www.corrierecomunicazioni.it [email protected] DELLE 8 n°8. 19 aprile 2010 L’Spc si «rinnova» ’ In via di definizione le caratteristiche del Niv-Spc per la realizzazione del dominio unico Voip dell’intera PA D I G I TA L E Evoluzioni. La telefonia hi-tech fornirà vantaggi per 20 milioni lʼanno Cantieri aperti sul Voip pubblico Dal 2008 migrati 100mila telefoni, ma frenano i costi e il censimento delle sedi condivise Secondo Infonetics su 400 mln spesi in Tlc solo 16 sono destinati al Voip luzione della nuova tecnologia, la questione di nuovi investimenti e la gestione negli uffici locali delle Pac. Tanto che ancora non è disponibile il dato sul numero complessivo di telefoni che saranno sottoposti allo “switch off”. “Nelle articolazioni periferiche degli enti centrali il passaggio è spesso molto complesso - puntualizza Gaspare Ferraro, responsabile Area Infrastrutture e centri di servizioUfficio Connettività e relativi centri di servizio di DigitPA, lʼente che monitora e supporta la transizione -. Molte PA hanno uffici dotati di ampia autonomia, come ad esempio il Cnr; altre hanno propri uffici territoriali ospitati in sedi messe a disposizione dalle amministrazioni locali con le quali, peraltro, ripartiscono le spese telefoniche, come nel caso del comparto Giustizia. In questo senso DigitPA è impegnata in una scrupolosa attività di monitoraggio che consentirà a breve di definire un eventuale piano di interventi, laddove ci fosse bisogno di velocizzare e accompagnare la transizione”. Transizione che si “affida” al Sistema pubblico di connettività (Spc), la rete di Tlc della Pubblica amministrazione, sui cui viaggia il Voip pubblico e che, proprio per migliorane le performance, sta implementando le proprie caratteristiche tecniche. In particolare, sono in fase di definizione le caratteristiche del Nodo di Interconnessione Voip (Niv-Spc), che consentirà il collegamento di tutti Mef Gli enti locali vorare, con conseguente incremento di efficienza - sottolinea Ferraro -. In altre parole il Voip, più che una spesa, deve essere inteso come uno strumento per innovare procedimenti amministrativi, realizzare servizi innovativi e consentire modifiche organizzative”. Altro “lato oscuro” è lʼadozione da parte delle pubbliche amministrazioni locali che non sono incluse nellʼobbligo della Finanziaria 2008, ma che vorrebbero spingere sulla nuova tecnologia per abbattere i Il 40% dei Comuni italiani non è ancora coperto da reti a banda larga Lanciato il bando per la fornitura di 500mila linee equivalenti Spinge sull’Ip la maxi-gara Consip Una maxi gara che potrebbe fare da “stura” al processo di transizione dallʼanalogico allʼIp nelle pubbliche amministrazioni. È quella lanciata da Consip, del valore di 1.28 miliardi di euro, per la fornitura di servizi di telefonia e connettività Ip agli enti pubblici. Si tratta, nel complesso di dotare gli uffici di 500mila linee “equivalenti”, ovvero linee telefoniche sulle quali è stato attivato il servizio, o una linea dati, o una porta virtuale per accesso Ip, o un gruppo di cinque username e password. “Crediamo che la gara contribuirà a velocizzare il processo di adozione ’ ’ Investimenti Vincitori Il 75% delle linee fornito dal primo in classifica del Voip - precisa Olindo Rencricca, responsabile Acquisti beni e servizi di Consip -. Ormai da anni Consip si occupa di bandi che riguardano la telefonia fissa, anche in modalità Ip, ma lʼelemento che caratterizza questʼultima gara è che, nel testo, non si fa alcun riferimento al tipo di tecnologia necessaria a dare il servizio allʼamministrazione richiedente. In altre parole ciascun operatore può scegliere di erogarlo nella modalità in cui è più ferrato, fatti salvi i livelli del servizio che devono essere sempre garantiti”. In questa prospettiva gli Olo, che non sono infrastrutturati, punteranno ad utilizzare modelli tecnologici alternativi, tra cui appunto il Voip, mentre lʼincumbent, che può contare su una sua rete in rame, potrebbe prediligere la modalità analogica. Lʼazienda vincitrice sarà dunque chiamata a stipulare una convenzione con cui si impegnerà ad accettare i vari ordinativi di fornitura che dovessero arrivare dagli uffici della PA. In particolare, con lʼaggiudicatario primo in classifica verrà stipulata una convenzione che avrà a oggetto la fornitura del 75% del quantitativo massimo di linee; con il secondo in classifica una convenzione per la fornitura del restante 25%. La durata dellʼappalto è di 36 mesi dallʼattivazione della convenzione, prorogabili di ulteriori 12 mesi. Oltre che nei bandi per i servizi di telefonia, Consip contribuisce a diffondere il “telefono via Web” anche nelle gare relative alle centrali telefoniche. “A breve ci sarà un nuovo bando che faciliterà ancor più la transizione verso lʼIp”, assicura Rencricca. In questo senso è attiva fino al 2010 una convenzione Consip su Voip che prevede la fornitura di sistemi telefonici Ip-Enabled o Ip-Nativi comprensivi di terminali-utente (con la relativa assistenza) che consente alle pubbliche amministrazioni di realizzare una moderna rete telefonica idonea, assicurando lʼevoluzione delle tecnologie e la migrazione delle soluzioni verso servizi Ip sempre più evoluti, aperta a future evoluzioni in direzione di una rete unitaria ed inte- grata nelle tecniche di trasmissione e commutazione. Fino al 2011, infine, è attiva una convenzione per la fornitura di prodotti (cablaggio + apparati) e di servizi per la realizzazione, la manutenzione e la gestione di reti locali, grazie alla quale lʼamministrazione può realizzare reti predisposte al trasporto dei servizi innovativi di comunicazione integrata - quindi in Intertnet protocol - secondo caratteristiche di flessibilità e di salvaguardia degli investimenti già effettuati dallʼamministrazione. F.M. ’ Centomila telefoni. Sono quelli migrati dalla tecnologia analogica al Voip (Voice over Ip), dal 2008 a fine 2009 oggi, nella Pubblica amministrazione centrale (Pac). La transizione ha interessato soprattutto le Pac maggiori (Interno, Esteri, Giustizia, Miur tra gli altri): amministrazioni allʼinterno delle quali il Voip viene percepito come uno strumento che, oltre a determinare economie di scala, consente di far evolvere le postazioni di lavoro, realizzare lʼintegrazione tra diversi servizi (telefonia, segreteria telefonica, videoconferenza, chat, e-mail, sms, fax), incidere sui procedimenti amministrativi e, last but not least, offrire nuovi servizi al cittadino. A gettare qualche ombra sullʼevo- costi della bolletta. Tranne qualche esempio virtuoso, come il Comune di Roma che ha avviato unʼinteressante sperimentazione di Unified Communication nelle proprie sedi, la telefonia via Ip stenta a decollare in molte realtà locali, soprattutto le più piccole: lʼultimo rapporto Netics sulla spesa in Information technology degli enti locali e delle Regioni rileva che solo 16 milioni degli oltre 400 spesi in Tlc sono destinati al Voip. Il motivo di tanta resistenza agli investimenti va ricercata negli assetti infrastrutturali. Il 40% dei Comuni italiani, ad esempio, non è coperto da Adsl e, oggi, non è nemmeno in grado di veicolare investimenti in quelle direzione, strozzato comʼè dal taglio dellʼIci e dai limiti imposti dal patto di stabilità che ha decurtato ulteriori risorse. i domini Voip delle singole amministrazioni, realizzando così lʼunico dominio Voip di tutta la PA. Il Niv erogherà servizi innovativi, come quelli di Unified Communication, che consentiranno alle amministrazioni di interagire in un modo nuovo e sempre più efficace. Ma se DigitPA ha messo in campo gli strumenti necessari a velocizzare e rendere più semplice la transizione - dalle nuove funzionalità Spc al piano di supporto degli uffici decentralizzati - ad ostacolare una piena migrazione permangono timori di natura economica da parte delle PA che soprattutto in periodi di crisi sono restie a puntare su nuovi investimenti, anche nel caso in cui questi garantiscano ritorni notevoli in termini di risparmio: per tutta la Pac si stimano vantaggi pari a 20 milioni di euro lʼanno con il passaggio alla telefonia di nuova generazione. In alcuni casi la mancanza di una Lan con caratteristiche adeguate, il numero esiguo o lʼassenza di sedi periferiche nonché il costo estremamente basso delle telefonate tradizionali fisso-fisso rappresentano fattori che frenano lʼintroduzione della nuova tecnologia. “In questo senso le amministrazioni devono elaborare una corretta analisi costi/benefici che tenga conto dei servizi a valore aggiunto che la tecnologia offre e che consentono di cambiare modo di la- ’ FEDERICAMETA La durata Di 36 mesi la durata dell’appalto. Altri 12 sono prorogabili