mercato finanziario. iW < i; afflusso di capitali e miglioramento BP: accumulo di riserve. A meno di operazioni di sterilizzazione, in cambi fix ↓ i con un adeguamento, in tempi più o meno brevi, a iW; in cambi flex, l’apprezzamento compensa l’effetto espansivo estero, tanto più rapidamente quanto maggiori sono le attese di ulteriori rivalutazioni future. Se i policy makers nazionali non cambiano policy (obiettivi non sono minacciati), shock dovuti a variazione di yW, pW e iW hanno un effetto più intenso in cambi fix che flex. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 11 Grandi economie Gli equilibri (e loro modifiche) di una economia costituita da grandi aree produce “effetti di ritorno”: le variabili estere (yW, pW e iW) sono endogene che si determinano simultaneamente a quelle interne. L’interazione è differente a seconda del regime di cambio. Esempio. Due aree integrate nel commercio e nella finanza; entrambe equilibrio pieno, sia interno (livelli di reddito e prezzi) che esterno (saldi nulli sia della bilancia dei pagamenti BP che dei flussi commerciali NX); eccesso di domanda di moneta nullo, sia all’interno, sia a livello internazionale. Spillover di domanda: Un ↑della domanda interna (e del prodotto interno) di un’area genera maggiore domanda estera dell’altra (stimola esportazioni tramite maggiori importazioni) che induce un ↑della domanda aggregata, del prodotto e del reddito, con effetto espansivo “di ritorno” sulla prima; il processo continua fino ad esaurire le retroazioni, determinando maggiori redditi per entrambe. Prezzi e tassi interni aumentano smorzando in parte l’effetto espansivo. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 12 La variazione del reddito non è identica nelle due realtà. L’intensità con la quale le condizioni di domanda di una economia incidono sulla crescita della domanda estera dell’altra è tanto > quanto più è elevato il loro grado di apertura al commercio internazionale (propensioni alle importazioni). L’asimmetria può essere accentuata e/o (più che) compensata dalle reazioni delle altre componenti della domanda aggregata. Divergenza tra i prezzi: la reattività dei prezzi incide sul rapporto tra prezzi interni ed esteri, modificando il grado di competitività relativa. Se il livello dei prezzi (anche per aumento dei salari) aumenta più velocemente in una delle due aree: minor incremento della domanda estera; minor impulso positivo sulla domanda aggregata dell’altra area, smorzato in parte dall’aumento della competitività di prezzo di quest’ultima. La produzione della prima economia, non si avvantaggia della maggiore domanda mondiale, ma subisce un peggioramento delle sue esportazioni nette. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 13 Divergenze tra tassi di interesse. Politica monetaria espansiva => minor interesse interno determina uno spostamento di capitali verso l’estero; effetto sugli investimenti positivo; sulla bilancia dei pagamenti (anche tramite conto finanziario) negativo. Nell’altra economia ↑ domanda aggregata (↑ esportazioni); maggior domanda estera dei propri titoli migliora quotazioni e ↓ anche il suo tasso di interesse. L’effetto espansivo si estende dalla prima economia alla seconda, con effetti di ritorno sulla prima; l’area che ha ridotto per prima i tassi d’interesse sperimenta un disavanzo sia del conto corrente che del conto finanziario che tende però a ridursi con il processo di riaggiustamento sul mercato dei capitali. Il riequilibrio non si muove nella stessa direzione per entrambe le aree per quanto concerne i conti con l’estero. La maggior quantità di moneta emessa da una Autorità monetaria si distribuisce a livello “mondiale”, facendo abbassare il tasso d’interesse (internazionale) e sostenendo l’aumento del reddito e dei prezzi di entrambe le aree. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 14 Variazioni del tasso di cambio Hanno effetti asimmetrici sugli equilibri interni dei due sistemi. Un apprezzamento della valuta di uno riduce le sue esportazioni nette e comprime la DA; opposto è l’andamento della DA e del prodotto dell’altro. Effetti su prezzi e tassi di interesse smorzano gli andamenti del prodotto interno. ¾ Nel sistema in cui la moneta si apprezza, tendono a diminuire sia i prezzi, per la contrazione della domanda aggregata, sia i tassi d’interesse, per la minore domanda di moneta transattiva e la maggiore offerta di moneta in termini reali. Viceversa nell’altro sistema economico. ¾ Se vale la condizione M-L peggiora il saldo commerciale e quello del conto finanziario. Variazioni nel tasso di cambio hanno l’effetto di modificare la ripartizione delle risorse reali tra le due aree. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 15 Riaggiustamento e regimi di cambio Cambi fissi. Con politica monetaria espansiva in un’area, p e y aumentano, i diminuisce: deflusso di capitali verso l’altra area che, per mantenere il cambio immutato, deve assorbire la valuta in eccesso, con conseguente espansione monetaria al suo interno e aggiustamento verso il basso del proprio i. Se la BC dell’altra area non si adegua (obiettivi di inflazione e reddito non sono in linea con la pressione proveniente dalla prima area): contrazione M; tassi non scendono; crescita di y e p frenata in entrambe le aree. L’onere di mantenere immutato il tasso di cambio grava sull’area che ha avviato la politica monetaria espansiva: deflusso di fondi finanziato con il ricorso alle riserve valutarie e quindi con contrazione di M interna; il pericolo dell’erosione delle riserve impone alla BC vincoli all’espansione; ripristino delle condizioni finanziarie, e quindi dell’equilibrio reale pre-intervento (se l’offerta di moneta complessiva delle due aree non si modifica, il tasso d’interesse internazionale rimane inalterato e quindi anche la situazione reale di entrambe le aree). G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 16 Modo alternativo per sostenere l’espansione: stimolare y aumentando debito fruttifero nei confronti dell’estero (impegni futuri a trasferire all’estero quote crescenti di reddito interno). Effetti possono essere opposti: se la posizione debitoria diventa insostenibile, le condizioni finanziarie peggiorano e il deprezzamento (e le sue attese) è accentuato; se la maggiore crescita del reddito permette di rafforzare l’apparato produttivo migliorando la competitività, si può ristabilire un più solido equilibrio dei conti con l’estero. Politica monetaria espansiva fatta da BC la cui valuta è utilizzata come moneta internazionale: l’area si può finanziare con emissione di propria valuta che viene assorbita dall’altra area per accrescere le proprie riserve valutarie (signoraggio). Debito estero meno oneroso ridimensiona remore a protrarre nel tempo una politica di sostegno del reddito interno, almeno fino a quando non generi insostenibili tensioni inflazionistiche a livello interno e internazionale. Dunque, le M create dalle due aree non sono indipendenti: si possono travasare da un sistema economico all’altro. Se non è possibile il coordinamento, indispensabile conoscere obiettivi operativi e comportamento della controparte. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 17 Area monetaria Politica monetaria unica e tasso di cambio unico. Una politica monetaria espansiva stimola domanda aggregata e produzione in maniera diversa; differenti effetti sulla crescita della domanda e dei prezzi. Si avvantaggia il paese che presenta maggior forza commerciale e migliore prospettive future (apprezzamento dei suoi titoli): variazione dei flussi commerciali e finanziari a suo favore; trasferimento di risorse verso il paese che si avvantaggia della politica monetaria espansiva. L’azione espansiva ha effetti reali e non monetari. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 18 Cambi flessibili Politica monetaria espansiva: disavanzo del conto corrente; ↓ i; passivo del conto finanziario; si accentua squilibrio BP. Eccesso di offerta della valuta, se non compensata da una politica altrettanto espansiva dell’altra BC, determina deprezzamento di e: migliora la competitività; ↑ esportazioni nette e si allentano le condizioni finanziarie; crescita della domanda e del prodotto interno; domanda aggregata dell’altra area aumenta, ma crescita frenata dalla perdita di competitività (per apprezzamento della valuta). Se la sua M non si espande con la stessa intensità della prima area: effetto asimmetrico a vantaggio, in un primo momento, di quest’ultima. Il vantaggio può essere transitorio: se bassa elasticità dell’offerta aggregata, ↑ p può essere maggiore e compensare la > competitività dovuta al deprezzamento (tanto più vero quanto la politica dell’altra area controlla inflazione). G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 19 Perché gli effetti siano durevoli sono necessarie condizioni distributive flessibili. 1. p interni non devono incorporare i maggiori costi esteri prodotti dal deprezzamento: i salari devono essere flessibili per assorbire lo shock del deprezzamento senza incidere molto sui p interni. La distribuzione del reddito si deve adattare alle condizioni internazionali dettate dalla politica monetaria. 2. Le condizioni finanziarie interne non devono indurre eccessivi deflussi di capitale. i interno inferiore a quello estero compatibile con un accettabile deflusso di fondi: bisogna rendere appetibili i titoli interni favorendo le aspettative di maggiori e più sicuri rendimenti futuri. Per rendere diffusa tale aspettativa, oltre all’overshooting del tasso di cambio, si deve modificare il differenziale sul premio per il rischio applicato sui titoli interni ed esteri. Quanto più diffusa è questa aspettativa, tanto più si allenta la pressione al deprezzamento sul mercato valutario. La stabilità dell’equilibrio internazionale dipende dunque dalla realizzabilità e dalla fondatezza delle prospettive future attese. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 20 Se valgono queste condizioni, la politica monetaria sollecita la crescita interna in condizioni favorevoli per la stabilità dei prezzi e per attrarre capitali dall’area più stagnante. Il tasso di cambio si mantiene stabile, segnalando non la situazione corrente dei conti con l’estero, ma le prospettive produttive e finanziarie future interpretate dagli operatori finanziari. Se valutazioni diverse sulla fondatezza di ciò: le politiche monetarie dei due paesi possono essere conflittuali. Bisogna tener conto delle strategie adottabili, che dipendono anche dalla capacità di risposta della controparte. Essenziale conoscere obiettivi operativi delle BC e/o sollecitare il coordinamento. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. . 2011‐12; Lezione 17 Pagina 21