Gli stati italiani dopo il
1559
Dalla pace di Lodi (1454) alla pace di
Cateau-Cambrésis (1559)
L’Italia dopo Cateau-Cambrésis
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L’assetto politico dell’Italia definito dalla pace
di Cateau-Cambrésis (1559) è assai diverso
da quello definito dalla pace di Lodi (1454).
Sebbene ad un primo e superficiale sguardo
la carta geo-politica della penisola presenti
solo pochi mutamenti, in realtà è lo stesso
sistema degli equilibri politici europei ad
essere radicalmente mutato.
La scomparsa del ducato dei
Montefeltro di Urbino
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Per prima cosa sono
scomparse alcune
importanti dinastie territoriali
italiane - come gli Sforza di
Milano e i Montefeltro di
Urbino - che nel secolo
precedente avevano svolto
un ruolo di primo piano e
che avevano dato vita a due
significativi stati territoriali,
affermandosi come
potentati regionali
assolutamente autonomi.
Il Ducato di Urbino, dai Montefeltro ai
Della Rovere
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Possesso dal 1155 dei
ghibellini conti e poi duchi di
Montefeltro, vicari imperiali,
la città di Urbino e il suo
contado raggiungono il
massimo splendore sotto
Federico III di Montefeltro
(1444-1482).
Sconfitti i Montefeltro da
Cesare Borgia (figlio di papa
Alessandro VI), il Ducato
passa nel 1508 ai Della
Rovere, nipoti di papa
Giulio II e vicari pontifici.
Annesso definitivamente
allo Stato Pontificio nel
1631.
Il rafforzamento del ducato di Savoia
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Altre dinastie di origine assai
diversa fra loro – come i Savoia a
nord ed i Medici in Toscana –
hanno dato vita o ricostituito stati
territoriali di media grandezza
capaci di giocare un pur modesto
ruolo nella diplomazia
internazionale.
Agli estremi confini settentrionali
della penisola, a cavallo delle Alpi,
il Duca Emanuele Filiberto di
Savoia, discendente di un’antica
famiglia feudale, rientrato in patria
nel 1559 dopo aver militato
nell’armata di Carlo V, ha ottenuto
la restituzione dei territori occupati
dai francesi, avviando il
consolidamento ed il
rafforzamento dello stato.
I marchesati indipendenti del
Piemonte
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Restano ancora
indipendenti, ma presto
saranno incamerati dai
Savoia:
il Marchesato di
Saluzzo, sotto i Saluzzo
fino al 1588;
il Marchesato del
Monferrato, sotto i
Gonzaga fino al 1708;
e alcuni feudi imperiali
nelle Langhe.
La formazione dello
Stato sabaudo
La nascita del Granducato di Toscana
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Una dinastia signorile di origine
non nobile - come i Medici di
Firenze - che si era affermata alla
fine del secolo precedete
all’interno delle vecchie istituzioni
repubblicane, ottenuto il titolo
ducale nel 1537, dopo alterne e
complesse vicende e dopo aver
incamerato nel 1557 il territorio
indipendente della Repubblica di
Siena, si è trasformata in
monarchia territoriale di media
grandezza dando vita nel 1532 al
Ducato (dal 1569 Granducato) di
Toscana.
Firenze da Repubblica a Granducato
Lo Stato dei Presidi
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Lungo le coste della Toscana resta a lungo
indipendente il territorio di Piombino, che
con Scarlino, Castiglione della Pescaia e
parte dell’isola d’Elba (la costa orientale con
la fortezza di Porto Longone) costituisce lo
Stato dei Presidi, sotto la signoria della
famiglia Appiani, proclamati principi nel 1591
e fedeli alleati della Spagna.
Lo Stato dei Presidi rappresenta un casella
decisiva nel sistema spagnolo per il controllo
della navigazione lungo le coste del Tirreno.
Il consolidamento territoriale dello
Stato Pontificio
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Sempre nell’Italia centrale il
consolidarsi dell’egemonia del
papa-re ha posto fine
definitivamente agli effimeri
tentativi di dar vita a piccoli
principati più o meno
indipendenti - come quello di
Cesare Borgia o quello dei
Colonna.
Qualche decennio più avanti
anche la Ferrara degli Estensi
sarebbe stata assorbita dallo
Stato Pontificio, mentre il
ducato Farnesiano di Parma e
Piacenza sarebbe
sopravvissuto, consolidandosi,
per quasi tre secoli.
I ducati padani
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Mentre il Ducato Estense di Ferrara veniva
assorbito dallo Stato Pontificio, trasferitisi gli Este
nel contiguo ducato di Modena e Reggio, il ducato
Farnesiano di Parma e Piacenza sarebbe
sopravvissuto, consolidandosi, per quasi tre secoli.
La scomparsa del Ducato di Ferrara e la
nuova dislocazione di Este e Gonzaga
La Repubblica di Venezia e i domini di
Terraferma
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L’Italia del nord-est, infine, ormai definitivamente inglobata dal
Friuli a Bergamo nei domini veneti, conferma la propria
posizione di sudditanza nei confronti di una città di Venezia
proiettata sempre meno verso i commerci marittimi e sempre
più verso lo sfruttamento delle risorse della terraferma.
L’espansione di Venezia nella
Terraferma
Il ducato di Milano inglobato nel
sistema spagnolo
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Il mutamento più significativo
e duraturo del quadro politico
italiano è però quello che
riconduce più di un terzo della
penisola sotto il diretto
controllo spagnolo.
A Milano il governo spagnolo
si inserisce sulle preesistenti
istituzioni del ducato
sforzesco, inglobando le
antiche magistrature cittadine
sotto il controllo di un
Governatore nominato da
Madrid.
Il Regno di Napoli sotto i vicerè
spagnoli
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Nell’Italia meridionale
il Regno di Napoli, il
Regno di Sicilia e la
Sardegna
costituiscono i tre
elementi di un grande
regno, affidato ad un
vicerè spagnolo, al
quale fanno capo una
miriade di entità
feudali in gran parte
autonome fra loro.
Varietà delle forme di governo: il
laboratorio politico italiano
Le forme di governo presenti negli stati italiani sono caratterizzate
da un’estrema varietà. Troviamo infatti:
 alcune Repubbliche oligarchiche come Venezia, Genova e
Lucca;
 un’antica monarchia assoluta di matrice feudale come il Ducato
di Savoia;
 una monarchia elettiva come lo Stato della Chiesa;
 una monarchia recente che ereditava consolidate istituzioni
repubblicane, come il Granducato di Toscana;
 stati territoriali di matrice signorile, come i ducati padani e come
lo stesso Ducato di Milano, ora retto da un governatore
spagnolo;
 Una grande monarchia feudale come il Regno di Napoli e di
Sicilia.
Il caso italiano: sette elementi i debolezza
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Quali sono i principali fattori che hanno a lungo ostacolato la
formazione di uno Stato assoluto e unitario in Italia?
arcaicità e polverizzazione delle strutture statali (fattore di immobilità
sociale)
debolezza dell’apparato burocratico che tende quasi dovunque a far parte
del sistema dei privilegi (feudali, patrizi, corporativi, ecclesiastici)
indebolimento delle attività commerciali dalla fine del XV secolo
1.
crisi del Mediterraneo
2.
rifeudalizzazione
3.
crisi delle autonomie urbane
egemonia straniera sulla penisola e lunga dominazione spagnola
(Regno di Napoli, Ducato di Milano), assenza di un potere forte in sede
locale
presenza di patriziati cittadini forti e radicati, gelosi custodi dei propri
privilegi
presenza di Stati repubblicani (Venezia, Genova, Lucca) cristallizzati nelle
loro istituzioni oligarchiche
immobilismo sociale e politico
presenza di uno Stato della Chiesa autonomo e territorialmente esteso,
unica vera monarchia assoluta, ma priva di continuità dinastica (monarchia
elettiva) e condizionata dai poteri feudali e famigliari
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L`Italia dopo il 1559 (vnd.ms-powerpoint, it, 3709 KB, 10/29/07)