16 Dicembre 2004 La demografia d’impresa in Italia dal 1999 al 2002 Ufficio della Comunicazione Tel. +39 06 4673.2243/44 Centro di informazione statistica Tel. +39 06 4673.3102 Informazioni e chiarimenti Direzione Centrale degli Archivi e dei Censimenti economici Servizi archivi statistici sulle unità economiche Roma, Via Tuscolana 1776 Giuseppe Garofalo Tel. +39 06 4673.6150 Caterina Viviano Tel. +39 06 4673.6219 La demografia d’impresa ha lo scopo di misurare l’entità di una popolazione di imprese e le componenti che ne trasformano la struttura da un periodo ad un altro: le nascite e le cessazioni di unità, l’analisi della sopravvivenza e lo sviluppo di tale popolazione per alcune caratteristiche (dimensione e struttura settoriale). Generalmente il saldo ottenuto dal confronto tra popolazioni di imprese attive in due periodi, se permette di valutare il flusso di entrate ed uscite con riferimento ai dati di un archivio, non consente di identificare esattamente le “reali” imprese nate e cessate; infatti, riattivazioni di unità, modificazioni di attività economica, di forma giuridica o di proprietà, eventi di trasformazioni societaria portano a “false” creazioni/cessazioni di unità. Per avere una misura della componente demografica “reale” occorre quindi condurre un’analisi specifica che permetta di identificare ed eliminare, dal flusso complessivo, quello generato dalle componenti spurie. Un gruppo di lavoro sulla Business demography, condotto in ambito Eurostat, ha sviluppato una metodologia per individuare le componenti “reali” della demografia d’impresa e per calcolare degli indicatori basati su definizioni e metodi armonizzati a livello europeo1. I risultati che vengono di seguito illustrati sono stati ottenuti applicando tale metodologia2. L’analisi demografica delle unità economiche si è resa possibile grazie alla disponibilità di una serie storica a livello individuale fornita dall’archivio ASIA (Archivio Statistico delle Imprese Attive)3. Gli indicatori relativi alla natalità e sopravvivenza si riferiscono al periodo 1999-2002, le cessazioni4 di attività riguardano gli anni 1999-2001. La struttura delle imprese attive, nate e cessate La popolazione di imprese attive presa in esame è composta dall’industria in senso stretto, dalle costruzioni, dal commercio e da altri servizi. Sono esclusi da questa analisi i settori dell’istruzione, sanità e altri servizi alle persone, il cui andamento è determinato da motivazioni specifiche, diverse da quelle caratteristiche delle imprese private. Tra il 1999 e il 2002 la popolazione di imprese attive analizzate aumenta del 4,8% e raggiunge, nel 2002, 3,8 milioni di unità. Tra i diversi macrosettori crescono maggiormente quelli degli altri servizi (+12,9%), e delle costruzioni (+9,4%), mentre l’industria in senso stretto e il commercio presentano una dinamica negativa (tra il 1,7% e il -2,0%). La variazione nella composizione tra i settori risulta abbastanza contenuta, confermando, comunque, il processo di terziarizzazione in atto da diversi anni (Tavola 1). 1 Council Regulation (EC, EURATOM) No 58/97 of 20 December 1996 e Commission Regulation (EC) No 2700/98 of 17 December 1998. Per la descrizione si veda la nota metodologica. 3 Per maggiori approfondimenti su ASIA si veda “Struttura e dimensione delle imprese “, Ottobre 2004, Statistiche in breve, Istat. 4 La diversa copertura temporale che differenzia l’analisi dei due fenomeni trova chiarimento nella nota metodologica in appendice. 2 Tavola 1 - Imprese attive, nate e cessate per settore di attività - Anni 1999-2002 (numero e valori percentuali) Attive Composizione percentuale Numero Imprese Nate Composizione percentuale Numero Tassi Cessate Composizione percentuale Numero ANNI 1999 SETTORI Industria in senso stretto Costruzioni Commercio Altri servizi Totale 572.767 500.220 1.346.466 1.258.437 3.677.890 15,6 13,6 36,6 34,2 100,0 31.201 47.596 92.045 107.262 278.104 11,2 17,1 33,1 38,6 100,0 33.030 37.385 99.173 92.371 261.959 12,6 14,3 37,9 35,3 100,0 natalità 5,4 9,5 6,8 8,5 7,6 mortalità 5,8 7,5 7,4 7,3 7,1 2000 Industria in senso stretto Costruzioni Commercio Altri servizi Totale 575.151 521.149 1.344.474 1.319.324 3.760.098 15,3 13,9 35,8 35,1 100,0 31.761 49.436 88.526 122.133 291.856 10,9 16,9 30,3 41,8 100,0 31.284 34.168 95.201 102.805 263.458 11,9 13,0 36,1 39,0 100,0 5,5 9,5 6,6 9,3 7,8 5,4 6,6 7,1 7,8 7,0 2001 Industria in senso stretto Costruzioni Commercio Altri servizi Totale 569.220 541.705 1.339.484 1.382.640 3.833.049 14,9 14,1 34,9 36,1 100,0 29.789 48.990 85.562 130.525 294.866 10,1 16,6 29,0 44,3 100,0 35.212 48.407 97.481 97.850 278.950 12,6 17,4 34,9 35,1 100,0 5,2 9,0 6,4 9,4 7,7 6,2 8,9 7,3 7,1 7,3 2002 Industria in senso stretto Costruzioni Commercio Altri servizi Totale 561.529 547.417 1.323.321 1.421.331 3.853.598 14,6 14,2 34,3 36,9 100,0 28.018 52.767 82.184 120.494 283.463 9,9 18,6 29,0 42,5 100,0 5,0 9,6 6,2 8,5 7,4 Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) La natalità Nel 2002 sono nate circa 283 mila nuove imprese, con una quota elevatissima nel settore degli altri servizi (42,5%) e in quello del commercio (29%), mentre l’industria in senso stretto contribuisce alla natalità solo per il 10% (Tavola 1). Il numero di nuove imprese cresce in maniera consistente fino al 2001 (da 278 a 295 mila, +6%), mentre diminuisce tra il 2001 e il 2002 (da 295 a 283 mila, -3,9%). L’andamento dei settori è differenziato: è evidente la riduzione nel settore del commercio (-10,7% tra il 1999 e il 2002), con un decremento costante in ogni anno; gli altri servizi sono in crescita fino al 2001, con una variazione maggiore nel biennio 1999-2000 (+13,9%) e una contrazione tra il 2001 e il 2002 (8,3%). Industria in senso stretto e costruzioni mostrano un contenuto aumento della natalità tra il 1999 e il 2000, che poi si trasforma in una diminuzione nel 2001 (soprattutto per l’industria in senso stretto). Nel 2002 continua la contrazione dell’industria in senso stretto, mentre riprende a crescere il settore delle costruzioni. La mortalità Nel 2001 hanno dismesso la loro attività circa 279 mila unità: il 35% sia nel settore degli altri servizi sia nel commercio, il 17% nelle costruzioni, il 13% nell’industria in senso stretto. L’effetto complessivo è quello di un incremento del numero di cessazioni del 6,5% tra il 1999 e il 2001, determinato da maggiori cessazioni delle imprese degli altri servizi tra il 1999 e il 2000, e delle costruzioni e dell’industria in senso stretto tra il 2000 e il 2001. 2 I tassi di natalità e mortalità per settore di attività economica Nel 2001 le differenze tra i tassi di natalità e mortalità sono minime solo per il settore delle costruzioni; mentre per gli altri servizi il tasso di natalità eccede quello di mortalità di oltre due punti percentuali (Figura1). La differenza è più contenuta, in senso inverso, per l’industria in senso stretto che si comporta, nell’ultimo anno, in maniera simile al commercio, il quale conferma il processo di ristrutturazione ancora in atto: nei tre anni il settore registra un tasso di mortalità costantemente superiore a quello di natalità. Nel periodo 1999-2002 il tasso di natalità per il complesso delle attività economiche si colloca tra il 7,4% e il 7,8%, con valori diversi nei differenti settori di attività (Tavola 2). Nel 2002, come nei tre anni precedenti, nel comparto dell’industria in senso stretto i tassi non superano il 6% circa, ad esclusione della fabbricazione dei mezzi di trasporto che presenta un valore superiore al 7%; l’industria del legno e dell’editoria mostrano tassi di natalità decrescente. Un valore più elevato è registrato dalle costruzioni (9,6%). La contrazione del tasso di natalità del commercio è determinata da un andamento diversificato al suo interno. Se infatti il commercio al dettaglio mantiene un tasso stabile dal 1999 al 2001 (intorno al 6,2%) che diminuisce nel 2002, il commercio all’ingrosso registra tassi decrescenti già dal 2000 (si passa dal 9,2% nel 1999 al 7,5% nel 2002). Figura 1 - Tassi di natalità e mortalità per macrosettori - Anni 1999-2001 Tasso natalità 10,0 Tasso mortalità 7,5 5,0 2,5 0,0 1999 2000 2001 Industria in s.s. 1999 2000 Costruzioni 2001 1999 2000 2001 Commercio 3 1999 2000 2001 Altri servizi 1999 2000 Totale 2001 Tavola 2 - Natalità e mortalità delle imprese per settore di attività economica - Anni 1999-2002 (numero e valori percentuali) 1999 Settori di attività C – Estrazione prodotti energetici e non energetici DA - Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco DB - Industrie tessili e dell'abbigliamento DC - Industrie conciarie, prodotti in cuoio, pelle e similari DD - Industria del legno e dei prodotti in legno DE – Fabbricz. carta e prodotti di carta; stampa ed editoria DF,DG – Fabbricz. di coke, art. in gomma (petrolchimico) DH – Fabbricz. di articoli in gomma e materie plastiche DI – Fabbricz. di prodotti della lav. minerali non metalliferi DJ – Produz. di metalli e fabbricazione di prodotti in metallo DK- 'Fabbricz. di macchine ed app. meccanici, riparazioni DL – Fabbricz. di macchine elettri., appar. elettriche, ottiche DM – Fabbricazione di mezzi di trasporto DN - Altre industrie manifatturiere E - Energia F- Costruzioni 50 - Commercio, riparazioni, 51 - Commercio all'ingrosso 52 - Commercio al dettaglio 55 - Alberghi e pubblici esercizi 60,61,62 –Trasporti 63 - Attività ausiliarie dei trasporti 64 - Poste e telecomunicazioni 65,66 - Intermediazione monetaria e finanziaria 67 - Attività ausiliarie dell'intermediazione finanziaria 70 - Attività immobiliari 71 - Noleggio macchinari 72 – Informatica 73 – Ricerca e sviluppo 74 – Attività imprenditoriali e professionali Totale Nate 170 3.613 5.089 1.361 2.402 1.937 308 614 1.447 5.256 2.620 3.071 463 2.764 86 47.596 6.861 39.209 45.975 17.803 9.393 2.155 545 272 6.053 7.959 1.677 10.453 1.294 49.658 278.104 tasso di natalità 4,1 5,2 6,3 5,5 4,7 5,9 4,4 4,5 5,2 5,3 6,0 5,6 7,0 5,0 4,2 9,5 4,3 9,2 6,1 7,1 6,7 9,3 22,0 3,4 9,1 6,0 14,0 14,5 15,3 9,2 7,6 Cessate 271 4.008 6.689 1.776 2.867 1.866 359 670 1.471 4.387 2.037 3.141 384 2.958 146 37.385 7.833 36.330 55.010 15.373 11.628 1.532 337 1.182 6.314 13.873 1.171 5.540 749 34.672 261.959 tasso di mortalità 6,5 5,7 8,3 7,2 5,6 5,7 5,2 4,9 5,3 4,4 4,7 5,7 5,8 5,3 7,1 7,5 4,9 8,5 7,3 6,1 8,3 6,6 13,6 14,9 9,5 10,4 9,8 7,7 8,8 6,4 7,1 Nate 2000 tasso di natalità Cessate 163 3.397 4.997 1.350 2.164 1.814 342 711 1.544 5.390 2.790 3.673 511 2.728 187 49.436 6.402 35.159 46.965 16.769 9.255 2.608 664 350 8.190 9.203 1.697 11.604 1.288 60.505 291.856 3,9 4,9 6,3 5,6 4,3 5,5 4,9 5,1 5,5 5,3 6,4 6,5 7,4 5,0 8,5 9,5 4,0 8,2 6,2 6,6 6,6 10,4 22,6 4,9 11,9 6,7 13,2 14,6 13,9 10,4 7,8 Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) 4 210 3.407 6.340 1.568 2.787 1.718 315 669 1.349 4.288 2.009 3.269 379 2.888 88 34.168 8.252 35.416 51.533 14.662 11.635 1.415 441 583 7.244 8.758 1.252 6.628 961 49.226 263.458 tasso di mortalità 5,1 4,9 8,0 6,5 5,5 5,2 4,5 4,8 4,8 4,2 4,6 5,8 5,5 5,2 4,0 6,6 5,1 8,3 6,8 5,7 8,4 5,7 15,0 8,1 10,5 6,4 9,7 8,3 10,4 8,4 7,0 Nate 122 3.601 4.767 1.426 1.918 1.686 268 613 1.402 5.394 2.441 2.889 494 2.683 85 48.990 5.852 32.708 47.002 18.035 8.196 2.396 526 342 6.496 10.407 1.638 11.996 1.383 69.110 294.866 2001 tasso di natalità Cessate 3,0 5,2 6,2 6,0 3,8 5,1 3,9 4,5 5,0 5,3 5,5 5,3 7,1 5,0 3,8 9,0 3,7 7,6 6,2 6,9 6,0 9,1 18,6 4,9 9,5 7,2 12,2 13,9 14,0 11,0 7,7 233 3.780 6.776 1.715 3.027 2.001 352 752 1.564 5.334 2.307 3.644 454 3.160 113 48.407 8.429 35.448 53.604 17.114 10.858 1.918 440 640 7.912 9.196 1.222 7.325 1.084 40.141 278.950 2002 tasso di mortalità 5,8 5,5 8,9 7,2 6,0 6,1 5,1 5,6 5,6 5,2 5,2 6,7 6,6 5,9 5,1 8,9 5,3 8,3 7,1 6,6 8,0 7,3 15,5 9,2 11,5 6,4 9,1 8,5 11,0 6,4 7,3 Nate 174 3.724 4.469 1.190 1.845 1.629 270 512 1.319 5.166 2.262 2.355 468 2.417 218 52.767 5.989 31.690 44.505 17.080 7.975 2.202 495 406 5.505 11.292 1.685 8.934 1.214 63.706 283.463 tasso di natalità 4,5 5,3 6,1 5,2 3,8 5,0 4,0 3,9 4,8 5,0 5,2 4,4 7,1 4,6 9,3 9,6 3,8 7,5 6,0 6,6 6,0 8,3 17,2 6,1 8,2 7,4 11,9 10,2 12,0 9,6 7,4 Con riferimento alle cessazioni di imprese, i tassi di mortalità si collocano, nel periodo 1999-2001, tra il 7 e il 7,3% (Tavola 2). In particolare nell’ultimo anno si assiste ad un aumento generalizzato dei tassi in tutti i settori ad eccezione di qualche attività degli altri servizi (i trasporti, il noleggio di macchinari); in particolare nell’industria in senso stretto, l’industria del tessile e l’abbigliamento presentano un tasso dell’8,9%, notevolmente superiore alla media del settore; anche per le industrie conciarie, prodotti in cuoio, pelle e similari il tasso di mortalità risulta abbastanza elevato (7,2%). I valori simili che si hanno nei due anni precedenti confermano i problemi che stanno vivendo alcuni settori del made in Italy. Il turnover demografico Le due componenti demografiche, nascite e cessazioni, indicano nel complesso il turnover di imprese, che è considerato una misura del dinamismo di un sistema economico. La relazione tra tasso di natalità e mortalità è evidente. Relativamente al 2001 il coefficiente di correlazione risulta pari a 0,79 tra i settori di attività e a 0,94 tra le regioni (Figure 2 e 3)5. Analizzando i settori economici, è quello delle poste e telecomunicazioni a presentare tassi di mortalità e soprattutto di natalità nettamente più alti rispetto agli altri. L’elevato turnover di questo settore da un lato è attribuibile a un fattore di mercato (la regolamentazione del settore, mutata di recente, ha diminuito le barriere all’entrata), e dall’altro alla velocità con cui entrano nel processo produttivo innovazioni tecnologiche. Anche settori più tradizionali e caratterizzati da bassi costi all’entrata (ad esempio l’edilizia), ugualmente attraggono numerose nuove iniziative anche se registrano altrettanto elevati fenomeni di uscita. Figura 2 - Tasso di natalità e tasso di mortalità delle imprese per settore di attività - Anno 2001 20,0 Telecomunicazio 17,5 15,0 Tas so 12,5 di nat alit 10,0 à Informatic Noleggio Att.professional Interm. Italia Immob. 7,5 Industria s s 5,0 Ricerca Costruzion Albergh Trasporti Commercio 2,5 0,0 0,0 2,5 5,0 7,5 10,0 12,5 15,0 17,5 Tasso di mortalità Tutti i settori dell’industria in senso stretto si collocano nel quadrante caratterizzato da bassi tassi di natalità e di mortalità; l’unica eccezione è l’industria del tessile che registra un tasso di mortalità più elevato rispetto alla media di settore. 5 Per consentire una più agevole lettura delle figure si ricorda che le linee tratteggiate rappresentano la media Italia e la bisettrice rappresenta l’equilibrio di natalità e mortalità. Nei quadranti definiti da tali linee sono identificabili rispettivamente le regioni e i settori con combinazioni di bassi/alti tassi di natalità e mortalità rispetto alla media. 5 Figura 3 - Tasso di natalità e tasso di mortalità delle imprese per regione - Anno 2001 11,0 Calabria 10,0 Tasso di natalità 9,0 Campania Lazio Sicilia Puglia Sardegna Molise Italia Lombardia Toscana Basilicata Abruzzo EmiliaR Umbria Liguria Veneto Marche Piemonte 8,0 7,0 Friuli 6,0 Trentino V.aosta 5,0 4,0 4,0 5,0 6,0 7,0 8,0 9,0 10,0 11,0 12,0 Tasso di mortalità A livello territoriale, sono le regioni del Sud e il Lazio ad essere caratterizzate da un’alta natalità e mortalità. Un’altra misura della dinamicità della struttura della popolazione delle imprese è fornita dalla somma del numero di imprese nate e di quelle cessate rapportata alla popolazione di imprese attive (tasso lordo di turnover). Esso costituisce un indicatore di movimentazione o turbolenza di un sistema di imprese, oltre ad essere indice del rinnovamento dei mercati. Nel 2001 il tasso lordo di turnover delle imprese è risultato pari, nel complesso, al 15%; i valori variano tra il 34,1% nelle telecomunicazioni e l’8,8% nell’industria estrattiva. La diversa dinamicità tra i settori di attività può essere misurata anche in termini di flussi occupazionali. Il tasso lordo di turnover occupazionale (cioè il complesso di posti lavoro coinvolti dalle nascite e cessazioni di impresa) è nel 2001 pari al 5,9% del totale dell’occupazione, con 876 mila posti di lavoro coinvolti (Figura 4). Figura 4 – Tasso lordo di turnover in termini di imprese e di addetti, per settore di attività - Anno 2001 40,0 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 imprese 6 ricerca att. imprend. totale noleggio informatica immobiliari finanziarie aus. finanz. poste, telecom. aus. trasporti commercio ingr. commercio dett. alberghi trasporti costruzioni addetti commercio rip. energia mezz trasp. altre meccaniche macc. elettriche metallo carta petrolchim. gomma lav. minerali conciarie legno tessile estrattive 0,0 alimentari 5,0 L’andamento dei due tassi è simile; spicca però la divergenza nel settore più dinamico (poste e telecomunicazioni), dove l’elevato numero di nascite e cessazioni di imprese coinvolge un numero di addetti significativamente inferiore. Un altro modo di analizzare le dinamiche della struttura produttiva è quello di fare riferimento alla crescita misurata come differenza tra il tasso di natalità e quello di mortalità. In altre parole se il tasso lordo di turnover misura il dinamismo, il tasso netto di turnover fornisce indicazioni sulla crescita/declino dei diversi settori economici. Rispetto alla popolazione del 2001 (Figura 5), i settori delle costruzioni e degli altri servizi manifestano il dinamismo maggiore, con una crescita superiore a quella media. Figura 5 – Tasso lordo e tasso netto di turnover delle imprese - Anno 2001 20,0 18,0 16,0 14,0 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 -2,0 Industria in senso stretto Costruzioni tasso netto di turnover Commercio Altri servizi Totale tasso lordo di turnover Il confronto tra i due indici conferma i problemi dell’industria in senso stretto che presenta un indice di turnover netto negativo (–1%) e il più basso tasso di turnover lordo; un comportamento simile si ha per il commercio che vede il declino del vecchio modello di distribuzione basato su piccole unità. Il settore delle costruzioni pur essendo il più dinamico, con un tasso netto di turnover quasi nullo, non contribuisce alla crescita complessiva che quindi è dovuta quasi esclusivamente alle imprese degli altri servizi. La dimensione media delle nuove imprese Al momento della nascita la stragrande maggioranza delle imprese è di piccole dimensioni; circa l’89% di quelle nate nel 2002 è senza occupati dipendenti (la composizione è simile anche per gli anni precedenti)6. La quota di imprese con zero dipendenti registra il valore più alto nel commercio (93,2%), quello più basso nell’industria in senso stretto (76%). In termini di addetti, la dimensione media alla nascita è notevolmente inferiore a quella delle imprese attive nel 2002 (pari rispettivamente a 1,5 e 3,9). La dimensione media alla nascita non è influenzata dal settore di appartenenza dell’impresa (Tavola 3); anche in settori caratterizzati da alta concentrazione, dove sono presenti grandi imprese e si verificano numerosi fenomeni di trasformazione (ad esempio nelle telecomunicazioni e nell’intermediazione finanziaria), le imprese che nascono sono di piccole dimensioni. 6 Si deve ricordare che per il totale dell’industria e dei servizi la percentuale di imprese senza dipendenti è pari al 72 per cento. 7 Tavola 3 – Dimensione media delle imprese nate e delle imprese attive per settore di attività economica - Anni 1999-2002 (numero medio di addetti) 1999 Settori di attività C – Estrazione prodotti energetici e non energetici DA - Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco DB - Industrie tessili e dell'abbigliamento DC - Industrie conciarie, prodotti in cuoio, pelle e similari DD - Industria del legno e dei prodotti in legno DE – Fabbricz. carta e prodotti di carta; stampa ed editoria DF,DG – Fabbricz. di coke, art. in gomma (petrolchimico) DH – Fabbricz. di articoli in gomma e materie plastiche DI – Fabbricz. di prodotti della lav. minerali non metalliferi DJ – Produz. di metalli e fabbricazione di prodotti in metallo DK- 'Fabbricz. di macchine ed app. meccanici, riparazioni DL – Fabbricz. di macchine elettri., appar. elettriche, ottiche DM – Fabbricazione di mezzi di trasporto DN - Altre industrie manifatturiere E - Energia F- Costruzioni 50 - Commercio, riparazioni, 51 - Commercio all'ingrosso 52 - Commercio al dettaglio 55 - Alberghi e pubblici esercizi 60,61,62 –Trasporti 63 - Attività ausiliarie dei trasporti 64 - Poste e telecomunicazioni 65,66 - Intermediazione monetaria e finanziaria 67 - Attività ausiliarie dell'intermediazione finanziaria 70 - Attività immobiliari 71 - Noleggio macchinari 72 – Informatica 73 – Ricerca e sviluppo 74 – Attività imprenditoriali e professionali Totale Attive 8,9 6,3 7,9 8,5 3,5 7,8 33,8 15,3 8,8 8,0 13,2 8,6 42,6 5,5 71,5 2,8 2,8 2,4 2,2 3,2 4,4 10,2 118,2 55,3 1,9 1,6 2,2 3,7 2,7 2,4 3,8 2000 Nate Attive 2,0 1,7 2,1 2,4 1,6 1,8 2,4 2,5 1,8 2,1 2,2 1,7 2,6 1,9 1,7 1,5 1,5 1,2 1,3 1,7 1,4 3,4 1,6 1,7 1,2 1,3 1,2 1,4 1,1 1,3 1,4 9,0 6,3 7,8 8,5 3,5 7,8 33,8 15,6 8,8 8,1 13,2 8,4 40,3 5,6 63,6 2,9 2,8 2,5 2,2 3,4 4,2 12,4 101,5 61,4 1,9 1,6 2,3 3,8 2,4 2,5 3,8 2001 Nate Attive 2,2 1,8 2,3 2,5 1,5 1,7 2,4 2,3 2,0 2,1 2,0 1,7 2,5 1,7 1,9 1,5 1,4 1,2 1,2 1,7 1,4 4,0 4,0 1,7 1,1 1,2 1,3 1,4 1,1 1,3 1,4 9,2 6,4 7,9 8,6 3,6 7,9 34,0 15,7 9,0 8,1 13,5 8,6 39,7 5,8 58,9 2,9 2,9 2,5 2,3 3,5 4,4 12,5 100,8 64,2 1,9 1,5 2,3 4,0 2,3 2,5 3,8 Nate 2,1 1,8 2,2 2,6 1,6 1,8 2,2 2,7 1,9 2,2 2,0 2,4 2,6 1,7 3,3 1,6 1,6 1,4 1,4 1,9 1,7 4,1 2,2 1,8 1,3 1,2 1,3 1,4 1,2 1,3 1,5 2002 Attive Nate 11,3 2,0 6,4 1,8 7,9 2,3 8,6 2,6 3,7 1,6 7,8 1,6 33,6 2,1 15,9 2,5 9,1 1,9 8,0 2,2 13,6 1,9 8,5 1,8 40,2 2,6 5,9 1,8 54,7 2,0 2,9 1,6 3,0 1,4 2,5 1,2 2,3 1,3 3,7 1,9 4,4 1,5 12,1 5,0 95,2 1,4 66,7 2,1 2,0 1,4 1,6 1,2 2,4 1,3 4,2 1,3 2,4 1,1 2,6 1,3 3,9 1,5 Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) Sopravvivenza e crescita La sopravvivenza Se l’informazione su quante imprese vengono create e quante di esse muoiono è importante per approfondire le dinamiche demografiche, l’analisi della sopravvivenza è utile per osservare i primi anni di vita delle imprese, cruciali per il consolidamento di una nuova iniziativa imprenditoriale. Delle 278 mila imprese nate nel 1999, 246 mila continuano ad operare nel secondo anno di attività, circa 213 mila nel terzo e poco più di 188 mila nel quarto. I tassi di sopravvivenza dopo uno, due e tre anni risultano rispettivamente pari all’88,4% , al 76,6% e al 67,8% (Figura 6). Anche il gruppo di imprese nate nel 2000 presenta un tasso di sopravvivenza simile a uno e a due anni dalla nascita (rispettivamente l’88,9% e il 77,7%); quelle nate nel 2001 hanno un tasso di sopravvivenza dopo un anno del 90,2% (Tavola 4). Con riferimento alle imprese nate nel 1999, il macrosettore che presenta tassi di sopravvivenza superiori alla media è quello dell’industria (sia l’industria in senso stretto sia le costruzioni). A un anno dalla nascita le imprese dell’industria in senso stretto che sopravvivono sono l’89,3%, dopo due anni il 79,7% e dopo tre anni il 70,7%. 8 Figura 6 - Tassi di sopravvivenza a uno, due e tre anni delle imprese nate nel 1999 per macrosettori 100,0 90,0 80,0 70,0 60,0 50,0 Industria in s.s. Costruzioni Commercio 1anno 2 anni Altri servizi Totale 3 anni Tavola 4 - Tassi di sopravvivenza a uno, due e tre anni delle imprese nate nel 1999, a uno e due anni delle imprese nate nel 2000 e a un anno delle imprese nate nel 2001 per settore di attività economica – Anni 2000-2002 2000 Settori di attività C – Estrazione prodotti energetici e non energetici DA - Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco DB - Industrie tessili e dell'abbigliamento DC - Industrie conciarie, prodotti in cuoio, pelle e similari DD - Industria del legno e dei prodotti in legno DE – Fabbricz. carta e prodotti di carta; stampa ed editoria DF,DG – Fabbricz. di coke, art. in gomma (petrolchimico) DH – Fabbricz. di articoli in gomma e materie plastiche DI – Fabbricz. di prodotti della lav. minerali non metalliferi DJ – Produz. di metalli e fabbricazione di prodotti in metallo DK- 'Fabbricz. di macchine ed app. meccanici, riparazioni DL – Fabbricz. di macchine elettri., appar. elettriche, ottiche DM – Fabbricazione di mezzi di trasporto DN - Altre industrie manifatturiere E - Energia Industria in senso stretto F- Costruzioni 50 - Commercio, riparazioni, 51 - Commercio all'ingrosso 52 - Commercio al dettaglio Commercio 55 - Alberghi e pubblici esercizi 60,61,62 –Trasporti 63 - Attività ausiliarie dei trasporti 64 - Poste e telecomunicazioni 65,66 - Intermediazione monetaria e finanziaria 67 - Attività ausiliarie dell'intermediazione finanziaria 70 - Attività immobiliari 71 - Noleggio macchinari 72 – Informatica 73 – Ricerca e sviluppo 74 – Attività imprenditoriali e professionali Altri servizi Totale Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) 2001 un anno 85,3 89,0 87,6 88,8 89,0 88,1 87,7 88,9 88,9 90,4 91,1 90,3 89,0 89,9 80,2 89,3 88,4 90,3 84,8 90,3 88,0 88,8 88,6 91,1 83,3 66,2 81,1 88,6 89,9 89,3 86,7 89,3 88,6 88,4 due anni 74,1 78,8 76,7 79,6 79,4 77,7 77,3 81,9 80,0 81,9 82,8 80,1 79,5 81,2 69,8 79,7 79,1 81,2 70,5 79,4 75,7 79,0 76,1 82,5 62,8 58,8 68,4 78,8 77,9 73,8 69,9 74,7 75,4 76,6 9 un anno 91,4 90,3 89,5 89,0 90,1 90,7 82,5 81,6 89,8 90,7 88,3 88,2 82,4 89,2 93,6 89,3 90,1 91,6 85,3 90,8 88,7 91,3 90,9 91,8 87,3 74,0 84,4 89,0 89,6 90,3 85,4 87,7 88,6 88,9 tre anni 65,3 70,8 65,7 69,9 71,1 67,8 69,8 72,6 73,0 72,8 75,3 71,1 70,0 72,2 62,8 70,7 70,0 73,7 61,0 69,9 66,4 69,3 67,0 73,8 49,7 51,8 58,4 72,9 67,7 63,2 58,7 67,8 67,3 67,8 2002 due anni 76,7 80,8 77,5 78,3 79,4 79,0 74,6 71,3 78,6 80,5 78,9 77,0 73,0 79,3 88,8 78,7 77,9 82,5 71,6 79,9 76,8 79,8 79,2 80,7 69,4 58,9 70,1 80,4 78,6 77,2 69,7 78,6 78,1 77,7 un anno 88,5 92,1 91,7 93,5 91,7 91,8 91,4 90,4 91,4 92,1 93,8 90,7 90,7 91,3 82,4 91,8 90,6 91,9 86,6 90,9 89,3 91,6 91,1 92,1 83,7 80,7 80,8 92,0 92,2 90,0 86,6 90,3 90,1 90,2 La maggiore variabilità tra i settori si manifesta già a due anni dalla nascita: quello degli altri servizi presenta il più basso tasso di sopravvivenza (75,4%), che a tre anni dalla nascita subisce un’ulteriore riduzione di 8 punti percentuali. E’ invece il commercio a presentare il tasso più basso nel terzo anno di attività (66,4%). Valori relativamente bassi si registrano per il commercio all’ingrosso (61%), e, all’interno degli altri servizi, per le attività dell’intermediazione finanziaria e delle poste e telecomunicazioni. Nel manifatturiero, escludendo i settori caratterizzati da una bassa numerosità di casi, i tassi di sopravvivenza sono sempre superiori al dato nazionale; in particolare il settore della fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici presenta un tasso di sopravvivenza, dopo tre anni, superiore al 75%. La crescita La dimensione media delle imprese nate nel 1999 e ancora attive dopo tre anni, passa da 1,5 addetti nell’anno di nascita a 2,3 addetti nel 2002; tale valore si avvicina alla dimensione media delle imprese attive. Anche per quanto riguarda la crescita della dimensione media (Figura 7), l’industria in senso stretto presenta un comportamento più virtuoso. Infatti nelle nuove imprese dell’industria in senso stretto, la dimensione media quasi raddoppia in tre anni (da 2 a 3,7 addetti); sensibilmente inferiori sono invece le crescite dimensionali registrate negli altri settori. Figura 7 – Dimensione media delle imprese nate nel 1999 e sopravvissute nel 2002 4,5 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 1999 Totale 2000 Industria s s 2001 Costruzioni 2002 Commercio Servizi Nei primi due anni, il numero di addetti delle imprese nate nel 1999 è aumentato ad un tasso medio del 12-13 %; nel terzo anno la crescita è stata più contenuta (+8%). Tale andamento è attribuibile all’effetto di due componenti (Tavola 5): le imprese che sopravvivono aumentano la loro dimensione, mentre le imprese che cessano l’attività hanno alla nascita una dimensione media molto piccola (1,1 addetti). Le imprese nate nel 1999 e sopravvissute nel 2002 registrano un aumento nel numero di addetti del 52,1%, le imprese che dismettono l’attività ne perdono il 28,8%. Il guadagno occupazionale risulta dal calcolo della variazione del numero di addetti registrata dalle imprese nate nel 1999 e sopravvissute nel 2002; infatti, mentre alla nascita tali imprese occupavano circa 285 mila addetti, dopo tre anni ne occupano 433 mila. Al contrario la perdita di occupazione determinata dalle imprese che non sopravvivono tra il 1999 e il 2002, ha causato la perdita di circa 115 mila addetti. 10 Tavola 5 - Addetti delle imprese nate nel 1999 e di quelle sopravviventi a uno, due e tre anni, addetti guadagnati e persi, per macrosettore di attività (numero e valori percentuali) Industria Costruzioni Settori Commercio Servizi Totale Imprese nate nel 1999 (addetti al 1999) Imprese sopravviventi al 2000 (addetti al 1999) Imprese sopravviventi al 2000 (addetti al 2000) Addetti persi dalle imprese non sopravviventi al 2000 (var. %) Addetti guadagnati dalle imprese sopravviventi al 2000 (var. %) 61.033 56.321 83.654 -7,7 48,5 70.830 63.503 81.625 -10,3 28,5 114.989 102.535 113.980 -10,8 11,2 153.216 138.461 174.413 -9,6 26,0 400.068 360.820 453.672 -9,8 25,7 Imprese sopravviventi al 2001 (addetti al 1999) Imprese sopravviventi al 2001 (addetti al 2001) Addetti persi dalle imprese non sopravviventi al 2001 (var. %) Addetti guadagnati dalle imprese sopravviventi al 2001 (var. %) 51.577 86.851 -15,5 68,4 57.213 79.264 -19,2 38,5 89.896 111.432 -21,8 24,0 121.685 172.353 -20,6 41,6 320.371 449.900 -19,9 40,4 Imprese sopravviventi al 2002 (addetti al 1999) Imprese sopravviventi al 2002 (addetti al 2002) Addetti persi dalle imprese non sopravviventi al 2002 (var. %) Addetti guadagnati dalle imprese sopravviventi al 2002 (var. %) Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) 46.143 84.714 -24,4 83,6 50.209 75.449 -29,1 50,3 79.518 104.247 -30,8 31,1 108.781 168.563 -29,0 55,0 284.651 432.973 -28,8 52,1 La crescita del numero di addetti tra le imprese che sopravvivono è generalizzata in tutti i settori anche se con tassi differenti. L’industria in senso stretto registra i guadagni percentuali maggiori; dopo un anno le imprese ancora operative aumentano gli addetti del 48,5%. Per gli altri settori la crescita è più contenuta: il 28,5% nel settore delle costruzioni, il 26% negli altri servizi e solo dell’11,2% nel commercio. A distanza di due anni, la crescita dimensionale delle imprese che continuano ad operare è più contenuta nei settori del commercio e costruzioni, mentre è più sostenuta per il settore dell’industria in senso stretto (68,4%) e per gli altri servizi (41,6%). Dopo tre anni le differenze nella crescita sono ancora più evidenti: le imprese sopravviventi dell’industria in senso stretto guadagnano l’83,6% di addetti rispetto alla nascita, il settore degli altri servizi il 55%. A livello territoriale (Figura 8), i tassi di sopravvivenza delle imprese nate nel 1999 e ancora operative nel 2002 mostrano il diverso comportamento tra le regioni del Nord e quelle del Centro-sud: in particolare, nel Nord-est e nel Nord-ovest sopravvive il 71 e il 69,2% delle imprese, nel Mezzogiorno il 65,7%. Figura 8 -Tassi di sopravvivenza a tre anni delle imprese nate nel 1999, per ripartizione geografica e macrosettore 76,0 Nord-ovest 74,0 Nord-est Centro 72,0 Sud-isole 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 industria costruzioni commercio 11 servizi totale Nota metodologica Definizioni Imprese attive: definisce l’insieme delle imprese operative da un punto di vista economico (ad esempio hanno utilizzato forza lavoro o realizzato fatturato) durante il periodo di riferimento ossia l’anno. Imprese nate (reali): per nascita di una impresa si intende “ la creazione di una nuova attività i cui fattori produttivi scaturiscono dal nulla ossia dove nessun’altra impresa è coinvolta nell’evento. Sono escluse tutte quelle creazioni dovute a modificazioni strutturali quali fusione, scorporo, etc. o che risultino collegate secondo specifici criteri di continuità ad unità già esistenti”. Imprese cessate (reali): per cessazione di impresa si intende “la dissoluzione di un insieme di fattori produttivi senza che questo evento comporti il coinvolgimento di altre imprese”. Anche per le cessazioni come per le nascite, devono essere escluse le cessazioni per trasformazioni strutturali o, applicando le stesse regole di continuità, per legami con altre imprese esistenti. Sopravvivenza: una impresa nata in t sopravvive in t+1 se essa continua ad essere attiva in t+1 (sopravvivenza senza modificazioni). Inoltre, se l’impresa non è attiva in t+1 essa sopravvive se la sua attività è rilevata da una nuova impresa (entrata) che ha iniziato l’attività in t+1 (sopravvivenza per incorporazione) Tasso di natalità: rapporto tra il numero di imprese nate nell’anno t e la popolazione di imprese attive nell’anno t (in percentuale) Tasso di mortalità: rapporto tra il numero di imprese cessate nell’anno t e la popolazione di imprese attive nell’anno t (in percentuale) Tasso di sopravvivenza al tempo t+n: rapporto tra il numero di imprese nate in t e sopravvissute in t+n e numero di impresa nate in t (in percentuale) Tasso lordo di turnover (di imprese): somma del tasso di natalità e di mortalità Tasso lordo di turnover (di occupazione): somma del tasso di natalità e di mortalità in termini di numero di addetti Tasso netto di turnover (di imprese): differenza del tasso di natalità e di mortalità 12 Metodo di identificazione Il processo identifica le due componenti demografiche pure, le imprese nate reali e le reali cessate. a) Identificazione delle imprese reali nate Step1 – Il processo parte con la determinazione di una serie di popolazioni di imprese attive (file congelati) estratte dall’archivio statistico (ASIA) e relativamente a ciascun anno t. Tali popolazioni vengono abbinate tra loro per chiavi certe (codici impresa) al fine di identificare le popolazioni obiettivo (le entrate e le uscite) e di seguire le singole unità nel tempo. Step2 - Date tre popolazioni successive di imprese attive, Nt, Nt-1 e Nt-2, la prima componente da identificare è l’insieme delle Entrate nell’anno t (Et). Esse rappresentano quel sottoinsieme della popolazione di imprese attive nell’anno t che hanno intrapreso l’attività per la prima volta nell’anno t. Vengono identificate confrontando la popolazione Nt con quella dell’anno precedente (t-1) e con quella di due anni prima (t-2) ricorrendo al matching esatto per codici identificativi. Le Entrate sono quindi le imprese attive al tempo t e non attive in t-1 e in t-2. Il confronto con la popolazione relativa a due anni prima è utile per escludere le imprese riattivate, ossia imprese non attive in t-1 ma attive in t-2. Step 3 –Per identificare all’interno delle Entrate le “reali” nascite è necessario eliminare le creazioni dovute ad eventi diversi da quello della nascita (dal nulla) ossia gli eventi di trasformazione di unità precedentemente esistenti anche se sotto altra forma: fusioni, scissioni, cambi di natura giuridica, successioni ereditarie. Il processo di identificazione delle reali nate consiste nel confrontare le Et con la parte rimanente di popolazione (Nt-Et) utilizzando le informazioni disponibili nel registro statistico e in altre fonti, facendo uso di variabili che identificano le unità (ad esclusione dei codici identificativi o del codice fiscale). Il matching si basa sull’applicazione di regole di continuità tra le unità che per semplicità vengono riassunte nella combinazione di tre variabili identificative date dal nome dell’impresa, indirizzo e codice di attività economica. Ciascuna combinazione di variabili abbinate porta alla identificazione di sottopopolazioni di matching costituite dalle unità che presentano almeno 2 variabili abbinate. Per la definizione di match viene applicato un processo di record linkage che presuppone la standardizzazione di nomi e indirizzi e l’applicazione di opportune regole di agreement/disagreement. La scelta delle unità da considerare abbinate si basa su criteri deterministici. Le sottopopolazioni di matching sono le seguenti: 1- Confronto del settore di attività e della localizzazione: unità entrate che presentano lo stesso codice di attività a 4 cifre e lo stesso indirizzo delle unità nella rimanente popolazione. 2- Confronto del settore di attività e del nome; 3- Confronto del nome e della localizzazione 4- Unità con legami certi provenienti da fonti statistiche e amministrative Per sottrazione di unità, eliminando dalle Entrate quelle unità che appartengono ad almeno una delle sottopopolazioni di matching, si perviene alla identificazione delle imprese reali nate. b) Identificazione delle imprese reali cessate Analogamente al processo di identificazione delle reali nate si procede per quello delle reali cessate. Considerato valido lo step1, si prosegue con il passo successivo. Step2 - Date tre popolazioni successive di imprese attive, Nt, Nt+1 e Nt+2, la prima componente da identificare è l’insieme delle Uscite nell’anno t (Ut). Esse rappresentano quel sottoinsieme della popolazione di imprese attive nell’anno t che hanno svolto un’attività per l’ultima volta nell’anno t. Vengono identificate confrontando la popolazione Nt con quella dell’anno successivo (t+1) e con quella di due anni dopo (t+2) ricorrendo al matching esatto per codici identificativi. Le Uscite sono quindi le imprese attive al tempo t e non attive sia in t+1 e in t+2. Il confronto con la popolazione relativa a due anni dopo è utile per escludere le imprese che possono riattivarsi. Step 3 –Per identificare all’interno delle Uscite le “reali” cessazioni di imprese si prosegue come nei passi precedenti del processo di identificazione delle nate. Una peculiarità dell’insieme delle cessazioni “reali” è quella che occorre conoscere la popolazione di imprese attive di due anni successivi a quello di riferimento implicando la conoscenza anticipata di popolazioni in genere non disponibili. 13 Per costruzione, il confronto tra natalità e cessazione, se riferita ad un determinato anno, può essere effettuato tenendo conto della sovrapposizione dei periodi in cui l’informazione è disponibile. Tenuto conto della modalità di identificazione e nell’ottica di un confronto riferito all’anno, è chiaro che esisterà sempre uno sfasamento temporale tra l’informazione disponibile sui tassi di natalità rispetto a quella sui tassi di mortalità. Per costruzione, infatti, l’informazione su quante unità attive nell’anno cessano durante lo stesso anno è nota solo con un anno di ritardo; tale dato risulta inoltre provvisorio poiché per eliminare i casi di riattivazione dovrà essere noto anche lo stato di attività relativo al tempo t+2. Per tali ragioni, mentre le analisi di natalità coprono il quadriennio 1999-2002 quelle di mortalità coprono il periodo 1999-2001. Il confronto tra natalità e mortalità si riduce solo agli anni per i quali entrambe le variabili sono disponibili:1999, 2000 e 2001. 14