Popolazione/2
L’ipotesi Maltusiana
Malthus (1798) ipotizzò
che nel lungo periodo una
popolazione crescesse
sempre più rapidamente
delle sue disponibilità
alimentari, poiché la
popolazione cresce
secondo una progressione
geometrica, mentre le
disponibilità alimentari
crescono secondo una
progressione aritmetica.
Vincoli ambientali alla crescita
La transizione demografica
Crescita della popolazione
Verso un rallentamento mondiale?
Verso un rallentamento mondiale?
• Quanti siamo?
• Popolazione in fase di invecchiamento (soprattutto sopra i 60 anni)
• Tasso di fertilità in declino nei Paesi Sviluppati
Come viene stimata la popolazione mondiale?
Comitato per la Coordinazione delle Attività Statistiche
(CCSA) coordina l’attività di 37 Organizzazioni
Internazionali, allo scopo di produrre statistiche ad
elevata affidabilità.
•
Metodologia di stima:
–
–
•
Stima diretta (valutazione degli ultimi dati disponibili, come
censimenti o rilevamenti da enti territoriali)
Stima indiretta, basata principalmente sui tassi di crescita
della popolazione
Copertura temporale e spaziale
Tassi di Natalità e Mortalità – Italia
• Il nostro Paese permane in una sostanziale condizione di crescita
zero. Nel contesto europeo l’Italia, insieme a Malta, Austria e
Germania, si colloca in coda alla classifica Ue per tasso di
natalità. Il ventiquattresimo posto occupato nel 2007 nella
graduatoria comunitaria per tasso di natalità pone il nostro Paese
sensibilmente al di sotto della media Ue27 (10,6 nati ogni mille
abitanti).
• Il tasso di mortalità risulta invece allineato a quello medio europeo, e
pari a 9,7 morti ogni mille abitanti; l’Italia si colloca al quindicesimo
posto nella graduatoria dell’Unione.
• Irlanda, Francia e Regno Unito occupano i primi tre posti per tasso
di natalità (rispettivamente 16,2, 12,9 e 12,7 nati ogni mille abitanti).
• I primi posti della graduatoria del tasso di mortalità sono invece
occupati da paesi di nuova adesione; al settimo posto, con il più
elevato tasso di mortalità tra i paesi dell’Ue15, si colloca la
Danimarca con 10,2 morti ogni mille abitanti.
Natalità, Mortalità, Crescita naturale – Italia
Tassi di natalità e mortalità a confronto - Italia
Tasso di natalità per regione - Anno 2008 (a)
(numeri indice Italia=100)
Tasso di mortalità per regione - Anno 2008 (a)
(numeri indice Italia=100)
Evoluzione della
natalità - Italia
Fonte: Natalità e fecondità della popolazione residente:
caratteristiche e tendenze recenti Anno 2008 , ISTAT
Tasso di saldo migratorio
Fonte: CIA World Factbook - Aggiornato a
partire da Gennaio 1, 2009
www.indexmundi.com
Tasso di saldo migratorio
www.indexmundi.com
Fonte: CIA World Factbook - Aggiornato a
partire da Gennaio 1, 2009
Incidenza degli stranieri in Italia
Stranieri per 100 residenti per provincia - Anno 2008
(numeri indice Italia = 100)
In Italia la popolazione residente straniera
(poco meno di 4 milioni di persone)
rappresenta al 1° gennaio 2009 il 6,5 per
cento del totale dei residenti ed è più che
raddoppiata tra il 2001 e il 2008. Nel periodo
2002-2008 i valori del tasso migratorio estero
passano da 3,1 a 8,1 ogni mille abitanti. La
forte crescita della presenza straniera,
registrata negli ultimi anni anche per effetto
delle procedure di regolarizzazione degli
immigrati irregolari adottate dal nostro
Paese, fa sì che il fenomeno attualmente
manifesti un’incidenza confrontabile con
quella di altre importanti paesi europei,
storicamente caratterizzati da consistenti e
consolidati flussi migratori in ingresso.
L’Italia presenta un’incidenza media della
popolazione straniera del 5,8 per cento.
Dinamica della popolazione
Popolazione residente per provincia - Anni 2001-2008
(tassi di variazione medi annui per 100)
La dinamica di crescita costante e
accelerata della popolazione osservata
a partire dagli anni 2000, a fronte di
una ripresa delle nascite e a seguito dei
processi di regolazione degli immigrati,
continua a seguire un andamento
positivo. Con il 12 per cento degli oltre
499 milioni di abitanti dell’Unione
europea, l’Italia rappresenta il quarto
paese per importanza demografica
dopo Germania (82,3 milioni), Francia
(64,4 milioni) e Regno Unito (61,6
milioni).
Altri indicatori demografici
1. Indice di vecchiaia
2. Indice di dipendenza
3. Indice di struttura della popolazione
attiva
Indice di vecchiaia
L’indice di vecchiaia rappresenta un indicatore dinamico che stima il
grado di invecchiamento di una popolazione; valori superiori a 100
indicano una maggiore presenza di soggetti anziani rispetto ai
giovanissimi; viene considerato un indicatore di invecchiamento
“grossolano” poiché nell’invecchiamento di una popolazione si ha
generalmente un aumento del numero di anziani e
contemporaneamente una diminuzione del numero dei soggetti più
giovani cosicché il numeratore e il denominatore variano in senso
opposto, esaltandone l’effetto.
Fonte: Indicatori demografici, ISTAT
Indice di vecchiaia – Italia
Indice di vecchiaia al 1° gennaio per provincia - Anno 2009 (a)
(numeri indice Italia=100)
L’Italia è il secondo paese più
“anziano” d’Europa dopo la
Germania. L’incremento
dell’incidenza della
popolazione anziana in Italia è
fenomeno ormai assodato. Il
rapporto tra ultra 64enni e
giovani ha assunto proporzioni
notevoli e supera, al 1°
gennaio 2009, quota 143; in
altre parole nel nostro Paese
gli anziani sono circa il 43 per
cento in più dei giovani.
Indice di dipendenza
L’indice di dipendenza viene considerato un indicatore di rilevanza
economica e sociale. Il numeratore è composto dalla popolazione che, a
causa dell’età, si ritiene essere non autonoma - cioè dipendente - e il
denominatore dalla fascia di popolazione che, essendo in attività,
dovrebbe provvedere al suo sostentamento.
E’ un indicatore che risente della struttura economica della popolazione:
ad esempio, in società con una importante componente agricola i
soggetti molto giovani o anziani non possono essere considerati
economicamente o socialmente dipendenti dagli adulti; al contrario, nelle
strutture più avanzate, una parte degli individui considerati nell’indice al
denominatore sono in realtà dipendenti in quanto studenti o disoccupati.
Fonte: Indicatori demografici, ISTAT
Indice di dipendenza – Italia
Indice di dipendenza al 1° gennaio per provincia - Anno 2009 (a)
(numeri indice Italia=100)
Una diretta conseguenza del forte
incremento della popolazione anziana
è l’affermarsi in Italia di uno squilibrio
generazionale. L’indice di dipendenza
in Italia ha superato, al 1° gennaio
2009, il 51 per cento; ciò sta a
significare che la popolazione in età
attiva, oltre a dover far fronte alle
proprie esigenze, ha teoricamente “a
carico” una quota importante di
popolazione inattiva. Nel contesto
europeo l’Italia è uno degli otto paesi
dove l’indice di dipendenza supera la
soglia del 50 per cento. I paesi dell’est
registrano valori più bassi
Indice di struttura della popolazione
potenzialmente attiva
L’indice di struttura della popolazione attiva stima il grado di invecchiamento di
questa fascia di popolazione; il denominatore di questo indicatore è
rappresentato dalle 25 generazioni in attività più giovani che sono destinate a
sostituire le 25 generazioni più anziane, anch’esse in attività al momento della
stima dell’indicatore.
Un indicatore inferiore al 100% indica una popolazione in cui la fascia in età
lavorativa è giovane; ciò è un vantaggio in termini di dinamismo e capacità di
adattamento e sviluppo della popolazione ma può essere anche considerato in
modo negativo per la mancanza di esperienza lavorativa e per il pericolo
rappresentato dalla ridotta disponibilità di posti di lavoro lasciati liberi dagli
anziani che divengono pensionati.
.
Fonte: Indicatori demografici, ISTAT
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Popolazione/2 Famiglia