PROGETTO DI CONSERVAZIONE DELL’ANGUILLA (Anguilla anguilla) IN PROVINCIA DI CREMONA Anno 2011 A cura di Carlo Lombardi Cremona, novembre 2011 PROGETTO DI CONSERVAZIONE DELL’ANGUILLA (Anguilla anguilla) IN PROVINCIA DI CREMONA Anno 2011 A cura Carlo Lombardi Responsabili della raccolta dei dati di campo: Carlo Lombardi Ringraziamenti: Si rivolge un ringraziamento al personale della FIPSAS sezione Provinciale di Cremona per la collaborazione nelle fasi di immissioni faunistiche e ai censimenti ittici per la verifica dell’esito dei ripopolamenti. Un ringraziamento anche al corpo delle Guardie Ittiche e Venatorie provinciali per la partecipazione a varie attività di campo 2 INDICE DEGLI ARGOMENTI 1. INTRODUZIONE................................ INTRODUZIONE................................................................ ................................................................................................ ................................................................................................ .................................................................... .................................... 4 2. MATERIALI E METODI ................................................................ ................................................................................................ .......................................................................................... .......................................................... 7 2.1. AREA DI STUDIO................................................................ ................................................................................................ ................................................................................................ .................................................................... .................................... 7 2.2. RIPOPOLAMENTI ................................................................ ................................................................................................ ................................................................................................ ................................................................... ................................... 8 2.3. CENSIMENTO ITTICI ................................................................ ................................................................................................ ............................................................................................... ............................................................... 8 2.4. ELABORAZIONE DEI DATI RACCOLTI................................................................ ................................................................................................ ........................................................................... ........................................... 8 3. RISULTATI ED ELABORAZIONI ELABORAZIONI................................ ZIONI ................................................................ ................................................................................................ .............................................................................. .............................................. 9 3.1. PROGRAMMA DI RIPOPOLAMENTO RIPOPOLAMENTO. ................................................................ ................................................................................................ .......................................................................... .......................................... 9 3.2. CENSIMENTI ITTICI ................................................................ ................................................................................................ .............................................................................................. .............................................................. 13 3.2.1. 4. CONCLUSIONI ................................................................ ................................................................................................ ................................................................................................ .................................................................... .................................... 22 4.1. 5. PROVE DI STABULAZIONE E ACCRESCIMENTO ............................................................................................20 PIANO DI RIPOPOLAMENTO RIPOPOLAMENTO CON ANGUILLA EUROPEA EUROPEA ................................................................ ................................................................................. ................................................. 24 NOTE BIBLIOGRAFICHE ................................................................ ................................................................................................ ..................................................................................... ..................................................... 26 ALLEGATI - Documentazione fotografica 3 1. INTRODUZIONE Figura 1.1. Fiume Adda L’anguilla (Anguilla anguilla) presenta un’ampia distribuzione che comprende la parte settentrionale dell’Oceano Atlantico, il Mar Mediterraneo, il Mar Nero, la maggior parte dell’Europa e il Nord Africa occidentale. In Italia è potenzialmente presente dalle acque salmastre a quelle dolci, sino a quote superiori ai 400 metri s.l.m. L’ampio areale di distribuzione e l’elevata capacità di adattamento hanno a lungo consentito di limitare i danni causati dalle alterazioni degli habitat e dall’intensa attività di pesca dovuta all’accresciuta richiesta commerciale soprattutto degli stadi giovanili, che non è possibile ottenere in modo artificiale a causa della complessa biologia riproduttiva della specie. Proprio le peculiarità biologiche della specie, combinate all’assenza di un’adeguata regolamentazione per la tutela soprattutto degli stadi giovanili e di appropriati interventi di salvaguardia della specie, hanno determinato da diversi anni un forte declino demografico dell’anguilla, che stanno compromettendo la sua sopravvivenza, tanto da indurre la Comunità Europea a prendere seri e urgenti provvedimenti in materia. Le stesse caratteristiche bioecologiche della specie impongono una politica di salvaguardia che agisca su un’ampia scala geografica e che veda partecipi tutti le nazioni dell’areale di distribuzione, quantomeno quelli europei. 4 L’anguilla è in forte contrazione nelle acque del territorio regionale e provinciale. I nuclei di anguilla di norma censiti sono sempre più sporadici e formati da sparuti esemplari. In provincia di Cremona è ancora presente nei grossi fiumi e in alcuni canali della rete idrica minore dotati di sufficienti ripari (massi e anfratti di varia natura). Nel 2000 è stata censita nel 20,8% dei corsi d’acqua provinciali indagati (25% bacino Adda; 17,6% bacino Oglio; 14,3% bacino Po) con una biomassa media è pari a 1,46 g/mq; è stata rinvenuta abbondante nel Cresmiero (3,48 g/mq), nell’Adda, nell’Oglio e nel Riglio. La carta ittica del 2008 ha messo in luce un ulteriore calo demografico. Nuclei di anguilla si trovano ancora in corrispondenza del tratto medio-basso del Fiume Adda e in parte della sua rete idrica collegata; questo fatto è probabilmente imputabile alla maggiore concentrazione di anguille in fase di risalita nel tratto di fiume Po immediatamente a valle della diga di Isola Serafini, zona appunto in cui sfocia l’Adda. Il quadro distributivo appena esposto fa emergere come i grandi fiumi di pianura abbiano un ruolo fondamentale nell’assicurare a tutt’oggi una grande disponibilità di habitat per la specie; gli stessi grandi fiumi, Po e affluenti, svolgono peraltro il fondamentale ruolo di vie di collegamento da e per il mare per tutte le anguille distribuite in provincia di Cremona e nella regione Lombardia. Il Regolamento (CE) n. 1100/2007 del Consiglio Europeo del 18 settembre 2007, stabilisce un quadro per la protezione e lo sfruttamento sostenibile dell’anguilla nelle acque comunitarie, nelle lagune costiere, negli estuari e nei fiumi e nelle acque interne comunicanti degli Stati membri che sfociano nei mari delle zone CIEM III, IV, VI, VII, VIII, IX o nel mare Mediterraneo. Gli Stati membri sono tenuti ad individuare e definire i singoli bacini ubicati nel loro territorio nazionale che costituiscono habitat naturali per l’anguilla europea e che possono comprendere acque di transizione o marittime. Il Piano di gestione dello stock di Anguilla europea redatto dalla Regione Lombardia nel maggio 2010, vuole offrire un contributo al Piano Nazionale per azioni locali sul territorio lombardo. Il Piano riconosce quali possibili motivi di declino dell’anguilla nel territorio regionale, quelli individuati in generale per le acque continentali europee e cioè in sintesi: - perdita di habitat causata dalla costruzione di barriere fisiche alla migrazione; - mortalità causata dalle turbine delle opere di presa di impianti idroelettrici; - contaminazione conseguente all’inquinamento delle acque; - diffusione di malattie parassitarie; - eccessivo prelievo; - predazione e/o competizione trofica da parte di specie esotiche (siluro) o predazione da parte di specie autoctone protagoniste negli ultimi decenni di esplosioni demografiche abnormi di origine antropogenica (cormorani). Per far fronte alla situazione e fornire risposte concrete alla situazione descritta, il Piano regionale prevede provvedimenti cogenti, rappresentati dall’adeguamento della regolamentazione sulla pesca 5 tramite misure restrittive di pesca e dalle sinergie con altri strumenti normativi (Direttiva Habitat 92/43/CEE e Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE), nonché altri interventi prioritari, tra i quali: programmi di ripopolamento comprese le attività relative agli obblighi ittiogenici, misure strutturali per rendere percorribili i fiumi attraverso la realizzazione di passaggi per pesci, interventi di miglioramento degli habitat, mitigazione dell’impatto prodotto dalle turbine delle centrali idroelettriche mediante l’attivazione di sistemi dissuasivi alle deviazioni, lotta ai predatori e monitoraggi delle migrazioni e dei ripopolamenti. In risposta al Regolamento Europeo, che richiede di stimare con un alto grado di dettaglio la migrazione delle anguille, Unimar e l’Università di Roma "Tor Vergata" ha elaborato un modello matematico, denominato DEMCAM, che consente di stimare la quantità di anguille argentine emigranti, per ambienti diversi, in diversi scenari gestionali di pesca e di semina: il modello, calibrando l’impatto dovuto alla pesca e l’ingresso di anguille dovuto alle semine, offre il relativo scenario di emigrazione dell’anguilla verso il mare per la riproduzione. Purtroppo la Regione Lombardia non dispone di sufficienti dati di input al modello, a causa della mancata registrazione organica di tutte le pratiche di semina realizzate nel tempo. Da qui l’importanza anche solo di registrare adeguatamente tutte le pratiche di ripopolamento complete dei dati accessori necessari per l’applicazione dei modelli e per ottenere adatte reportistiche. Il reperimento di una notevole quantità di informazioni, l’analisi dello stato ambientale dei corsi d’acqua e delle problematiche che li affliggono, il rilievo dei punti di forza e delle criticità e la registrazione sistematica di tutte le attività praticate, costituiscono, anche per la salvaguardia di questa specie, la base di partenza per la predisposizione di corrette pratiche gestionali, che mirino prioritariamente alla conservazione degli habitat e alla tutela della produzione naturale di anguille. Il principio base che regola le strategie di tutela della specie è quello di promuovere la capacità delle popolazioni selvatiche di autosostenersi. Allo stato attuale di crisi della specie e del complesso di alterazioni eco-sistemica e di gestione della specie, si devono considerare anche soluzioni integrative, quali i ripopolamenti, valutando con estrema attenzione tutti gli effetti diretti ed indiretti che le stesse pratiche ittiogeniche proposte comportano. Non si dispone infatti di materiale “esogeno” che possa integrare la produzione naturale e pertanto le uniche leve su cui si può agire sono rappresentate dalla gestione ottimale degli stock naturali, realizzata tramite lo spostamento degli animali al fine di ridurre l’effetto negativo delle pressioni ambientali e le pratiche di allevamento/accrescimento dedicate a produrre animali destinati ai ripopolamenti, adatti quindi all’ambiente naturale. 6 2. MATERIALI E METODI 2.1. Area di studio L’area di studio è rappresentata dalle acque del territorio della provincia di Cremona. Sono stati presi in considerazione i tratti fluviali e il complesso del reticolo idrico minore. L’analisi dello stato dei corsi d’acqua e della distribuzione ittica utile alla pianificazione dei ripopolamenti ittici e della verifica degli stessi è stata condotta a partire dalla Carta Ittica della Provincia di Cremona; ci si è anche avvalsi delle altre carte ittiche provinciali e della Carta Ittica del fiume Po oltre che di vari studi realizzati dalla Provincia di Cremona. I fiumi Adda, Serio, Oglio e Po rappresentano gli elementi cardini dell'idrografia cremonese a cui si accompagna una fitta rete di canali secondari o minori con funzioni di drenaggio o di colo e di irrigazione. Dopo aver operato una scelta dei corsi d’acqua su cui eseguire i lavori, sono state condotte le attività di ripopolamento e la verifica dell’esito mediante censimento ittico. Figura 2.1 - Fiume Adda a Spino d’Adda: sulla sinistra si apprezza una porzione di lanca e sulla destra in lontananza è visibile il corso vivo dell’Adda. 7 2.2. Ripopolamenti Ripopolamenti I ripopolamenti sono stati condotti con anguille a due distinti stadi di sviluppo: ceche e ragani. La fornitura di 4 kg di ceche e 150 di ragani, precedentemente definita dalla Provincia di Cremona, è stata affidata alla Ditta Menozzi. Il ripopolamento con anguille allo stadio di ragani è stato eseguito in data 18 febbraio 2011, mentre quello con ceche è stato condotto il 17 marzo 2011. Sono stati definiti i criteri su cui basare la scelta dei corsi d’acqua in cui eseguire i ripopolamenti con anguille ai vari stadi di sviluppo. Come dettagliato nei risultati, le anguille sono state immesse in corpi idrici dotati di differenti caratteristiche ambientali ed idrologiche, in cui teoricamente poteva essere praticata una verifica dell’esito dei ripopolamenti stessi. Il rilascio è avvenuto mediante ambientamento termico e graduale distribuzione del materiale. Nell’impianto provinciale di Soncino è stato applicato un protocollo sperimentale per verificare la capacità di ambientamento delle anguille. 2.3. Censimento Censimento ittici La verifica dei ripopolamenti è stata condotta attraverso censimenti ittici, utilizzando la tecnica dell’elettropesca. I censimenti sul reticolo idrico oggetto dell’indagine sono stati condotti da ottobre e novembre. Nell’impianto provinciale di Soncino è stato condotto uno studio puntuale per verificare l’emigrazione delle anguille dal laghetto oggetto di ripopolamento ed è stato verificato l’esito dei ripopolamenti in un ambiente confinato. Le verifiche sul posto sono state eseguite nei successivi tre mesi dalla data di immissione; si è poi provveduto alla verifica di presenza di anguille nella roggia Filibera nel mese di novembre. 2.4. Elaborazione dei dati raccolti Sono stati utilizzati, a seconda dei casi, metodi di statistica descrittiva e inferenziale. 8 3. RISULTATI ED ELABORAZIONI 3.1. Programma di ripopolamento. É stata condotta un’accurata analisi della distribuzione storica, potenziale ed attuale dell’anguilla sul territorio della provincia di Cremona; sono stati condotti 2 sopralluoghi (il 10/02/2011 e il 14/02/2011) per verificare sul campo le condizioni idrologiche ed ambientali dei primi corsi selezionati. Sulla base dei criteri di scelta dei corsi d’acqua di seguito riportati, è stato definito il piano di ripopolamento completo di quantitativi distinti per le due fasi di sviluppo degli animali (ceche e ragani) destinati alle immissioni (si vedano la Tabella 3.1 e la Tabella 3.2). La scelta delle località di semina ha inoltre rispettato e soddisfatto le indicazioni stabilite dal Piano Regionale di gestione dell’Anguilla europea. In particolare è stata svolta un’accurata valutazione delle possibilità di smonta dell’anguilla verso il mare e della qualità ambientale dei corsi d’acqua dell’area in esame, individuando gli ambienti dove risulti strategico e funzionale l’immissione ai fini della conservazione dell’anguilla. Nell’ambito del presente lavoro non sono state fatte valutazioni preliminari in merito all’opportunità di compiere il ripopolamento con anguille e si è agito nell’ambito del piano di ripopolamento definito in precedenza dalla Provincia di Cremona che prevedeva due differenti stadi di sviluppo e relativi quantitativi. In particolare nell’ambito del presente incarico si è tentato di valutare l’esito dei ripopolamenti con anguille ai vari stadi di sviluppo. Sulla base di quanto detto, i criteri dettagliati su cui si è basata la scelta dei corsi d’acqua in cui eseguire i ripopolamenti con anguille ai vari stadi di sviluppo sono stati i seguenti: - distribuzione: storica, potenziale ed attuale. - grado di isolamento: sono stati scelti corsi d’acqua ben definiti, con ridotti collegamenti laterali al reticolo idrico, al fine di verificare l’esito dei ripopolamenti mediante censimenti ittici da condurre nei mesi successivi ai ripopolamenti. Per questo motivo sono stati esclusi i grandi corsi d’acqua o i corsi d’acqua che non sono facilmente monitorabili; - condizioni ambientali: al fine di testare l’esito dei ripopolamenti sono stati individuati corsi d’acqua di differente tipologia e bacino idrografico; tra i corsi lotici (seppur a limitata velocità di corrente) sono stati scelti: fontanili, canali della media pianura cremonese con apporti idrici derivati dal sistema dei navigli, canali della bassa pianura cremonese con apporti idrici prevalenti di colo e canali naturali affluenti dei principali fiumi; tra i bacini di acqua lentica sono stati scelti rami morti o laterali dei fiumi, bodri e altri bacini idrici; - regime idrologico: di tipo tendenzialmente perenne, con quantitativi nei periodi di magra sufficienti al mantenimento vitale degli animali e tale da assicurare buone condizioni trofiche e ambientali; 9 - velocità di corrente: modesta tale da non compromettere la sopravvivenza e lo sviluppo degli animali agli stadi giovanili; - regime termico: di tipo compatibile con le esigenze fisiologiche dell’anguilla: in particolare si sono dovuti escludere ampi tratti di fontanili in quanto la temperatura estiva rimane insufficiente per assicurare un buono sviluppo degli stadi giovanili; - presenza di predatori ittifofagi: sono stati selezionati corsi d’acqua in cui l’impatto da predazione da parte di pesci e uccelli ittiofagi sia sufficientemente basso da non compromettere l’intervento di ripopolamento. Questo elemento viene valutato in relazione anche alla disponibilità di rifugi utili a contrastare il processo di predazione, quali vegetazione riparia, opere di difesa spondale costituite da massi sciolti, fondale melmoso (per le ceche); - presenza di substrati e qualità delle acque: adatte ai diversi stadi di sviluppo dell’anguilla oggetto di ripopolamento: in particolare sono state scelte zone con fondali melmosi utili nella fase di quiescenza delle ceche nel periodo invernale; per contrastare fenomeni di batteriosi, a cui le ceche sono particolarmente suscettibili, sono stati scelti corsi d’acqua dalle migliori caratteristiche idroqualitative compatibilmente con la tipologia di canale prescelto. Il ripopolamento con anguille allo stadio di ragani è stato eseguito in data 18 febbraio 2011, mentre quello con ceche è stato condotto in data 17 marzo 2011; i dati riepilogativi del programma di semina è riportato in Tabella 3.1. In fase di semina sono stati apportati ritocchi al piano medesimo, in ragione delle condizioni idrologiche e ambientali stazionali e in base a considerazioni di ordine pratico e contingente, nonché in relazione alla necessità di non arrecare sofferenza agli animali durante il trasporto (Tabella 3.2). I ragani, del peso di circa 40 grammi l’uno, ammontavano complessivamente a 165 kg (15 in più rispetto a quanto richiesto), mentre le ceche in quantitativo complessivo di 4 kg erano pari a circa 10.000 unità (circa 2.500 ind./kg). Considerando una superficie del territorio provinciale pari a 177,1 km2, è possibile stimare la densità di semina espressa in superficie, pari, per i ragani, a 0,9 kg/km2 e, per le ceche, a 56,5 ind./km2. Sono state scelte sia acque lotiche sia lentiche. Nelle prime sono stati immessi l’82% dei ragani (136 kg) e il 40% delle ceche (1,6 kg), nelle seconde sono stati immessi il 18% dei ragani (29 kg) e il 60% delle ceche (2,4 kg). Tra le acque lotiche sono stati selezionati 3 corsi d’acqua della bassa pianura cremonese (Riglio Delmonazza, Canale Delmona e Delmona Tagliata) in cui sono stati immessi solo ragani; l’Aspice, un corso d’acqua naturale del bacino del fiume Oglio, in cui sono stati immessi 25 kg di ragani; tra i fontanili, destinati ai ripopolamenti con ceche, sono stati scelti la Roggia Bontempa, la Fontana del Carpano e la Roggia Raffreddo; nella media pianura cremonese sono stati immessi ragani e ceche nel Colatore Morbasco e solo ceche nel Colatore Vallotto e nel Dugale Cavo Grumone. Tra le acque lentiche l’unico bacino idrico destinato ai ragani è stato il Lancone di Gussola (29 kg), mentre la Morta di Spino, il Bodrio della Ca’ Vecchia e lo stagno della Filibera sono state ripopolate con ceche. 10 Tabella 3.1 - Programma di ripopolamento distinto per corso d’acqua e stadio di sviluppo del pesce; sono riportati i quantitativi parziali per ogni corso d’acqua. IDROLOGIA TIPOLOGIA AMBIENTALE CORSO D'ACQUA Lentica Altri bacini lentici Stagno della Filibera Stagni di Acquanegra Bodri Bodrio della Ca' Vecchia Lanche/Morte Lancone di Gussola Morta di Spino Mortine di Salvignano Lotica Bassa pianura cremonese Canale Acque Alte/Riglio Delmonazza Canale Delmona Delmona Tagliata Corsi naturali bacino Oglio Aspice Cavo Canobbia Fontanili Roggia Del Prete Roggia Monica (laterale Rio Tormo) Roggia Naviglio Roggia Caradella Roggia Falcona Roggia Renata Roggia Raffreddo Roggia Canarola Roggia Di Mezzo (Tra Migliavacca e Benzona) Media pianura cremonese Canale Robecco Canale Robecco Roggia Conte Sommasca Lentica Totale Lotica Totale Totale COMUNE Soncino Acquanegra Spinadesco Gussola Spino d'Adda Formigara San Giovanni in Croce Casteldidone Voltido Pescarolo Olmeneta Spino d'Adda Dovera (Postino) Trescore Cremasco Bagnolo Cremasco Dovera San Bassano Pandino Pandino Palazzo Pignano Cremona Cremona Annicco ID (staz.) Ceche Ragani Totale 0,6 0,6 0,2 332 15 0,6 3 331 20 8 249 266 279 0,6 15 25 15 15 15 15 0,2 0,4 0,4 10 0,2 10 10 10 90 247 18 0,4 15 0,4 1,4 2,6 4 30 140 170 0,2 15 0,6 15 25 15 15 15,6 15 0,2 0,4 0,4 10 0,2 10 10 10 0,4 15 0,4 31,4 142,6 174 Tabella 3.2 - Ripopolamenti effettivamente condotti distinti per corso d’acqua e stadio di sviluppo del pesce; sono riportati i quantitativi parziali per ogni corso d’acqua. IDROLOGIA TIPOLOGIA AMBIENTALE CORSO D'ACQUA Lentica Altri bacini lentici Stagno della Filibera Stagno della Filibera (box) Bodri Bodrio della Ca' Vecchia Lanche/Morte Lancone di Gussola Morta di Spino Lotica Bassa pianura cremonese Canale Acque Alte/Riglio Delmonazza Canale Delmona Delmona Tagliata Corsi naturali bacino Oglio Aspice Fontanili Roggia Bontempa Fontana del Carpano Roggia Raffredo Media pianura cremonese Colatore Morbasco Colatore Morbasco Colatore Vallotto Dugale Cavo Grumone Lentica Totale Lotica Totale Totale COMUNE Soncino Soncino Spinadesco Gussola Spino d'Adda Castelponzone Casteldidone Derovere Pescarolo Spino d'Adda Spino d'Adda Pandino Costa Sant'Abramo Costa Sant'Abramo Castelverde Corte de' Frati ID (staz.) Ceche Ragani Totale 1,49 1,49 0,11 0,11 0,4 0,4 332 29 29 333 0,4 0,4 3 28 28 331 21 21 20 23 23 8 25 25 267 0,2 0,2 334 0,2 0,2 335 0,4 0,4 336 39 39 337 0,32 0,32 338 0,08 0,08 28 0,4 0,4 2,4 29 31,4 1,6 136 137,6 4 165 169 Tabella 3.3 – Ripopolamenti distinti per tipologia ambientale, corso d’acqua e stadio di sviluppo. Sono disponibili informazioni sul quantitativo espresso in peso e numero, sulla estensione del corso d’acqua (lunghezza, larghezza e superficie) e sulla densità di semina espressa in individui o grammi al metro quadrato. IDROLOGIA Lentica Lentica Lentica Lentica Lotica Lotica Lotica Lotica Lotica Lotica Lentica Lotica Lotica Lotica Lotica Lotica TI POLOGIA AMBIENTALE Altri bacini lentici Altri bacini lentici Bodri Lanche/Morte Fontanili Fontanili Fontanili Media pianura cremonese Media pianura cremonese Media pianura cremonese Lanche/Morte Bassa pianura cremonese Bassa pianura cremonese Bassa pianura cremonese Corsi naturali bacino Oglio Media pianura cremonese ID (corso) ID (staz.) -1 -1 4253 -2 196 2232 350 2149 2164 98 98 5 2098 102 95 2149 342 342 343 333 267 334 335 337 338 28 332 3 331 20 8 336 CORSO D'ACQUA Stagno della Filibera Stagno della Filibera (box) Bodrio della Ca' Vecchia Morta di Spino Roggia Bontempa Fontana del Carpano Roggia Raffredo Colatore Morbasco Colatore Vallotto Dugale Cavo Grumone Lancone di Gussola Riglio Delmonazza Canale Delmona Delmona Tagliata Aspice Colatore Morbasco COMUNE Soncino Soncino Spinadesco Spino d'Adda Spino d'Adda Spino d'Adda Pandino Costa Sant'Abramo Castelverde Corte de' Frati Gussola Castelponzone Casteldidone Derovere Pescarolo Costa Sant'Abramo 11 STADIO DI SVILUPPO Ceche Ceche Ceche Ceche Ceche Ceche Ceche Ceche Ceche Ceche Ragani Ragani Ragani Ragani Ragani Ragani QUANTITA' PESO (kg) QUANTITA' NUMERO (n) LUNGH. (m) LARGH. (m) SUP. (mq) DENSITA' (ind./mq) DENSITA' (g/mq) 1,49 0,11 0,4 0,4 0,2 0,2 0,4 0,32 0,08 0,4 29 28 21 23 25 39 3725 275 1000 1000 500 500 1000 800 200 1000 522 504 378 414 450 702 80 4 60 30 6 60 4500 4500 5000 25500 1660 3350 20000 34000 13500 33000 20000 25500 3 3 3 5 2 2,5 4 9 4 6 4 5 2400 24 3600 1100 13500 13500 15000 127500 3320 8375 80000 306000 54000 198000 80000 127500 1,552 11,458 0,278 0,909 0,037 0,037 0,067 0,006 0,060 0,119 0,007 0,002 0,007 0,002 0,006 0,006 0,363 0,092 0,389 0,116 0,313 0,306 Nello stagno Filibera è stato possibile confinare con pannelli di legno una zona di 6 metri per 4 metri in cui sono stati immesse 275 ceche (con una densità di 11,5 individui al metro quadrato), opportunamente protette con reti antiuccello. Attraverso l’esperimento si è voluto valutare in ambiente chiuso e controllato la sopravvivenza degli animali ed eventualmente il tasso di accrescimento. La densità di semina applicata per le ceche in ambiente naturale varia da 0,006 ind./mq nel colatore Morbasco a 0,909 ind./mq nella Morta di Spino d’Adda. Le densità invece nello stagno della Filibera sono state volutamente maggiori pari a 1,552 ind./mq e di 11,5 ind./mq nell’ambiente controllato, valutate in base alla bibliografica disponibile (Bardonnet et al., 2005). Le densità di semina dei ragani è variata da 0,002 ind./mq nel Riglio Delmonazza (0,092 g/mq) e nel Delmona Tagliata (0,116 g/mq) a 0,007 ind./mq nel Canale Delmona (0,389 g/mq). Figura 3.1 - Mappa raffigurante i punti di immissione distinti per ceche e ragani e le indicazioni sulle densità di semina sull’elemento puntuale e sull’intero corpo idrico.\ 12 3.2. Censimenti ittici La verifica dell’esito dei ripopolamenti è stata condotta con una corposa campagna di censimenti nei mesi di ottobre e novembre. La mappa in Figura 3.1 riporta i tratti in cui sono stati eseguiti i censimenti ittici con indicazione dell’ID di censimento, mentre nelle successive tabelle viene riportato l’esito dei censimenti, distinti in acque lotiche e lentiche. Sono disponibili informazioni generali sulla stazione di campionamento, alcuni dati di carattere ambientale e l’abbondanza delle popolazioni ittiche e dei gamberi d’acqua dolce (valore compreso tra 1 e 4; zero corrisponde alle sole segnalazioni), complete di indicazioni sulla struttura della popolazione (S=strutturata; A=in forte prevalenza adulti; G=in forte prevalenza giovani). Figura 3.2 – Mappa raffigurante i tratti in cui sono stati eseguiti i censimenti ittici per la verifica dell’esito dei ripopolamenti con anguilla. La mappa riporta anche i punti di immissione distinti per ceche e ragani e le indicazioni sulle densità di semina. In Tabella 3.4 sono presentati i dati di censimento nelle acque dei fontanili. La roggia Bontempa è stata campionata in due tratti. Nel tratto più a monte, in corrispondenza del luogo di semina, sono state censite 8 specie tutte autoctone. Sono risultati abbondanti il vairone, la sanguinerola, seguite dal triotto; in questo tratto è ben rappresentato anche il luccio; nelle zone più profonde sono stati rinvenuti alcuni cavedani. Tra le specie bentoniche sono presenti il cobite, il cobite mascherato, il ghiozzo padano. Nella seconda stazione, posta ad alcune centinaia di metri più a valle, è ben rappresentato il 13 luccio ed è presente il vairone; la sanguinerola si incontra invece con pochi individui, mentre a differenza della stazione a monte non sono stati rinvenuti il triotto, il cavedano e, tra le specie bentoniche, il cobite mascherato. Tra le specie astacicole è presente il Procambarus clarkii. Tabella 3.4 – Censimenti condotti in acque lotiche nella zona dei fontanili. Fiume Comune Bontempa Spino d'Adda Bontempa Spino d'Adda Carpano Spino d'Adda Carpano Spino d'Adda Località C.na Carlotta C.na Carlotta Dalle paratoie alla biforcazione Dal ponticello alle paratoie ID fiume ID stazione ID tratto esaminato Data Ora inizio Ora fine Lunghezza tratto (m) Altezza media e (massima) (cm) Velocità corrente Granulometria substrato Trasparenza Anaerobiosi sul fondo Rifugi Giudizio esperto complessivo (1-4) 196 267 1 24/10/2011 9.40 10.10 130 40 (130) 196 2232 2 24/10/2011 15.00 15.20 90 35 (45) 2232 334 3 24/10/2011 11.00 11.35 135 45 (50) lenta Tormo Pandino Filibera Soncino 154 4 24/10/2011 11.45 12.15 230 55 (80) 350 335 5 24/10/2011 13.20 13.40 300 35 (70) 6 24/10/2011 13.45 14.05 70 45 (60) 2395 270 12 14/11/2011 15.15 16.00 170 40 (70) media e laminare lenta media e lim. turbol. media e laminare ghiaia, sabbia ghiaia, sabbia lenta media e laminare ghiaia, limo, sabbia ghiaia, sabbia trasparente trasparente trasparente trasparente leggermente velata trasparente trasparente assente assente assente assente estesa assente assente igrofite, radici igrofite, radici, buca igrofite ghiaia, sabbia, limo ghiaia, sabbia, limo limo, sabbia, ghiaia igrofite, radici, buca igrofite, radici, rami 4 4 Stima (1-4) Struttura (S, A, G) Triotto (Rutilus erythrophtalmus) 2 S Cavedano (Leuciscus cephalus) 1 (5) SPECIE Raffreddo Pandino Stima (1-4) 4 Struttura (S, A, G) 4 Stima (1-4) Struttura (S, A, G) 1 (2) G Stima (1-4) igrofite, radici, rami igrofite, radici, rami 1 Struttura (S, A, G) Stima (1-4) 4 Struttura (S, A, G) 4 Stima (1-4) Struttura (S, A, G) 1 (1) G 3 S Stima (1-4) Struttura (S, A, G) AUTOCTONE Anguilla (Anguilla anguilla) 1 (3) 1 (5) Vairone (Leuciscus souffia) 3 S 2 Sanguinerola (Phoxinus phoxinus) 3 S 1 (6) S 2 S 2 S 2 S 2 S 4 S 2 S 3 S 2 S 3 S 3 S Tinca (Tinca tinca) 1 (1) Scardola (Scardinius erythrophthamus) 1 (4) Alborella (Alburnus alburnus alborella) 1 (5) Gobione (Gobio gobio) Cobite (Cobitis taenia bilineata) 2 S 2 S Cobite mascherato (Sabanejewia larvata) 2 S Luccio (Esox lucius) 2 S 3 G Ghiozzo padano (Padogobius martensii) 2 S 2 S 4 S 3 S 2 S 2 S 2 S 3 S 3 S 2 S S 3 S 2 S 1 (1) 4 S 3 S 3 ALLOCTONE Rodeo (Rhodeus sericeus) 1 (5) 1 (1) Totale specie autoctone 8 5 7 5 4 12 Totale specie alloctone 0 0 1 0 1 0 0 100,0% 100,0% 87,5% 100,0% 80,0% 100,0% 100,0% Rapporto autoctone/alloctone (% autoctoni sul tot.) Prochambarus clarkii Orchonectes limosus 3 S 3 S 2 S 3 S 3 S 2 4 S La fontana del Carpano a Spino d’Adda è stata censita in due tratti contigui. Nel tratto a monte sono presenti 7 specie autoctone ed una alloctona; tra le prime sono molto ben rappresentate le specie bentoniche cobite e ghiozzo padano e tra quelle pelagiche il vairone e la sanguinerola; sono invece scarse il triotto e il cavedano. Sono state recuperate due anguille delle dimensioni di 16 e 19 cm, chiaramente attribuibili ai ripopolamenti con ceche effettuate proprio in tale distretto. La stazione più a valle,con un totale di 5 specie tutte autoctone, presenta densità mediamente inferiori rispetto al tratto a monte, fatta eccezione per il cavedano pescato con un numero maggiore di individui. Anche in questo corso d’acqua è presente con una popolazione ben strutturata il gambero alloctono Procambarus clarkii. 14 La roggia Raffreddo a Pandino è stata censita in un ampio tratto composto da una zona invasata con acqua mediamente profonda (50-70 cm) e substrato melmoso ed una zona a valle con acqua bassa (15-20 cm) e substrato composto da ghiaia e sabbia. Nel complesso il giudizio di qualità della roggia è molto scadente, anche in funzione della ridotta componente ittica rappresentata esclusivamente da specie autoctone bentoniche (cobite, ghiozzo padano, gobione e cobite mascherato) e da una specie alloctona (rodeo amaro). È inoltre presente e ben strutturato il gambero alloctono Procambarus clarkii. La roggia Raffreddo presenta uno scolmatore che porta al fiume Tormo. Al fine di verificare il drift delle anguille da questa via è stato svolto un censimento speditivo anche nel tratto di fiume Tormo immediatamente a valle. La ricca e diversificata composizione ittica, tutta di origine autoctona, e le buone condizioni ambientali generali permettono di attribuire un elevato giudizio complessivo di qualità (4). È presente una ricca componente di specie reofile composta da triotto, cavedano, vairone e sanguinerola; sono abbondanti i lucci e, tra le specie bentoniche, il cobite e il ghiozzo, nonché, seppur con densità inferiori, il gobione. Sono invece sporadiche l’alborella, la scardola e la tinca. È stata recuperata un’anguilla delle dimensioni di 11 centimetri, chiaramente riconducibile alle semine con ceche. Tra i fontanili è stata infine censita la roggia Filibera a Soncino in cui sono stati svolti i ripopolamenti con ceche nel laghetto di testa a titolo di sperimentazione (si veda il cap. 3.2.1). La roggia presenta una popolazione ittica tipica dei tratti di fontanile prossimi alle teste rilevabili in periodo autunnale, non inquinate da specie alloctone. La specie dominate è il vairone e sono presenti il cavedano e il luccio. Tra le specie bentoniche è presente il ghiozzo padano. Nel complesso i fontanili risultano ben conservati dal punto di vista delle popolazioni ittiche con bassi livelli di inquinamento con entità alloctone, ridotti sia in termini di numerosità di specie che di abbondanza numerica e ponderale complessiva. La specie alloctona più invasiva e di impatto sulla fauna ittica è rappresentato in buona parte dell’area dei fontanili dal Procambarus clarkii, abbondante e ben strutturato. In Tabella 3.5 sono rappresentati i risultati dei censimenti condotti sui canali di irrigazione e bonifica del casalasco e sul Dugale Aspice. Il Riglio Delmonazza dispone nel periodo invernale di portate ridotte strettamente dipendenti dalle precipitazioni. I rifugi, nel tratto in esame, sono costituiti quasi esclusivamente da massi lungo le rive. Tra le specie autoctone è presente solo il cavedano e ben otto sono invece le specie alloctone, dominate dal cobite orientale di stagno, dal carassio e dalla pseudorasbora. Il rodeo, la gambusia e il pesce gatto sono presenti con popolazioni strutturate, mentre il siluro è presente solo con individui giovani. 15 Tabella 3.5 - Censimenti condotti in acque lotiche nella zona dei canali casalaschi e nel Dugale Aspice Fium e Comune Località ID fiume ID stazione ID tratto esaminato Data Ora inizio Ora fine Lunghezza tratto (m) Altezza media e (massima) (cm) Velocità corrente Granulom etria subs trato Trasparenza Anaerobiosi sul fondo Rifugi Giudizio esperto com plessivo (1-4) SPECIE Riglio Delmonazza San Martino del L. Dugale Delmona Casteldidone Du gale Delmona Casteldidone Delmona Tagliata Derovere 5 67 7 03/11/2011 15.00 15.35 230 35 2098 2098 331 9 03/11/2011 12.40 13.05 145 15 (80) 102 20 10 03/11/2011 10.30 11.20 220 40 Dug ale Aspice Pescarolo Cimitero 8 03/11/2011 12.10 12.30 100 10 95 8 11 03/11/2011 9.00 9.55 200 20 (40) lenta assente assente media e laminare lenta limo, sabbia limo, sabbia limo, sabbia limo, sabbia limo, sabbia moderat. torbida moderat. torbida moderat. torbida moderat. torbida moderat. torbida estesa estesa estesa tracce sensibile/localizzata substrati duri idrofite igrofite, buca substrati duri veg. riparia 1 1 1 1 Stima (1-4) Struttura (S, A, G) 2 S Stima (1-4) Struttura (S, A, G) Stima (1-4) Struttura (S, A, G) Stima (1-4) 2 Struttura (S, A, G) Stima (1-4) Struttura (S, A, G) AUTOCTONE Triotto (Rutilus erythrophtalmus) Cavedano (Leuciscus cephalus) 1 Scardola (Scardinius erythrophthamus) 1 (3) Alborella (Alburnus alburnus alborella) 1 Gobione (Gobio gobio) 1 (2) 1 3 S Cobite (Cobitis taenia bilineata) 1 (1) Ghiozzo padano (Padogobius martensii) 1 (1) ALLOCTONE Cobite orientale (Misgurnus anguillicaudatus) 4 S 2 Carassio (Carassius spp.) 4 S 1 2 Carpa (Cyprinus carpio) S 2 S 3 1 (4) 1 (3) Pseudorasbora (Pseud orasbora parva) 4 S Rodeo (Rhodeus sericeus) 2 2 S S 2 S 3 1 (3) S 1 (2) 3 S 4 S 3 S S 2 S 4 S 4 S 3 S S 1 (6) 2 S Barbo esotico (Barbus spp.) Pesce gatto (Ictalurus melas) 2 2 Siluro (Silurus glanis) 2 G Gambusia (Gambusia holbrooki) Persico sole (Lepomis gibbosus) 2 S 1 (4) 2 S 4 S 2 G 2 S 1 (1) Totale specie autoctone 1 0 1 1 Totale specie alloctone 8 4 9 8 6 11,1% 0,0% 10,0% 11,1% 50,0% Rapporto aut octone/alloctone (% autoctoni sul tot.) Prochambarus clarkii Orchonectes limosus 2 S 2 S 2 6 S 3 S Il Dugale Delmona è stato sottoposto ad asciutta quasi totale nel periodo antecedente il campionamento; al momento dell’indagine presentava livelli idrici ridottissimi, velocità di corrente assente e di conseguenza anche una ridotta componente ittica, rinvenuta per la maggior parte nella stazione a valle dove erano maggiori i rifugi, rappresentati da una buca e da idrofite sparse. Anche in questo caso è stata rinvenuta una sola specie autoctona, il gobione, in quantità sporadiche. Tra le nove specie alloctone le più abbondanti sono la gambusia, la pseudorasbora e il carassio; come presenti si segnalano il cobite orientale e il rodeo, mentre sporadici sono il pesce gatto, il siluro, la carpa e il persico sole. Il Dugale Delmona Tagliata presentava al momento dell’indagine una portata ridotta con leggera velocità di corrente; nel tratto esaminato i rifugi sono rappresentati prevalentemente da massi radi lungo le rive e in minima parte da vegetazione erbacea riparia. Il gobione, unica specie autoctona censita, è sporadico; la restante popolazione, di origine alloctona, è dominata dalla pseudorasbora e da 16 rodeo; abbondanze medie sono date per il barbo esotico, mentre tra le specie presenti si segnalano il cobite orientale, il carassio, il siluro e la gambusia; la carpa è invece sporadica. Non sono state invece censite le tinche, rilevate in precedenti censimenti ed oggetto di intensi ripopolamento annuali da parte della FIPSAS. Il Dugale Aspice al momento del censimento presentava regime idrico ridotto, con apporti idrici costituiti da coli e da acque di scarico. I rifugi, composti da substrati duri, idrofite e piccoli avvallamenti, sono nel complesso modesti. Il bilancio numerico tra le specie autoctone e alloctone è paritario, con sei unità tassonomiche ciascuna; la numerosità e il quantitativo è invece nettamente a favore delle specie alloctone. L’unica specie autoctona comune è il gobione, mentre triotto, alborella, cobite e ghiozzo padano sono sporadiche. Le specie alloctone sono dominate dal rodeo, seguite in termini di abbondanza dalla pseudorasbora, carassio, gambusia, cobite orientale e carpa. Nei corsi d’acqua di bonifica si rileva sempre una popolazione ittica rappresentata quasi esclusivamente da specie alloctone. In tutti i corsi d’acqua della bassa pianura cremonese è stato rinvenuto il Procambarus clarkii con popolazioni mediamente abbondanti e strutturate. Nei corsi d’acqua oggetto di indagine, ripopolati in primavera con ragani, non sono state rilevate anguille. In Tabella 3.6 sono riportati i risultati dei censimenti svolti nelle acque di irrigazione e bonifica dell’area cremonese: Dugale Grumone, Colatore Morbasco e Colatore Vallotto. Il Dugale Grumone al momento dell’indagine presentava condizioni di asciutta; i livelli idrici dell’ordine di pochi centimetri erano assicurati dall’acqua di colo e da piccoli invasi che si realizzano lungo l’asta; i quantitativi erano tuttavia sufficienti per assicurare la sopravvivenza di giovani anguille eventualmente sviluppatesi a pochi mesi di distanza dai ripopolamenti, condotti per questo corso allo stadio di ceche. Le caratteristiche idrologiche ed ambientali sono relativamente omogenee lungo la maggior parte del corso d’acqua per poi differire all’ingresso dello scolmatore del Cavo Canobbia Nuova e successivamente, in maniera ancora più marcata, dopo il salto d’acqua in corrispondenza della roggia Alia. I censimenti sono stati condotti nel tratto in corrispondenza della semina (tratto omogeneo a monte) e, al fine di verificare l’eventuale drift delle anguille immesse e, in generale, il corso in una zona più rappresentativa con maggiore apporto idrico, nel tratto immediatamente a valle del Cavo Canobbia Nuova. Come ci si poteva attendere dalle condizioni idrologiche il tratto a monte è povero di specie, con pochi animali concentrati negli avvallamenti o tra i massi. La fauna ittica è composta in prevalenza da specie alloctone, con dominanza di pseudorasbora e gambusia; sono poi rinvenute come sporadiche il cobite orientale e il rodeo e, tra le autoctone, rari cobiti e ghiozzi. Nel tratto a valle c’è una forte varietà di specie con maggiore presenza di entità autoctone anche rare, quali la lasca e la cagnetta. Si rinvengono anche il cavedano, il vairone e il gobione. È inoltre stata pescata un’anguilla di 45 centimetri e 135 grammi. Tra le specie alloctone oltre a quanto già segnalato nell’altra stazione, è stato rinvenuto il barbo esotico. 17 Tabella 3.6 - Censimenti condotti in acque lotiche nella zona cremonese: Dugale Cavo Grumone, Colatore Morbasco e Colatore Vallotto. Fiume Comune Grumone Corte de' Frati Grumone Corte de' Frati Morbasco Sesto ed Uniti Morbasco Castelverde Colatore Vallotto Castelverde 2149 337 16 15/11/2011 15.00 15.20 160 30 (60) 2164 338 17 15/11/2011 15.20 15.27 50 8 (15) Casanova del Morbasco Località ID fiume ID stazione ID tratto esaminato Data Ora inizio Ora fine Lunghezza tratto (m) Altezza media e (massima) (cm) Velocità corrente Granulometria substrato Trasparenza Anaerobiosi sul fondo Rifugi Giudizio esperto complessivo (1-4) SPECIE 98 28 13 15/11/2011 15.45 16.00 160 5 (20) 14 15/11/2011 16.05 16.20 55 15 (40) 2149 143 15 15/11/2011 14.15 14.45 160 30 (60) assente limo, sabbia lenta sabbia, limo media e laminare sabbia, limo, massi lenta limo, sabbia assente limo, sabbia leggermente velata leggermente velata leggermente velata moderat. torbida trasparente tracce assente assente tracce tracce substrati duri massi, buche, igrof. igrofite, massi radici, substrati duri foglie 1 2 2 2 Stima (1-4) Struttura (S, A, G) 98 Stima (1-4) Struttura (S, A, G) 1 Stima (1-4) Struttura (S, A, G) Stima (1-4) Struttura (S, A, G) Stima (1-4) Struttura (S, A, G) 3 S 2 S 1 2 S 2 S 3 S 2 S S 2 S 2 S 2 S 3 S 2 S 2 S 2 S S AUTOCTONE Anguilla (Anguilla anguilla) 1 (1) Triotto (Rutilus erythrophtalmus) Cavedano (Leuciscus cephalus) 2 S Vairone (Leuciscus souffia) 2 S Scardola (Scardinius erythrophthamus) 1 Alborella (Alburnus alburnus alborella) 1 Lasca (Chondrostoma genei) 1 (1) Gobione (Gobio gobio) 1 3 Barbo (Barbus plebejus) Cobite (Cobitis taenia bilineata) 1 1 (1) 1 Cagnetta (Salaria fluviatilis) Ghiozzo padano (Padogobius martensii) 1 (4) 1 (3) A 3 S ALLOCTONE Cobite orientale (Misgurnus anguillicaudatus) 1 Pseudorasbora (Pseudorasbora parva) 3 Rodeo (Rhodeus sericeus) Barbo esotico (Barbus spp.) Gambusia (Gambusia holbrooki) 1 S 1 (4) 2 S 2 S 2 S 2 S 2 S 2 S 1 2 S 2 S 2 S 2 2 S 3 2 S S Totale specie autoctone 2 8 9 6 Totale specie alloctone 4 5 3 3 3 33,3% 61,5% 75,0% 66,7% 50,0% Rapporto aut octone/alloctone (% autoctoni sul tot.) Prochambarus clarkii Orchonectes limosus 1 3 1 Il Colatore Morbasco è stato campionato in località Casanova del Morbasco e in comune di Castelverde; la prima stazione è posta a valle delle località di semina primaverile, mentre la seconda corrisponde alla stazione di semina intermedia. Le caratteristiche ambientali delle due stazioni differiscono sostanzialmente per le condizioni idrologiche, con velocità di corrente sostenuta a Casanova del Morbasco essendo immediatamente a valle di una piccola soglia a protezione di un ponte. Le specie ittiche nelle due stazioni sono quasi sovrapponibili, fatta eccezione per due specie spiccatamente reofile, vairone e barbo, e della scardola incontrate solo a Casanova. Le specie alloctone presenti e/o comuni rilevate in entrambe le stazioni sono: triotto, cavedano, alborella, gobione, cobite e ghiozzo padano. Le specie alloctoni presenti nel Colatore Morbasco sono: pseudorasbora, rodeo e cobite orientale. Il bilancio tra le specie autoctone e alloctone, espresso come percentuale delle prime sulle seconde, varia da 66,7% a 75%. 18 Il Colatore Vallotto, in cui sono state seminate 200 ceche, si presentava con ridottissimi livelli idrici e sponde risagomate. Il censimento non ha evidenziato la presenza di anguille; sono state rinvenute complessivamente sei specie di cui tre autoctone (triotto, cobite e ghiozzo padano) e tre alloctone (rodeo, cobite orientale e pseudorasbora). In questa serie di canali, più o meno artificializzati, si riscontra un’alta contaminazione ad opera di specie alloctone, seppur inferiore a quanto riscontrato nei canali di bonifica casalaschi. Le condizioni idrologiche sono spesso critiche (Dugale Grumone e Colatore Vallotto), con ridotte presenze ittiche. L’unica anguilla censita è stata rinvenuta nel Dugale Grumone dove in primavera è stato condotto un ripopolamento esclusivamente con ceche; considerata la dimensione dell’esemplare catturato, lo stesso non può essere ricondotto al materiale immesso. In Tabella 3.7 sono presentati i dati dei censimenti ittici riguardanti i bacini con acqua lentica. Il Lancone di Gussola mostra una popolazione ittica completamente rappresentata da entità alloctone, fatta eccezione per una specie, l’alborella, di cui è stato rinvenuto un solo esemplare, peraltro senza pinna caudale, segno di una aggressione da parte di un predatore. Dalle segnalazioni dei pescatori locali, si può ipotizzare che tra le specie autoctone non censite ma forse ancora presenti seppur in quantità modestissime vi siano anche la tinca e la scardola. Le evidenze del censimento dimostrano comunque in maniera inequivocabile che, quantomeno nell’area lentica del Lancone tra le specie riportate nei formulari standard di cui si ipotizzava la presenza non ve ne sia più alcuna. Le specie alloctone più abbondanti sono: il pesce gatto rinvenuto solo come popolazione giovane, il carassio, la carpa, la gambusia, il persico trota, il persico sole e il siluro, quest’ultimo rinvenuto solo come soggetti adulti. Sono inoltre presenti il lucioperca, il cobite orientale e, come sporadici, pseudorasbore ed esemplari giovani di abramidi. Nella lanca di Erbatico a Spino d’Adda sono state censite quattro specie autoctone e sette specie alloctone, con una percentuale delle prime sulle seconde pari al 36,4%. Le specie autoctone sono rappresentate dal cavedano, dal vairone, dalla scardola e, come sporadica, dalla tinca. La lanca è dominata, tra le alloctone, dal persico sole; tra le altre specie presenti o comuni si segnalano la pseudorasbora, il cobite orientale, il carassio e il pesce gatto; sporadiche sono invece il rodeo e la carpa. Nel Bodrio della Ca’ Vecchia, ripopolato con 1.000 ceche (densità 0,278 ind./mq), durante il censimento condotto il 17/11/2011 su tutto il periplo non sono state rivenute anguille. La popolazione ittica è molto povera in specie, con una netta dominanza di carassi, rinvenuti tutti come soggetti giovani (7-9 cm). L’unica altra specie censita è il persico sole. In tutti i bacini di acqua lentica, dove sono stati condotti ripopolamenti sia con ceche sia con ragani, non sono mai state catturate anguille. 19 Tabella 3.7 - Censimenti condotti in acque lentiche: Lancone di Gussola, Lanca Erbatico e Bodrio della Ca’ Vecchia. Fiume Comune Località ID bacino idrico ID stazione ID tratto esaminato Data Ora inizio Ora fine Lunghezza tratto (m) Altezza media e (massima) (cm) Velocità corrente Granulometria substrato Trasparenza Anaerobiosi sul fondo Rifugi Giudizio esperto complessivo (1-4) Lancone Gussola Gussola Lanca Erbatico Spino d'Adda Bodrio Ca' Vecchia Spinadesco C.na Erbatico 98 e 99 332 18 15/11/2011 10.00 11.45 1050 60 (200) -2 333 20 14/11/2011 13.00 14.20 150 90 (200) 4253 343 19 17/11/2011 11.00 14.45 175 110 (280) assente assente assente limo, sabbia limo, sabbia limo, sabbia torbida torbida torbida tracce tracce macrofite, massi, rami macrofite, massi, rami macrofite, rami, radici 1 2 1 SPECIE AUTOCTONE Cavedano (Leuciscus cephalus) 2 S Vairone (Leuciscus souffia) 2 S Tinca (Tinca tinca) 0 1 (1) Scardola (Scardinius erythrophthamus) 0 2 S Alborella (Alburnus alburnus alborella) 1 (1) 2 S S ALLOCTONE Cobite orientale (Misgurnus anguillicaudatus) 2 S Abramide (Abramis brama) 1 G Carassio (Carassius spp.) 3 S 2 Carpa (Cyprinus carpio) 3 S 1 (2) Pseudorasbora (Pseudorasbora parva) 1 3 Rodeo (Rhodeus sericeus) 4 G 2 S S 1 Pesce gatto (Ictalurus melas) 4 G Siluro (Silurus glanis) 3 A Gambusia (Gambusia holbrooki) 3 S Persico trota (Micropterus salmoides) 3 S Persico sole (Lepomis gibbosus) Lucioperca (Stizostedion lucioperca) 3 S 2 S 2 S 4 S Totale specie autoctone 3 4 Totale specie alloctone 11 7 2 21,4% 36,4% 0,0% Rapporto autoctone/alloctone (% autoctoni sul tot.) 0 Prochambarus clarkii Orchonectes limosus 3.2.1. Prove di stabulazione e accrescimento Nel laghetto dell’impianto provinciale di Soncino è stata condotta una verifica sull’ambientamento delle ceche. In una zona laterale a valle del laghetto è stata predisposta una gabbia per mantenere confinate una parte delle anguille immesse e verificare sperimentalmente l’esito dei ripopolamenti, creando un’area delimitata da assi di legno della dimensione di 4 m x 6 m. Le anguille allo stadio di ceche sono state immesse in parte nella zona delimitata (n. 275) ed in parte nel lago medesimo (3.725), con densità compatibili con le caratteristiche ambientali e ponderate in base alle esperienze in materia reperibili in letteratura che risultano per l’area delimitata di 11,46 ind./mq e per il laghetto di 1,55 ind./mq. Subito dopo le immissioni operate nel laghetto, gli animali 20 hanno manifestato una netta tendenza a spostarsi verso valle scendendo nella roggia Filibera. La migrazione, verificata attraverso la posa di una lunga nassa allo scarico del laghetto, è stata numerosa soprattutto durante le giornate più calde. Varie ispezioni nella zona confinata (dopo circa 40 giorni anche in momenti notturni con ausilio di una fonte luminosa) non hanno mai permesso di individuare animali. Durante un censimento tardo primaverile con elettropesca non è stato catturato alcuna anguilla né nel laghetto, né nella zona confinata. Nel mese di novembre il censimento nella roggia Filibera condotto a circa 500 metri dal bacino di sperimentazione non ha evidenziato la presenza di alcuna anguilla. 21 4. CONCLUSIONI In Italia, così come in altri paesi europei, l’anguilla è una delle specie più importanti per la pesca e per l’acquacoltura. Il drammatico e ubiquitario declino del reclutamento sceso a livelli inferiori al 10% di quello osservato in passato (Dekker et al. 2003, Dekker 2004), alimenta la crescente preoccupazione per lo stato di conservazione della specie, tanto da indurre a ritenere che il collasso dell’anguilla europea risulti ormai talmente drammatico che il rischio di perdere per sempre un altro tassello di biodiversità è sempre più concreto. L'andamento negativo del reclutamento è così netto che l'International Council for the Exploration of the Sea (ICES) pubblica dalla fine degli anni '90 rapporti sempre più allarmanti sullo stato di salute dell'anguilla europea, sottolineando al contempo la necessità di definire un piano europeo per ricostituirne lo stock (ICES 2002). Secondo l’ICES, gli stock di anguilla sono al di fuori dei limiti biologici che ne garantiscono la sopravvivenza e le attuali attività di pesca non sono sostenibili. La preoccupazione non è dovuta solo a considerazioni di natura ecologica e biologica, ma anche al numero elevatissimo di piccole attività di pesca commerciale che producono reddito grazie alla pesca di anguille. Le difficoltà tecniche nell’operare la riproduzione artificiale determina infatti che tutti i giovani individui da destinare alla piscicoltura e al ripopolamento vengono catturati in natura, fatto che contribuisce al depauperamento degli stock selvatici. Recependo queste preoccupazioni, nel 2003 la Commissione Europea ha pubblicato un Piano di Azione Comunitario per la Gestione dell'Anguilla Europea (COM 2003/573) auspicando la definizione di un programma per la ricostituzione dello stock. Infine, il Regolamento (CE) n. 1100/2007 per il piano di recupero dell’anguilla impone agli Stati Membri di stabilire un rigoroso piano di recupero e conservazione dell’anguilla. Nella XIV Conferenza delle Parti della CITES svoltasi in Olanda nel giugno 2007, l’Unione Europea ha proposto ed ottenuto l’inclusione dell’anguilla nell’appendice II (monitoraggio del commercio e gestione delle popolazioni), chiedendo alla comunità internazionale uno sforzo per la sua conservazione. La specie, considerata NT-Near Threatened, ovvero “quasi a rischio” in Italia, è inserita nella categoria di minaccia CR-Critically Endangered (gravemente minacciata) dall’IUCN, e registra un preoccupante declino delle popolazioni a livello globale da diversi decenni. I paesi europei devono impegnarsi in una protezione attiva dell’anguilla anche attraverso la realizzazione ed applicazione di Piani a livello di bacino idrografico per la tutela delle popolazioni di questo pesce. Il Italia la diminuzione della presenza dei sub-adulti di anguilla in fase trofica è dovuta in primo luogo agli sbarramenti che ne limitano la libera circolazione, penalizzando la colonizzazione nei tratti di acqua a monte, e alla intensa attività di cattura degli stadi giovanili effettuata nelle aree estuariali negli ultimi decenni per rifornire gli impianti e i bacini naturali di acquacoltura. La recente tendenza a utilizzare i salti d’acqua per la produzione di energia elettrica introduce un ulteriore elemento di impatto che agisce anche sugli animali adulti in fase di ridiscesa al mare. La forte presenza del siluro (Silurus glanis) in tutto il fiume Po e di altri predatori estranei alla fauna ittica originaria, rappresenta un’importante 22 fonte di impatto sulla popolazione di anguilla in fase migratoria; inoltre la progressiva espansione del siluro nei tratti alti dei fiumi può rappresentare un’ulteriore minaccia alle popolazioni di anguilla residenti. La presenza di rifugi, con particolare riferimento alle opere di difesa idraulica costituite da massi, consente ancora una certa capacità di difesa dell’anguilla all’intensa aggressione predatoria a suo carico. Un ruolo non trascurabile sul declino delle popolazioni locali di anguilla in provincia di Cremona sembra imputabile alla predazione diretta operata da alcuni uccelli ittiofagi, tra cui cormorano e vari ardeidi, che hanno visto un’espansione demografica negli ultimi decenni. La pesca sportiva, in considerazione della penuria di anguille sul territorio provinciale, può costituire una significativa pressione sulla specie. Nonostante i fortissimi decrementi registrati, l’anguilla è uno dei pochi pesci delle acque interne italiane che sopravvive grazie all’ampia valenza ecologica, alla buona tolleranza rispetto ad alcune tipologie d’alterazione ambientale (come l’inquinamento prodotto dagli scarichi urbani) e all’ampio areale di distribuzione. La penuria di riproduttori che discendono al mare costituisce un elemento di forte criticità per la sopravvivenza della specie che può condurre ad un improvviso crollo delle popolazioni residue non più sostenute dal reclutamento di giovani. È quindi necessaria una regolamentazione rigorosa e restrittiva che agisca sulla quantità di cattura degli stadi giovanili in natura - coinvolgendo tutti i paesi atlantici e mediterranei interessati alla migrazione trofica di questa specie - e relativa a provvedimenti locali di limitazioni alla pesca attraverso ad esempio l’incremento della misura minima di cattura o sospensioni temporanee del prelievo alieutico. Sono inoltre necessarie strategie di gestione articolate, coerenti e sinergiche promosse ed applicate da tutti gli stati membri della Comunità Europea. Il presente progetto ha messo in luce che, a fronte di un intenso ripopolamento condotto con anguille allo stadio di ceche e ragani e svolto su un’ampia varietà di corpi idrici in termini di condizioni idrologiche ed habitat, non sia stato riscontrato un risultato diretto di ripopolamento dei corsi d’acqua oggetto degli interventi. Questo fatto può essere spiegato da una massiccia migrazione delle anguille dai luoghi di immissione che non ha permesso di ricontattare gli animali durante le fasi di censimento avvenuto indicativamente dopo 7 mesi. Considerando tuttavia l’esito anche nei bacini confinati si può più verosimilmente pensare ad uno scarso risultato dei ripopolamenti sia con ceche che con ragani. Le prime ipotesi che possono essere formulate si riferiscono per le ceche ad una difficoltà di ambientamento ai regimi termici ed alle condizioni di ambientali - soprattutto di substrato, caratteristiche e natura dei rifugi e di andamento idrologico - che le stesse incontrano in distretti geografici molto differenti da quelli naturalmente disponibili durante il loro tragitto di risalita verso i fiumi. A questo stadio di sviluppo si è riscontrata la tendenza degli animali a seguire la corrente e quindi 23 a migrare verso valle. Questo comportamento rispecchia quanto avviene agli estuari dove le ceche rimangono quiescenti nel periodo invernale tra il fango per poi, quando le temperature superano i 1415 gradi, attivarsi e seguire le ondate di marea, per risalire - nei primi stadi di sviluppo - i tratti iniziali dei fiumi; successivamente continuano la risalita con un nuovo più attivo. A questo si deve aggiungere la differente e probabilmente molto intensa predazione, favorita forse anche da una inferiore torbidità delle acque. Per le ragani l’ipotesi più plausibile riguarda una forte difficoltà di ambientamento a causa delle condizioni di allevamento intensivo a cui il materiale utilizzato per i ripopolamento è stato sottoposto. Questo fatto ha conseguenze dirette sulla capacità di adattamento all’alimentazione naturale e di difesa dalle intense aggressione predatorie da parte di altri pesci (in particolare il siluro) e degli uccelli ittiofagi. I risultati del presente lavoro sono da considerare preliminari e meritevoli di ulteriori approfondimenti, al fine di verificare in condizioni sperimentali differenti l’esito dei ripopolamenti; questi dati sono indispensabili per disporre di indicazioni logiche e coerenti ai fini della conservazione dell’anguilla e necessarie per non disperdere risorse economiche ed il prezioso patrimonio di ceche veicolate nella filiera dell’allevamento. 4.1. Pia Piano di ripopolamento ripopolamento con anguilla europea Come indicato nel piano regionale, “le Province stesse dovranno prevedere l’espletamento degli obblighi ittiogenici dei derivatori e dei titolari dei diritti esclusivi di pesca in tali ambienti selezionati, privilegiando il ripopolamento di Anguilla anguilla, non mancando di porre particolare attenzione alla selezione del materiale da ripopolamento, sia per impedire l’ingresso di altre specie di anguilla (in particolare per escludere eventuali immissioni di Anguilla rostrata) sia per accertarsi dell’assenza di parassiti - in particolare di Anguillicola crassus.”. Il piano regionale prevede per ogni provincia lombarda un quantitativo di circa 600 kg, in considerazione della disponibilità e dell’estensione di ambienti vocazionali in territorio provinciale e delle condizioni di libera percorribilità fino al mare, per una densità teorica di ripopolamento, calcolata in rapporto alla superficie complessiva di ambienti acquatici vocazionali (stimabile in circa 155 km2), pari a circa 4 kg/km2. Il piano regionale sottolinea che in ogni caso i ripopolamenti riguarderanno anguille allo stadio di ragani e non di ceche, dal momento che nelle acque della Regione giungono per via naturale esclusivamente ragani o anguille gialle. 24 Visti i primi risultati dei ripopolamenti con ceche e sulla base delle indicazioni del Piano Regionale i ripopolamenti con anguille possono essere svolti nel territorio provinciale con ragani. Un’eventuale utilizzo di ceche deve essere condotto esclusivamente a titolo sperimentale. I ripopolamenti con ragani, seppur auspicati dal Piano Regionale, devono essere valutati in modo critico, definendo in maniera accurata e rigorosa l’opportunità di compiere il ripopolamento sulla base dei risultati conseguiti dai ripopolamenti stessi nel corso del tempo. In particolare si auspica la possibilità di utilizzare materiale di semina allevato specificatamente per tale scopo, al fine di controllare la diversa qualità del prodotto e la diversa efficacia di intervento. Per conseguire risultati apprezzabili di ripopolamento dei corsi d’acqua provinciale con anguilla e dare un contributo concreto alla conservazione della specie sono da confermare tutte le attività di monitoraggio diretto ed indiretto della popolazione di anguilla sul territorio provinciale, in quanto forniscono un quadro annuale sulla reale situazione e consentono di intraprendere con tempestività le dovute azioni di tutela, utili anche a correggere ed adeguare gli strumenti gestionali e normativi del caso. Tali attività di studio e monitoraggio devono inserirsi coerentemente nell’ampio programma di raccolta di dati utile anche ad applicare modelli matematici predittivi, come ad esempio quelli di tipo demografico, sull’accrescimento e sulla maturazione sessuale della specie e di natura bioeconomica per la gestione sostenibile della pesca all’anguilla, o necessari per l’affinamento dei modelli stessi. 25 5. NOTE BIBLIOGRAFICHE AQUAPROGRAM, 2005 - Indagine sulla distribuzione della fauna ittica. Relazione inedita per il Parco Oglio Sud. BARDONNET A., RIGAUD C., LABONNE J., 2005. Étude expérimentale des comportements de civelles d’anguilla anguilla l. influence de la densité et de la disponibilité en abris. Bull. Fr. Pêche Piscic. (2005) 378-379: 47-65 BARDONNET A., LABONNE J., LAFFITE J., GARNIER J., 2008. Relationships between individual behaviour and morphometry under different experimental conditions of temperature and feeding in glass eels (Anguilla anguilla). 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