MODALITA’ DI APPROCCIO AL PAZIENTE PER MIGLIORARE L’ADERENZA AL TRATTAMENTO Dott.ssa Anna Maria Barbarulo Psicologa, Psicoterapeuta, Dottore di Ricerca in NeuroScienze Centro Regionale per la Sclerosi Multipla. I Clinica Neurologica. Facoltà di Medicina della Seconda Università di Napoli. Il termine Aderenza, nella gestione clinica delle malattie, definisce il modo in cui una persona segue il percorso di diagnosi o il programma di terapia condivisi con il medico che l'ha in cura. Compliance è un termine che implica un’obbedienza passiva: questo significa che il paziente “accetta” la prescrizione medica; L'aderenza alla terapia individua invece un ruolo attivo e collaborativo del paziente, che partecipa alla pianificazione della terapia e all'attuazione della stessa, secondo un protocollo concordato col medico. Nei Paesi Occidentali, l’aderenza al trattamento tra i pz affetti da malattie croniche arriva solo al 50% (Haynes et al, 2001); La scarsa aderenza al trattamento si colloca, per tutte le malattie, tra le cause principali di risultati clinici sub-ottimali (Dunbar-Jacob et al, 2000) ADIVISORY BOARD volta a promuovere l’aderenza terapeutica “Le Conseguenze della scarsa aderenza sono oltre che CLINICHE E PSICOSOCIALI, con impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti, anche ECONOMICHE, in quanto generano uno spreco di Risorse del Sistema Sanitario Nazionale.” Il paziente non ottiene i benefici in termini di salute, mentre il sistema, ha già acquistato farmaci che non saranno assunti!! Il “Manifesto per l’aderenza alla terapia farmacologica sul territorio Italiano” Gennaio 2013 L’aderenza terapeutica nella sclerosi multipla: Gli Studi che hanno analizzato l’aspetto dell’aderenza nella sclerosi multipla, evidenziano che la percentuale di persone con questa malattia non aderenti alla terapia varia tra il 13% e il 46% (Giovannoni et al, 2012; Klauer et al, 2008; Tremlett et al, 2008); Nella maggior parte dei casi le terapie vengono interrotte senza informare il curante; La Maggior parte degli abbandoni del trattamento ( Drop-Out) avviene nei primi due anni di terapia; L’aderenza è più elevata tra i soggetti affetti da sclerosi multipla recidivante remittente (SMRR) rispetto a quelli con forme progressive della malattia; Il Rischio di non aderenza risulta maggiore all’aumentare della disabilità neurologica stimata con le opportune scale standardizzate. Nelle malattie croniche come la SCLEROSI MULTIPLA, l’aderenza appare come una variabile complessa e condizionata da molti fattori: fattori legati paziente (caratteristiche della persona trattata); fattori legati alla malattia (decorso e gravità dei sintomi); fattori legati alla terapia (effetti collaterali; scarsa efficacia, frequenza e modalità di somministrazione); fattori legati al sistema sanitario (offerta concreta del farmaco); fattori legati al medico e al rapporto medico-paziente Il modello attualmente più utilizzato valuta le barriere all’aderenza come conseguenza delle interazioni tra paziente, operatore sanitario e sistema sanitario. (Osterberg, 2005) Il “Manifesto per l’aderenza alla terapia farmacologica sul territorio Italiano” . Gennaio 2013 ADIVISORY BOARD volta a promuovere l’aderenza terapeutica individua nella centralità del rapporto medicopaziente la chiave dell’aderenza, ricollocando attorno ad esso tutti gli altri fattori Il “Manifesto per l’aderenza alla terapia farmacologica sul territorio Italiano” Gennaio 2013 La Qualità della COMUNICAZIONE MEDICO-PAZIENTE ha un impatto sull’esito dei trattamenti e si associa con: Minore Stress e Sofferenza; Una Maggiore Riduzione dei Sintomi; Un’aumentata soddisfazione verso i trattamenti ricevuti; Una maggiore aderenza al trattamento L’Alleanza Terapeutica: Una Comunicazione efficace è un fattore determinante dell’alleanza terapeutica tra paziente e operatori sanitari; L’instaurarsi di un’alleanza terapeutica consente che il paziente riconosca e attivi le proprie risorse necessarie ad adattarsi meglio alla situazione che sta vivendo. Roter et al, 2000. Patient Education and Consuling IL CAMBIO DI PARADIGMA NEL MODELLO MEDICO Storicamente (Modello Paternalistico): Il Medico Esperto e Attivo. Il Paziente che riceve passivamente le Informazioni (poche!) e prescrizioni. Oggi (Modello della Collaborazione Attiva Partnership): Il Medico Esperto e Attivo. Il Paziente attivo e informato, partecipe delle scelte terapeutiche e del recupero del proprio equilibrio. La Comunicazione Efficace Medico-Paziente: Modalità di Approccio Totale Dipendenza dagli altri Il medico è onnisciente, ci si affida a lui deresponsabilizzandosi completamente Assoluta autonomia Il medico è solo un consulente, si ascolta il suo parere, ma lo si estromette dal processo decisionale Prediligere un Rapporto Paritario nel quale condividere le informazioni e le decisioni. Il Medico deve essere attento ad individuare i bisogni, i desideri e i tempi di ogni singolo paziente relativi alla ricezione delle informazioni. Medico e Paziente dovrebbero valutare insieme le diverse opzioni disponibili sulla specifica problematica e considerare quelle che si incontrino meglio con le preferenze del paziente e il suo stile di vita. ( Personalizzare il Trattamento e Promuovere Educazione alla Salute) IL CAMBIO DI PARADIGMA NEL MODELLO MEDICO Dal MODELLO BIOMEDICO TECNICISTICO centrato sulla MALATTIA- TO CURE AL MODELLO BIOPSICOSOCIALE centrato sul PAZIENTE- TO CARE La Cura riguarda la persona nella sua INTEREZZA non solo i sintomi associati alla malattia: Recupero di un’Ottica Sistemica; Recupero della Soggettività del Malato; Recupero della Dimensione Relazionale; LA SALUTE NON E’ SOLO ASSENZA DI MALATTIA MA CONDIZIONE DI BENESSERE PSICO-FISICO. MODELLO BIO-PSICO-SOCIALE ( Engel, 1977, 1980; Gadamer, 1994): SISTEMA BIOLOGICO: substrato molecolare-anatomico della malattia e i suoi effetti sulla malattia; SISTEMA PSICOLOGICO: componenti soggettive del paziente (emozioni, motivazioni, stili di elaborazione cognitiva delle informazioni, ruolo delle esperienze pregresse, strategie di coping in risposta allo stress); SISTEMA SOCIALE: gli atteggiamenti culturali e ambientali nei confronti della malattia, quali la definizione di malato, il riconoscimento-mantenimento dei suoi diritti, o al contrario la perdita di status e di autonomia , le convinzioni religiose e gli orientamenti ideologici. LA CURA IN AMBITO SANITARIO E’ difficile scindere l’ambito strettamente sanitario da quello relazionale DIMENSIONE OPERATIVA Il paziente ha bisogno e chiede: Diagnosi Terapie Assistenza medica e infermieristica DIMENSIONE RELAZONALE Il paziente chiede anche: Rassicurazione Sostegno Conforto Contenimento Fiducia ( bisogni relazionali) Il paziente riverserà sul medico molte Aspettative, anche di tipo AFFETTIVO Creare una Relazione che Cura è necessario, ma anche molto faticoso e impegnativo!! RELAZIONE DI CURA RELAZIONE CHE CURA In Medico, paziente e malattia (1957) Balint ha evidenziato come la figura del medico è essa stessa farmaco e perciò capace di suscitare “effetti collaterali”, proprio come le sostanze attive contenute in un preparato chimico. Nelle relazioni d’aiuto le componenti emotive, il diverso atteggiamento verso la malattia, o il suo significato nell’organizzazione mentale sia del medico che del paziente, costituiscano elementi intrinsecamente presenti nell’agire clinico e che senza una dovuta attenzione al mondo interno di entrambi l’esito terapeutico può venire compromesso da malintesi, insoddisfazioni, rifiuto La Relazione è influenzata dalle caratteristiche della Personalità di chi cura e di chi viene Curato MEDICO: SVILUPPARE LA CONSAPEVOLEZZA DI SE Per il Medico Riconoscere ed Essere Consapevole: del proprio modo di comunicare; del proprio mondo emotivo; dei tratti fondamentali del propria personalità; Consente di modulare i propri comportamenti in modo da : facilitare la relazione con il paziente; migliorare le condizioni per un percorso di cura individualizzato NB: Ciò che si chiede al medico non è di trasformarsi in psicologo o di rinunciare alle evidenze scientifiche, ma di acquisire capacità relazionali (Communication Skills) che gli permettono di rispondere al meglio ai bisogni del malato. Spesso i pazienti lamentano insoddisfazione nei confronti della Visita Medica percependo nel professionista ( Buckman, 2003): Un atteggiamento di distrazione-disinteresse rispetto ai contenuti da loro esplicitati; Un atteggiamento di frettolosità a concludere la consultazione; Un atteggiamento di Incomprensione a causa di un linguaggio criptico, scarsamente accessibile ai non addetti ai lavori. Siccome il medico generalmente applica un modello comunicativo (indagine soluzione, ecc.) volto alle proprie finalità, le priorità del paziente emergono solo con estrema difficoltà. “.” La Comunicazione Efficace Medico-Paziente: Modalità di Approccio Idealmente non si deve avere fretta; La Comunicazione deve essere adattata al paziente che abbiamo di fronte, modulando linguaggio e contenuti in base a età, livello culturale e personalità dello stesso; Le Tecniche di Comunicazione hanno una valenza positiva solo se la relazione viene costruita in modo autentico: fingere un ascolto è inutile! Un’efficace comunicazione medica non si compone solo di domande dirette (anamnesi) ma richiede capacità di ascolto attivo e atteggiamento empatico, affinchè il paziente percepisca nel clinico non solo l’intento a curare la malattia, ma anche l’interesse a prendersi cura dei suoi bisogni e delle sue angosce. E’ consigliabile evitare di mostrare un Atteggiamento Rigido e Onnisciente o di Presentare Certezze non fondate La Comunicazione Efficace Medico-Paziente: Modalità di Approccio INFORMARE: Appare essenziale rendere le Informazioni comprensibili ai pazienti e fare in modo che tali informazioni, quando comprese, non siano dimenticate. Illustrare la SM, il suo decorso e le implicazioni in maniera chiara, corretta e completa, con messaggi positivi ( ricorrere anche ad esempi che possono risultare facilmente comprensibili) Informare sulle terapie disponibili e consigliare quella più adeguata, in accordo con necessità individuali e familiari: spiegare, effetti collaterali, efficacia e sicurezza dei farmaci (possono essere utili e consigliati materiali informativi) Quando si devono trasmettere informazioni importanti, cercare di coinvolgere anche i familiari se sono presenti. La Comunicazione Efficace Medico-Paziente: Modalità di Approccio Stimolare il paziente a porre domande sulla malattia, sul razionale e sulle caratteristiche del trattamento. L’approccio ”teach-back” in cui si chiede al paziente (o in alternativa al familiare) di raccontare con parole proprie ciò che gli è stato spiegato dal medico, aumenta la comprensione e la consapevolezza. Infine, con la tecnica di RICAPITOLAZIONE il medico, con la maggiore chiarezza possibile, restituisce al paziente in un quadro d’insieme i contenuti emersi relativi alla patologia, le indicazione terapeutiche, le spiegazioni necessarie per il trattamento proposto e verifica quanto il paziente ha compreso. La Comunicazione Efficace Medico-Paziente: Modalità di Approccio Poiché il Paziente è il miglior esperto di se stesso è importante comprendere le sue problematiche partendo dal suo punto di vista: va incoraggiato ad esprimere le sue preoccupazioni e le sue emozioni e stati d’animo. Ciò consentirà al clinico di capire dall’interno il problema e le diverse caratteristiche psicologiche implicate nell’adattamento del paziente alla propria malattia e che influenzano la sua modalità di partecipazione al trattamento (aderenza): Il Locus of Control; Le Strategie di Coping; Lo Stile di Attaccamento; Il Sistema di Credenze sulla natura della malattia. COMUNICARE IN EQUIPE Un approccio multidisciplinare ( Neurologo-Fisiatra-Infermiere-Psicologo) migliora l’aderenza terapeutica; Incontri di Equipe con il Paziente ( SM CAFE’) LO PSICOLOGO deve essere disponibile a colloqui col paziente come fondamentale supporto all’intervento del neurologo. E’ Auspicabile l’Intervento dello Psicologo: Nel Momento della Diagnosi ( Elaborazione dello Stress Post-Traumatico); Nel Momento della Recidiva o della Progressione della Malattia ( Riattivazione del Vissuto Traumatico) Nel momento di fallimento della Terapia in corso e nel cambio della Terapia ( Switch) Nella gestione della comorbilità psichiatrica che complica il quadro neurologico. Nel Sostegno alla Famiglia della persona ammalata IN SINTESI Si Realizza una migliore adesione al trattamento se la persona con SM: Comunica in modo aperto ed efficace con gli Operatori Sanitari all’interno di un’equipe multidisciplinare attenta ai diversi bisogni ( medici, psicologici, riabilitativi) ; Ottiene Tempestivamente ascolto e Supporto in caso di necessità ( supporto Infermieristico; gruppi di auto aiuto psicologico, contatti telefonici con personale sanitari, etc); Conosce la Malattia e il decorso previsto, l’efficacia e i possibili effetti indesiderati delle terapie (Metodo Clinico patient-Centered: paziente come protagonista della cura) E’ sottoposto a frequenti controlli per seguire sia l’andamento della malattia che gli effetti della terapia. Il Medico che determina aderenza è un professionista in grado di dedicare tempo, guidare e sostenere il paziente in ogni momento della malattia in una relazione fondata sulla reciprocità. “.” GRAZIE PER L’ATTENZIONE