BILANCIO 2012 1 2 BANCA DEL LAVORO E DEL PICCOLO RISPARMIO S.p.A. Società per azioni Registro delle Imprese della CCIAA di Benevento n. 00052430626 Iscritta all’albo della Banca d’Italia n. 1996.8.0 - Cod. ABI 03136 Capitale Sociale: Euro 2.600.000 interamente versato Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia Sede legale e Direzione Generale C.da Roseto snc, 82100 Benevento n. telefono e fax: 0824.320611 / 0824.1810704 email: [email protected] sito internet: www.blpr.it 3 4 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Presidente Gian Raffaele Cotroneo Vice Presidente Giovanni Mastrocinque Consiglieri Nicola Babuscio Fulvio Rillo Francesca Saveria Cotroneo COLLEGIO SINDACALE Presidente Mario Porcaro Sindaci effettivi Mario Vincenzo Calandro Pasquale Gallucci Sindaci supplenti Raffaele Romano Francesco Parente DIREZIONE Direttore Generale Mauro Dinarelli Vice Direttore Generale Giandonato Giannotta SOCIETA’ DI REVISIONE KPMG S.p.A. 5 6 ASSEMBLEA ORDINARIA AVVISO DI CONVOCAZIONE Gli azionisti sono convocati in assemblea ordinaria presso la sede sociale in Benevento alla Contrada Roseto il giorno 25 aprile 2013, alle ore 10.00 in prima convocazione e, occorrendo, il giorno 19 maggio 2013, alle ore 10.00, stesso luogo, in seconda convocazione, per discutere e deliberare sul seguente: ORDINE DEL GIORNO 1. Approvazione del Bilancio chiuso al 31 dicembre 2012 e connesse relazioni del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale, delibere inerenti e conseguenti; 2. Revisione delle politiche di remunerazione ed incentivazione e relative relazioni; 3. Determinazione compenso Consiglio di Amministrazione per l’esercizio 2013. Il Presidente Gian Raffaele Cotroneo Il presente avviso è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 35 del 23 marzo 2013. 7 8 INDICE RELAZIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE SULLA GESTIONE pag. 11 RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE pag. 45 RELAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE Pag. 51 pag. 57 pag. 59 pag. 60 pag. 61 pag. 63 NOTA INTEGRATIVA pag. 65 • Parte A – Politiche contabili pag. 69 • Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale pag. 101 • Parte C – Informazioni sul conto economico pag. 139 • Parte D – Redditività complessiva pag. 159 • Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura pag. 163 • Parte F – Informazioni sul patrimonio pag. 209 • Parte H – Operazioni con parti correlate pag. 219 SCHEMI DI BILANCIO • Stato Patrimoniale • Conto Economico • Prospetto della redditività complessiva • Prospetto delle variazioni del patrimonio netto • Rendiconto finanziario 9 10 RELAZIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE SULLA GESTIONE 11 12 Signori Azionisti, nel 2012 la Banca ha operato in un contesto caratterizzato da un progressivo rallentamento della crescita economica (PIL del’Italia -2,1 nel 2012), dal forte aumento del tasso di disoccupazione (+1,8 rispetto al 2011) ed una forte contrazione della quota di risparmio delle famiglie e della solvibilità delle imprese. In particolare, la dinamica del credito si conferma debole, sia per fattori di offerta che di domanda, e la qualità dei portafogli peggiora in modo significativo. La contenuta capacità di risparmio delle famiglie limita la raccolta, mentre la tensione sui mercati finanziari, sebbene allentata dagli interventi della Banca Centrale Europea (BCE), resta alta. I tassi d’interesse risentono di tali tendenze: diminuiscono i tassi sui prestiti e aumentano quelli sulla raccolta diretta. Il calo della relativa “forbice” (1,7% rispetto al 2,23% di fine 2011), unito alla crescita degli accantonamenti e delle perdite sui crediti, impatta negativamente sui conti economici delle banche. In questo contesto, pur continuando a sostenere con forza l’economia del territorio, la Banca ha deciso di realizzare una particolare selettività nell’erogazione dei finanziamenti ed effettuare una prudente politica di valutazione dei crediti. Le rettifiche per deterioramento di crediti sono state pari a 6.772 migliaia di Euro nel 2012, 7.704 migliaia di Euro nel 2011, rispetto a 1.630 migliaia di Euro del 2010, 1.230 nel 2009, 1.840 nel 2008. La percentuale di copertura dei crediti in sofferenza è pari al 56,9% contro una copertura del 40,5% nel 2010. Per effetto delle svalutazioni sopra descritte, pur in presenza di una crescita del margine di intermediazione del 4,3% rispetto al 2011 si è registrato un risultato economico netto negativo pari 1.952 migliaia di Euro. VOCI 2012 Margine di Intermediazione 2011 Variazioni % 9.627 9.229 4,3% Rettifiche di valore su crediti (6.772) (7.074) -4,3% Utile (Perdita) d’esercizio (1.952) (3.948) -50,6% Al fine di favorire la comprensione dei fattori che hanno determinato la perdita d’esercizio, si fornisce una sintetica esposizione dei dati di Stato Patrimoniale e di Conto Economico al 31 dicembre 2012 (espressi in migliaia di Euro), comparati con i dati dell’esercizio precedente. 13 STATO PATRIMONIALE 2012 Totale dell'attivo 2011 Variazioni % 252.773 231.562 9,2% 38.827 21.582 79,9% Crediti di cassa al netto delle rettifiche di valore 152.962 166.329 -8,0% - di cui crediti verso clientela in bonis 132.108 148.235 -10,9% - di cui crediti in sofferenza 9.193 5.668 62,2% - di cui crediti incagliati 9.753 10.543 -7,5% 25 92 -72,8% - di cui scaduti 1.883 1.791 5,1% Crediti di firma 7.543 6.857 10,0% 39.823 20.887 90,7% 0 2.211 -100,0% Titoli L&R 2.305 2.299 0,3% Immobilizzazioni 8.274 8.459 -2,2% 0 0 - Raccolta globale da clientela 188.675 205.416 -8,1% - di cui diretta 182.050 197.032 -7,6% 6.625 8.384 -21,0% Raccolta da banche 43.683 8.088 440,1% Patrimonio netto ante distribuzione utile 20.027 20.714 -3,3% - di cui capitale sociale 2.600 2.600 0,0% - di cui utile d'esercizio -1.952 -3.948 -50,6% Crediti di cassa verso banche - di cui crediti ristrutturati Titoli AFS Titoli di negoziazione - di cui partecipazioni - di cui indiretta Il patrimonio di vigilanza è pari a 19.601 migliaia di Euro. Il Core Tier 1 è pari al 12,24% ed il Total Capital Ratio al 12,29% è ben al di sopra del requisito minimo del 8% previsto dalla normativa attuale. ALTRI DATI PATRIMONIALI 2012 Patrimonio di Vigilanza 2011 Variazioni % 19.601 21.655 -9,5% Attività di rischio ponderate 159.471 166.275 -4,1% Patrimonio di base/attività di rischio ponderate (Tier 1) 12,24% 12,98% -5,7% Total capital ratio (Tier 3) 12,29% 13,02% -5,6% La perdita dell’esercizio, pari a 1.952 mila Euro, è stata determinata principalmente dalla prudenziale politica di valutazione del portafoglio crediti. Tale valutazione ha tenuto conto delle indicazioni emerse nel corso della verifica ispettiva conclusa il 1° marzo 2013 dalla Banca d’Italia. 14 CONTO ECONOMICO 2012 2011 Variazioni % Margine di interesse 7.231 7.386 -2,1% Margine da commissioni 2.171 1.866 16,3% Margine d'intermediazione 9.627 9.229 4.3% Risultato netto gestione finanziaria 2.855 2.154 32,5% Costi operativi (6.146) (6.971) -11,8% - di cui: spese per il personale (3.675) (3.914) -6,1% Utile ( Perdita) dell'operatività corrente al lordo delle imposte (3.149) (4.816) -34,6% Utile ( Perdita) d’esercizio (1.952) (3.948) -50,6% 0 0 - 0,0% 0,0% - di cui: dividendo Pay out (%) Prima di presentare un’analisi più approfondita dell’andamento dei dati patrimoniali ed economici relativi all’esercizio 2012, si ritiene opportuno delineare il contesto macroeconomico nel quale è stata prodotta la perdita di periodo. SCENARIO MACROECONOMICO DI RIFERIMENTO L’andamento dell’economia nel 2012 Nel 2012, in particolare nella seconda metà dell’anno, l’andamento dell’economia mondiale è stato contenuto. Il commercio internazionale ha registrato una crescita modesta. L’attività economica mondiale ha continuato ad aumentare a un ritmo moderato, caratterizzato da una notevole fragilità ed eterogeneità tra le diverse aree geografiche. Gli indicatori del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese hanno mostrato segnali di miglioramento nell’ultimo trimestre del 2012. Al di fuori dell’area dell’Euro, il clima di fiducia dei consumatori è migliorato in numerose economie avanzate ed emergenti. Contestualmente, l’indice mondiale dei responsabili degli acquisti ha chiuso l’anno in area di espansione (arrivando a 53,7 punti) così come la componente dell’indice mondiale complessivo relativa ai nuovi ordinativi, che è salita in dicembre, portandosi a 52,9 punti, ovvero il livello più alto dei nove mesi precedenti. D’altra parte, gli indicatori anticipatori del ciclo si sono invece stabilizzati su livelli bassi, mettendo in evidenza la debolezza delle condizioni economiche su scala internazionale. L’indicatore anticipatore composito dell’OCSE (che anticipa i punti di svolta dell’attività economica rispetto al trend) è lievemente migliorato nel rilascio di ottobre, continuando a segnalare una stabilizzazione della crescita nell’insieme dei paesi dell’area OCSE più Brasile, Cina, India, Indonesia, Russia e Sudafrica. Gli indicatori relativi ai singoli paesi evidenziano ancora profili divergenti nelle principali economie. Nonostante i segnali positivi, provenienti nell’ultimo trimestre da alcuni paesi emergenti e dagli Stati Uniti, le prospettive di crescita globale nel 2013 e 2014 rimangono molto incerte. L’evoluzione della crisi 15 nell’area dell’Euro, le perduranti tensioni geopolitiche in Medio Oriente e il protrarsi delle difficoltà nella gestione degli squilibri del bilancio pubblico negli Stati Uniti (dove restano rischi sebbene sia stata scongiurata la repentina restrizione all’inizio di quest’anno connessa al cosiddetto fiscal cliff) alimentano i rischi per le prospettive mondiali. Nella zona Euro, la crescita economica si è attestata su valori negativi che hanno portato l’area in piena recessione a partire dal secondo trimestre dell’anno. Gli indicatori basati sulle indagini congiunturali hanno continuato a segnalare la persistente debolezza dell’attività economica, che secondo le attese dovrebbe protrarsi anche nel 2013, per via della bassa spesa per consumi e investimenti anticipata dal grado di fiducia piuttosto basso di consumatori e imprese e dalla moderata domanda esterna. D’altra parte, vari indicatori congiunturali hanno mostrato nell’ultimo trimestre dell’anno una sostanziale stabilizzazione del ciclo, seppure su livelli contenuti, e il clima di fiducia dei mercati finanziari è migliorato sensibilmente. Nella seconda metà del 2013 l’economia dovrebbe iniziare a recuperare gradualmente, quando l’orientamento accomodante della politica monetaria, il netto miglioramento del clima di fiducia nei mercati finanziari e la loro minore frammentazione si trasmetteranno alla domanda interna del settore privato. Il rafforzamento della domanda esterna dovrebbe, a sua volta, sostenere la crescita delle esportazioni. Secondo le previsioni dell’OCSE e di Consensus Economics il 2013 sarà comunque ancora un anno di recessione (-0,1 per cento) per tornare a crescere nel 2014. L’inflazione dell’area, misurata come tasso di variazione annuo dell’indice dei prezzi al consumo, si è collocata al 2,2 per cento in chiusura d’anno, in calo rispetto alla prima metà dell’anno (2,6 per cento ad agosto, 2,7 per cento ad inizio anno). Sulla base dei prezzi correnti dei contratti future per il petrolio, il dato dovrebbe scendere ulteriormente nel 2012, al di sotto del 2 per cento. La politica monetaria della BCE e l’andamento del sistema bancario dell’area Euro. Il Consiglio direttivo della BCE ha ridotto i tassi ufficiali a luglio del 2012, portandoli rispettivamente allo 0,0 per cento (tasso di interesse per i depositi presso la banca centrale), allo 0,75 per cento (tasso di interesse per le operazioni di rifinanziamento principali) e all’1,5 per cento (tasso di interesse per le operazioni di rifinanziamento marginale). A settembre, la BCE ha annunciato la conclusione del programma SMP (programma di acquisto sul secondario di titoli di Stato in vigore da maggio 2010) e l’avvio di un nuovo programma di acquisto di titoli sul mercato secondario, OMT (Outright Monetary Transactions). Le aspettative di un ribasso ulteriore dei tassi hanno spinto i tassi euribor su livelli particolarmente bassi nel corso del 2012 (quello a tre mesi si è attestato allo 0,57 per cento come valore medio annuo ma toccando lo 0,187 come valore puntuale di fine 2012). Il Federal Open Market Committee (FOMC) della Federal Reserve ha continuato a esprimere in diversi momenti dell’anno la propria preoccupazione per la possibilità di una crescita economica non sufficiente a generare un miglioramento durevole delle condizioni nel mercato del lavoro. Ne è seguito un significativo rafforzamento dell’orientamento già accomodante della politica monetaria. Il FOMC ha deciso di continuare ad acquistare titoli del Tesoro a più lungo termine al ritmo di 45 miliardi di dollari statunitensi al mese dopo la conclusione del programma di estensione della scadenza media dei titoli già detenuti (cosiddetto “Operation Twist”) alla fine del 2012 e di proseguire gli acquisti di mutui cartolarizzati (mortgage- 16 backed securities) per 40 miliardi di dollari al mese. Inoltre, è stato mantenuto invariato entro un intervallo compreso fra zero e 0,25 per cento l’obiettivo per il tasso ufficiale sui Federal Funds, specificando che saranno giustificati valori eccezionalmente bassi dello stesso almeno fino a quando la disoccupazione si manterrà al di sopra del 6,5 per cento e l’inflazione a uno-due anni non sarà prevista superiore al 2,5 per cento. L’economia Italiana In Italia, la dinamica negativa del PIL osservata nella prima metà dell’anno (circa -1,0 per cento nei primi due trimestri) ha registrato un rallentamento in chiusura d’anno (-0,2 per cento nel terzo trimestre). La domanda estera netta, che ha sostenuto il prodotto per 0,6 punti percentuali, è migliorata, mentre la domanda interna si è contratta, riflettendo la perdurante debolezza dei consumi delle famiglie e degli investimenti fissi lordi. Secondo le previsioni di Confindustria e FMI, l’Italia sarà in recessione anche nel 2013 (-1,0 per cento) per tornare su un sentiero di crescita positiva nel 2014 (0,7 per cento). L’inflazione, misurata dalla variazione annua dell’indice nazionale dei prezzi al consumo, è gradualmente scesa al 2,3 per cento in dicembre sia per effetto della decelerazione dei prezzi dei prodotti energetici, sia per il venir meno dell’impatto dell’aumento delle imposte indirette nell’autunno del 2011. La produzione industriale ha continuato a ridursi, sebbene a ritmi meno intensi nel complesso della seconda metà del 2012. Tale debolezza dell’attività ha riguardato tutti i principali comparti industriali, particolarmente quello dei beni di consumo durevoli. Le recenti inchieste presso le imprese non prefigurano una ripresa dell’attività industriale nel trimestre in corso. Gli indicatori PMI restano su valori inferiori alla soglia di espansione della produzione, mentre l’indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere si è stabilizzato da alcuni mesi, anche se su livelli modesti. Gli investimenti delle imprese sono scesi a ritmi meno intensi nel terzo trimestre del 2012 rispetto alla prima metà dell’anno (-1,4 per cento su base trimestrale), grazie all’attenuazione del calo della spesa in attrezzature, macchinari, mezzi di trasporto e beni immateriali. L’attività di accumulazione ha risentito soprattutto delle prospettive incerte della domanda e degli ampi e crescenti margini di capacità produttiva inutilizzata. Il tasso di disoccupazione è arrivato a livelli massimi in prospettiva storica all’11,1 per cento (+1,8 per cento rispetto a un anno fa). Il numero di occupati (arrivato a 22,9 milioni) si è ridotto di 37 mila unità su base annua (-0,2 per cento). Il numero dei disoccupati, invece, è sceso marginalmente (2 mila unità) esclusivamente per via del contributo della componente femminile. Ha continuato invece a crescere il tasso di disoccupazione della popolazione compresa tra i 15 e i 24 anni di età (37,1 per cento, +5,0 per cento su base annua). La ricchezza netta delle famiglie, secondo i dati della Banca d’Italia, è scesa del 5,8 per cento nei cinque anni della crisi (di cui uno 0,5 per cento solo nel primo semestre del 2012). Il totale delle attività è calcolato come somma delle componenti reali (abitazioni, terreni, oggetti di valore) e finanziarie. La somma complessiva al netto del debito delle famiglie italiane è attualmente pari a 8 volte il reddito disponibile, un livello ancora piuttosto confortante se confrontato a livello internazionale (nel Regno Unito è pari a 8,2, in Francia a 8,1, in Giappone a 7,8, in Canada a 5,5, negli USA al 5,3). Questo dipende, in realtà, più dal basso 17 livello di indebitamento che da un patrimonio consistente: il debito delle famiglie italiane è pari al 71 per cento del reddito disponibile, contro il 100 per cento di Francia e Germania, il 125 per cento di Stati Uniti e Giappone, il 150 per cento del Canada e il 165 per cento del regno Unito. Un aspetto di cui tenere conto è anche quello della distribuzione del patrimonio. Alla fine del 2010, secondo i dati di Banca d’Italia, la metà delle famiglie deteneva il 9,4 per cento del totale, mentre il 10 per cento più ricco deteneva il 45,9 per cento. Allo stesso tempo, il 2,8 per cento delle famiglie era titolare di una ricchezza negativa (più debiti che proprietà). Nel secondo trimestre del 2012, le compravendite di immobili residenziali sono scese del 23,6 per cento, mentre quelle di uso economico del 24,8 per cento Negli ultimi 12 mesi, oltre la metà delle famiglie ha percepito un peggioramento delle condizioni economiche, in particolare nel Centro-Sud, che si è tradotta in una diminuzione dei consumi e una propensione all’acquisto negativa in tutte le categorie di prodotti. Secondo i dati di Barometro Coop 2012 (Coop Italia), i consumi di generi alimentari in autunno si sono ridotti del 7 per cento, quelli delle Tv del 50 per cento, quelli dei giocattoli del 10/15 per cento. Evoluzione dell’intermediazione creditizia nel sistema bancario italiano Nel corso del 2012 l’offerta di credito ha beneficiato della graduale rimozione dei vincoli di liquidità che gravavano sulle banche italiane, anche grazie alle politiche attuate dall’Eurosistema. L’offerta di finanziamenti è tuttavia ancora frenata dall’elevato rischio percepito dagli intermediari, in relazione agli effetti della recessione sui bilanci delle imprese. I crediti deteriorati sono aumentati in misura significativa. Emergono però segnali positivi: la raccolta al dettaglio è in crescita, le condizioni di liquidità sono migliorate, alcuni intermediari sono tornati a emettere sui mercati all’ingrosso. Il core tier 1 e il total capital ratio dei principali gruppi bancari sono aumentati. In particolare, nel corso dell’anno l’andamento del credito ha risentito della debolezza, sia pure in attenuazione, della domanda da parte di imprese e famiglie – legata alla congiuntura economica sfavorevole e al peggioramento del mercato immobiliare – e di condizioni di offerta ancora tese. Le informazioni qualitative desunte dalle risposte degli intermediari italiani all’indagine trimestrale sul credito bancario (Bank Lending Survey) dello scorso ottobre indicano che nel terzo trimestre del 2012 i criteri di offerta di prestiti alle imprese sono divenuti lievemente più restrittivi, riflettendo un aumento del rischio percepito connesso con il deterioramento delle prospettive dell’attività economica; le inchieste presso le imprese, più recenti, segnalano che negli ultimi mesi le difficoltà di accesso al credito sarebbero rimaste ancora elevate, su livelli inferiori a quelli registrati al picco delle tensioni ma ancora superiori a quelli antecedenti la crisi. A novembre 2012 gli impieghi del sistema bancario presentano un tasso di variazione pari a -1,9 per cento su base d’anno (+1,8 per cento a fine 2011). Nell’ultimo trimestre dell’anno il costo medio dei nuovi prestiti alle imprese è risalito –dopo una lieve flessione registrata nel primo semestre - al 3,6 per cento. L’aumento ha riguardato soprattutto i tassi applicati ai finanziamenti di ammontare superiore a un milione di Euro. Le indicazioni fornite dalle banche nell’ambito dell’indagine trimestrale sul credito bancario suggeriscono che tale rialzo è connesso con il peggioramento 18 della qualità del credito e con le più forti preoccupazioni sulla rischiosità dei prenditori. Il divario tra il costo medio dei finanziamenti alle imprese italiane e a quelle tedesche era pari, a novembre, a 1,4 punti percentuali. Il costo del credito alle famiglie ha invece continuato a flettere lievemente. Con riguardo alla qualità del credito erogato dalle banche italiane, il tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti alle famiglie resta relativamente basso, all’1,4 per cento, come alla fine dello scorso anno. Quello dei prestiti alle imprese ha raggiunto il 3,3 per cento e dovrebbe toccare un picco a metà del 2013, per poi diminuire. Informazioni preliminari indicano che nel bimestre ottobre-novembre l’esposizione complessiva nei confronti dei debitori segnalati per la prima volta in sofferenza è ulteriormente aumentata. La quota dei prestiti alle imprese in temporanea difficoltà (esposizioni incagliate e ristrutturate) sul totale dei finanziamenti al settore è cresciuta di 4 decimi di punto, raggiungendo il 7,9 per cento ad ottobre 2012. In relazione all’attività di funding, le condizioni di raccolta sui mercati all’ingrosso per gli intermediari italiani, anche se non ancora normalizzate, sono lievemente migliorate, beneficiando dell’attenuazione delle tensioni sui mercati del debito sovrano. La crescita dei depositi della clientela residente è rimasta sostenuta nel corso dell’anno. Il costo delle forme di raccolta più stabili si è mantenuto invariato: il tasso di interesse medio applicato ai conti correnti di imprese e famiglie, principale componente della raccolta al dettaglio, si è attestato allo 0,5 per cento a novembre, invariato rispetto ad agosto. Il rendimento corrisposto alle famiglie sui nuovi depositi con durata fino a un anno, molto sensibile alle tensioni sui mercati della raccolta all’ingrosso, è diminuito di un decimo di punto percentuale, al 2,7 per cento. Il rendimento delle nuove emissioni obbligazionarie è sceso di circa un punto percentuale sia per i titoli a tasso fisso (3,3 per cento) sia per quelli a tasso variabile (3,1 per cento). Sul fronte reddituale, le informazioni sull’andamento di conto economico del sistema bancario a settembre 2012 indicano una crescita del 2,5 per cento del margine di interesse. Il margine di intermediazione risulta cresciuto del 6,9 per cento giovando in larga misura dell’aumento dei proventi dell’attività di negoziazione, conseguiti prevalentemente nel primo trimestre. Il risultato di gestione è cresciuto del 21,8 per cento, anche grazie alla riduzione dei costi operativi. Secondo le relazioni trimestrali consolidate dei cinque maggiori gruppi bancari, nei primi nove mesi del 2012 il rendimento del capitale e delle riserve (ROE), espresso su base annua e valutato al netto delle poste straordinarie connesse con le svalutazioni degli avviamenti, è aumentato di circa un punto percentuale rispetto allo stesso periodo del 2011, al 3,3 per cento. Il rafforzamento patrimoniale è continuato nel terzo trimestre del 2012. Alla fine di settembre i coefficienti relativi al patrimonio di base (tier 1 ratio) e al complesso delle risorse patrimoniali (total capital ratio) si sono attestati, rispettivamente, all’11,5 e al 14,3 per cento. Sofferenze bancarie in Italia A fine 2012 le sofferenze lorde sono risultate pari a 125 miliardi di Euro, 3,1 miliardi in più rispetto a novembre e +17,8 miliardi rispetto a fine 2011, segnando un incremento annuo di circa il 16,6% . 19 In rapporto agli impieghi le sofferenze risultano pari al 6,3% a fine 2012 (5,4% un anno prima). Con riguardo alle sofferenze al netto delle svalutazioni, a fine ne 2012 esse sono risultate pari a quasi 64,3 miliardi di Euro,, circa 2,1 miliardi in più rispetto al mese precedente e quasi +12,9 miliardi rispetto a fine 2011 (+25% l’incremento annuo). Il rapporto sofferenze nette/impieghi totali si è collocato al 3,33% 3,33 (2,69% a fine 2011). ANDAMENTO DELLO STATO PATRIMONIALE E DEL CONTO ECONOMICO Dati ed informazioni patrimoniali Relativamente ai due principali aggregati di bilancio, si rileva che: – la raccolta diretta da clientela tela ha registrato un decremento passando dai 197.032 mila Euro al 31 dicembre 2011 ai 182.050 mila Euro al 31 dicembre 2012.. La contrazione ha riguardato essenzialmente i conti correnti con la clientela e i conti intestati agli Enti di tesoreria. – glili impieghi netti verso clientela nel corso dell’esercizio hanno subito un decremento passando da 166.329 mila Euro a 152.962 mila Euro.. Al lordo delle rettifiche di valore su crediti gli impieghi si riducono da 179.067 a 170.559 migliaia di Euro. In termini di composizione, si evidenzia che la raccolta è composta per il 47,1% 47,1 da conti correnti e depositi liberi, per il 14,0% % da depositi vincolati, per l’11,0 % da certificati rtificati di deposito, per il 25,7% 25,7 da obbligazioni e per il 2,2% % da altre operazioni. operazioni Nel 2012 si confermata la buona composizione composizio della raccolta a favore della componente a scadenza (35,2% nel 2008, 37,4% nel 2009 e 38,70% 38,70 nel 2010; 52,2% nel 2011, 50,7 nel 2012) con una contrazione della sua concentrazione. concentrazione DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DELLA RACCOLTA DA CLIENTELA Altri debiti 2,2% Obbligazioni 25,7% Conti correnti e depositi liberi 47,1% Cert. di deposito 11,0% Depositi vincolati 14,0% Grafico rafico 1: distribuzione percentuale della raccolta. Per quanto attiene gli impieghi, impieghi il grafico sottostante evidenzia il trend degli d ultimi esercizi (cfr. Grafico 2). 20 ( i n migliaia) TREND DEGLI IMPIEGHI 170.000 150.000 130.000 110.000 90.000 70.000 50.000 30.000 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 (anni) Grafico 2: andamento degli impieghi, ultimi dieci anni. A livello di composizione, si osserva che gli impieghi netti verso clientela sono costituiti per il 24,6% da conti correnti, per il 14,0% % da fidi autoliquidanti, per il 50,3% da mutui, per il 6,9% % da prestiti personali e per il 4,2% % da altre operazioni (cfr. Grafico 3). DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DEGLI IMPIEGHI altre operazioni 4,2% prestiti personali 6,9% conti correnti 24,6% fidi autoliquidanti 14,0% mutui 50,3% Grafico 3: distribuzione percentuale degli impieghi Il rapporto tra impieghi e depositi (cfr. Grafico 4) pari a 84,03%, è rimasto sostanzialmente invariato rispetto allo scorso esercizio, quando era risultato pari ll’84,4%. 21 RAPPORTO IMPIEGHI / DEPOSITI ( percentuale ) 90 80 70 60 50 40 30 20 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 ( anni ) Grafico 4:: andamento del rapporto impieghi/depositi, ultimi dieci anni. I crediti per cassa verso banche sono aumentati di 17.245 mila Euro,, raggiungendo l’ammontare di 38.827 mila Euro. Glili investimenti finanziari sono aumentati da 25.397 mila Euro al 31 dicembre 2011 20 a 42.128 mila Euro al termine dell’esercizio 2012,, essi sono così suddivisi per portafoglio di appartenenza: – 39.823 mila Euro sono iscritti tra le attività finanziarie disponibili per la vendita; – 2.305 mila Euro sono iscritti tra i crediti verso banche; La maggiore liquidità e l’aumento degli investimenti finanziari derivano dalla partecipazione indiretta della Banca per il tramite di ICCREA Banca SpA all’asta BCE a 36 mesi (01 01 marzo 2012-26 2012 febbraio 2015) attraverso l’ottenimento di finanziamenti garantiti da titoli (“collateral”) per l’importo di 43,5 4 milioni di Euro. Qualità del credito La tabella seguente espone i crediti lordi verso clientela in base alla classificazione introdotta dalla Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 della Banca d’Italia ed il peso relativo sul portafoglio. 2012 VOCI 2011 IMPORTO PESO % IMPORTO PESO % CREDITI IN SOFFERENZA 21.329 12,5% 14.878 8,3% CREDITI INCAGLIATI 13.194 7,7% 12.798 7,1% 28 1,2% 98 0,1% 1.980 0,0% 1.854 1,0% CREDITI RISTRUTTURATI CREDITI SCADUTI 22 CREDITI IN BONIS 134.028 TOTALE CREDITI 170.559 78,6% 149.440 83,5% 100,00% 179.068 100,0% La tabella seguente espone i crediti verso clientela al netto delle rettifiche di valore in base alla classificazione introdotta dalla Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 della Banca d’Italia ed il peso relativo sul portafoglio. 2012 VOCI IMPORTO 2011 PESO % IMPORTO PESO % CREDITI IN SOFFERENZA 9.193 6,0% 5.668 3,4% CREDITI INCAGLIATI 9.753 6,4% 10.543 6,3% 25 0,0% 92 0,1% CREDITI SCADUTI 1.883 1,2% 1.791 1,1% CREDITI IN BONIS 132.108 86,4% 148.235 89,1% 152.962 100,0% 166.329 100,0% CREDITI RISTRUTTURATI TOTALE CREDITI La tabella seguente evidenzia l’esposizione lorda dei crediti deteriorati, le rettifiche di valore analitiche, l’esposizione netta e le relative percentuali di copertura. CREDITI DETERIORATI Esposizione lorda Rettifiche di valore Esposizione netta Percentuale copertura SOFFERENZE 21.329 12.136 9.193 56,90% INCAGLI 13.194 3.441 9.753 26,08% 28 3 25 10,71% 1.980 97 1.883 4,90% 36.531 15.677 20.854 42,91% ESPOSIZIONI RISTRUTTURATE ESPOSIZIONI SCADUTE TOTALE La dinamica dei crediti dubbi è rappresentata in modo analitico nella nota integrativa. Derivati di copertura La Banca detiene crediti verso la clientela oggetto di copertura specifica del “rischio tasso di interesse” per un importo di debito residuo complessivo pari a 2.373 migliaia di Euro. L’importo è costituito da numero 15 mutui a tasso fisso coperti da contratti derivati finanziari stipulati con controparte Iccrea Banca Spa. Alla data di riferimento del bilancio i derivati di copertura presentano un fair value negativo pari a 557 migliaia di Euro esposto nel passivo dello stato patrimoniale. 23 Patrimonio netto e di Vigilanza Se il bilancio sarà approvato, il patrimonio patrimo della Banca sarà pari a 20.027 mila Euro (cfr. Grafico 5). Il “Total capital ratio”, ”, inteso quale rapporto tra il patrimonio di vigilanza e le attività di rischio ponderate sarà pari al 12,29% % e risulterà essere significativamente superiore all’8% richiesto dalla normativa di vigilanza. ( i n migliaia) ANDAMENTO DEL PATRIMONIO DI VIGILANZA 25.000 20.000 15.000 10.000 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 (anni) 5 andamento del patrimonio, ultimi dieci anni. Grafico 5: Per quanto concerne la composizione e l’entità del patrimonio di vigilanza, si fa rinvio a quanto illustrato nell’apposita sezione della Nota Integrativa (cfr. “Parte F – Informazioni sul patrimonio”). Le nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche (Basilea 2 – Circolare di Banca d’Italia n.263/06) disciplinano gli aspetti cui la Banca si deve attenere; in particolare: – il primo pilastro definisce un nuovo sistema di requisiti patrimoniali minimi per i rischi di credito/controparte, per i rischi di mercato e per i rischi operativi; – il secondo pilastro prevede un processo di supervisione da parte delle Autorità di Vigilanza, finalizzato ad assicurare che le banche si dotino di adeguati sistemi di monitoraggio e misurazione dei rischi e che sviluppino viluppino altresì strategie e procedure di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale; – il terzo pilastro concerne l’informazione al pubblico e la disciplina per la diffusione di informazioni trasparenti e standardizzate al mercato sull’adeguatezza patrimoniale patrimoniale e sui rischi. Per quanto riguarda gli adempimenti previsti dalla disciplina del Terzo pilastro, il documento di informativa al pubblico sarà pubblicato sul sito Internet della Banca all’indirizzo www.blpr.it. www.blpr.it 24 Dati ed informazioni economiche MARGINE DA INTERESSI (in migliaia di Euro) 2012 MARGINE INTERESSI DA CLIENTELA MARGINE DA INTERESSI – BANCHE MARGINE DA INTERESSI – DA INVESTIMENTI FINANZIARI MARGINE DERIVATI DI COPERTURA T O T A L E 2011 Var % 5.204 6.410 -18,8% 871 405 115,1% 1.255 650 93,1% (99) (79) 25,3% 7.231 7.386 -2,1% La diminuzione del 18,8% del margine di interessi da clientela è attribuibile principalmente alla contrazione dei crediti in bonis verso clientela e dall’andamento della forbice dei tassi di interessi determinata soprattutto dall'andamento dell'euribor che ha inciso fortemente anche sul margine dei derivati di copertura. Minore l’effetto connesso alla variazione delle masse amministrate. Il forte incremento del margine di interesse da Banche e da Investimenti finanziari derivano dall’impiego in titoli e depositi presso altri istituti bancari della liquidità ottenuta dalla partecipazione indiretta della Banca all’asta BCE a 36 mesi (01 marzo 2012-26 febbraio 2015). Tale operazione, come precedentemente riportato, è stata perfezionata attraverso l’ottenimento di finanziamenti garantititi da titoli, remunerati alla controparte (ICCREA) alle medesime condizioni praticate dalla BCE con l’aggiunta di uno spread di circa 4 basis point. Il grafico seguente mostra l’andamento degli interessi attivi e passivi negli ultimi 10 anni: ANDAMENTO DEGLI INTERESSI ATTIVI E PASSIVI 18.000 16.000 (inmigliaia) 14.000 12.000 10.000 8.000 6.000 4.000 2.000 0 03 04 05 06 07 08 09 10 (anni) Interessi passivi Interessi attivi Grafico 6: andamento degli interessi attivi e passivi, ultimi dieci anni. 25 11 12 MARGINE DA SERVIZI (in migliaia di Euro) 2012 2011 Var. % COMMISSIONI ATTIVE 2.647 2.121 24,8% COMMISSIONI PASSIVE (476) (255) 86,7% 2.171 1.866 16,3% T O T A L E Il margine da servizi si incrementa del 16,3% rispetto all’esercizio precedente ed è relativo al saldo fra commissioni attive e commissioni passive. L’andamento positivo del margine è dovuto principalmente al trend positivo della componente commissionale relativa ai principali servizi bancari a seguito della revisione della politica di pricing. L’incremento delle commissioni passive è da ricondurre alle commissioni pagate per l’ottenimento della garanzia di Stato sull’emissione di un prestito obbligazionario dell’importo di 20 milioni. L’ottenimento della garanzia di Stato si è reso opportuno al fine di utilizzare tale titolo, in accordo con le previsioni della normativa di vigilanza, come “collateral” nell’operazione di rifinanziamento indiretto presso la BCE. MARGINE D’INTERMEDIAZIONE (in migliaia di Euro) 2012 2011 Var. % MARGINE DA INTERESSI 7.231 7.386 (2,1%) MARGINE DA COMMISSIONI 2.171 1.866 16,3% DIVIDENDI 2 2 0,0% RISULTATO DELL'ATTIVITA' DI NEGOZIAZIONE 60 (2) n.s. RISULTATO DELL'ATTIVITA' DI COPERTURA (3) (28) n.s. 167 5 3.240,0% 9.627 9.229 4,3% UTILE (PERDITA) DA CESSIONE/RIACQUISTO T O T A L E Il margine di intermediazione ha risentito positivamente oltre che dell’incremento del margine da servizi anche degli utili della gestione finanziaria, in particolare nell’esercizio sono state registrati: – utili relativi al portafoglio di negoziazione pari a 54 mila Euro; – utili di negoziazione su valuta per 6 mila Euro; – utili da cessione di titoli classificati nel portafoglio AFS e riacquisto di obbligazioni proprie pari rispettivamente a 149 mila Euro e 18 mila Euro. 26 Si segnala inoltre che i titoli del portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita” (AFS) al 31 dicembre presentavano plusvalenze positive da valutazione (non realizzate) derivanti dai positivi corsi di mercato, per circa 373 mila Euro al netto dell’effetto fiscale. Tale importo è stato rilevato nelle Riserve da Valutazione dello stato patrimoniale, al 31 dicembre 2011 la stessa riserva risultava negativa di per 1.027 mila Euro al netto dell’effetto fiscale. La variazione delle riserve è rilevata nel prospetto della redditività complessiva. RISULTATO NETTO DELLA GESTIONE FINANZIARIA (in migliaia di Euro) 2012 2011 Var. % MARGINE DI INTERMEDIAZIONE 9.627 9.229 4,3% RETIFICHE/RIPRESE DI VALORE (6.772) (7.074) -4,3% 2.855 2.154 32,5% T O T A L E Le rettifiche di valore su crediti, pari a 6.772 mila Euro, si riducono del 4,3% rispetto all’esercizio precedente. L’andamento di tale voce è dovuto da un lato al deterioramento della qualità del portafoglio crediti, acuito dalla difficile situazione economica nazionale e del territorio, e dall’altro lato all’atteggiamento di prudente valutazione da parte della Banca, in linea con quanto effettuato per l’esercizio precedente. Le rettifiche dell’esercizio 2012 sono da imputare per 642 mila Euro a cancellazioni, per 2.351 mila Euro a rettifiche analitiche nette da valutazione su crediti classificati a sofferenze, per 3.066 mila Euro a rettifiche analitiche nette da valutazione su altri crediti deteriorati, per 713 mila Euro a svalutazioni su crediti in bonis, di cui 308 mila Euro relativi a svalutazioni collettive e 406 mila Euro relativi a svalutazioni analitiche su specifiche posizioni. Per effetto delle rettifiche di valore su crediti, il risultato netto della gestione finanziaria è pari a 2.855 mila Euro (+32,5% rispetto all’esercizio precedente). COSTI OPERATIVI (in migliaia di Euro) 2012 2011 Var. % COSTI DEL PERSONALE (3.675) (3.914) -6,1% ALTRE SPESE AMMINISTRATIVE (2.992) (2.858) 4,7% ACCANTONAMENTI AI FONDI PER RISCHI ED ONERI (156) (215) -27,4% AMMORTAMENTI (367) (383) -4,2% ALTRI ONERI/PROVENTI DI GESTIONE 1.044 400 161,0% (6.146) (6.971) -11,8% T O T A L E 27 La tabella sopra riportata evidenzia che i costi operativi hanno registrato un decremento del 11,8%, passando da 6.971 mila Euro del 2011 a 6.146 mila Euro del 2012. Il costo del personale ha registrato di riduzione per effetto dovuta principalmente al minor accantonamento per ferie maturate e non godute e alla riduzione di compensi delle risorse utilizzate come collaboratori, alla variazione dell’organico del personale con l’uscita di un dirigente avvenuta nel terzo trimestre 2011. Le spese per formazione si incrementano rispetto all’esercizio precedente e sono pari a 81 mila Euro. Le altre spese amministrative si incrementano nel 2012 per effetto delle “Spese per Ricerche e Studi” pari a 363 mila Euro, non sostenute nell’anno precedente. Tale iniziativa, commentata nei paragrafi successivi, ha beneficiato di un contributo sotto forma di credito di imposta pari al 90% (al netto dell’IVA) dei costi sostenuti. Il recupero realizzato (non tassabile ai fini della determinazione del reddito d’impresa) è pari a 270 mila Euro ed è stato contabilizzato negli altri proventi di gestione. Al netto di tale voce di costo straordinaria le spese amministrative avrebbero registrato una contrazione dell’8%. Fra le altre voci delle spese amministrative si segnalano i seguenti andamenti significativi: – spese per tributi locali segnano un incremento dovuto principalmente all’imposta sugli immobili (IMU) che si è rivelata più onerosa della precedente ICI. – le spese relative al recupero crediti registrano una riduzione dovuta alle nuove convenzioni stipulate nell’esercizio precedente. – le spese per pubblicità e rappresentanza servizio corriere registrano una riduzione dovuta alla politica di contenimento dei costi intrapresa dalla Banca. Come riportato nei paragrafi successivi nonostante tale contenimento delle spese la Banca ha mantenuto una costante visibilità sul territorio per mezzo di mirate attività di promozione. Nel 2012 sono stati effettuati accantonamenti al Fondo rischi ed oneri per complessivi 156 mila Euro principalmente a fronte di controversie legali e di una controversia di carattere tributario. Tale accantonamento esprime la migliore valutazione della direzione per i rischi derivanti da tali controversie. Si segnala inoltre che la voce beneficia della positiva conclusione di una controversia per la quale era previsto un accantonamento nello scorso anno rivelatosi eccedente. Gli altri proventi di gestione evidenziano una notevole crescita di oltre il 160%, passando da 400 mila Euro del 2011 a 1.044 mila Euro del 2012. La variazione è dovuta principalmente alla rilevazione del citato credito d’imposta sul progetto di ricerca “multibanca” realizzato con l’Università del Sannio per 270 mila Euro. La voce inoltre ha beneficiato dei proventi derivanti dalla commissione di istruttoria veloce per 165 mila Euro, e dalla rilevazione della quota interessi su un credito vantato nei confronti dell’Agenzia delle Entrate per 139 mila Euro, tale credito, la cui quota capitale è rilevata nella voce imposte, è stato rilevato in seguito alla pronuncia favorevole alla Banca della Corte di Cassazione del 04 ottobre 2012. 28 UTILE DELLA OPERATIVITA' CORRENTE AL LORDO DELLE IMPOSTE (in migliaia di Euro) 2012 RISULTATO NETTO DELLA GESTIONE FINANZIARIA COSTI OPERATIVI UTILE/PERDITE INVESTIMENTI DA CESSIONE DI T O T A L E 2011 Var. % 2.855 2.154 32,5% (6.146) (6.971) -11,8% 142 0 0,0% (3.149) (4.816) -34,6% L’effetto congiunto dei fenomeni sopra illustrati determina una perdita dell’operatività corrente al lordo delle imposte pari a 3.149 mila Euro. Gli utili da cessione di investimenti pari a 142 mila Euro si riferiscono alle plusvalenze realizzate a seguito della vendita di numero tre appartamenti e relativi box auto perfezionate nel mese di dicembre 2012. UTILE DI ESERCIZIO (in migliaia di Euro) UTILE (PERDITA) DELLA OPERATIVITA' CORRENTE AL LORDO DELLE IMPOSTE IMPOSTE T O T A L E Var. % 2012 2011 (3.149) (4.816) 1.197 868 37,9% (1.952) (3.948) -50,6% -34,6% Per effetto delle imposte, la perdita di esercizio si attesta a 1.952 mila Euro. Le imposte dell’esercizio presentano un saldo positivo di circa 1.197 mila Euro in aumento rispetto all’esercizio precedente del 37,9 %, si segnala come la voce ha beneficiato nell’esercizio della rilevazione del credito verso l’Agenzia delle Entrate per maggiori imposte versate negli esercizi precedenti per 455 mila Euro e della rilevazione del credito per mancata deduzione dell’IRAP sull’IRES per il periodo 2007-2011 per 178 mila Euro. Principali indicatori di bilancio L’analisi dei principali indicatori di bilancio evidenza la minore incidenza dei costi operativi e delle spese amministrative sul margine di intermediazione, viceversa, per effetto della perdita di periodo e della crescita dei crediti deteriorati, è peggiorata l’incidenza del patrimonio sul totale attivo e delle sofferenze nette sul patrimonio. 29 INDICI DI REDDITIVITA' 2012 2011 Var. % COSTI OPERATIVI/ MARGINE DI INTERMEDIAZIONE 63,84% 75,53% -15,5% MARGINE DÌ INTERESSE / MARGINE DI INTERMEDIAZIONE 75,11% 80,03% -6,1% 2,86% 3,19% -10,3% 3,81% 3,99% -4,4% MARGINE DI INTERESSE / TOTALE ATTIVO MARGINE DI INTERMEDIAZIONE / TOTALE ATTIVO INDICI DI STRUTTURA 2012 PATRIMONIO NETTO/TOTALE ATTIVO 2011 Var. % 7,92% 8,95% -11,4% RACCOLTA DIRETTA/TOTALE ATTIVO 72,02% 85,09% -15,4% IMPIEGHI NETTI SU CLIENTELA/TOTALE ATTIVO 60,51% 71,83% -15,8% INDICI DI RISCHIOSITA' 2012 SOFFERENZE NETTE/CREDITI VERSO CLIENTELA NETTI SOFFERENZE NETTE/PATRIMONIO NETTO INDICI DI EFFICIENZA 3,41% 76,4% 45,90% 27,36% 67,8% 69,25% 30 Var. % 6,01% 2012 SPESE AMMINISTRATIVE / MARGINE DI INTERMEDIAZIONE 2011 2011 72,72% Var. % -5,6% ASSETTO GOVERNO SOCIETARIO La circolare della Banca d’Italia del 4 marzo 2008 in tema di “Disposizioni di vigilanza in materia di organizzazione e governo societario delle Banche”, ha richiesto a tutte le banche, diverse della BCC che adottano lo statuto tipo predisposto dalla propria associazione di categoria e vagliato dalla Banca d’Italia, di predisporre entro il 30 giugno 2009 un progetto di governo societario illustrativo degli assetti statutari e di organizzazione interna. Tale progetto è analizzato annualmente dal Consiglio di Amministrazione al fine di verificare la necessità di apportare eventuali correttivi. La Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio S.p.A. adotta un sistema di amministrazione e di controllo “tradizionale” ai sensi degli artt. 2380 bis e seguenti del Codice Civile. L’analisi condotta, in merito al modello di governo societario più idoneo ad assicurare l’efficienza della gestione e l’efficacia dei controlli, ha portato il Consiglio di Amministrazione a confermare la scelta del sistema “tradizionale” sia in considerazione della dimostrata capacità di tale modello di accompagnare la Banca nella sua lunga storia, sia in quanto ritenuto, in considerazione delle caratteristiche dimensionali e del contesto operativo di riferimento, come il modello maggiormente rispondente alle esigenze attuali e future di governance della Banca. In applicazione delle previsioni di vigilanza gli organi sociali hanno proceduto alla definizione: – delle “Politiche di remunerazione e incentivazione”. Nel corso dell’Assemblea di approvazione del bilancio relativo all’esercizio 2008, l’Organo Assembleare ha approvato le politiche in tema di remunerazione e incentivazione ai componenti del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale, del Direttore Generale, dei Dirigenti, di tutto il personale e dei collaboratori non legati da rapporto di lavoro subordinato. Il documento è stato oggetto di revisione nelle successive Assemblee in sede di approvazione del bilancio; – del “Regolamento del Consiglio di Amministrazione”, che, ad integrazione delle disposizioni Statutarie, definisce tra l’altro: le regole di composizione del Consiglio di Amministrazione, con particolare riferimento alla definizione dei requisiti che debbono possedere gli Amministratori non esecutivi e gli Amministratori indipendenti; le modalità di convocazione delle riunioni, di formazione dell’ordine del giorno e di disponibilità ex ante ed ex post della documentazione; le maggioranze costitutive e deliberative necessarie; – del “Regolamento del Collegio Sindacale”, che, ad integrazione delle disposizioni Statutarie, definisce tra l’altro i requisiti per l’accettazione dell’incarico e la verifica periodica della permanenza di tali requisiti, i doveri del Collegio Sindacale e le modalità di formalizzazione del processo decisionale; – il “Regolamento Parti Correlate” adottato dal Consiglio di Amministrazione in attuazione delle disposizioni in materia di attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati, di cui al Titolo V, Capitolo 5, della Circolare Banca d’Italia 27 Dicembre 2006, n. 263 come modificato con interventi successivi. Obiettivo delle menzionate disposizioni è presidiare il rischio che la vicinanza di taluni soggetti ai centri decisionali della Banca possa compromettere l’oggettività e l’imparzialità delle decisioni relative alla concessione di finanziamenti e ad altre transazioni nei confronti dei medesimi 31 soggetti, con possibili distorsioni nel processo di allocazione delle risorse, esposizione della Banca a rischi non adeguatamente misurati o presidiati, nonché potenziali danni per depositanti ed azionisti. In conformità a quanto previsto dalla Circolare 263, la Banca ha inteso disciplinare i limiti prudenziali e le procedure deliberative applicabili, rispettivamente, all’assunzione di attività di rischio e all’esecuzione di operazioni nei confronti dei soggetti collegati. I regolamenti sopra descritti prevedono che il Consiglio di Amministrazione, sulla base delle informazioni ricevute dagli Amministratori, rilevi annualmente e renda noto nella relazione al Bilancio le cariche di Amministratore o di Sindaco ricoperte dai Consiglieri in altre società. ESECUTIVO/ NON ESECUTIVO INDIPENDENTE AI SENSI REGOLAMENTO CDA % PRESENZE CDA NEL 2012 ALTRI INCARICHI NOMINATIVO CARICA IN CARICA DAL: Gian Raffaele Cotroneo Presidente 12/04/07 Non esecutivo 100% 3 Giovanni Mastrocinque Vice Presidente 13/07/01 Non esecutivo 96% 1 Fulvio Rillo Consigliere 25/04/02 Non esecutivo Nicola Babuscio Consigliere 13/07/01 Non esecutivo Francesca Saveria Cotroneo Consigliere 25/05/09 Non esecutivo X 85% 3 100% 2 96% 2 Il Consiglio di Amministrazione ha, inoltre, valutato positivamente la presenza del requisito di indipendenza in capo all’Amministratore Dott. Nicola Babuscio in data 14 marzo 2012 e in data 15 marzo 2013. STRUTTURA ORGANIZZATIVA E RISORSE UMANE Il modello organizzativo Il modello organizzativo attualmente vigente, coerente a quanto descritto nel paragrafo precedente in tema di governo societario, prevede: – la netta separazione tra l’attività di supervisione strategica attribuita al Consiglio di Amministrazione e di gestione attribuita al Direttore Generale; – l’individuazione di due Direzioni, la Direzione Affari dalla quale dipendono la funzione Fidi e le Filiali e la Direzione Sviluppo dalla quale dipendono la Funzione Finanza, la Funzione Tesoreria Enti e i Referenti Commerciali; – che le funzioni di supporto operativo e di controllo dipendano direttamente dalla Direzione Generale; – la presenza della Funzione di Internal Audit che riportata direttamente al Consiglio di Amministrazione. Il modello organizzativo adottato è rappresentato graficamente dall’organigramma seguente: 32 Collegio Sindacale CdA Direzione Generale Risk Office Amministrazione & Controllo Internal Audit Comitati di Direzione Affari Legali Acquisti & Servizi Generali Sistemi Informativi Organizzazione & Coordinamento Servizi Operativi Accentrati Fidi Direzione Affari Filiali Direzione Sviluppo Addetti Finanza Tesoreria Enti 33 Referenti Commerciali Nel corso dell’esercizio è continuata l’attività di aggiornamento della regolamentazione aziendale, sia al fine di realizzare la necessaria manutenzione sia al fine di definire migliori standard organizzativi e di gestione dei rischi. La regolamentazione della Banca è costituita dal Codice Etico, dal Piano Strategico, dalla Mappa dei Rischi, dalla Policy di gestione dei Rischi, dal Regolamento aziendale, dal Regolamento del processo di gestione del credito, dal Regolamento del processo finanza, dal Regolamento della funzione di Internal Audit, dal Regolamento del processo di Conformità, dal Modello ai sensi del D. Lgs. 231 del 2001, dal Piano di continuità operativa, dal Regolamento MIFID, dal Regolamento I.C.A.A.P., dal Documento Programmatico sulla Sicurezza, dai regolamenti in materia di privacy, trasparenza, videosorveglianza, antiriciclaggio e segnalazione operazioni sospette e, infine, da circolari emanate con riferimento a vari temi operativi. Nel corso dell’esercizio si è, inoltre, proceduto alla revisione dei processi di lavoro e adeguamento della normativa con particolare riferimento al Regolamento Interno, ai regolamenti del processo Finanza, in materia di contrasto ai fenomeni di riciclaggio e usura e del processo di continuità operativa. Piano Strategico e pianificazione operativa Nel corso dell’esercizio è stato approvato il Piano Strategico triennale 2012-2014. Il Documento è suddiviso in tre parti articolate in capitoli: – la prima parte nella quale è svolta l’analisi del contesto economico nel quale la Banca opera ed è descritta la situazione attuale; – la seconda parte illustra le scelte strategiche della Banca per il periodo 2012-2014, in termini di: politica commerciale, che definisce gli obiettivi di sviluppo del mercato, della clientela, dei prodotti e servizi e la loro modalità di conseguimento; politica organizzativa, che definisce gli strumenti operativi, in termini di struttura organizzativa, organico, sistemi gestionali, risorse tecnologiche, politiche di comunicazione che rendono fattibile, efficace ed efficiente l’attuazione degli obiettivi strategici; – la terza parte traduce i definiti obiettivi qualitativi triennali in obiettivi economici, finanziari e patrimoniali annuali. L’attività di pianificazione operativa costituisce la logica prosecuzione dell’attività di pianificazione strategica e si colloca in posizione intermedia tra quest’ultima e l’attività di controllo di gestione. In tale contesto, le indicazioni contenute nei primi due capitoli del piano strategico (in termini di obiettivi strategici ed interventi realizzativi) sono tradotte in un budget di periodo attraverso la formalizzazione di un dettagliato programma di attività orientato al raggiungimento degli obiettivi di breve termine. La predisposizione del Piano Strategico triennale ha richiesto la preliminare definizione della Mappa dei rischi Aziendali, che descrive i rischi che potrebbero ostacolare o limitare la Banca nel pieno raggiungimento dei propri obiettivi strategici; rischi che sono stati sottoposti a misurazione o valutazione al fine di definire un modello condiviso a livello aziendale. 34 Policy gestione dei rischi e compiti del Risk office Il Consiglio ha proceduto alla revisione della Policy di gestione dei rischi. Tale documento descrive le modalità con le quali la Banca gestisce i rischi al proprio interno, presentando sia il framework di riferimento (individuazione degli eventi, valutazione del rischio e risposta al rischio), sia gli elementi essenziali per la relativa gestione, per i quali il parametro di riferimento è costituito dalla definizione della propensione al rischio. Il documento è composto da due distinte sezioni: schema di riferimento del processo di gestione dei rischi e modalità di gestione dei rischi. La prima sezione definisce l’approccio metodologico che la Banca adotta per gestire i rischi. Tale approccio è in linea con le best practice internazionali, rifacendosi al modello dell’Enterprise Risk Management (E.R.M.) presentato dallo Sponsoring Organizations of the Treadway Commission (Co.S.O.); esso è stato integrato con l’introduzione di una fase propedeutica costituita dalla definizione della propensione al rischio (Risk Appetite). La seconda contiene, invece, le modalità con le quali la Banca misura e gestisce ogni singolo rischio di primo e secondo pilastro, in linea con le Disposizioni di Vigilanza Prudenziale. Vengono indicate le modalità con le quali la Banca identifica e valuta ciascun rischio: partendo dall’enunciazione della soglia di propensione al rischio, fissata dal Consiglio di Amministrazione, il processo di gestione si sviluppa con la misurazione o la valutazione del rischio, per concludersi con l’identificazione delle azioni da intraprendere per mitigarne gli effetti, ovvero le cosiddette “risposte al rischio”. Per i rischi principali si è ritenuto opportuno affiancare ad una prima modalità di gestione, definita “Regolamentare” in quanto basata sulle indicazioni della Circolare 263 del 27 dicembre 2006 della Banca d’Italia, per le banche di Classe 3 (in particolare per quanto riguarda le metriche di misurazione), un secondo approccio, definito “Gestionale interno”. Questo ha avuto lo scopo di consentire alle diverse funzioni coinvolte di misurare – e quindi di gestire – i rischi in maniera più puntuale, mediante l’utilizzo di strumentazioni e metriche più raffinate o maggiormente integrate nella cultura aziendale. Si precisa comunque che tali metodologie non concorrono alla quantificazione del capitale interno, grandezza che viene determinata secondo l’approccio “Regolamentare”. Al riguardo si sottolinea che nel corso dell’esercizio sono stati ulteriormente aumentato il perimetro di responsabilità dell’Unità Organizzativa Risk Office incaricata di svolgere tutti i controlli di II livello in modo da garantire la massima separazione dalle strutture operative e al contempo la massima efficienza e efficacia dei controlli grazie ad una metodologia omogenea e alla minimizzazione del rischio che aree operative non vengano presidiate o si realizzino sovrapposizioni di controlli. In particolare ‘Unità Organizzativa Risk Office è incaricata di svolgere: – controlli sulla gestione dei rischi (Funzione Risk Management): con il compito di definire le metodologie di misurazione dei rischi, di verificare il rispetto dei limiti assegnati alle varie funzioni operative e di controllare la coerenza dell’operatività delle singole aree produttive con gli obiettivi di rischio/rendimento, quantificando il grado di esposizione ai rischi e gli eventuali impatti economici; 35 – monitoraggio del credito: con il compito di assicurare un costante livello di monitoraggio sull’andamento dell’esposizione creditizia con la clientela ordinaria, sia di breve che di lungo periodo, al fine di traguardare il minor rischio di perdite per eventi connessi alla gestione delle posizioni ad andamento anomalo; – funzione di conformità (Funzione Compliance): funzione avente il compito specifico di promuovere il rispetto delle leggi, delle norme, dei codici interni di comportamento, per minimizzare il rischio di non conformità normativa ed i rischi reputazionali a questo collegati, coadiuvando, per gli aspetti di competenza, nella realizzazione del modello aziendale di monitoraggio e gestione dei rischi; – funzione antiriciclaggio: funzione avente il compito di verificare nel continuo che le procedure aziendali siano coerenti con l’obiettivo di prevenire e contrastare la violazione di norme di eteroregolamentazione (leggi e norme regolamentari) e di autoregolamentazione in materia di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo; – gestione dei reclami: funzione avente la responsabilità della gestione dei reclami in modo conforme a quanto disposto dalle normative interne e esterne; – SIM Controller: con il compito di accertare che l’operatività della banca sia posta in essere nel rispetto delle prescrizioni della normativa primaria e secondaria e verificare il corretto esercizio dei poteri delegati. Formazione e personale dipendente La Banca ha, inoltre, continuato nello svolgimento formazione soprattutto con riferimento agli ambiti della: – formazione tecnica di base e specialistica; – formazione relativa agli adempimenti normativi in tema di privacy, antiriciclaggio, sicurezza e trasparenza; – formazione commerciale e di prodotto, – formazione al collocamento di prodotti assicurativi. L’intenso processo di formazione ha interessato tutto il personale per un totale complessivo di 52 giornate di formazione erogate sia con il supporto di società esterne, principalmente ABI Formazione, sia da personale interno. Le principali tematiche oggetto di formazione hanno avuto l’obiettivo di: – sviluppare un clima interno sinergico e collaborativo e rendere efficiente la relazione e la collaborazione interfunzionale tra strutture operative; – sviluppare un approccio commerciale orientato al cliente e improntato ai valori di imprenditività, auto motivazione e appartenenza, nonché della gestione attenta dei rapporti in essere al fine della minimizzazione dei rischi; – incrementare i risultati operativi dei comparti crediti e finanza attraverso il potenziamento delle conoscenze e delle abilità delle filiere produttive aziendali dedicati; – incrementare i risultati operativi delle filiali attraverso il potenziamento delle capacità di gestione degli strumenti di raccolta, pagamento e incasso allo sportello; 36 – operare in conformità alla vigente normativa in tema di riciclaggio e trasparenza. Al termine del 2012, l’organico della Banca è pari a 54 risorse, il 49% del quale opera nella rete commerciale ed il 51% presso gli uffici di Direzione. Da un punto di vista contrattuale l’organico è composto nel modo seguente: Organico 2012 2011 Var. Totale 54 50 +4 Di cui con contratto d’inserimento/a tempo determinato 2 5 -3 Di cui tempo indeterminato 52 45 +7 Di cui maschi 40 38 +2 Di cui femmine 14 12 +2 L’organico ha subito variazioni numeriche nel corso dell’esercizio come evidenziato nella tabella sotto riportata. Dinamica Risorse Partenza 1 gennaio 2012 n° 50 Assunzioni 6 Cessazioni da servizio 2 Situazione al 31 dicembre 2012 54 Ai sensi di quanto disposto dal D. Lgs. 5 dicembre 2005, n. 252, art. 3 comma 1, la Banca ha stipulato un accordo plurisoggettivo in materia di previdenza complementare aderendo al Fondo Pensione Aperto “Insieme” istituito da Allianz S.p.A. L’accordo, cui hanno aderito 23 dipendenti su un totale di 54, prevede il versamento dell’intero trattamento di fine rapporto maturando oltre un contributo aggiuntivo a carico della Banca nella misura dell’1% della retribuzione utile al calcolo del TFR. 37 RETE TERRITORIALE La struttura territoriale della Banca è costituita da 7 agenzie: Contrada Roseto - 82100 Benevento (BN) Tel.: 0824 320611 / Fax: 0824 1810704 Direzione e Filiale di Direzione Filiale di Benevento Via M. Vetrone Tel. 0824 357219/ Fax: 0824 1810700 Filiale di Foglianise Piazza Mercato Tel. 0824 871014/ Fax: 0824 1810701 Filiale di Paduli Viale Libertà, 93 Tel. 0824 928466/ Fax: 0824 1810702 Filiale di Faicchio Via Nazionale Tel. 0824 863495/ Fax: 0824 1810703 Filiale di Isernia Via G. Tedeschi Tel. 0865 290565 / Fax: 0865 1940300 Filiale di Montesarchio Via Napoli 31 Tel. 0824 833433 / Fax: 0824 1670100 PROMOZIONE E COMUNICAZIONE Nel corso del 2012, la Banca ha continuato un'adeguata campagna di comunicazione, confermando l'impegno nell'ambito della promozione attraverso diverse iniziative di carattere economico-finanziario e culturali che hanno visto affiancare il logo della Banca al territorio locale. Al tempo stesso si è impegnata per la diffusione e la commercializzazione di nuovi prodotti con diverse uscite pubblicitarie di varie tipologie. Diverse sono state,infine, anche le piccole sponsorizzazioni ad eventi locali che hanno contribuito alla crescita dell'immagine della Banca e delle stesse realtà affiancate. SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI La Banca ha posto in essere un sistema di controllo e gestione dei rischi attraverso il quale è assicurata la separazione delle funzioni di controllo da quelle produttive, articolato sulla base dei seguenti livelli di controllo, definiti dall’Organo di Vigilanza: I livello: controlli di linea, effettuati dalle stesse strutture produttive che hanno posto in essere le operazioni o incorporati nelle procedure e diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni; II livello: effettuati dalla Unità Organizzativa Risk Office, funzione indipendente costituita nel 2011 unendo le competenze e le responsabilità delle precedenti funzioni di Risk Management e Compliance cui sono state aggiunte nel 2012 i compiti svolti dalla funzione Controllo Crediti. La Banca, in considerazione 38 delle dimensioni aziendali, della complessiva operatività e dei profili professionali in organico, ha ritenuto che la soluzione migliore sia rappresentata dalla scelta di un modello organizzativo caratterizzato dall’esistenza di una funzione di conformità interna, che svolge tutte le attività previste nel processo di gestione del rischio di non conformità salvo: le attività inerenti l’analisi delle fonti normative di riferimento demandato alla Federazione delle Banche di Credito Cooperativo del Piemonte Valle d’Aosta e Liguria (entità connessa all’outsourcer informatico) e le attività connesse alla verifica dei comportamenti demandati alla Funzione Internal Audit. La Unità Organizzativa Risk Office è posta in staff alla Direzione Generale e risulta, pertanto, indipendente da strutture operative o da unità che hanno la responsabilità diretta della gestione dei rischi di non conformità alle norme. L’indipendenza è, peraltro, rafforzata dalla previsione che la nomina e la revoca del Responsabile della Funzione sono competenza, esclusiva e non delegabile, del Consiglio di Amministrazione che in proposito sente il Collegio Sindacale. III livello: attività di revisione interna (Funzione Internal Audit), volta a valutare l’adeguatezza e la funzionalità del complessivo Sistema dei Controlli Interni ed a individuare andamenti anomali delle procedure e della regolamentazione. La Funzione di Internal Audit, posta in staff al Consiglio di Amministrazione, svolge la propria attività sulla base del piano annuale delle attività di auditing da questi approvato, integrato da verifiche puntuali sull’operatività delle funzioni coinvolte, richieste in corso d’anno. Gli interventi di Audit si sono incentrati sull’analisi dei principali processi operativi. L’attività si è altresì estesa su interventi di follow-up per i processi auditati nel corso degli esercizi precedenti, nell’ottica di verificare l’effettiva implementazione ed efficacia degli interventi di contenimento del rischio proposti. I vertici della Banca hanno preso visione dei report prodotti per ogni verifica di processo e del report consuntivo che sintetizza la valutazione dell’Internal Audit sul complessivo sistema dei controlli della Banca nonché del masterplan degli interventi di miglioramento redatto per sintetizzare gli interventi individuati al fine di riportare i rischi residui entro un livello coerente con la propensione al rischio definita dai vertici aziendali. I suggerimenti di miglioramento, contenuti nel masterplan degli interventi, sono stati esaminati dal Consiglio di Amministrazione. GESTIONE DEI RISCHI La Banca nell’espletamento delle proprie attività si trova ad essere esposta a diverse tipologie di rischio che attengono, principalmente, alla tipica operatività di intermediazione creditizia e finanziaria. Tra queste, le principali categorie sono riconducibili al rischio di credito, al rischio di prezzo e di tasso, al rischio di liquidità, al rischio di concentrazione, al rischio operativo. Sulla base di quanto previsto dalle vigenti disposizioni in materia, specifiche informazioni di carattere qualitativo e quantitativo sui rischi sono fornite nell’ambito della “Parte E” della Nota integrativa, dedicata alle “informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura” alla quale si rimanda per una più compiuta trattazione. Nel corso del 2008, è stato implementato il processo I.C.A.A.P. (Internal Capital Adeguacy Assessment Process) che persegue la finalità di misurare la capacità della dotazione patrimoniale di 39 supportare l’operatività corrente e le strategie aziendali in rapporto ai rischi assunti. La Banca ritiene, infatti, prioritario valutare costantemente la propria adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica. La Banca determina il capitale interno complessivo mediante un approccio basato sull’utilizzo di metodologie semplificate per la misurazione dei rischi quantificabili, assessment qualitativi per gli altri rischi rilevanti, analisi di sensibilità semplificate rispetto ai principali rischi assunti e la sommatoria semplice delle misure di capitale interno calcolate a fronte di ciascun rischio (building block approach). Per capitale interno si intende il capitale a rischio, ovvero il fabbisogno di capitale relativo ad un determinato rischio che la Banca ritiene necessario per coprire le perdite eccedenti un dato livello atteso; per capitale interno complessivo si intende il capitale interno riferito a tutti i rischi rilevanti assunti dalla Banca, incluse le eventuali esigenze di capitale interno dovute a considerazioni di carattere strategico. I rischi identificati sono classificati in due tipologie: – rischi quantificabili, in relazione ai quali la Banca si avvale di apposite metodologie di determinazione del capitale interno: rischio di credito e controparte, rischio di mercato, rischio operativo, rischio di concentrazione single name, rischio di concentrazione geo-settoriale e rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario; – rischi non quantificabili, per i quali, non essendosi ancora affermate metodologie robuste e condivise di determinazione del relativo capitale interno non viene determinato un assorbimento patrimoniale, bensì vengono predisposti adeguati sistemi di controllo ed attenuazione: rischio di liquidità, rischio residuo, rischio strategico, rischio di reputazione e rischio di non compliance. Ai fini della determinazione del capitale interno a fronte dei rischi quantificabili, la Banca utilizza le metodologie di calcolo dei requisiti patrimoniali regolamentari per i rischi compresi nel I Pilastro (di credito, controparte, di mercato e operativo), gli algoritmi semplificati indicati dalla citata normativa per i rischi quantificabili rilevanti e diversi dai precedenti (concentrazione single name e tasso di interesse del portafoglio bancario) e alla metodologia sviluppata dall’ABI con la collaborazione di PriceWaterhouseCoopers con riferimento al rischio di concentrazione geo-settoriale. Più in dettaglio, vengono utilizzati: – il metodo standardizzato per il rischio di credito; – il metodo del valore corrente ed il metodo semplificato per il rischio di controparte; – il metodo standardizzato per il rischio di mercato; – il metodo base per il rischio operativo; – l’algoritmo del Granularity Adjustment per il rischio di concentrazione single name; – il metodo ABI per il rischio di concentrazione geo-settoriale; – l’algoritmo semplificato “regolamentare” per il rischio di tasso di interesse. Per quanto riguarda invece i rischi non quantificabili, come già detto, coerentemente con le indicazioni fornite dalla Banca d’Italia nella citata normativa, la Banca ha predisposto adeguati presidi interni di controllo e attenuazione. Nell’ambito delle attività di misurazione, sono altresì definite ed eseguite prove di stress in termini di analisi semplificate di sensibilità riguardo ai principali rischi assunti. La Banca effettua analisi semplificate di 40 sensibilità relativamente al rischio di credito, al rischio di concentrazione single name e geo-settoriale ed al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, sulla base delle indicazioni fornite nella stessa normativa e mediante l’utilizzo delle suddette metodologie semplificate di misurazione dei rispettivi rischi. I relativi risultati, opportunamente analizzati, conducono ad una miglior valutazione dell’esposizione ai rischi stessi e del grado di vulnerabilità dell’azienda al verificarsi di eventi eccezionali ma plausibili. Al fine di valutare la capacità di copertura della propria dotazione patrimoniale in scenari avversi, la Banca valuta anche gli effetti attesi sul capitale complessivo (Patrimonio di Vigilanza) del verificarsi di ipotesi di stress. ATTIVITA’ DI RICERCA E SVILUPPO Nel corso dell’esercizio 2012 la Banca ha stipulato una convenzione di attività di ricerca industriale in conto terzi con l’Università degli Studi del Sannio a cui ha affidato il progetto di ricerca per la sperimentazione “Multibanca” – nuove strategie e strumenti per lo sviluppo di servizi innovativi per la multicanalità attraverso il canale web per la banca. Il progetto realizzato in partnership con l’Università del Sannio e un consorzio di imprese , ha avuto l’obiettivo di implementare azioni di ricerca industriale relativamente all’acquisizione di nuove conoscenze in materia di “ICT, strumenti e soluzioni innovative impiegabili nel settore bancario a supporto del canale web” nonché in materia di “Modelli distributivi-relazionali-marketing innovativi” per il settore bancario, da utilizzare per mettere a punto nuovi modelli organizzativi e di business, nuovi prodotti, processi o servizi o migliorare i prodotti/servizi esistenti. A partire dai risultati della ricerca industriale sono state inoltre progettate azioni di sviluppo sperimentale finalizzati all’adozione di pratiche gestionali innovative attraverso il canale digitale che saranno implementate nel 2013. AZIONI PROPRIE La Banca non detiene e non ha negoziato nel corso dell’esercizio azioni proprie. INFORMAZIONI SUGLI ASPETTI AMBIENTALI Gli aspetti ambientali non assumono rilevanza sull’andamento e sulla situazione economica e finanziaria dell’impresa. Inoltre, l’attività della Banca, configurandosi quali prestazioni di servizi “dematerializzati” non produce impatti ambientali degni di rilievo. Tuttavia la Banca, quale ente attento al territorio e consapevole della responsabilità socio-ambientale che hanno le imprese, persegue una politica di attenzione ai risvolti ambientali della propria attività. La Banca si avvale del servizio di imprese specializzate per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi che sono costituiti principalmente da toner di stampanti e fotocopiatrici e da batterie per gruppi di continuità. Si provvede, inoltre, al riciclo della carta usata tramite raccolta pubblica differenziata. Si è provveduto, infine, a 41 formalizzare un accordo per la realizzazione di un impianto fotovoltaico nello spazio antistante la sede sociale della Banca in contrada Roseto. EVENTI DI RILIEVO SUCCESSIVI AL 31 DICEMBRE 2012 Visita ispettiva di Banca d’Italia Il 10 dicembre 2012 è iniziata una visita ispettiva di Banca d’Italia che è terminata il 01 marzo 2013. Gli accertamenti si sono svolti in un clima di fattiva e serena collaborazione. Si desidera evidenziare che la visita di Banca d’Italia si è articolata sulle principali aree rilevanti della gestione ed ha costituito un importante momento di verifica dell’organizzazione della Banca e una occasione di confronto e di crescita professionale per tutto il personale coinvolto. Sebbene, alla data di approvazione del progetto di bilancio, il verbale con gli esiti e i suggerimenti non è ancora pervenuto, la Banca ha recepito nel corso della verifica le indicazioni fornite dagli ispettori in merito alle maggiori classificazioni come crediti deteriorati e alle maggiori rettifiche di valore su crediti verso la clientela. Nello specifico si segnala nel Consiglio di amministrazione del 25 febbraio 2013 la Banca ha recepito ulteriori classificazioni di posizioni a sofferenza per 3.614 mila euro e ad incaglio per 3.953 mila euro al netto dei trasferimenti a sofferenza. Le rettifiche di valore presenti nel bilancio in approvazione recepiscono già le rettifiche di valore relative a tali posizioni riclassificate. Progetto FEA La Banca, in collaborazione con una primaria società che opera nel settore della consulenza su sistemi informativi, processi e sistemi avanzati di firme elettroniche, fornitura, esercizio e manutenzione di sistemi informativi hardware e software, ha avviato un progetto, per l’adozione della soluzione “paperless ab origine con utilizzo di firma elettronica e firma elettronica avanzata” per l’operatività di sportello, così da raggiungere risultati di eccellenza assoluta sia in termini di adesione al servizio dei clienti, sia di semplificazione e riduzione dei costi. Il progetto ha l’obiettivo finale di eliminare alla fonte tutta la carta prodotta in filiale sfruttando la firma elettronica avanzata su una tavoletta digitale (Tablet) al posto della firma su moduli cartacei. Dimissioni del Vice Direttore Generale e nuovo assetto organizzativo In data 06 marzo 2013 ha presentato le dimissioni il Dottore Giannotta Giandonato avviando l’iter per la cessazione del rapporto di lavoro che avverrà il prossimo 31 marzo. Il Direttore Generale e il Consiglio di Amministrazione hanno condotto una attenta riflessione in merito alle misure organizzative da realizzare al fine di trasformare l’uscita di un validissimo collaboratore in una occasione di ulteriore rafforzamento del sistema dei controlli interni della Banca e proseguire nella direzione sia del contenimento del rischio di credito sia dello sviluppo commerciale anche attraverso il rafforzamento delle partnership commerciali 42 esistenti e lo sviluppo di nuove. La soluzione approvata dal Consiglio di Amministrazione comporta le seguenti principali modifiche organizzative: – costituzione di una nuova Direzione Commerciale cui sono attribuiti i compiti in precedenza svolti dalle Direzioni Affari e Sviluppo ad eccezione delle deleghe sul credito; – costituzione dell’unità organizzativa Gestione Crediti con il compito di assicurare, nel rispetto degli obiettivi e dei limiti definiti dal Consiglio di Amministrazione , la corretta gestione degli impieghi e un costante livello di monitoraggio sull’andamento dell’esposizione creditizia con la clientela ordinaria, sia di breve che di lungo periodo, al fine di traguardare il minor rischio di perdite per eventi connessi alla gestione delle posizioni; – costituzione dell’Area Crediti con responsabilità del coordinamento delle U.O. Fidi e Affari legali. Credito nei confronti dell’Agenzia delle Entrate Nel mese di marzo 2013 la Banca ha dato formale incarico ad un legale esterno di procedere alle azioni di recupero del credito nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. Il credito è stato iscritto in seguito alla positiva conclusione, con sentenza della Corte di Cassazione del 4 Ottobre 2012, di un contenzioso tributario. Il credito, a seguito contenzioso fiscale, è stato determinato dalla sentenza della Corte di Cassazione del 4 Ottobre 2012. Filiale di Montesarchio A inizio 2013 è stata completato l’immobile che ospita la nuova filiale di Montesarchio. La Filiale ha iniziato l’operatività nel nuovo immobile in data 14 gennaio 2013. EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE Il contesto macroeconomico in Italia continua a presentare un andamento recessivo, caratterizzato in particolare dalla crisi del debito sovrano, dalle successive misure di austerità adottate a livello comunitario ed interno e dai conseguenti effetti depressivi su consumi ed investimenti. Pur in un contesto difficile, la nostra Banca dovrebbe beneficiare delle azioni commerciali già intraprese nel 2012 quali, ad esempio, il collocamento di nuovi prodotti di impiego (prestiti personali distribuiti per conto di primarie società italiane e internazionali), di raccolta diretta (Conto Sannio, e Conto Mattoncino) ed indiretta (accordo commerciale con diversi partner nell’ambito del risparmio gestito e amministrato) nonché dei risultati positivi attesi dalla gestione finanziaria. A fine anno si dovrebbe registrare un incremento della raccolta complessiva e una sostanziale stabilità degli impieghi con clientela con un margine interesse in contrazione. 43 Gli oneri operativi sono previsti in riduzione rispetto a quelli registrati nel 2012 grazie alla prosecuzione delle azioni di contenimento dei costi già intraprese sia a livello di spese per il personale che di altre spese amministrative, ad esempio, le spese legali. In considerazione delle azioni intraprese sul fronte della concessione degli affidamenti e del monitoraggio della qualità del credito la Banca ha l’obiettivo di contenere le rettifiche di valore ad un livello di inferiore a quello registrate nel 2012. Conseguentemente, per l'anno 2013, è prevedibile un'evoluzione leggermente positiva della redditività ordinaria a fattori economici costanti. PROPOSTA DI COPERTURA DELLA PERDITA Signori Azionisti, prima di illustrare la proposta di copertura della perdita si ringraziano i dipendenti e collaboratori della Banca, i membri del Collegio Sindacale ed il personale della Società di Revisione, per la professionalità dimostrata nell’espletare le rispettive funzioni. Infine, non possiamo esimerci dall’esprimere la nostra gratitudine al Direttore della filiale di Napoli della Banca d’Italia, ed ai suoi collaboratori dell’Ufficio di Vigilanza, sempre puntuali e precisi nel fornire indicazioni e suggerimenti per la risoluzione di problematiche inerenti la nostra attività. Ultimata la relazione sulla gestione a corredo del Bilancio chiuso al 31 dicembre 2012, Vi invitiamo ad approvare la seguente proposta di copertura della perdita d'esercizio di Euro: 1.952.104,84 Voci Importo Utilizzo “Altre Riserve” 1.952.104,84 IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE 44 RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE 45 Signori Azionisti, 46 il Collegio Sindacale ha svolto la propria attività durante l’esercizio chiuso al 31.12.2012 nel rispetto del Codice Civile vigilando anche sulla osservanza della legislazione vigente, delle disposizioni della Banca d’Italia, dell’ Atto costitutivo e dello Statuto. Vi confermiamo che abbiamo espletato il nostro mandato anche tenendo conto dei “Principi di comportamento del Collegio Sindacale” raccomandati dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. Ai sensi dell’art. 2403 del c.c. il Collegio Sindacale fornisce agli Azionisti le seguenti informazioni: . le operazioni di maggiore rilievo economico, finanziario e patrimoniale compiute durante l’esercizio 2012 sono state portate a conoscenza del Collegio. A nostro parere le operazioni effettuate sono conformi alla Legge, all’Atto costitutivo e allo Statuto; rispondono all’interesse della Società e non sono in contrasto con le delibere assunte dall’Assemblea; . il Collegio Sindacale non ha riscontrato operazioni atipiche e/o inusuali con terzi; . non sono pervenute al Collegio denunce ex art. 2408 c.c. né esposti; . il Collegio Sindacale non ha formulato pareri o relazioni tranne quelle richieste dalla Banca d’Italia; . nella redazione del bilancio gli Amministratori, per quanto a nostra conoscenza, non hanno derogato alle norme di legge ai sensi dell’art. 2423, comma 4 del c.c.. Nel corso dell’esercizio il Collegio Sindacale ha svolto l’attività di vigilanza instaurando e mantenendo in via continuativa rapporti con le strutture che svolgono funzioni di controllo interno: sono state esaminati i report sui controlli effettuati dalle funzioni Risk Office e Internal Audit della Vostra Banca cui è affidato anche il ruolo di Organismo di Vigilanza (DLgs n. 231/01). Sono state effettuate n. 10 verifiche collegiali i cui risultati, esaminata la documentazione ritenuta utile e necessaria, sono racchiusi in altrettanti verbali; sono state effettuate osservazioni dirette nonché la raccolta di informazioni dai diversi organi gestionali. Il Collegio ha partecipato all’unica Assemblea dei soci tenuta nel corso dell’ esercizio ed a tutte le n. 27 riunioni del Consiglio di Amministrazione ottenendo tempestive ed idonee informazioni sul generale andamento della gestione e sulla sua prevedibile evoluzione, sulle operazioni di maggior rilievo economico, finanziario e patrimoniale effettuate dalla Banca nonché sui rapporti creditizi con le parti correlate. L’iter decisionale del Consiglio di Amministrazione è apparso correttamente ispirato al rispetto del fondamentale principio dell’agire informato. Il Collegio ha preso conoscenza e vigilato, per quanto di propria competenza: . sul rispetto dei principi di corretta amministrazione e di sana e prudente gestione e del più generale criterio della diligenza senza dovere formulare in proposito rilievi degni di nota. Le deliberazioni assunte non sono tali da compromettere sia l’applicazione di corretti criteri di razionalità economico aziendale, sia le prospettive di continuità aziendale anche se - costretti a rettificare i crediti per fattori economico – finanziari esogeni - nel 2012 si è registrata una ulteriore diminuzione del patrimonio aziendale; . sull’adeguatezza e sulla evoluzione della struttura organizzativa della Banca e del sistema dei controlli interni ed ha verificato la sostanziale adeguatezza delle predisposte procedure e della formazione del personale in materia di antiriciclaggio e contrasto all’usura ed ha verificato che si sia pervenuti alla 47 individuazione e comunicazione delle operazioni sospette. Sono stati presentati reclami dalla clientela la cui risoluzione è stata affidata agli organi aziendali competenti. Nel solco del prescelto “sistema tradizionale” di amministrazione e controllo, la Banca ha proseguito nella razionale e continua rivisitazione della struttura aziendale adeguando ed integrando il modello organizzativo previgente in modo da meglio presidiare tutte le aree di rischio con una più chiara distinzione dei compiti e delle responsabilità ed assicurare l’efficienza della gestione e l’efficacia dei vari livelli di controllo. Conseguentemente la operatività si è sviluppata nella traettoria di una decisa separazione tra la supervisione strategica, affidata agli Amministratori, e la gestione corrente, affidata al Direttore e Vicedirettore Generale, al Direttore Affari e al Direttore Sviluppo. Si è rimodellato il sistema dei controlli interni (Risk office e Internal audit). Nell’ambito regolamentare ci si è dedicati anche alla sempre più puntuale applicazione delle molteplici disposizioni della Banca d’Italia soprattutto in merito alla “Policy di gestione dei rischi” ed al “Regolamento del processo interno di autovalutazione patrimoniale” (I.C.A.A.P.) perseguendo sempre la finalità di integrare e ampliare le precedenti procedure per meglio valutare e gestire l’adeguatezza del proprio patrimonio nei confronti della operatività aziendale corrente e in rapporto ai rischi assunti. L’Assemblea ha proceduto alla annuale definizione delle “Politiche di remunerazione e incentivazione” e gli Amministratori hanno deliberato il Piano strategico 2012 – 2014. E’ stato adottato il Regolamento Parti Correlate. Nel merito, il Collegio, anche sulla base delle nuove disposizioni di Vigilanza, ha acquisito adeguate informazioni sulle operazioni con parti correlate e dà atto che sono state approvate le dovute delibere finalizzate a ricondurre le esposizioni di ognuna di esse nel prescritto limite prudenziale ed entro i tempi stabiliti dalla normativa. La Nota integrativa riporta i dettagli sulle transazioni con tali parti correlate e sui compensi dei dirigenti. Si dà notizia che il Collegio ha proceduto alla annuale autovalutazione e verifica degli incarichi dei propri componenti, nonché alla verifica della adeguatezza del proprio Regolamento. Allo stesso modo il Consiglio di Amministrazione si è dotato del proprio Regolamento. In sintesi: dal complesso delle attività di controllo non sono emersi fatti significativi tali da richiedere la segnalazione agli Organi di vigilanza o menzione nella presente relazione. Per quanto di competenza del Collegio - anche sulla base delle verifiche effettuate e delle notizie fornite dalla Società di Revisione - il sistema amministrativo contabile è risultato adeguato ed affidabile per la rappresentazione dei fatti di gestione. Ai sensi dell’art. 2409 – septies del c.c. il Collegio ha avuto con il rappresentante della Società di Revisione “KPMG” SpA, incaricata della revisione legale dei conti della Banca, contatti - anche informali e per le vie brevi - finalizzati allo scambio di opinioni e/o informazioni sulla gestione. Non sono emersi dati ed informazioni rilevanti che debbano essere evidenziati. La Società di Revisione - ai sensi dell’art. 14 del DLgs n.39/2010 - in data 9 aprile 2013 ha emesso la propria relazione senza rilievi. 48 Il bilancio, pertanto, in un quadro di stime prudenziali, è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria, il risultato economico, le variazioni del patrimonio netto ed i flussi di cassa della Banca per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2012. La Relazione sulla gestione redatta dal Consiglio di Amministrazione contiene una analisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione della Banca, del suo andamento e del risultato di gestione. Nella stessa sono fornite le informazioni sulla continuità operativa aziendale e sui rischi finanziari. Nella Nota integrativa sono indicati i criteri per la valutazione dei crediti, per le rettifiche per riduzione del valore delle attività e sull’utilizzo dei criteri di stima. Tali documenti sono coerenti con i risultati dei conti annuali dell’esercizio 2012. In merito alle componenti che hanno determinato il risultato di esercizio, il Collegio rileva che il negativo prolungarsi ed evolversi del quadro macro-economico-finanziario ha continuato ad incidere significativamente ed in crescendo sullo scenario economico locale, già di per sé strutturalmente debole, coinvolgendo, così, anche diversi nostri clienti. In tale contesto la Banca – pur potendo contare sulla struttura garantistica prudenzialmente già a suo tempo acquisita e aggiornata, e sullo sfondo della consueta prudente e sempre più penetrante azione di monitoraggio gestionale – ha dovuto proseguire, suo malgrado, nella presa d’atto della oggettiva, mutevole e negativa dinamica del deterioramento degli affidamenti. È per questi motivi che il Collegio ritiene che la governance abbia adeguato le rettifiche di valore dei crediti alla luce di prudenziali valutazioni adottate – anche in ottemperanza agli orientamenti di recente specificamente manifestati alla Banca dall’Organo di Vigilanza - con riferimento sia alle situazioni in corso al 31 dicembre, sia alle evoluzioni ed apprezzamenti prospettici. Si è addivenuti, così, ad un indice di copertura dei crediti lordi in sofferenza del 56,9% che è diminuita rispetto allo scorso anno 2011, mentre l’insieme dei crediti deteriorati presenta alla chiusura dell’esercizio un indice di copertura del 42,9% con un incremento rispetto al 38,9% del 2011 (con conseguente appesantimento del Conto economico). Quanto agli aspetti più strettamente quantitativi, il bilancio si chiude con una perdita di esercizio di € 1.952.105. Il patrimonio netto di conseguenza si riduce ad un importo di € 20.027 mila. Il patrimonio di vigilanza è pari ad € 19.601 mila. Anche in relazione al difficile momento economico va evidenziato, infine, che il rapporto tra Patrimonio di base ed Attività di rischio ponderate (Tier 1) si attesta oggi al 12,24% (12,98% nel 2011), ma che è comunque al di sopra di quanto richiesto dalla normativa di vigilanza (8%). In conclusione, questo Collegio Sindacale, per quanto di competenza, non rileva motivi ostativi circa l’approvazione del bilancio e della proposta formulata dal Consiglio di Amministrazione di copertura totale della perdita dell’esercizio 2012 attraverso l’utilizzo delle “Altre riserve” presenti in bilancio. IL COLLEGIO SINDACALE 49 50 RELAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE 51 52 KPMG S.p.A Revisione e organizzazione contabile Via Ettore Petrolini, 2 00197 ROMA RM Telefono Telefax e-mail PEC +39 06 809611 +39 06 8077475 [email protected] [email protected] Relazione della società di revisione ai sensi degli artt. 14 e 16 del D.Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39 Agli Azionisti della Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio S.p.A. 1. Abbiamo svolto la revisione contabile del bilancio d'esercizio, costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal prospetto della redditività complessiva, dal prospetto delle variazioni del patrimonio netto, dal rendiconto finanziario e dalla relativa nota integrativa, della Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio S.p.A. chiuso al 31 dicembre 2012. La responsabilità della redazione del bilancio in conformità agli International Financial Reporting Standards adottati dall'Unione Europea, nonché ai provvedimenti emanati in attuazione dell'art. 9 del D.Lgs. n. 38/05, compete agli amministratori della Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio S.p.A.. E' nostra la responsabilità del giudizio professionale espresso sul bilancio e basato sulla revisione contabile. 2. Il nostro esame è stato condotto secondo i principi e i criteri per la revisione contabile raccomandati dalla Consob. In conformità ai predetti principi e criteri, la revisione è stata pianificata e svolta al fine di acquisire ogni elemento necessario per accertare se il bilancio d'esercizio sia viziato da errori significativi e se risulti, nel suo complesso, attendibile. Il procedimento di revisione comprende l'esame, sulla base di verifiche a campione, degli elementi probativi a supporto dei saldi e delle informazioni contenuti nel bilancio, nonché la valutazione dell'adeguatezza e della correttezza dei criteri contabili utilizzati e della ragionevolezza delle stime effettuate dagli amministratori. Riteniamo che il lavoro svolto fornisca una ragionevole base per l'espressione del nostro giudizio professionale. Il bilancio d'esercizio presenta a fini comparativi i dati corrispondenti dell'esercizio precedente. Come illustrato nella nota integrativa, gli amministratori hanno riesposto alcuni dati comparativi relativi all'esercizio precedente, rispetto ai dati precedentemente presentati e da noi assoggettati a revisione contabile, sui quali avevamo emesso la relazione di revisione in data 13 aprile 2012. Le modalità di rideterminazione dei dati comparativi e la relativa informativa presentata nella nota integrativa, sono state da noi esaminate ai fini dell'espressione del giudizio sul bilancio d'esercizio chiuso al 31 dicembre 2012. KPMG S.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendente affiliate al KPMG International Cooperative (“KPMG International “), entità di diritto svizzero. 53 Ancona Aosta Bari Bergamo Bologna Bolzano Brescia Cagliari Catania Como Firenze Genova Lecce Milano Napoli Novara Padova Palermo Parma Perugia Pescara Roma Torino Treviso Trieste Udine Varese Verona Società per azioni Capitale sociale Euro 8.128.900,00 i.v. Registro imprese Milano e Codice Fiscale N. 00709600159 R.E.A. Milano N. 512867 Partita IVA 00709600159 VAT number IT00709600159 Sede legale: Via Vittor Pisani, 25 20124 Milano, MI ITALIA Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio S.p.A. Relazione della società di revisione 31 dicembre 2012 3. A nostro giudizio, il bilancio d'esercizio della Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio S.p.A. al 31 dicembre 2012 è conforme agli International Financial Reporting Standards adottati dall'Unione Europea, nonché ai provvedimenti emanati in attuazione dell'art. 9 del D.Lgs. n. 38/05; esso pertanto è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria, il risultato economico ed i flussi di cassa della Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio S.p.A. per l'esercizio chiuso a tale data. 4. La responsabilità della redazione della relazione sulla gestione in conformità a quanto previsto dalle norme di legge e dai regolamenti compete agli amministratori della Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio S.p.A.. E' di nostra competenza l'espressione del giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione. A tal fine, abbiamo svolto le procedure indicate dal principio di revisione n. 001 emanato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e raccomandato dalla Consob. A nostro giudizio la relazione sulla gestione è coerente con il bilancio d'esercizio della Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio S.p.A. al 31 dicembre 2012. Roma, 9 aprile 2013 KPMG S.p.A. Riccardo De Angelis Socio 54 SCHEMI DI BILANCIO 55 56 STATO PATRIMONIALE Attivo Voci dell'attivo 10 Cassa e disponibilità liquide 20 Attività finanziarie detenute per la negoziazione 40 31/12/2012 31/12/2011 1.422.657 1.886.423 - 2.210.592 Attività finanziarie disponibili per la vendita 39.823.087 20.886.805 60 Crediti verso banche 41.132.561 23.880.921 70 Crediti verso clientela 152.961.868 166.329.238 110 Attività materiali 8.273.537 8.459.068 120 Attività immateriali 6.423 5.871 130 Attività fiscali 4.743.232 3.881.561 227.116 40.363 b) anticipate 4.516.116 3.841.198 - b1) di cui alla Legge 214/2011 4.317.436 3.217.890 Altre Attività 4.410.007 4.021.951 252.773.372 231.562.430 a) correnti 150 Totale dell'attivo 57 Passivo Voci del passivo e del patrimonio netto 31/12/2012 31/12/2011 10 Debiti verso banche 43.682.983 8.087.850 20 Debiti verso clientela 115.204.374 121.741.377 30 Titoli in circolazione 66.845.784 75.290.709 60 Derivati di copertura 557.128 471.125 80 Passività fiscali 569.447 286.302 a) correnti 233.338 214.131 b) differite 336.109 72.171 4.644.623 3.749.473 100 Altre passività 110 Trattamento di fine rapporto del personale 888.128 818.605 120 Fondi per rischi ed oneri 353.429 403.314 b) altri fondi 353.429 403.314 130 Riserve da valutazione 359.553 (906.353) 160 Riserve 19.020.028 22.968.100 180 Capitale 2.600.000 2.600.000 200 Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) Totale del passivo e del patrimonio netto 58 (1.952.105) (3.948.072) 252.773.372 231.562.430 CONTO ECONOMICO Voci 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 120 130 140 150 160 170 180 190 200 240 250 260 270 290 31/12/2012 Interessi attivi e proventi assimilati Interessi passivi e oneri assimilati Margine di interesse Commissioni attive Commissioni passive Commissioni nette Dividendi e proventi simili Risultato netto dell'attività di negoziazione Risultato netto dell'attività di copertura Utili (Perdite) da cessione o riacquisto di: b) attività finanziarie disponibili per la vendita d) passività finanziarie Margine di intermediazione Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: a) crediti Risultato netto della gestione finanziaria Spese amministrative a) spese per il personale b) altre spese amministrative Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali Altri oneri/proventi di gestione Costi operativi Utili (Perdite) da cessioni di investimenti Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte Utile (Perdita) d'esercizio 59 11.816.347 (4.585.513) 7.230.834 2.646.922 (475.686) 2.171.236 1.590 59.620 (3.096) 166.630 149.077 17.553 9.626.814 (6.772.253) (6.772.253) 2.854.561 (6.666.896) (3.674.513) (2.992.383) (155.519) (364.464) (2.219) 1.043.569 (6.145.529) 141.579 (3.149.389) 1.197.284 (1.952.105) (1.952.105) 31/12/2011 11.510.654 (4.124.744) 7.385.910 2.120.742 (255.181) 1.865.561 1.530 (2.033) (27.647) 5.320 (18.171) 23.491 9.228.641 (7.074.141) (7.074.141) 2.154.500 (6.772.392) (3.914.005) (2.858.387) (215.129) (380.890) (2.356) 400.056 (6.970.711) (4.816.211) 868.139 (3.948.072) (3.948.072) PROSPETTO DELLA REDDITIVITÀ COMPLESSIVA Voci 10 20 90 110 120 31/12/2012 Utile (Perdita) d'esercizio Altre componenti reddituali al netto delle imposte Attività finanziarie disponibili per la vendita Utili (Perdite) attuariali su piani a benefici definiti Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte Redditività complessiva (voce 10+110) 31/12/2011 (1.952.105) (3.948.072) 1.400.328 (134.422) 1.265.906 (686.199) (624.829) 44.526 (580.303) (4.528.375) Nella voce "utile (perdita) esercizio" figura il medesimo importo indicato nella voce 290 del conto economico. Nelle voci relative alle "altre componenti reddituali al netto delle imposte" figurano le variazioni di valore delle attività registrate nell'esercizio in contropartita delle riserve da valutazione (al netto delle imposte). Alcune voci relative ai dati comparativi al 31 dicembre 2011 risultano diverse rispetto al bilancio pubblicato, per effetto dell’applicazione retrospettiva del nuovo principio contabile IAS 19 secondo le disposizioni dello IAS 8 (mutamento di principi contabili). Per maggiori dettagli si veda la sezione "Altri aspetti" all'interno della "Parte A – Politiche contabili. 60 PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO (31/12/2012) Allocazione risultato esercizio precedente 2.600.000 2.600.000 2.600.000 2.600.000 22.968.100 (3.948.072) 22.968.100 (3.948.072) (906.353) (906.353) (3.948.072) 20.713.675 (3.948.072) 20.713.675 31/12/2012 Redditività complessiva esercizio 31.12.2012 Operazioni sul patrimonio netto - Stock options Operazioni sul patrimonio netto Derivati su proprie azioni Operazioni sul patrimonio netto Variazione strumenti di capitale Operazioni sul patrimonio netto Distribuzione straordinaria dividendi Operazioni sul patrimonio netto Acquisto azioni proprie Operazioni sul patrimonio netto Emissione nuove azioni Variazioni di riserve Dividendi e altre destinazioni Riserve 22.968.100 22.968.100 Esistenze al 01.01.2012 2.600.000 2.600.000 Modifica saldi apertura Esistenze al 31.12.2011 Capitale a) azioni ordinarie b) altre azioni Sovrapprezzi di emissione Riserve a) di utili b) altre Riserve da valutazione Strumenti di capitale Acconti su dividendi Azioni proprie Utile (Perdita) di esercizio Patrimonio netto Patrimonio netto al Variazione dell'esercizio 19.020.028 19.020.028 1.265.906 3.948.072 359.553 (1.952.105) (1.952.105) (686.199) 20.027.476 Alcune voci relative ai dati comparativi al 31 dicembre 2011 risultano diverse rispetto al bilancio pubblicato, per effetto dell’applicazione retrospettiva del nuovo principio contabile IAS 19 secondo le disposizioni delle IAS 8 (mutamento di principi contabili). Per maggiori dettagli si veda la sezione “Altri aspetti” all’interno della “Parte A - Politiche contabili”. 61 PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO (31/12/2011) Allocazione risultato esercizio precedente 31/12/2011 Redditività complessiva esercizio 31.12.2011 Operazioni sul patrimonio netto - Stock options 1.550 25.242.050 Operazioni sul patrimonio netto Derivati su proprie azioni 1.550 25.242.050 Operazioni sul patrimonio netto Variazione strumenti di capitale (326.050) Operazioni sul patrimonio netto Distribuzione straordinaria dividendi (326.050) Operazioni sul patrimonio netto Acquisto azioni proprie 22.966.550 22.966.550 Operazioni sul patrimonio netto Emissione nuove azioni 22.966.550 22.966.550 Variazioni di riserve 2.600.000 2.600.000 Dividendi e altre destinazioni 2.600.000 2.600.000 Riserve Esistenze al 01.01.2011 Modifica saldi apertura Esistenze al 31.12.2010 Capitale a) azioni ordinarie b) altre azioni Sovrapprezzi di emissione Riserve a) di utili b) altre Riserve da valutazione Strumenti di capitale Acconti su dividendi Azioni proprie Utile (Perdita) di esercizio Patrimonio netto Patrimonio netto al Variazione dell'esercizio 2.600.000 2.600.000 1.550 1.550 22.968.100 22.968.100 (580.303) (1.550) (906.353) (3.948.072) (3.948.072) (4.528.375) 20.713.675 62 RENDICONTO FINANZIARIO (Metodo indiretto) Importo 31/12/2012 A. 1. 2. 3. B. 1. 2. ATTIVITA' OPERATIVA Gestione - risultato d'esercizio (+/-) - plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e su attività/passività finanziarie valutate al fair value (+/-) - plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+) - rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-) - rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) - accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) - imposte e tasse non liquidate (+) - altri aggiustamenti (+/-) Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie - attività finanziarie detenute per la negoziazione - attività finanziarie disponibili per la vendita - crediti verso banche: a vista - crediti verso banche: altri crediti - crediti verso clientela - altre attività Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie - debiti verso banche: a vista - debiti verso banche: altri debiti - debiti verso clientela - titoli in circolazione - altre passività Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa ATTIVITA' DI INVESTIMENTO Liquidità generata da - dividendi incassati su partecipazioni - vendite di attività materiali Liquidità assorbita da - acquisti di attività materiali - acquisti di attività immateriali Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di investimento LIQUIDITA' NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL'ESERCIZIO Legenda: (+) generata (-) assorbita 63 4.298.242 (1.952.105) 31/12/2011 1.898.473 (3.903.546) 65.000 (557.128) 6.917.586 366.507 288.000 254.324 (1.018.942) (25.911.665) 2.211.000 (16.744.000) (18.640.073) 1.386.433 6.449.784 (574.809) 21.745.273 150 35.594.983 (6.537.002) (8.444.925) 1.132.067 131.850 (471.124) 7.195.392 383.788 248.000 212.131 (1.831.168) 10.513.969 2.249.000 4.391.000 6.737.124 1.359.000 (3.322.815) (899.340) (11.785.631) (402.643) 3.474.540 (8.341.534) (6.391.866) (124.128) 626.811 480.421 2.000 478.421 1.076.037 1.074.037 2.000 (595.616) (463.766) 2.000 2.000 266.924 262.924 4.000 (264.924) 361.887 RICONCILIAZIONE (Metodo indiretto) Importo Voci di bilancio 31/12/2012 Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 1.886.423 31/12/2011 1.524.536 Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio (463.766) 361.887 Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio 1.422.657 1.886.423 64 NOTA INTEGRATIVA 65 66 CONTENUTO DELLA NOTA INTEGRATIVA PARTE A - Politiche contabili PARTE B - Informazioni sullo stato patrimoniale PARTE C - Informazioni sul conto economico PARTE D – Redditività complessiva PARTE E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura PARTE F - Informazioni sul patrimonio PARTE H - Operazioni con parti correlate I dati contenuti nelle tabelle di Nota Integrativa sono espressi in migliaia di Euro. 67 68 PARTE A – POLITICHE CONTABILI 69 70 A.1 PARTE GENERALE Sezione 1 – Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali Sezione 2 – Principi generali di redazione Sezione 3 – Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio A.2 PARTE RELATIVA ALLE PRINCIPALI VOCI DI BILANCIO 1 – Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2 – Attività finanziarie disponibili per la vendita 3 – Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 4 – Crediti 5 – Attività finanziarie valutate al fair value 6 – Operazioni di copertura 7 – Partecipazioni 8 – Attività materiali 9 – Attività immateriali 10 – Fiscalità corrente e differita 11 - Fondi rischi e oneri 12 – Debiti e titoli in circolazione 13 – Passività finanziarie di negoziazione 14 – Passività finanziarie valutate al fair value 15 – Operazioni in valuta 16 – Altre informazioni A.3 INFORMATIVA SUL FAIR VALUE 71 72 A.1 PARTE GENERALE Gli Amministratori in data 15 Marzo 2013 hanno approvato il bilancio e la sua messa a disposizione dei Soci nei termini previsti dall'art 2429 del CC . Il presente bilancio sarà sottoposto per l’approvazione all’Assemblea in data 25 aprile 2013 (prima convocazione) e 19 maggio 2013 (seconda convocazione) e sarà depositato entro i termini previsti dall'art 2435 del CC. L’Assemblea ha il potere di apportare modifiche al presente bilancio. Ai fini di quanto previsto dallo IAS 10.17, la data presa in considerazione dagli Amministratori nella redazione del bilancio è il 15 Marzo 2013, data di approvazione del Consiglio di Amministrazione. Sezione 1 – Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali Il Bilancio dell’esercizio 2012 è redatto in applicazione dei principi contabili internazionali International Accounting Standards (IAS) e International Financial Reporting Standards (IFRS) - emanati dall’International Accounting Standards Board (IASB) e delle relative interpretazioni dell’International Financial Reporting Interpretations Committee (IFRIC), omologati dalla Commissione Europea e in vigore alla data di riferimento del bilancio. L’applicazione degli IFRS è stata effettuata facendo anche riferimento al “quadro sistematico per la preparazione e presentazione del bilancio” (c.d. framework), con particolare riguardo al principio fondamentale che riguarda la prevalenza della sostanza sulla forma, nonché al concetto della rilevanza e significatività dell’informazione. Oltre alle istruzioni contenute nella Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 “Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione” 1° aggiornamento del 18 novembre 2009 e successive integrazioni, si è tenuto conto, sul piano interpretativo, dei documenti sull’applicazione degli IFRS in Italia predisposti dall’Organismo Italiano di Contabilità (O.I.C.). Nella predisposizione del bilancio sono stati applicati i principi IAS/IFRS omologati ed in vigore al 31 dicembre 2012 (inclusi i documenti interpretativi denominati SIC e IFRIC), nella sezione “Altri Aspetti” sono riportati i nuovi principi contabili internazionali o le modifiche di principi contabili già in vigore, con i relativi regolamenti di omologazione da parte della Commissione Europea, entrati in vigore nell’esercizio 2012. Sezione 2 – Principi generali di redazione Il bilancio IAS/IFRS è costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal prospetto della redditività complessiva, dal prospetto delle variazioni di patrimonio netto, dal rendiconto finanziario e dalla nota integrativa. Il bilancio è altresì corredato dalla relazione degli Amministratori sull’andamento della gestione e sulla situazione della Banca. I conti in bilancio trovano corrispondenza nella contabilità aziendale. 73 Nella predisposizione del bilancio di esercizio sono stati osservati gli schemi e le regole di compilazione di cui alla Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005, 1° aggiornamento del 18 novembre 2009, nonché le ulteriori richieste d informazioni indicate nelle successive precisazioni di Banca d’italia. Saranno inoltre fornite le informazioni complementari ritenute opportune ad integrare la rappresentazione dei dati di bilancio, ancorché non specificatamente prescritte dalla normativa. La Banca non presenta esposizione in strumenti finanziari che il mercato considera ad alto rischio o che implicano un rischio maggiore di quanto si ritenesse in precedenza alle recenti turbolenze di mercato. In particolare la Banca non presenta esposizioni in collateralized debt obligations (CDO), titoli garantiti da ipoteca su immobili (RMBS), titoli garantiti da ipoteca commerciale (CMS), altri veicoli special purpose (SPE) e finanza a leva (leveraged finance). La Banca, inoltre, non presenta attività immateriali a vita utile indefinita né avviamenti. La Banca non si è avvalsa della facoltà di modifica del criterio di riclassificazione degli strumenti finanziari nei casi previsti dall’emendamento allo IAS 39 e all’IFR 7 deliberato dallo IASB il 13 ottobre 2008. Gli schemi di stato patrimoniale, conto economico, reddività complessiva, il prospetto delle variazioni del patrimonio netto ed il rendiconto finanziario sono redatti in unità di Euro, mentre la nota integrativa, quando non diversamente indicato, è espressa in migliaia di Euro. Ai fini comparativi gli schemi di bilancio e, ove richiesto, le tabelle della nota integrativa riportano anche i dati relativi all'esercizio precedente. Si sottolinea che a decorrere dal 31 maggio 2012, come previsto dal 13° aggiornamento della circolare n° 263 del 27 dicembre 2006 (Nuove dispos izioni prudenziali per le banche) la segnalazione delle posizioni scadute e/o sconfinanti è stata effettuata al superamento del limite dei 90 giorni di scaduto anziché, come effettuato nelle segnalazioni precedenti, al superamento dei 180 giorni di scaduto. Sezione 3 – Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio Il Consiglio di amministrazione ha tenuto, altresì, conto di eventuali fatti intervenuti nel periodo di tempo intercorrente tra la data di riferimento del bilancio e la sua approvazione, nella misura in cui questi richiedano una modifica dei dati approvati oppure un’integrazione all’informativa fornita. Il principio contabile internazionale IAS10 “fatti intervenuti dopo la data di riferimento del bilancio” regola espressamente il trattamento da adottare per i fatti favorevoli o sfavorevoli che si verificano tra la data di riferimento del bilancio e la data in cui viene autorizzata la pubblicazione del bilancio da parte del Consiglio di Amministrazione. Il principio distingue tra gli accadimenti che comportano la necessità di una rettifica dei dati di Bilancio rispetto ai fatti che non comportano rettifiche ma eventualmente la necessità di fornire un’informativa nel caso in cui il fatto risulti significativo o rilevante. Un’informativa più dettagliata in merito principali eventi successivi alla data di riferimento del bilancio è pubblicata nell’ambito della Relazione sulla Gestione degli Amministratori. Informazioni sulla continuità aziendale Per quanto concerne la prospettiva della continuità aziendale si segnala che, nel rispetto delle indicazioni fornite nell’ambito del Documento n. 4 del 3 marzo 2010 emanato congiuntamente da Banca 74 d’Italia, Consob e Isvap, avente per oggetto “Informazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulle verifiche per la riduzione di valore delle attività (impairment test)” sulle clausole contrattuali dei debiti finanziari, sulle ristrutturazioni dei debiti e sulla “gerarchia del fair value” che richiama il corrispondente documento n. 2 emanato sempre congiuntamente dalle tre Autorità in data 6 febbraio 2009, la Banca ha la ragionevole aspettativa di continuare con la sua esistenza operativa in un futuro prevedibile ed ha, pertanto, redatto il bilancio nel presupposto della continuità aziendale. Un’informativa più dettagliata in merito alle principali problematiche e variabili esistenti sul mercato è pubblicata nell’ambito della Relazione sulla Gestione degli Amministratori. Sezione 4 – Altri aspetti Il bilancio è sottoposto alla revisione legale della società KPMG S.p.A., D.l.g 39/10 art. 14 e 16, alla quale è stato conferito l’incarico per il novennio 2011– 2019 dall’assemblea dei soci in data 22 maggio 2011. Principi contabili internazionali in vigore dal 2012 Di seguito i nuovi documenti emessi dallo IASB ed omologati dall’UE da adottare obbligatoriamente a partire dai bilanci degli esercizi che iniziano il 1° gennaio 2012. Titolo documento Modifiche all’IFRS 7 Strumenti finanziari: informazioni integrative – Trasferimenti di attività finanziarie Data Data emissione Data di entrata in vigore Ottobre 2010 1° luglio 2011 di omologazione Regolamento UE e data di pubblicazione 22 novembre 2011 (UE) 1205/2011 23 novembre 2011 Principi contabili internazionali con applicazione successiva al 31.12.2012 Si riportano i nuovi documenti emessi dallo IASB da adottare a partire dai bilanci degli esercizi che iniziano dopo il 1° gennaio 2012 e per i quali è co nsentita l’applicazione anticipata, si riportano solo i principi che possono avere rilevanza per il bilancio della Banca. Titolo documento Modifiche allo IAS 1 Presentazione del bilancio – Esposizione nel bilancio delle voci delle altre componenti di conto economico complessivo IAS 19 (2011) Benefici per i dipendenti Modifiche all’IFRS 1 Prima adozione degli IFRS – Grave iperinflazione ed eliminazione di date fissate per neo-utilizzatori Modifiche all’IFRS 7 Strumenti finanziari: informazioni integrative – Compensazione di attività e passività finanziarie Data emissione Giugno 2011 Data di entrata in vigore 1° luglio 2012 Data di omologazione 5 giugno 2012 Regolamento UE e data di pubblicazione (UE) 475/2012 6 giugno 2012 Giugno 2011 Dicembre 2010 1°gennaio 2013 5 giugno 2012 1° gennaio 2013 (per lo IASB: 1° luglio 2011) 11 dicembre 2012 (UE) 475/2012 6 giugno 2012 (UE) 1255/2012 29 dicembre 2012 1° gennaio 2013 13 dicembre 2012 (UE) 1256/2012 29 dicembre 2012 Dicembre 2011 75 Titolo documento Modifiche allo IAS 32 Strumenti finanziari: esposizione in bilancio - Compensazione di attività e passività finanziarie IFRS 13 Valutazione del fair value Modifiche allo IAS 12 Imposte sul reddito – Fiscalità differita: recupero delle attività sottostanti Data emissione Dicembre 2011 Data di entrata in vigore 1° gennaio 2014 Data di omologazione 13 dicembre 2012 Regolamento UE e data di pubblicazione (UE) 1256/2012 29 dicembre 2012 Maggio 2011 Dicembre 2010 1° gennaio 2013 11 dicembre 2012 11 dicembre 2012 (UE) 1255/2012 29 dicembre 2012 (UE) 1255/2012 29 dicembre 2012 1° gennaio 2013 (per lo IASB: 1° gennaio 2012 Applicazione anticipata dello IAS 19 (2011) Come indicato nella rispettiva sezione la Banca ha optato per l’adozione anticipata del principio IAS 19 dal 2012 e riclassificato ai fini comparativi gli schemi di bilancio e tabelle di nota integrativa del 2011. Nelle tabelle seguenti vengono rappresentati i prospetti di raccordo fra gli schemi di stato patrimoniale, di conto economico e della redditività complessiva al 31 dicembre 2011 così come riportati nel bilancio approvato dall’assemblea e gli schemi riclassificati come descritti in precedenza: Voci dell'attivo 10 20 40 60 70 110 120 130 150 Cassa e disponibilità liquide Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita Crediti verso banche Crediti verso clientela Attività materiali Attività immateriali Attività fiscali a) correnti b) anticipate - b1) di cui alla Legge 214/2011 Altre Attività Totale dell'attivo Importo da Bilancio 2011 approvato Riclassifiche 2011 in seguito all’adozione dello IAS 19 (2011) Importo da Bilancio 2011 “resteated” 1.886.423 1.886.423 2.210.592 2.210.592 20.886.805 23.880.921 166.329.238 8.459.068 5.871 3.881.561 40.363 3.841.198 3.217.890 4.021.951 231.562.430 20.886.805 23.880.921 166.329.238 8.459.068 5.871 3.881.561 40.363 3.841.198 3.217.890 4.021.951 231.562.430 76 Voci del passivo e del patrimonio netto 10 20 30 60 80 100 110 120 130 160 180 200 Debiti verso banche Debiti verso clientela Titoli in circolazione Derivati di copertura Passività fiscali a) correnti b) differite Altre passività Trattamento di fine rapporto del personale Fondi per rischi ed oneri b) altri fondi Riserve da valutazione Riserve Capitale Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) Totale del passivo e del patrimonio netto 8.087.850 121.741.377 75.290.709 471.125 286.302 214.131 72.171 3.749.473 818.605 403.314 403.314 (950.879) 22.968.100 2.600.000 (3.903.546) 231.562.430 Voci del conto economico 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 120 130 140 150 160 170 180 190 200 240 250 260 270 290 Riclassifiche 2011 in seguito all’adozione dello IAS 19 (2011) Importo da Bilancio 2011 approvato 11.510.654 (4.124.744) 7.385.910 2.120.742 (255.181) 1.865.561 1.530 (2.033) (27.647) 5.320 (18.171) 23.491 9.228.641 (7.074.141) (7.074.141) 2.154.500 (6.710.977) (3.852.590) (2.858.387) (215.129) (380.890) (2.356) 400.056 (6.909.296) 77 44.526 (44.526) Riclassifiche 2011 in seguito all’adozione dello IAS 19 (2011) 2011 Interessi attivi e proventi assimilati Interessi passivi e oneri assimilati Margine di interesse Commissioni attive Commissioni passive Commissioni nette Dividendi e proventi simili Risultato netto dell'attività di negoziazione Risultato netto dell'attività di copertura Utili (Perdite) da cessione o riacquisto di: b) attività finanziarie disponibili per la vendita d) passività finanziarie Margine di intermediazione Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: a) crediti Risultato netto della gestione finanziaria Spese amministrative a) spese per il personale b) altre spese amministrative Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali Altri oneri/proventi di gestione Costi operativi Utili (Perdite) da cessioni di investimenti Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte Utile (Perdita) d'esercizio Importo da Bilancio 2011 “resteated” 8.087.850 121.741.377 75.290.709 471.125 286.302 214.131 72.171 3.749.473 818.605 403.314 403.314 (906.353) 22.968.100 2.600.000 (3.948.072) 231.562.430 Importo da Bilancio 2011 “resteated” (61.415) 11.510.654 (4.124.744) 7.385.910 2.120.742 (255.181) 1.865.561 1.530 (2.033) (27.647) 5.320 (18.171) 23.491 9.228.641 (7.074.141) (7.074.141) 2.154.500 (6.772.392) (3.914.005) (2.858.387) (215.129) (380.890) (2.356) 400.056 (6.970.711) (4.754.796) (61.415) (4.816.211) 851.250 16.889 868.139 (3.903.456) 16.889 (3.948.072) (3.903.456) (44.526) (3.948.072) (61.415) (61.415) Redditività Complessiva Voci 2011 10 Utile (Perdita) d'esercizio (3.903.546) Riclassifiche 2011 in seguito all’adozione dello IAS 19 (2011) (44.526) Importo da Bilancio 2011 “resteated” (3.948.072) Altre componenti reddituali al netto delle imposte 20 Attività finanziarie disponibili per la vendita (624.829) 90 Utili (Perdite) attuariali su piani a benefici definiti 110 Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte 120 Redditività complessiva (voce 10+110) (624.829) 44.526 44.526 (624.829) (580.303) (4.528.375) (4.528.375) Nei prospetti di Stato patrimoniale non è stata presentata la situazione patrimoniale – finanziaria al 1 gennaio 2011, come richiesto dal principio contabile internazionale IAS 1, par. 39, in quanto l’applicazione anticipata della nuova versione dello IAS 19 non ha comportato alcun effetto sui saldi patrimoniali di apertura a tale data, bensì solamente una riclassifica all’interno delle voci del Patrimonio netto tra la voce “160 Riserve” e la voce “130 riserve da valutazione”. Utilizzo di stime e assunzioni nella predisposizione del bilancio d’esercizio (con specifico riferimento a quanto previsto dallo IAS 1 paragrafo 125 e dal documento n. 2 del 6 febbraio 2009 emanato congiuntamente da Banca d’Italia/Consob/Isvap). La redazione del bilancio d’esercizio richiede anche il ricorso a stime e ad assunzioni che possono determinare significativi effetti sui valori iscritti nello stato patrimoniale e nel conto economico, nonché sull’informativa relativa alle attività e passività potenziali riportate in bilancio. L’elaborazione di tali stime implica l’utilizzo delle informazioni disponibili e l’adozione di valutazioni soggettive, fondate anche sull’esperienza storica, utilizzata ai fini della formulazione di assunzioni ragionevoli per la rilevazione dei fatti di gestione. Per loro natura le stime e le assunzioni utilizzate possono variare di periodo in periodo; non può quindi escludersi che negli esercizi successivi gli attuali valori iscritti in bilancio potranno differire anche in maniera significativa a seguito del mutamento delle valutazioni soggettive utilizzate. Le principali fattispecie per le quali è maggiormente richiesto l’impiego di valutazioni soggettive da parte del Consiglio di Amministrazione sono: – la quantificazione delle perdite per riduzione di valore dei crediti e, in genere, delle altre attività finanziarie; – la determinazione del fair value degli strumenti finanziari da utilizzare ai fini dell’informativa di bilancio; – l’utilizzo di modelli valutativi per la rilevazione del fair value degli strumenti finanziari non quotati in mercati attivi; – la quantificazione dei fondi del personale e dei fondi per rischi e oneri; – le stime e le assunzioni sulla recuperabilità della fiscalità differita attiva. 78 La descrizione delle politiche contabili applicate sui principali aggregati di bilancio fornisce i dettagli informativi necessari all’individuazione delle principali assunzioni e valutazioni soggettive utilizzate nella redazione del bilancio d’esercizio. Per le ulteriori informazioni di dettaglio inerenti la composizione e i relativi valori di iscrizione delle poste interessate dalle stime in argomento si fa, invece, rinvio alle specifiche sezioni di nota integrativa. Informazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulle verifiche della riduzione di valore delle attività -impairment test– (con specifico riferimento a quanto previsto dallo IAS39 e dal documento congiunto Banca d’Italia Consob Isvap n. 4 del 3 marzo 2010). Con riferimento ai criteri utilizzati per la valutazione dei titoli classificati come disponibili per la vendita, il Consiglio di Amministrazione valuta, in sede di chiusura del bilancio, l’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore non temporanee. Detti criteri sono definiti nella sezione A.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita. Il Consiglio di Amministrazione con apposita delibera ha adottato dei criteri per la determinazione di soglie quantitative di perdite relative al monitoraggio di tali titoli. A.2 PARTE RELATIVA ALLE PRINCIPALI VOCI DI BILANCIO 1 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione Un’attività finanziaria è classificata come posseduta per negoziazione se: – è acquisita principalmente al fine di essere venduta a breve; – fa parte di un portafoglio di strumenti finanziari che è gestito congiuntamente e per il quale esiste una strategia volta al conseguimento di profitti nel breve periodo; – è un contratto derivato (fatta eccezione per i contratti derivati designati come strumenti di copertura). Al pari degli altri strumenti finanziari, le attività finanziarie detenute per la negoziazione sono inizialmente iscritte al loro fair value, che corrisponde al corrispettivo pagato, con esclusione dei costi di transazione che sono direttamente contabilizzati a conto economico ancorché direttamente attribuibili a tale attività finanziaria. Anche successivamente, tali attività finanziarie sono valutate al fair value. Sono, invece, valutati al costo gli strumenti rappresentativi di capitale (titoli azionari) non quotati in un mercato attivo e il cui fair value non può essere determinato in modo attendibile, nonché i derivati ad essi correlati che sono regolati con la consegna dei titoli azionari. 79 Gli utili e le perdite realizzati sulla cessione o sul rimborso e gli utili e le perdite non realizzati derivanti dalle variazioni del fair value del portafoglio di negoziazione sono iscritti in conto economico nella voce 80. “Risultato netto dell’attività di negoziazione”. Se il fair value di un’attività finanziaria diventa negativo, circostanza che può verificarsi per i contratti derivati o gli “scoperti tecnici” in titoli, tale attività viene contabilizzata alla voce 40. “Passività finanziarie di negoziazione”. Se per le attività di negoziazione eventualmente mantenute al costo vi è qualche obiettiva evidenza che abbiano subito una riduzione di valore (impairment), tali attività sono ridotte dell’importo della perdita rilevata in conto economico nella voce 80. “Risultato netto dell’attività di negoziazione” - determinata come differenza tra il valore contabile delle stesse e il valore attuale dei futuri flussi finanziari attesi e attualizzati al tasso di rendimento corrente di mercato per attività finanziarie similari. Qualora tali perdite vengano meno, non è consentito il ripristino del valore originario. Si considera come derivato uno strumento finanziario o altro contratto con le tre seguenti caratteristiche: – il suo valore cambia in relazione alla variazione di un tasso di interesse, del prezzo di uno strumento finanziario, del prezzo di una merce, del tasso di cambio in valuta estera, di un indice di prezzi o di tassi, del merito di credito (rating) o di indici di credito o di altra variabile prestabilita (generalmente denominata “sottostante”); – non richiede un investimento netto iniziale o richiede un investimento netto iniziale minore di quello richiesto per altri tipi di contratti da cui ci si aspetterebbe una simile oscillazione a cambiamenti di fattori di mercato; – è regolato a data futura; – i profitti e le perdite, realizzati e non, sui derivati classificati come di negoziazione sono iscritti a conto economico nella voce 80. “Risultato netto dell’attività di negoziazione”. Un derivato incorporato è una componente di uno strumento ibrido (combinato) che include anche un contratto primario non derivato, con l’effetto che alcuni dei flussi finanziari dello strumento nel suo complesso variano in maniera similare a quelli del derivato preso a sé stante. Un derivato associato a uno strumento finanziario, ma contrattualmente trasferibile indipendentemente da quello strumento, o avente controparte diversa da quella dello strumento, non è considerato un derivato incorporato, ma uno strumento finanziario separato. Un derivato incorporato è separato dal contratto primario e contabilizzato come un derivato, se: – le caratteristiche economiche e i rischi del derivato incorporato non sono strettamente correlati a quelle del contratto che lo ospita; – uno strumento separato con le stesse condizioni del derivato incorporato soddisferebbe la definizione di derivato; – lo strumento ibrido non è valutato al fair value con effetto rilevato in conto economico. Qualora sussista l’obbligo di scindere un derivato incorporato dal suo contratto primario, ma non si sia in grado di valutare distintamente il derivato incorporato all’acquisizione o a una data di valutazione 80 successiva, l’intero contratto combinato è trattato come un’attività o una passività finanziaria che è posseduta per negoziazione. Nei casi in cui i derivati incorporati siano separati, i contratti primari vengono contabilizzati secondo la categoria di appartenenza. 2 - Attività finanziarie disponibili per la vendita Si tratta di attività finanziarie non derivate che non sono classificate come crediti, attività finanziarie detenute sino alla scadenza, attività valutate al fair value. Tali attività sono detenute per un periodo di tempo non definito e rispondono all’eventuale necessità di ottenere liquidità o di far fronte a cambiamenti nei tassi di interesse, nei tassi di cambio o nei prezzi. Possono essere classificati come investimenti finanziari disponibili per la vendita i titoli del mercato monetario, gli altri strumenti di debito ed i titoli azionari. Le attività finanziarie disponibili per la vendita sono inizialmente rilevate al fair value, che corrisponde sostanzialmente al costo dell’operazione comprensivo delle spese ed al netto delle commissioni. Per gli strumenti fruttiferi gli interessi sono contabilizzati al costo ammortizzato, utilizzando il criterio dell’interesse effettivo. Dette attività sono successivamente valutate al fair value. Gli utili e le perdite derivanti dalle variazioni del fair value sono rilevati nella voce 130. “Riserve da valutazione” del patrimonio netto - ad eccezione delle perdite per riduzione di valore (impairment) e degli utili e delle perdite su cambi di attività monetarie (titoli di debito) che sono esposti nel conto economico alla voce 80. “Risultato netto dell’attività di negoziazione” - fino a quando l’attività finanziaria non è alienata, momento in cui gli utili e le perdite cumulati sono iscritti nel conto economico alla voce 100.b) “Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie disponibili per la vendita”. Qualora vi sia qualche obiettiva evidenza che l’attività abbia subito una riduzione permanente di valore (impairment), la perdita cumulata, che è stata rilevata direttamente nella voce 130. del patrimonio netto “Riserve da valutazione”, viene trasferita a conto economico alla voce 130.b) “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento”. L’importo trasferito è pari alla differenza tra il valore di carico (costo di acquisizione al netto delle eventuali perdite per riduzione di valore già precedentemente rilevate nel conto economico) e il fair value. Se, in un periodo successivo, il fair value di uno strumento di debito aumenta e l’incremento può essere oggettivamente correlato ad un evento che si è verificato in un periodo successivo a quello in cui la perdita per riduzione di valore era stata rilevata nel conto economico, la perdita viene ripresa, rilevando il corrispondente importo alla medesima voce di conto economico. Il ripristino di valore non determina in ogni caso un valore contabile superiore a quello che risulterebbe dall’applicazione del costo ammortizzato qualora la perdita non fosse stata rilevata. Le perdite per riduzione di valore di titoli azionari, rilevate a conto economico, non sono successivamente ripristinate con effetto a conto economico, anche qualora non sussistano più le motivazioni che hanno condotto ad appostare la svalutazione. 81 Con riferimento ai titoli di capitale, le informazioni che si ritengono rilevanti ai fini dell’evidenziazione di perdite per riduzioni di valore includono la verifica dei cambiamenti intervenuti nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o legale in cui l’emittente opera. Una diminuzione significativa o prolungata del fair value di uno strumento rappresentativo di capitale al di sotto del suo costo è considerata evidenza obiettiva di una riduzione durevole di valore. Qualora i motivi della perdita durevole vengano meno a seguito di un evento verificatosi successivamente alla sua rilevazione, vengono iscritte riprese di valore imputate al conto economico se si tratta di titoli di debito o al patrimonio netto se si tratta di titoli di capitale. L’ammontare della ripresa non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che lo strumento finanziario avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche. La verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione durevole di valore viene effettuata a ogni chiusura di bilancio. 3 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Gli investimenti posseduti sino alla scadenza sono rappresentati da strumenti finanziari non derivati, con pagamenti fissi o determinabili e scadenza fissa, che si ha oggettiva intenzione e capacità di possedere sino alla scadenza. Qualora nel corso dell’esercizio venisse venduto o riclassificato, prima della scadenza, un importo non irrilevante di tali investimenti, le rimanenti attività finanziarie detenute fino a scadenza verrebbero riclassificate come disponibili per la vendita e l’uso del portafoglio in questione sarebbe precluso per i successivi due esercizi, a meno che le vendite o riclassificazioni: – siano così prossime alla scadenza o alla data dell’opzione dell’attività finanziaria, che le oscillazioni del tasso di interesse di mercato non avrebbero un effetto significativo sul fair value dell’attività stessa; – si siano verificate dopo l’incasso di sostanzialmente tutto il capitale originario dell’attività finanziaria attraverso pagamenti ordinari programmati o anticipati; – o siano attribuibili a un evento isolato non controllabile, che non sia ricorrente e non si possa pertanto ragionevolmente prevedere. Dopo l’iniziale rilevazione al fair value, tali attività sono valutate al costo ammortizzato, utilizzando il criterio dell’interesse effettivo. Gli utili e le perdite sono rilevati nel conto economico alla voce 100.c) “Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie detenute sino alla scadenza” quando tali attività sono eliminate. Qualora vi sia qualche obiettiva evidenza che l’attività abbia subito una riduzione di valore, l’importo della perdita è misurato come differenza tra il valore contabile dell’attività e il valore attuale dei futuri flussi finanziari stimati, attualizzato in base al tasso di interesse effettivo originale dell’attività finanziaria. Il valore contabile dell’attività viene conseguentemente ridotto e l’importo della perdita è rilevato a conto economico alla voce 130.c) “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento”. 82 Se, in un esercizio successivo, l’ammontare della perdita per riduzione di valore diminuisce e la diminuzione può essere oggettivamente collegata a un evento che si è verificato dopo la sua rilevazione (quale un miglioramento nella solvibilità del debitore), la perdita per riduzione di valore precedentemente rilevata viene eliminata. Il ripristino di valore non determina in ogni caso un valore contabile superiore a quello che risulterebbe dall’applicazione del costo ammortizzato qualora la perdita non fosse stata rilevata. L’importo del ripristino è rilevato alla medesima voce di conto economico. 4 - Crediti I crediti sono costituiti da attività finanziarie non derivate verso clientela e verso banche, con pagamenti fissi o determinabili e che non sono quotate in un mercato attivo. I crediti sono iscritti alla data di erogazione alla controparte. Tali voci comprendono anche titoli di debito aventi le medesime caratteristiche. Dopo l’iniziale rilevazione al fair value, comprensivo dei costi di transazione che sono direttamente attribuibili all’acquisizione o all’erogazione dell’attività finanziaria (ancorché non ancora regolati), i crediti sono valutati al costo ammortizzato, utilizzando il criterio dell’interesse effettivo, eventualmente rettificato al fine di tener conto di riduzioni/riprese di valore risultanti dal processo di valutazione. Gli utili (o le perdite) su crediti, ove non coperti, sono rilevati nel conto economico: – quando l’attività finanziaria in questione è ceduta, alla voce 100.a) “Utili (perdite) da cessione”; – quando l’attività finanziaria ha subito una riduzione di valore, alla voce 130.a) “Rettifiche di valore nette per deterioramento”. Gli interessi sui crediti erogati sono classificati alla voce 10. “Interessi attivi e proventi assimilati” e sono iscritti in base al principio della competenza temporale. Un credito è considerato deteriorato quando si ritiene che, probabilmente, non si sarà in grado di recuperarne l’intero ammontare, sulla base delle condizioni contrattuali originarie, o un valore equivalente. I criteri per la determinazione delle svalutazioni da apportare ai crediti si basano sull’attualizzazione dei flussi finanziari attesi per capitale ed interessi al netto degli oneri di recupero e di eventuali anticipi ricevuti; ai fini della determinazione del valore attuale dei flussi, gli elementi fondamentali sono rappresentati dall’individuazione degli incassi stimati, delle relative scadenze e del tasso di attualizzazione da applicare. Tutti i crediti problematici sono rivisti ed analizzati periodicamente, almeno una volta all’anno. Ogni cambiamento successivo nell’importo o nelle scadenze dei flussi di cassa attesi, che produca una variazione negativa rispetto alle stime iniziali, determina la rilevazione di una rettifica di valore alla voce di conto economico 130.a) “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento”. Qualora la qualità del credito deteriorato risulti migliorata ed esista una ragionevole certezza del recupero tempestivo del capitale e degli interessi, concordemente ai termini contrattuali originari, viene appostata alla medesima voce di conto economico una ripresa di valore, nel limite massimo del costo ammortizzato che si sarebbe avuto in assenza di precedenti svalutazioni. 83 L’eliminazione integrale di un credito è effettuata quando lo stesso è considerato irrecuperabile o è stralciato nella sua interezza. Le cancellazioni sono imputate direttamente alla voce 130.a) “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento” di conto economico e sono rilevate in riduzione della quota capitale del credito. Recuperi di parte o di interi importi precedentemente svalutati sono iscritti alla medesima voce. Le esposizioni deteriorate sono suddivise nelle seguenti categorie: – sofferenze che individuano l’area dei crediti formalmente deteriorati, costituiti dall’esposizione verso clienti che versano in uno stato di insolvenza anche non accertato giudizialmente o in situazioni equiparabili. Tali esposizioni sono valutate su base analitica; – incagli che rappresentano l’area dei crediti in cui ricadono i rapporti verso soggetti che si trovano in temporanea difficoltà, che si prevede possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo. Tali esposizioni sono valutate su base analitica. Le posizioni, per le quali non è stata determinata una svalutazione analitica, sono comunque valutate in modo forfetario su basi storico/statistiche; – crediti ristrutturati che rappresentano le esposizioni nei confronti di controparti con le quali sono stati conclusi accordi che prevedono la concessione di una moratoria al pagamento del debito e la contemporanea rinegoziazione delle condizioni a tassi inferiori a quelli di mercato, la conversione di parte dei prestiti in azioni e/o eventuali sacrifici in linea capitale: sono valutati analiticamente, ricomprendendo nelle svalutazioni l’onere attualizzato riveniente dall’eventuale rinegoziazione del tasso a condizioni inferiori al costo previsto della relativa raccolta. Tali esposizioni sono valutate su base analitica, le posizioni, per le quali non è stata determinata una svalutazione analitica, sono comunque valutate in modo forfetario su basi storico/statistiche; – crediti scaduti/sconfinati che rappresentano l’intera esposizione nei confronti di controparti, diverse da quelle classificate nelle precedenti categorie, che alla data di riferimento presentano crediti scaduti o sconfinanti da oltre 90 giorni. L’esposizione complessiva viene rilevata qualora, alla data di riferimento la quota scaduta e/o sconfinante oppure la media delle quote scadute e/o sconfinanti, rilevate su base giornaliera nell’ultimo trimestre precedente, sia pari o superiore al 5% dell’esposizione stessa. Tali esposizioni sono valutate su base analitica, le posizioni, per le quali non è stata determinata una svalutazione analitica, sono comunque valutate in modo forfetario su basi storico/statistiche. La valutazione forfettaria riguarda portafogli di attività per i quali, seppur non siano stati riscontrati singolarmente elementi oggettivi di perdita, è loro attribuibile una perdita latente intesa quale potenzialità negativa insita in modo indistinto nella massa dei crediti che non manifestano irregolarità nel relativo andamento. Tale riserva è determinata sulla scorta di metodologie basate su criteri probalistici derivanti dall’analisi delle dinamiche di passaggio dei medesimi a sofferenza (Probability of Default) e successivamente a perdita per gli ultimi periodi (Loss Given Default). La svalutazione per perdite su crediti è iscritta come una riduzione del valore contabile del credito, mentre il rischio a fronte delle voci fuori bilancio, come gli impegni a erogare crediti, viene registrato a conto economico alla voce 130.d) “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie” con contropartita alla voce 120.b) “Fondo per rischi ed oneri” del passivo (ad eccezione delle 84 svalutazioni dovute al deterioramento delle garanzie rilasciate e dei derivati creditizi ad esse assimilati secondo lo IAS 39, che hanno come contropartita la voce 100. “Altre passività”). 5 - Attività finanziarie valutate al fair value Qualsiasi attività finanziaria può essere designata come valutata al fair value al momento della rilevazione iniziale, ad eccezione: – degli investimenti in strumenti rappresentativi di capitale per i quali non siano rilevabili prezzi in mercati attivi ed il cui fair value non sia determinabile in modo attendibile; – degli strumenti derivati. Rientrano nella categoria in oggetto le attività finanziarie che non appartengono al portafoglio di negoziazione ma il cui profilo di rischio risulti: – connesso a posizioni di debito che sono fatte oggetto di misurazione al fair value; – gestito a mezzo di contratti derivati che non permettono il riconoscimento di relazioni di copertura. Il trattamento contabile di tali operazioni è analogo a quello delle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”, con registrazione però dei profitti e delle perdite, realizzati e non, alla voce 110. “Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value”. 6 - Operazioni di copertura Operazioni di copertura specifica Gli strumenti derivati di copertura sono designati come: – strumenti di copertura del fair value di una attività o di una passività rilevata o di una parte identificata di tale attività o passività; – strumenti di copertura dell’esposizione alla variabilità dei flussi finanziari, attribuibile ad un particolare rischio associato ad un’attività o passività rilevata o ad un’operazione prevista, che potrebbero influire sul conto economico. Uno strumento finanziario derivato è classificato come di copertura se viene documentata in modo formale la relazione fra lo strumento di copertura e l’elemento coperto, includendo gli obiettivi di gestione del rischio, la strategia per effettuare la copertura e i metodi che saranno utilizzati per verificarne l’efficacia. Di conseguenza, occorre verificare, sia all’inizio dell’operazione che lungo la sua durata, che la copertura mediante l’utilizzo dello strumento derivato sia altamente efficace nel compensare i cambiamenti del fair value o dei flussi di cassa attesi dell’elemento coperto. Generalmente, una copertura viene considerata altamente efficace se all’inizio della copertura e nei periodi successivi questa è prevista essere altamente efficace e se i suoi risultati effettivi siano ricompresi all’interno di un definito intervallo (80% - 125%). 85 La copertura è valutata sulla base di un criterio di continuità; deve quindi prospetticamente rimanere altamente efficace per tutti i periodi di riferimento per cui la copertura è designata. Si cessa di considerare le operazioni come coperture, e pertanto di contabilizzarle come tali, se la copertura operata tramite il derivato viene meno o non è più altamente efficace; il derivato scade, viene venduto, rescisso o esercitato; l’elemento coperto è venduto, scade o è rimborsato; non è più altamente probabile che l’operazione futura coperta venga posta in essere. Gli strumenti di copertura sono designati come tali laddove sia identificabile una controparte esterna. Copertura del fair value La variazione del fair value dello strumento di copertura è rilevato a conto economico alla voce 90. “Risultato netto dell’attività di copertura”. Le variazioni nel fair value dell’elemento coperto, che sono attribuibili al rischio coperto con lo strumento derivato, sono iscritte alla medesima voce di conto economico. Se la relazione di copertura termina, per ragioni diverse dalla vendita dell’elemento coperto, la differenza fra il valore di carico dell’elemento coperto nel momento in cui cessa la copertura e quello che sarebbe stato il suo valore di carico se la copertura non fosse mai esistita, è rilevata a conto economico nelle voci interessi attivi o passivi, lungo la vita residua della copertura originaria, nel caso di strumenti finanziari fruttiferi di interessi; se si tratta, invece, di strumenti finanziari non fruttiferi di interessi, la differenza è rilevata immediatamente a conto economico alla voce 90. “Risultato netto dell’attività di copertura”. Nel caso in cui l’elemento coperto venga venduto o rimborsato, la quota del fair value non ammortizzata è rilevata immediatamente alla medesima voce di conto economico. Copertura di flussi finanziari Nel caso di copertura di flussi finanziari, la parte dell’utile o della perdita sullo strumento di copertura che è considerata efficace è iscritta inizialmente alla voce 130. del patrimonio netto “Riserve da valutazione”. La parte inefficace è invece iscritta a conto economico alla voce 90.“Risultato netto dell’attività di copertura”. Se la copertura dei flussi finanziari non è più considerata efficace, oppure la relazione di copertura è terminata, l’ammontare complessivo dei profitti o delle perdite su quello strumento di copertura, già rilevato tra le “Riserve da valutazione”, vi rimane fino al momento in cui la transazione ha luogo o si ritiene che non vi sarà più la possibilità che la transazione si verifichi; in quest’ultima circostanza i profitti o perdite sono trasferiti dal patrimonio netto alla voce 80. “Risultato netto dell’attività di negoziazione” di conto economico. Operazioni di copertura generica Lo IAS 39 consente che oggetto di copertura di fair value dal rischio di tasso di interesse sia non solo una singola attività o passività finanziaria ma anche un importo monetario, riveniente da una molteplicità di attività e passività finanziarie (o di loro porzioni), in modo che un insieme di contratti derivati possa essere utilizzato per ridurre le oscillazioni di fair value delle poste coperte al modificarsi dei tassi di interesse di mercato. Non possono essere oggetto di copertura generica (macrohedging) importi netti rivenienti dallo sbilancio di attività e passività. 86 Analogamente alle coperture di fair value, una copertura generica viene considerata altamente efficace se, sia all’inizio che durante la sua vita, i cambiamenti del fair value dell’importo monetario coperto sono quasi completamente compensati dai cambiamenti del fair value dei derivati di copertura, ossia i risultati effettivi siano all’interno di un intervallo compreso fra l’80% ed il 125%. Il saldo, positivo o negativo, delle variazioni di valore, rispettivamente, delle attività e delle passività oggetto di copertura generica è rilevato nelle voci 90. dell’attivo o 70. del passivo, in contropartita della voce 90. “Risultato netto dell’attività di copertura” di conto economico. L’inefficacia della copertura è rappresentata dalla differenza fra la variazione del fair value degli strumenti di copertura e la variazione del fair value dell’importo monetario coperto. La quota di inefficacia della copertura è comunque ricompresa nella voce 90. “Risultato netto dell’attività di copertura” di conto economico. Se la relazione di copertura termina, per ragioni diverse dalla vendita degli elementi coperti, la rivalutazione/svalutazione iscritta nelle presenti voci è rilevata a conto economico tra gli interessi attivi o passivi, lungo la vita residua delle attività o passività finanziarie coperte. Nel caso in cui queste ultime vengano vendute o rimborsate, la quota del fair value non ammortizzata è rilevata immediatamente alla voce 90. “Risultato netto dell’attività di copertura” di conto economico. 7 - Partecipazioni Le partecipazioni in imprese controllate sono esposte nel bilancio utilizzando come criterio di valutazione il metodo del costo, al netto delle perdite di valore per deterioramento. Le partecipazioni in società collegate sono valutate con il metodo del patrimonio netto. Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si procede alla stima del valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la medesima potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento. Le restanti partecipazioni sono classificate quali attività finanziarie disponibili per la vendita e trattate in maniera corrispondente. 8 - Attività materiali La voce include: a) terreni; b) fabbricati; c) mobili; d) impianti elettronici; 87 e) altre attività; ed è suddivisa nelle seguenti categorie: a) attività ad uso funzionale;. b) attività detenute a scopo di investimento. Le attività ad uso funzionale hanno consistenza fisica, sono detenute per essere utilizzate nella produzione o nella fornitura di beni e servizi o per scopi amministrativi e si ritiene possano essere utilizzate per più di un periodo. In questa categoria rientrano convenzionalmente anche i beni in attesa di essere locati nonché i beni in corso di costruzione destinati ad essere concessi in locazione finanziaria. Le attività detenute a scopo d’investimento si riferiscono agli investimenti immobiliari di cui allo IAS 40, cioè a quegli immobili posseduti al fine di ricavarne canoni di locazione e/o conseguire un apprezzamento del capitale investito. Le attività materiali sono inizialmente iscritte al costo, comprensivo di tutti gli oneri direttamente imputabili alla “messa in funzione” del bene (costi di transazione, onorari professionali, costi diretti di trasporto del bene nella località assegnata, costi di installazione, costi di smantellamento). Le spese sostenute successivamente sono aggiunte al valore contabile del bene o rilevate come attività separate se è probabile che si godranno benefici economici futuri eccedenti quelli inizialmente stimati ed il costo può essere attendibilmente rilevato. Tutte le altre spese sostenute successivamente (es. interventi di manutenzione ordinaria) sono rilevate nel conto economico, nell’esercizio nel quale sono sostenute, alla voce: 150.b) “Altre spese amministrative”, se riferite ad attività ad uso funzionale; ovvero alla voce 190. “Altri oneri/proventi di gestione”, se riferite agli immobili detenuti a scopo di investimento. Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività materiali sono iscritte al costo al netto degli ammortamenti accumulati e delle perdite di valore per deterioramento. Le immobilizzazioni a vita utile limitata vengono sistematicamente ammortizzate a quote costanti durante la loro vita utile. Non sono, invece, ammortizzate le immobilizzazioni materiali aventi vita utile illimitata o quelle il cui valore residuo è pari o maggiore al valore contabile dell’attività. I terreni e i fabbricati sono trattati separatamente ai fini contabili, anche quando sono acquistati congiuntamente. I terreni non sono ammortizzati in quanto, di norma, caratterizzati da vita utile illimitata. I fabbricati, invece, hanno una vita utile limitata e, pertanto, sono ammortizzati. La vita utile delle immobilizzazioni materiali viene rivista ad ogni chiusura di periodo e, se le attese sono difformi dalle stime precedenti, la quota di ammortamento per l'esercizio corrente e per quelli successivi viene rettificata. Qualora vi sia obiettiva evidenza che una singola attività possa aver subito una riduzione di valore si procede alla comparazione tra il valore contabile dell’attività con il suo valore recuperabile, pari al maggiore tra il fair value, dedotti i costi di vendita, ed il relativo valore d’uso, inteso come il valore attuale dei flussi finanziari futuri che si prevede origineranno dall’attività. Le eventuali rettifiche di valore sono rilevate alla voce 170. “Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali” di conto economico. Qualora venga ripristinato il valore di un’attività precedentemente svalutata, il nuovo valore contabile non può eccedere il 88 valore netto contabile che sarebbe stato determinato se non si fosse rilevata alcuna perdita per riduzione di valore dell’attività negli anni precedenti. Un’attività materiale è eliminata dallo stato patrimoniale all’atto della dismissione o quando per la stessa non sono previsti benefici economici futuri dal suo utilizzo o dalla sua dismissione e l’eventuale differenza tra il valore di cessione ed il valore contabile viene rilevata a conto economico alla voce 240. “Utili (Perdite) da cessione di investimenti”. 9 - Attività immateriali Le attività immateriali sono attività non monetarie, identificabili pur se prive di consistenza fisica, dalle quali è probabile che affluiranno benefici economici futuri. Le attività immateriali sono principalmente relative a software, marchi e brevetti. Le migliorie e spese incrementative relative ad attività materiali non identificabili e separabili sono incluse nella voce 150. “Altre attività”. Le attività immateriali sono iscritte in bilancio al costo d’acquisto, comprensivo di qualunque costo diretto sostenuto per predisporre l’attività all’utilizzo, al netto degli ammortamenti accumulati e delle perdite di valore. Le immobilizzazioni immateriali aventi durata limitata sono sistematicamente ammortizzate a quote costanti in base alla stima della loro vita utile. Qualora vi sia obiettiva evidenza che una singola attività possa aver subito una riduzione di valore si procede alla comparazione tra il valore contabile dell’attività con il suo valore recuperabile, pari al maggiore tra il fair value, dedotti i costi di vendita, ed il relativo valore d’uso, inteso come il valore attuale dei flussi finanziari futuri che si prevede origineranno dall’attività. Le eventuali rettifiche di valore sono rilevate alla voce 180. “Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali” di conto economico. Le attività immateriali aventi durata illimitata non sono ammortizzate. Per queste attività, anche se non si rilevano indicazioni di riduzioni durevoli di valore, viene annualmente confrontato il valore contabile con il valore recuperabile. Nel caso in cui il valore contabile sia maggiore di quello recuperabile si rileva alla voce 180. “Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali” di conto economico una perdita pari alla differenza tra i due valori. Qualora venga ripristinato il valore di un’attività immateriale precedentemente svalutata, il nuovo valore contabile non può eccedere il valore netto contabile che sarebbe stato determinato se non si fosse rilevata alcuna perdita per riduzione di valore dell’attività negli anni precedenti. Un’attività immateriale è eliminata dallo stato patrimoniale all’atto della dismissione o quando non sono previsti benefici economici futuri dal suo utilizzo o dalla sua dismissione e l’eventuale differenza tra il valore di cessione ed il valore contabile viene rilevata a conto economico alla voce 240. “Utili (Perdite) da cessione di investimenti”. 89 10 - Fiscalità corrente e differita Le imposte sul reddito, calcolate nel rispetto delle legislazioni fiscali nazionali, sono contabilizzate come costo ed hanno la stessa competenza economica dei profitti che le hanno originate. Per tutte le differenze temporanee deducibili è rilevata un’attività fiscale anticipata (voce 130.b)) se si ritiene probabile che in futuro si realizzerà un reddito imponibile a fronte del quale potrà essere utilizzata tale attività. Per tutte le differenze temporanee imponibili, è rilevata una passività fiscale differita (voce 80.b)) tranne nei casi in cui la differenza derivi dalla rilevazione iniziale dell’avviamento. Le attività e le passività fiscali differite sono determinate utilizzando le aliquote fiscali che si prevede saranno applicabili nell’esercizio nel quale sarà realizzata l’attività fiscale o sarà estinta la passività fiscale, sulla base della normativa fiscale in vigore o comunque di fatto in vigore al momento della loro rilevazione. Le imposte differite attive e passive sono compensate quando dovute alla stessa autorità fiscale ed è riconosciuto dalla legge il diritto alla compensazione. Le imposte correnti e differite sono rilevate a conto economico alla voce 260. “Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente”, ad eccezione di quelle relative a profitti o perdite su attività finanziarie disponibili per la vendita e quelle relative a variazioni del fair value di strumenti finanziari derivati di copertura dei flussi di cassa, le cui variazioni di valore sono rilevate direttamente nelle riserve da valutazione al netto delle tasse. 11- Fondi per rischi e oneri I fondi per rischi ed oneri sono costituiti da passività rilevate quando concorrono le seguenti condizioni: – l’impresa ha un’obbligazione attuale (legale o implicita) quale risultato di un evento passato; – è probabile che sarà necessario l’esborso di risorse per adempiere l’obbligazione; – può essere effettuata una stima attendibile dell’ammontare dell’obbligazione. Gli importi accantonati sono determinati in modo che rappresentino la migliore stima della spesa richiesta per adempiere alle obbligazioni. Nel determinare tale stima si considerano i rischi e le incertezze che attengono ai fatti e alle circostanze in esame. In particolare, laddove l’effetto del differimento temporale nel sostenimento dell’onere sia rilevante, l’ammontare dell’accantonamento è determinato come il valore attuale del costo che si suppone sarà necessario per estinguere l’obbligazione. Viene in tal caso utilizzato un tasso di attualizzazione, al lordo delle imposte, tale da riflettere le valutazioni correnti di mercato del valore attuale del denaro ed i rischi specifici connessi alla passività. I fondi accantonati sono periodicamente riesaminati ed eventualmente rettificati per riflettere la migliore stima corrente. Quando, a seguito del riesame, il sostenimento dell’onere diviene improbabile, l’accantonamento viene stornato. Un accantonamento è utilizzato solo a fronte degli oneri per i quali è stato originariamente iscritto. 90 L’accantonamento dell’esercizio, registrato alla voce 160. “Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri” del conto economico, include gli incrementi dei fondi dovuti al trascorrere del tempo ed è al netto delle eventuali riattribuzioni. 12 - Debiti e titoli in circolazione I debiti e i titoli emessi sono inizialmente iscritti al fair value, che corrisponde al corrispettivo ricevuto, al netto dei costi di transazione direttamente attribuibili alla passività finanziaria. Dopo l’iniziale rilevazione, tali strumenti sono valutati al costo ammortizzato, utilizzando il criterio dell’interesse effettivo. Gli strumenti di debito composti, collegati a strumenti azionari, valute estere, strumenti di credito o indici, sono considerati strumenti strutturati. Il derivato incorporato è separato dal contratto primario e rappresenta un derivato a sé stante qualora i criteri per la separazione siano rispettati. Il derivato incorporato è iscritto al suo fair value e successivamente fatto oggetto di valutazione. Le variazioni di fair value sono iscritte a conto economico alla voce 80. “Risultato netto dell’attività di negoziazione”. Al contratto primario viene attribuito il valore corrispondente alla differenza tra l’importo complessivo incassato ed il fair value del derivato incorporato. 13 - Passività finanziarie di negoziazione Le passività finanziarie detenute per finalità di negoziazione comprendono: – contratti derivati che non sono rilevati come strumenti di copertura; – obbligazioni a consegnare attività finanziarie in caso di operazioni allo scoperto; – passività finanziarie emesse con l’intento di riacquistarle a breve termine; – passività finanziarie che fanno parte di un portafoglio di strumenti finanziari considerato unitariamente e per il quale sussiste evidenza della sua gestione in un’ottica di negoziazione. Le passività finanziarie appartenenti a tale categoria, inclusi i contratti derivati, sono valutate al fair value inizialmente e durante la vita dell’operazione, ad eccezione dei contratti derivati da regolare con la consegna di uno strumento non quotato rappresentativo di capitale il cui fair value non può essere valutato attendibilmente, e che pertanto è valutato al costo. 14 - Passività finanziarie valutate al fair value Le passività finanziarie possono essere designate, al momento della rilevazione iniziale, come passività finanziarie valutate al fair value, purché: 91 – tale designazione elimini o riduca notevolmente una mancanza di uniformità che altrimenti risulterebbe dalla valutazione su basi diverse di attività o passività e dei relativi utili e perdite; – un gruppo di attività finanziarie, di passività finanziarie o di entrambe sia gestito e valutato al fair value secondo una gestione del rischio o una strategia di investimento documentata internamente agli Organi Amministrativi della Società. Il trattamento contabile di tali operazioni è analogo a quello delle “Passività finanziarie di negoziazione”, con registrazione però dei profitti e delle perdite, realizzati e non, alla voce 110. “Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value”. 15 - Operazioni in valuta Le operazioni in valute estere sono rilevate al tasso di cambio corrente alla data dell’operazione. Le attività e passività monetarie sono convertite utilizzando il tasso di cambio di chiusura del periodo. Le differenze di cambio derivanti dalla liquidazione delle transazioni a tassi differenti da quello della data di transazione e le differenze di cambio non realizzate su attività e passività monetarie in valuta non ancora concluse, diverse da quelle designate al fair value e da quelle di copertura, sono rilevate alla voce 80. “Risultato netto dell’attività di negoziazione” di conto economico. Le attività e le passività non monetarie, iscritte al costo storico, sono convertite utilizzando il cambio storico, mentre quelle valutate al fair value sono convertite utilizzando il cambio di fine periodo; in questo caso le differenze di cambio sono rilevate in conto economico se l’attività o la passività è classificata nel portafoglio di negoziazione; nelle riserve da valutazione se l’attività è classificata come disponibile per la vendita. 16 - Altre informazioni a) Contenuto di altre voci significative di bilancio Altre attività Nella presente voce sono iscritte le attività non riconducibili nelle altre voci dell’attivo dello stato patrimoniale. La voce può includere a titolo esemplificativo: – i ratei attivi diversi da quelli che vanno capitalizzati sulle relative attività finanziarie; – le migliorie e le spese incrementative sostenute su immobili di terzi diverse da quelle riconducibili alla voce attività materiali e quindi non dotate di autonoma identificabilità e separabilità. Tali costi vengono appostati ad altre attività in considerazione del fatto che per effetto del contratto di affitto la società utilizzatrice ha il controllo dei beni e può trarre da essi benefici economici futuri. I costi, vengono imputati a 92 conto economico voce “190 - Altri oneri/proventi di gestione” secondo il periodo più breve tra quello in cui le migliorie e le spese possono essere utilizzate e quello di durata residua del contratto; – i crediti derivanti da forniture di beni e servizi non finanziari. Altre passività Nella presente voce figurano le passività non riconducibili nelle altre voci del passivo dello stato patrimoniale. La voce può includere a titolo esemplificativo: – i debiti connessi con il pagamento di forniture di beni e servizi; – i ratei passivi diversi da quelli da capitalizzare sulle pertinenti passività finanziarie. Contratti di vendita e riacquisto (pronti contro termine) I titoli venduti e soggetti ad accordo di riacquisto sono classificati come strumenti finanziari impegnati, quando l’acquirente ha per contratto o convenzione il diritto a rivendere o a reimpegnare il sottostante; la passività della controparte è inclusa nelle passività verso altre banche, altri depositi o depositi della clientela. I titoli acquistati in relazione ad un contratto di rivendita sono contabilizzati come finanziamenti o anticipi ad altre banche o a clientela. La differenza tra il prezzo di vendita ed il prezzo d’acquisto è contabilizzato come interesse e registrato per competenza lungo la vita dell’operazione sulla base del tasso effettivo di rendimento. Effetti e documenti ricevuti salvo buon fine Gli effetti e i documenti ricevuti salvo buon fine o al dopo incasso e dei quali si cura il servizio di incasso per conto dei soggetti cedenti sono registrati nei conti dello stato patrimoniale (cassa, crediti e debiti verso le banche e verso clientela) solo al momento del regolamento di tali valori. Per la determinazione della data di regolamento si fa riferimento a quella in cui matura la valuta economica di addebito o di accredito dei valori stessi sui conti intrattenuti con le banche corrispondenti e con i clienti. Pertanto, se nella contabilità aziendale il portafoglio salvo buon fine è accreditato (addebitato) nei conti correnti dei clienti prima della maturazione della relativa valuta economica, in bilancio il saldo contabile di tali conti è depurato degli accrediti (addebiti) la cui valuta non sia ancora giunta a scadenza alla data di chiusura dell'esercizio. Si procede in modo analogo per gli addebiti e per gli accrediti non ancora liquidi presenti nei conti correnti delle banche corrispondenti nonché dei conti "cedenti". Le rettifiche anzidette, se di importo apprezzabile, sono esposte nelle "Altre informazioni" della nota integrativa indicando separatamente quelle di segno "dare" (effetti, documenti e valori similari addebitati s.b.f nei conti correnti oppure inviati a terzi senza addebito in conto, non ancora liquidi alla data di riferimento del bilancio; effetti, documenti e valori similari ancora presenti nei "portafogli centrali" oppure presso la "cassa cambiali") da quelle di segno "avere" (cd. conti "cedenti" nonché effetti, documenti e valori similari accreditati s.b.f. nei conti correnti, non ancora liquidi alla data di riferimento del bilancio). 93 Trattamento di Fine Rapporto I benefici per i dipendenti, oltre ai benefici a breve termine quali ad es. salari e stipendi, sono relativi a: a) benefici successivi al rapporto di lavoro; b) altri benefici a lungo termine. I benefici per i dipendenti successivi al rapporto di lavoro sono a loro volta suddivisi tra quelli basati su programmi a contribuzione definita e quelli su programmi a benefici definiti, a seconda delle prestazioni previste: a) i programmi a contribuzione definita sono piani di benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro, in base ai quali sono versati dei contributi fissi, senza che vi sia un’obbligazione legale o implicita a pagare ulteriori contributi, se non sussistono attività sufficienti ad onorare tutti i benefici; b) i programmi a benefici definiti sono piani per benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro diversi dai piani a contribuzione definita. Il fondo Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è assimilabile ad un “beneficio successivo al rapporto di lavoro” (post employment benefit) del tipo “Prestazioni Definite” (defined benefit plan) per il quale è previsto, in base allo IAS 19, che il suo valore venga determinato mediante metodologie di tipo attuariale. Conseguentemente, la valutazione di fine esercizio è effettuata in base al metodo dei benefici maturati utilizzando il criterio del credito unitario previsto (Projected Unit Credit Method). Tale metodo prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche, statistiche e probabilistiche, nonché in virtù dell’adozione di opportune basi tecniche demografiche. Esso consente di calcolare il T.F.R. maturato ad una certa data in senso attuariale, distribuendo l’onere per tutti gli anni di stimata permanenza residua dei lavoratori in essere e non più come onere da liquidare nel caso in cui l’azienda cessi la propria attività alla data di bilancio. La valutazione del T.F.R. del personale dipendente è stata effettuata da un attuario indipendente in conformità alla metodologia sopra indicata. Con il regolamento CE n. 475 del 05 giugno 2012 è stata omologata la nuova versione del principio contabile IAS 19 relativo alla rilevazione contabile dei benefici per dipendenti, applicabile in via obbligatoria a partire dagli esercizi con inizio dal 1° gennaio 20 13. La Banca ha optato per l’adozione anticipata della nuova versione del principio IAS 19 dal 2012 e riclassificato ai fini comparativi gli schemi di bilancio e tabelle di nota integrativa del 2011. Il principale elemento di novità del nuovo ias 19 è rappresentato dalla previsione, per i piani a benefici definiti (TFR), di un unico criterio di contabilizzazione degli utili e delle perdite attuariali da includere immediatamente nel computo delle passività nette verso i dipendenti in contropartita di una posta del patrimonio netto (OCI – Other Comprehensive Income), da esporre nel prospetto della redditività complessiva di periodo. Il criterio finora adottato prevedeva il riconoscimento immediato a conto economico di tutti gli utili e le perdite attuariali. 94 A seguito dell’entrata in vigore della riforma della previdenza complementare, di cui al D.Lgs. 252/2005, le quote di trattamento di fine rapporto maturate fino al 31 dicembre 2006 rimangono in azienda, mentre le quote che maturano a partire dal 1° genna io 2007 sono state, a scelta del dipendente, destinate a forme di previdenza complementare. Queste ultime sono quindi rilevate a conto economico sulla base dei contributi dovuti in ogni esercizio; la Banca non ha proceduto all’attualizzazione finanziaria dell’obbligazione verso il fondo previdenziale, in ragione della scadenza inferiore a 12 mesi. Conto economico – gli interessi attivi e passivi ed i proventi ed oneri assimilati sono relativi alle disponibilità liquide, alle attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione e a quelle valutate al fair value, alle attività finanziarie disponibili per la vendita, detenute fino alla scadenza, ai crediti, ai debiti e ai titoli in circolazione. Gli interessi attivi e passivi sono rilevati nel conto economico per tutti gli strumenti valutati secondo il criterio del costo ammortizzato, utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo; – le commissioni sono iscritte in base al criterio della competenza. In particolare, le commissioni di negoziazione derivanti dall’operatività in titoli sono rilevate al momento della prestazione del servizio. Le commissioni di gestione del portafoglio, di consulenza e di gestione sui fondi comuni di investimento sono riconosciute in base alla durata del servizio. Sono escluse le commissioni considerate nel costo ammortizzato ai fini della determinazione del tasso di interesse effettivo, che sono rilevate tra gli interessi; – i dividendi sono rilevati a conto economico nel momento in cui ne viene deliberata la distribuzione. b) Altri trattamenti contabili rilevanti Valutazione garanzie rilasciate Gli accantonamenti su base analitica e collettiva relativi alla stima dei possibili esborsi connessi all’assunzione del rischio di credito insito nelle garanzie rilasciate e negli impegni assunti sono determinati in applicazione dei medesimi criteri esposti con riferimento ai crediti. Tali accantonamenti sono rilevati nella voce “Altre passività” in contropartita alla voce di conto economico “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di: d) altre operazioni finanziarie”. Modalità di determinazione del costo ammortizzato Il costo ammortizzato di una attività o passività finanziaria è il valore a cui è stata misurata al momento della iscrizione iniziale, al netto dei rimborsi di capitale, accresciuto o diminuito dell’ammortamento complessivo, determinato in applicazione del metodo dell’interesse effettivo, delle differenze tra valore iniziale e quello a scadenza ed al netto di qualsiasi perdita di valore. Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale di una attività o passività finanziaria al flusso contrattuale dei pagamenti futuri o ricevuti sino alla scadenza o alla successiva data di rideterminazione del tasso. 95 Per gli strumenti a tasso fisso o a tasso fisso per periodi temporali, i flussi di cassa futuri vengono determinati in base al tasso di interesse noto durante la vita dello strumento. Per le attività o passività finanziarie a tasso variabile, la determinazione dei flussi di cassa futuri è effettuata sulla base dell’ultimo tasso noto. Ad ogni data di revisione del prezzo, si procede al ricalcolo del piano di ammortamento e del tasso di rendimento effettivo su tutta la vita utile dello strumento finanziario, vale a dire sino alla data di scadenza. Il costo ammortizzato è applicato per i crediti, le attività finanziarie detenute sino a scadenza, quelle disponibili per la vendita, per i debiti ed i titoli in circolazione. Le attività e passività finanziarie negoziate a condizioni di mercato sono inizialmente rilevate al loro fair value, che normalmente corrisponde all’ammontare pagato o erogato comprensivo dei costi di transazione e delle commissioni direttamente imputabili. Sono considerati costi di transazione i costi ed i proventi marginali interni attribuibili al momento di rilevazione iniziale dello strumento e non recuperabili sulla clientela. Tali componenti accessorie, che devono essere riconducibili alla singola attività o passività, incidono sul rendimento effettivo e rendono il tasso di interesse effettivo diverso dal tasso di interesse contrattuale. Sono esclusi pertanto i costi ed i proventi riferibili indistintamente a più operazioni e le componenti correlate che possono essere oggetto di rilevazione durante la vita dello strumento finanziario. Inoltre, non sono considerati nel calcolo del costo ammortizzato i costi che la Banca dovrebbe sostenere indipendentemente dalla operazione, quali i costi amministrativi, di cancelleria, di comunicazione. Compensazione di strumenti finanziari Attività finanziarie e passività finanziarie possono essere compensate con evidenziazione in bilancio del saldo netto, quando esiste un diritto legale ad operare tale compensazione ed esiste l’intenzione a regolare le transazioni per il netto o a realizzare l’attività ed a regolare la passività simultaneamente. c) Scelte contabili rilevanti nella predisposizione del bilancio d’esercizio (con specifico riferimento a quanto previsto dallo IAS 1 paragrafo 122 e dal documento n. 2 del 6 febbraio 2009 emanato congiuntamente da Banca D’Italia/Consob/Isvap) La Banca non ha effettuato scelte contabili rilevanti da menzionare nel presente paragrafo. A.3 INFORMATIVA SUL FAIR VALUE Criteri di determinazione del fair value degli strumenti finanziari Il fair value è definito dal principio IAS 39 come “il corrispettivo al quale un’attività potrebbe essere scambiata o una passività estinta in una libera transazione fra parti consapevoli e indipendenti”. 96 Nel caso di strumenti finanziari quotati su mercati attivi, la determinazione del fair value è basata sulle quotazioni del mercato attivo di riferimento (ossia quello su cui si verifica il maggior volume delle contrattazioni) desumibili anche da provider internazionali e rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio (utilizzando prezzi “bid” o, in assenza, prezzi medi). Un mercato è definito attivo qualora le quotazioni riflettano normali operazioni di mercato, siano prontamente e regolarmente disponibili ed esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato. Qualora il medesimo strumento finanziario risulti quotato su più mercati, la quotazione da considerare è quella presente nel mercato più vantaggioso a cui l’impresa ha accesso. Nel caso di strumenti finanziari non quotati il fair value è determinato applicando tecniche di valutazione finalizzate alla determinazione del prezzo che lo strumento avrebbe avuto sul mercato alla data di valutazione in un libero scambio motivato da normali considerazioni commerciali. La determinazione del fair value è ottenuta attraverso le seguenti tecniche: utilizzo di recenti transazioni di mercato; riferimento al prezzo di strumenti finanziari aventi le medesime caratteristiche di quello oggetto di valutazione; metodi quantitativi (modelli di pricing delle opzioni; tecniche di calcolo del valore attuale - discounted cash flow analysis; modelli di pricing generalmente accettati dal mercato e che sono in grado di fornire stime adeguate dei prezzi praticati in operazioni di mercato). In particolare, per le obbligazioni non quotate si applicano modelli di attualizzazione dei flussi di cassa futuri attesi utilizzando strutture di tassi di interesse che tengono opportunamente in considerazione il settore di attività di appartenenza dell’emittente e della classe di rating, ove disponibile. In presenza di fondi comuni di investimento, non negoziati in mercati attivi, il fair value è determinato in ragione del Net Asset Value pubblicato, eventualmente corretto per tenere conto di possibili variazioni di valore intercorrenti fra la data di richiesta di rimborso e la data di rimborso effettiva. I titoli di capitale non scambiati in un mercato attivo, per i quali il fair value non sia determinabile in misura attendibile - secondo le metodologie più diffuse ( in primo luogo la discounted cash flow analysis;- ) sono valutati al costo, rettificato per tener conto delle eventuali diminuzioni significative di valore. Per gli impieghi e la raccolta a vista e/o a revoca si è assunta una scadenza immediata delle obbligazioni contrattuali e coincidente con la data di bilancio e pertanto il loro fair value è approssimato al valore di contabile. Analogamente per gli impieghi a breve si è assunto il valore contabile. Per gli impieghi a clientela a medio-lungo termine, il fair value è ottenuto attraverso tecniche di valutazione, attualizzando i residui flussi contrattuali ai tassi di interesse correnti, opportunamente adeguati per tener conto del merito creditizio dei singoli prenditori (rappresentato dalla probabilità di default e dalla perdita stimata in caso di default). Per le attività deteriorate il valore di bilancio è ritenuto un’approssimazione del fair value. Per il debito a medio-lungo termine, rappresentato da titoli e per i quali si è optato per l’applicazione della fair value option, il fair value è determinato attualizzando i residui flussi contrattuali utilizzando la curva dei tassi “zero coupon” ricavata, attraverso il metodo del “bootstrapping”, dalla curva dei tassi di mercato. 97 Per il debito a medio-lungo termine rappresentato da titoli valutati al costo ammortizzato ed oggetto di copertura per il rischio di tasso, il valore di bilancio è adeguato per effetto della copertura al fair value attribuibile al rischio coperto attualizzandone i relativi flussi. Per i contratti derivati negoziati su mercati regolamentati si assume quale fair value il prezzo di mercato dell’ultimo giorno di quotazione dell’esercizio. Per i contratti derivati over the counter: si assume quale fair value il market value alla data di riferimento determinato secondo le seguenti modalità in relazione alla tipologia di contratto: – per i contratti su tassi di interesse: il market value è rappresentato dal cosiddetto “costo di sostituzione”, determinato mediante l’attualizzazione delle differenze, alle date di regolamento previste, fra flussi calcolati ai tassi di contratto e flussi attesi calcolati ai tassi di mercato, oggettivamente determinati, correnti a fine esercizio per pari scadenza residua; – per i contratti di opzione su titoli e altri valori: il market value è determinato facendo riferimento a modelli di pricing riconosciuti (p.es.: formula di Black & Scholes); Il fair value utilizzato ai fini della valutazione degli strumenti finanziari, sulla base dei criteri sopra descritti, si articola sui seguenti livelli in funzione delle caratteristiche e della significatività degli input utilizzati nel processo di valutazione: Livello 1: quotazioni (senza aggiustamenti) rilevate su un mercato attivo – secondo la definizione data dallo IAS39 - per le attività e le passività finanziarie oggetto di valutazione; Livello 2: input diversi dai prezzi quotati di cui al precedente alinea, che sono osservabili direttamente (prezzi) o indirettamente (derivati dai prezzi) sul mercato; Livello 3: input che non sono basati su dati osservabili sul mercato. I suddetti approcci valutativi devono essere applicati in ordine gerarchico (fair value hierarchy- FVH). Le tecniche valutative adottate devono massimizzare l’utilizzo di fattori osservabili sul mercato e, di conseguenza, affidarsi il meno possibile a parametri di tipo soggettivo. Nel caso di strumenti finanziari non quotati in mercati attivi, la collocazione all’interno della FVH deve essere definita considerando tra gli input significativi utilizzati per la determinazione del fair value quello che assume il livello più basso nella gerarchia. Si rileva altresì come la FVH sia stata introdotta nell’IFRS 7 esclusivamente ai fini di informativa e non anche per le valutazioni di bilancio. Queste ultime, quindi, risultano effettuate sulla base di quanto previsto dai contenuti dello IAS 39. La classificazione dei livelli previsti dalla FVH viene attuata sulla base dei seguenti criteri. Livello 1 Sulla base di quanto disposto dallo Ias 39, uno strumento finanziario è considerato quotato in un mercato attivo quando il relativo prezzo è: – prontamente e regolarmente disponibile da borse valori, MTF, intermediari, info provider, etc.; – significativo, ovverosia rappresenta operazioni di mercato effettive che avvengono regolarmente in normali contrattazioni. 98 Per essere considerato di Livello 1 il prezzo, inoltre, deve risultare non rettificato attraverso l’applicazione di un fattore di aggiustamento (valuation adjustment). Nel caso contrario il fair value measurement dello strumento finanziario sarà di Livello 2. Il concetto di mercato attivo, pertanto, deve essere ricondotto al singolo strumento finanziario e non al mercato di riferimento. Ne consegue che: – l’esistenza di un mercato regolamentato non garantisce necessariamente la formazione di prezzi significativi per tutti gli strumenti finanziari in esso quotati; – i Multilateral Trading Facilities (MTF) possono essere considerati mercati attivi se si caratterizzano per l’esecuzione di scambi continuativi e significativi tali da garantire la formazione di prezzi a cui avverrebbero normali transazioni di mercato; – i circuiti elettronici di negoziazione Over The Counter (OTC) possono essere considerati mercati attivi nella misura in cui le quotazioni fornite esprimono prezzi significativi; – le quotazioni dei brokers/dealers sono rappresentativi del fair value se riflettono offerte vincolanti e non prezzi indicativi. Livello 2 Uno strumento finanziario è incluso nel Livello 2, quando tutti gli input – differenti dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 - significativi utilizzati per la valutazione dello stesso siano osservabili sul mercato, direttamente o indirettamente. Gli input di Livello 2 sono i seguenti: – prezzi quotati in mercati attivi per attività o passività finanziarie similari; – prezzi quotati in mercati non attivi per attività o passività finanziarie identiche o similari; – input diversi da prezzi quotati che sono osservabili direttamente per l’attività o la passività finanziaria (curva dei tassi risk-free, credit spread, volatilità, etc.); – input che derivano principalmente oppure sono avvalorati (attraverso la correlazione o altre tecniche) da dati osservabili di mercato (market-corroborated inputs). Un input è definito osservabile, quando riflette le assunzioni che i partecipanti al mercato utilizzerebbero nel prezzare un’attività o passività finanziaria sulla base di dati di mercato forniti da fonti indipendenti rispetto a chi effettua la valutazione. Se una valutazione del fair value utilizza dati osservabili che richiedono una rettifica significativa basata su input non osservabili, tale valutazione è ricompresa nel Livello 3. Livello 3 È incluso nel Livello 3 della FVH lo strumento finanziario il cui fair value è stimato attraverso una tecnica valutativa che utilizza input non osservabili sul mercato, neanche indirettamente. Più precisamente, per essere incluso nel Livello 3 è sufficiente che almeno uno degli input significativi utilizzati per la valutazione dello strumento sia non osservabile sul mercato. Tale classificazione, in particolare, deve essere effettuata nel caso in cui gli input utilizzati riflettono assunzioni proprie del valutatore sviluppate sulla base delle informazioni disponibili. 99 A.3.1 Trasferimenti tra portafogli La Banca non ha operato nell'esercizio in corso e in quelli precedenti alcun trasferimento tra i portafogli degli strumenti finanziari. Si omette pertanto la compilazione delle tabelle previste. A.3.2 Gerarchia del fair value A.3.2.1 Portafogli contabili: ripartizione per livelli di fair value Attività/Passività finanziarie misurate al fair value 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Attività finanziarie valutate al fair value 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 4. Derivati di copertura Totale Totale 31/12/2012 L1 L2 Totale 31/12/2011 L3 L1 L2 L3 2.211 39.823 20.887 39.823 23.098 1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Passività finanziarie valutate al fair value 3. Derivati di copertura 557 471 Totale 557 471 Legenda L1=Livello1 L2=Livello2 L3=Livello3 Per quanto previsto dal par. 44G dell'IFRS7 e dalle successive istruzioni della Banca d'Italia non vengono fornite le informazioni comparative riferite al precedente periodo. Al 31 Dicembre 2012 la Banca detiene interessenze azionarie classificate a livello 3 irrilevanti, pari a circa 150 Euro e non detiene alcuna passività finanziaria classificata a livello 3. Pertanto non si procede alla compilazione delle relative tabelle. A.3.3 Informativa sul cd. “day one profit/loss” La Banca non presenta operazioni per le quali, all'atto dell'Iscrizione iniziale degli strumenti finanziari non quotati in mercati attivi, sia stata rilevata tale componente relativa al C.d. "day one profit/loss". Conseguentemente, non viene fornita l'informativa prevista dal principio IFRS 7, par. 28. 100 PARTE B – INFORMAZIONI SULLO STATO PATRIMONIALE 101 102 ATTIVO Sezione 1 – Cassa e disponibilità liquide – Voce 10 1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le valute aventi corso legale, comprese le banconote e le monete divisionali estere, e i depositi liberi verso la Banca d'Italia. 1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione Totale 31/12/2012 a) Cassa Totale 31/12/2011 1.423 1.884 1.423 1.886 b) Depositi liberi presso Banche Centrali 2 Totale La sottovoce "cassa" comprende valute estere per un controvalore pari a 10 migliaia di Euro. L'ammontare non comprende la riserva obbligatoria in quanto inclusa nella voce 60 dell'attivo "Crediti verso banche". Sezione 2 – Attività finanziarie detenute per la negoziazione – Voce 20 Nella presente voce figurano tutte le attività finanziarie (titoli di debito, titoli di capitale, finanziamenti, derivati ecc.) detenuti per la negoziazione al fine di generare profitti dalle fluttuazioni dei relativi prezzi nel breve termine. 103 2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica Al 31 Dicembre 2012 la banca non ha designato alcuna attività finanziarie classificata nel portafoglio di negoziazione. Totale 31/12/2012 Voci/Valori Livello1 Livello2 Totale 31/12/2011 Livello3 Livello1 Livello2 A. Attività per cassa 1. Titoli di debito 2.209 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito 2.209 2. Titoli di capitale 2 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti 4.1 Pronti contro termine 4.2 Altri Totale A 2.211 B. Strumenti derivati 1. Derivati finanziari 1.1 di negoziazione 1.2 connessi con la fair value option 1.3 altri 2. Derivati creditizi 2.1 di negoziazione 2.2 connessi con la fair value option 2.3 altri Totale B Totale (A+B) 2.211 104 Livello3 2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti Voci/Valori Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 A. ATTIVITA' PER CASSA 1. Titoli di debito 2.209 a) Governi e Banche Centrali 2.209 b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri emittenti 2. Titoli di capitale 2 a) Banche b) Altri emittenti 2 - imprese di assicurazione 2 - società finanziarie - imprese non finanziarie - altri 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti a) Governi e Banche Centrali b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri soggetti Totale A B. 2.211 STRUMENTI DERIVATI a) Banche - fair value b) Clientela - fair value Totale B Totale (A+B) 2.211 La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia. 105 2.3 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: variazioni annue Titoli di debito A. Esistenze iniziali B. Aumenti B.1 Acquisti Titoli di capitale 2.208 Quote di O.I.C.R. Finanziamenti 2 Totale 2.210 14.023 14.023 13.954 13.954 B.2 Variazioni positive di fair value B.3 Altre variazioni C. Diminuzioni C.1 Vendite 69 0 69 16.231 2 16.233 16.223 2 16.225 C.2 Rimborsi C.3 Variazioni negative di fair value C.4 Trasferimenti ad altri portafogli C.5 Altre variazioni 8 8 D. Rimanenze finali Sezione 3 – Attività finanziarie valutate al fair value – Voce 30 Nella presente voce figurano le attività finanziarie, quali titoli di debito con derivati incorporati, finanziamenti alla clientela e titoli di debito oggetto di copertura, designati al fair value con risultati valutativi iscritti nel conto economico sulla base della facoltà riconosciuta alle imprese (c.d. “fair value option”) di cui allo IAS39. La Banca non ha designato alcuna attività finanziaria come valutata al fair value. Sezione 4 – Attività finanziarie disponibili per la vendita – Voce 40 Nella presente voce figurano le attività finanziarie (titoli di debito, titoli di capitale, ecc.) classificate nel portafoglio "disponibile per la vendita". 106 4.1 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica Totale 31/12/2012 Voci/Valori 1. Titoli di debito Livello1 Livello2 Totale 31/12/2011 Livello3 Livello1 39.701 20.776 39.701 20.776 122 111 Livello2 Livello3 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito 2. Titoli di capitale 2.1 Valutati al fair value 122 111 2.2 Valutati al costo 0 0 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti Totale 39.823 20.887 Il significativo incremento dei titoli di debito iscritti alla voce "attività finanziarie disponibili per la vendita" rispetto all'esercizio precedente è da attribuire fondamentalmente all’acquisto Titoli di Stato italiani a breve – medio termine. Si evidenzia che relativamente ai titoli di debito, sono state rilevate nell’esercizio variazioni positive di fair value, imputate tra le riserve da valutazione del patrimonio netto, per 416 mila Euro (al netto del relativo effetto fiscale); mentre per i titoli di capitale sono state rilevate nell’esercizio variazioni negative di fair value, imputate tra le riserve da valutazione del patrimonio netto, per 43 mila Euro (al netto del relativo effetto fiscale). 107 4.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti Voci/Valori 1. Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 Titoli di debito 39.701 20.776 a) Governi e Banche Centrali 39.152 19.762 549 1.014 122 111 122 111 122 111 39.823 20.887 b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri emittenti 2. Titoli di capitale a) Banche b) Altri emittenti - imprese di assicurazione - società finanziarie - imprese non finanziarie - altri 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti a) Governi e Banche Centrali b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri soggetti Totale La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia. 108 4.4 Attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue Titoli di debito Titoli di capitale Quote di O.I.C.R. Finanziamenti Totale A. Esistenze iniziali 20.776 111 20.887 B. Aumenti 39.857 11 39.868 B.1 Acquisti B.2 Variazioni positive di fair value 36.402 36.402 1.794 11 1.805 B.3 Riprese di valore - imputate al conto economico - imputate al patrimonio netto B.4 Trasferimenti da altri portafogli B.5 Altre variazioni C. Diminuzioni C.1 Vendite C.2 Rimborsi C.3 Variazioni negative di fair value 1.661 1.661 20.932 20.932 19.307 19.307 500 500 10 10 1.115 1.115 C.4 Svalutazioni da deterioramento - imputate al conto economico - imputate al patrimonio netto C.5 Trasferimenti ad altri portafogli C.6 Altre variazioni D. Rimanenze finali 39.701 122 39.823 Sezione 5 – Attività finanziarie detenute sino alla scadenza – Voce 50 La Banca non ha designato alcuna attività finanziaria come detenuta sino alla scadenza. Sezione 6 – Crediti verso banche – Voce 60 Nella presente voce figurano le attività finanziarie non quotate verso banche classificate nel portafoglio "crediti”. Sono inclusi anche i crediti verso Banca d'Italia, diversi dai depositi liberi, tra cui quelli per riserva obbligatoria. 109 6.1 Crediti verso banche: composizione merceologica Tipologia operazioni/Valori A. Crediti verso Banche Centrali 1. Depositi vincolati 2. Riserva obbligatoria 3. Pronti contro termine 4. Altri B. 1. 2. Crediti verso banche Conti correnti e depositi liberi Depositi vincolati 3. Altri finanziamenti: Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 41.133 37.579 1.249 23.881 18.941 2.641 2.305 2.299 3.1 Pronti contro termine attivi 3.2 Leasing finanziario 3.3 Altri 4 Titoli di debito 4.1 Titoli strutturati 4.2 Altri titoli di debito 2.305 2.299 Totale (valore di bilancio) 41.133 23.881 Totale (fair value) 41.125 23.792 Per quanto riguarda i criteri di determinazione del fair value si rimanda alla Parte A - Politiche contabili. I crediti verso banche non sono stati svalutati in quanto ritenuti interamente recuperabili. Non sono presenti crediti verso banche con vincolo di subordinazione. I depositi vincolati di cui al punto B comprendono la riserva obbligatoria di 1.249 mila Euro, assolta in modalità indiretta attraverso altro Istituto di credito. I titoli di debito sono composti da obbligazioni emesse da Banche italiane e classificate nel portafoglio Loans & Receivebles. Non vi sono alla data di bilancio crediti verso Istituti Bancari non Italiani. Sezione 7 – Crediti verso clientela – Voce 70 Nella presente voce figurano le attività finanziarie non quotate verso clientela allocate nel portafoglio “crediti”. 110 7.1 Crediti verso clientela: composizione merceologica Totale 31/12/2012 Tipologia operazioni/Valori 1. Conti correnti Bonis Deteriorati Acquistati Totale 31/12/2011 Deteriorati Altri Bonis Deteriorati Acquistati Deteriorati Altri 31.941 5.648 33.187 4.395 63.092 13.796 66.457 12.310 9.747 827 10.642 854 27.328 583 37.949 535 Totale (valore di bilancio) 132.108 20.854 148.235 18.094 Totale (fair value) 133.157 22.080 148.891 19.084 2. Pronti contro termine attivi 3. Mutui Carte di credito, prestiti personali e 4. cessioni del quinto 5. Leasing finanziario 6. Factoring 7. Altri finanziamenti 8. Titoli di debito 8.1 Titoli strutturati 8.2 Altri titoli di debito I crediti verso clientela sono esposti al netto delle rettifiche di valore derivanti da svalutazioni. La sottovoce 7. "Altri finanziamenti", è costituita nel seguente modo: – "Crediti in bonis": operazioni di anticipo su documenti e salvo buon fine per 21,5 milioni di Euro, sovvenzioni a scadenza per circa 1,8 milioni di Euro, operazioni di portafoglio commerciale, finanziario e agrario per 3,7 milioni di Euro, e crediti verso Poste Italiane Spa per 0,3 milioni di Euro; – "Crediti deteriorati": anticipo su fatture e salvo buon fine per 0,04 milioni di Euro, sovvenzioni a scadenza per 0,1 milioni di Euro e sofferenze per circa 0,44 milioni di Euro. Non sono presenti crediti verso clientela con vincolo di subordinazione. I saldi dei "conti correnti debitori" con la clientela includono le relative operazioni "viaggianti" e "sospese" a loro attribuibili alla fine del periodo. Le attività deteriorate comprendono le sofferenze, gli incagli, i crediti ristrutturati e le esposizioni scadute secondo le definizioni di Banca d'Italia. Il dettaglio di tali esposizioni, nonché quello relativo all'ammontare e alla ripartizione delle rettifiche di valore, viene evidenziato nella Parte E della Nota integrativa - qualità del credito. 111 7.2 Crediti verso clientela: composizione per debitori/emittenti Totale 31/12/2012 Tipologia operazioni/Valori Bonis Deteriorati Acquistati Totale 31/12/2011 Deteriorati Altri Bonis Deteriorati Acquistati Deteriorati Altri 1. Titoli di debito a) Governi b) Altri enti pubblici c) Altri emittenti - imprese non finanziarie - imprese finanziarie - assicurazioni - altri 2. Finanziamenti verso: 132.109 20.854 148.235 18.094 a) Governi b) Altri enti pubblici c) Altri soggetti - imprese non finanziarie - imprese finanziarie 4.141 2.496 127.968 20.854 145.739 18.094 90.445 14.917 106.200 9.728 448 471 504 2.570 - assicurazioni - altri Totale 37.074 5.466 39.035 5.796 132.109 20.854 148.235 18.094 La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia. 7.3 Crediti verso clientela attività oggetto di copertura specifica Alla data di riferimento del bilancio la Banca detiene crediti verso la clientela oggetto di copertura specifica "rischio tasso d'interesse" per un importo di debito residuo complessivo pari a 2.373 migliaia di Euro. L'importo è costituito da numero 15 mutui a tasso fisso coperti da contratti derivati finanziari di copertura su tassi d'interesse stipulati con controparti di sistema. Sezione 8 – Derivati di copertura – Voce 80 Nella presente voce figurano i derivati finanziari di copertura che, alla data di riferimento del bilancio, presentano un fair value positivo. Al 31 dicembre 2012 non sussistono derivati di copertura con fair value positivo. Non si procede, di conseguenza, alla compilazione della presente Sezione. 112 Sezione 9 – Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica – Voce 90 Alla data di riferimento del bilancio non vi sono attività finanziarie oggetto di copertura generica. Sezione 10 – Partecipazioni – Voce 100 La Banca non detiene partecipazioni in società controllate, controllate in modo congiunto o sottoposte ad influenza notevole, di cui al principio IAS27 e IAS28. Sezione 11 – Attività materiali – Voce 110 Nella presente voce figurano le attività materiali (immobili, impianti, macchinari e altre attività materiali ad uso funzionale disciplinate dallo IAS 16 e gli investimenti immobiliari (terreni e fabbricati) disciplinati dallo IAS 40, nonché le attività oggetto di locazione finanziaria. 11.1 Attività materiali: composizione delle attività valutate al costo Attività/Valori A. Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 Attività ad uso funzionale 1.1 di proprietà 7.680 6.972 a) terreni 1.674 1.174 b) fabbricati 5.334 5.177 130 175 542 446 7.680 6.972 594 1.487 c) mobili d) impianti elettronici e) altre 1.2 acquisite in leasing finanziario a) terreni b) fabbricati c) mobili d) impianti elettronici e) altre Totale A B. Attività detenute a scopo di investimento 2.1 di proprietà a) terreni 80 b) fabbricati 594 1.407 594 1.487 8.274 8.459 2.2 acquisite in leasing finanziario a) terreni b) fabbricati Totale B Totale (A+B) Tutte le attività materiali della Banca sono valutate al costo, come indicato nella Parte A della Nota. 113 Le percentuali di ammortamento mediamente utilizzate per le principali categorie di attività materiali, sono le seguenti : fabbricati: 3%; mobili e arredi: 15%; macchine elettroniche: 20%. Nella voce a) “terreni” delle attività ad uso funzionale sono contenuti i terreni oggetto di scorporo dagli immobili “cielo-terra” della banca.; Nella voce c) “mobili” delle attività ad uso funzionale sono compresi anche gli arredi. Nella voce e) “altre” delle attività ad uso funzionale sono compresi gli impianti, le attrezzature varie ed i macchinari. 11.2 Attività materiali ad uso funzionale: variazioni annue Terreni A. A.1 A.2 B. B.1 B.2 B.3 B.4 B.5 B.6 B.7 C. C.1 C.2 C.3 C.4 C.5 C.6 C.7 D. D.1 D.2 E. Esistenze iniziali lorde Riduzioni di valore totali nette Esistenze iniziali nette Aumenti: Acquisti di cui: acquisti da operazioni di aggregazione aziendale Spese per migliorie capitalizzate Riprese di valore Variazioni positive di fair value imputate a a) patrimonio netto b) conto economico Differenze positive di cambio Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento Altre variazioni Diminuzioni: Vendite di cui: vendite da operazioni di aggregazione aziendale Ammortamenti Rettifiche di valore da deterioramento imputate a a) patrimonio netto b) conto economico Variazioni negative di fair value imputate a a) patrimonio netto b) conto economico Differenze negative di cambio Trasferimenti a a) attività materiali detenute a scopo di investimento b) attività in via di dismissione Altre variazioni Rimanenze finali nette Riduzioni di valore totali nette Rimanenze finali lorde Valutazione al costo 1.174 1.174 500 Fabbricati 6.289 1.218 5.071 355 355 Impianti elettronici Mobili 762 481 281 8 8 456 456 Altre 1.805 1.360 446 203 203 500 1.674 1.674 Totale 10.486 3.515 6.971 1.066 566 500 193 58 107 358 193 58 107 358 5.233 1.411 6.644 231 539 770 542 1.467 2.009 7.680 3.873 11.553 456 456 Alle voci A.1 e D.1 "Riduzioni di valore totali nette" è riportato il totale del fondo ammortamento e delle rettifiche di valore iscritte a seguito di impairment. 114 Le sottovoce B6 “trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento” si riferisce all’imputazione dell’area edificatoria acquistata negli anni precedenti e classificata precedentemente come “detenuta a scopo di investimento” . La variazione di destinazione è dovuta all’utilizzo di detta area edificatoria per la realizzazione nel corso del 2012 della nuova Filiale di Montesarchio ed è conseguenza di scelte strategiche della banca di avere una struttura operativa in pieno centro cittadino. La restante parte del fabbricato realizzata e sovrastante la Filiale è stata destinata a scopo di investimento ed il costo di costruzione è rappresentato nella sottovoce B.1 “ acquisti” della tabella 11.3. La voce E. "Valutazione al costo" non è valorizzata in quanto la sua compilazione è prevista solo per le attività materiali valutate in bilancio al fair value, non in possesso della Banca. 11.3 Attività materiali detenute a scopo di investimento: variazioni annue Totale Terreni A. Esistenze iniziali lorde A.1 Riduzioni di valore nette A.2 Esistenze iniziali nette B. Aumenti B.1 Acquisti Fabbricati 80 1.407 80 1.407 113 2 111 80 926 di cui: acquisti da operazioni di aggregazione aziendale B.2 Spese per migliorie capitalizzate B.3 Variazioni positive di fair value B.4 Riprese di valore B.5 Differenze di cambio positive B.6 Trasferimenti da immobili ad uso funzionale B.7 Altre variazioni C. Diminuzioni C.1 Vendite 478 di cui: vendite da operazioni di aggregazione aziendale C.2 Ammortamenti C.3 Variazioni negative di fair value C.4 Rettifiche di valore da deterioramento C.5 Differenze di cambio negative C.6 Trasferimenti ad altri portafogli di attività 7 a) immobili ad uso funzionale 80 b) attività non correnti in via di dismissione C.7 Altre variazioni D. Rimanenze finali nette D.1 Riduzioni di valore nette D.2 Rimanenze finali lorde E. Valutazione al fair value 441 0 594 0 594 Le attività materiali detenute a scopo d’investimento sono valutate con il criterio del costo. Si riferiscono essenzialmente ai cespiti acquisiti in seguito all’incorporazione della controllata Roseto Immobiliare SrL completata nel 2008. La sottovoce C.1 rappresenta la vendita di numero tre appartamenti e relativi box auto effettuata nel corso del 2012 realizzando una plusvalenza di 142 mila Euro. 115 Le sottovoci C.6 della colonna “Terreni” e C.7 della colonna “Fabbricati” si riferiscono principalmente al cambio di destinazione dell’area edificatoria di Montesarchio dove è stata realizzato l’immobile adibito a filiale della banca. Si segnala che nell’esercizio precedente una quota di tale area edificatoria era classificata come “Fabbricato”, nel corso del 2012 è stata definita la corretta classificazione del cespite in seguito al cambio di destinazione, il cambio di classificazione non ha comportato impatti a conto economico da riconoscere agli esercizi precedenti. Sezione 12 – Attività immateriali – Voce 120 Nella presente voce figurano le attività immateriali di cui allo IAS 38. 12.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività Totale 31/12/2012 Attività/Valori A.1 Avviamento A.2 Altre attività immateriali Durata definita A.2.1 Attività valutate al costo: Durata indefinita Totale 31/12/2011 Durata definita 6 6 6 6 6 6 6 6 Durata indefinita a) attività immateriali generate internamente b) altre attività A.2.2 Attività valutate al fair value: a) attività immateriali generate internamente b) altre attività Totale Tutte le attività immateriali della Banca sono valutate al costo. Le attività immateriali di cui alla voce A.2, a durata limitata, sono costituite essenzialmente da software aziendale in licenza d'uso e sono state ammortizzate, pro rata temporis, con il metodo delle quote costanti in ragione della loro vita utile. In base a quanto richiesto dallo IAS 38 par. 118, lett. a), si precisa che il software aziendale è classificato tra le attività immateriali con vita utile stimata in 5 anni. 116 12.2 Attività immateriali: variazioni annue Altre attività immateriali: generate internamente Avviamento A. DEF INDEF Esistenze iniziali Altre attività immateriali: altre DEF INDEF Totale 10 10 A.1 Riduzioni di valore totali nette 4 4 A.2 Esistenze iniziali nette 6 6 B. 2 3 2 3 2 2 2 2 2 2 Rimanenze finali nette 6 6 D.1 Rettifiche di valore totali nette 6 6 12 12 Aumenti B.1 Acquisti B.2 Incrementi di attività immateriali interne B.3 Riprese di valore B.4 Variazioni positive di fair value - a patrimonio netto - conto economico B.5 Differenze di cambio positive B.6 Altre variazioni C. Diminuzioni C.1 Vendite C.2 Rettifiche di valore - Ammortamenti - Svalutazioni + patrimonio netto + conto economico C.3 Variazioni negative di fair value - a patrimonio netto - conto economico C.4 Trasferimenti alle attività non correnti in via di dismissione C.5 Differenze di cambio negative C.6 Altre variazioni D. E. Rimanenze finali lorde F. Valutazione al costo Legenda: DEF=a durata definita INDEF=a durata indefinita Le attività immateriali oggetto di descrizione sono state interamente acquistate all’esterno e sono valutate al costo. Tra le esistenze iniziali delle "Altre attività immateriali" non sono comprese quelle che alla data di chiusura del precedente esercizio risultano completamente ammortizzate. La sottovoce F. "Valutazione al costo" non è valorizzata in quanto la sua compilazione è prevista solo per le attività immateriali valutate in bilancio al fair value, non in possesso della Banca. 117 Sezione 13 – Le attività fiscali e le passività fiscali – Voce 130 attivo e 80 passivo Nella presente voce figurano le attività fiscali (correnti e anticipate) e le passività fiscali (correnti e differite) rilevate, rispettivamente, nella voce 130 dell'attivo e 80 del passivo. Le imposte anticipate vengono rilevate sulla base della probabilità di realizzazione di sufficienti redditi imponibili fiscali futuri. Le imposte differite sono rilevate a fronte delle differenze temporanee tra valore contabile di un’attività o di una passività e il suo valore fiscale, che saranno recuperate sotto forma di benefici economici che la Banca otterrà negli esercizi successivi. Tale rilevazione è stata effettuata in base alla legislazione fiscale vigente; le aliquote utilizzate per la rilevazione delle imposte differite attive e passive ai fini IRES ed IRAP sono rispettivamente pari al 27,50% e al 5,72%. Lo sbilancio delle imposte anticipate e delle imposte differite in contropartita del conto economico è stato iscritto a conto economico alla voce 260 "imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente". Lo sbilancio delle imposte anticipate e differite in contropartita della riserva di patrimonio netto si riferiscono, rispettivamente, a svalutazioni e rivalutazioni di titoli disponibili per la vendita. Il Consiglio di Amministrazione, ai sensi della legge 26 febbraio 2011, n°10 c.d. “Milleproroghe”, ha deliberato, in data 15 marzo 2013, di trasformare le imposte anticipate relative alle rettifiche di valore dei crediti ancora non dedotte, nel limite massimo consentito dalla normativa, ovvero, circa 383 mila Euro. La conversione delle attività per imposte anticipate in crediti d’imposta diverrà possibile alla data di approvazione del presente bilancio da parte dell’Assemblea dei Soci e, dal quel momento, diverrà possibile la relativa utilizzazione in compensazione di altri debiti tributari. L’importo di Euro 383 mila si aggiungerà ai 510 mila deliberati lo scorso esercizio ed utilizzati nel corso del 2012 . 13.1 Attività per imposte anticipate: composizione Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all'iscrizione di "attività per imposte anticipate" riguardano: IRES In contropartita del conto economico - perdite fiscali - rettifiche di valore su crediti - altre: - rettifiche di valore di attività e passività finanziarie valutate al fair value - fondi per rischi e oneri - costi di natura amministrativa - altre voci Totale In contropartita dello stato patrimoniale - riserve da valutazione - riserva negativa su attività finanziarie disponibili per la vendita - altre Totale 118 IRAP Altre imposte TOTALE 4.317 4.317 97 97 22 4.436 22 4.436 66 14 80 66 14 80 13.2 Passività per imposte differite: composizione Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all'iscrizione di "passività per imposte differite" riguardano: IRES IRAP Altre imposte TOTALE In contropartita al conto economico Riprese di valore di attività e passività finanziarie valutate al fair value Rettifiche di valore su crediti verso clientela dedotti extra contabilmente Ammortamenti di attività materiali fiscalmente già riconosciuti Totale 63 8 71 63 8 71 219 46 265 219 46 265 In contropartita dello stato patrimoniale Riserve da valutazione: - riserva positiva su attività finanziarie disponibili per la vendita - rivalutazioni immobili Altre Totale 13.3 Variazioni annue delle imposte anticipate (in contropartita al conto economico) Totale 31/12/2012 1. 2. 2.1 Importo iniziale Aumenti Imposte anticipate rilevate nell'esercizio Totale 31/12/2011 3.329 1.708 1.708 1.660 1.794 1.794 1.708 1.794 601 91 125 125 91 125 a) relative ai precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) riprese di valore d) altre 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. 3.1 Diminuzioni Imposte anticipate annullate nell'esercizio a) rigiri b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità c) mutamento di criteri contabili d) altre 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 510 a) trasformazione in crediti di imposta di cui alla L.214/2011 510 b) altre 4. Importo finale 4.436 119 3.329 13.3.1 Variazioni delle imposte anticipate di cui alla L.214/2011 (in contropartita del conto economico) Totale 31/12/2012 1. 2. 3. Importo iniziale Aumenti Diminuzioni Totale 31/12/2011 3.218 1.609 510 1.600 1.736 118 3.1 Rigiri 118 3.2 Trasformazione in crediti d'imposta 510 a) derivante da perdite di esercizio 510 b) derivante da perdite fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale 4.317 3.218 Le imposte anticipate di cui alla legge 214/2011 si riferiscono esclusivamente a imposte anticipate su svalutazioni crediti non dedotte. 13.4 Variazioni annue delle imposte differite (in contropartita al conto economico) Totale 31/12/2012 1. Importo iniziale 2. Aumenti 2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio Totale 31/12/2011 71 71 71 71 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio a) rigiri b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale Le imposte anticipate vengono rilevate sulla base della probabilità di realizzazione di sufficienti redditi imponibili fiscali futuri. Le imposte differite sono rilevate a fronte delle differenze temporanee tra valore contabile di un’attività o di una passività e il suo valore fiscale, che saranno recuperate sotto forma di benefici economici che la Banca otterrà negli esercizi successivi. Tale rilevazione è stata effettuata in base alla legislazione fiscale vigente; le aliquote utilizzate per la rilevazione delle imposte differite attive e passive ai fini IRES ed IRAP sono rispettivamente pari al 27,50% e al 5,72% . Lo sbilancio delle imposte anticipate e delle imposte differite è stato iscritto a conto economico alla voce 260 "imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente". 120 13.5 Variazioni annue delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto) Totale 31/12/2012 1. 2. 2.1 Importo iniziale Aumenti Imposte anticipate rilevate nell'esercizio Totale 31/12/2011 512 80 80 192 512 512 80 512 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. 3.1 Diminuzioni Imposte anticipate annullate nell'esercizio 512 512 192 192 a) rigiri 512 192 80 512 b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità c) dovute al mutamento di criteri contabili d) altre 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale 13.6 Variazioni annue delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto) Totale 31/12/2012 1. Importo iniziale 2. 2.1 Aumenti Imposte differite rilevate nell'esercizio Totale 31/12/2011 1 265 265 1 1 265 1 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 1 3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio 1 a) rigiri 1 b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale 265 1 Le imposte anticipate e differite si riferiscono, rispettivamente, a svalutazioni e rivalutazioni di titoli disponibili per la vendita. Dette movimentazioni hanno trovato come contropartita la rispettiva riserva di patrimonio netto. 121 Sezione 14 – Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associate – Voce 140 dell’attivo e voce 90 del passivo Alla data di riferimento del bilancio non sono presenti attività non correnti o gruppi di attività in via di dismissione e relative passività associate e, pertanto, si omette la relativa Tabella. Sezione 15 – Altre attività – Voce 150 Nella presente voce sono iscritte le attività non riconducibili nelle altre voci dell’attivo dello stato patrimoniale. 15.1 Altre attività: composizione Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 Crediti tributari verso l'erario e verso altri enti impositori per imposte indirette 865 764 Credito d'imposta attività di ricerca 225 Crediti da contenzioso tributario 594 - 1.339 330 Partite in corso di lavorazione Partite viaggianti 61 208 Rettifiche per partite illiquide di portafoglio 168 1.685 Migliorie e spese incrementative su beni di terzi non separabili 415 446 Ratei e risconti attivi non capitalizzati 153 165 Altre partite attive 589 424 4.410 4.022 Totale Fra le altre attività si dettagliano le seguenti voci: – nei crediti tributari per imposte indirette figurano principalmente gli acconti delle ritenute applicate sugli interessi passivi e gli acconti relativi all’imposta dei bollo addebitata alla clientela; – nei crediti d’imposta per attività di ricerca figura il credito al 31 dicembre 2012 derivante dal finanziamento di un progetto di ricerca coordinato dall’Università degli Studi del Sannio; – nei crediti da contenzioso tributario figura il credito comprensivo degli interessi che la banca vanta nei confronti dell’Agenzia delle Entrate a seguito controversia fiscale definita nel terzo grado di giudizio; – nelle partite in corso di lavorazione si riferiscono a poste relative ad ordinarie operazioni tipiche dell’attività bancaria agli effetti insoluti ed al protesto accettati salvo buon fine e gestione del contante. Il notevole incremento rispetto allo scorso esercizio è da attribuirsi principalmente a partite in corso di lavorazione relative alla consegna del contante ad altro Intermediario che si sono azzerate nei primi giorni del 2013; – nelle partite viaggianti sono iscritti valori ed effetti oggetto di scambio tra le diverse filiali e la sede centrale della Banca; – nelle migliorie e spese incrementative su beni di terzi non separabili figurano le spese capitalizzate ed inerenti le filiali della Banca i quali immobili non sono di proprietà; 122 – nella voce partite illiquide figura principalmente lo sbilancio tra le rettifiche "dare" e le rettifiche "avere" delle partite non ancora liquide alla data di riferimento del bilancio; – le altre partite costituiscono una categoria residuale nella quale confluiscono tutta una serie di valori dell’attivo non riconducibili in modo specifico ad un’altra voce della tabella. Le poste più significative sono rappresentate dalle fatture emesse e da incassare, e da somme vincolate in attesa di definizione definitiva. 123 PASSIVO Sezione 1 – Debiti verso banche – Voce 10 Nella presente voce figurano i debiti verso banche, qualunque sia la loro forma tecnica, diversi da quelli ricondotti nelle voci 30, 40 e 50. Sono inclusi i debiti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari. 1.1 Debiti verso banche: composizione merceologica Tipologia operazioni/Valori 1. Debiti verso banche centrali 2. Debiti verso banche 2.1 Conti correnti e depositi liberi 2.2 Depositi vincolati 2.3 Finanziamenti Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 43.683 8.088 43.683 8.088 2.3.1 Pronti contro termine passivi 8.088 2.3.2 Altri 43.683 2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali 2.5 Altri debiti Totale 43.683 8.088 Fair value 43.683 8.088 Tra i debiti verso banche, nella sottovoce 2.3.2 "Finanziamenti - Altri", figurano le operazioni di finanziamento garantito da titoli “collateral” poste in essere mediante garanzia di titoli di stato e garantiti dallo stato. Il finanziamento è stato ottenuto alle condizioni dell’ Asta BCE triennale con partenza 01/03/2012 e scadenza 26/02/2015 + 4 b.p. Sezione 2 – Debiti verso clientela – Voce 20 Nella presente voce figurano i debiti verso clientela, qualunque sia la loro forma tecnica, diversi da quelli ricondotti nelle voci 30, 40 e 50. Sono inclusi i debiti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari. 124 2.1 Debiti verso clientela: composizione merceologica Tipologia operazioni/Valori 1. 2. 3. Totale 31/12/2012 Conti correnti e depositi liberi Depositi vincolati Finanziamenti 3.1 Pronti contro termine passivi 3.2 Altri Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali Altri debiti Totale Fair value 4. 5. Totale 31/12/2011 85.716 92.262 25.475 27.507 3.750 541 541 3.750 263 1.431 115.204 121.741 115.204 121.741 In considerazione della prevalente durata a breve termine dei debiti verso banche il relativo fair value è stato assunto pari al valore di bilancio. Nella voce finanziamenti - altri – sono inclusi esclusivamente i fondi derivanti dall’adesione della Banca alla IV Convenzione ABI – Cassa Depositi e Prestiti (CDP) del 1° Marzo 2012. Nella voce altri debiti sono ricompresi principalmente gli importi contabilizzati su rapporti transitori in attesa di essere riconosciuti definitivamente. Sezione 3 – Titoli in circolazione – Voce 30 Nella presente voce figurano i titoli emessi valutati al costo ammortizzato. Sono ricompresi i titoli che alla data di riferimento del bilancio risultano scaduti ma non ancora rimborsati. E' esclusa la quota dei titoli di debito di propria emissione non ancora collocata presso terzi. 3.1 Titoli in circolazione: composizione merceologica Totale 31/12/2012 Tipologia titoli/Valori A. Valore bilancio Fair Value - livello 1 Fair Value - livello 2 Totale 31/12/2011 Fair Value - livello3 Valore bilancio Fair Value - livello 1 Fair Value - livello 2 Fair Value - livello 3 Titoli 1. Obbligazioni 46.733 49.609 1.2 altre 46.733 49.609 2. Altri titoli 20.113 56.351 56.351 56.351 56.351 1.1 strutturate 20.113 18.940 20.113 18.940 20.113 75.291 18.940 2.1 strutturati 2.2 altri 20.113 Totale 66.846 49.609 18.940 56.351 18.940 Per quanto riguarda i criteri di determinazione del fair value si rimanda alla Parte A - Politiche contabili. Il valore delle obbligazioni emesse è al netto di quelle riacquistate. Nel punto 2 sono stati esposti esclusivamente i certificati di deposito emessi dalla Banca della durata massima di 5 anni. 125 Sezione 4 – Passività finanziarie di negoziazione – Voce 40 Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le passività finanziarie, qualunque sia la loro forma tecnica, classificate nel portafoglio di negoziazione. Al 31 Dicembre 2012 la Banca non detiene passività finanziarie di negoziazione e pertanto si omette la compilazione delle relative tabelle. Sezione 5 – Passività finanziarie valutate al fair value – Voce 50 Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le passività finanziarie, designate al fair value con i risultati valutativi iscritti nel conto economico, sulla base della facoltà riconosciuta alle imprese (c.d. “fair value option”) dallo IAS 39. E' esclusa la quota dei titoli di debito di propria emissione non ancora collocata presso terzi. Al 31 Dicembre 2012 la Banca non detiene attività finanziarie valutate al fair value e, pertanto, si omette la compilazione delle relative tabelle. Sezione 6 – Derivati di copertura – Voce 60 Nella presente voce figurano i derivati finanziari di copertura che, alla data di riferimento del bilancio, presentano un fair value negativo. 6.1 Derivati di copertura VN 31/12/2012 Fair value 31/12/2012 L1 A. L2 L3 VN 31/12/2011 Fair value 31/12/2011 L1 L2 L3 Derivati finanziari 557 2.125 471 2.269 1) Fair value 557 2.125 471 2.269 557 2.125 471 2.269 2) Flussi finanziari 3) Investimenti esteri B. Derivati creditizi 1) Fair value 2) Flussi finanziari Totale Legenda: VN:valore nozionale L1=Livello1 L2=Livello2 L3=Livello3 126 6.2 Derivati di copertura: composizione per portafogli coperti e per tipologia di copertura Fair value Fair value - specifica Investimenti esteri Generica 2. Specifica 1. Generica 1. 2. più rischi 4. 5. rischio di prezzo 3. rischio di credito 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita Crediti Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Portafoglio Altre operazioni Totale attività Passività finanziarie Portafoglio Totale passività Transazioni attese Portafoglio di attività e passività finanziarie rischio di cambio 1. rischio di tasso Operazioni/Tipo di copertura Flussi finanziari 557 557 Nella presente Tabella sono indicati i valori negativi di bilancio dei derivati di copertura, distinti in relazione all’attività o passività coperta e alla tipologia di copertura realizzata. La Banca ha in essere numero 15 contratti derivati di copertura. Sezione 7 – Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica – Voce 70 La Banca non ha posto in essere passività oggetto di copertura generica (macrohedging) dal rischio di tasso di interesse e, pertanto, si omette la compilazione della relativa tabella. Sezione 8 – Passività fiscali – Voce 80 Per quanto riguarda le informazioni relative alle passività fiscali, si rinvia a quanto esposto nella Sezione 13 dell'Attivo. Sezione 9 – Passività associate ed attività in via di dismissione – Voce 90 La Banca non detiene passività non correnti o in via di dismissione e, pertanto, si omette la compilazione delle relative tabelle. 127 Sezione 10 – Altre passività – Voce 100 Nella presente voce sono iscritte le passività non riconducibili nelle altre voci del passivo dello stato patrimoniale. 10.1 Altre passività: composizione Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 Debiti verso l'erario e verso altri enti impositori per imposte indirette 580 616 Depositi cauzionali a favore terzi 533 518 1.757 734 51 212 Debiti verso fornitori 862 469 Debiti verso personale 115 98 Debiti verso enti previdenziali 223 258 Partite in corso di lavorazione Partite viaggianti Ratei e risconti passivi non riconducibili a voce propria 1 Altre partite passive Totale 523 844 4.645 3.749 Fra le altre passività si dettagliano le seguenti voci: – Nei depositi cauzionali a favore dei terzi sono inclusi i depositi vincolati CAI che devono essere riversati ai relativi beneficiari. – nelle partite in corso di lavorazione figurano principalmente i modelli unici di versamento incassati dalla clientela (deleghe F24 e F23) e da riversare agli Enti Pubblici di riferimento, gli accrediti ricevuti e da riversare alla clientela e i sospesi relativi alle procedure interbancarie di approvvigionamento e consegna del contante; – nei debiti verso fornitori figurano i pagamenti da effettuare a favore dei fornitori; – nei debiti verso il personale figurano le ferie maturate e non godute e i premi da riconoscere al personale; – nei debiti verso enti previdenziali figurano i debiti erariali e contributivi della Banca da riversare agli Enti Pubblici di riferimento; – nelle altre passività figurano principalmente le somme addebitate alla clientela a seguito di un provvedimento giudiziario ed in attesa di definizione e le somme per titoli scaduti in attesa di sistemazione. Sezione 11 – Trattamento di fine rapporto del personale – Voce 110 Nella presente voce figura il Fondo di Trattamento di Fine Rapporto rilevato con la metodologia prevista dallo IAS19. 128 11.1 Trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annue Totale 31/12/2012 A. B. C. D. Esistenze iniziali Aumenti B.1 Accantonamento dell'esercizio B.2 Altre variazioni Diminuzioni C.1 Liquidazioni effettuate C.2 Altre variazioni Rimanenze finali Totale 31/12/2011 819 231 76 155 162 162 888 981 78 78 240 195 45 819 11.2 Altre informazioni L'ammontare del TFR al 31 dicembre 2012, calcolato con il criterio attuariale dei contributi a benefici definiti è di 888 migliaia di euro, compreso l'importo complessivo degli utili/perdite attuariali calcolati a fine esercizio. A fine esercizio, l'ammontare netto delle perdite attuariali, pari a 90 mila euro, è stato rilevato in apposita riserva negativa patrimoniale. Come indicato nella sezione Altri aspetti" all'interno della "Parte A – Politiche contabili", alla data di bilancio, la Banca si è avvalsa della facoltà di rilevare ad una posta del Patrimonio Netto (OCI- Other Comprehensive Income) gli Utili o le Perdite Attuariali che si sono manifestati nell'esercizio. La Voce D. “Rimanenze finali” del fondo inscritto coincide con il suo Valore Attuariale (Defined Benefit Obligation – DBO). Per maggiori dettagli si veda la sezione "Altri aspetti" all'interno della "Parte A – Politiche contabili". Ai fini della valutazione la banca ha utilizzato il tasso di attualizzazione desunto dall’indice IBOXX Eurozone Corporate A. Ai fini informativi si segnala che la Banca ha utilizzato per la valutazione del TFR fino al 31 dicembre 2011 il tasso annuo di attualizzazione desunto dall'indice IBOXX Corporate AA. L'utilizzo di tale indice a fine esercizio 2012 avrebbe determinato la rilevazione dì una passività per TFR pari a circa 936 mila euro con un incremento da rilevare con contropartita a riserva di Patrimonio Netto per 48 mila euro. Tale scelta è conseguenza del graduale peggioramento dei rating medi di soggetti emittenti titoli di debito, sia a livello di emittenti pubblici (debiti sovrani, istituzioni pubbliche, ecc.), sia per quanto attiene alle imprese. In relazione a ciò, al fine del rispetto di quanto stabilito dallo IAS 19 circa l'identificazione del tasso di attualizzazione da utilizzare per lo sviluppo delle valutazioni attuariali, in determinate casistiche, si è ritenuto maggiormente rappresentativo degli effettivi attuali andamenti del mercato finanziario dei titoli obbligazionari quotati emessi da aziende private (che costituisce il riferimento principale statuito dallo IAS 19 per la determinazione del tasso di attualizzazione) del paniere corrispondente al rendimento medio semplice, alla data di valutazione attuariale, delle obbligazioni denominate in Euro (o nella diversa valuta oggetto del piano) con rating dell'emittente pari almeno ad A (Standard & Poor) o Aa1 (Moody), e cioè con livelli di rating che nel rispetto della definizione di "alta qualità" richiesta dal principio IAS19, consenta altresì una adeguata ampiezza del paniere di riferimento, tenuto inoltre conto delle specifiche finalità di utilizzo di tale tasso stabilite dal principio medesimo. 129 Di seguito si riportano le basi tecniche economiche utilizzate: – Tasso annuo di attualizzazione 3,20% – Tasso annuo di inflazione 2,00% – Tasso annuo incremento TFR 3,00% – Tasso annuo reale incremento salariale o Dirigenti: 2,50% o Quadri: 1% o Impiegati: 1% Il Trattamento di Fine Rapporto calcolato ai sensi dell'art. 2120 del Codice Civile non devoluto ai Fondi Pensione Esterni è pari a 873 mila Euro. In virtù dell'accordo plurisoggettivo stipulato dalla Banca in materia di previdenza complementare, hanno aderito al Fondo Pensione Esterno n. 23 dipendenti sul totale di 54. Nel corso dell'esercizio sono stati destinati al Fondo Pensione Esterno quote di trattamento di fine rapporto per un totale di 88 mila Euro di cui 13 mila Euro a titolo di contribuzione integrativa a carico dell'azienda. Sezione 12 – Fondi per rischi ed oneri – Voce 120 12.1 Fondo per rischi ed oneri: composizione Voci/Valori Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 1. Fondi di quiescenza aziendali 2. Altri fondi per rischi ed oneri 353 403 2.1 controversie legali 353 403 353 403 2.2 oneri per il personale 2.3 altri Totale Al 31 dicembre 2012 sono inoltre presenti passività potenziali relative principalmente a contenziosi con la clientela per le quali la Banca ha valutato un rischio possibile non superiore a 145 mila euro e per tale motivo non ha effettuato alcun accantonamento nel presente bilancio. 130 12.2 Fondo per rischi ed oneri: variazioni annue Fondi di quiescenza Altri fondi Totale A. Esistenze iniziali 403 403 B. Aumenti 288 288 B.1 Accantonamento dell'esercizio 281 281 7 7 Diminuzioni 338 338 C.1 Utilizzo nell'esercizio 338 338 353 353 B.2 Variazioni dovute al passare del tempo B.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto B.4 Altre variazioni C. C.2 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto C.3 Altre variazioni D. Rimanenze finali La determinazione delle passività potenziali è stata effettuata mediante una valutazione analitica delle richieste di risarcimento avanzate da terzi e della relativa possibilità di soccombenza da parte della Banca. L'effetto attualizzazione è stato determinato mediante la previsione della data di esborso e l'applicazione di un tasso risk-free correlato con i tempi di esborso stimati. La sottovoce B.1 - Accantonamento dell'esercizio - accoglie l'incremento del debito futuro stimato, relativo sia a fondi già esistenti che costituiti nell'esercizio. La sottovoce B.2 - Variazioni dovute al passare del tempo - accoglie i ripristini di valore connessi con il trascorrere del tempo corrispondenti ai ratei maturati, calcolati sulla base dei tassi di sconto utilizzati nell'esercizio precedente per l'attualizzazione dei fondi. La sottovoce B.3 - Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - accoglie incrementi di valore dei fondi determinati dall'applicazione di tassi di sconto inferiori rispetto a quelli utilizzati nell'esercizio precedente. La sottovoce B.4 - Altre variazioni in aumento - accoglie: gli incrementi del debito generati in caso di pagamento anticipato rispetto ai tempi precedentemente stimati. La sottovoce C.1 - Utilizzo nell'esercizio - si riferisce ai pagamenti effettuati. La sottovoce C.2 - Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - accoglie decrementi di valore dei fondi determinati dall'applicazione di tassi di sconto superiori rispetto a quelli utilizzati nell'esercizio precedente. La sottovoce C.3 - Altre variazioni in diminuzione accoglie il decremento dovuto ad una minore stima del debito futuro relativo a fondi già esistenti. Il Fondo è costituito da n.11 posizioni, di cui n. 2 per revocatorie fallimentari, n. 1 per controversia fiscale e n. 9 per controversie legali. 131 Sezione 13 – Azioni rimborsabili – Voce 140 La Banca non ha emesso azioni rimborsabili. Sezione 14 – Patrimonio dell’impresa – Voce 130, 150, 160, 170, 180, 190 e 200 Nella Sezione è illustrata la composizione dei conti relativi al capitale e alle riserve della Banca. Patrimonio dell’impresa: composizione Voci/Valori 31/12/2012 Capitale 31/12/2011 2.600 2.600 19.020 22.968 360 (906) Utile (Perdita) d'esercizio (1.952) (3.948) Totale 20.027 20.714 Sovrapprezzi di emissione Riserve (Azioni proprie) Riserve di valutazione Strumenti di capitale I dati del 2011 sono stati riclassificati a seguito della contabilizzazione degli effetti degli utili e delle perdite attuariali sul TFR in contropartita del patrimonio netto (OCI – Other Comprehensive Income). Per maggiori dettagli si veda la sezione "Altri aspetti" all'interno della "Parte A – Politiche contabili". 14.1 “Capitale” e “Azioni Proprie”: composizione La Banca ha emesso esclusivamente azioni ordinarie in ragione del capitale sociale sottoscritto pari a 2.600 mila Euro. Non vi sono azioni sottoscritte e non ancora liberate. Non vi sono azioni proprie riacquistate. 132 14.2 Capitale – Numero azioni: variazioni annue Il capitale è interamente costituito da azioni ordinarie e la Banca non ha acquistato azioni proprie. Voci/Tipologie A. Ordinarie Azioni esistenti all'inizio dell'esercizio 10.000.000 - interamente liberate 10.000.000 Altre - non interamente liberate A.1 Azioni proprie (-) A.2 Azioni in circolazione: esistenze iniziali B. Aumenti B.1 Nuove emissioni § a pagamento - operazioni di aggregazioni di imprese - conversione di obbligazioni - esercizio di warrant - altre § a titolo gratuito - a favore dei dipendenti - a favore degli amministratori - altre B.2 Vendita di azioni proprie B.3 Altre variazioni C. Diminuzioni C.1 Annullamento C.2 Acquisto di azioni proprie C.3 Operazioni di cessione di imprese C.4 Altre variazioni D. Azioni in circolazione: rimanenze finali D.1 Azioni proprie (+) D.2 Azioni esistenti alla fine dell'esercizio 10.000.000 - interamente liberate 10.000.000 - non interamente liberate Le informazioni si riferiscono al numero di azioni movimentate nel corso dell'esercizio. 14.3 Capitale: altre informazioni Il capitale è interamente costituito da azioni ordinarie e la Banca non ha acquistato azioni proprie. Le azioni hanno un valore nominale unitario di 0,26 Euro. Il numero dei soci azionisti al 31 dicembre 2012 è pari a 77. 133 Valori Numero soci al 31.12.2011 77 - Numero soci: ingressi Numero soci: uscite Numero soci al 31.12.2012 77 14.4 Riserve di utili: altre informazioni Le riserve di utili sono costituite da: Totale 31/12/2012 1. 2. 3. 4. Totale 31/12/2011 Riserva legale Riserva statutaria Riserve prima applicazione IAS Altre riserve 771 4.733 11.224 2.292 771 4.733 11.224 6.240 Totale 19.020 22.968 14.5 Strumenti di capitale: composizione e variazioni annue Non sussistono strumenti rappresentativi di patrimonio netto diversi dal capitale e dalle riserve. 14.6 Altre informazioni (art. 2427 c.7 bis del codice civile) - Analisi della composizione delle riserve con riferimento alla disponibilità e distribuibilità In ottemperanza all'art. 2427, n. 7-bis, cod. civ., si riporta di seguito il dettaglio della composizione del patrimonio della Banca, escluso l'utile d'esercizio, con l'evidenziazione dell'origine e del grado di disponibilità e distribuibilità delle diverse poste. 134 Descrizione Possibilità di utilizzazione Importo Utilizzi effettuati nei tre precedenti esercizi Per copertura di perdite Capitale sociale Per altre ragioni 2.600 Riserve: Riserva legale Riserva statutaria Riserva prima applicazione IAS Altre 771 B (**) 4.733 A, B, C 11.224 A, B, C 2.292 A, B, C (90) (****) 77 A, B, C (***) 373 (****) Riserve da valutazione Riserva OCI (Other Comprehensive Income) Riserva di rivalutazione monetaria Riserva da valutazione: AFS Legenda: A=per copertura perdite e per rimborso del valore nominale delle azioni B=per copertura perdite e per rimborso del sovrapprezzo versato C=per copertura perdite D=per quanto previsto dallo IAS 39 (*) A: per aumento di capitale, B: per copertura di perdite, C: per distribuzione ai soci. (**) la riserva legale è disponibile per la copertura delle perdite dopo l'utilizzo delle altre riserve. (***) In caso di utilizzo della riserva per copertura di perdite non si può fare luogo a distribuzione di utile fino a quando la riserva non è integrata o ridotta in misura corrispondente. (****) Riserve indisponibili ai sensi dell'art. 6 del D.lgs. n. 38/2005. 135 ALTRE INFORMAZIONI 1. Garanzie rilasciate ed impegni Operazioni 1) Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 Garanzie rilasciate di natura finanziaria a) Banche b) Clientela Garanzie rilasciate di natura commerciale a) Banche b) Clientela Impegni irrevocabili a erogare fondi a) Banche - a utilizzo certo - a utilizzo incerto b) Clientela - a utilizzo certo - a utilizzo incerto Impegni sottostanti ai derivati su crediti: vendite di protezione Attività costituite in garanzia di obbligazioni di terzi Altri impegni Totale 2) 3) 4) 5) 6) 3.354 293 3.061 4.482 2.664 313 2.351 4.193 4.482 1.379 4.193 1.369 1.379 334 1.045 1.369 1.012 357 9.215 8.226 Tra le garanzie rilasciate di natura commerciale sono compresi i crediti di firma per garanzie personali che assistono specifiche transazioni commerciali o la buona esecuzione di contratti. Tra quelle di natura finanziaria sono comprese le garanzie personali che assistono il regolare assolvimento del servizio del debito da parte del soggetto ordinante. Il punto 1.a) "Garanzie rilasciate di natura finanziaria - Banche" comprende gli impegni verso il Fondo Interbancario di tutela dei depositi per 293 mila Euro. Il punto 3 "Impegni irrevocabili a erogare fondi" comprende: – a) clientela - a utilizzo certo- depositi e finanziamenti da erogare a una data futura predeterminata, per 334 mila Euro; – b) clientela - a utilizzo incerto- margini utilizzabili su linee di credito irrevocabili concesse per 1.045 mila Euro. 2. Attività costituite a garanzia di proprie passività ed impegni Portafogli 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Attività finanziarie valutate al fair value 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 5. Crediti verso banche 6. Crediti verso clientela 7. Attività materiali Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 1.500 31.120 7.500 136 In data 01 marzo 2012, la Banca ha aderito in via indiretta, attraverso un finanziamento collateralizzato con Iccrea Banca Spa, ad un’operazione straordinaria di rifinanziamento triennale presso la Banca Centrale Europea per un ammontare complessivo di 43,5 milioni di Euro al tasso previsto dalla BCE più 4 basis point. Al 31 dicembre 2012 la Banca gode di un accordato operativo di 50 milioni di Euro, utilizzato per 43,7, garantito per 20 milioni dal prestito obbligazionario emesso dalla banca e da altri 31 milioni di Euro nominali di titoli di stato emessi dallo Stato Italiano. In riferimento al Prestito obbligazionario di 20 milioni di Euro, è stato emesso, a seguito di una valutazione preliminare da parte di Banca d’Italia dell’adeguatezza patrimoniale della Banca e della sua capacità di far fronte alle obbligazioni assunte, garantita dallo Stato, come previsto dalla legge n.214 del 22 dicembre 2011, ed utilizzata esclusivamente a garanzia del prestito collateralizzato ottenuto. L’obbligazione emessa, come chiarito dalla Banca d’Italia, non trova rappresentazione né nell’attivo né nel passivo dello stato patrimoniale. 4. Gestione e intermediazioni per conto terzi Tipologia servizi 1. 2. 3. 4. Importo Esecuzione di ordini per conto della clientela a) Acquisti 1. regolati 2. non regolati b) Vendite 1. regolate 2. non regolate Gestioni di portafogli a) individuali b) collettive Custodia e amministrazione di titoli a) titoli di terzi in deposito: connessi con lo svolgimento di banca depositaria (escluse le gestioni di portafogli) 1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 2. altri titoli b) titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri 1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 2. altri titoli c) titoli di terzi depositati presso terzi d) titoli di proprietà depositati presso terzi Altre operazioni 137 96.522 50.530 45.952 4.578 49.722 45.992 138 PARTE C – INFORMAZIONI SUL CONTO ECONOMICO 139 140 CONTO ECONOMICO Sezione 1 – Gli interessi – Voce 10 e 20 Nelle presenti voci sono iscritti gli interessi attivi e passivi, i proventi e gli oneri assimilati relativi, rispettivamente, a disponibilità liquide, attività finanziarie detenute per la negoziazione, attività finanziarie disponibili per la vendita, attività finanziarie detenute sino alla scadenza, crediti, attività finanziarie valutate al fair value (voci 10, 20, 30, 40, 50, 60 e 70 dell’attivo) e a debiti, titoli in circolazione, passività finanziarie di negoziazione, passività finanziarie valutate al fair value (voci 10, 20, 30, 40, 50 del passivo) nonché eventuali altri interessi maturati nell’esercizio. Fra gli interessi attivi e passivi figurano anche i differenziali o i margini, positivi o negativi, maturati sino alla data di riferimento del bilancio e scaduti o chiusi entro la data di riferimento relativi a contratti derivati. 1.1 Interessi attivi e proventi assimilati: composizione Voci/Forme tecniche 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Titoli di debito Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Crediti verso banche Crediti verso clientela Attività finanziarie valutate al fair value Derivati di copertura Altre attività Totale Finanziamenti Altre operazioni Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 11 11 68 1.205 1.205 582 39 1.237 9.324 1.276 9.324 489 10.372 1.255 10.561 11.816 11.511 Si riporta di seguito il dettaglio per forma tecnica degli interessi attivi indicati alla sottovoce 5 “Crediti verso Clientela”, colonna “Finanziamenti”: – conti correnti per 3.214 mila Euro; – mutui e prestiti personali per 3.467 mila Euro; – altre sovvenzioni per 855 mila Euro; – anticipi salvo buon fine per 1.285 mila Euro; – portafoglio commerciale per 125 mila Euro; – portafoglio finanziario per 43 mila Euro; – portafoglio agrario per 3 mila Euro; – altro per 332 mila Euro. Gli interessi su crediti verso clientela deteriorati ammontano a 1.052 mila euro. Rispetto al 2011 la quota di interessi attivi riconducibile alla commissione di massimo scoperto ha 141 subito una forte contrazione pari a 458 mila Euro controbilanciata dall’introduzione, nel corso 2012, della commissione onnicomprensiva pari a 365 mila Euro nelle commissioni attive e della commissione di istruttoria veloce pari a 165 mila Euro negli altri proventi di gestione. 1.3 Interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni Le attività in valuta della Banca sono poco significative e vengono regolate totalmente sui conti reciproci con altro Istituto di credito. I suddetti conti sono infruttiferi per convenzione. 1.4 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione Voci/Forme tecniche Debiti Altre operazioni Titoli Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 1. Debiti verso banche centrali 2. Debiti verso banche 3. Debiti verso clientela (366) (366) (84) (1.725) (1.725) (1.594) (2.395) (2.368) 4. Titoli in circolazione (2.395) 5. Passività finanziarie di negoziazione 6. Passività finanziarie valutate al fair value 7. Altre passività e fondi 8. Derivati di copertura Totale (2.091) (2.395) (99) (99) (79) (99) (4.585) (4.125) Si riporta di seguito il dettaglio per forma tecnica degli interessi passivi indicati: Nella sottovoce 3 “Debiti verso Clientela”, colonna “Debiti”: - conti correnti per 750 mila Euro; - depositi di risparmio liberi per 375 mila Euro; - conti depositi per 583 mila Euro; - finanziamenti da Cassa Depositi e Prestiti - CDP - per 17 mila. Nella sottovoce 4 “Titoli in circolazione”, colonna “Titoli” sono compresi interessi su: - obbligazioni emesse per 1.855 mila Euro; - certificati di deposito per 540 mila Euro. 1.5 Interessi passivi e oneri assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura Voci A. Differenziali positivi relativi a operazioni di copertura: B. Differenziali negativi relativi a operazioni di copertura: C. Saldo (A-B) Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 (99) (79) (99) 142 (79) Sezione 2 – Le commissioni – Voce 40 e 50 Nelle presenti voci figurano i proventi e gli oneri relativi, rispettivamente, ai servizi prestati e a quelli ricevuti dalla Banca sulla base di specifiche previsioni contrattuali (garanzie, incassi e pagamenti, gestione e intermediazione ecc). Sono esclusi i proventi e gli oneri considerati nella determinazione del tasso effettivo di interesse (in quanto ricondotti nelle voci 10 “interessi attivi e proventi assimilati” e 20 “interessi passivi e oneri assimilati” del conto economico) delle attività e passività finanziarie. 2.1 Commissioni attive: composizione Tipologia servizi/Valori a) garanzie rilasciate b) derivati su crediti c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 89 82 141 21 7 9 2 2 6. collocamento di titoli 11 1 7. attività di ricezione e trasmissione di ordini 27 9 1. negoziazione di strumenti finanziari 2. negoziazione di valute 3. gestioni di portafogli 3.1 individuali 3.2 collettive 4. custodia e amministrazione di titoli 5. banca depositaria 8. attività di consulenza 8.1 in materia di investimenti 8.2 in materia di struttura finanziaria 9. distribuzione dei servizi di terzi 94 9.1 gestioni di portafogli 1 9.1.1. individuali 1 9.1.2. collettive 9.2 prodotti assicurativi 9.3 altri prodotti d) servizi di incasso e pagamento e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione f) servizi per operazioni di factoring g) esercizio di esattorie e ricevitorie h) attività di gestione di sistemi multilaterali di scambio i) j) tenuta e gestione dei conti correnti altri servizi k) operazioni di prestito titoli 93 Totale 851 831 1.430 136 1.055 132 2.647 2.121 La voce i) comprende la commissione onnicomprensiva, introdotta nel corso del 2012, per 365 mila Euro. 143 2.2 Commissioni attive: canali distributivi dei prodotti e dei servizi Canali/Valori a) Totale 31/12/2012 presso propri sportelli Totale 31/12/2011 105 1 2. collocamento di titoli 11 1 3. servizi e prodotti di terzi 94 1. gestioni di portafogli b) offerta fuori sede 1. gestioni di portafogli 2. collocamento di titoli 3. servizi e prodotti di terzi c) altri canali distributivi 1. gestioni di portafogli 2. collocamento di titoli 3. servizi e prodotti di terzi La voce a) sottovoce 3. rappresenta la retrocessione di commissioni per attività di intermediazione creditizia a seguito di accordi di distribuzione di prestiti personali con primarie Società. La voce a) sottovoce 2 si riferisce ai compensi percepiti da primarie Società di Gestione del Risparmio per il collocamento di quote di fondi comuni di investimento presso la clientela. 2.3 Commissioni passive: composizione Servizi/Valori Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 a) garanzie ricevute b) derivati su crediti c) servizi di gestione e intermediazione (17) (6) 1. negoziazione di strumenti finanziari (12) (2) 0 0 (5) (4) (434) (24) (224) (25) (475) (255) 2. negoziazione di valute 3. gestioni di portafogli 3.1 proprie 3.2 delegate da terzi 4. custodia e amministrazione di titoli 5. collocamento di strumenti finanziari 6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi d) e) servizi di incasso e pagamento altri servizi f) operazioni di prestito titoli Totale 144 Sezione 3 – Dividendi e proventi simili – Voce 70 Nella presente voce figurano i dividendi relativi ad azioni o quote detenute in portafoglio diverse da quelle valutate in base al metodo del patrimonio netto. Sono esclusi i dividendi relativi a partecipazioni che rientrano in (o costituiscono) gruppi di attività in via di dismissione, da ricondurre nella voce 280 “utile (perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte”. Sono compresi anche i dividendi e gli altri proventi di quote di O.I.C.R. (organismi di investimento collettivo del risparmio). 3.1 Dividendi e proventi simili: composizione Totale 31/12/2012 Voci/Proventi A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione B. Attività finanziarie disponibili per la vendita C. Attività finanziarie valutate al fair value D. Partecipazioni Proventi da quote di O.I.C.R. Dividendi Totale Totale 31/12/2011 Proventi da quote di O.I.C.R. Dividendi 2 2 2 2 Sezione 4 – Il risultato netto dell’attività di negoziazione – Voce 80 Nella voce figurano per “sbilancio” complessivo (somma algebrica dei saldi di cui alle successive lettere a) e b)): – a) il saldo tra i profitti e le perdite delle operazioni classificate nelle “attività finanziarie detenute per la negoziazione” e nelle “passività finanziarie di negoziazione”, inclusi i risultati delle valutazioni di tali operazioni. Sono esclusi i profitti e le perdite relativi a contratti derivati connessi con il fair value option, da ricondurre in parte fra gli interessi di cui alle voci 10. e 20., e in parte nel “risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value“, di cui alla voce 110. del Conto Economico. – b) il saldo tra i profitti e le perdite delle operazioni finanziarie, diverse da quelle designate al fair value e da quelle di copertura, denominate in valuta, inclusi i risultati delle valutazioni di tali operazioni. I risultati della negoziazione e della valutazione delle attività e delle passività finanziarie per cassa in valuta sono separati da quelli relativi all’attività in cambi. 145 4.1 Risultato netto dell’attività di negoziazione: composizione Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze (A) Utili da negoziazione (B) 1. Attività finanziarie di negoziazione 1.1 Titoli di debito 1.2 Titoli di capitale Minusvalenze (C) Perdite da negoziazione (D) Risultato netto [(A+B)-(C+D)] 64 (4) 60 58 (4) 54 0 1.3 Quote di O.I.C.R. 1.4 Finanziamenti 1.5 Altre 6 6 2. Passività finanziarie di negoziazione 2.1 Titoli di debito 2.2 Debiti 2.3 Altre 3. Attività e passività finanziarie: differenze di cambio 4. Strumenti derivati 4.1 Derivati finanziari - su titoli di debito e tassi di interesse - su titoli di capitale e indici azionari - su valute ed oro - altri 4.2 Derivati su crediti Totale 64 (4) 60 Gli utili (perdite) da negoziazione e le plusvalenze (minusvalenze) da valutazione sono esposti a saldi aperti per tipologie di strumenti finanziari. Nel "risultato netto" delle “Attività e passività finanziarie Altre" sono compresi gli utili e le perdite derivanti dalla negoziazione di valute. Sezione 5 – Il risultato netto dell’attività di copertura – Voce 90 La Banca ha posto in essere derivati esclusivamente con finalità di copertura. Formano oggetto di rilevazione nella voce, per “sbilancio” complessivo (somma algebrica dei saldi di cui alle successive lettere a) e b)): 146 5.1 Risultato netto dell’attività di copertura: composizione Componenti reddituali/Valori Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 A. Proventi relativi a: A.1 Derivati di copertura del fair value 10 A.2 Attività finanziarie coperte (fair value) 82 135 A.3 Passività finanziarie coperte (fair value) A.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari A.5 Attività e passività in valuta 92 135 (95) (158) 0 (5) (95) (163) (3) (28) Totale proventi dell'attività di copertura (A) B. Oneri relativi a: B.1 Derivati di copertura del fair value B.2 Attività finanziarie coperte (fair value) B.3 Passività finanziarie coperte (fair value) B.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari B.5 Attività e passività in valuta Totale oneri dell'attività di copertura (B) C. Risultato netto dell'attività di copertura (A-B) Sezione 6 – Utili (Perdite) da cessione/riacquisto – Voce 100 Figurano i saldi positivi o negativi tra gli utili e le perdite realizzati con la vendita delle attività o passività finanziare diverse da quelle di negoziazione e da quelle designate al fair value. 6.1 Utile/Perdite da cessione/riacquisto: composizione Totale 31/12/2012 Voci/Componenti reddituali Utili Totale 31/12/2011 Risultato netto Perdite Utili Perdite Risultato netto Attività finanziarie 1. Crediti verso banche 2. Crediti verso clientela 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 157 (8) 149 7 (25) (18) 3.1 Titoli di debito 157 (8) 149 7 (25) (18) 157 (8) 149 7 (25) (18) 3. Titoli in circolazione 20 (2) 18 23 23 Totale passività 20 (2) 18 23 23 3.2 Titoli di capitale 3.3 Quote di O.I.C.R. 3.4 Finanziamenti 4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Totale attività Passività finanziarie 1. Debiti verso banche 2. Debiti verso clientela 147 Sezione 7 – Il risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value – Voce 110 La Banca non ha designato alcuna attività e passività finanziaria come valutata al fair value e, pertanto, si omette la compilazione delle relative tabelle. Sezione 8 – Le rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento – Voce 130 Figurano i saldi delle rettifiche di valore e delle riprese di valore connesse con il deterioramento dei crediti verso clientela. 8.1 Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: composizione Riprese di valore Specifiche Rettifiche di valore Totale 31/12/2011 31/12/2012 B A B A Di portafoglio Specifiche Altre Crediti verso banche - Finanziamenti - Titoli di debito B. Crediti verso clientela Crediti deteriorati acquistati - Finanziamenti - Titoli di debito Altri crediti - Finanziamenti - Titoli di debito C. Totale Specifiche Cancellazioni Operazioni/Componenti reddituali Riprese di valore Di portafoglio A. (642) (6.860) (713) 766 677 (6.772) (642) (642) (6.860) (6.860) (713) (713) 766 766 677 677 (6.772) (6.772) (7.074) (7.074) (642) (6.860) (713) 766 677 (6.772) (7.074) A = Da interessi B = Altre riprese Le rettifiche di valore, in corrispondenza della colonna “Specifiche – Altre”, si riferiscono alle svalutazioni analitiche dei crediti e alle svalutazioni collettive effettuate sui crediti deteriorati, mentre quelle riportate nella colonna “ Specifiche – Cancellazioni”, derivano da eventi estintivi. Le rettifiche di valore, in corrispondenza della colonna “Di portafoglio”, corrispondono alle svalutazioni collettive effettuate sui crediti in bonis . Le riprese di valore, in corrispondenza della colonna "Specifiche - A" si riferiscono ai ripristini di valore corrispondenti al rilascio degli interessi maturati nell'esercizio sulla base dell'originario tasso d'interesse effettivo precedentemente utilizzato per calcolare le rettifiche di valore. Le riprese di valore, in corrispondenza della colonna "Specifiche - B" si riferiscono ai ripristini di valore da valutazione analitica e collettiva effettuate sui crediti. 148 Sezione 9 – Le spese amministrative – Voce 150 Nella presente sezione sono dettagliate le “spese per il personale” e le “altre spese amministrative” registrate nell’esercizio. 9.1 Spese per il personale: composizione Tipologia di spese/Valori 1) Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 Personale dipendente (3.286) (3.448) a) salari e stipendi (2.287) (2.305) (620) (626) (93) (104) (80) (98) g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni: (13) (12) - a contribuzione definita (13) (12) b) oneri sociali c) indennità di fine rapporto d) spese previdenziali e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale f) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili: - a contribuzione definita - a benefici definiti - a benefici definiti h) costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali i) altri benefici a favore dei dipendenti (193) (303) 2) 3) Altro personale in attività Amministratori e sindaci (136) (290) (177) (289) 4) Personale collocato a riposo 5) Recuperi di spese per dipendenti distaccati presso altre aziende 6) Rimborsi di spese per dipendenti di terzi distaccati presso la società Totale 37 (3.675) (3.914) La sottovoce “1e) accantonamento al trattamento di fine rapporto – Personale dipendente” non tiene conto dell’effetto attuariale in quanto dal 2012, la Banca si è avvalsa della facoltà di rilevare a una posta del patrimonio netto (OCI- Other Comprehensive Income) gli Utili o le Perdite Attuariali che si sono manifestati nell'esercizio. Ai fini comparativi si è proceduto a riclassificare il dato al 2011. Per maggiori dettagli si veda la sezione "Altri aspetti" all'interno della "Parte A – Politiche contabili". Nella voce 2) "Altro personale in attività" sono compresi i compensi ai collaboratori esterni. Nella voce 3) "Amministratori e sindaci" sono compresi i compensi degli amministratori, ivi inclusi gli oneri previdenziali a carico dell'azienda, per 204 mila Euro e del Collegio Sindacale per 86 mila Euro. Nella voce 5) “Recupero di spese per dipendenti distaccati presso altre aziende” figura il recupero del costo di due unità distaccate presso società esterne ai soli fini del progetto di ricerca “Multibanca”. 149 9.2 Numero medio dei dipendenti per categoria Totale 31/12/2012 1. Personale dipendente: Totale 31/12/2011 53 49 4 4 b) quadri direttivi 15 15 c) restante personale dipendente 34 30 3 2 a) dirigenti 2. Altro personale Il numero medio è calcolato come media ponderata dei dipendenti dove il peso è dato dal numero di mesi lavorati sull'anno. Oltre ai dipendenti, la Banca ha rapporti di collaborazione con figure professionali esterne con pregresse esperienze professionali nel settore bancario. 9.5 Altre spese amministrative: composizione Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 Prestazioni professionali (217) Certificazioni di bilancio (26) Contributi associativi (65) (68) (110) (248) (45) (49) Pubblicità e rappresentanza Contributi ed elargizioni Canone per locazione di immobili (391) (56) (51) Altri canoni passivi (118) (120) Compensi per levata protesti (111) (150) Elaborazione e trasmissione dati (394) (398) (97) (98) Manutenzioni Spese postali e di spedizione (82) (64) (363) - Premi di assicurazione (88) (105) Informazioni e visure (30) (55) Spese di vigilanza (56) (56) Spese di pulizia (84) (83) Stampati, cancelleria e pubblicazioni (70) (74) Spese telefoniche (56) (50) Utenze e riscaldamento (146) (113) Altre spese amministrative (372) (308) (316) (312) Imposta comunale sugli immobili (IMU) (64) (28) Altre imposte (26) (37) (2.992) (2.858) Spese per studi e ricerche Imposte indirette e tasse Imposta di bollo Totale 150 Le spese per studi e ricerche riguardano il costo compreso IVA sostenuto dalla Banca per il progetto “Multibanca”, costo in buona parte recuperato beneficiando di un credito d’imposta previsto Articolo 1 del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70,convertito con modificazioni dalla legge 12 luglio 2011, n. 106. Le Altre spese amministrative includono le spese gestione auto aziendali, i servizi di consulenza della Federazione del Credito Cooperativo e i contributi per le manifestazioni socio-culturali. Sezione 10 – Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri – Voce 160 Nella presente voce figura il saldo, positivo o negativo, tra gli accantonamenti e le eventuali riattribuzioni a conto economico di fondi ritenuti esuberanti, relativamente ai fondi di cui alla sottovoce b) (“altri fondi”) della voce 120 (“fondi per rischi e oneri”) del passivo dello stato patrimoniale. Gli accantonamenti includono anche gli incrementi dei fondi dovuti al trascorrere del tempo (maturazione degli interessi impliciti nell'attualizzazione). 10.1 Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri: composizione Controversie legali Totale A. Aumenti A.1 Accantonamento dell'esercizio A.2 Variazioni dovute al passare del tempo 281 281 7 7 132 132 (156) (156) A.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto A.4 Altre variazioni in aumento B. Diminuzioni B.1 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto B.2 Altre variazioni in diminuzione Accantonamento netto Totale Gli accantonamenti dell’esercizio sono relativi principalmente a controversie legali con la clientela per servizi bancari generali e un accantonamento per una controversia fiscale in cui la banca è risultata soccombente nel secondo grado di giudizio. Sezione 11 – Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali – Voce 170 Nella Sezione è riportato il saldo fra le rettifiche di valore e le riprese di valore relative alle attività materiali detenute ad uso funzionale o a scopo di investimento, incluse quelle relative ad attività acquisite in locazione finanziaria e ad attività concesse in leasing operativo. 151 11.1 Rettifiche nette su attività materiali: composizione Attività/Componente reddituale A. Ammortamento (a) Rettifiche di valore per deterioramento (b) Riprese di valore (c) Risultato netto (a+b-c) Attività materiali A.1 Di proprietà (364) (364) - Ad uso funzionale (358) (358) (6) (6) (364) (364) - Per investimento A.2 Acquisite in leasing finanziario - Ad uso funzionale - Per investimento Totale Sezione 12 – Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali – Voce 180 Nella Sezione è riportato il saldo fra le rettifiche di valore e le riprese di valore relative alle attività immateriali, diverse dall’avviamento, incluse quelle relative ad attività acquisite in locazione finanziaria e ad attività concesse in leasing operativo. 12.1 Rettifiche nette su attività immateriali: composizione Attività/Componente reddituale A. Ammortamento (a) Rettifiche di valore per deterioramento (b) Riprese di valore (c) Risultato netto (a+b-c) Attività immateriali A.1 Di proprietà (2) (2) (2) (2) (2) (2) - Generate internamente dall'azienda - Altre A.2 Acquisite in leasing finanziario Totale Le rettifiche di valore, interamente riferibili ad ammortamenti, riguardano attività immateriali con vita utile definita ed acquisite all’esterno. Le attività immateriali detenute sono ammortizzate in cinque anni. Sezione 13 – Gli altri oneri e proventi di gestione – Voce 190 Nella Sezione sono illustrati i costi e i ricavi non imputabili alle altre voci, che concorrono alla determinazione della voce 280 “Utili (Perdita) dell’operatività corrente al netto delle imposte”. 152 13.1 Altri oneri di gestione: composizione Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 Ammortamento delle spese per migliorie su beni di terzi non separabili (32) (91) Insussistenze e sopravvenienze non riconducibili a voce propria (92) (108) Altri oneri di gestione (142) (124) Altri oneri di gestione (266) (323) La voce Insussistenze e sopravvenienze includono principalmente gli oneri non di competenza natura prevalentemente fiscale. Gli altri oneri di gestione comprendono la quota di propria competenza dell’intervento del Fondo Interbancario Tutela dei Depositi, le multe e sanzioni amministrative. 13.2 Altri proventi di gestione: composizione Totale 31/12/2012 Rimborso spese legali per recupero crediti Totale 31/12/2011 44 94 Recupero imposte e tasse 306 298 Crediti d'imposta 270 Commissioni istruttoria veloce 165 Addebiti a carico di terzi su depositi e c/c Recupero premi di assicurazione 25 24 5 21 34 39 Recupero parcelle pubblici ufficiali 111 147 Insussitenze e sopravvenienze non riconducubili a voce propria 171 50 Affitti attivi su immobili da investimento Altri proventi di gestione Altri proventi di gestione 179 50 1.310 723 Gli altri proventi di gestione includono principalmente il recupero derivante dall’esito positivo in terzo grado di giudizio di un contenzioso con un ex dipendente e l’incasso di crediti completamente svalutati negli esercizi precedenti. La voce Insussitenze e sopravvenienze non riconducubili a voce propria include principalmente gli interessi vantati nei confronti dell’Agenzie delle Entrate iscritti a seguito della positiva conclusione, con sentenza della Corte di Cassazione del 4 Ottobre 2012, di un contenzioso tributario. Sezione 14 – Utili (Perdite) delle partecipazioni – Voce 210 Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene partecipazioni in società controllate, controllate congiuntamente e sottoposte a influenza notevole e, pertanto, si omette la compilazione delle relative tabelle. 153 Sezione 15 – Risultato netto delle valutazioni al fair value delle attività materiali e immateriali – Voce 220 Nel corso dell'esercizio non sono state effettuate valutazioni al fair value su attività materiali o immateriali e, pertanto, si omette la compilazione delle relative tabelle. Sezione 16 – Rettifiche di valore dell’avviamento – Voce 230 La Banca non ha iscritto tra le sue attività alcuna voce a titolo di avviamento e, pertanto, si omette la compilazione delle relative tabelle. Sezione 17 – Utili (Perdite) da cessione di investimenti – Voce 240 17.1 Utili (perdite) da cessione di investimenti: composizione Componenti reddituali/Valori A. Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 Immobili - Utili da cessione 0 - Perdite da cessione B. Altre attività 142 - Utili da cessione 142 - Perdite da cessione Risultato netto 142 Gli utili da cessione derivano dalla vendita di numero tre appartamenti e relativi box auto effettuata nel corso del 2012. Gli immobili erano detenuti dalla banca a scopo di investimento. Sezione 18 – Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente – Voce 260 Nella presente voce figura l’onere fiscale – pari al saldo fra la fiscalità corrente e quella differita – relativo al reddito dell’esercizio. 154 18.1 Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente: composizione Componenti reddituali/Valori Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 1. Imposte correnti (-) (1.054) (800) 2. Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-) 633 (18) 3. Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio (+) 510 3bis. Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio per crediti di imposta di cui alla Legge 214/2011 (+/-) 510 4. Variazione delle imposte anticipate (+/-) 5. Variazione delle imposte differite (+/-) 6. Imposte di competenza dell'esercizio (-) (-1+/-2+3+/-4+/-5) 1.108 1.669 1.197 851 Le imposte correnti sono state rilevate in base alla legislazione fiscale vigente. La variazione delle imposte correnti dei precedenti esercizi è relativa alla rilevazione del credito per mancata riduzione dell’IRAP sull’IRES per il periodo 2007-2011 per l’importo di 178 mila euro e al credito verso l’Agenzia delle Entrate iscritto in seguito alla positiva conclusione, con sentenza della Corte di Cassazione del 4 Ottobre 2012, di un contenzioso tributario. 155 18.2 Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio Imponibile Utile dell'operatività corrente al lordo delle imposte IRES Utile della operatività corrente al lordo delle imposte (voce 250 del conto economico) Onere fiscale teorico (27,50%) Maggiore onere fiscale per variazioni in aumento Temporanee - variazioni manifestatesi nell'esercizio Definitive - annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti - variazioni manifestatesi nell'esercizio Minore onere fiscale per variazioni in diminuzione Temporanee - variazioni manifestatesi nell'esercizio Definitive - annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti - variazioni manifestatesi nell'esercizio - deduzioni fino a concorrenza dell'imponibile fiscale Imponibile (perdita) fiscale Imposta corrente lorda Detrazioni Imposta corrente netta a C.E. Variazioni delle imposte anticipate/differite/correnti Imposta di competenza dell'esercizio IRAP Utile della operatività corrente al lordo delle imposte (voce 250 del conto economico) Onere fiscale teorico (aliquota ordinaria 4,65%) Voci non rilevanti nella determinazione dell'imponibile: - Ricavi e proventi (-) - Costi e oneri (+) Maggiore onere fiscale per variazioni in aumento Temporanee -variazioni manifestatesi nell'esercizio Definitive - annullamento variazioni in temporanee esercizi precedenti - variazioni manifestatesi nell'esercizio Minore onere fiscale per variazioni in diminuzione Temporanee - variazioni manifestatesi nell'esercizio Definitive - annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti - variazioni manifestatesi nell'esercizio Valore della produzione Imposta corrente Effetto di maggiorazioni/agevolazioni regionali di aliquota Imposta corrente effettiva a C.E. Variazioni delle imposte anticipate/differite/correnti Imposta di competenza dell'esercizio Imposte sostitutive TOTALE IMPOSTE DI COMPETENZA (VOCE 260 DI CONTO ECONOMICO) 156 Imposta (3.149) 6.928 6.643 6.643 285 285 1.256 866 (1.905) 345 1.256 330 926 2.522 (694) (694) 2.251 1.557 (3.149) 146 9.893 (1.044) 10.937 629 629 1.077 1.077 1.077 6.296 (293) (58) (351) (1) (351) 1.207 Sezione 19 – Utile (Perdite) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte – Voce 280 Nel corso dell'esercizio, la Banca non ha proceduto a cessioni di gruppi di attività e, pertanto, si omette la compilazione delle relative tabelle. Sezione 20 – Altre informazioni 20.1 Corrispettivi di revisione contabile. Informazioni sui corrispettivi spettanti alla Società di revisione legale sulla base di quanto disposto dall’art.2427, comma 1, punto 16-bis. Tipologia di servizi Revisione contabile Soggetto che ha erogato il servizio Destinatario Compensi KPMG S.p.A. B.L.P.R S.p.A. 28, 5 Nella tabella sono esposte le informazioni riguardanti i corrispettivi erogati a favore della Società di Revisione KPMG S.p.A per i servizi di revisione che comprendono: – attività di controllo dei conti annuali delle imprese, finalizzata all'espressione di un giudizio professionale; – attività di controllo dei conti infrannuali (relazione limitata della semestrale); – servizi di attestazione delle Dichiarazioni fiscali ed altri oneri previsti dalla normativa. In questa categoria rientrano anche i servizi legati al controllo della contabilità. I corrispettivi esposti in tabella, relativi ai servizi prestati per l’anno 2012, sono quelli contrattualizzati, comprensivi di eventuali indicizzazioni (non includono le spese vive, l’eventuale contributo di vigilanza e l’IVA) e saranno imputati per competenza nel bilancio 2013. Sezione 21 – Utile per azione I nuovi standard internazionali (IAS 33) danno rilevanza all’indicatore di rendimento - “utile per azione” – comunemente noto come “EPS – earning per share”. In considerazione della perdita d’esercizio realizzata nel 2012 non si prevede alcuna distribuzione di utile. 157 158 PARTE D – REDDITIVITA’ COMPLESSIVA 159 160 Prospetto analitico della redditività complessiva Voci 10. Imposta sul reddito Importo lordo Importo netto Utile (Perdita) d'esercizio (1.952) Altre componenti reddituali 20. Attività finanziarie disponibili per la vendita: 2.097 (697) 1.400 a) variazioni di fair value 2.246 (746) 1.500 8 (3) 5 (157) 52 (105) (155) 21 (134) (883) 304 1.266 b) rigiro a conto economico - rettifiche da deterioramento - utili/perdite da realizzo c) altre variazioni 30. Attività materiali 40. Attività immateriali 50. Copertura di investimenti esteri: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 60. Copertura dei flussi finanziari: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 70. Differenze di cambio: a) variazioni di valore b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 80. Attività non correnti in via di dismissione a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 90. Utili (Perdite) attuariali su piani a benefici definiti 100. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni a patrimonio netto: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico - rettifiche da deterioramento - utili/perdite da realizzo c) altre variazioni 110. Totale altre componenti reddituali 120. Redditività complessiva (Voce 10 + 110) (686) Nella voce "utile (perdita) esercizio" figura il medesimo importo indicato nella voce 290 del conto economico. Nelle voci relative alle "altre componenti reddituali al netto delle imposte" figurano le variazioni di valore delle attività registrate nell'esercizio in contropartita delle riserve da valutazione (al netto delle imposte). 161 Alcune voci relative ai dati comparativi al 31 dicembre 2011 risultano diverse rispetto al bilancio pubblicato, per effetto dell’applicazione retrospettiva del nuovo principio contabile IAS 19 secondo le disposizioni dello IAS 8 (mutamento di principi contabili). Per maggiori dettagli si veda la sezione "Altri aspetti" all'interno della "Parte A – Politiche contabili". 162 PARTE E – INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI COPERTURA 163 164 Per quanto riguarda gli adempimenti previsti dalla disciplina del Terzo pilastro, il documento di informativa al pubblico sarà pubblicato sul sito Internet della Banca all’indirizzo www.blpr.it. Sezione 1 – Rischio di credito Informazioni di natura qualitativa 1. Aspetti generali Il rischio di credito è il principale rischio a cui la Banca è esposta e l’evento pregiudizievole che lo genera è la possibilità che la controparte non adempia alle proprie obbligazioni. La Banca nel corso degli ultimi anni ha impiegato ingenti risorse nel processo di riorganizzazione aziendale ed in particolare negli interventi finalizzati alla definizione della struttura organizzativa e allo sviluppo della strumentazione tecnica di supporto. L’attuale assetto organizzativo consente un adeguato governo dei rischi aziendali e gli strumenti di lavoro forniti al personale risultano adeguati ed in linea con la migliore prassi bancaria. Nella Policy di gestione dei rischi, la Banca relativamente al rischio di credito ha definito di: – di limitare le esposizioni verso amministrazioni centrali e banche centrali ai Paesi che presentano un punteggio SACE 0 o 1; – di limitare le esposizioni verso intermediari vigilati, enti del settore pubblico e enti territoriali ad emittenti che presentano un rating Moody's non inferiore ad A, con l'eccezione di quelle presenti nel portafoglio Loans and Receivebles; – di limitare le esposizioni verso banche multilaterali di sviluppo (BMS) a BIRS, Banca di Sviluppo del Consiglio d'Europa, BERS, BEI e FEI; – di non assumere posizioni verso OICR, verso cartolarizzazioni, strumenti innovativi di capitale, strumenti ibridi di patrimonializzazione e strumenti subordinati; – di limitare le esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite alle obbligazioni emesse da banche italiane, in conformità degli articoli 7-bis e 7-ter della Legge 30 aprile 1999, n. 130, e successive modificazioni. La Banca ha inoltre definito specifici limiti di concentrazione del credito con riferimento sia ad ogni cliente inteso come singolo soggetto o gruppo di soggetti connessi giuridicamente e/o economicamente, sia con riferimento all’ammontare complessivo delle esposizioni che presentano determinati limiti di accordato (rispettivamente 3 milioni di Euro, 1 milione di Euro e 500 mila Euro). La Banca non presenta esposizioni in prodotti finanziari innovativi quali ad esempio i derivati su crediti. 165 2. Politiche di gestione del rischio di credito 2.1 Aspetti organizzativi Nel corso dello svolgimento della sua attività la Banca è esposta al rischio che i crediti, a qualsiasi titolo vantati, non siano onorati dai terzi debitori alla scadenza e debbano essere cancellati, in tutto o in parte, a causa del deteriorarsi delle condizioni finanziarie di tali debitori. Tale rischio è ravvisabile nelle attività tradizionali di erogazione di crediti, garantiti o non garantiti iscritti a bilancio, nonché in attività analoghe non soggette ad iscrizione a bilancio quali la concessione di un credito di firma. Le potenziali cause di inadempienza comprendono la mancanza di disponibilità economica della controparte (mancanza di liquidità, insolvenza, etc.) così come ragioni indipendenti dalla condizione finanziaria della controparte, quali i rischi operativi. La Banca controlla e gestisce la qualità del credito, lo specifico rischio di ciascuna controparte e tutto il rischio dei rispettivi portafogli crediti. Un qualunque deterioramento del merito di credito dei singoli clienti, della capacità di regolare rimborso dei prestiti e di altri crediti, così come errate valutazioni sul merito di credito, potrebbero avere un effetto negativo sull’attività, sulla condizione finanziaria e sui risultati operativi aziendali. Con riferimento alle modalità di presidio e gestione di tale rischio la Banca si è dotata di una struttura organizzativa che prevede le seguenti funzioni: – Direzione Affari cui compete il compito di: – analizzare giornalmente le distinte di presentazione relative ai fidi autoliquidanti; – verificare giornalmente la gestione delle partite da sistemare; – verificare giornalmente la situazione dei bonifici in arrivo; – Funzione Fidi: la cui missione consiste nel garantire la gestione delle attività di concessione e revisione, perfezionamento ed erogazione del credito ordinario assicurando la regolarità formale e sostanziale delle pratiche deliberate ai diversi livelli di autonomia. La funzione deve inoltre curare l’amministrazione delle posizioni di rischio della Banca assicurando la corretta raccolta e gestione delle garanzie, il rispetto delle disposizioni in merito alle segnalazioni ed ai flussi di ritorno alla Centrale Rischi; – Le Filiali: la cui missione consiste nel garantire, in conformità ai piani strategici aziendali ed al budget, la corretta gestione degli impieghi. Compito della rete commerciale è anche quello di: – informare tempestivamente la Direzione al presentarsi di eventi o fatti che possano mettere in crisi il rapporto con il cliente, assicurando le verifiche ed i controlli necessari, con particolare riferimento alle pratiche che hanno un andamento anomalo ed alle partite incagliate la cui gestione cura d’intesa con la Direzione; – curare, per la parte di propria competenza, il passaggio in contenzioso delle pratiche deliberate dagli Organi competenti; 166 supportare, ove richiesto, la Funzione Legale nell’analisi delle partite in sofferenza, con particolare – riferimento alle possibilità di recupero e/o definizione a diverso titolo delle stesse; – Funzione Legale: la cui missione consiste nel seguire le attività di rigore relativamente alle pratiche per le quali il Consiglio di Amministrazione ha deliberato il passaggio a sofferenza a tutela delle ragioni della Banca; – Funzione Risk Office la cui missione consiste: nell’assicurare un costante livello di monitoraggio sull’andamento dell’esposizione creditizia con la – clientela ordinaria, sia di breve che di lungo periodo, al fine di traguardare il minor rischio di perdite per eventi connessi alla gestione delle posizioni ad andamento anomalo. nel monitorare il rispetto dei limiti operativi definiti e nel misurare il capitale interno attuale e – prospettico a fronte del rischio di credito. La presente struttura organizzativa garantisce che il presidio del rischio di credito sia esercitato dalle funzioni Funzione Fidi, in fase di erogazione, e rinnovo e dal Risk Office, in un’ottica di monitoraggio e di compatibilità dei rischi assunti con i limiti definiti dal Consiglio di Amministrazione nella Policy di gestione dei rischi, separate dalla rete commerciale, realizzando una netta separazione tra le responsabilità commerciali e le funzioni strettamente creditizie. E’, inoltre, previsto un forte coinvolgimento del personale di filiale nella gestione del credito attraverso il presidio sia al livello individuale della singola controparte sia a livello di intero portafoglio. L’intero processo di gestione e controllo del credito è disciplinato da un Regolamento di processo che in particolare: – definisce i criteri per la valutazione del merito creditizio; – definisce le metodologie per il rinnovo degli affidamenti; – definisce le metodologie di controllo andamentale e di misurazione del rischio di credito, nonché le tipologie di interventi da adottare in caso di rilevazione di anomalie. Nel Regolamento Interno sono individuate le deleghe ed i poteri di firma in materia di erogazione del credito. 2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo I momenti di istruttoria/delibera e di revisione delle linee di credito sono regolamentati da un iter deliberativo in cui intervengono le diverse unità operative competenti, appartenenti sia alle strutture centrali che a quelle di rete, in ossequio ai livelli di deleghe previsti. Tali fasi sono supportate, anche al fine di utilizzare i dati rivenienti da banche dati esterne, dall’apposita procedura che consente, in ogni momento, la verifica (da parte di tutte le funzioni preposte alla gestione del credito) dello stato di ogni posizione già affidata o in fase di affidamento, nonché di ricostruire il processo che ha condotto alla definizione del merito creditizio dell’affidato (attraverso la rilevazione e l’archiviazione del percorso deliberativo e delle tipologie di analisi effettuate). 167 In sede di istruttoria la valutazione, anche prospettica, si struttura su più livelli e si basa prevalentemente su dati quantitativi e oggettivi, oltre che - come abitualmente avviene - sulla conoscenza personale e sull’approfondimento della specifica situazione economico-patrimoniale della controparte e dei suoi garanti. Analogamente, per dare snellezza alle procedure, sono stati previsti due livelli di revisione: uno, di tipo semplificato con formalità ridotte all’essenziale, riservato al rinnovo dei fidi di importo limitato riferiti a soggetti che hanno un andamento regolare; l’altro, di tipo ordinario, per la restante tipologia di pratiche. La definizione delle metodologie per il controllo andamentale del rischio di credito ha come obiettivo l’attivazione di una sistematica attività di controllo delle posizioni affidate da parte dell’Ufficio Controllo Crediti e dei referenti di rete (responsabili dei controlli di primo livello). In particolare, l’addetto delegato alla fase di controllo andamentale ha a disposizione una molteplicità di elementi informativi che permettono di verificare le movimentazioni dalle quali emergono situazioni di tensione o di immobilizzo dei conti affidati. La procedura informatica adottata dalla Banca, consente di estrapolare periodicamente tutti i rapporti che possono presentare sintomi di anomalia andamentale. Il costante monitoraggio delle segnalazioni fornite dalla procedura consente, quindi, di intervenire tempestivamente all’insorgere di posizioni anomale e di prendere gli opportuni provvedimenti nei casi di crediti problematici. Le posizioni affidate, come già accennato, vengono controllate anche utilizzando le informazioni fornite dalle Centrali dei Rischi. Per quanto riguarda la componente individuale del rischio, ossia quella associata alle singole relazioni, le logiche e gli strumenti a supporto dell’attività creditizia nella fase di gestione andamentale hanno come punto focale l’assegnazione a ciascun cliente di un giudizio sintetico ed omogeneo di rischio rappresentato da un punteggio. Tale punteggio è ottenuto da uno strumento denominato Sistema SAR che effettua un monitoraggio a cadenza mensile dell’intero portafoglio analizzando una serie di informazioni al fine di individuare con congruo anticipo quelle relazioni che manifestano sintomi di deterioramento del profilo di rischio. Tale strumento, definendo un punteggio per singola posizione, consente di effettuare anche un controllo complessivo del rischio del portafoglio crediti. Il Risk Office sulla base di tali risultanze definisce le posizioni per le quali è necessario acquisire informazioni aggiuntive e propone prontamente all’Alta Direzione e al Consiglio di Amministrazione le azioni correttive ritenute necessarie. Il Risk Office, inoltre, effettua trimestralmente la quantificazione dell'esposizione al rischio di credito attraverso prove di stress effettuate con riferimento alla situazione attuale e prospettica. A seguito dell’entrata in vigore della nuova disciplina prudenziale, il Consiglio di Amministrazione della Banca ha - tra l’altro - deliberato di adottare la metodologia standardizzata per il calcolo dei requisiti patrimoniali per il rischio di credito (I Pilastro). L’adozione della metodologia standardizzata ai fini della determinazione del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito comporta la suddivisione delle esposizioni in “portafogli” e l’applicazione a ciascuno di essi di trattamenti prudenziali differenziati, eventualmente anche in funzione di valutazioni del merito creditizio (rating esterni) rilasciate da agenzie esterne di valutazione del merito di credito (ECAI) ovvero da agenzie di credito alle esportazioni (ECA) riconosciute dalla Banca d’Italia. 168 In tale contesto, tenendo conto delle proprie caratteristiche operative, al fine di verificare gli effetti in termini di requisiti patrimoniali riconducibili alle diverse opzioni percorribili la Banca utilizza le valutazioni del merito creditizio: – fornite dall’ECA denominata SACE Spa per la determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni ricomprese nel portafoglio “Amministrazioni centrali e banche centrali”; – rilasciate dalla ECAI Moody’s Investors Services agenzia autorizzata dalla Banca d’Italia, per la determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni ricomprese nei portafogli: “Esposizioni verso Imprese e altri soggetti”, “Esposizioni verso Organizzazioni Internazionali”, “Esposizioni verso Banche Multilaterali di Sviluppo”, “Esposizioni verso Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio”. Inoltre, con riferimento al processo interno di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP) previsto dal II Pilastro della nuova regolamentazione prudenziale, il Consiglio di Amministrazione della Banca ha adottato il Regolamento ICAAP che definisce i principi guida, i ruoli e le responsabilità delle funzioni organizzative coinvolte nell’ICAAP, allo scopo di assicurare la regolare ed efficace esecuzione delle attività di valutazione del capitale complessivo relativamente alla sua adeguatezza, attuale e prospettica, in relazione ai rischi assunti e alle strategie aziendali. Il Consiglio di Amministrazione della Banca ha dato incarico alla Direzione Generale di attuare il processo, curando che lo stesso sia rispondente agli indirizzi strategici e alle politiche in materia di gestione dei rischi definiti dal Consiglio di Amministrazione stesso. Il Consiglio di Amministrazione della Banca ha deliberato di utilizzare l’algoritmo semplificato cd. Granularity Adjustment (Cfr. allegato B, Titolo III, Capitolo 1 Circ. 263/06) per la quantificazione del capitale interno a fronte del rischio di concentrazione per singole controparti o gruppi di clienti connessi e di utilizzare la metodologia rilasciata dall’ABI per la quantificazione del capitale interno a fronte del rischio di concentrazione geo-settoriale. Inoltre, per quanto concerne le prove di stress, ha individuato le relative metodologie di conduzione e dato incarico alla Direzione Generale della loro esecuzione - : – sul rischio di credito attraverso la determinazione del capitale interno necessario a fronte del nuovo livello di rischiosità individuato ridefinendo il portafoglio bancario sulla base dei tassi di ingresso a sofferenza rettificata verificatisi nella peggiore congiuntura creditizia sperimentata dalla Banca nel corso degli ultimi 12 anni; – sul rischio di concentrazione per singole controparti o gruppi di clienti connessi maggiorando i valori del coefficiente di Herfindahl ed ipotizzando un incremento del tasso di ingresso a sofferenza rettificata caratteristico della Banca; – sul rischio di concentrazione geo-settoriale immaginando un peggioramento dell’indice di Herfindahl settoriale attraverso l’aumento del 10% dell’esposizione complessiva verso i 2 settori verso i quali la Banca risulta maggiormente esposta e il contestuale decremento dell’esposizione complessiva verso il 169 settore verso il quale la Banca risulta meno esposta tra i settori Famiglie Consumatrici, Industria, Edilizia e Servizi, dato che gli altri settori risultano poco significativi; – sul patrimonio aziendale ipotizzando il verificarsi di uno scenario congiunturale avverso che si rifletta negativamente sull’ammontare complessivo (o sulla composizione) della propria dotazione patrimoniale. In particolare i fattori di stress vengono applicati ai singoli elementi che compongono il Patrimonio di Vigilanza, ipotizzando una minor dotazione patrimoniale in funzione di una o più delle seguenti ipotesi: – non destinare a Patrimonio sia l’utile alla situazione attuale che a quella prospettica; – minor impatto della riserva AFS positiva, se applicabile; – maggior impatto della riserva AFS negativa, se applicabile. Con riferimento all’operatività sui mercati mobiliari, sono attivi momenti di valutazione e controllo sia in fase di acquisto degli strumenti finanziari, sia attraverso un’attività giornaliera, condotta del Risk Office, di analisi della composizione del portafoglio identificando e determinando il livello di rischio specifico oppure di controparte, nonché di verifica del rispetto dei limiti e delle deleghe assegnate. Per quanto riguarda il processo di recupero creditizio è stato definito uno strumento che consente di monitorare trimestralmente l’operato dei legali esterni e, sulla base delle risultanze, di definire le politiche per un più efficace recupero del credito. Nel corso dell’esercizio 2011 la Banca ha individuato un partner strategico nella gestione delle posizioni in sofferenza; tale accordo prevede il riconoscimento di un compenso correlato ai risultati di recupero ottenuti eliminando i costi fissi di gestione delle posizioni in sofferenza. 2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito Le esposizioni creditizie della Banca riguardano principalmente prestiti tradizionali a privati e aziende; tali prestiti possono essere garantiti sia da garanzie di tipo “reale” (specie: ipoteche su immobili e pegno su beni mobili o crediti) sia di tipo “personale” (di norma: fideiussioni). Le garanzie personali sono rilasciate, in genere, dai titolari delle aziende che fruiscono di affidamenti o da loro familiari. Raramente da soggetti terzi apparentemente non direttamente interessati al rapporto garantito. Le garanzie rappresentano un elemento accessorio del credito garantito, e come tali vanno considerate al momento della valutazione del soggetto a cui concedere un affidamento. Tale valutazione deve, pertanto, tenere conto quale elemento fondamentale della capacità da parte del richiedente l’affidamento di fare fronte alle proprie obbligazioni, indipendentemente dalle garanzie offerte (la cosiddetta capacità di rimborso). Il concetto di accessorietà sopra illustrato comporta che l'acquisizione di garanzie non influisce, di regola, sulla determinazione del rischio dell'affidamento. La Banca al fine di dare concreta applicazione delle disposizioni di vigilanza in tema di “tecniche di attenuazione del rischio di credito”, altrimenti definito come “CRM”, ovvero “Credit Risk Mitigation” (Mitigazione del Rischio di Credito) ha definito, nell’ambito del Regolamento del processo di gestione del credito, specifiche tecniche di attenuazione del rischio di credito cui debbono conformarsi le funzioni 170 aziendali in fase di acquisizione e di sorveglianza delle garanzie acquisite. Tali regole sono dettagliate per tipologia di garanzia (ipotecaria, reale, personale). In particolare: – sono state predisposte politiche e procedure documentate con riferimento alle tipologie di strumenti di CRM utilizzati a fini prudenziali, al loro importo, all’interazione con la gestione del profilo di rischio complessivo; – sono state adottate tecniche e procedure volte al realizzo tempestivo delle attività poste a protezione del credito; – sono stati affidati a strutture centralizzate i compiti di controllo sui profili di certezza; – sono stati sviluppati e posti in uso standard della contrattualistica utilizzata; – le diverse tipologie di garanzie accettate e le connesse politiche creditizie sono state chiaramente documentate e divulgate. E’ stata inoltre assicurata la presenza di un sistema informativo a supporto delle fasi del ciclo di vita della garanzia (acquisizione, valutazione, gestione, rivalutazione, realizzo). Le regole da seguire per la corretta acquisizione e sorveglianza delle garanzie sono state definite prendendo in considerazione le regole previste dalla normativa per le banche che adottano l’approccio standard. In ogni caso, qualora la garanzia non sia ammissibile come forma CRM a fini regolamentari ma possieda comunque le caratteristiche minime previste dalla normativa generale per assolvere al ruolo di garanzia accessoria, è utilizzata – sotto il profilo civilistico – come normale forma di protezione del credito (anche se non sarà utilizzabile a fini di risparmio di assorbimento patrimoniale). Le misure di controllo cui è soggetta la concessione del credito con acquisizione di garanzie reali sono differenziate per tipologia di garanzia. Relativamente alle garanzie ipotecarie su immobili, le politiche e le procedure aziendali assicurano che siano sempre acquisite e gestite con modalità atte a garantirne l’opponibilità in tutte le giurisdizioni pertinenti e l’escutibilità in tempi ragionevoli. In tale ambito, la Banca ha definito specifiche politiche e procedure interne con riguardo: – alla non dipendenza del valore dell’immobile in misura rilevante dal merito di credito del debitore; – all’indipendenza del soggetto incaricato dell’esecuzione della stima dell’immobile; – alla presenza di un’assicurazione contro il rischio danni sul bene oggetto di garanzia; – alla messa in opera di un’adeguata sorveglianza sul valore dell’immobile, al fine di verificare la sussistenza nel tempo dei requisiti che permettono di beneficiare di un minor assorbimento patrimoniale sulle esposizioni garantite; – al rispetto del rapporto massimo tra fido richiesto e valore della garanzia (loan-to-value): 80% per gli immobili residenziali e 30% per quelli commerciali; – alla destinazione d’uso dell’immobile e alla capacità di rimborso del debitore. Il processo di sorveglianza sul valore dell’immobile oggetto di garanzia è svolto attraverso l’utilizzo di metodi statistici. Al riguardo, l’attività di valutazione è effettuata: – almeno ogni 3 anni per gli immobili residenziali; – annualmente per gli immobili di natura non residenziale. 171 Per le esposizioni rilevanti (ossia di importo superiore a 3 milioni di Euro) la valutazione è in ogni caso rivista da un perito indipendente almeno ogni 3 anni. A fini cautelativi, viene applicato adeguato scarto di garanzia sul valore corrente degli strumenti finanziari costituiti in pegno. Tali strumenti sono costituiti per la quasi totalità da obbligazioni e certificati di deposito emessi dalla Banca. L’analisi delle “garanzie personali”, generalmente non ammissibili come forma di CRM ai fini regolamentari, viene condotta attraverso l’esame dell’idoneità del “profilo giuridico” del garante e della “congruità” della garanzia stessa. Per l’importanza che riveste, il primo dei due requisiti non è rinunciabile, nel senso che l’inidoneità del profilo giuridico del garante incide sull’efficacia della garanzia. Il profilo giuridico del garante si definisce congruo se non sussiste il rischio che l’efficacia della garanzia venga meno per motivi formali o sostanziali (p.e. conflitto di interessi, mancanza di poteri del firmatario dell’atto, etc.). La garanzia si definisce congrua se in capo al garante non sussistono elementi di rischio di rilievo (p.e. nel caso di garanzie personali età avanzata, assoggettabilità a procedure concorsuali, etc.) e se risulta adeguata in rapporto all’entità del fido. Gli atti relativi ad ipoteche, delegazioni di pagamento, cambiali agrarie avallate, mandati irrevocabili a vendere, cessioni di credito sono custoditi presso la Funzione Fidi. 2.4 Attività finanziarie deteriorate La Banca è organizzata con strutture e procedure informatiche per la gestione, la classificazione e il controllo dei crediti. Coerentemente con quanto dettato dai principi contabili IAS/IFRS, ad ogni data di bilancio viene verificata la presenza di elementi oggettivi di perdita di valore (imparirment) su ogni strumento finanziario ovvero gruppo di strumenti finanziari. Il portafoglio problematico tratta i crediti non-performing, i quali, in base alla normativa della Banca d’Italia sono distinti in: – sofferenze; – esposizioni per cassa ristrutturate; – partite incagliate; – esposizioni scadute e/o sconfinante. Le sofferenze sono le esposizioni nei confronti di soggetti in stato di insolvenza (anche se non accertata giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle previsioni di perdita formulate dall’Organo competente. Si prescinde, peraltro, dall’esistenza di eventuali garanzie reali o personali poste a presidio dei crediti. I crediti ristrutturati che rappresentano le esposizioni nei confronti di controparti con le quali sono stati conclusi accordi che prevedono la concessione di una moratoria al pagamento del debito e la contemporanea rinegoziazione delle condizioni a tassi inferiori a quelli di mercato, la conversione di parte dei prestiti in azioni e/o eventuali sacrifici in linea capitale: sono valutati analiticamente, ricomprendendo nelle 172 svalutazioni l’onere attualizzato riveniente dall’eventuale rinegoziazione del tasso a condizioni inferiori al costo previsto della relativa raccolta. Tali esposizioni sono valutate su base analitica, le posizioni, per le quali non è stata determinata una svalutazione analitica, sono comunque valutate in modo forfetario su basi storico/statistiche Le partite incagliate sono le esposizioni nei confronti di soggetti in temporanea situazione di obiettiva difficoltà, che sia prevedibile possa essere rimossa in un congruo periodo. Si prescinde dall’esistenza di eventuali garanzie personali o reali poste a presidio dei crediti. Le esposizioni scadute e/o sconfinate (“past due”), ovvero le morosità e gli sconfinamenti rilevanti non autorizzati superiori a 90 giorni. I rapporti deteriorati, derivanti sia dall’analisi dello strumento SAR sia dalla conoscenza diretta del mercato che rappresenta sicuramente un punto di forza della Banca, vengono portati dalla Funzione Risk Office e della Filiale competente territorialmente, all’attenzione della Direzione Affari e della Direzione Generale per l’assunzione delle decisioni ritenute più opportune. Quindi, la Funzione Risk Office garantisce il presidio delle posizioni anomale fino al momento della loro classificazione a sofferenza; a questo punto le pratiche passano sotto la responsabilità della Funzione Legale. Quest’ultima ha, infatti, il compito di: – presidiare l’attività di tutela e recupero del credito; – gestire i rapporti con i legali esterni; – gestire direttamente i processi di recupero per i rapporti non conferiti a legali esterni; – attuare un monitoraggio dei risultati dell’attività svolta direttamente e dai legali esterni, garantendo l’efficacia del processo complessivo; – effettuare le proposte di svalutazione sulla base delle risultanze pervenute dai legali esterni. La Funzione Legale effettua una valutazione analitica con riferimento a tutti i crediti classificati a sofferenza e sugli altri crediti deteriorati per i quali dispone di informazioni che consentano una valutazione del presumibile valore di realizzo. 173 Informazioni di natura quantitativa A Qualità del credito A.1 Esposizioni creditizie deteriorate e in bonis: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica e territoriale A.1.1. Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio) Portafogli/Qualità Sofferenze Esposizioni ristrutturate Incagli Esposizioni scadute Altre attività Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la 2. vendita Attività finanziarie detenute sino alla 3. scadenza Totale 1. 39.701 4. Crediti verso banche 5. Crediti verso clientela 9.193 39.701 41.133 41.133 9.754 25 1.883 132.108 152.963 6. Attività finanziarie valutate al fair value 7. Attività finanziarie in corso di dismissione 8. Derivati di copertura Totale 31-12-2012 9.193 9.754 25 1.883 212.942 233.797 Totale 31-12-2011 5.668 10.543 92 1.791 195.101 213.195 A.1.2. Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti) Attività deteriorate Portafogli/Qualità 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 4. Crediti verso banche 5. Crediti verso clientela 6. Attività finanziarie valutate al fair value 7. Attività finanziarie in corso di dismissione 8. Derivati di copertura Esposizione lorda Rettifiche specifiche In bonis Totale Esposizione Esposizione Rettifiche di Esposizione (Esposizione netta lorda portafoglio netta netta) 39.701 39.701 41.133 39.701 41.133 41.133 36.532 15.678 20.854 134.028 1.920 132.108 152.962 Totale 31-12-2012 36.532 15.678 20.854 214.862 1.920 212.942 233.796 Totale 31-12-2011 29.627 11.534 18.093 194.098 1.205 195.101 213.194 174 A.1.2.1 Dettaglio per portafogli delle esposizioni in bonis: distinzione tra esposizioni oggetto di rinegoziazione nell'ambito di accordi collettivi ed altre esposizioni - Analisi dell'anzianità degli A. esposizioni in bonis oggetto di rinegoziazione nell'ambito di accordi collettivi (1) esposizioni scadute Esp.non scadute Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie 2. disponibili per la vendita Attività finanziarie 3. detenute sino alla scadenza 4. Crediti verso banche 5. Crediti verso clientela Attività finanziarie 6. valutate al fair value Attività finanziarie 7. in corso di dismissione 8. Derivati di copertura Totale (T) sino a 3 mesi da oltre 3 mesi e 6 mesi da oltre 6 mesi a 1 anno Oltre 1 anno B. Altre esposizioni in bonis non oggetto di rinegoziazione esposizioni scadute da da oltre oltre Esp.non Oltre sino a 3 mesi 6 scadute 1 3 mesi e6 mesi anno mesi a1 anno Totale crediti v/ clientela in bonis scaduti 1. 41.133 41.133 274 229 109.677 23.497 269 82 134.028 274 229 150.810 23.497 269 82 175.161 (1) solo accordi collettivi o previsioni legislative che prevedono la sospensione delle rate (quota capitale e/o quota interessi): - accordo quadro ABI-MEF stipulato ai sensi dell'art.12 della legge n. 2/2009 - (di conversione del D.L. N. 185/2008) - misure di sostegno in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo previste dal D.L. n. 29/2009* avviso comune per la sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese stipulato tra MEF,ABI e le Associazioni dei rappresentanti delle imprese il 03/08/2009 - accordo per la sospensione del rimborso dei mutui stipulato fra ABI e associazione dei consumatori stipulato il 18/12/2009 nell'ambito del "Piano famiglia" - legge 244 del 24/12/2007 "Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa" 175 A.1.3. Esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti Tipologie esposizioni/Valori A. Rettifiche di valore specifiche Esposizione lorda Rettifiche di valore di portafoglio Esposizione netta ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute B. e) Altre attività 41.682 41.682 TOTALE A 41.682 41.682 b) Altre 293 293 TOTALE B 293 293 41.975 41.975 ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate TOTALE A+B A.1.6. Esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e netti Tipologie esposizioni/Valori A. Esposizione lorda Rettifiche di valore di portafoglio Esposizione netta ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze 21.329 12.136 9.193 b) Incagli 13.194 3.441 9.753 c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute B. Rettifiche di valore specifiche 28 3 25 1.980 97 1.883 e) Altre attività 173.179 TOTALE A 209.710 15.677 1.920 171.259 1.920 192.113 ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate 38 38 b) Altre 8.884 8.884 TOTALE B 8.922 8.922 176 A.1.7. Esposizioni per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate e soggette al “rischio paese” lorde Causali/Categorie A. Sofferenze Esposizione lorda iniziale Esposizioni ristrutturate Incagli Esposizioni scadute 14.877 12.797 99 1.854 8.811 11.241 2.329 152 8.690 1.945 957 16 - di cui: esposizioni cedute non cancellate B. Variazioni in aumento B.1 ingressi da esposizioni creditizie in bonis B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate C. B.3 altre variazioni in aumento 8.659 1.594 Variazioni in diminuzione 2.359 10.844 C.1 uscite verso esposizioni creditizie in bonis 368 71 2.203 1.716 C.2 cancellazioni C.3 incassi 1.875 9 484 2.793 666 2 71 337 C.4 realizzi per cessioni C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 16 C.6 altre variazioni in diminuzione D. 957 6.310 Esposizione lorda finale 21.329 241 13.194 28 1.980 - di cui: esposizioni cedute non cancellate A.1.8. Esposizioni per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive Causali/Categorie A. Sofferenze Rettifiche complessive iniziali Esposizioni ristrutturate Incagli Esposizioni scadute 9.210 2.255 6 63 Variazioni in aumento 5.434 3.650 3 112 B.1 rettifiche di valore 3.590 3.621 3 103 1.844 29 2.508 2.464 6 78 600 365 6 16 32 114 1.876 1 - di cui: esposizioni cedute non cancellate B. B.1bis - perdite da cessione B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 9 B.3 altre variazioni in aumento C. Variazioni in diminuzione C.1 riprese di valore da valutazione C.2 riprese di valore da incasso C.2bis - utili da cessione C.3 cancellazioni C.4 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 1.851 C.5 altre variazioni in diminuzione D. 31 133 Rettifiche complessive finali 12.136 - di cui: esposizioni cedute non cancellate 177 3.441 31 3 97 A.2 Classificazione delle esposizioni in base ai rating esterni ed interni A.2.1. Distribuzione delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating esterni Esposizioni A. Esposizioni creditizie per cassa B. Derivati Aaa 1.559 Aa A 35.014 3.078 Baa 1.799 Ba B Senza Rating Totale 192.345 233.795 B.1 Derivati finanziari B.2 Derivati creditizi C. Garanzie rilasciate 7.836 7.836 D. Impegni ad erogare fondi 1.379 1.379 E. Altre 201.560 243.010 Totale 1.559 35.014 3.078 1.799 La tabella riporta la suddivisione delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” nei confronti di controparti provviste di un rating esterno. La rappresentazione sopra indicata fa riferimento ai rating Moody’s. Le esposizioni prive di rating ammontano all’83% del portafoglio totale, riflettendo il fatto che una considerevole parte del portafoglio è costituita da clientela privata e da piccole e medie imprese, per le quali non è disponibile un rating esterno. A.2.2. Distribuzione delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating interni La presente tavola è stata omessa poiché la Banca non utilizza i rating interni nella gestione del rischio di credito. A.3 Distribuzione delle esposizioni garantite per tipologia di garanzia A.3.1. Esposizione creditizie verso banche garantite La Banca non detiene esposizioni creditizie verso banche garantite. 178 A.3.2. Esposizione creditizie verso clientela garantite Garanzie personali (2)Derivati su crediti Garanzie reali (1) Garanzie personali (2)- Crediti di firma (1)+(2) Totale Altri soggetti Banche Altri enti pubblici Governi e banche centrali Altri soggetti Banche Altri enti pubblici Governi e banche centrali CLN Altre garanzie reali Titoli Immobili - Leasing finanziario Esposizioni creditizie per cassa garantite: 118.310 48.778 5.395 1.963 74.208 130.344 1.1 totalmente garantite 110.846 46.317 4.965 1.562 68.266 121.110 14.274 10.454 12.935 23.389 1.2 parzialmente garantite 7.464 2.461 5.942 9.234 - di cui deteriorate 2.363 1.630 3.168 4.798 Esposizioni creditizie 'fuori bilancio' garantite: 7.483 75 1.179 1.173 3.392 5.819 2.1 totalmente garantite 5.583 75 1.179 5.420 - di cui deteriorate 2. Immobili - Ipoteche Valore esposizione netta 1. Garanzie personali (2)- Derivati su crediti Altri derivati - di cui deteriorate 2.2 parzialmente garantite 430 401 873 3.293 31 20 11 31 1.900 300 99 399 - di cui deteriorate 179 B Distribuzione e concentrazione delle esposizioni creditizie B.1 Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio) Governi Società finanziarie Società di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti Esposizione netta Rettifiche valore specifiche 3.634 2.516 1.791 1.502 282 25 3 1.552 83 330 14 Rettifiche valore di portafoglio Rettifiche valore specifiche 9.620 7.780 Rettifiche valore di portafoglio Esposizione netta Rettifiche valore di portafoglio 5.560 Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli 471 1.368 A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute B. Rettifiche valore specifiche Esposizione netta Rettifiche valore di portafoglio Rettifiche valore specifiche Esposizione netta Rettifiche valore di portafoglio Rettifiche valore specifiche Esposizione netta Rettifiche valore di portafoglio Rettifiche valore specifiche A. Esposizione netta Esposizioni/Controparti Altri enti pubblici A.5 Altre esposizioni 39.152 4.141 57 448 TOTALE A 39.152 4.141 57 919 1.368 6 90.445 6 105.362 11.497 1.560 37.075 1.560 42.541 297 2.812 297 Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Incagli 38 B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni 40 TOTALE B 250 40 6.783 250 1.811 6.821 1.811 TOTALE A+B 31-12-2012 39.152 4.181 57 1.169 1.368 6 112.183 11.497 1.560 44.352 2.812 297 TOTALE A+B 31-12-2011 21.971 2.536 25 3.340 127 6 122.090 9.187 908 46.277 2.219 267 180 B.2 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela (valore bilancio) Operatività verso l'Italia ITALIA NORD OVEST Esposizioni/Aree geografiche Esposizione netta ITALIA NORD EST ITALIA CENTRO ITALIA SUD E ISOLE Rettifiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Esposizione Esposizione Esposizione valore valore valore valore netta netta netta complessive complessive complessive complessive A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze 374 1.553 A.2 Incagli 54 141 8.765 10.442 357 146 9.397 3.295 25 3 A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni 351 3 48 TOTALE 725 1.556 48 0 1.883 97 47.879 100 122.981 1.816 48.290 387 143.051 15.653 B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze" B.2 Incagli 38 B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni TOTALE 300 482 300 8.102 482 TOTALE 31-12-2012 1.025 1.556 48 TOTALE 31-12-2011 514 1.564 54 1 8.140 48.772 387 151.191 15.653 32.220 149 163.426 11.025 Le esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela sono detenute interamente in Italia. B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche (valore bilancio) Operatività verso l'Italia ITALIA NORD OVEST Esposizioni/Aree geografiche Esposizione netta ITALIA NORD EST ITALIA CENTRO ITALIA SUD E ISOLE Rettifiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Esposizione Esposizione Esposizione valore valore valore valore netta netta netta complessive complessive complessive complessive A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni 214 10 40.903 506 TOTALE 214 10 40.903 506 B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni 293 TOTALE 293 TOTALE 31-12-2012 214 10 40.903 799 TOTALE 31-12-2011 409 323 23.614 819 181 B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche (valore bilancio) Operatività verso l’estero ITALIA AMERICA ASIA RESTO DEL MONDO Rettifiche valore complessive Esposizione netta Rettifiche valore complessive Esposizione netta Rettifiche valore complessive Esposizione netta Rettifiche valore complessive Esposizione netta Rettifiche valore complessive A. Esposizione netta Esposizioni/Aree geografiche ALTRI PAESI EUROPEI Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute B. A.5 Altre esposizioni 41.633 49 TOTALE 41.633 49 Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni 293 TOTALE 293 TOTALE 31-12-2012 41.926 49 TOTALE 31-12-2011 25.165 43 B.4 Elenco posizioni “Grandi Rischi” Con il 6° aggiornamento della circolare Banca d'It alia n. 263 "Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche" del 27 dicembre 2010 è stata, fra l'altro, rivista la disciplina prudenziale in materia di concentrazione dei rischi. In particolare, in base alla nuova normativa i "grandi rischi" sono determinati facendo riferimento al valore di bilancio delle "esposizioni" anziché a quello ponderato per il rischio di controparte. In base alla nuova normativa al 31/12/2012 esistono numero 22 posizioni classificate come "Grandi rischi" il cui valore nominale totale è pari a 149.511 migliaia di Euro mentre il valore ponderato totale è pari a 70.702 migliaia di Euro. Voci a) b) 31/12/2012 31/12/2011 Ammontare: Nominale 149.511 128.459 Ponderato 70.702 59.245 22 22 Numero 182 Si sottolinea che nell’ambito dei valori sopra riportati la quota riconducibile a controparti bancarie italiane è pari a nominali 40.903 migliaia di Euro, corrispondenti ad un valore ponderato di 40.903 migliaia di Euro. L’importo riconducibile all’esposizione nei confronti del Ministero del Tesoro Italiano è pari a nominali 39.152 migliaia di Euro. C Operazioni di cartolarizzazione e di cessione delle attività C.1 Operazioni di cartolarizzazione La Banca non ha mai effettuato operazioni di cartolarizzazione 183 C.2 Operazioni di cessione C.2.1 Attività finanziarie cedute non cancellate Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Crediti verso banche Crediti verso clientela Totale 31/12/2011 31/12/2012 A. Attività per cassa C B A C B A C B A C B A C B A C B A Forme tecniche/Portafoglio Attività finanziarie valutate al fair value 8.813 1. Titoli di debito 8.813 2. Titoli di capitale 3. O.I.C.R. 4. Finanziamenti B. Strumenti derivati Totale 31-12-2012 - di cui deteriorate Totale 31-12-2011 1.439 7.374 8.813 - di cui deteriorate A = attività finanziarie cedute rilevate per intero (valore di bilancio) B = attività finanziarie cedute rilevate parzialmente (valore di bilancio) C = attività finanziarie cedute rilevate parzialmente (intero valore) C.2.2 Passività finanziarie a fronte di attività finanziarie cedute non cancellate Passività/Portafoglio attività 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie valutate al fair value Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Crediti verso banche Crediti verso clientela Totale Debiti verso clientela a) a fronte di attività rilevate per intero b) a fronte di attività rilevate parzialmente 2. Debiti verso banche a) a fronte di attività rilevate per intero b) a fronte di attività rilevate parzialmente Totale 31-12-2012 Totale 31-12-2011 1.406 7.223 C.3 Operazioni di covered bond La Banca non ha mai effettuato operazioni di covered bond. 184 8.629 Sezione 2 – Rischi di mercato 2.1. – Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo - portafoglio di negoziazione di vigilanza Informazioni di natura qualitativa A. Aspetti generali La Banca svolge, in modo primario, attività di negoziazione in proprio di strumenti finanziari esposti al rischio di tasso di interesse ed al rischio prezzo. La strategia sottostante alla negoziazione in proprio risponde sia ad un’esigenza di tesoreria che all’obiettivo di massimizzare il profilo di rischio/rendimento degli investimenti di portafoglio in termini di rischio di tasso, rischio di credito della controparte e rischio di prezzo. In particolare, gli strumenti finanziari detenuti ai fini del “trading” sono quelli che la Banca ha intenzionalmente destinato ad una successiva cessione sul mercato a breve termine al fine di beneficiare delle differenze tra i prezzi di acquisto e i prezzi di vendita, anche attraverso una diversificazione degli investimenti. Le istruzioni di vigilanza stabiliscono che non sono tenute al rispetto dei requisiti previsti dalla disciplina del rischio di mercato, con riferimento al portafoglio di negoziazione a fini di Vigilanza, le banche per le quali, di norma, il portafoglio di negoziazione a fini di Vigilanza risulti inferiore al 5% del totale dell’attivo e comunque non superi i 15 milioni di Euro. Ogni qualvolta il portafoglio di negoziazione a fini di Vigilanza risulti superiore al 6% del totale dell’attivo della Banca oppure abbia superato i 20 milioni di Euro, le banche sono tenute comunque al rispetto dei requisiti fino alla data cui si riferisce la segnalazione successiva. La Banca ha definito che per l’esercizio 2012 il proprio portafoglio di negoziazione non potesse superare il 3% del totale attivo e 5 milioni di Euro in valore assoluto, che la posizione netta aperta in cambi non potesse superare l’1,5% del patrimonio di vigilanza; è infine esclusa l’assunzione di posizioni su merci e di derivati di negoziazione. Non si registrano modifiche di condotta dell’attività di negoziazione rispetto all’esercizio precedente. 185 B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo Coerentemente con la regolamentazione prudenziale di cui alla Circolare n. 263/06 della Banca d’Italia, il Consiglio di Amministrazione della Banca si è espresso – tra l’altro – a favore: – dell’adozione della metodologia standardizzata per il calcolo dei requisiti patrimoniali per i rischi di mercato (I Pilastro); – dell’utilizzo, nell’ambito della suddetta metodologia, del metodo basato sulla scadenza per la determinazione del requisito patrimoniale a fronte del rischio di posizione generico sui titoli di debito. In particolare, per i titoli di debito il “rischio generico”, ovvero il rischio di perdite causate da un’avversa variazione del livello dei tassi di interesse, è misurato tramite il “metodo basato sulla scadenza” che prevede la distribuzione, distintamente per ciascuna valuta, delle posizioni in fasce temporali di vita residua di riprezzamento del tasso di interesse; le posizioni così allocate sono opportunamente compensate per emissione, fascia temporale e gruppi di fasce temporali. Il requisito è dato dalla somma dei valori delle posizioni residue e delle posizioni ponderate compensate. La Banca nel corso dell’esercizio 2012 ha utilizzato tale metodologia standardizzata - con le citate modalità - solo per la determinazione dei requisiti patrimoniali, mentre, a livello gestionale, ha utilizzato il metodo del Var. La gestione e la misurazione del rischio di tasso di interesse del portafoglio di negoziazione viene supportata da tecniche e modelli di Value at Risk, Modified Duration e di Massima Perdita Accettabile (Stop Loss) che consentono di determinare, con frequenza giornaliera, gli impatti prodotti dalle variazioni della struttura dei tassi di interesse sul valore del portafoglio di negoziazione. In particolare, il limite di: – “Value at Risk” è definito con un intervallo di confidenza pari al 99%, un periodo di detenzione (holding period) di dieci giorni lavorativi. Il tutto viene poi moltiplicato per un coefficiente correttivo pari a 3 (Histeria factor) per attenuare gli eventuali effetti negativi dell’ipotesi di distribuzione normale dei rendimenti; – “Modified Duration”, calcolato in base ad un’ipotesi di variazione della curva di +/-100 bp, è definito in relazione alla tipologia di emittente; – “Stop Loss” (massima perdita) è calcolato come somma degli utili e delle perdite, delle plusvalenze e delle minusvalenze relative alle posizioni residenti nel portafoglio di negoziazione. Tali modelli sono gestiti dall’outsourcer Servizi Bancari Associati S.p.A. che genera in output report consultabili da ogni utente coinvolto nel processo di gestione e misurazione del rischio di tasso con cadenza giornaliera. I risultati di tali analisi sono inviati quotidianamente dal Risk Office all’Internal Audit e all’Alta Direzione. Non si registrano modifiche di condotta dell’attività di negoziazione rispetto all’esercizio precedente. 186 Il rischio di prezzo del portafoglio di negoziazione è monitorato sia tramite analisi delle esposizioni quotate e non quotate, sia attraverso la determinazione dell’esposizione per singolo mercato, ovvero dell’esposizione complessiva per ciascun paese. La Banca, inoltre, monitora costantemente gli investimenti di capitale al fine di assumere tempestivamente le decisioni più opportune in merito alla tempistica di realizzo. Per quanto riguarda gli OICR viene costantemente monitorato il valore corrente delle quote onde assumere tempestivamente le decisioni più opportune. Il rischio di prezzo del portafoglio di negoziazione è gestito dalla Funzione Finanza sulla base di deleghe che ne circoscrivono l’esposizione in termini di ammontare massimo investito, di mercati di quotazione, di paesi di residenza degli enti emittenti e di valore percentuale massimo di minusvalenze (soglia di attenzione). Come riportato con riferimento al rischio di tasso, esiste anche un limite in termini di VaR, sebbene non specifico per tale fattore di rischio, ma riferito al portafoglio di negoziazione nel suo complesso. Tali modelli sono gestiti dall’Outsourcer Servizi Bancari Associati S.p.A. che genera in output report consultabili da ogni utente coinvolto nel processo di gestione e misurazione del rischio di tasso con cadenza giornaliera. I risultati di tali analisi sono inviati quotidianamente dal Risk Office alla Funzione Internal Audit e all’Alta Direzione. Il modello di misurazione del rischio di prezzo non è utilizzato per la determinazione dei requisiti patrimoniali ma rappresenta uno strumento a supporto della gestione e del controllo interni. Infatti, ai fini della determinazione dei requisiti patrimoniali per il rischio prezzo è adottata la metodologia standardizzata 187 2.2. – Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo - portafoglio bancario Informazioni di natura qualitativa A. Aspetti generali, procedure di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo Principali fonti del rischio di tasso di interesse Le fonti del rischio di tasso di interesse a cui è esposta la Banca sono individuabili principalmente nei processi del credito, della raccolta e della finanza, essendo il portafoglio bancario costituito prevalentemente da crediti e dalle varie forme di raccolta dalla clientela. In particolare, il rischio di tasso di interesse da “fair value” trae origine dalle poste a tasso fisso, mentre il rischio di tasso di interesse da “flussi finanziari” trae origine dalle poste a tasso variabile. Processi interni di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso La Banca ha posto in essere opportune misure di attenuazione e controllo finalizzate a evitare la possibilità che vengano assunte posizioni eccedenti un determinato livello di rischio obiettivo. Tali misure di attenuazione e controllo trovano codificazione nell’ambito delle Policy di gestione dei rischi volte a disegnare processi di monitoraggio fondati su limiti di posizione e sistemi di soglie di attenzione in termini di capitale interno al superamento delle quali scatta l’attivazione di opportune azioni correttive. A tale proposito sono state definite: – politiche e procedure di gestione del rischio di tasso d'interesse coerenti con la natura e la complessità dell'attività svolta; – metriche di misurazione coerenti con la metodologia di misurazione del rischio adottata dalla Banca, sulla base delle quali è stato definito un sistema di early-warning che consente la tempestiva individuazione e attivazione delle idonee misure correttive; – limiti operativi e disposizioni procedurali interne volti al mantenimento dell'esposizione entro livelli coerenti con la politica gestionale e con la soglia di attenzione prevista dalla normativa prudenziale. Dal punto di vista organizzativo la Banca ha individuato nella Direzione Generale la struttura deputata a presidiare tale processo di gestione del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario. Il monitoraggio all’esposizione al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario avviene su base mensile. Per quanto concerne la metodologia di misurazione del rischio e di quantificazione del corrispondente capitale interno, il Consiglio di Amministrazione della Banca ha deciso di utilizzare l’algoritmo semplificato descritto nell’Allegato C, Titolo III, Cap.1 della Circolare n. 263/06 della Banca d’Italia. Attraverso tale metodologia viene stimata la variazione del valore economico del portafoglio bancario 188 a fronte di una variazione ipotetica dei tassi di interesse pari a 200 punti base. L’applicazione della citata metodologia semplificata si basa sui seguenti passaggi logici: – definizione del portafoglio bancario: costituito dal complesso delle attività e passività non rientranti nel portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza; – determinazione delle “valute rilevanti”, le valute cioè il cui peso misurato come quota sul totale attivo oppure sul passivo del portafoglio bancario risulta superiore al 5%. Ciascuna valuta rilevante definisce un aggregato di posizioni. Le valute il cui peso è inferiore al 5% sono aggregate fra loro; – classificazione delle attività e passività in fasce temporali: sono definite 14 fasce temporali. Le attività e passività a tasso fisso sono classificate in base alla loro vita residua, quelle a tasso variabile sulla base della data di rinegoziazione del tasso di interesse. Salvo specifiche regole di classificazione previste per alcune attività e passività, le attività e le passività sono inserite nello scadenzario secondo i criteri previsti nella Circolare 272 “Manuale per la compilazione della Matrice dei Conti”. Le posizioni in sofferenza, incagliate e scadute e/o sconfinanti deteriorate sono ricondotte nelle pertinenti fasce di vita residua sulla base delle previsioni di recupero dei flussi di cassa. Per le esposizioni deteriorate per le quali non si dispone di previsioni di recupero dei flussi di cassa, la banca ha adottato un approccio convenzionale incentrato sulla "qualità del credito", secondo le seguenti modalità: sofferenze nella fascia 5-7 anni; incagli nella fascia 2-3 anni; scaduti e sconfinanti nella fascia 1-2 anni; – ponderazione delle esposizioni nette di ciascuna fascia: in ciascuna fascia le posizioni attive e passive sono compensate, ottenendo una posizione netta. La posizione netta per fascia è moltiplicata per il corrispondente fattore di ponderazione. I fattori di ponderazione per fascia sono calcolati come prodotto tra un’approssimazione della duration modificata relativa alla fascia e una variazione ipotetica dei tassi (pari a 200 punti base per tutte le fasce); – somma delle esposizioni nette ponderate delle diverse fasce: l’esposizione ponderata netta dei singoli aggregati approssima la variazione di valore attuale delle poste denominate nella valuta dell’aggregato nell’eventualità dello shock di tasso ipotizzato; – aggregazione nelle diverse valute le esposizioni positive relative alle singole “valute rilevanti” e all’aggregato delle valute non rilevanti” sono sommate tra loro. Il valore ottenuto rappresenta la variazione di valore economico aziendale a fronte dello scenario ipotizzato. Le disposizioni della citata normativa prudenziale che disciplinano il processo di auto-valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP – Internal Capital Adequacy Assessment Process) definiscono una soglia di attenzione del cennato indicatore di rischiosità ad un valore pari al 20%. Nel caso in cui tale indicatore assuma valori superiori alla soglia di attenzione, la Banca d’Italia approfondisce con la Banca i risultati e si riserva di adottare opportuni interventi. Al riguardo si precisa che il Consiglio di Amministrazione individua la propria tolleranza al rischio di tasso nella misura del 11% del capitale complessivo. La Banca effettua l’attività di gestione operativa del rischio di tasso di interesse avvalendosi del supporto offerto dalle reportistiche ALM mensili disponibili nell’ambito del Servizio ALM nato in seno agli organismi centrali del movimento cooperativo (Phoenix, Cassa Centrale Banca e Informatica Bancaria 189 Trentina). Nell’ambito dell’analisi di ALM Statico la valutazione dell’impatto sul patrimonio conseguente a diverse ipotesi di shock di tasso viene evidenziata dal Report di Sensitività, nel quale viene stimato l’impatto sul valore attuale delle poste di attivo, passivo e derivati conseguente alle ipotesi di spostamento della curva dei rendimenti di +/- 100 e +/- 200 punti base. Al 31/12/2012 a seguito della variazione dei tassi +/- 100-200 bp si avrebbero i seguenti effetti sul Patrimonio di vigilanza: nell'ipotesi di rialzo dei tassi dell'1%, il PdV perderebbe il 9,41% del suo valore (2,042 mln); nell'ipotesi di rialzo dei tassi del 2%, il PdV perderebbe il 17,83 % (3,869 mln); nell'ipotesi di ribasso dei tassi dell'1%, il PdV guadagnerebbe il 13,74 % (2,981 mln); nell'ipotesi di ribasso dei tassi del 2%, il PdV guadagnerebbe il 34,40 % (7,463 mln); Un’attività di controllo e gestione più sofisticata dell’esposizione complessiva al rischio tasso dell’Istituto avviene mediante le misurazioni offerte nell’ambito dei reports di ALM Dinamico. In particolare si procede ad analizzare la variabilità sia del margine di interesse che del patrimonio netto in diversi scenari di cambiamento dei tassi di interesse e di evoluzione della Banca su un orizzonte temporale di 12 mesi. La simulazione impiega un’ipotesi di costanza delle masse della Banca all’interno dell’orizzonte di analisi dei 12 mesi, in contesti di spostamento graduale del livello di tassi pari a +/- 100 punti base, andando a isolare la variabilità di margine e patrimonio nei diversi contesti. La possibilità di mettere a fuoco il contributo al risultato complessivo fornito dalle poste a tasso fisso, indicizzato ed amministrato dalla Banca consente di apprezzare il grado di rigidità del margine in contesto di movimento dei tassi di mercato e di ipotizzare per tempo possibili correttivi. Le analisi di ALM, prodotte mensilmente, vengono presentate dal Risk Office nell’ambito del report mensile che viene inviato alla Funzione Internal Audit e alla Direzione Generale. Le risultanze delle analisi svolte sono portate mensilmente a conoscenza del Consiglio di Amministrazione con proposta delle eventuali azioni correttive da apportare. Il Risk Office informa tempestivamente la Direzione Generale, il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale circa l’eventuale raggiungimento o superamento dei limiti imposti dal Consiglio di Amministrazione. Al verificarsi di tale evento, la Banca deve evitare il rischio nell’immediato di modo da non esporsi ulteriormente al rischio di tasso. Contestualmente la Direzione Generale elabora una proposta organica atta a ricondurre l’esposizione al rischio di tasso entro i limiti operativi stabiliti in un periodo di tempo ben definito e, comunque, non eccedente i 6 mesi. La gestione e la misurazione del rischio di tasso di interesse dei titoli del portafoglio bancario viene supportata da tecniche e modelli di Value at Risk, Modified Duration e di Massima Perdita Accettabile (Stop Loss) che consentono di determinare, con frequenza giornaliera, gli impatti prodotti dalle variazioni della struttura dei tassi di interesse sul valore del portafoglio di bancario. In particolare, il limite di Value at Risk è definito con intervallo di confidenza pari al 99% e periodo di detenzione (holding period) di dieci giorni lavorativi, il limite di Modified Duration, calcolato in base ad 190 un’ipotesi di variazione della curva di +/-100 bp, mentre il limite di “Stop Loss” è definito in termini di perdita massima con riferimento al complessivo portafoglio titoli, ed è calcolato come somma della perdita potenziale nell’holding period di riferimento e delle perdite rilevate da inizio esercizio (minusvalenze e perdite da negoziazione). In alcune emissioni obbligazionarie sono presenti delle opzioni di rimborso anticipato intese come opzioni di acquisto e di vendita. Sotto il profilo contabile tali opzioni non sono scorporate e trattate separatamente, in quanto non presentano le caratteristiche previste dallo IAS 39 per lo scorporo. Rischio di prezzo – Portafoglio Bancario Il portafoglio bancario accoglie investimenti in titoli di capitale molto limitati e relativi ad alcune partecipazioni di minoranza in società appartenenti al sistema del Credito Cooperativo e in società e strumentali allo sviluppo dell’attività della Banca e ad investimenti in titoli quotati dell’area Euro. Il rischio di prezzo bancario è gestito dalla Funzione Finanza sulla base di deleghe che ne circoscrivono l’esposizione in termini di ammontare massimo investito e di valore percentuale massimo di perdite al netto utili più riserva da inizio anno. Ad oggi, vista l’attuale operatività, non sono poste in essere operazioni di copertura del rischio di prezzo. B. Attività di copertura del fair value La Banca pone in essere operazioni di copertura gestionale da variazioni del fair value. La strategia adottata nel corso dell’anno dalla Banca mira a contenere il rischio tasso. Le uniche tipologie di derivati utilizzati sono rappresentate da amortizing interest rate swap (IRS) a copertura di mutui ipotecari a tasso fisso. C. Attività di copertura dei flussi finanziari La Banca non pone in essere operazioni di copertura di cash flow, ossia coperture dell’esposizione alla variabilità dei flussi finanziari associati a strumenti finanziari a tasso variabile. 191 Informazioni di natura quantitativa 1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie Euro Tipologia/Durata residua 1. Attività per cassa 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 1.3 Finanziamenti a clientela - c/c - altri finanziamenti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 2.1 Debiti verso clientela - c/c - altri debiti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche - c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altri 3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 4. Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte Fino a 3 mesi Da oltre 3 mesi fino a 6 mesi Da oltre 6 mesi fino a 1 anno 125.233 960 21.064 6.850 9.622 4.660 11.115 960 37.156 87.117 34.055 53.062 6.850 1.249 12.965 637 12.328 4.660 4.962 296 4.666 53.062 99.199 98.640 67.303 31.337 12.328 56.372 4.710 A vista Da oltre Da oltre 1 anno 5 anni Oltre 10 Durata fino a 5 fino a 10 anni indeterminata anni anni 51.944 22.310 17.270 5.497 7.081 1.728 22.310 5.497 1.728 11.115 2.164 8.951 29.634 4.682 24.952 11.773 201 11.572 5.353 19 5.334 4.666 5.370 3.381 8.951 11.371 2.413 24.952 46.111 2.310 11.572 3.560 5.334 4.710 3.381 2.413 2.310 31.337 16 4.710 43.667 3.381 2.413 2.310 16 543 43.667 7.995 1.989 8.958 43.801 3.560 543 7.995 1.989 8.958 43.801 3.560 2.097 (28) (58) (524) (627) (860) 2.097 (28) (58) (524) (627) (860) 2.097 2.125 28 (28) (58) (524) (627) (860) 28 58 524 627 860 (170) 875 1.045 192 1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - ALTRE VALUTE (NO EURO) Tipologia/Durata residua 1. Attività per cassa A vista Fino a 3 mesi Da oltre 3 mesi fino a 6 mesi 423 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 423 1.3 Finanziamenti a clientela - c/c - altri finanziamenti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 2.1 Debiti verso clientela - c/c - altri debiti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche - c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altri 3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 4. Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte 193 Da oltre 6 mesi fino a 1 anno Da oltre 1 anno fino a 5 anni Da oltre 5 anni fino a 10 anni Oltre 10 anni Durata indeterminata 2.3 RISCHIO DI CAMBIO INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio Le istruzioni di vigilanza (Cfr. Circ. 229/99 Titolo VII, Cap. 1) stabiliscono che le banche la cui “posizione netta aperta in cambi” é contenuta entro il 2% del Patrimonio di Vigilanza sono escluse dalla disciplina inerente il rischio di cambio sull’intero bilancio. La Banca è marginalmente esposta al rischio di cambio in quanto il Consiglio di Amministrazione ha deciso che la posizione netta aperta in cambi non possa superare l’1,5% del patrimonio di vigilanza. L’esposizione al rischio di cambio è determinata attraverso una metodologia che ricalca quanto previsto dalla normativa di Vigilanza in materia. La sua misurazione si fonda, quindi, sul calcolo della “posizione netta in cambi”, cioè del saldo di tutte le attività e le passività (in bilancio e “fuori bilancio”) relative a ciascuna valuta, ivi incluse le operazioni in Euro indicizzate all’andamento dei tassi di cambio di valute. B. Attività di copertura del rischio di cambio In considerazione dell’esiguità del rischio di cambio, la Banca non pone in essere operazioni di copertura. 194 INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA 1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività, delle passività e dei derivati Valute A. Sterline Yen Dollari canadesi Franchi svizzeri Voci Dollari USA Altre valute Attività finanziarie 410 6 2 5 410 6 2 5 A.1 Titoli di debito A.2 Titoli di capitale A.3 Finanziamenti a banche A.4 Finanziamenti a clientela A.5 Altre attività finanziarie B. Altre attività C. Passività finanziarie 11 C.1 Debiti verso banche C.2 Debiti verso clientela C.3 Titoli di debito C.4 Altre passività finanziarie D. Altre passività E. Derivati finanziari - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte Totale attività 410 6 2 5 11 410 6 2 5 11 Totale passività Sbilancio (+/-) 195 2.4 GLI STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI La Banca presenta unicamente amortizing interest rate swap (IRS) a copertura specifica di mutui ipotecari a tasso fisso. A. Derivati finanziari A.2 Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodi e medi A.2.1. Di copertura Totale 31/12/2012 Attività sottostanti/Tipologia derivati 1. Over the counter Titoli di debito e tassi d'interesse Controparti centrali Totale 31/12/2011 Over the counter 2.125 2.269 2.125 2.269 2.125 2.269 a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 2. Titoli di capitale e indici azionari a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 3. Valute e oro a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 4. Merci 5. Altri sottostanti Totale Valori medi 196 Controparti centrali A.4 Derivati finanziari: fair value lordo negativo - ripartizione per prodotti Fair value negativo Totale 31/12/2012 Portafogli/Tipologia derivati A. Over the counter Controparti centrali Fair value negativo Totale 31/12/2011 Over the counter Portafoglio di negoziazione di vigilanza a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swap e) Forward f) Futures g) Altri B. Portafoglio bancario - di copertura 557 471 557 471 557 471 a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swap e) Forward f) Futures g) Altri C. Portafoglio bancario - altri derivati a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swap e) Forward f) Futures g) Altri Totale 197 Controparti centrali A.7 Derivati finanziari OTC - portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione Contratti non rientranti in accordi di compensazione 1) Governi e banche centrali Altri enti pubblici Società finanziarie Banche Società di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti Titoli di debito e tassi di interesse - valore nozionale 2.125 - fair value positivo 2) - fair value negativo 557 - esposizione futura 25 Titoli di capitale e indici azionari - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 3) Valute e oro - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 4) Altri valori - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura A.9 Vita residua dei derivati finanziari OTC: valori nozionali Sottostanti/Vita residua A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza A.1 Derivati finanziari su titoli di debito e su tassi di interesse Fino a 1 anno Oltre 1 anno e fino a 5 anni Oltre 5 anni Totale A.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari A.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro A.4 Derivati finanziari su altri valori B. Portafoglio bancario Derivati finanziari su titoli di debito e tassi di B.1 interesse 114 524 1.486 2.124 114 524 1.486 2.124 Totale 31-12-2012 114 524 1.486 2.124 Totale 31-12-2011 110 503 1.657 2.270 B.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari B.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro B.4 Derivati finanziari su altri valori 198 Sezione 3 – Rischio di liquidità Informazioni di natura qualitativa A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità La Banca d’Italia con il 4° aggiornamento alla Circ olare n. 263/2006 ha dato applicazione in Italia alle innovazioni in materia di governo e gestione del rischio di liquidità previste dalla cd. CRD 2, recependo anche le linee-guida emanate sul tema dal Comitato delle autorità Europee di vigilanza bancaria (CEBS) e dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria. La nuova disciplina, che si applica – secondo criteri di proporzionalità - a partire dal 31 dicembre 2010, prevede: (i) regole in materia di organizzazione e controlli interni, esplicitando il ruolo degli organi e delle funzioni aziendali e delineando l'articolazione fondamentale del processo di gestione del rischio (ii) la definizione di coerenti soglie di tolleranza al rischio di liquidità; (iii) l’adozione di un sistema di prezzi di trasferimento interno dei fondi; e (iv) obblighi di informativa pubblica. In linea con le indicazioni normative, la Banca si concentra, allo stato attuale, sul monitoraggio della propria esposizione al rischio di liquidità tramite strumenti di gestione, senza procedere alla quantificazione di un buffer di capitale interno. La Banca ha definito, ai fini gestionali interni, la propria propensione al rischio sia in ottica di breve termine fino a 12 mesi (cd. liquidità operativa), sia di medio-lungo termine oltre 12 mesi (cd. liquidità strutturale) monitorata attraverso diversi indicatori nel seguito illustrati. Nell’accezione tradizionale il rischio di liquidità fa riferimento alla situazione in cui la Banca per effetto di un’improvvisa tensione di liquidità, determinata da shock specifici della Banca o sistemici del mercato, non riesca a far fronte, nel breve periodo (di norma non superiore al mese), ai propri impegni di pagamento alla scadenza. Tali situazioni possono, infatti, mettere a rischio la continuità aziendale, degenerando, come estrema conseguenza, in una situazione di insolvibilità della Banca. Il controllo del profilo di medio-lungo termine della Banca, invece, risponde all’obiettivo di garantire la gestione ottimale, da un punto di vista strategico, della trasformazione delle scadenze tra raccolta ed impieghi, tramite un adeguato bilanciamento delle scadenze delle poste dell'attivo e del passivo, in modo da prevenire situazioni di crisi di liquidità future. Tale controllo è il necessario presupposto alla definizione del funding plan della Banca, il cui obiettivo è quello di evitare che l’operatività a medio-lungo termine dia luogo ad eccessivi squilibri da finanziare a breve termine e di garantire, pertanto, adeguati livelli di raccolta a media-lunga scadenza, evitando al contempo il rischio di concentrazione delle fonti di raccolta (in termini di comparti di mercato, strumenti, scadenze, controparti, ecc.). Il mantenimento nel breve periodo di un equilibrio tra flussi di cassa in entrata e in uscita rappresenta un requisito necessario per contenere il rischio di liquidità. La gestione efficace della liquidità richiede il monitoraggio continuativo e tempestivo della situazione finanziaria della Banca attraverso la verifica della capacità di far fronte in qualsiasi momento ai propri impegni di pagamento e la strutturazione di un 199 adeguato processo di comunicazione delle informazioni rilevanti circa i fabbisogni di natura creditizia e a quelli legati ad operatività non avvisata. La Banca, anche sulla base della documentazione elaborata dall’Ufficio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale, ha strutturato il monitoraggio della situazione di liquidità operativa su 3 livelli: – il 1° livello prevede: - il presidio infra giornaliero della posizione finanziaria netta a vista della Banca, delle masse liquide e liquidabili e delle fonti di approvvigionamento attraverso l’analisi delle consistenze del Conto Regolamento Giornaliero e della liquidità a vista presso banche effettuato dalla Funzione Finanza e dal Risk Office; - il presidio bisettimanale della liquidità a vista presso banche e dell’importo delle APM da parte del Risk Office; – il 2° livello prevede l’utilizzo mensile di report per la valutazione della robustezza delle riserve di liquidità e la determinazione degli indicatori di attenzione (report elaborati sulla base dello strumento maturity ladder); – il 3° livello prevede l’utilizzo di report per la proiezione del saldo liquido della Banca in coerenza con le aspettative di crescita di impieghi e raccolta, in occasione della definizione periodica del piano di funding (report elaborati sulla base dello strumento maturity ladder). In particolare la Banca simula l’andamento prospettico della liquidità aziendale in funzione delle proprie aspettative di crescita nei successivi 12 mesi. Mediante tale analisi, la Banca modula nel tempo il piano di funding coerentemente con gli obiettivi prefissati e con l’effettivo andamento della masse di raccolta, impiego e liquidità, in modo da mantenere coerenza tra le politiche di raccolta, di impiego e lo sviluppo del piano operativo annuale. La gestione della liquidità strutturale è volta ad assicurare l’equilibrio finanziario della struttura per scadenze con orizzonte temporale superiore ai 12 mesi, attraverso il mantenimento di un adeguato rapporto tra passività complessive e attività a medio-lungo termine, finalizzato ad evitare tensioni sulle fonti a breve temine. In particolare la Banca ha strutturato il monitoraggio della situazione di liquidità strutturale attraverso 2 livelli: – il 1° livello prevede il presidio bisettimanale de l rapporto impieghi/raccolta evoluto complessiva e del rapporto impieghi/raccolta evoluto da clientela da parte del Risk Office; – il 2° livello prevede il monitoraggio mensile del coefficiente NSFR (Net Stable Funding Ratio) il quale confronta il patrimonio e il totale della provvista stabile (raccolta con scadenza residua oltre l’anno e la quota ritenuta ‘stabile’ dei depositi a vista) con le componenti meno liquide dell’attivo mediante l’applicazione di coefficienti di ponderazioni, e di un set di indicatori. In coerenza a tale impostazione la Banca ha definito la propria propensione al rischio espressa come esposizione massima – misurata sia in termini di stock che di deficit/surplus – ritenuta accettabile con riferimento a specifici indicatori. In particolare sono state definite soglie di tolleranza e limiti operativi con 200 riferimento sia alla liquidità operativa che per quanto riguarda l’equilibrio strutturale di medio/lungo termine, Il Risk Office verifica costantemente l’operatività per quanto concerne la gestione della liquidità operativa ed il rispetto delle soglie di tolleranza e dei limiti operativi definiti. Il Risk Office, inoltre definisce gli scenari di stress da realizzare e le relative modalità di esecuzione, inviando prontamente alle funzioni interessate e all’Alta Direzione le relative evidenze affinché quest’ultime possano valutarne i risultati ed individuare le eventuali azioni da porre in essere. La Banca ha definito un Contingency Funding Plan il cui obiettivo è quello di salvaguardare la Banca da danni o pericoli scaturenti da tale crisi di liquidità e, contestualmente, garantire la continuità operativa aziendale in condizioni di grave emergenza. A tal fine la Banca ha proceduto: – all’identificazione dei segnali di crisi tramite indicatori di preallarme (identificazione degli eventi e dei rischi correlati); – alla definizione delle modalità di attivazione delle procedure di emergenza (valutazione del rischio); – all’individuazione di alcune strategie d’intervento (risposta al rischio). In base a tali valutazioni, con particolare riguardo ai segnali di preallarme di crisi specifica della Banca, la Direzione Generale può dichiarare lo stato di allerta o, nei casi di grave emergenza, direttamente lo stato di crisi, attivando i processi ed i modelli organizzativi di seguito descritti. Nel caso in cui la Direzione Generale ritenga, a seguito delle evidenze degli indicatori di preallarme e delle analisi realizzate, che si sia verificato lo stato di allerta o lo stato di crisi, convoca l’Alta Direzione, i responsabili delle Funzioni Amministrazione & Controllo, Finanza e Risk Office (Gruppo di gestione crisi liquidità). L’immediata convocazione ha lo scopo di assicurare il presidio ed il coordinamento delle strategie di intervento finalizzate al rientro ad uno stato di normalità. A tal fine il Gruppo di gestione crisi liquidità deve: – analizzare la situazione e definire gli obiettivi e gli impatti; – proporre le strategie di intervento previste (nel caso in cui sia opportuno realizzarle); – quantificare, quando possibile, i costi degli interventi individuati; – realizzare gli interventi volti al superamento della crisi; – informare immediatamente, per il tramite della Direzione Generale, il Consiglio di Amministrazione della situazione in essere; – informare la Funzione Internal Audit e le altre funzioni organizzative coinvolte nel processo. – coordinare il processo di comunicazione con l’Autorità di Vigilanza e verso l’esterno (media, clienti, ecc.); – approvare la comunicazione interna. Nell’attuare le strategie, definite anche sulla base delle valutazioni espresse dal Gruppo di gestione crisi liquidità la Direzione Generale individua gli interventi, nei limiti delle proprie deleghe operative, ed informa il Consiglio di Amministrazione relativamente alle operazioni da eseguire. Nel caso in cui gli interventi da realizzare non rientrino nelle deleghe operative conferitegli, la Direzione Generale propone al 201 Consiglio di Amministrazione le azioni da intraprendere. Successivamente all’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione, la Direzione Generale, con il supporto delle funzioni aziendali competenti, realizza gli interventi deliberati. Nel caso in cui gli interventi intrapresi siano stati sufficienti a ristabilire una condizione operativa “normale”, viene concluso lo stato di allerta/crisi dalla Direzione Generale, che ne dà comunicazione al Consiglio di Amministrazione, oltre che alle funzioni organizzative direttamente coinvolte nel processo. Qualora, invece, lo stato di allerta sia peggiorato e gli interventi realizzati non siano stati sufficienti ad assicurare la gestione dei rischi specifici e/o sistemici, la Direzione Generale dichiara lo stato di crisi. 202 1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e delle passività finanziarie Euro Durata indeterminata Oltre 5 anni Da oltre 1 anno fino a 5 anni Da oltre 6 mesi fino a 1 anno 1.886 Da oltre 3 mesi fino a 6 mesi A.2 Altri titoli di debito 782 Da oltre 1 mese fino a 3 mesi 251 38 Da oltre 15 giorni a 1 mese 94.086 Da oltre 7 giorni a 15 giorni A.1 Titoli di Stato Da oltre 1 giorno a 7 giorni Attività per cassa A vista Voci/Scaglioni temporali 5.831 5.802 16.690 76.922 37.263 23 335 221 606 30.850 7.470 500 2.310 0 50 1.249 A.3 Quote di O.I.C.R. A.4 Finanziamenti 94.048 251 259 1.886 3.186 5.581 16.084 46.022 29.793 - Banche 37.156 - Clientela 56.892 251 259 1.886 3.186 5.581 16.084 46.022 29.793 Passività per cassa 86.669 1.391 672 1.519 55.609 7.176 17.338 50.193 3.503 B.1 Depositi e conti correnti 85.855 1.115 530 1.210 4.249 4.757 7.426 6.676 3 85.855 1.115 530 1.210 4.249 4.757 7.426 6.676 3 B.2 Titoli di debito 534 276 142 309 7.693 2.419 9.912 43.517 3.500 B.3 Altre passività 280 1.249 - Banche - Clientela 1.249 43.667 Operazioni "fuori bilancio" (170) C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - Posizioni lunghe - Posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - Posizioni lunghe - Posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - Posizioni lunghe - Posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili ad erogare fondi (170) - Posizioni lunghe 800 75 - Posizioni corte 800 245 C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte 203 1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e delle passività finanziarie Altre valute ( no Euro) 396 Passività per cassa B.1 Depositi e conti correnti - Banche - Clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni "fuori bilancio" C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - Posizioni lunghe - Posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - Posizioni lunghe - Posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - Posizioni lunghe - Posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili ad erogare fondi - Posizioni lunghe - Posizioni corte C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte 204 Durata indeterminata 28 - Clientela Oltre 5 anni - Banche Da oltre 1 anno fino a 5 anni 396 Da oltre 6 mesi fino a 1 anno 28 A.3 Quote di O.I.C.R. Da oltre 3 mesi fino a 6 mesi A.4 Finanziamenti A.2 Altri titoli di debito Da oltre 1 mese fino a 3 mesi 396 A.1 Titoli di Stato Da oltre 15 giorni a 1 mese 28 Da oltre 7 giorni a 15 giorni Da oltre 1 giorno a 7 giorni Attività per cassa A vista Voci/Scaglioni temporali Sezione 4 – Rischi operativi Informazioni di natura qualitativa A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo In tale sezione sono analizzati i seguenti rischi: – rischio operativo: si intende la possibilità di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure a causa di eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia, tra l’altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Nel rischio operativo è compreso il rischio legale, mentre non sono inclusi quelli strategici e di reputazione. – rischio di reputazione: è il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della Banca da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o Autorità di Vigilanza; – rischio di non conformità si intende la possibilità di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite finanziarie rilevanti o danni di reputazione in conseguenza di violazioni di norme di legge, di regolamenti, ovvero di norme di autoregolamentazione o di codici di condotta. La Banca con riferimento a tali rischi ha definito una politica di gestione che ha portato anche alla stipulazione di contratti di outsourcing in modo di disporre di professionalità non presenti in Banca e alla sottoscrizione di polizze assicurative a fronte di alcuni specifici rischi. Il Consiglio di Amministrazione è responsabile dell’istituzione e del mantenimento di un efficace sistema di misurazione e controllo del rischio operativo. In particolare: – individua gli orientamenti strategici e le politiche di gestione del rischio operativo, provvedendo al loro riesame periodico al fine di assicurarne l’efficacia nel tempo; – conosce ed approva le modalità attraverso le quali il rischio operativo è rilevato e valutato; – definisce le responsabilità delle strutture e delle funzioni aziendali coinvolte, in modo che siano chiaramente attribuiti i relativi compiti e siano prevenuti potenziali conflitti di interesse; – elabora le linee guida per la definizione delle aree/ambiti operativi rilevanti sui quali effettuare o estendere le analisi di rischiosità potenziale; – definisce ed approva i flussi informativi volti ad assicurare agli organi aziendali ed alle funzioni di controllo la piena conoscenza e governabilità del rischio operativo; – verifica nel continuo l’efficienza e l’efficacia complessiva del sistema di monitoraggio e gestione del rischio operativo, provvedendo al suo adeguamento in relazione alle carenze o anomalie riscontrate, ai cambiamenti del contesto di riferimento o a seguito dell’introduzione di nuovi prodotti, attività o processi rilevanti; – approva la modalità di calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio operativo, avendo verificato il posizionamento della Banca rispetto ai requisiti di idoneità. La Direzione Generale, in coerenza con il modello di business ed il grado di esposizione ai rischi definito dal Consiglio di Amministrazione, predispone le misure necessarie ad assicurare l’istituzione, il 205 mantenimento ed il corretto funzionamento del sistema di monitoraggio e gestione dei rischi operativi, assicurando che siano stati stabiliti canali di comunicazione efficaci, al fine di garantire che tutto il personale sia a conoscenza delle politiche e delle procedure rilevanti relative al sistema di gestione del rischio operativo. In tale ambito, gestisce le problematiche e le criticità relative agli aspetti organizzativi ed operativi dell’attività di gestione del rischio operativo. In particolare: – definisce le impostazioni qualitative del processo di gestione del rischio operativo e riporta al Consiglio di Amministrazione per la debita approvazione, verificando che le attività rilevanti siano dirette da personale qualificato, con adeguato grado di autonomia di giudizio, ed in possesso di esperienze e conoscenze proporzionate ai compiti da svolgere; – analizza le perdite rilevanti e le unità organizzative/processi operativi nei quali si sono verificati individuando le eventuali criticità; – pianifica i relativi interventi correttivi, in base alle analisi svolte sottoponendoli all’approvazione del Consiglio di Amministrazione; – declina le linee guida in termini di gestione del rischio operativo (quali ad esempio importi delle coperture, elementi assicurativi quali massimali e franchigie, modalità di definizione degli S.L.A. dei contratti di outsourcing). Nella gestione e controllo dei rischi operativi sono coinvolti differenti unità organizzative, ciascuna delle quali è destinataria dell’attribuzione di specifiche responsabilità coerenti con la titolarità delle attività dei processi nei quali il rischio in argomento si può manifestare. In tale ambito, la Funzione Internal Audit è responsabile dell’analisi e valutazione dei rischi operativi, garantendo un’efficace e puntuale valutazione dei profili di manifestazione relativi, nel rispetto delle modalità operative di propria competenza. A tal fine la funzione procede al censimento delle fasi e attività di tutti i processi operativi standard relativamente ai quali sono individuati i rischi potenziali e i contenuti di controllo “ideali”, sia di primo sia di secondo livello, la verifica della cui esistenza ed effettiva applicazione permette di misurare l’adeguatezza dei presidi organizzativi e di processo in termini di mitigazione e contenimento delle diverse fattispecie di manifestazione del rischio entro i limiti definiti dal Consiglio di Amministrazione. Rientra tra i presidi a mitigazione di tali rischi anche l’adozione di un “Piano di Continuità Operativa”, volto a cautelare la Banca a fronte di eventi critici che possono inficiarne la piena operatività. In tale ottica, si è provveduto ad istituire le procedure operative da attivare per fronteggiare gli scenari di crisi, attribuendo, a tal fine, ruoli e responsabilità ai diversi attori coinvolti. Al fine di tutelare le informazioni aziendali contro accessi non autorizzati, la Banca rivede periodicamente i profili abilitativi al sistema informativo aziendale, nell’ottica di migliorarne la segregazione funzionale. La Banca ha inoltre istituito una specifica funzione, permanente, efficace e indipendente, dedicata al presidio e al controllo di conformità alle norme. Il Risk Office si pone, infatti, come un presidio organizzativo specificamente rivolto alla gestione e 206 controllo dei rischi legali e di quelli reputazionali a questi collegati. Rientra nel ruolo della funzione, tra l’altro, il compito di contribuire alla diffusione di una cultura aziendale improntata ai principi di onestà, correttezza e rispetto non solo della lettera ma anche dello spirito delle norme, coadiuvando, per gli aspetti di competenza, nella realizzazione del modello aziendale di monitoraggio e gestione dei rischi. In tale ambito la funzione contribuisce a garantire la comunicazione e condivisione a tutti i livelli della struttura aziendale di linee di comportamento ispirate alla tutela degli interessi degli investitori, la definizione di chiare procedure per il collocamento degli strumenti finanziari e dei prodotti alla clientela, la costruzione, sulla base di regole condivise, di una rete di controlli di compliance atti a prevenire la violazione delle disposizioni, in particolare di quelle incidenti sulla relazione con la clientela. L’importanza attribuita dalla Banca al mantenimento del proprio standing reputazionale è riflessa dalla costante attenzione alle tematiche di carattere socio-economico ed ambientale, non meno che dalla qualità dei prodotti offerti alla propria clientela, dal livello dei servizi resi alla stessa e dall’adeguatezza e trasparenza delle condizioni economiche applicate. Assume, in tale ambito, estrema importanza la capacità di implementare idonee misure, anche di carattere organizzativo, per preservare la Banca da eventi che possano generare impatti negativi indotti da un deterioramento della propria reputazione e assicurare un’adeguata attenuazione degli impatti derivanti dall’eventuale manifestazione degli stessi. A tale fattore di controllo interno si aggiunge il contesto culturale dal quale la Banca trae le sue origini, mutuandone i propri valori fondamentali, e nel quale si trova ad operare. Rileva, in tal senso, il Codice Etico, approvato dal Consiglio di Amministrazione che enuncia l’insieme dei principi, dei diritti, dei doveri e delle responsabilità della Banca rispetto a tutti i soggetti con i quali la stessa entra in relazione per il conseguimento del proprio oggetto sociale e si propone di fissare standard di riferimento e norme comportamentali mirate a orientarne la condotta. Il Codice trova applicazione nei rapporti con tutti i soggetti, interni ed esterni alla Banca (soci, dipendenti, amministratori, clienti, pubblica amministrazione, fornitori, ecc.), che ne determinano ed al contempo ne giudicano la reputazione. La Banca, nei primi mesi del 2011, si è dotata di uno strumento dedicato all’attività di censimento, raccolta e conservazione degli eventi di perdita più significativi riscontrati nell’operatività aziendale. E’ intenzione dalla Banca rendere pienamente operativo lo strumento acquisito nel corso del 2013. Inoltre, considerate le dimensioni della Banca e la limitata complessità operativa, è possibile che occorrano alcuni anni prima che il data base delle perdite subite assuma una dimensione tale da consentire un’analisi statistica significativa del livello di esposizione al rischio in esame e la costruzione di indicatori e modelli più sofisticati. Al fine di accelerare tale processo, la Banca ha aderito ad un sistema “consortile” di conservazione degli eventi di perdita proposto dalla Federazione Piemonte delle Banche di Credito Cooperativo; tale sistema – in analogia a quanto proposto dall’ABI per Intermediari bancari di maggiori dimensioni – consentirà, nel rispetto dell’anonimato per ogni banca aderente, di unire gli eventi di perdita di tutti gli aderenti e quindi di disporre di flussi informativi di ritorno significativi in tempi più rapidi. Essi permetteranno, tra l’altro, di beneficiare delle informazioni sulle esperienze di Intermediari simili, utili al fine di affinare le valutazioni sulle potenziali aree di vulnerabilità ai rischi operativi. 207 A tale riguardo si ritiene opportuno evidenziare la dinamica dei reclami ricevuti negli ultimi quattro anni specificando che un reclamo riguarda i servizi di investimento: Anno N. reclami pervenuti Reclami ancora aperti a marzo 2013 Contenzioso a seguito reclami 2009 33 0 0 2010 19 0 0 2011 18 0 0 2012 37 0 0 Con riferimento al complessivo contenzioso legale si rinvia a quanto descritto nella Sezione 12 della parte B del presente documento. 208 PARTE F – INFORMAZIONI SUL PATRIMONIO 209 210 Sezione 1 – Il patrimonio dell’impresa A. Informazioni di natura qualitativa Una delle consolidate priorità strategiche della Banca è rappresentata dalla consistenza e dalla dinamica dei mezzi patrimoniali. Viene pienamente condivisa la rappresentazione del patrimonio riportata nelle “Istruzioni di Vigilanza per le banche” della Banca d’Italia, per cui tale aggregato costituisce “il primo presidio a fronte dei rischi connessi con la complessiva attività bancaria”. L'evoluzione del patrimonio aziendale non solo accompagna puntualmente la crescita dimensionale, ma rappresenta un elemento decisivo nelle fasi di sviluppo. Per assicurare una corretta dinamica patrimoniale in condizioni di ordinaria operatività, la Banca ricorre soprattutto all'autofinanziamento, ovvero al rafforzamento delle riserve attraverso la destinazione degli utili netti. La Banca destina infatti alla riserva indivisibile una quota significativa degli utili netti di esercizio. Il patrimonio netto della Banca è determinato dalla somma del capitale sociale, della riserva sovrapprezzo azioni, delle riserve di utili, delle riserve da valutazione e dall'utile di esercizio, per la quota da destinare a riserva, così indicato nella Parte B della presente Sezione. La nozione di patrimonio che la Banca utilizza nelle sue valutazioni è sostanzialmente riconducibile al Patrimonio di Vigilanza, nelle due componenti “di base” (Tier 1) e “supplementare” (Tier 2). Il patrimonio così definito rappresenta, infatti, a giudizio della Banca, il miglior riferimento per un’efficace gestione in chiave sia strategica che di corrente operatività. Esso costituisce il presidio di riferimento delle disposizioni di vigilanza prudenziale, in quanto risorsa finanziaria in grado di assorbire le possibili perdite prodotte dall'esposizione della banca ai rischi tipici della propria attività, assumendo un ruolo di garanzia nei confronti di depositanti e creditori. Per i requisiti patrimoniali minimi si fa riferimento ai parametri obbligatori stabiliti dalle Istruzioni di Vigilanza, in base alle quali il patrimonio della banca deve rappresentare almeno l'8% del totale delle attività ponderate (total capital ratio) in relazione al profilo di rischio creditizio, valutato in base alla categoria delle controparti debitrici, alla durata, al rischio paese ed alle garanzie ricevute. Le banche sono inoltre tenute a rispettare i requisiti patrimoniali connessi all'attività di intermediazione, oltre a quelli a fronte del c.d. “rischio operativo”. Accanto al rispetto dei coefficienti patrimoniali minimi obbligatori (“primo pilastro”), la normativa richiede l’utilizzo di metodologie interne tese a determinare l’adeguatezza patrimoniale e prospettica (“secondo pilastro”). L’esistenza, accanto ai coefficienti minimi obbligatori, del “secondo pilastro” di fatto amplia il concetto di adeguatezza patrimoniale, che assume una connotazione più globale e tesa alla verifica complessiva dei fabbisogni patrimoniali e delle fonti effettivamente disponibili, in coerenza con gli obiettivi strategici e di sviluppo della banca stessa. La Banca si è dotata di processi e strumenti (Internal Capital Adequacy Process, ICAAP) per determinare il livello di capitale interno adeguato a fronteggiare ogni tipologia di rischio, nell’ambito di una valutazione dell’esposizione, attuale e prospettica, che tenga conto delle strategie e dell’evoluzione del contesto di riferimento. 211 Obiettivo della Banca è quindi quello di mantenere un’adeguata copertura patrimoniale a fronte dei requisiti richiesti dalle norme di vigilanza; nell’ambito del processo ICAAP la loro evoluzione viene pertanto stimata in sede di attività di pianificazione sulla base degli obiettivi stabiliti dal Consiglio di Amministrazione. La verifica del rispetto dei requisiti di vigilanza e della conseguente adeguatezza del Patrimonio avviene trimestralmente. Gli aspetti oggetto di verifica sono principalmente i ratios rispetto alla struttura finanziaria della Banca (impieghi, crediti anomali, immobilizzazioni, totale attivo) e il grado di copertura dei rischi. L'attuale consistenza patrimoniale consente il rispetto delle regole di vigilanza prudenziale previste. B. Informazioni di natura quantitativa Nella Sezione è illustrata la composizione dei conti relativi al patrimonio della Banca. Si rinvia alla sezione 14 del passivo patrimoniale per una rappresentazione di quanto previsto dall'art.2427, n. 7 bis del codice civile. B.1 Patrimonio dell'impresa: composizione Voci/Valori 1. Capitale 2. Sovrapprezzi di emissione 3. Totale 31/12/2012 Totale 31/12/2011 2.600 2.600 Riserve 19.019 22.968 - di utili 19.019 22.968 a) legale 771 b) statutaria 771 4.733 4.733 13.515 17.464 c) azioni proprie d) altre - altre 4. Strumenti di capitale 5. (Acconti su dividendi) 6. (Azioni proprie) 7. Riserve da valutazione 360 (950) - Attività finanziarie disponibili per la vendita 373 (1.027) (90) 45 - Attività materiali - Attività immateriali - Copertura di investimenti esteri - Copertura dei flussi finanziari - Differenze di cambio - Attività non correnti in via di dismissione - Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti - Quote delle riserve da valutazione relative alle partecipate valutate al patrimonio netto - Leggi speciali di rivalutazione 8. 77 77 Utile (perdita) d'esercizio (1.952) (3.948) Totale 20.027 20.714 212 Alcune voci relative ai dati comparativi al 31 dicembre 2011 risultano diverse rispetto al bilancio pubblicato, per effetto dell’applicazione retrospettiva del nuovo principio contabile IAS 19 secondo le disposizioni dello IAS 8 (mutamento di principi contabili). Per maggiori dettagli si veda la sezione "Altri aspetti" all'interno della "Parte A – Politiche contabili". B.2 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione I valori sono esposti al netto dell'effetto fiscale. Totale 31/12/2012 Attività/Valori 1. Titoli di debito 2. Titoli di capitale 3. Quote O.I.C.R. 4. Finanziamenti Totale 31/12/2011 Riserva positiva Riserva negativa Riserva positiva Riserva negativa 533 (117) 3 (979) (43) Totale 533 (51) (160) 3 (1.030) B.3 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue Titoli di debito Titoli di capitale 1. Esistenze iniziali (976) (51) 2. Variazioni positive 1.497 8 2.1 Incrementi di fair value 1.492 8 2.2 Rigiro a conto economico di riserve negative 5 - da deterioramento - da realizzo 5 2.3 Altre variazioni 3. Variazioni negative 105 3.1 Riduzioni di fair value 3.2 Rettifiche da deterioramento 3.3 Rigiro a conto economico da riserve positive: da realizzo 105 3.4 Altre variazioni 4. Rimanenze finali 416 213 (43) Quote O.I.C.R Finanziamenti Sezione 2 - Il patrimonio e i coefficienti di vigilanza 2.1 Patrimonio di vigilanza A. Informazioni di natura qualitativa Il patrimonio di vigilanza ed i coefficienti patrimoniali sono stati calcolati sulla base dei valori patrimoniali e del risultato economico determinati con l'applicazione della normativa di bilancio prevista dai principi contabili internazionali IAS/IFRS e tenendo conto della disciplina della Banca d'Italia sul patrimonio di vigilanza e sui coefficienti prudenziali. Il patrimonio di vigilanza viene calcolato come somma delle componenti positive e negative, in base alla loro qualità patrimoniale; le componenti positive devono essere nella piena disponibilità della Banca, al fine di poterle utilizzare nel calcolo degli assorbimenti patrimoniali. Esso, che costituisce il presidio di riferimento delle disposizioni di vigilanza prudenziale, è costituito dal patrimonio di base e dal patrimonio supplementare al netto di alcune deduzioni; in particolare: Patrimonio di base (Tier 1) Il capitale sociale, i sovrapprezzi di emissione, le riserve di utili e di capitale, costituiscono gli elementi patrimoniali di primaria qualità. Il totale dei suddetti elementi, previa deduzione delle azioni o quote proprie, delle attività immateriali, nonché delle eventuali perdite registrate negli esercizi precedenti ed in quello in corso, costituisce il patrimonio di base. Patrimonio supplementare (Tier 2) Le riserve di valutazione, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e le passività subordinate costituiscono gli elementi positivi del patrimonio supplementare, ammesso nel calcolo del patrimonio di vigilanza entro un ammontare massimo pari al patrimonio di base; le passività subordinate non possono superare il 50% del Tier 1. Da tali aggregati vanno dedotte le partecipazioni, gli strumenti innovativi di capitale, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e le attività subordinate detenuti in altre banche e società finanziarie. Patrimonio di terzo livello Gli elementi rientranti nel patrimonio di 3° livell o possono essere utilizzati soltanto a copertura dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato – esclusi i requisiti sui rischi di controparte e di regolamento relativi al “portafoglio di negoziazione di vigilanza” – ed entro il limite del 71,4% di detti requisiti. Possono concorrere al patrimonio di 3° livello: – le passività subordinate di 2° livello non computa bili nel patrimonio supplementare perché eccedenti il limite del 50% del patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre; – le passività subordinate di 3° livello. 214 Al momento la Banca non fa ricorso a strumenti computabili in tale tipologia di patrimonio. Il patrimonio di vigilanza differisce dal patrimonio netto contabile determinato in base all’applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, poiché la normativa di vigilanza persegue l’obiettivo di salvaguardare la qualità del patrimonio e di ridurne la potenziale volatilità, indotta dall’applicazione degli IAS/IFRS. Il patrimonio di vigilanza viene calcolato come somma delle componenti positive e negative, in base alla loro qualità patrimoniale; le componenti positive devono essere nella piena disponibilità della banca, al fine di poterle utilizzare nel calcolo degli assorbimenti patrimoniali. Il patrimonio di vigilanza, che costituisce il presidio di riferimento delle disposizioni di vigilanza prudenziale, è costituito dal patrimonio di base e dal patrimonio supplementare al netto di alcune deduzioni. Sia il patrimonio di base (tier 1) che il patrimonio supplementare (tier 2) sono determinati sommando algebricamente gli elementi positivi e gli elementi negativi che li compongono, previa considerazione dei c.d. “filtri prudenziali”. Con tale espressione si intendono tutti quegli elementi rettificativi, positivi e negativi, del patrimonio di vigilanza, introdotti dalle autorità di vigilanza con il fine esplicito di ridurre la potenziale volatilità del patrimonio. Sempre in tema di filtri prudenziali si segnala il provvedimento del 18 maggio 2010 della Banca d’Italia con cui viene modificato, ai fini del calcolo del patrimonio di vigilanza, il trattamento prudenziale delle riserve da rivalutazione relative ai titoli di debito emessi dalle Amministrazioni centrali dei Paesi UE inclusi nel portafoglio “attività finanziarie disponibili per la vendita –AFS”. In particolare, è stata riconosciuta la possibilità di neutralizzare completamente le plusvalenze e le minusvalenze rilevate nelle citate riserve AFS. La Banca si è avvalsa della possibilità di esercitare detta opzione. 215 B. Informazioni di natura quantitativa Totale 31/12/2012 A. B. Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri prudenziali Filtri prudenziali del patrimonio di base: B1 - Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) B2 C. - Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A+B) D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base E. F. Totale Patrimonio di base (TIER 1) (C-D) Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali G. Filtri prudenziali del patrimonio supplementare: G1 - Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) G2 - Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G) I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare L. Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H-I) M. Elementi da dedurre dal totale del patrimonio di base e supplementare N. Patrimonio di vigilanza (E+L-M) O. Patrimonio di terzo livello (TIER 3) P. Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N+O) Totale 31/12/2011 19.572 (48) 21.659 (81) (48) 19.524 (81) 21.578 19.524 77 21.578 77 77 77 77 77 19.601 21.655 19.601 21.655 Ai fini comparativi, si espone la composizione del Patrimonio di Vigilanza, nel caso in cui la Banca non si fosse avvalsa della facoltà di neutralizzare gli effetti delle valutazioni dei titoli emessi dalle Amministrazioni Centrali dei paesi UE, allocati nel portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita”. Tabella comparativa senza sterilizzazione riserva AFS Totale 31/12/2012 A. B. B1 B2 C. D. E. F. G. G1 G2 H. I. L. M. N. O. P. Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri prudenziali Filtri prudenziali del patrimonio di base: - Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) - Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A+B) Elementi da dedurre dal patrimonio di base Totale Patrimonio di base (TIER 1) (C-D) Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali Filtri prudenziali del patrimonio supplementare: - Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) - Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G) Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H-I) Elementi da dedurre dal totale del patrimonio di base e supplementare Patrimonio di vigilanza (E+L-M) Patrimonio di terzo livello (TIER 3) Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N+O) 216 Totale 31/12/2011 19.572 (43) 21.659 (1.027) (43) 19.529 (1.027) 20.632 20.529 77 20.632 77 416 (208) 285 77 285 77 19.814 20.709 19.814 20.709 2.2 Adeguatezza patrimoniale A. Informazioni di natura qualitativa La Banca d’Italia con l’emanazione della Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 (“Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche”) e successivi aggiornamenti, ha ridisegnato la normativa prudenziale delle banche e dei gruppi bancari recependo le direttive comunitarie in materia di adeguatezza patrimoniale degli intermediari finanziari: Nuovo Accordo di Basilea sul Capitale (cd."Basilea 2”). La nuova struttura della regolamentazione prudenziale si basa su tre Pilastri: - il Primo attribuisce rilevanza alla misurazione dei rischi e del patrimonio, prevedendo il rispetto di requisiti patrimoniali per fronteggiare alcune principali tipologie di rischi dell’attività bancaria e finanziaria (di credito, di controparte, di mercato e operativi); a tal fine sono previste metodologie alternative di calcolo dei requisiti patrimoniali caratterizzate da diversi livelli di complessità nella misurazione dei rischi e nei requisiti organizzativi di controllo; - il Secondo richiede agli intermediari finanziari di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo dell’adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica, evidenziando l’importanza della governance quale elemento di fondamentale significatività anche nell’ottica dell’Organo di Vigilanza, a cui è rimessa la verifica dell’attendibilità e della correttezza di questa valutazione interna; - il Terzo introduce specifici obblighi di informativa al pubblico riguardanti l’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei relativi sistemi di gestione e controllo. I coefficienti prudenziali al 31 dicembre 2012 sono determinati secondo la metodologia prevista dall’Accordo sul Capitale – Basilea 2, adottando il metodo Standardizzato per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito e controparte e quello Base per il calcolo dei rischi operativi. In base alle istruzioni di Vigilanza, le banche devono mantenere costantemente, quale requisito patrimoniale in relazione ai rischi di perdita per inadempimento dei debitori (rischio di credito), un ammontare del patrimonio di Vigilanza pari ad almeno l’8 per cento delle esposizioni ponderate per il rischio (total capital ratio). Le banche sono tenute inoltre a rispettare in via continuativa i requisiti patrimoniali per i rischi generati dall’operatività sui mercati riguardanti gli strumenti finanziari, le valute e le merci. Con riferimento ai rischi di mercato calcolati sull’intero portafoglio di negoziazione, la normativa identifica e disciplina il trattamento dei diversi tipi di rischio: rischio di posizione su titoli di debito e di capitale, rischio di regolamento e rischio di concentrazione. Con riferimento all’intero bilancio occorre inoltre determinare il rischio di cambio ed il rischio di posizione su merci. Per la valutazione della solidità patrimoniale assume notevole rilevanza anche il c.d. Tier 1 capital ratio, rappresentato dal rapporto tra patrimonio di base e le complessive attività di rischio ponderate. Come già indicato nella Sezione 1, la Banca ritiene che l’adeguatezza patrimoniale rappresenti uno dei principali obiettivi strategici. Conseguentemente, il mantenimento di un’adeguata eccedenza patrimoniale rispetto ai requisiti minimi costituisce oggetto di costanti analisi e verifiche, in termini sia consuntivi che 217 prospettici. Le risultanze delle analisi consentono di individuare gli interventi più appropriati per salvaguardare i livelli di patrimonializzazione. Come risulta dalla composizione del patrimonio di vigilanza e dal seguente dettaglio dei requisiti prudenziali, la Banca presenta un rapporto tra patrimonio di base ed attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) pari al 12,24% (12,98% al 31.12.2011) ed un rapporto tra patrimonio di vigilanza ed attività di rischio ponderate (total capital ratio) pari al 12,29% (13,02% al 31.12.2011) ben al di sopra del requisito minimo dell’8%. Al netto della quota assorbita dai rischi di credito, dai rischi di mercato e dai rischi operativi, l’eccedenza patrimoniale si attesta a 8.353 migliaia di Euro. B. Informazioni di natura quantitativa Importi non ponderati Categorie/Valori A. 31/12/2012 31/12/2011 Importi ponderati/requisiti 31/12/2012 31/12/2011 ATTIVITA' DI RISCHIO A.1 Rischio di credito e di controparte 1. Metodologia standardizzata 142.384 142.384 149.644 149.644 11.391 11.971 B.3 Rischio operativo 1.367 1.331 1. Metodo base 1.367 1.331 2. Metodo standardizzato 3. Metodo avanzato 12.758 13.302 159.475 166.275 12,24% 12,98% 12,29% 13,02% 2. 325.940 325.940 310.066 310.066 Metodologia basata sui rating interni 2.1 Base 2.2 Avanzata 3. Cartolarizzazioni B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA B.1 Rischio di credito e di controparte B.2 Rischi di mercato 1. Metodologia standard 2. Modelli interni 3. Rischio di concentrazione B.4 Altri requisiti prudenziali B.5 Altri elementi di calcolo B.6 Totale requisiti prudenziali C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA C.1 Attività di rischio ponderate Patrimonio di base/Attività di rischio ponderate (Tier C.2 1 capital ratio) Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3/Attività di C.3 rischio ponderate (Total capital ratio) 218 PARTE H – OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE 219 220 1. Informazioni sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategica Si indicano di seguito i dati richiesti dallo IAS 24 par. 16 sui dirigenti con responsabilità strategica, intendendosi come tali coloro che hanno il potere e la responsabilità della pianificazione, della direzione e controllo, nonché le informazioni sui compensi riconosciuti agli amministratori e ai sindaci della Banca. Voci Importo - Stipendi e altri benefici a breve termine 1.037 - Benefici successivi al rapporto di lavoro (1) - Indennità per la cessazione del rapporto di lavoro - Altri benefici a lungo termine 47 Totale 1.084 Nei benefici a breve termine sono stati ricompresi anche i compensi agli amministratori ed ai sindaci, più precisamente: – compenso di Euro 747 mila a favore dei dirigenti, come specificato di seguito; – compenso di Euro 204 mila a favore degli amministratori; – compenso di Euro 86 mila a favore dei sindaci. Più dettagliatamente, il compenso a favore dei dirigenti si scompone in due parti, una di 654 mila Euro costituita dalla retribuzione annua lorda e una seconda parte, pari a 93 mila Euro costituita dai benefits riconosciuti dalla Banca (auto aziendale, polizza sanitaria, ticket pasto e cellulare aziendale). Gli altri benefici a lungo termine sono costituiti dall’accantonamento della quota TFR a favore dei dirigenti. 2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate Transazioni con parti correlate Alta Direzione Altre parti Crediti 6.492 9.862 Depositi 5.062 6.013 Garanzie ricevute 136 75 Garanzie prestate 16.440 3.573 Costi 230 214 Ricavi 147 524 Le altre parti correlate sono rappresentate da entità soggette al controllo o all'influenza notevole di Amministratori, Sindaci o Dirigenti, dai soggetti che ricoprono un ruolo rilevante all’interno della banca (Internal Audit e Risk Office) ovvero dai soggetti che possono avere influenza o essere influenzati dai medesimi (familiari stretti, società collegate o controllate e detentori di una partecipazione di notevole influenza). 221 I rapporti e le operazioni intercorse con parti correlate non presentano elementi di criticità, in quanto sono riconducibili all'ordinaria attività di credito e di servizio. Durante l'esercizio non sono state poste in essere operazioni di natura atipica o inusuale con parti correlate che, per significatività o rilevanza di importo, possano aver dato luogo a dubbi in ordine alla salvaguardia del patrimonio aziendale. Il potere di delibera di qualunque richiesta di affidamento avanzata da una parte correlata è riservato al Consiglio di Amministrazione. Per quanto riguarda le operazioni con i soggetti che esercitano funzioni di amministrazione, direzione e controllo della Banca trova applicazione l'art. 136 del D.Lgs. 385/1993 e l'art. 2391 del codice civile. In proposito la Banca, con delibera del Consiglio di Amministrazione del 22 giugno 2009 e con delibera del Collegio Sindacale del 16 giugno 2009, si è dotata di appositi Regolamenti che disciplina il conflitto d'interessi (rispettivamente all'art. 16 e all'art.10) degli esponenti bancari e regolamenta le procedure da seguire nei casi interessati. In attuazione delle disposizioni in materia di attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati, di cui al Titolo V, Capitolo 5, della Circolare Banca D’Italia 27 dicembre 2006, n.263, la Banca si è dotata di uno specifico Regolamento sulle Parti Correlate che ha disciplinato le operazioni con soggetti collegati definendo uno specifico iter procedurale per le operazioni di maggiore rilevanza, per le operazioni di minore rilevanza e per le operazioni di importo esiguo. Sulla base del suddetto Regolamento, le operazioni con Parti Correlate sono poste in essere a condizioni inferiori rispetto agli standard di riferimento ma comunque in linea o al di sopra delle condizioni minime di mercato. In Particolare: - gli Amministratori, ai Sindaci e al Direttore Generale vengono applicate condizioni peggiorative rispetto a quelle riservate al personale; - al Vice Direttore Generale, ai Dirigenti ed ai Responsabili delle funzioni di controllo (Internal Auditing e Risk Office) vengono applicate le condizioni riservate al personale. Nel bilancio non risultano accantonamenti o perdite per crediti dubbi verso parti correlate. Sugli stessi viene pertanto applicata solo la svalutazione collettiva. 222