Su finanziamento Piano Formativo: Avviso 1/2013 A cura di: Ing. Ph.D. Gian Andrea Blengini Moris Fantoni, Dottorando Dipartimento di Ingegneria dell'Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino Le 4 fasi di una Life Cycle Assessment FONDIMPRESA, FONDO PARITETICO INTERPROFESSIONALE, È COSTITUITA DA CONFINDUSTRIA – CGIL, CISL, UIL PER PROMUOVERE LA FORMAZIONE CONTINUA DEI QUADRI, DEGLI IMPIEGATI E DEGLI OPERAI NELLE IMPRESE. CON L’AVVISO N. 5/2011 FONDIMPRESA HA FINANZIATO, ATTRAVERSO LE RISORSE TRASFERITE AL FONDO DALL’INPS, LA REALIZZAZIONE DI PIANI FORMATIVI CONDIVISI TRA LE PARTI SOCIALI RICONDUCIBILI A FONDIMPRESA, RIVOLTI ALLA FORMAZIONE DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI DELLE IMPRESE ADERENTI A FONDIMPRESA. PER MAGGIORI INFORMAZIONI SUL CONTO DI SISTEMA DI FONDIMPRESA: http://www.fondimpresa.it/Conto_ di_Sistema/index.html La struttura di una moderna LCA è regolamentata dagli standard internazionali ISO 14040 e 14044 ed è sintetizzabile nei seguenti quattro momenti principali: 1) Definizione dell’obiettivo e del campo di applicazione (Goal and scope definition) L’obiettivo e il campo di applicazione di una LCA devono essere definiti con chiarezza ed essere coerenti con l’applicazione prevista (ISO 14041/44). Tale fase, pur essendo quella iniziale, determina tutta l’impostazione di una LCA dal momento che in essa sono definite le finalità, il campo di applicazione e il sistema oggetto dell’analisi, nonché il tipo di pubblico a cui sono destinati i risultati. Determina inoltre l’unità funzionale, i confini dello studio, le categorie di dati da reperire, le assunzioni ed i limiti. Nello specifico si definiscono: • Unità Funzionale: lo scopo principale dell'unità funzionale è di fornire un riferimento a cui legare i flussi in entrata e in uscita [ISO 14041/44]. La sua definizione dipende essenzialmente dalla funzione svolta dal sistema oggetto dello studio. La scelta dell’unità funzionale è arbitraria, ma deve essere chiaramente definita e misurabile e deve essere Su finanziamento Avviso 1/2013 necessariamente correlata alla funzione svolta dal sistema analizzato nonché coerentemente inquadrata con gli obiettivi della LCA; • Confini dello studio: in ottica LCA si è soliti individuare e definire i seguenti confini: - Temporali: individuano l’intervallo temporale nel quale sono valutati i potenziali impatti del prodotto/processo indagato. Alcuni parametri del sistema possono infatti evolvere nel tempo e pertanto diviene necessario mediarli in un intervallo temporale definito. Un esempio in tal senso è dato dal sistema discarica in cui sono coinvolti processi chimico-fisici e biologici che variano nel tempo e dove gli impatti che ne derivano dipendono pertanto dalla scala temporale; - Geografici: l'assunzione di contesti geografici diversi può portare a risultati notevolmente differenti. Può infatti accadere di modellizzare alcuni processi utilizzando dati con origini diverse. Un esempio classico è rappresentato dai dati per l'approvvigionamento energetico. In alcuni contesti l'energia viene prodotta adottando tecnologie e fonti differenti e, per questo, più o meno inquinanti. Confrontare prodotti con LCA non condotte nello stesso ambito territoriale potrebbe portare a conclusioni del tutto errate, penalizzando un processo che si collochi in un paese la cui produzione energetica è particolarmente inquinante; - di sistema: è probabilmente l’elemento più importante e delicato di cui tenere conto, poiché le ipotesi sulla definizione di tali confini influenzano pesantemente i risultati. Durante uno studio LCA è necessario definire in modo preciso a quali elementi del ciclo di vita dei beni/servizi e a quali elementi della filiera l’analisi verrà estesa. Gli impatti ambientali legati alla produzione di un bene non sono solo quelli generati nell’impianto di produzione e le conseguenze ambientali indirette (cioè al di fuori dei confini fisici degli impianti) potrebbero addirittura essere maggiori di quelle dirette. In linea di principio, i confini di sistema di uno studio LCA si estendono a monte e a valle fino a comprendere l’intera filiera del prodotto/processo/servizio indagato, a partire dalla produzione di materie prime ed energia, sino al trattamento dei rifiuti generati, includendo tutte le lavorazioni intermedie. Nota: la scelta dei confini è arbitraria e di conseguenza analisi comparative possono produrre risultati sostanzialmente diversi non perché un’analisi sia stata condotta in modo errato ma perché sono state effettuate scelte metodologiche differenti. • Categorie di dati: una prima distinzione categorizza i dati utili ad una LCA in: - Dati primari: dati raccolti direttamente sul campo; Su finanziamento - Avviso 1/2013 Dati secondari: dati provenienti dalla letteratura o da apposite banche dati. Normalmente tali dati riguardano la produzione/distribuzione/utilizzo di energia, la produzione di materiali/prodotti utilizzati nei processi considerati, nonché le operazioni di trasporto. All’interno di questa prima distinzione ne esiste una seconda che divide i dati utilizzabili in una LCA in: - Dati specifici: informazioni riferite a processi e/o materiali effettivamente impiegati e inclusi nei confini del sistema; - Dati generici: informazioni riferite a processi e/o materiali analoghi o sostitutivi di quelli inclusi nei confini del sistema. • Criteri di esclusione per input e output: considerata l’impostazione iterativa della LCA, l’inclusione e l’esclusione di processi/attività devono essere preferibilmente basate sull'analisi di sensibilità [ISO 14041 Par. 6.4.5]. In particolare è prevista: - l’esclusione di fasi del ciclo di vita o di unità di processo o di flussi input/output quando ne è stata evidenziata la bassa significatività; - l’inclusione di nuove unità di processo, flussi in ingresso e in uscita significativi messi in luce nell'analisi di sensibilità. 2) Analisi dell’inventario del ciclo di vita (Life Cycle Inventory analysis - LCI) Comprende la raccolta dei dati e dei procedimenti di calcolo che consentono di individuare e quantificare i flussi in entrata e in uscita di un sistema di prodotto [ISO 14040]. È sicuramente la fase più importante in uno studio LCA ed essendo di tipo iterativo è possibile che nel reperire i dati e nel creare il modello possano comparire nuovi requisiti o limitazioni. La LCI richiede risorse rilevanti e per tale ragione viene solitamente supportata da software e banche dati dedicate. Essa è caratterizzata dai seguenti elementi: • Definizione del diagramma di flusso e unità di processo: la prima fase della LCI consiste nella costruzione di un modello informatico del sistema esaminato al fine di determinare, in funzione degli obiettivi dello studio, gli input e gli output fisici. Prima della fase di raccolta delle informazioni, tutti i sistemi-prodotto devono essere suddivisi in unità di processo. L’unità di processo è la più piccola entità di rilevamento dei flussi di input/output per la quale sono disponibili informazioni utili all’analisi. La LCA si fonda infatti sulla costruzione di un modello in cui le fasi del ciclo di vita sono rappresentate da unità di processo interconnesse da flussi di prodotti, energia e materiali. Una ad una le unità di processo sono analizzate ed integrate con le unità a monte e a valle nel processo produttivo, ripercorrendo, in pratica, l’intera filiera produttiva. Le unità di processo sono a loro volta Su finanziamento Avviso 1/2013 connesse con l’ecosistema dal quale prelevano le risorse naturali e nel quale rilasciano le sostanze indesiderate. I flussi fisici da e per l’ambiente sono sistematicamente individuati e inseriti in una tabella input/output che costituisce un vero e proprio bilancio ambientale fisico; Reperimento dati: i dati utili all’analisi sono in genere raccolti tramite questionari. Dal momento • che non è possibile raccogliere i dati primari di tutte le fasi della filiera vengono utilizzate banche dati commerciali che allegeriscono il lavoro dell’operatore LCA nella realizzazione del modello. Nello specifico non si è soliti raccogliere dati primari per operazioni legati a energia e trasporto. I dati di inventario sono tipicamente suddivisi nelle due seguenti aree: consumo di risorse (materie prime, risorse idriche ed energetiche) e impatti ambientali (emissioni in aria, acqua e terra, produzione di rifiuti solidi); Allocazione dei carichi energetici e ambientali: pochi processi industriali producono un singolo • flusso in uscita o sono fondati su una linearità fra materie prime in ingresso ed entità in uscita. Infatti la maggioranza dei processi industriali ha più di un prodotto e ricicla i prodotti intermedi o di scarto come fossero materie prime. Pertanto, i flussi di materiali e di energia, come pure i rilasci nell'ambiente ad essi associati, devono essere allocati ai differenti prodotti secondo procedure chiaramente definite [ISO 14041/44 – Par. 6.5.1]. I consumi e i relativi impatti possono pertanto essere ripartiti utilizzando parametri fisici (massa, volume, energia) o economici (anche se i risultati ottenuti possono essere privi di significato fisico); • Gestione del fine vita e riciclo dei rifiuti: l’analisi di inventario deve contemplare anche il fine vita del processo/prodotto analizzato e il destino dei prodotti di scarto. Devono essere inoltre evidenziate le eventuali fasi di riciclaggio e i benefici da queste derivanti. Nello specifico un riciclaggio a ciclo chiuso avviene quando i flussi di materiale da riciclare rientrano nello stesso processo industriale che li ha originati. Un riciclaggio a ciclo aperto avviene quando invece il materiale riciclato utilizzato è originato in un differente processo produttivo. 3) Valutazione dell’impatto del ciclo di vita (Life Cycle Impact Assessment - LCIA) Lo scopo della terza fase di una LCA è di rendere fruibili al meglio i risultati ottenuti nella LCI e di apprezzarne a fondo il significato ambientale. Nello specifico nella LCIA viene evidenziata l’entità delle modificazioni ambientali che si generano a seguito del consumo di risorse e dei rilasci nell’ambiente provocati dall’attività produttiva. In tale fase vengono pertanto individuate delle aree di interesse ambientale (categorie di impatto) e per ognuna di esse opportuni indicatori ambientali. Detti indicatori sintetizzano gli effetti ambientali potenziali associabili ai flussi di materia/energia in ingresso/uscita dal sistema studiato. Gli effetti ambientali e le relative categorie di impatto più comunemente utilizzati in uno studio LCA sono: Su finanziamento • Avviso 1/2013 Consumo di risorse: l’uso di materie prime con contenuto energetico è calcolato attraverso il Gross Energy Requirement (GER), inteso come l’energia primaria totale estratta dalla Terra. Tale indicatore si ottiene moltiplicando le quantità di tutte le materie prime con contenuto energetico per il loro rispettivo potere calorifico. L’indicatore GER, espresso in MJ, può essere ulteriormente diviso in due diversi contributi: non rinnovabile (NRER) e rinnovabile (RER); • Effetto serra: il riscaldamento globale del pianeta e i conseguenti cambiamenti climatici sono causati dal massiccio aumento dei principali gas serra. Tale impatto ambientale viene misurato attraverso il GWP (Global Warming Potential), espresso in kg di anidride carbonica equivalente. Attraverso i potenziali di riscaldamento globale si convertono le quantità relative ai vari gas serra in unità comuni di kg di anidride carbonica equivalente. Il GWP è normalmente calcolato per un periodo di esposizione di 100 anni e i fattori di caratterizzazione di ogni emissione sono determinati dall’ Intergovernmental Panel of Climate Change (IPCC); • Assottigliamento fascia d’ozono: l’ozono è il gas che caratterizza la stratosfera ed ha la funzione di schermare la Terra dai raggi ultravioletti del sole. I CFC (Cloro-fluoro-carburi) sono gas che intaccano le molecole di ozono e hanno col tempo creato il cosiddetto “buco”. Per standardizzare i valori relativi alle varie sostanze che producono tale effetto (la lista è prodotta dal World Meteorological Organization), si utilizza il potenziale di riduzione dell’ozono (ODP) che si basa sul numero di reazioni di rottura della molecola di ozono. Tale indicatore è espresso in kg CFC11 equivalenti. Le maggiori conseguenze di questo fenomeno riguardano soprattutto la salute dell’uomo (carcinomi, riduzione sistema immunitario, ecc …); • Acidificazione: consiste nell’abbassamento del pH di laghi, fiumi, foreste e suoli. I principali responsabili di tale fenomeno, che porta a pesanti conseguenze per l’uomo e per l’ambiente naturale, sono le emissioni provenienti dall’utilizzo di combustibili fossili, in particolare quelli ad elevato contenuto di zolfo. Il potenziale di acidificazione (AP) viene espresso in termini di kg di SO2 equivalenti oppure di moli di ioni H+ equivalenti della sostanza responsabile di tale fenomeno. • Eutrofizzazione: il massiccio apporto di sostanze come il fosforo e l’azoto (contenuti negli scarichi urbani e nei fertilizzanti) provoca un abbassamento del tenore di ossigeno nei suoli e nelle acque superficiali; in particolare nei bacini lacustri, l’effetto risulta evidente, per via della formazione di alghe in sovrannumero. Il BOD e il COD (espressi in kg di O2) rappresentano le unità di misura che quantificano la domanda di ossigeno necessario per raggiungere la purezza naturale. Attraverso il potenziale di eutrofizzazione (NP) sono calcolati i kg di NO3- o di PO4--equivalenti. Su finanziamento • Avviso 1/2013 Formazione smog fotochimico: si tratta di un effetto ambientale causato dalla presenza di idrocarburi incombusti ed ossidi di azoto all’interno dei fumi di combustione del petrolio e derivati. Essi, reagendo tra loro in presenza della radiazione solare, producono ozono (livello troposferico), altamente nocivo per l’uomo a causa dell’elevata reattività chimica. L’indicatore di categoria è l’etilene, e quindi tutti i valori delle varie sostanze sono rapportati ad esso attraverso i potenziali di formazione di ozono fotochimico (POCP). L’unità di misura è il kg di etilene (C2H4) equivalente. 4) Interpretazione e miglioramento del ciclo di vita (Life Cycle Interpretation) È la fase conclusiva di uno studio LCA, nella quale i risultati ottenuti nell’analisi d’inventario e nella valutazione dell’impatto sono combinati coerentemente con l’obiettivo prestabilito e lo scopo da raggiungere. Gli step della fase di interpretazione possono essere sintetizzati nel modo seguente: • Analisi di coerenza: per verificare la compatibilità degli obiettivi e delle strategie generali seguiti nell’analisi con quanto prefissato nella definizione dell’obiettivo e del campo di applicazione; • Analisi di completezza: ha lo scopo di appurare che tutte le fasi del ciclo di vita del processo/prodotto analizzato sono state prese in considerazione in linea con quanto emerso dall’analisi di sensibilità; • Analisi di contributo: al fine di verificare quali elementi della filiera indagata contribuiscono maggiormente ai carichi energetico-ambientali individuati nella LCIA; • Analisi di sensitività: ha l’obiettivo di comprendere la variabilità dei risultati in relazione al cambiamento di alcune condizioni del sistema; • Analisi di incertezza: per determinare in che modo le incertezze nei dati e nelle ipotesi incidono sull’affidabilità dei risultati dell’LCIA; • Conclusioni e raccomandazioni: necessarie a ridurre l’impatto ambientale dei processi o delle attività considerati, valutandoli in maniera iterativa con la stessa metodologia.