Note sulla metodologia CLIL
CLIL — Content and Language Integrated Learning — è un acronimo che va riscuotendo da alcuni anni
a questa parte un’attenzione sempre maggiore tra gli insegnanti di lingue straniere. Indica, a grandi
linee, l’insegnamento di una materia scolastica non letteraria (tanto il programma di un intero anno
scolastico quanto anche un modulo di poche lezioni) svolto usando una lingua veicolare diversa
dall’italiano.
KEYWORD TOURISM offre (sia all’interno del volume sia nell’ambito dei materiali on-line) diverse
proposte da sviluppare con il possibile contributo di docenti di altre materie, su Geografia turistica,
Economia, Storia dell’arte, Trattamento Testi e Dati, ecc.
La redazione di un itinerario o di un programma di viaggio, per esempio, può investire competenze
trasversali di Inglese, Geografia turistica, Tecnica Turistica, Trattamento testi.
La trattazione di argomenti professionali come quelli dell’unità “Institutions and organisations” può
implicare la collaborazione dei docenti di Diritto o Economia. Così come numerose letture della rubrica
“Keyword: Heritage” potranno essere meglio sfruttate con l’appoggio dell’insegnante di Storia dell’arte.
Mentre, infine, il lavoro collettivo sulle conoscenze geografiche di città come Vienna o Parigi — per
esempio, come preparazione o come resoconto di un viaggio d’istruzione — può coinvolgere il lavoro dei
docenti di Geografia turistica di Lingua tedesca o francese.
Che cos’è il CLIL?
Il CLIL permette ai giovani di usare una lingua in modo naturale a tal punto da far loro dimenticare la
lingua poiché si concentrano al massimo sull’argomento da apprendere.
Il metodo consiste nel dedicare parte dell’orario settimanale all’apprendimento di materie o di moduli
specifici tramite un’altra lingua, integrando così l’apprendimento della lingua straniera con altre
discipline.
In una classe CLIL si hanno due obiettivi principali: uno relativo al contenuto curricolare o tematico,
l’altro collegato alla lingua. È per questo motivo che il CLIL è talvolta denominato educazione a doppia
finalità.
Perché il CLIL?
Immaginate di imparare a suonare uno strumento musicale come il pianoforte senza poter mai toccare la
tastiera, o a giocare al calcio senza poter mai toccare la palla. Per padroneggiare uno strumento musicale
o il pallone è necessario acquisire sia conoscenze sia abilità. In altre parole, si impara efficacemente se si
acquisiscono conoscenze e se nel contempo si fa pratica.
Ciò vale tanto per il calcio e la musica quanto per la lingua.
Si possono trovare occasioni per suonare il pianoforte a scuola o fuori dalla scuola, ma si offrono
occasioni agli studenti per usare la lingua a scuola o a casa? Se la risposta è negativa, ciò che è stato
appreso durante le lezioni di lingua straniera può andare completamente sprecato. Con il CLIL si ha
l’opportunità di evitare che ciò accada dando la possibilità ai giovani di mettere in pratica ciò che
apprendono mentre stanno apprendendo.
Alcune caratteristiche del CLIL
— È un approccio dagli aspetti olistici, supera i limiti dei curricula tradizionali favorendo l'integrazione
fra competenze.
— È attuabile in diversi modi, insegnare per un anno intero una materia in lingua straniera o insegnarla
solo per un breve modulo.
— Può anche essere utile per l'insegnamento di una seconda lingua in un contesto bilingue (esempio:
l'italiano in Alto Adige).
—Accresce l'esposizione alla lingua straniera in contesto naturale, incentivando il livello di conoscenza e
padronanza della L2.
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Tutti i diritti riservati
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— Favorisce uno stile di insegnamento interattivo, offrendo agli studenti maggiori possibilità di
partecipare verbalmente.
— Ricalca quanto accade nell'acquisizione della lingua materna: si imparano, pensano e comunicano
concetti relativi a contenuti non linguistici.
— Affianca e integra l'insegnamento curricolare della L2 con opportunità di imparare la lingua in modo
"incidentale", ossia spostando l'attenzione dell'allievo dall'oggetto dell'apprendimento.
— Consente di scegliere le discipline da insegnare con criteri diversi a seconda della lingua straniera: le
materie che più ricorrono a comunicazione non verbale, intesa come visiva o pratica (geografia,
educazione musicale), si presteranno meglio ad essere veicolate in classi dove la competenza linguistica è
più bassa o la lingua straniera ha pochi tratti in comune con la lingua madre; le materie che più puntano a
una comunicazione verbale (storia, filosofia) richiederanno invece agli studenti un livello più alto di
conoscenza della L2 o la competenza passiva di una lingua straniera affine alla L1.
— Incentiva anche tra i docenti l'attitudine a lavorare in équipe.
— Accresce l'interesse e la sensibilità degli studenti e dei loro genitori nei confronti del plurilinguismo e
della cittadinanza europea.
Chi è l'insegnante CLIL?
Nel contesto scolastico italiano l'insegnamento CLIL ottimale prevede un lavoro di collaborazione e di
condivisione di due docenti: il docente di disciplina e il docente di lingua straniera. La modalità della
compresenza è un’opzione auspicabile nell'insegnamento CLIL: ciò implica coordinamento, buone
capacità di lavoro d' équipe e cooperazione reciproca.
Nel caso in cui sia l'insegnante di lingua a condurre le attività in classe la presenza dell'insegnante di
materia risulta spesso necessaria per evitare che si verifichino errori concettuali.
NOTE BIBLIOGRAFICHE
Cerutti C., “Modulo Clil – apprendimento di contenuti di geografia in tedesco” in Maggi-Mariotti-Pavesi (a cura di) Lingue
straniere veicolo di apprendimento, Como-Pavia, 2002.
Marsh D., Langé G. (a cura di) Apprendimento integrato di lingua e contenuti: proposte di realizzazione, MPI, Direzione
Regionale per la Lombardia, 2000.
www.progettolingue.net/ali-clil/index.htm
www.tie-clil.org
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