A.A. 2011/12 1 Testo di riferimento: Banche, Strategie, organizzazione e concentrazioni di Paolo Mottura. Casa editrice Egea. I professori: Prof. Marco Bracaglia: 40 ore di lezione Prof. Ercole Pietro Pellicanò: 20 ore di lezione 2 Lezione introduttiva Il mercato finanziario è il luogo economico nel quale avviene lo scambio di attività finanziarie, che possono variare di natura e possono avere una durata di medio o di lungo termine (Bodie, Kane, Marcus). Il mercati hanno fondamentalmente 5 funzioni: ! Modalità di trasferimento: realizzano il trasferimento del risparmio dai soggetti in surplus ai soggetti in deficit e facilitano la separazione delle decisioni di risparmio dalle decisioni di investimento. ! Regole certe: consentono la negoziabilità continua del titolo rappresentativo dell’investimento assicurando loro liquidità e riducendo perciò i costi di raccolta del risparmio. ! Trasparenza: offrono informazioni sull’andamento futuro delle singole imprese, dei settori produttivi e dell’intera economia. ! Efficienza: consentono ai singoli agenti di assicurarsi contro eventi sfavorevoli attraverso la diversificazione del portafoglio e le operazioni di copertura. ! Corporate Governance: Consentono di svolgere un’azione indiretta di corporate governance e di controllo sull’operato del management delle imprese. 1) 2) 3) 4) Prestatori: Famiglie Imprese Amministrazioni Pubbliche Non residenti Fondi FINANZIAMENTO DIRETTO Mercati finanziari: 1) Mercato Monetario 2) Mercato dei Capitali Fondi 1) 2) 3) 4) Prenditori: Imprese Amministrazioni Pubbliche Famiglie Non residenti Fondi Fondi FINANZIAMENTO INDIRETTO Intermediari Finanziari: 1) Enti creditizi 2) Altre istituzioni finanziarie monetarie 3) Altri Fondi Mezzo Strumenti finanziari Prestatori: soggetti in avanzo finanziario, spendono meno di quanto hanno a disposizione, prestano i loro fondi ai soggetti in disavanzo finanziario, cioè ai soggetti che spendono più di quanto siano le loro entrate. Prenditori: soggetti in disavanzo finanziario, richiedono liquidità e in cambio, danno un titolo rappresentativo del loro impegno a restituire, ad una scadenza prefissata, l'ammontare del prestito, titolo che, come abbiamo visto, prende il nome di obbligazione. Intermediari Finanziari: Operatore specializzato negli investimenti per conto terzi nel mercato finanziario in cambio di una commissione fissa o percentuale sul valore dell'investimento. Tipologia di intermediari finanziari: ! Intermediari finanziari bancari ! Intermediari finanziari non bancari Intermediari finanziari bancari: hanno come complito la raccolta del risparmio tra il pubblico e l'esercizio del credito. Le banche esercitano, oltre all'attività bancaria, ogni altra attività finanziaria (attività ammesse al mutuo riconoscimento), secondo la disciplina propria di ciascuna, nonché attività connesse e strumentali. Intermediari finanziari non bancari Operatori indiretti: ! Compagnie di assicurazione: società che stipula un contratto verso il pagamento di un premio e si obbliga a rivalere l´assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro, ovvero a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana. ! Fondi pensione: organismo di investimento collettivo del risparmio che raccoglie i contributi dei lavoratori e/o dei datori di lavoro e li investe in strumenti finanziari, allo scopo di erogare una prestazione pensionistica (rendita vitalizia o capitale) al termine della vita lavorativa del lavoratore. I fondi pensione gestiscono il risparmio conferito da lavoratori e/o datori di lavoro sotto forma di contributi previdenziali al fine di erogare ai beneficiari, al termine della vita lavorativa una prestazione sotto forma di rendita vitalizia o di capitale (montante dei versamenti ricevuti) Operatori diretti: ! Società di leasing: svolgono funzione di finanziamento per l'acquisto di beni strumentali mediante stipulazione di contratti di locazione finanziaria ! Società di intermediazione Mobiliare (SIM): Società per azioni con sede legale e direzione generale in Italia autorizzata a svolgere i servizi di investimento e i servizi accessori previsti dal Testo Unico dell'Intermediazione Finanziaria. ! Società di factoring: le società di factoring stipulano un particolare tipo di contratto con il quale il cedente si impegna a cedere tutti i crediti presenti e futuri scaturiti alla società di factoring la quale, dietro un corrispettivo assume l’obbigo di fornire una serie di servizi (gestione, contabilizzazione, riscossione crediti) che la società vanta ! Società di credito al consumo: forniscono finanziamenti alle famiglie per l'acquisto di beni di consumo Società di gestione del risparmio (SGR): La Società di Gestione del Risparmio (SGR) è una società autorizzata a prestare il servizio di gestione collettiva del risparmio. In particolare SGR gestiscono: 1) Hedge Fund: Fondi che generano rendimenti non correlati con l'andamento del mercato attraverso l'utilizzo di una vasta gamma di strategie d'investimento. 2) Fondi di Private Equity: Attività di investimento istituzionale in capitale di rischio di aziende non quotate caratterizzate da un elevato potenziale di sviluppo. ! ! Società di investimento a capitale variabile (SICAV): Società per azioni a capitale variabile avente per oggetto esclusivo l’investimento del proprio patrimonio, raccolto attraverso il collocamento presso il pubblico delle proprie azioni. Gli strumenti finanziari costituiscono l’insieme di tutti i prodotti finanziari e di ogni altra forma di investimento di natura finanziaria. Gli strumenti finanziari sono elencati nel Testo Unico della Finanza all’articolo 1, comma 2 e sono: ! Le azioni e gli altri titoli rappresentativi di capitale di rischio negoziabili sul mercato dei capitali; ! Le obbligazioni, i titoli di Stato e gli altri titoli di debito negoziabili sul mercato dei capitali; ! Le quote di fondi comuni di investimento; ! I titoli normalmente negoziati sul mercato monetario; ! ! ! ! ! ! Qualsiasi altro titolo normalmente negoziato che permetta di acquisire gli strumenti precedentemente indicati; I contratti futures su strumenti finanziari, su tassi di interesse, su valute, su merci e sui relativi indici; I contratti di scambio a pronti e a termine (swaps) su tassi di interesse, su valute, su merci nonché su indici azionari (equity swaps); I contratti a termine collegati a strumenti finanziari, a tassi d’interesse, a valute, a merci e ai relativi indici; I contratti di opzione per acquistare o vendere gli strumenti indicati nelle precedenti lettere e i relativi indici, nonché i contratti di opzione su valute, su tassi d’interesse, su merci e sui relativi indici; Le combinazioni di contratti o di titoli indicati precedentemente. Mercato finanziario Natura degli strumenti finanziari • • • Mercato Creditizio Mercato Mobiliare Mercato assicurativo Durata investimenti • • Mercato monetario Mercato di capitali Momento di emissione degli strumenti finanziari Il momento di emissione suddivisibile in base al tipo di mercato: • Mercato primario • Mercato secondario Regolamentazione • • Mercato regolamentato Mercato Over the counter ! Mercato Creditizio: Il mercato creditizio è il luogo economico nel quale avviene l'incontro intermediato dalle banche tra domanda e offerta di risorse finanziarie. Le banche acquisiscono la disponibilità di risorse, generalmente caratterizzate da elevato grado di liquidità e basso grado di rischio, dalle unità in surplus e le forniscono, trasformate sotto il profilo della liquidità e del rischio, alle unità in deficit. ! Mercato Mobiliare: Mercato in cui sono emessi, rimborsati e scambiati strumenti finanziari. ! Mercato Assicurativo: Mercato sul quale operano le imprese attive nel settore dell'assicurazione e della riassicurazione con strumenti volti all’allocazione efficiente del rischio ! Mercato Monetario: L'insieme delle negoziazioni dei prestiti monetari con durata inferiore ai 12 mesi o ai 18 mesi. ! Mercato dei Capitali: Mercato nel quale vengono trattati strumenti di debito o partecipativi (azioni) a medio-lungo termine (ovvero con scadenza superiore a 12 mesi) o a scadenza indeterminata. ! Mercato primario: mercato in cui ha luogo l'offerta di titoli di nuova emissione. ! Mercato secondario: mercato in cui ha luogo o scambio di titoli già in circolazione. ! Mercato regolamentato: mercato mobiliare basato su una specifica regolamentazione relativa all’organizzazione e al funzionamento del mercato stesso e gestito da una società di gestione. Es: Borsa Italiana, London Stock Exchange ! Mercato Over the counter: mercato mobiliare non soggetto ad alcuna regolamentazione specifica relativa all’organizzazione e al funzionamento del mercato stesso. Es: Mercato delle opzioni Autorità di vigilanza: al di sopra del circuito vi sono le autorità di vigilanza, con il compito di assicurare il rispetto della regolamentazione complessiva e il corretto funzionamento degli operatori, ciascuna nel proprio ambito di competenza (stabilità degli intermediari, correttezza di comportamento,…) Scopo della regolamentazione (TUF): ! Protezione dell’individuo ! Stabilità del sistema ! Garanzia del buon funzionamento dei mercati ! Competitività Tipologia di regolamentazione: ! Preventiva: tesa a contenere i rischi (ad es. prescrizioni sul capitale proprio) ! Correttiva: finalizzata a limitare i danni (ad es. normativa sulla liquidazione di banche) Autorità di vigilanza italiane: ! Banca d’Italia ! CONSOB ! ISVAP Autorità di Vigilanza Italiane. Banca d'Italia: ! emette banconote (in euro); ! partecipa, tramite il Governatore, al Consiglio Direttivo della Bce concorrendo a determinare le decisioni di politica monetaria e le attua nel territorio italiano; ! vigila sulle banche e sugli intermediari finanziari non bancari, secondo quanto stabilito nel Testo Unico Bancario e nel Testo Unico della Finanza; ! promuove e tutela la concorrenza nel settore del credito (insieme all'Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato); ! collabora con l'Ufficio Italiano Cambi nell'azione contro il riciclaggio e l'usura; ! si occupa della supervisione sui mercati, in particolar modo sui mercati all'ingrosso dei titoli di stato e sugli scambi di fondi interbancari, sulle istituzioni che curano la compensazione e il regolamento delle transazioni, la gestione accentrata di titoli, le garanzie dei contratti e la liquidazione; ! sorveglia il sistema dei pagamenti e gestisce direttamente alcuni servizi tra cui i servizi di regolamento e la Centrale dei Rischi. CONSOB La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, istituita con la legge n. 216 del 7 giugno 1974, è un’autorità amministrativa indipendente, dotata di personalità giuridica e piena autonomia . Questa istituzione si occupa di attività di regolamentazione, autorizzazione, vigilanza e controllo sui mercati finanziari italiani con i principali obiettivi della tutela degli investitori, dell'efficienza e della trasparenza del mercato mobiliare italiano La Consob regolamenta: ! La prestazione dei servizi di investimento; ! I requisiti di capitale minimo delle società di gestione dei mercati regolamentati e delle società di gestione accentrata; ! La redazione e la pubblicazione dei prospetti e dei documenti d’offerta; ! Le procedure per lo svolgimento delle offerte; ! Gli obblighi informativi delle società quotate, tra cui l'informativa periodica (approvazione del bilancio, relazione semestrale e trimestrale) e quella sui fatti rilevanti. La CONSOB autorizza: ! L’esercizio dei mercati regolamentati; ! La pubblicazione dei prospetti; ! L’esercizio dell’attività di gestione accentrata di strumenti finanziari; ! Le iscrizioni agli Albi. La CONSOB controlla: ! Le informazioni contenute nei documenti contabili delle società quotate; ! L’informativa che le società quotate forniscono al mercato; ! Le operazioni di sollecitazione del pubblico risparmio (sollecitazioni all’investimento e offerte pubbliche di acquisto e scambio). La CONSOB vigila: ! Sulle società di gestione dei mercati; ! Sui mercati regolamentati; ! Sugli scambi organizzati di strumenti finanziari; ! Sul regolare svolgimento delle contrattazioni nei mercati regolamentati; ! Sulle società di gestione accentrata e sui sistemi di compensazione, liquidazione e garanzia, insieme con la Banca d'Italia; ! Sugli intermediari autorizzati; ! Sui promotori finanziari; ! Sulle società quotate; ! Sui soggetti che promuovono sollecitazioni all’investimento di strumenti finanziari; ! Sulle società di revisione. e, ovviamente, in caso di violazione delle norme, ha facoltà di sanzionare i soggetti vigilati. ISVAP L’ISVAP è una autorità indipendente dotata di autonomia patrimoniale, contabile, organizzativa e gestionale. L'Istituto opera per garantire la stabilità del mercato e delle imprese di assicurazione nell'interesse degli assicurati e degli utenti in generale Autorità di vigilanza internazionali: SEBC: Organo composto dalla Banca Centrale Europea e dalle Banche Centrali Nazionali di tutti gli Stati membri dell'Unione Europea. Il Sistema Europeo delle Banche Centrali (denominato SEBC) è stato istituito il 1 luglio 1998 ed è composto non soltanto dai membri dell'Eurosistema (la BCE e le banche centrali dei paesi che hanno adottato l'euro), ma anche dalle Banche Centrali Nazionali dei paesi che pur appartenendo all'unione non hanno ancora adottato l'euro. ! Obiettivo principale del SEBC è quello di mantenere la stabilità dei prezzi (art. 105), tra i suoi compiti rientrano: ! la definizione e l'attuazione della politica monetaria; ! lo svolgimento delle operazioni di cambio; ! la custodia e la gestione delle riserve ufficiali e delle riserve di cambio degli stati membri; ! la promozione ed il buon funzionamento dei sistemi di pagamento. ! Inoltre il SEBC svolge anche altre funzioni poichè contribuisce allo svolgimento del controllo degli istituti di credito e di altre istituzioni finanziarie per garantire la stabilità del sistema finanziario, garantisce l'emissione delle banconote e la gestione del sistema TARGET. BCE: è l'organismo istituito per introdurre e gestire la moneta unica (l'euro), per promuovere il funzionamento dei sistemi di pagamento e per definire e realizzare la politica monetaria dell'Unione Europea. Alla BCE sono affidati quattro compiti fondamentali: ! la definizione e l'implementazione della politica monetaria nell'area dell'euro; ! lo svolgimento di operazioni in cambi; ! il mantenimento e la gestione delle riserve valutarie dei paesi dell'area euro; ! il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento. La BCE opera nell'ambito del SEBC (Sistema Europeo delle Banche Centrali) composto dalle Banche Centrali di tutti i paesi appartenenti all'UE, sia quelli che hanno già adottato l'euro come moneta, sia tutti quelli che non l'hanno ancora adottato. La Bce collabora costantemente con le Banche Centrali nazionali e attua le decisioni degli organi decisionali dell'Eurosistema (gruppo costituito dalla BCE stessa e dalle Banche Centrali dei paesi che hanno adottato l'euro) che sono il Consiglio Direttivo, il Comitato Esecutivo e il Consiglio Generale. Altri organismi di vigilanza: ! FSB – Financial stability board ! BCBS - Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria ! IOSCO: Organizzazione internazionale delle autorità di controllo dei mercati finanziari (International Organization of Securities Commissions); ! IAIS: Associazione internazionale degli organi di vigilanza del settore assicurativo (International Association of Insurance Supervisors); ! FATF Gruppo d'azione finanziaria Regolamentazione efficace: Condizione essenziale per la stabilità, efficienza. La sfida è nel cercare un quadro normativo che consenta di realizzare gli obiettivi di vigilanza sui mercati ma che sia efficiente. L’autorità di regolamentazione deve quindi: ! Valutare le conseguenze economiche ! Tenere conto della competitività nel settore ! Bilanciare interessi contrastanti TUF ! DEF – Direttive applicabili alla regolamentazione dei mercati finanziari ! Tutte le norme emanate da Banche Nazionali in accordo con la BCE e gli organi e istituti Internazionali di regolamentazione e vigilanza del mercato finanziario. ! Capitolo 2 Le norme o regole, che con particolare riferimento all’Italia, hanno maggiormente contribuito alla formazione di nuove situazioni di contesto sono: ! First banking directive on coordination of regulations governing credit institutions (1977): richiede decisioni comuni tra stati per un sistema di autorizzazione e supervisione di banche e istituti di credito per depositi e prestiti ! Directive on the supervision of credit institutions on a consolidated basis (1983): tutte le attività (nazionali e internazionali) di una determinata banca erano controllate e contabilizzate in uno stato patrimoniale “globale” in modo da evitare che istituti si rivolgessero a paesi con requisiti patrimoniali meno restrittivi per la gestione delle varie attività. ! ! ! ! ! Single European Act (1986): avviamento dell’European Financial Common Market Capital Liberalization Directive (1988): eliminazione delle barriere normative ai movimenti dei capitali Primo accordo di Basilea sul capitale (1988): norme sul requisito di capitale minimo Second Banking Coordination Directive: creazione di un mercato interno tra le banche. Investment Services Directive (1992): è la principale fonte normativa comunitaria su cui si basa l'assetto dei mercati mobiliari nei paesi europei. L'obiettivo della ISD è duplice: la protezione degli investitori e dell'integrità del mercato e la promozione di un mercato equo, trasparente ed efficiente. Capital Adeguacy Directive (1993): requisiti di capitale uniformi le imprese bancarie e non bancarie e società di intermediazione mobiliare. ! Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, d.lgs 58/1998 (Ora TUF): armonizzazione, coordinamento ed integrazione delle norme in materia di mercati finanziari che si erano andate accumulando tra la fine degli anni '80 e la prima metà degli anni '90. ! European Monetary Union (1999): gruppo di politiche volte a convergere le economie dei membri dell'Unione europea in tre fasi in modo da consentire loro di adottare una moneta unica, l'euro. ! Financial Service Action Plan: componente chiave del tentativo dell'Unione Europea di creare un mercato unico dei servizi finanziari. Creata nel 1999 per un periodo di sei anni, che conteneva 42 articoli correlati all'armonizzazione dei mercati dei servizi finanziari all'interno dell'Unione europea. ! Nuovo accordo di Basilea sul Capitale (2004): accordo internazionale riguardante i requisiti patrimoniali delle banche. In base a esso, le banche dei Paesi aderenti devono accantonare quote di capitale proporzionate al rischio assunto, valutato attraverso il rating. ! International Accounting Standard: attuazione principi contabili internazionali ! ! ! Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari, Legge 262/2005: introduce numerosi cambiamenti in materia societaria e finanziaria con l’intento di proteggere i risparmiatori e disciplinare il mercato finanziario Markets in Financial Instruments Directive (Mifid 2007): riforma in profondità l'assetto della regolamentazione dei servizi di investimento nell'ambito UE. Essa introduce maggiore competizione tra modalità alternative di negoziazione, disciplinando tre forme di mercato: i mercati regolamentati, i sistemi multilaterali di negoziazione, gli internalizzatori sistematici. Essa inoltre introduce precise regole per la definizione delle modalità di esecuzione degli ordini della clientela e per la definizione dei requisiti di trasparenza ex ante e ex post relativa alle condizioni del mercato. La realtà emergente dall’introduzione di nuove norme e regole si rappresenta in mutate e nuove situazioni di contesto: ! La formazione di un mercato unico europeo dei servizi finanziari accessibili a tutti gli intermediari dei paesi aderenti ! Marcata deregolamentazione dell’attività degli intermediari finanziari: possibile formazione di intermediari o banche universali ! Ri-regolamentazione dell’intermediazione e dei mercati mobiliari ispirata a nuovi modelli di regolamentazione prudenziale e di trasparenza dei mercati finanziari Attenuazione delle barriere all’entrata e all’uscita del settore degli intermediari ! Cambiamento relazioni competitive all’interno e ai confini dei mercati finanziari per intensità, estensione geografica, ! Disintermediazione rispetto ai mercati mobiliari in cui il volume di scambio è cresciuto più rapidamente dei prestiti erogati dagli intermediari ! Privatizzazione delle forme istituzionali, dei soggetti economici, e quindi della proprietà, degli intermediari finanziari, con conseguente effetto di maggiore contendibilità del controllo ! Rappresentazione più rigorosa e trasparente dei rischi di credito, di mercato e operativi presenti nell’impresa ! Maggiore razionalità dei sistemi di incentivi-disincentivi che guidano i processi di allocazione del capitale proprio ! Normative più diffuse e stringenti mirate alla tutela dei consumatori ! Il cambiamento di contesto ha innescato nuovi comportamenti gestionali degli intermediati all’interno del settore specifico ! La crisi finanziaria del 2007-2009 ha avuto un impatto abbastanza limitato sulla regolamentazione delle banche: i cambiamenti non sono stati tali da modificare radicalmente le condizioni di contesto normativo che interessano le strategie bancarie. In particolare le proposte del comitato di Basilea per la supervisione bancaria mirano: ! A innalzare il requisito di adeguatezza patrimoniale ! Introdurre coefficienti di liquidità con diverse prospettive temporali ! Limitare la leva finanziaria gradualmente Quindi l’innovazione regolamentare: ! viene strettamente contenuta nell’alveo tradizionale della regolamentazione prudenziale ! Non prende in alcun modo in considerazione le criticità delle relazioni tra attività di intermediazione diverse all’interno dello stesso intermediario Dodd-Frank Act, luglio 2010, la riforma degli USA potrebbe avere maggior impatto poiché: ! consentirebbe alle autorità di vigilanza di intervenire sui singoli intermediari e sulla morfologia del sistema ! il fine è di prevenire e tenere sotto controllo il rischio sistemico Evoluzione dei bisogni delle Famiglie: ! Le famiglie preferiscono forme di investimento più liquide quali i depositi in conto corrente e il risparmio postale. ! Rispetto al 2008 si osserva una riduzione della quota di ricchezza detenuta in titoli pubblici italiani, pari a oltre 2 punti percentuali. ! Alla fine del 2009 il 44,2% delle attività finanziarie delle famiglie era detenuto in obbligazioni private, titoli esteri, prestiti alle cooperative, azioni, partecipazioni e fondi comuni di investimento. ! Il contante, i depositi bancari e il risparmio postale rappresentavano meno di un terzo del complesso delle attività finanziarie; la quota investita direttamente dalle famiglie in titoli pubblici italiani era pari a poco più del 5%. ! Le riserve tecniche di assicurazione, che rappresentano le somme accantonate dalle assicurazioni e dai fondi pensione per future prestazioni in favore delle famiglie, ammontavano al 17,7% del totale delle attività finanziarie. ! Alla fine del 2009 il 44,2% delle attività finanziarie delle famiglie era detenuto in obbligazioni private, titoli esteri, prestiti alle cooperative, azioni, partecipazioni e fondi comuni di investimento. ! ! Rispetto alla fine del 1995 la composizione delle attività finanziarie ha subito significative variazioni, riconducibili principalmente all'aumento della quota di attività in obbligazioni private italiane di 8,7 punti percentuali (dal 2,3% all'11%) e di quella in riserve tecniche di assicurazione di quasi 8 punti percentuali (dal 10% al 18%). Inoltre le famiglie, viste le instabilità attuali dei mercati richiedono sempre più trasparenza e sicurezza Evoluzione dei bisogni delle Imprese ! Maggiore contributo alle gestione finanziaria ! Efficacia ed efficienza nella gestione della tesoreria e liquidità ! Progettazione e realizzazione di strutture finanziarie equilibrate e coerenti ! Limitazione del costo del capitale ! Protezione dei rischi dati dalla variazione del costo del capitale Il progresso tecnologico e le nuove tecnologie sono state e saranno ancora un fattore di continuo cambiamento del contesto e di ricombinazione delle opportunità/minacce competitive: la tecnologia merita una considerazione specifica al fine di delinearne i profili di rilevanza. ! Information technology: tecnologia dell’informazione ! Communication technology: tecnologia della comunicazione ! ! Informazione: anello di congiunzione tra il prodotto finanziario e tecnologia dell’informazione. Ruolo abilitante dell’informazione: le sue nuove e progredenti applicazioni rendono in concreto realizzabili attività precedentemente impossibili In sintesi: i processi caratteristici degli intermediari finanziari, un tempo particolarmente “Labour intensive” oggi sono sempre più “Technology intensive” e “Technology driven” Ieri Dagli obiettivi di business ai processi operativi alle soluzioni ICT a supporto Oggi Integrazione tra modelli di business, processi operativi e sviluppo delle tecnologie Domani Adaptive IT ovvero un ruolo strategico dell’ ICT nell’indirizzare il nuovo business Le soluzioni ICT vincenti non sono le migliori Ma quelle che meglio si adattano al modello di business e ne sostengono l’evoluzione 1) Miglioramento dei sistemi di trading I sistemi di trading (cioè di negoziazione) si stanno consolidando e stanno diventando globali. Trading su piattaforme elettroniche globali con: • riduzione dei costi delle singole transazioni; • più accurata determinazione dei prezzi dei titoli; • cross䇲border trading molto più facile Forti pressioni sui mercati secondari organizzati per fusioni, acquisizioni ed alleanze 2) Emersione di nuovi mercati finanziari elettronici • Mercati finanziari elettronici interni agli intermediari finanziari (ECN = electronic communications networks) • Mercati “cannibalizzati” dagli intermediari • Business competition fra mercati finanziari, ma il “network puzzle” (cioè la molteplicità dei mercati finanziari) resiste e probabilmente si espanderà. 3) Disintermediazione • Le attività (crediti) e le passività (depositi) degli intermediari finanziari (banche) sono state disintermediate dalle transazioni sui mercati dei capitali (ad esempio gli investitori acquistano direttamente obbligazioni delle società industriali da finanziare) • Aumento della liquidità di alcune attività grazie alla riduzione delle cd. asimmetrie informative (ad esempio cartolarizzazione dei crediti) • Aumento della quota di mercato dei fondi pensione e dei fondi di investimento (e quindi meno depositi in banca) 4) Nuovo scenario competitivo Nuovi intermediari entranti grazie a: ! riduzione degli investimenti iniziali ! importanza del brand globale (es. Virgin) Nuove tipologie di financial service providers Ingresso di non financial entities Intermediari tradizionali costretti a: ! spostare la competizione su Internet ! ridefinire i modelli di business Nuovi modelli di distribuzione dei servizi finanziari 5) Nuovi modelli di produzione e distribuzione dei servizi finanziari ! Internet e le wireless communication technologies hanno avuto un profondo effetto sulla produzione di servizi finanziari. Queste tecnologie rappresentano molto più di un nuovo canale di distribuzione: Esse sono un modo integralmente nuovo di concepire, disegnare, gestire e offrire servizi finanziari. I prodotti ed i servizi finanziari sono infatti essenzialmente costituiti da dati e informazioni. Capitolo 3 Strategia: ha un carattere intrinseco di selettività ! Strategia di cost-leadership: costi unitari inferiori a quelli dei concorrenti ! Strategia di differenziazione: differenziazione del prodotto rispetto all’offerta dei concorrenti ! Strategia di segmentazione e posizionamento: identificazione e scelta di clienti rispetto ai quali l’impresa ha concreti vantaggi competitivi Obiettivo: identificare e attuare azioni idonee a ottenere nel tempo una diminuzione assoluta e relativa dei costi unitari di ciascuno dei diversi output Parametri per il conseguimento della diminuzione dei costi: ! I costi unitari già sperimentati e realizzati dall’impresa ! I costi unitari delle imprese concorrenti la cui conoscenza non può che essere approssimativa Le leve ! Efficienza organizzativa ! Processo tecnologico ! Aumento della dimensione operativa ! Concentrazione e logica di posizionamento in mercati maturi ! Le leve: lo schema logico concettuale dentro il quale elaborare la strategia si avvale di tre concetti: • Tecnologia impiegata – corrisponde a un certo stato di natura variante tra estremi labour intensive o capital intensive • Dimensione operativa – stabile o variante (economie di scala) • Organizzazione aziendale – varietà di modelli e stati di natura finalizzati a ottenere maggiore efficienza operativa Efficienza organizzativa Modalità 1: tecnologia costante e dimensione costante: riorganizzazione tesa a verificare se gli stessi output possono essere ottenuti impiegando risorse in minore quantità Le tecniche utilizzate sono: • Economico-contabile: misurazione contabile dei fenomeni • Meccanicistico-ingegneristico: ristrutturazioni mediante appiattimenti dell’organizzazione, razionamento di una o più risorse • Umanistico culturale: azioni di motivazione responsabilizzante diretta a gruppi di persone secondo una logica di empowerment Processo tecnologico Dimensione costante e tecnologia innovante: l’utilizzo di tecnologie progredienti o innovative può determinare radicali e rapide ricombinazioni di fattori produttivi con aumento dell’efficienza operativa Aumento della dimensione operativa – dibattito sulle economie di scala Dimensione crescente e tecnologia costante, la formazione di economie di scala: • L’aumento delle dimensioni operative produce economie di scala • La globalizzazione dei mercati e l’allargamento dei mercati dei servizi favoriscono la formazione di intermediari finanziari più grandi • L’aumento delle dimensioni operative delle imprese non finanziarie determina la necessità di controparti più grandi • Le maggiori dimensioni possono essere fattore di stabilità e robustezza Dimensione crescente e tecnologia innovante, possibile sinergie: la combinazione delle due variabili può determinare effetti sinergici di cost efficiency, a tutto beneficio della strategia focalizzata alla cost leadership. Concentrazione e logica di posizionamento nei mercati maturi In prospettiva breve o limitata, la competizione dentro ad un settore maturo vede in genere prevalere le imprese maggiori piuttosto che quelle più efficienti infatti le maggiori dimensioni consentono di realizzare acquisizioni. Una strategia di differenziazione consiste nella sequenzacombinazione di tutte le azioni idonee a rendere – oggettivamente e/o percettivamente – il prodotto/ servizio e/o l’immagine dell’intermediario finanziario differente rispetto ai riferimenti alternativi e comparabili degli intermediari correnti Strutture portanti della strategia di differenziazione: ! I caratteri del prodotto o del servizio e la loro differenziabilità: il design, il marchio, i caratteri funzionali, le opzioni d’uso, la tecnologia incorporata, la fruibilità, la comunicazione ! L’immagine dell’impresa produttrice e distributrice e la sua differenziabilità: l’immagine, la reputazione, la tecnologia di processo, le modalità distributive, i sistemi di assistenza prevendita e post-vendita, comunicazione, ! Le capacità di analisi, le soglie di percezione e i livelli di ricettività dei potenziali acquirenti Il successo della differenziazione si desume da: ! I clienti sono meno sensibili alle variazioni di prezzo, sono disposti a pagare un prezzo maggiore, riconoscendo un valore distintivo al prodotto ! La loro fedeltà, in termini di stabilità si rivela elevata, anche in presenza di azioni competitive sul prezzo da parte dei concorrenti ! I margini di redditività conseguiti sul prodotto sono più elevati, relativamente alla situazione predifferenziazione e rispetto agli intermediari concorrenti orientati a competere sul prezzo La strategia di segmentazione e posizionamento consiste nella decisione e nell’attività di rappresentare la domanda e la clientela per sotto-insiemi significativi, i segmenti, caratterizzati da profili di omogeneità interna o di diversità trasversale o reciproca. Strumenti: ! Competenze specifiche – statistica, psicologia comportamentale del cliente, di rilevazioneelaborazione delle informazioni – ! Risorse specifiche di information technology: per segmentare la clientela e per gestire le segmentazioni nel tempo è necessario disporre di un sistema informativo le cui componenti tecnologiche, fisiche e immateriali sono decisamente complesse. Idealmente il processo di acquisizione e di elaborazione di questa conoscenza può rappresentarsi nelle seguenti fasi: ! Analisi e rilevazione dei profili comportamentali della clientela ! Costruzione di “tipi comportamentali” ! Identificazione e verifica delle variabili proxy ! Test di significatività dei rispettivi segmenti per rilevarne correttamente l’uniformità Capitolo 4 ASA: area strategica di affari – oggetto ovvero attività svolta dall’impresa. Ogni ASA è caratterizzata dalla combinazione di tre elementi: 1) Prodotti e servizi corrispondenti 2) Segmenti di clientela 3) Sistema di risorse che l’impresa acquista Diversificazione (Diversità) totale: le ASA considerate non condividono nessuna delle tre componenti (prodotto, mercato, ricorse). Le funzioni di domanda presentano un elasticità incrociata nulla e i fattori produttivi non sono trasferibili, fungibili, intersostituibili. ! Diversificazione (diversità) parziale: le ASA considerate condividono una o più componenti ! Diversificazione (diversità) parziale Condividono 1 solo elemento: diversificazione a bassa correlazione Condividono 2 elementi: diversificazione a elevata correlazione !"#$#%%# !"#$#%%#&'&()"*+%# ()"*+%# !"#$#%%#&'&",-#"-) ",-#"-) ()"*+%#&'&",-#"-) Approccio statico Diversificazione di tipo linked, con relazioni direzionali Diversificazione di tipo constrained, con relazioni di tipo concentrico o congenerico Scelte e strategie concentrare in un unico elemento Scelte e strategie centrate su più elementi in modo più o meno ricorrente Approccio dinamico L’obiettivo della diversificazione è: ! Miglioramento della performance reddituale ! Stabilizzazione della redditività dell’azienda Produzioni congiunte ed economie di scopo Vi è convenienza a diversificare quando, dati due output x e y, il costo (C ) della loro produzione congiunta è inferiore alla somma dei costi della loro produzione disgiunta C(x,y) < C(x) + C(y) Approccio demand-side: ! Struttura: variabile esogena ! Condotta & performance: variabili endogene e dipendenti Tuttavia il fondamento dell’ipotesi di esogeneità si è recentemente indebolito: ! La progressiva deregolamentazione degli ordinamenti bancari ha contribuito a rendere indeterminati i confini e a ridurre le barriere normative all’entrata e uscita ! La variabile struttura diviene endogena e la definizione di settore meno determinabile Approccio supply-side ! Cambiamento ambientale: esogeno – determina una sub-ottimizzazione del posizionamento di mercato dell’intermediazione una diminuzione dell’efficienza delle combinazioni di prodotto-mercato-risorse. Il cambiamento ambientale rappresenta quindi minaccia e opportunità. Concetti fondamentali riferibili all’uso delle risorse: ! Eccedenza e disponibilità ! Specificità, fungibilità e correlati costi di conversione ! Cedibilità, vendibilità e correlati costi di transazione Eccedenza e disponibilità • Risorse – tipo di diversificazione: risorse eccedente non sempre è legato a capacità produttiva eccedente. Occorrono infatti azioni organizzative, tecniche e gestionali per ricombinare i fattori produttivi eccedenti con altri per ottenere nuove combinazioni produttive. • Disponibilità: importante è la verifica della concreta disponibilità della risorsa. È frequente il caso di combinazioni produttive in cui un singolo fattore produttivo risulta eccedente poiché il suo impiego non può essere ridotto. Specificità e fungibilità Risorsa specializzata: la definizione dei suoi caratteri è specifica per l’uso che se ne fa Risorsa fungibile: non essendo specializzata può essere impiegata per molteplici funzioni quindi in una gamma più ampia e diversificata di combinazioni produttive Cedibilità, vendibilità, costi di transazione La risorsa è non cedibile quando: ! Non c’è domanda e quindi non esiste mercato caratterizzato da prezzi remunerativi del valore ! Pur esistendo la domanda e il mercato, la risorsa costituisce un fattore di vantaggio strategico e competitivo escluso e non può essere trasferita a terzi ! Alcune risorse non possono essere facilmente cedute a terzi per motivi di contrattualizzazione sia del trasferimento di proprietà sia della vendita del diritto di uso e accesso Fungibilità rispetto a nuova ASA C e d I b i l i t à Si Si No Risorse non specializzate che consentono la massima ampiezza e discrezionalità di dfgd scelta Risorse molto specializzate, non più utili e perciò cedibili senza rischio strategico Vendita o reimpiego No Solo Vendita Risorse non specializzate che sono fonte di vantaggio strategico esclusivo, o la cui cessione non può essere contrattualizzata Risorse molto specializzate che sono fonte di vantaggio strategico esclusivo, o la cui cessione non puo essere contrattualizzata Solo reimpiego Eliminazione Caratteri distintivi: ! Direzione ! Intensità ! Estensione La strategia di diversificazione: ! Si esprime lungo direzioni diverse – nuovi mercati, nuovi prodotti, nuovi sistemi di risorse ! Si esprima con intensità minori o maggioria seconda che i perni prevalgano sulle direzioni oppure che le direzioni prevalgano sui perni. Diversificazione del processo distributivo: la banca implementa una scelta di diversificazione della tecnologia distributiva dal sistema di una rete di filiali a un sistema di internet Banking. Diversificazione del processo produttivo: la banca decide di sostituire la base tecnologica tradizionale della valutazione “manuale” del merito di credito con la tecnologia credit scoring Utilizzando prodotti e risorse possedute, la banca diversifica i mercati posseduti sia nel senso dell’espansione territoriale, geografica, anche internazionale, sia mediante la risegmentazione dei mercati geografici e la selezione di segmenti di clientela non ancora serviti Con riferimento alla clientela già servita e a tecnologie possedute la banca sviluppa e offre alla clientela servizi di tesoreria o di gestione del rischio La banca sviluppa e offre nuovi servizi di corporate investment banking organizzando combinazioni produttive nuove per clientela imprese ! La banca progetta e offre nuovi servizi di gestione patrimoniale individuale, organizzando combinazione produttive in parte o totalmente nuove per clienti privati ! ! Mantenendo invariato il proprio portafoglio di offerta e quindi la gamma dei proprio prodotti e servizi, la banca estende la propria offerta anche oltre l’area territoriale “fisicamente” servita ! Utilizzando competenze in tema di risk management, la banca decide di sviluppare nuovi strumenti avanzati di copertura del rischio di cambio e di interesse e di offrirli a segmenti di imprese precedentemente non serviti La SWOT analysis: combina le condizioni esterne che inducono le scelte di diversificare le attività, cioè le minacce e le opportunità che l’ambiente e il mercato propongono all’intermediario con le condizioni interne che frenano o spingono le scelte. Capitolo 5 Mercato mobiliare: Mercato in cui sono emessi, rimborsati e scambiati strumenti finanziari. Lo sviluppo del mercato mobiliare deriva dal fatto che il cliente non ha autonoma capacità di decidere ed eseguire operazioni sul mercato mobiliare. Le banche hanno quindi sviluppato servizi di accesso, consulenza, assistenza allo scambio, gestione configurata. Lo scopo è aumentare il valore che il cliente ritrae dalle operazioni di finanziamento o investimento. Nuovo modello di intermediazione: Modello di negoziazione delegata per conto di terzi: l’Intermediazione mobiliare prescinde da relazioni dirette di credito-debito negoziate dalla banca in conto proprio. Non incorpora quindi rischi di insolvenza e rischi di liquidità nei confronti dei clienti stessi e fonda l’economicità sul margine provigionale. Condizioni essenziali: ! Impoverimento dell’attività bancaria ! Migrazione clientela verso il mercato mobiliare ! Disponibilità delle risorse fungibili ! Eliminazione delle barriere all’uscita Produrre e mantenere un prestito fino alla sua scadenza contrattuale comporta: ! Assunzione di rischio di credito ! Assunzione di indebitamento ! Assunzione di rischio di liquidità ! Assunzione di eventuale rischio di interesse ! Mantenimento di requisiti regolamentari minimi ! Mantenimento riserva di liquidità Soluzione: trasferimento per cessione del prestito prodotto dopo l’erogazione al cliente finanziato. Il rischio di credito viene interamente e in via definitiva trasferito all’acquirente cessionario. Il nuovo intermediario: ! Aumenta la produttività del capitale ! Realizza margini sulla vendita dei prestiti ! Originate-to-distribute Cartolarizzazione: Trasforma la cessione dei prestiti in un processo industriale tramite la costituzione di una società veicolo che: ! Acquista i prestiti ! Produce ed emette ABS (Asset Backed Securities) Ri-cartolarizzazione: creazione di una società veicolo di secondo livello la quale acquista delle tranche del prestito e procede a seconda cartolarizzazione CDS: credit default swap, strumenti di garanzia con il quale il soggetto interessato, la banca origination o la società veicolo comprano protezione sui crediti da un terzo soggetto (in genere un assicurazione) Capitolo 6 31/12/2006: punto apicale del successo, dello sviluppo dimensionale e della diversificazione delle banche Il cambiamento ha avuto due esiti principali: ! Formazione di banche più grandi, globali, diversificate, quotate che generano valore per l’azionista ! Radicale reingegnerizzazione dell’intermediazione creditizia Caratteristica della banca globale: ! Redditività pre-imposte molto elevata ! Leva finanziaria elevata ! Posizionamento arretrato secondo il ROA Tuttavia gli investitori esprimono un buon apprezzamento di questa impostazione gestionale prevalente testimoniato che il raffronto tra valore di mercato e capitale tier-one evidenzia multiplo elevato Profili caratteristici caratteristici della formazione della banca globale: ! La grande banca globale nasce dai processi di consolidamento interni ai sistemi bancari nazionali ! La dimensione minore del mercato domestico è una condizione determinante poiché costringe la crescita dimensionale e la diversificazione verso la direzione internazionale ! Il carattere di internazionalizzazione è connaturato nelle banche appartenenti a paesi il cui sviluppo economico si è realizzato con una dimensione coloniale ! Crescita organica con ricorso limitato alle acquisizioni La crescita dimensionale e la diversificazione possono assumere 4 direzioni: ! Intra-border ! Cross-border ! Cross-business ! Cross-sector Tutte le più grandi banche hanno raggiunto livelli di diversificazione globale grazie ad una diversa composizione delle attività di: ! Commercial Banking ! Private Banking ! Corporate banking ! Investment banking ! Assicurazione Le banche maggiori diventano sempre più grandi per effetto di acquisizioni ! Le distanze interne alla graduatoria aumentano – le banche grandi diventano sempre più grandi ! L’instabilità finanziaria è stata stabilizzata dall’intervento pubblico e da quello di banche di dimensioni simili ! Peggioramento del posizionamento riferito agli indicatori di leva finanziaria, di reddittività sul capitale e di rendimento dell’attivo ! In controtendenza rispetto alle altre, le banche svizzere presentano una forte contrazione della dimensione dell’attivo ! Le banche cooperative danno una grande prova di stabilità ! La crisi finanziaria e le connesse crisi bancarie dal 2007-2009 hanno posto in evidenza diversi aspetti di criticità della banca grande e globale: ! Trasparenza: opacità dei suoi attori ! Economicità: i confini di convenienza dello sviluppo dimensionale e della diversificazione non sono chiari ! Governabilità: dimensione e diversificazione appesantiscono i processi di coordinamento, delega e controllo Stabilità: la diversificazione correlata comporta una correlazione di rischio nonostante attività diversificate generino sinergie di costo e ricavo e quindi stabilizzazione della performance. Inoltre il rischio di un attività può essere contagioso per altre attività. ! Problematica regolamentare: la grande banca globale è un agente minaccioso a rischio sistemico. Una regolamentazione che riduca al minimo il rischio che l’intermediario esternalizzi il rischio. ! Soluzioni: ! Requisiti patrimoniali Separatezza tra le aree di attività maggiormente esposte al rischio di reciproco contagio Capitolo 7 Principio della funzionalità dell’organizzazione ! Organizzazione: stato di natura stabile orientata a conservare assetti, regole, comportamenti utili per replicare nel tempo e con modalità industriale le attività cui è preposta. Organizzazione come combinazione di quattro elementi: 1) Obiettivi e risultati 2) Gerarchia e coordinamento 3) Professionalità, competenze, risorse 4) Regole e procedure L’importanza degli elementi dipende da: ! In maniera Endogena: dalla cultura dell’organizzazione che attribuisce peso diverso ai diversi elementi identificando: " Il modello Imprenditoriale-manageriale: raggiungimento obiettivo con focus su professionalità e competenze " Il modello burocratico: l’autorità o il comando consegue il risultato programmato In maniera esogena: dalle varie pressioni del cambiamento del contesto che si configura come instabilità, caratterizzate da vario grado di imprevedibilità: " Modello burocratico: in ambiente stabile è molto efficiente " Modello imprenditoriale manageriale: evidente condizione di sopravvivenza in ambiente mutevole ! Strategia bancaria è un mix tra: ! Crescita dimensionale in ASA ! Diversificazione portafoglio in ASA diverse Aspetti fondamentali strategie bancarie: ! Costo organizzativo ! Necessità di formare gruppi di persone, combinazioni di professionalità ! Cambiamento come rischio di demotivazione delle persone ! Impossibilità di mantenere standard elevati e benchmark validi nel tempo delle misure di performance Organizzazione funzionale: l’organizzazione viene progettata e costruita secondo le diverse funzioni di cui si compone l’attività di impresa e alle quali vengono dedicate specifiche unità organizzative Organizzazione multi-divisionale: modello appositamente creato per migliorare la performance complessiva fondato sull’empowerment ! Maggiore efficienza ! Crescente efficacia competitiva ! Focalizzazione mirata alla gestione delle specifiche attività Caratteristica principale: Si fa “scendere” l’autorità del comando nei livelli inferiori della scala gerarchica per ottenere diversi effetti: ! Prossimità delle decisioni alla realtà ! Maggiore responsabilizzazione delle linee intermedie di comando-governo ! Accentramento delle funzioni di produzione, di servizio e di coordinamento – organizzazione: " Divisioni di mercato: cioè prevalentemente dedicate all’attività sui mercati – obiettivi e responsabilità di risultato riferiti alle varie attività commerciali " Unità dedicate alle attività di produzione: fabbricazione dei prodotti e servizi che presentano vantaggi di accentramento " Unità organizzative prevalentemente dedicate ad attività di servizio specialistico: funzioni che presentano forti vantaggi di accentramento – centro elettronico, sistema informativo, logistica, economato, gestione immobiliare, riscossione crediti " Unità organizzative dedicate ad attività di servizio caratterizzate da una prevalente funzione di coordinamento: pianificazione, controlli, risk management, affari legali e societari, comunicazione, contabilità e bilancio, organizzazione, personale, finanza, tesoreria, relazioni internazionali. Necessaria una minima dotazione di funzioni: in particolare quelle strumentali al miglio perseguimento del suo scopo ! Compatibilità tra efficienza operativa, realizzata con la differenziazione organizzativa e l’accentramento funzionale: è l’efficacia imprenditoriale-competitiva ottenibile con il decentramento decisionale a livello di divisione dipende dalla capacità organizzativa di rendere sinergiche le relazioni e di rendere convenienti le interdipendenze ! Le forme istituzionali sono due: ! Forma Monosoggettiva: unica società per azioni all'interno della quale l’organizzazione multidivisionale e multifunzionale definisce le modalità di funzionamento – fattispecie della Banca universale ! Modello plurisoggettivo: l’impresa si configura come una pluralità di società per azioni cui sono attribuite attività e funzioni secondo il criterio, già spiegato, della divisione del lavoro e della specializzazione del gruppo bancario L’evoluzione delle forme istituzionali dell’attività di intermediazione presenta i seguenti caratteri di fondo: ! Forma del gruppo bancario è prevalente ! Tendenza all’accentramento gestionale dei gruppi ! Gruppi bancari per aggregazioni di società Fattori che hanno portato alla formazione dei gruppi bancari: ! Fattori storici incorporati nell’ordinamento specifico: LEGGE BANCARIA 1936-38, DIRETTIVA 89/646/CEE, Legge Amato, ! Modalità di crescita e diversificazione per linee di sviluppo esterno: la formazione dei gruppi si è realizzata per acquisizione di altre identità societarie ! Internazionalizzazione connessa con lo sviluppo dimensionale: l’internazionalizzazione implica scelte strategiche. Gli intermediari acquisiti all’estero vanno ad aumentare l’articolazione del gruppo. ! Motivazione di tipo strategico e gestionale: aprono il confronto di vantaggi comparativi fra banca universale e gruppo bancario e fra gruppi bancari con diversi gradi di accentramento. " Il cambiamento del perimetro del gruppo consente una sperimentazione strategica " Il mantenimento della struttura direzionale apicale dell’azienda acquisita e della sua identità societaria consente all’acquirente di studiarne e comprenderne la diversità Esiste un evidente ed ineliminabile incoerenza tra il modello del comando e del controllo. Le soluzioni al problema sono: ! Emanazione di un regolamento di gruppo che i consigli di amministrazione devono adottare per l’emanazione di “direttive di gruppo” ! Scelta del direttore generale che viene indicato per la nomina del “top management”: proveniente dai quadri dirigenziali della banca capogruppo ! Accentramento di funzioni di coordinamento e di servizio in una struttura più o meno pesante del corporate center ! Divisionalizzazione delle attività sui mercati: le direzioni di divisione appartengono alla struttura gerarchica della capogruppo e governano le articolazioni societarie sottostanti e subordinate Risultato: ! Sottomissione delle decisioni dei vertici delle società controllate e la loro operatività alla governance diretta della capogruppo. Caratteristiche del mercato aperto: ! Vantaggi di architetture aperte ! Possibilità di scomporre-modificare-ricomporre il portafoglio di attività ! Esternalizzare attività e fasi di processo ! Deintegrazione verticale e orizzontale Vantaggi gruppo bancario aperto: ! Apertura della società ad altri investitori che favorisce l’ingresso di nuove risorse finanziarie a titolo di capitale e assorbimento di patrimonio ! Apertura della proprietà della società controllata può essere opportunatamente motivata dalla convenienza a sviluppare una partnership che contribuisce con competenze distintive e proprietarie riguardanti le conoscenze tecnologiche Strategia di Branding: Il brand genera identità e riconoscibilità. ! Brand unico e omnicomprensivo: Deutsche Bank, UPS, Credit Suisse, Bank of America ! Umbrella Brand: scelta di un marchio generale e trasversale, caratterizzato da sotto-specificazioni per le diverse ASA o attività. Esempio: Citigroup, HSBC ! Brand Strategy: immagine unitaria e unificata che allo stesso tempo mantenga e sviluppi i potenziali di valore di marche locali, di segmento e di prodotto. Es: Credit agricole Profili distintivi di strutture proprietarie delle banche: ! La presenza della banca pubblica e della proprietà pubblica della banca: nonostante ci sia stata una generale privatizzazione delle banche si può osservare una forte presenza della banca a proprietà pubblica in stati come Germania o alcune casse di risparmio spagnole ! Forma giuridica cooperativa o mutualistica: svolge per oltre il 50% l’intermediazione domestica e detiene una quota più alta nelle attività di Retail. ! Banche contendibili Presenza di tipi diversi di soggetti proprietari: l’obiettivo astratto è di massimizzazione della performance rendimento-rischio dell’investimento nel capitale proprio di banca ed è attribuibile solo a investitori individuali ! Presenza di modelli diversi di impresa bancaria variamente rappresentati nei relativi sistemi bancari per ragioni storiche: è possibile distinguere banche orientate a generazione di valore per l’azionista e banche che si ispirano a generazione di valore focalizzato a una pluralità di portatori di interessi rilevanti ! Circostanze che hanno portato alla trasformazione delle strutture proprietarie: ! Pressioni normative sulle fondazioni bancarie ! Crisi degli istituti di credito meridionali ! Formazione di soggetti aggreganti identificabili dagli attuali gruppi bancari di maggiore dimensione ! Banche sono cresciute di dimensione per sviluppo esterno mediante acquisizioni con concambio azionario con la possibilità da parte dei soggetti cedenti di divenire azionisti delle banche acquirenti. Valutazioni divergenti: ! Banca d’Italia valutava favorevolmente il ruolo delle fondazioni nel contribuire alla patrimonializzazione delle banche nuove ed emergenti ! Effetto di “Ingabbiamento” e rischio di condizionamento del mercato di controllo ! Valutazione inerente il rischio relativamente all’idoneità delle fondazioni a rivestire il ruolo di azionisti bancari Capitolo 8 Convinzione che: ! La banca fosse ben regolata, provvista di efficaci meccanismi di regolazione interna ed esterna ed efficacemente disciplinata dai mercati ! Concorrenza e innovazione come fattori di efficienza dell’intermediazione ! Diversificazione produttiva e distribuzione delle attività tra intermediari per aree geografiche non aveva più barriere. Strategie competitive: ! Cost leadership ! Aumento produttività fattori ! Innovazione prodotto e processo ! Sviluppo dimensione operativa ! Scope economies ! Cross-selling Collasso del mercato a causa dell’eccesso di indebitamento – casi di negative equity: ! Eccesso di leva finanziaria ! Eccesso di trasformazione delle scadenze ! Carenza di attivi con elevato carattere di liquidità ! Interdipendenza tra banca e mercato