I 7 segreti della polimerizzazione delle resine fotoindurenti
Di Douglas Schoon
Traduzione a cura di Isotta Ognibene
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Quando si lavora utilizzando le resine fotoindurenti (GEL) si deve essere certi di
polimerizzare in maniera corretta i prodotti utilizzati.
E’ questo un passaggio fondamentale che determina una buona riuscita del lavoro.
Infatti c’è una grande differenza tra "polimerizzare" e "polimerizzare correttamente" ;
polimerizzando i prodotti troppo tempo, troppo poco tempo o in maniera sbagliata si
creano i presupposti affinchè il lavoro svolto non duri il tempo stabilito o, peggio
ancora, si sviluppino reazioni allergiche .
Chi svolge questa pratica probabilmente già saprà che sono 25 anni che vengono
utilizzate lampade che emettono la luce ultravioletta (UV) per la polimerizzazione dei
gel . In realtà le lampade utilizzate dovrebbero essere chiamate Lampade UVA perché
sono progettate per emettere luce UVA, la banda più sicura di luce UV.
Ma in quanti sanno come e perché questo tipo di luce lavora sulle sostanze dei gel? E
perché l’ossigeno naturalmente presente nell’aria interferisce durante questo processo?
In questo articolo vi svelerò sette segreti sulla polimerizzazione delle reseine
fotoindurenti.
1. La luce che polimerizza le resine fotoindurenti è invisibile all’occhio umano
Le radiazioni UVA emesse dai bulbi delle lampade utilizzate derivano da una porzione di
spettro luminoso non visibile dall’ uomo mentre lo è da alcuni tipi di animali. E’
proprio questo spettro di luce non visibile all’occhio umano a consentire l’indurimento
delle resine fotoindurenti e non il bagliore blu.
Queste lampade sono usate da molto tempo e sono sicure per gli occhi e per la pelle dal
momento che un comune bulbo utilizzato emette un’intensità di raggi UVA inferiore a
quella emessa dalla luce del sole (le clienti non devono preoccuparsi di possibili effetti
dannosi dal momento che le loro mani sono esposte a questi raggi UVA per brevi
periodi).
2. La banda UVA è fortemente attratta dalle resine fotoindurenti
La banda di raggi UVA è assorbita dalle resine fotoindurenti cosi tanto che gli strati più
superficiali ne assorbono la maggior quantità prima che possa penetrare a fondo.
Lo strato superficiale dei gel lavora come un ombrello che protegge gli strati sottostanti;
è, quindi, difficile polimerizzare strati di gel troppo spessi.
Questo spiega perché le resine fotoindurenti devono essere stese in strati sottili
affinchè vengano polimerizzate in maniera adeguata e perché i gel molto pigmentati
sono difficili da polimerizzare.
3. L’ossigeno interferisce nel processo di fotoindurimento con raggi UVA.
L’ossigeno naturalmente presente nell’aria ostacola la reazione chimica che consente
alle molecole di legarsi tra loro formando una catena di polimeri. Ecco perché la parte
più superficiale dei gel rimane densa ed appiccicosa.
Sotto questo gommoso “strato d’inibizione” caratterizzato da una piccola presenza di
ossigeno, i raggi UVA polimerizzano il gel rendendolo stabile e duraturo purchè non
venga steso in strati troppo spessi.
4. La qualità di una lampada non dipende dalla potenza dei suoi watt
L’intensità di raggi UVA emessa dai bulbi delle lampade è molto importante perché
determina la quantità di raggi disponibile per polimerizzare i gel. Un’intensità
insufficiente non consente la corretta polimerizzazione.
E’ la formulazione dei gel a determinare l’intensità di raggi UVA necessari e il corretto
tempo di esposizione all’interno della lampada.
E’ molto importante comprendere che quando si parla d’ intensità dei raggi UVA non ci
si riferisce in alcun modo al wattaggio dei bulbi.
Il wattaggio misura quanta elettricità viene utilizzata da un bulbo. Più alto è il numero
dei watt e maggiore è il consumo di elettricità.
La corretta polimerizzazione quindi non dipende dal wattaggio perciò quando scegliete
una lampada non fatevi ingannare dal numero dei watt dei bulbi: per esempio alcune
lampade da 27 watt hanno un’intensità di raggi UVA maggiori rispetto ad alcune
lampade da 36 watt.
5. I bulbi delle lampade vanno cambiati abitualmente
Ricordate sempre : il wattaggio dei bulbi resta sempre lo stesso, ciò che cambia è
l’intensità della luce UVA che lentamente diminuisce ogni volta che i bulbi vengono
attivati. Dopo qualche mese di utilizzo i bulbi possono non polimerizzare in maniera
appropriata i gel.
Con quale frequenza bisogna sostituirli? Generalmente vanno cambiati dopo circa 2-4
mesi di utilizzo costante o anche prima nel caso in cui le unghie di una cliente mostrano
segnali riconducibili ad un’incompleta polimerizzazione.
CONSIGLIO PER LAVORARE MEGLIO:
rimuovete accuratamente dai bulbi la polvere ( ad es. una volta a settimana).
I bulbi sporchi emettono un’intensità minore di raggi UV, soprattutto quelli
sporchi di gel che, però, possono essere capovolti e continuati ad utilizzare
dal lato non contaminato fino al momento della sostituzione programmata.
6. Se le resine fotoindurenti sono polimerizzati un tempo insufficiente….
Tutte le resine fotoindurenti si solidificano dopo essere state polimerizzate il
50-55% del tempo necessario. Ma solo perché si sono solidificate non significa che siano
polimerizzate correttamente. Il gel polimerizzato per un tempo insufficiente tenderà a
macchiarsi, cambiare colore, sollevarsi, rompersi e aumenterà il rischio per le clienti di
sviluppare delle allergie ai prodotti.
Ad esempio sono segnali di una potenziale allergia quando una cliente riferisce una
sensazione di calore anche ore dopo il servizio erogato, quando avverte un formicolio o,
ancora, quando nota i segni di un distacco della lamina dell’unghia da letto ungueale.
Le polveri di prodotti poco polimerizzati sono le maggiori responsabili di reazioni
allergiche; come sempre bisogna evitare un contatto diretto. Altri segnali di
un’insufficiente polimerizzazione sono piccole bolle d’aria sotto la ricostruzione, perdita
di lucentezza, un’eccessiva viscosità dello strato superficiale, un aspetto opaco o
quando, durante la fase di sgrassamento o limatura, il prodotto viene via troppo
facilmente.
7. Se le resine foto indurenti sono polimerizzate eccessivamente…..
Non sempre “di più” è meglio! Un’eccessiva intensità di luce UVA può polimerizzare
eccessivamente i gel formulati per essere induriti con una lampada che emette
un’intensità di luce UVA inferiore.
Un’intensità maggiore polimerizza il gel troppo velocemente e accentua la sensazione
di calore tipica del processo esotermico.
E’ importante utilizzare le lampade create per le linee di gel che scegliete per lavorare.
Questo vale per tutti i gel!Non è una strategia di marketing ma è un’indicazione basata
su fatti scientifici.
Questi 7 segreti vi fanno capire perché la corretta polimerizzazione è cosi importante.
Sbagliare questo passaggio significa creare i presupposti affinchè il gel si sollevi, si
rompa o crei reazioni allergiche. Applicate le informazioni contenute in questo articolo
e le vostre clienti avranno un servizio migliore!
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