Cotta-Verzichelli, Il sistema politico italiano, Il Mulino, 2011
Capitolo VII. Regioni e governo locale. Un lungo viaggio verso il federalismo?
Regioni e governo locale.
Un lungo viaggio verso il federalismo?
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Cotta-Verzichelli, Il sistema politico italiano, Il Mulino, 2011
Capitolo VII. Regioni e governo locale. Un lungo viaggio verso il federalismo?
Obiettivi del capitolo
• Evidenziare le tappe principali del percorso che ha
portato alla nascita delle regioni e degli enti locali
• Descrivere il funzionamento delle regioni durante la
Prima Repubblica
• Presentare le principali argomentazioni elaborate per
spiegare le differenze di rendimento delle varie regioni
• Illustrare le riforme che dagli anni 90 hanno
trasformato le competenze e il profilo di regioni ed
enti locali
• Analizzare le conseguenze delle ultime riforme e
discutere i temi al centro dell’attuale dibattito politico
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Stato unitario e fratture territoriali
• Lo stato italiano nasce con una struttura centralizzata ma
con evidenti fratture territoriali
• Le amministrazioni municipali potevano contare su un alto
gradi di identificazione da parte dei cittadini
• In sintesi, dalla nascita dello stato unitario all’avvento del
fascismo, il sistema politico italiano era ispirato a un’idea
unitaria, pur non potendo contare su una comunità
politica coesa
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Il localismo
• Gli studiosi hanno sottolineato l’esistenza di forti squilibri
territoriali che hanno influenzato la costituzione dello
stato
• L’attenzione di storici ed economisti è stata rivolta
soprattutto alla questione meridionale
• Banfield (1958) apre una riflessione antropologica e
sociologica sul mezzogiorno condizionato dal “familismo
amorale”
• Secondo Putnam (1993) il rendimento istituzionale delle
regioni è influenzato dalla sedimentazione delel tradizioni
civiche (capitale sociale)
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Le autonomie territoriali
nella costituzione repubblicana
• La costituzione del 1948 riconosce le autonomie
territoriali e prevede forme di decentramento
amministrativo (art. 5)
• Il titolo V (artt. 114-133) individua tre livelli di governo
sub-nazionale: i comuni, le province e le regioni
• La costituzione (art. 121) prevede che le regioni abbiano
una forma di governo di tipo parlamentare
• 5 regioni a statuto speciale vennero create nei territori più
“periferici”
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Il dibattito della costituente sulle regioni
• Le attribuzioni delle regioni furono frutto di compromesso tra
“centralisti” e ”federalisti”
• La sinistra era riluttante alla devoluzione di troppe funzioni alle
regioni, che poteva rappresentare un ostacolo all’azione
modernizzatrice “del centro”
• I democristiani erano più federalisti, data la loro avversione per
lo stato centrale e la fiducia che riponevano nel principio di
“sussidiarietà”
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L'attuazione del regionalismo
• Le regioni a statuto ordinario furono attuate solo nel 1970
(l. 108/1968 e l. 281/1970)
• Le competenze delle regioni furono specificate da una legge
solo nel 1975 (l.382/1975)
• Tra il 1975 e il 1978 le regioni a statuto ordinario vennero
dotate di risorse umane
• L'azione di queste regioni si è scontrata con due limiti:
– limitata autonomia finanziaria
– la natura solo “concorrente” del loro potere legislativo
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Un sistema consensuale
• Per l'art. 121 della costituzione ogni regione doveva eleggere
un consiglio
• Il consiglio doveva accordare la fiducia alla giunta regionale
(esecutivo)
• La giunta regionale era guidata da un presidente
• Il rapporto tra consiglio e giunta ricordava quello della prima
repubblica
– Il consiglio era predominante
– Il presidente della giunta era debole
• Le elezioni regionali diventarono “elezioni di secondo ordine”
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Il governo locale dopo il 1990
• Attorno al 1990 si crearono le condizioni per riformare il
sistema di governo locale
• Le origini profonde del cambiamento vanno cercate nella
maggiore richiesta di autonomia degli enti locali
• La crisi della politica dei primi anni '90 ha aperto una finestra di
opportunità per introdurre alcune riforme innovative
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La trasformazione del sistema locale
• 1990: Legge di riassetto del governo locale (n.142)
• 1993: Introduzione dell'elezione diretta dei sindaci, dei presidenti di provincia e
nuovo sistema di governo regionale (l.81)
• 1995: Riforma del sistema elettorale regionale
• 1997/8: Leggi Bassanini (I, II, III) sulla riorganizzazione degli enti locali
• 2000: Testo unico di coordinamento delle normative sul governo locale (l.265)
• 2001: Riforma del titolo V della costituzione (l.cost. 3/2001)
• 2003: Legge La Loggia di applicazione della riforma costituzionale (l.131)
• 2005: Riforma costituzionale include la devoluzione e il senato federale
• 2006: Esito negativo del referendum sulla riforma costituzionale
• 2009: legge delega 42 delinea i principi del federalismo fiscale
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La nuova forma di governo locale
• Comuni e Province assumono una forma di governo chiamata
“neoparlamentare”:
– il capo dell'esecutivo è eletto direttamente e contestualmente all'elezione
del consiglio
– il capo dell'esecutivo nomina e licenzia gli assessori
– il consiglio può sfiduciare la giunta, ma questo atto determina anche il suo
scioglimento (simul stabunt simul cadent)
• Anche le regioni hanno visto il rafforzamento dell'esecutivo:
– il Presidente della giunta è eletto direttamente
– il vecchio sistema elettorale fu corretto con un premio di maggioranza
collegato alle liste maggioritarie
– Successivamente l’affermazione dei sistemi elettorali autonomi conferma il
premio di maggioranza
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Le leggi Bassanini (1996-1999)
• Le cosiddette leggi Bassanini sono tre decreti delegati che hanno
riformato il diritto degli enti locali:
– si è affermato il principio di autonomia decisionale delle
autorità locali
– introduzione della valutazione amministrativa
– più responsabilità alla dirigenza
– maggiore mobilità del personale
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La riforma costituzionale del 2001
• La riforma del titolo V della costituzione (l. cost. 3/2001) definisce il
regionalismo in Italia
• L'art. 117 viene rovesciato nella sua struttura fondamentale:
l'articolo elenca le materie su cui lo stato centrale ha potere
legislativo esclusivo o concorrente
• L'art. 114 introduce un nuovo livello, le città metropolitane, che in
alcune zone dovrebbero sostituire le province (non ancora attuate)
• L'art. 119 stabilisce il principio dell'autonomia finanziaria
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Quale e quanto federalismo?
Gli ultimi sviluppi
• Nella XV legislatura il governo di centro destra ha varato una
ulteriore riforma del titolo V, che tuttavia è stata successivamente
rigettata dal referendum confermativo (2006)
• Il “federalismo” appare ancora troppo confuso, sia sulle
responsabilità di policy sia per quanto concerne l'autonomia
finanziaria
• Il fallimento della riforma del 2005 evidenzia il mancato
raggiungimento di un obiettivo già fallito nel 2001: ridurre la
complessità degli enti locali
• Con il nuovo ciclo di centro destra (2008-...) si apre la stagione del
federalismo fiscale, introdotto via legge ordinaria (l. 42/2009)
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Capitolo 7 - Dipartimento di Scienze sociali e politiche