L’opinione dell’esperto Uso dei broncodilatatori nel trattamento della BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) in fase stabile Leonardo M. Fabbri INTRODUZIONE L’alterazione patognomonica della broncopneumopatia cronica ostruttiva è l’ ostruzione bronchiale non reversibile o solo parzialmente reversibile, dovuta in parte alla infiammazione e rimodellamento delle vie aeree (bronchiolite) ed in parte a perdita del ritorno elastico polmonare da distruzione del parenchima polmonare (enfisema). La dispnea è il sintomo principale della BPCO dovuta all’ostruzione bronchiale. I broncodilatatori somministrati per via inalatoria costituiscono i principali farmaci per il trattamento a lungo termine della BPCO, ed in particolare della componente polmonare della dispnea. I broncodilatatori vengono utilizzati sia nella malattia in fase stabile che nel corso di riacutizzazioni. In questa primo documento verranno trattati i broncodilatatori solo nel trattamento della BPCO in fase stabile. I BRONCODILATATORI Sono denominati broncodilatatori i farmaci che aumentano il flusso espiratorio dell’aria in quanto dilatano i bronchi . L’aumento del flusso è misurabile alla spirometria in termini di aumento del VEMS. Con lo stesso meccanismo, i farmaci broncodilatatori riducono l’iperdistensione polmonare presente a riposo e che aumenta durante lo sforzo, e si ritiene che tramite questo meccanismo migliorino la capacità di svolgere lo sforzo fisico. L’effetto sulla iperdistensione polmonare è misurabile in termini di riduzione del volume residuo I broncodilatatori non modificano il ritorno elastico del polmone, né modificano quindi la componente enfisematosa della ostruzione bronchiale presente nel paziente con BPCO. Possono avere effetti sui muscoli respiratori, ma a dosaggi alti o per somministrazione sistemica. I pazienti nei quali viene raccomandato il trattamento broncodilatatore regolare sono quelli affetti da BPCO classificata moderato-grave sulla base della spirometria (Figura 1), quindi in presenza di un rapporto VEMS/CVF misurato dopo broncodilatatore <0.7, e un VEMS dopo broncodilatatore inferiore al 80% del teorico. Il trattamento regolare con broncodilatatori viene raccomandato solo in pazienti con BPCO moderata – grave - molto grave, che siano sintomatici e/o a rischio di riacutizzazioni; questi ultimi definiti tali sulla base dell’ anamnesi (che riferisce ≥ 2 riacutizzazioni o ≥ 1 ricoveri ospedalieri nel corso dell’ anno precedente la visita). Per definizione l’ostruzione bronchiale nella BPCO è non o poco reversibile e quindi l’effetto dei farmaci broncodilatatori è comunque parziale, e viene misurato in termini di aumento del VEMS in corso di terapia. Nella maggior parte dei pazienti che richiedono trattamento, l’aumento del VEMS è di solito trascurabile rispetto al valore teorico, (un paziente con un VEMS di base di 1 L ed un teorico di 3 L, aumenta al massimo a 1,2-1,4 L). Il miglioramento del VEMS in corso di trattamento non correla con il miglioramento dei sintomi o della resistenza allo sforzo, e quindi il VEMS non viene raccomandato come parametro di valutazione della risposta clinica, che quindi deve essere valutata individualmente sulla base del miglioramento dei sintomi, della resistenza allo sforzo, della qualità di vita e della frequenza delle riacutizzazioni. CLASSI DI BRONCODILATATORI • Metilxantine Le metilxantine sono stati gli unici broncodilatatori utilizzabili nella clinica fino alla scoperta e all’introduzione nella pratica quotidiana dei β2-agonisti. La loro efficacia e il rapporto costo/beneficio sono poco documentati nella BPCO, e attualmente non vengono raccomandati né sono quasi più usati nella BPCO in fase stabile. Non se ne raccomanda l’uso, e non verranno trattate in questo documento. • β2-agonisti L’azione principale dei β2-agonisti è il rilassamento della muscolatura liscia delle vie aeree mediante la stimolazione dei recettori β2-adrenergici, che aumenta l’AMP ciclico e determina un antagonismo funzionale alla broncocostrizione. • β2 agonisti a breve durata d’azione Gli effetti broncodilatatori dei β2-agonisti a breve durata d’azione, salbutamolo in primis, ma anche terbutalina, solitamente si esauriscono in 4-6 ore. L’utilizzo regolare di β2-agonisti a breve durata d’azione migliora il VEMS e i sintomi, ma in misura minore ai β2-agonisti a lunga durata d’azione Nel trattamento della BPCO in fase stabile, l’unico ruolo dei farmaci broncodilatatori a breve durata d’azione è la somministrazione al bisogno per alleviare i sintomi acuti, in particolare la dispnea, mentre sono farmaci di seconda scelta rispetto ai broncodilatatori a lunga durata d’azione nel trattamento della BPCO in fase stabile. • Beta2 agonisti a lunga durata d’azione (LABA) I β2-agonisti inalatori a lunga durata d’azione sono efficaci per 12 o più ore. Il formoterolo e il salmeterolo hanno durata d’azione di 12 ore e vanno somministrati 2 volte al giorno, migliorano significativamente il VEMS e i volumi polmonari, la dispnea, la qualità di vita e riducono le riacutizzazioni. Il salmeterolo, inoltre, riduce i ricoveri ospedalieri L’indacaterolo ha una durata d’azione di 24 ore e va somministrato 1 volta al giorno. L’effetto broncodilatatore è superiore a quello di formoterolo e salmeterolo e simile a quello indotto dall’ anticolinergico a lunga durata d’azione tiotropio. Ha efficacia simile agli altri β2-agonisti a lunga durata d’azione ma inferiore rispetto al tiotropio. Buona anche la sicurezza (solo frequente tosse transitoria immediatamente dopo la somministrazione). Effetti collaterali I β2-adrenergici inalatori sono farmaci sicuri. La stimolazione dei recettori β2- adrenergici con alte dosi può dare tachicardia sinusale a riposo, alterazioni del ritmo cardiaco, transitoria ipo-potassiemia, e tremore che nei più anziani può limitare la dose tollerata. La tossicità dei broncodilatatori è dose-dipendente e comunque la dose risposta di tutti i broncodilatatori è relativamente piatta, ragion per cui, l’aumento della dose in fase cronica, diversamente dall’acuto, non porta benefici ed aumenta i rischi in fase stabile. • Anticolinergici Il più importante effetto dei farmaci anticolinergici è il blocco in misura e/o per tempi diversi dei recettori muscarinici M1, M2 e M3, dei quali il M2 ha in realtà funzione difensiva in quanto modula negativamente il rilascio di acetilcolina. Rispetto all’ ipratropio bromuro (vide infra), il tiotropio, l’aclidinio e il glicopirronio possiedono una maggior selettività farmacocinetica per i recettori M3 ed M1 e quindi non solo hanno maggior durata d’azione ma anche maggior selettività. Anticolinergici a breve durata d’azione Gli effetti broncodilatatori dei farmaci anticolinergici a breve durata d’azione, ipratropio bromuro in primis, solitamente si esauriscono in 4-8 ore. Nel trattamento della BPCO in fase stabile, l’unico ruolo dei farmaci broncodilatatori anticolinergici a breve durata d’azione è la somministrazione da soli o in combinazione con i β2-agonisti a breve durata d’azione al bisogno per alleviare i sintomi acuti. L’utilizzo regolare dei farmaci anticolinergici a breve durata d’azione migliora il VEMS e i sintomi, ma in misura minore ai farmaci anticolinergici a lunga durata d’azione. Anticolinergici a lunga durata d’azione (LAMA) Il tiotropio e il glicopirronio che hanno una durata d’azione > 24 ore devono essere somministrati 1 volta al giorno, l’ aclidinio invece che ha una durata d’azione > 12 ore, e necessita quindi di 2 somministrazioni. Il tiotropio, farmaco in commercio da più di 12 anni ed il più studiato, migliora sintomi, tolleranza allo sforzo, qualità di vita, funzione respiratoria, e consente una più efficace riabilitazione. L’effetto sulle riacutizzazioni è superiore sia al salmeterolo che all’ indacaterolo. Gli altri anticolinergici a lunga durata d’azione, aclidinio e glicopirronio, hanno effetti meno documentati, e rappresentano quindi farmaci di seconda scelta rispetto al tiotropio. simili, ma sono più recenti e Effetti collaterali I farmaci anticolinergici vengono poco assorbiti, il che limita gli effetti anticolinergici sistemici osservati con l’atropina. L’effetto collaterale principale è la secchezza delle fauci, sapore amaro e metallico in bocca. Sono farmaci sostanzialmente sicuri, ma non sono stati adeguatamente studiati in pazienti con concomitanti patologie cardiovascolari, oculari o urologiche • 1. 2. 3. 4. 5. • Nuovi farmaci broncodilatatori Altri farmaci broncodilatatori/steroidi inalatori che si prevede vengano registrati entro i prossimi 5 anni sono: LABA : vilanterolo e olodaterolo LAMA : umeclininio Combinazioni LABA/ICS : vilanterolo/fluticasone furoato; glicopirronio/budesonide; glicopirronio/beclometasone; Combinazioni LAMA/LABA : tiotropio/olodaterolo, aclidinio/formoterolo; umeclidinio/vilanterolo; glicopirronio/formoterolo Combinazione LAMA/LABA/ICS: glicopirronio/formoterolo/beclometasone, glicopirronio/formoterolo/budesonide umeclidinio/vilanterolo/fluticasone furoato Combinazione di farmaci broncodilatatori a lunga durata d’azione e diverso meccanismo d’azione Numerosi studi sono stati completati o sono in corso su diverse combinazioni di farmaci broncodilatatori a lunga durata d’azione e diverso meccanismo d’azione, ed una di queste combinazioni (indacaterolo/glicopirronio) è stata recentemente registrata ed immessa in commercio. Considerati i risultati finora ottenuti, i cui risultati sono stati pubblicati o in forma di lavori in extenso o di riassunti di presentazioni a congressi, non vi è alcun dubbio che le combinazioni di farmaci broncodilatatori a lunga durata d’azione e diverso meccanismo d’azione portino ad una maggiore bronco dilatazione, senza portare a significativi effetti collaterali. Ancora non sufficientemente documentati, invece, sono i risultati su sintomi, qualità della vita, tolleranza allo sforzo, e riacutizzazioni, in quanto tutti gli studi finora condotti sono stati potenziati primariamente sulla funzionalità respiratoria. Allo stato attuale delle conoscenze, quindi, le combinazioni di farmaci broncodilatatori a lunga durata d’azione e diverso meccanismo d’azione, vanno: 1) considerate di seconda scelta rispetto ai farmaci di prima scelta, ed in particolare al singolo broncodilatatore (LABA o, meglio, LAMA) a lunga durata d'azione; 2) usate per il loro eventuale effetto sintomatico in pazienti che non rispondono al singolo broncodilatatore a lunga durata d'azione, e quindi 3) continuate quando nel singolo paziente solo se si dimostrano portare un effetto sintomatico superiore al singolo broncodilatatore. Al fine di evitare forzature od equivoci legati alla promozione di questi nuovi farmaci, va inoltre tenuto presente che: la broncodilatazione viene usata come marcatore di risposta ai farmaci, ma non costituisce obiettivo della terapia della BPCO; 2) la spirometria serve nella diagnosi e nella valutazione di gravità della BPCO, ma non nella valutazione dell’effetto dei farmaci; 3) non vi è alcuna evidenza che l’effetto dei broncodilatatori a lunga durata d’azione su sintomi e riacutizzazioni della BPCO sia mediato in tutto o, in alcuni casi, nemmeno in parte dalla broncodilatazione o perlomeno sia correlato alla dimensione della bronco dilatazione (es vi sono incontrovertibili evidenze di effetti positivi sintomatici in paziente che non si broncodilatano); quindi 4) né il grado di broncodilatazione né tantomeno la massimizzazione della bronco dilatazione costituiscono obiettivo della terapia (si curano i sintomi non la spirometria) . 1) Aspetto importante, sul quale richiamano attenzione i cardiologi, sono i potenziali effetti collaterali dei broncodilatatori nel pazienti con BPCO e cardiopatie (aritmiche, ischemiche, scompenso cardiaco). I singoli LABA e LAMA e le loro combinazioni sono stati sperimentati su popolazioni di BPCO "pulite" rispetto a maggiori co-morbidità cardiovascolari, quindi cautela ancor maggiore va prestata nei numerosi pazienti con BPCO e co-morbilità cardiovascolari. Altro aspetto di sicurezza importante è che, con la immissione nel mercato di nuovi potenti broncodilatatori a lunga durata d'azione da soli o in combinazione aumenta il rischio di errate prescrizioni di terapie già praticate dal paziente, ad esempio LABA o LABA/LAMA aggiunti a LABA/ICS, o LABA/LAMA aggiunti LAMA. In attesa, per tutte le motivazioni su esposte, la raccomandazione è di aderire strettamente alle raccomandazioni GOLD (www.goldcopd.org), che vengono annualmente aggiornate e che vengono annualmente tradotte in italiano e divulgate in Italiano nell' ambito del Progetto LIBRA (www.progettolibra.it). Fatte queste premesse seguono 1) alcuni consigli chiave per il trattamento della BPCO in fase stabile, e 2) raccomandazioni terapeutiche iniziali in rapporto alla gravità della BPCO. Consigli chiave per il trattamento della BPCO in fase stabile • • • • • • • • • • • • • Far smettere di fumare e far evitare esposizione diretta o indiretta a fumo e inquinanti. La terapia farmacologica, il cui ventaglio è sintetizzato nella Tabella 1, va calibrata sulla base della valutazione iniziate di gravità (quantificazione spirometrica), va somministrata solo a pazienti sintomatici e/o a rischio di riacutizzazioni, e va modificata nel tempo in rapporto alla risposta che è individuale e che deve tener conto della possibilità di effetti collaterali (cautela va usata nella somministrazione sia dei singoli broncodilatatori inalatori a lunga durata che la loro combinazione nei pazienti cardiopatici). La terapia farmacologica della BPCO è puramente sintomatica, e va quindi utilizzata solo per ridurre i sintomi, migliorare tolleranza allo sforzo e qualità di vita, e per ridurre la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni. Diversamente dalle malattie cardiovascolari e metaboliche, la terapia farmacologica della BPCO non riduce la progressione né la mortalità per BPCO, e quindi non va somministrata per questi scopi (in altre parole non vanno trattati gli asintomatici né va continuata la terapia in coloro che non rispondono con un miglioramento di sintomi o riduzione delle riacutizzazioni). I broncodilatatori somministrati per via inalatoria costituiscono i farmaci di prima scelta nel trattamento dei sintomi della BPCO, in particolare della dispnea cronica e, limitatamente ai broncodilatatori a breve e/o rapida azione, vengono aggiunti al bisogno in caso di dispnea acuta. La scelta fra anticolinergici, β2-agonisti o la terapia di combinazione dipende dalla risposta individuale del paziente in termini di miglioramento dei sintomi ed eventuali effetti collaterali. Nell’uso regolare sono preferibili i broncodilatatori inalatori a lunga durata d’azione (salmeterolo, formoterolo, indacaterolo, tiotropio, glicopirronio) rispetto a quelli a breve durata d’azione (ipratropio bromuro, salbutamolo, terbutalina) Nei pazienti non a rischio di riacutizzazioni (A, B, <2 riacutizzazioni e nessun ricovero ospedaliero nel corso dell’ anno predente la visita), possono essere somministrati 2 broncodilatatori inalatori a lunga durata d’azione con meccanismo d’azione diverso (es tiotropio o glicopirronio e indacaterolo o formoterolo), ma solo dopo aver verificato l’insufficiente efficacia sintomatica del solo anticolinergico, ed in particolare del tiotropio. Nei pazienti a rischio di riacutizzazioni (≥2 riacutizzazioni o ≥1 ricoveri ospedalieri nel corso dell’ anno predente la visita) vanno aggiunti ai broncodilatatori corticosteroidi inalatori solo dopo aver verificato l’inefficacia degli anticolinergici, ed in particolare del tiotropio In pazienti gravi (VEMS <50%) bronchite cronica e rischio di riacutizzazioni non ridotto dalla terapia inalatoria di cui sopra, può essere considerato l’inibitore della fosfodiesterasi 4, roflumilast. I vaccini anti-influenzali possono ridurre il rischio di malattie gravi (come il ricovero ospedaliero dovuto a infezioni del tratto respiratorio inferiore) e morte in pazienti con BPCO. Attualmente l’impiego profilattico di antibiotici non è indicato nella BPCO, tranne che per trattare riacutizzazioni infettive e/o altre infezioni batteriche. Tutti i pazienti con BPCO che presentano difficoltà respiratoria quando camminano a passo normale in piano sembrano trarre beneficio dalla riabilitazione respiratoria e dal mantenimento dell’attività fisica, migliorando la loro tolleranza allo sforzo e la loro qualità di vita, con riduzione dei sintomi di dispnea e fatica. • La BPCO nella maggior parte dei pazienti, che sono anziani e fumatori, e quindi affetti da numerose ed importanti malattie croniche concomitanti , rappresenta solo la componente polmonare, quindi occorre considerare e trattare le eventuali presenti co-morbilità. Raccomandazioni terapeutiche iniziali in rapporto alla gravità della BPCO Il primo passaggio indispensabile e preliminare a qualsiasi trattamento in un paziente con sospetta BPCO è la diagnosi di BPCO, che richiede conferma spirometrica in quanto 1) gli studi a supporto delle raccomandazioni terapeutiche sono stati condotti in fumatori con documentata ostruzione bronchiale non, o solo parzialmente, reversibile; 2) il trattamento, una volta iniziato, in genere va proseguito a vita. Il secondo passaggio indispensabile e preliminare a qualsiasi trattamento in un paziente con documentata BPCO è la valutazione di gravità. La spirometria, ed il VEMS in particolare, sono importanti anche per la valutazione di gravità, ma vanno integrati con sintomi, rischio di riacutizzazione (e co-morbilità), in quanto non si trattano le alterazioni spirometriche (ostruzione bronchiale) ma solo le manifestazioni cliniche della BPCO. Il Nuovo schema di valutazione di classi di gravità sul quale si basano le raccomandazioni terapeutiche è riportato in Figura 1. Fig.1 Per i pazienti del Gruppo A (il più grande fra i 4, ma anche il meno studiato) che presentano sintomi lievi e un rischio basso di riacutizzazioni, si raccomanda il solo uso di broncodilatatori a breve durata d’azione al bisogno. In seconda scelta si possono usare combinazioni di broncodilatatori a breve durata d’azione oppure l’inserimento di un broncodilatatore a lunga durata d’azione. Per i pazienti del Gruppo B, (il terzo in percentuale di pazienti fra i 4), che hanno sintomi più significativi ma basso rischio di riacutizzazioni e lieve-moderata, si raccomanda l’uso di un broncodilatatore a lunga durata d’azione, preferibilmente l’anticolinergico tiotropio che è il più documentato. Per pazienti con grave dispnea che non risponde al singolo broncodilatatore, la seconda scelta è una combinazione di 2 broncodilatatori a lunga durata d’azione con meccanismo diverso (LAMA/LABA). Per i pazienti del Gruppo C, (il più piccolo in percentuale di pazienti), che presentano sintomi lievi ma elevato rischio di riacutizzazioni o ostruzione bronchiale grave o molto grave (poco frequenti), la prima scelta è data dal solo anticolinergico (tiotropio) o dalla combinazione LABA/corticosteroide inalatorio (salmeterolo/fluticasone o formoterolo/budesonide). Il solo tiotropio sarà indicato come prima scelta per i soggetti che entrano in questo gruppo pur NON avendo rischio di riacutizzazioni (C1), mentre la combinazione è indicata in prima scelta per quelli che presentano solo o anche rischio di riacutizzazioni (C2, C3). Come seconda scelta, nel caso vi sia risposta insufficiente ai farmaci di prima scelta, può essere utilizzata una combinazione di due broncodilatatori a lunga durata d’azione oppure la combinazione di corticosteroidi inalatori/anticolinergico a lunga durata d’azione. Inoltre, in seconda scelta, può essere presa in considerazione l’aggiunta di roflumilast, inibitore della fosfodiesterasi-4, in particolare nei pazienti con ostruzione grave, rischio di riacutizzazione, e sintomi di bronchite cronica. Per i pazienti del Gruppo D, (il più impegnativo e secondo in percentuale di pazienti), che presentano sia sintomi gravi che elevato rischio di riacutizzazioni o ostruzione bronchiale grave o molto grave, la prima scelta è data dal solo LAMA (tiotropio) o dalla combinazione LABA/corticosteroide inalatorio. Il solo LAMA (tiotropio) sarà indicato per i soggetti che entrano in questo gruppo pur NON avendo rischio di riacutizzazioni (D1), mentre la combinazione è indicata in prima scelta per quelli che presentano solo o anche elevato rischio di riacutizzazioni (D2 e D3). Come seconda scelta, nel caso vi sia risposta insufficiente al farmaco di prima scelta, può essere utilizzata la “triplice”, e quindi la combinazione di sia il LAMA tiotropio che del LABA/corticosteroide inalatorio. Inoltre, in seconda scelta, può essere presa in considerazione l’aggiunta di roflumilast, farmaco orale inibitore della fosfodiesterasi-4, in particolare nei pazienti con ostruzione grave, rischio di riacutizzazione, e sintomi di bronchite cronica. ARTICOLI CONSIGLIATI AAVV. Global Strategy for the Diagnosis, Management and Prevention of COPD, Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease (GOLD) 2014. Available from: http://www.goldcopd.org/. Last accessed: 9 August 2014. Articolo chiave nel quale sono contenute le raccomandazioni più recenti con tutti I supporti di letteratura. Agusti A, Hurd S, Jones P, Fabbri LM, Martinez F, Vogelmeier C, Vestbo J, Rodriguez-Roisin R. FAQs about the GOLD 2011 assessment proposal of COPD: a comparative analysis of four different cohorts. Eur Respir J 2013;42(5):1391-401. Una utile revisione critica della nuova classificazione della BPCO in gradi A,B, C e D Celli BR, Decramer M, Wedzicha JA, Wilson KC et al. An Official American Thoracic Society / European Respiratory Society Statement: Research Questions in Chronic Obstructive Pulmonary Disease. Am J Respir Crit Care Med. 2014, in press. Gershon A, Croxford R, Calzavara A, To T, Stanbrook MB, Upshur R, Stukel TA. Cardiovascular safety of inhaled long-acting bronchodilators in individuals with chronic obstructive pulmonary disease. JAMA Intern Med. 2013 Jul 8;173(13):1175-85. Potenziali rischi dei broncodilatatori nei cardiopatici Hawkins NM, Petrie MC, Macdonald MR, Jhund PS, Fabbri LM, Wikstrand J, McMurray JJ. Heart failure and chronic obstructive pulmonary disease the quandary of Beta-blockers and Beta-agonists. J Am Coll Cardiol. 2011 May 24;57(21):2127-38. Potenziali rischi dei broncodilatatori nei cardiopatici Jones PW, Beeh KM, Chapman KR, Decramer M, Mahler DA, Wedzicha JA. Minimal clinically important differences in pharmacological trials. Am J Respir Crit Care Med 2014;189(3):250-5. Articolo che specifica quali sono I parametri di misura della risposta ai farmaci nei pazienti con BPCO, e che specific la misura della spirometria è indispensabile nella diagnosi nella valutazione di gravità della BPCO ma NON del monitoraggio e soprattutto della risposta alla terapia Roche N, Chanez P. Bronchodilator combinations for COPD: real hopes or a new Pandora's box? Eur Respir J. 2013 Dec;42(6):1441-5. Utile messa a punto di presente e futuro dei broncodilatatori e delle loro combinazioni Schachter EN. Indacaterol/glycopyrronium bromide fixed-dose combination for the treatment of COPD. Drugs Today (Barc). 2013 Jul;49(7):437-46. Utile (anche se sponsorizzata) revisione bibliografica sulla combinazione LAMA/LABA glicopirronio/ indacaterolo , al momento l’unica disponibile in farmacia anche se in classe C APPENDICE FORMULAZIONI E DOSAGGI ABITUALI DEI FARMACI NELLA BPCO Salbutamolo β 2 agonisti a breve durata d’azione Soluzione da Inalatore Nebulizzare (mcg) (mg/ml) 100/200 5 Fenoterolo 100/200 Terbutalina 400/500 Ipratropio Oxitroprio MDI & DPI MDI DPI 1 / Anticolinergici a breve durata d’azione 20/40 0,25 – 0,5 MDI 100 MDI 1,5 Orale 5 mg cpr 0,05 % Sciropp o 5 mg cpr Durata d’Azione(o re) 4–6 Formeterolo 4–6 Indacaterolo 4–6 Salmeterolo / 6-8 / 7-9 Tiotropio Aclidinio Glicopirronio Feno/Ipratr. Salb/Ipatr. Combinazione β2 agonisti e anticolinergico a breve durata d’azione 220/80 1.25 / 0.5 / MDI 75/15 MDI Aminofillina / Teofillina / 0.75 / 0.5 / 6-8 Durata d’Azione (ore) / 12 / / 24 / / 12 / 12 / / 24 / / 24 MDI & DPI 75/300 DPI 25/50 MDI & DPI Anticolinergici a lunga durata d’azione (LAMA) 18 DPI / 5 SMI 322 DPI 44 DPI Inda/Glicop. 25/625 Beclometasone 50-400 24 DPI 6-8 Metilxantine / cpr 100-600 mg fiale 240 mg / Combinazione LABA / ICS 4.5/160 MDI 9/320 DPI 10/200 , 10/400 MDI 50/100,250,500 DPI ; 25/50,125,250 MDI Orale Combinazione LABA /LAMA Az. fino a 24 ore Form/Budes. Form/Momet. Salm/Flutic. β2 agonisti a lunga durata d’azione (LABA) Soluzione da Inalatore Nebulizzare (mcg) (mg/ml) 4,5/12 0.01 Corticosteroidi Inalatori (ICS) Budesonide Fluticasone Roflumilast 12 MDI & DPI 100-200 DPI 0.2 -0.4 0.2 ,0.25 ,0.5 50-500 MDI & DPI / Inibitori delle Fosfodiesterasi / 500 mcg cpr 24 MDI = inalatore predosato ; DPI = inalatore a polvere secca ; SMI = inalatore con emissione a nebbiolina