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Home / Altre sezioni / Made in Italy / Legno e arredo, dossier Federlegno-Symbola: secondi solo alla Cina
pubblicato il 02/mar/2015 13:14
Legno e arredo, dossier Federlegno-Symbola:
secondi solo alla Cina
Il settore si conferma trainante per il Made in Italy
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Roma, 2 mar. (askanews) Con oltre 10 miliardi di surplus,
l'industria italiana del mobile è
seconda nella graduatoria
mondiale che misura il saldo
della bilancia commerciale,
preceduta solamente dalla
Cina. Il nostro legno arredo è ai
vertici dell'attivo commerciale
con l'estero in ben il 60% dei
prodotti del settore. Inoltre, con
56,4 mln di euro investiti, può
vantare anche il primato
europeo per spesa in Ricerca e
sviluppo. È quanto emerge dal
dossier "10 verità sulla competitività italiana - Focus sul settore Legno Arredo" di Fondazione
Symbola, Unioncamere, FederlegnoArredo e Fondazione Edison, il cui coordinatore scientifico è
Marco Fortis.
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Il settore del legno arredo si conferma dunque trainante per il Made in Italy, avendo contribuito a far sì
che dal 2008 al 2013 l'Italia abbia incrementato l'export del 16,5% facendo meglio di Germania
(+11,6%) e Francia (+5,9%). Nel dossier si ricorda che siamo tra i soli 5 paesi al mondo a vantare
un surplus commerciale manifatturiero superiore a 100 miliardi di dollari.
Questi nel dettaglio i punti di forza del settore messi nero su bianco dal dossier: con 10 miliardi di
surplus l'industria italiana del Legno Arredo è dietro alla Cina (83,4 mld) ma precede i competitor
polacchi (8,4 mld), vietnamiti (5 mld), messicani (4,7 mld) e tedeschi (-1,6 mld). L'Italia si trova ai
vertici della Ue 28 per saldo commerciale per 22 prodotti dei 37 internazionalmente censiti del
settore Legno Arredo, relativi all'industria del mobile, porte, finestre e apparecchi per l'illuminazione.
L'eccellenza manifatturiera italiana del Legno Arredo - si legge ancora nel dossier - ha una forte
matrice territoriale. Due delle tre principali regioni produttrici di mobili dell'Unione Europea sono
italiane: Veneto e Lombardia. Tra le prime 15 regioni europee produttrici di mobili ben 5 sono italiane
(anche Marche, Friuli Venezia Giulia, Toscana). Le imprese italiane dell'industria del mobile sono poi
leader in Europa negli investimenti in R&S, precedendo, con 56,4 mln di Ç, quelle inglesi (44,6),
tedesche (39,9) e francesi (17,5) nella spesa all'origine della competitività per innovazione e design.
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Nonostante il deficit strutturale di materie prime, l'Italia grazie alle proprie competenze manifatturiere
genera un valore aggiunto nell'industria del mobile (4,9 mld di Ç) di gran lunga superiore a quello di
molti paesi naturalmente ricchi di materie prime legnose (come Francia, 2,3 mld, Spagna, 1,8 mld,
Svezia, 900 mln di Ç).
Il rapporto non nasconde le difficoltà del Paese, messo alla prova da anni di crisi, da un mercato
interno che non riesce a sostenere il sistema produttivo e da problemi antichi che, si legge nella
premessa, "vanno ben oltre il pesante debito pubblico: la diseguaglianza nella distribuzione della
ricchezza, la mancanza di lavoro, il peso delle mafie e di una corruzione mai contrastata
adeguatamente, una burocrazia spesso soffocante, il Sud che perde contatto con il resto del
Paese". Ma che al contempo sa individuare le potenzialità e i punti di forza del sistema Italia.
"Rimediare - spiegano infatti gli estensori del rapporto nella premessa - non è facile, ma è alla nostra
portata. Serve però un'idea di futuro. E' indispensabile acquisire la consapevolezza dei nostri punti di
forza, per mobilitare i talenti e le energie migliori".
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