CS Il tumore colorettale è il terzo tumore più frequente in entrambi i sessi in Europa e in particolare in Italia costituisce la seconda causa di mortalità per tumore, nelle donne dopo il tumore alla mammella e negli uomini dopo il tumore al polmone (1,2). Scopo di questo articolo è definire quale ruolo occupa l’endoscopia nella gestione di questa neoplasia in una concisa ma puntuale messa a punto della strategia ottimale per il trattamento del tumore del retto. Colorectal cancer is the third most frequent cancer in both sexes in Europe and in particular in Italy is the second cause of mortality due to cancer (1,2). In the woman after the breast cancer, in the men after the lung cancer. Aim of this article is to define the role of endoscopy in the management of rectal cancer in an updating strategy. Comunicazione Scientifica La gestione del cancro del retto: il ruolo dell'endoscopia Rita Conigliaro Helga Bertani Raffaele Manta Mauro Manno Gianpiero Olivetti UOC Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Nuovo Ospedale Civile S. Agostino-Estense di Baggiovara Modena Introduzione Approssimativamente il 30% dei tumori colorettali sono diagnosticati nel retto. Il cancro del retto, in particolare, ha una prognosi che è simile a quella del cancro del colon, tuttavia, nelle nazioni ove la chirurgia è stata centralizzata (ad esempio Svezia e Norvegia) il cancro del retto ora ha una prognosi nettamente migliore (3). Parole chiave: endoscopia, tumore colorettale Definizione è utile chiarire bene cosa si intende per tumore rettale: trattasi di tumore esteso distalmente a partire dai 15 cm verso il margine anale misurando correttamente con l’endoscopio (più precisa ancora se la misura è realizzata con strumento rigido). Le lesioni poste più prossimalmente rispetto ai 15 cm sono da considerarsi del colon (4). Diagnosi La diagnosi si basa sull’esame clinico, inclusa la rettoscopia (ricordando che in tutti i casi è mandatorio ese- Giorn Ital End Dig 2010;33:95-98 Key words: endoscopy, rectal cancer 95 CS Comunicazione Scientifica guire anche una pancolonscopia) durante la quale è indispensabile eseguire una biopsia per l’esame istologico e fare un’accurata descrizione (se possibile completare la documentazione con l’immagine: foto o film) della lesione definendo l’aspetto e la morfologia (piatto, granulare, polipoide, vegetante, ulcerato, infiltrato, stenosante) e precisando sempre la distanza dal margine anale. Le lesioni “early” o “precoci” cioè limitate alla mucosa (T1 N0 M0) senza altre localizzazioni rappresentano il 3-5% dei tumori rettali. Di fronte ad una lesione del retto l’endoscopista deve definire dapprima l’aspetto della lesione e quindi valutare se c’è la possibilità di procedere ad un approccio endoscopico di rimozione o se è solo necessario prelevare alcuni campionamenti bioptici perché non ci sono dubbi sulla natura maligna. Se si decide di approcciare endoscopicamente il tratUna volta diagnosticato il tumore è indispensabile tamento e la neoformazione potrebbe infiltrare, anche una stadiazione locale, locoregionale, generale e una solo in qualche punto, la sottomucosa, va prima stuvalutazione globale del paziente per la valutazione diata con ecoendoscopia (EUS) per valutare se effetdel rischio che quel singolo paziente corre in relazio- tivamente si tratta di un T1 ovvero di una lesione che ne alla strategia che si adotterà. interessa solo la mucosa fino anche alla muscolarisNella stadiazione pre-operatoria l’ecoendoscopia ret- mucosae o la supera non superando il primo strato della tale ormai si impone nei tumori iniziali (T1 e T2) come sottomucosa (T1 sm1). Data l’alta affidabilità dell’EUS, acla RMN o la TAC multidetector (4-16 slice) sono rac- curatezza fino al 95% (5), una volta appurata la fattibilità le comandate per quelli negli stadi più avanzati (T3-T4) tecniche possono essere: la saline submucosal injection dove è fondamentale l’accuratezza nella valutazione polipectomy ovvero polipectomia con ansa dopo infiltradell’infiltrazione della fascia meso-rettale. zione della lesione con soluzione fisiologica e adrenalina Per la valutazione globale del paziente devono esse- o altre soluzioni (6-8), la mucosectomia endoscore eseguiti: l’anamnesi completa, l’esame obiettivo, la pica (EMR) con cappuccio (infiltrazione, aspirazione routine ematochimica, il dosaggio del CEA, una TAC e asportazione della lesione con ansa diatermica) o “total body” o, in alternativa, una radiografia del tora- la dissezione sottomucosa (ESD). Normalmente ce, una TAC o RMN o una ecografia dell’addome (4). la decisione va presa in base al tipo di lesione: se è La stadiazione post-operatoria comprende l’esame polipoide (polipectomia), sessile: (Lateral spreading), istologico definitivo e relativo grado di differenziazio- granulare, (EMR o in alcuni selezionati casi ESD) o ne del campione asportato compresi i margini pros- sessile piatta “flat”, di dimensioni superiori a 4 cm simale, distale e laterale, i linfonodi regionali e la pre- (EMR, ma meglio ancora ESD). L’altro criterio che bisenza o assenza di invasione vascolare extramurale. sogna adottare nella scelta della tecnica è la possibilità di eseguire un’asportazione fig. 1: livelli di infiltrazione tissutale in “blocco unico” piuttosto che in “frammenti multipli”, infatti è noto che l’asportazione in frammenti multipli espone il paziente Nel trattamento l’aspetto più ad una più alta percentuale di importante è evitare un residuo recidive (9). In questo senso la di malattia nella pelvi spesso tecnica che garantisce meglio causa di recidiva locale. la radicalità dei margini è l’ESD Un altro aspetto critico nelle (10) che nel retto è anche relaforme più distali è che possa tivamente più sicura che in altri essere preservata una buodistretti poiché la tonaca muna funzionalità sfinteriale. scolare è più spessa e l’organo m1: primo strato della mucosa Il trattamento comunque si è extraperitoneale (figura 2). In tutm2: secondo strato della mucosa differenzia a seconda del m3: terzo strato della mucosa te le tecniche i margini vanno ben e: epitelio livello di infiltrazione tissuindividuati utilizzando le tecniche l.p.: lamina propria tale (T-stage) ed è qui che di magnificazione d’immagine, m.m.: “muscolaris mucosa” l’endoscopia può giocare l’alta definizione, le colorazioni s.m.: sottomucosa (sm1, sm2, sm3: i tre strati della sottomucosa) un ruolo importante (vedi con indaco-carminio. Tuttavia m.p.: muscolare propria figura 1). va precisato che l’ESD è appli- Stadiazione e "risk assesment" Rita Conigliaro et al > Ruolo dell’endoscopia nella gestione del cancro del retto 96 Trattamento endoscopico delle lesioni "early"-T1 Trattamento CS Comunicazione Scientifica fig. 2: esito di dissezione con tecnica ESD a b c d cabile nelle lesioni colo-rettali con risultati promettenti ma considerando i rischi/benefici, le altre 2 tecniche possono essere comunque appropriate nel trattamento delle lesioni in oggetto (10,11). Infine va ricordato il ruolo fondamentale dell’asportazione corretta e completa della lesione perché ciò permette di fornire all’anatomo-patologo un campione ben interpretabile per analizzare e tipizzare bene la base, i margini, per permettere una decisione ponderata in caso di “polipo cancerizzato”. Si suggerisce di concordare con il proprio anatomo-patologo la modalità preferita per l’orientamento della lesione. Orientamento della lesione: Per orientare le lesioni in modo che la base sia ben riconoscibile si possono seguire due tecniche prima di porre il campione in formalina: a) appoggiare la base della lesione su carta bibula o su supporto in acetato b) inchiostrare la base con inchiostro di china b) dissezione sottomucosa con IT Knife 2 d) cicatrice biancastra lineare (controllo a 3 mesi) In alternativa alla mucosectomia o alla dissezione sottomucosa nelle lesioni molto estese o recidive si può utilizzare la Transanal Endoscopy Microsurgery (TEM) con buoni risultati (12). Trattamento delle lesioni avanzate (T2-T3-T4) Il trattamento delle lesioni avanzate deve essere approcciato in modo multidisciplinare rispettando alcuni cardini essenziali. Le lesioni T2 N0 M0 normalmente vanno sottoposte a sola chirurgia anche con l’eventuale opzione della TEM, negli stadi successivi è mandatorio associare radiochemioterapia che nella maggioranza dei casi precede la chirurgia e in altri casi la segue. Ancora la letteratura è controversa sulla maggiore efficacia di una strategia rispetto all’altra anche se già da qualche anno il Swedish Council of Technology Assessment ha pubblicato una review sistematica che asserisce che la radio(chemio) terapia pre-operatoria migliora la sopravvivenza del 10% (13). Giorn Ital End Dig 2010;33:95-98 a) lesione non polipoide del retto (tipo LST) c) esito della dissezione 97 CS Comunicazione Scientifica Dal punto di vista chirurgico è utile precisare che la resezione totale del mesoretto (TME) introdotta negli ultimi anni ha decisamente migliorato il controllo locoregionale della malattia specialmente nei tumori del terzo medio e superiore, per il retto distale l’efficacia è minore e le recidive sono ancora segnalate tra il 15 e il 21%. Tuttavia l’efficacia di tale tecnica è ancora strettamente correlata all’abilità del chirurgo in funzione del training e del volume di casi/anno (14). Sorveglianza Rita Conigliaro et al > Ruolo dell’endoscopia nella gestione del cancro del retto 98 Lo scopo principale del follow-up clinico è di aumentare la sopravvivenza. Questo obiettivo si raggiunge in 2 modi: mediante la diagnosi precoce di recidive della malattia primitiva e di eventuali tumori metacroni (frequenza del 3-7%). Questi obiettivi si raggiungono mediante l’esecuzione a giusta scadenza di esami bioumorali (funzionalità epatica, CEA) e strumentali (Ecografia, TAC, RMN, PET). Fra quelli strumentali la colonscopia svolge un ruolo essenziale. Nelle lesioni “early” trattate endoscopicamente è raccomandato un controllo a 3 mesi dall’escissione per il controllo della base d’impianto quindi a 6 mesi - 1 anno, a 3 anni e ogni 5 anni per le lesioni metacrone e la bonifica di altri eventuali adenomi (frequenza del 25%). Se il trattamento è avvenuto mediante TEM si può eseguire direttamente la prima pancolonscopia a 1 anno e poi si procede come sopra (2,15). Nelle lesioni intermedie e localmente avanzate sottoposte ad intervento chirurgico si esegue una pancolonscopia ad un anno dall’intervento e poi ogni 3-5 anni. non è raccomandata una colonscopia annuale (2,15,16). Nei casi in cui non era stata eseguita una pancolonscopia per tumore stenosante o altro è mandatorio eseguire una pancolonscopia entro 6-12 dall’intervento (2,15,16). Nei pazienti sottoposti a resezione anteriore del retto basso è utile eseguire periodici controlli locali (ogni 6 mesi per i primi 2 -3 anni) per la diagnosi precoce di recidive locali alternando anche un esame ecoendoscopico (15). Conclusioni Il ruolo dell’endoscopia nella gestione dei tumori del retto è decisivo prima di tutto nella diagnosi e nella tipizzazione delle lesioni, quindi nella bonifica di altri adenomi eventualmente presenti in altre sedi coliche, nel trattamento delle lesioni “precoci” e infine nella “sorveglianza”. Ognuna di queste fasi è cruciale per la sorte del paziente, pertanto si richiede all’endoscopista di conoscere bene i dettagli del problema e di saper affrontare ogni aspetto con professionalità e competenza. Corrispondenza Rita Conigliaro U.O.C. Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Nuovo Ospedale Civile S. Agostino-Estense Via Giardini, 1355 41100 Baggiovara Modena Tel. + 39 059 3961752 Fax + 39 059 3961216 e-mail: [email protected] Bibliografia 1.Ferlay J, Autier P, Boniol M et al. Estimates of the cancer incidence and mortality in Europe in 2006. Ann Oncol 2007;18:581-92. 2.Valentini V, Aristei C, Glimelius B et al. Multidisciplinary Rectal Cancer Management: 2nd European Rectal Cancer Consensus Conference (EURECA-CC2). Radiother Oncol 2009;92:148-63. 3.Cunningham D, Atkin W, Lenz HJ et al. Colorectal cancer. Lancet 2010;20:1030-47. 4.Glimelius B, Oliveira J. Rectal cancer: ESMO Clinical Recommendations for diagnosis, treatment and follow-up. 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