ENTI LOCALI
IL COMUNE
Sapienza
Metodi e tecniche del sevizio sociale III aa 2012/13
G. Sammarco
Funzioni
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Oggi il Comune è titolare di funzioni proprie e di
quelle conferite loro con leggi dello Stato e
della Regione, secondo il
principio di sussidiarietà. Tale presupposto ha
fatto sì che questo Ente assumesse un ruolo di
regia, fondamentale per ilcarattere di
territorialità che hanno le politiche sociali.
Definizione. Il Comune viene definito
dall’Ordinamento delle autonomie locali come:
“…l’Ente locale che rappresenta la
propria comunità, ne cura gli interessi e ne
promuove lo sviluppo”. Esso è un Ente pubblico
dotato di personalità giuridica,
autonomia statutaria e costituisce l’unità
elementare dell’organizzazione amministrativa.
NORMATIVA
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L’evoluzione delle competenze socio-assistenziali
nei Comuni
• D.P.R. n. 616/1977 – (art. 22) Beneficenza
pubblica;
• Legge n. 142/1990 – Ordinamento delle
autonomie locali;
• Legge Regionale n. 38/1996 – Riordino,
programmazione e gestione degli interventi socioassistenziali nel Lazio;
• Decreto Legislativo n. 112/1998 - Definizione di
Servizio sociale;
• Decreto Legislativo n. 267/2000 - T.U.E.L..
Gli Enti comunali possono avvalersi delle seguenti
forme di gestione amministrativa
FORME di GESTIONE
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Gli Enti comunali possono avvalersi delle seguenti
forme di gestione amministrativa;
• Gestione diretta dei servizi, tramite proprio personale
e strutture;
• Gestione indiretta, tramite aziende speciali o apposite
istituzioni;
• Gestione associata, tramite le convenzioni o i
consorzi intercomunali;
• Avvio di procedure per le unioni intercomunali;
• Esercizio associato di funzioni e servizi;
• Gestione delegata dei Servizi sociali, tramite le
Aziende sanitarie locali;
• Gestione esternalizzata dei Servizi sociali, tramite
appalti, contratti e convenzioni.
Ruolo di protagonista
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Programmazione, progettazione e realizzazione del
sistema dei servizi a rete con autonomia gestionale e
organizzativa;
• Erogazione di servizi, prestazioni economiche e titoli
per l’acquisto di Servizi sociali;
• Autorizzazione, accreditamento e vigilanza su servizi e
strutture residenziali e semi-residenziali a gestione
pubblica e privata;
• Partecipazione alla programmazione regionale e alla
definizione degli ambiti territoriali per la gestione dei
Servizi sociali;
• Valorizzazione delle risorse locali e sostenimento
dell’auto-aiuto;
• Promozione delle intese e dei coordinamenti operativi
tra servizi e con le A.S.L.;
• Consultazione dei soggetti privati gestori di servizi e
delle organizzazioni di rappresentanza;
• Promozione della semplificazione amministrativa, del
controllo di gestione e della verifica di efficacia.
Riforma del Titolo V della Costituzione
Il Titolo V della Costituzione, dedicato
a “le Regioni, leProvince, i Comuni”, è
stato oggetto, nel corso della XIII
legislatura, di una profonda riforma che
si è realizzata tramite le leggi
costituzionali:
 n. 1 del 1999
 n. 3 del 2001.
 Il successivo referendum
confermativo del 7ottobre 2001, ha
delineato in maniera nuova il quadro
dei rapporti tra cittadini e le
istituzioni pubbliche
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Questa importante riforma incide sulle
problematiche
 relative al federalismo, al regionalismo
e alla sussidiarietà;
 disegna un nuovo assetto delle Regioni
e degli Enti locali e, conferendo
autorità costituzionale
 al principio di sussidiarietà, delinea un
nuovo rapporto tra Regioni, Stato e
Unione Europea. Contiene,
inoltre,significativi spunti di riflessione
dottrinale sul sistema delle fonti e la
forma di governo. Tali presupposti
sono finalizzati a fornire ai cittadini un
servizio qualitativamente migliore che
risponda in maniera più efficiente ai
bisogni differenziati dei molteplici
contesti territoriali.
IL terzo settore
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Si tratta di un insieme di organizzazioni
sociali emergenti, comincia ad essere
protagonista in un numero crescente di
ambiti, dai Servizi educativi, formativi, a
quelli sociali e sanitari, ma anche in quelli
sportivi, culturali ed ecologici.
Il Terzo Settore si occupa sia dell’area dei
servizi di Welfare (sanità, assistenza,
educazione), sia di servizi collettivi e di
utilità pubblica.
Quindi opera sia per interventi sul disagio
sociale e sia per interventi nel normale
operare nella vita
quotidiana della comunità.
I fattori che hanno determinato lo
sviluppo del Terzo Settore
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• Il benessere economico e il
maggior tempo libero;
• La crisi del welfare State;
• Crescita di aree di povertà e di
disagio;
• Scoperta di nuovi valori;
• Regolamentazione legislativa del
Non Profit
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Il Terzo Settore è l'insieme degli
enti e dell’organizzazioni che non
hanno fine di lucro: ciò non significa
che le
organizzazioni non possono trarre
profitto dalla loro attività.
L’eventuale profitto non potrà
essere distribuito tra imembri che le
compongono, esso verrà reinvestito
per il perseguimento di finalità
sociali.
Il ruolo del Terzo Settore
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è sempre più importante:
affianca lo Stato nella produzione di
molti servizi socio-assistenziali e
sanitari, creando l'economia sociale.
Il Terzo Settore si compone di una pluralità
di soggetti che hanno specifiche aree di
competenza e specifiche
mission; esso può così essere ripartito:
• Associazionismo pro-sociale e
sociale;
• Fondazioni pro-sociali o di utilità
sociale;
• Cooperazione sociale;
• Volontariato organizzato.
Pubblico e privato dal governmnt alla governance.
 L’erogazione dei servizi pubblici è
storicamente riconducibile agli Enti locali
ed in particolare ai Comuni. Da oltre un
secolo in Italia le strutture
municipali hanno provveduto a soddisfare
direttamente i bisogni delle proprie
comunità, elaborando modelli gestionali
funzionali all’erogazione di servizi
qualitativamente soddisfacenti.
 La gestione dei servizi pubblici da parte
degli Enti locali attraverso una propria
struttura organizzativa ha mostrato, a
partire dagli anni 1980/90,
un’inadeguatezza rispetto al mutato
quadro della realtà italiana.
 Tale politica ha portato la pratica
dell’esternalizzazione ad assumere
un’importanza strategica nel settore
pubblico.
L’esternalizzazione
rappresenta una recente tendenza della
Pubblica Amministrazione ad
abbandonare la sua tradizionale
veste autoritaria per interagire
maggiormente con il settore privato,
coinvolgendolo attraverso:
 moduli e procedure differenti nella
gestione della cosa pubblica. Tale
fenomeno, dove la relazione fra
pubblico e privato si fa più complessa
e articolata, è meglio definito come
età del passaggio dal government alla
governance.
La GOVERNANCE
è la capacità di mettere a sistema diversi
attori pubblici e privati, per
questo,diventando una pratica di
amplissimo utilizzo presso le
amministrazioni di tutti i livelli di governo,
orientate sempre più, secondo uno slogan
diffuso, a fare meglio con meno. Ecco
che l’esternalizzazione diviene uno dei
principali strumenti per ottenere
 risparmi di risorse e aumento della
qualità dei servizi.
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Benefici
dell’esternilizzazione 1/2
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I principali benefici :
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Accresce l’efficienza e riduce i costi
perché induce competizione e
specializzazione (economie di scala e
conoscenza);
• La possibilità di ovviare alla carenza
di alcune professionalità (skills
shortage);
• L’innalzamento della qualità dei
servizi;
• L’attenuazione delle logiche
burocratiche e l’alleggerimento
dell’Amministrazione Pubblica;
• La possibilità di rispondere in tempi
rapidi all’innovazione tecnologica;
• Il superamento di alcune rigidità
dovute al blocco delle assunzioni
BENEFICI 2/2
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L’opportunità di concentrare
attenzione e risorse su attività ritenute
strategiche;
• La definizione di un corrispettivo
contrattuale vincolato ad un risultato o
performance e la presenza di un
unico responsabile del risultato
contrattuale;
• La raccolta di indicazioni che
emergono attraverso il confronto ed il
tempo reale su fattori produttivi, costi,
qualità e risultati
LIMITI ESTERNALIZZAZIONE
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Aumento del potere degli organi politici a scapito di
quello manageriale nelle Amministrazioni Pubbliche e
determinando
pressioni lobbistiche per l’assegnazione dei
contratti con conseguente aumento della spesa
pubblica;
• Mancanza di etica nei servizi pubblici esternalizzati;
• Costi aggiuntivi come il costo di scrittura del
contratto o l’indizione della gara d’appalto, di
monitoraggio dei contenuti dello stesso e dell’utilizzo
personale qualificato esterno;
• Riduzione di trasparenza e di accountability
interponendo un intermediario fra utenza finale e Enti
pubblici;
• Riduzione e demotivazione del pubblico impiego,
impoverendo competenze e capitale intellettuale
• Dipendenza della soddisfazione dei bisogni pubblici
dallo stato di salute economica del fornitore.
Attività di servizio esternalizzata e
strumenti
L’Ente pubblico può esternalizzare
l’intera gestione del servizio o
solo fasi di essa.
Gli strumenti attraverso i quali
realizzare processi di
esternalizzazione in senso
stretto, considerato lo specifico
settore preso in
considerazione, sono:
STRUMENTI 1/2
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Istituzioni, è un organismo strumentale dell’Ente locale
per l’esercizio di Servizi sociali, dotato di autonomia
gestionale;
• Aziende speciali - anche consortili, è una delle forme
organizzative del Comune per provvedere alla gestione
dei servizi pubblici, che abbia per oggetto la produzione
di beni e di attività rivolte a realizzare fini sociali e a
promuovere lo sviluppo economico e civile delle comunità
locali;
• Associazioni, è un ente non profit o ente senza scopo di
lucro rappresentato da un contratto di comunione di
scopo, cioè
un contratto in cui ciascuna delle parti associate mira a
realizzare un interesse comune a tutti i soggetti che vi
partecipano;
• Fondazioni, è un ente non profit o ente senza scopo di
lucro caratterizzato dalla destinazione di un patrimonio
privato per una finalità non lucrativa e che, quindi, può
essere costituita solo per scopi di pubblica utilità
STRUMENTI 2/2
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• Affidamento a terzi, le Amministrazioni
Pubbliche possono procedere all'affidamento
della gestione di servizi a terzi individuati in base
a procedure ad evidenza pubblica quando
sussistano ragioni tecniche, economiche o di
utilità sociale,fatte salve le normative di settore
vigenti (trattativa privata, licitazione privata,
pubblico incanto o asta pubblica, appalto
concorso,accreditamento);
• Gestione in economia, i servizi vengono in
pratica espletati da un’articolazione interna
dell’Ente locale, facente parte del suo stesso
apparato organizzativo.
Per capire quale scegliere è opportuno che il decisore politico, in
collaborazione con gli addetti ai lavori,
definiscano
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• Quale sia il migliore assetto istituzionale
da dare al proprio progetto;
• In quale contesto territoriale dovrà
svilupparsi;
• Quale deve essere l’oggetto sociale;
• Quali e quanti soggetti dovranno
intervenire e a che titolo;
• Con quale carattere deve essere fondata la
forma di gestione patrimoniale o con quale
quota di capitale partecipare.
Quindi non esistono forme giuridiche di
gestione migliori o peggiori in senso teorico
assoluto.
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