IJPH - Year 9, Volume 8, Number 3, Suppl. 2, 2011 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Aspetti clinici di pazopanib: nuovo farmaco inibitore dell’angiogenesi per il trattamento del carcinoma a cellule renali avanzato Camillo Porta Descrizione del prodotto e meccanismo d’azione Pazopanib (Votrient®) è una piccola molecola con attività antiangiogenica a somministrazione orale (Figura 1). L’angiogenesi gioca un ruolo chiave nella crescita e nei processi di metastatizzazione dei tumori solidi. L’attivazione dei recettori per il VEGF e per il PDGFR media una potente attività pro-angiogenica che aumenta la vascolarizzazione del tumore e conseguentemente favorisce lo sviluppo di metastasi [1]. Figura 1. Struttura chimica di pazopanib sale cloruro (C21H24ClN7O2S). Il carcinoma renale a cellule chiare costituisce circa il 75-80% dei carcinomi renali ed è associato ad un’elevata incidenza di inattivazione del gene oncosoppressore VHL (von Hippel-Lindau) e di conseguenza ad una sovraespressione di VEGFR e PDGFR [2]. Questi meccanismi sono associati ad uno stadio tumorale avanzato, ad una malattia aggressiva e ad una bassa sopravvivenza [3,4]. L’inibizione dei recettori VEGFR e PDGFR è quindi un target primario nel trattamento del carcinoma renale e in particolare di quello a cellule chiare. Pazopanib è un inibitore che blocca il dominio tirosin-chinasico dei recettori VEGFR-1, -2 e -3, dei recettori PDGFR-α e -α, nonchè del recettore c-KIT1. A differenza di altri inibitori tirosin-chinasici, pazopanib non inibisce invece il recettore Flt-3 (Figura 2) [1], peculiarità clinicamente rilevante in quanto vi sono evidenze che suggeriscono come questo recettore possa essere associato alla tossicità ematologica [5]. Pazopanib ha dimostrato, in modelli preclinici, una bassa affinità per Flt-3, di contro ad una elevata affinità per VEGFR1-2-3 (superiore, ad esempio, a quella del sunitinib) e affinità simile per PDGFRα e PDGFRα [2] (Figura 3). La ridotta attività off-target di pazopanib sembra essere responsabile della minor tossicità di Figura 2. Meccanismo d’azione di pazopanib e di altri inibitori tirosin chinasici. S22 CAPITOLO 3 IJPH - Year 9, Volume 8, Number 3, Suppl. 2, 2011 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Figura 3. Selettività rispetto all'inibizione delle chinasi di pazopanib rispetto a sunitinib [2]. questa molecola rispetto ad altri inibitori delle tirosin-chinasi [3]. Evidenze cliniche Fin dagli studi clinici di fase I/II, l’attività di pazopanib si è associata ad un buon profilo di tollerabilità [4,6], con eventi avversi raramente di grado elevato e comunque facilmente prevedibili e gestibili. Nel carcinoma renale, lo studio più importante per pazopanib è lo studio di fase III registrativo VEG105192, condotto su 435 pazienti [7] (Tabella 1). Il trial clinico VEG105192 era uno studio randomizzato e controllato di fase III, multicentrico, e internazionale, condotto in doppio cieco su pazienti affetti da carcinoma renale localmente avanzato o metastatico, aventi malattia misurabile; i pazienti arruolati in tale studio potevano essere treatment-naive ovvero essere stati precedentemente trattati con citochine (Tabella 2). I pazienti sono stati quindi randomizzati a ricevere, in rapporto 2 a 1, pazopanib o il placebo (Figura 4) [7]. Il trattamento continuava fino a progressione di malattia o inaccettabile tossicità. Il protocollo di studio prevedeva, in caso di progressione di pazienti inseriti nel braccio placebo, la possibilità di cross-over al trattamento sperimentale. Il braccio sperimentale era costituito da pazopanib, somministrato per via orale alla dose di 800 mg una volta al giorno. Rispetto all’assunzione di cibo, pazopanib veniva assunto un’ora prima, o due ore dopo, i pasti. Eventuali modifiche di dose per tossicità venivano effettuate secondo quanto stabilito nel protocollo in accordo a specifiche linee guida. L’end-point primario dello studio era la Progression Free Survival (PFS), definita come il tempo intercorrente dalla randomizzazione all’evento di progressione o di decesso per qualsiasi causa. La progressione di malattia veniva definita sulla base di esami radiologici specifici, ovvero mediante TC (o Risonanza Magnetica – RM), confrontando l’evoluzione di lesioni target misurabili rispetto al baseline. La revisione dei parametri di attività e di efficacia (immagini radiologiche) è stata effettuata da un comitato di revisione indipendente, in cieco rispetto al trattamento che avevano eseguito i pazienti, e in cieco rispetto agli sperimentatori. Le indagini radiologiche venivano effettuate ogni 6 settimane per le prime 24 settimane di trattamento (6-12-18-24), poi dalla ventiquattresima settimana in poi ogni 8 settimane fino a progressione. La scelta di prevedere appuntamenti di rivalutazione molto stretti era stata fatta al fine di permettere un cross-over precoce al farmaco attivo nel braccio placebo. Dopo progressione i pazienti venivano seguiti con follow up pianificati ogni tre mesi e fino al decesso per la rilevazione della sopravvivenza. Il principale obiettivo secondario era l’Overall Survival (OS), definita come il tempo intercorrente dalla randomizzazione al decesso. Altri obiettivi secondari comprendevano il tasso di risposte obiettive e il beneficio clinico. Per tasso di risposte (Response Rate – RR) si intende la somma delle risposte complete e delle risposte parziali al trattamento, mentre per beneficio clinico si intende la somma delle risposte CAPITOLO 3 S23 IJPH - Year 9, Volume 8, Number 3, Suppl. 2, 2011 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Tabella 1. Sviluppo clinico di pazopanib nel trattamento del mRCC (studi clinici conclusi). STUDIO TIPO DI STUDIO N° pazienti STATO VEG10003 (Fase I) Studio di fase I condotto su tumori multipli di tipo solido 63 Completato (2002-2006) VEG102616 (Fase II) Studio di fase II a braccio singolo 225 Completato (2005-2008) VEG105192 (Fase III) Studio registrativo di fase III randomizzato (2:1) con controllo placebo, condotto in doppio cieco 435 Completato (2006-2010) VEG107769 (Fase II) Estensione open-label di VEG105192 per permettere ai pazienti del gruppo placebo di ricevere pazopanib dopo progressione 80 Completato (2006-2010) Tabella 2. Criteri di inclusione dello studio VEG105192. Carcinoma renale a cellule chiare (diagnosi istologica di carcinoma renale a cellule chiare) Carcinoma renale localmente avanzato oppure metastatico (malattia non trattabile con chirurgia o radioterapia oppure carcinoma renale in stadio IV secondo la classificazione AJCC) Non hanno ricevuto nessun trattamento oppure hanno ricevuto un trattamento di prima linea a base di citochine (monoterapia con IL-2 o INF-α, con IL-2 e INF-α, IL-2 e/o INF-α in combinazione con la chemioterapia, o terapia ormonale) Stadio di malattia misurabile (secondo i criteri RECIST) ECOG Performance Status pari a 0 o 1 Figura 4. Disegno dello studio VEG105192. S24 CAPITOLO 3 IJPH - Year 9, Volume 8, Number 3, Suppl. 2, 2011 ITALIAN JOURNAL OF obiettive con le stabilizzazioni di malattia. Altri obiettivi secondari valutati sono stati il profilo di tollerabilità del farmaco, e quindi la rilevazione degli effetti collaterali e la qualità di vita (HealthRelated Quality of Life, HRQoL). La valutazione della risposta al tumore veniva documentata e stabilita mediante indagini radiologiche specifiche (TC o RM) con la valutazione delle lesioni definite al baseline misurabili. Per la valutazione della risposta potevano essere utilizzati i criteri RECIST. La sicurezza del trattamento è stata analizzata mediante la rilevazione degli eventi avversi definiti secondo un sistema internazionale riconosciuto in oncologia, i National Cancer Institute Common Toxicity Criteria (NCI-CTC) versione 2. Per l’analisi della Qualità di Vita sono stati somministrati ai pazienti due diversi questionari validati globalmente, il QLQ-C30 e il EQ-5D VAS, ed è stata eseguita un’analisi singola per ogni questionario, e un’analisi crociata delle due rilevazioni. PUBLIC HEALTH Tra l’Aprile 2006 e l’Aprile 2007 in questo studio clinico sono stati randomizzati 435 pazienti affetti da carcinoma renale avanzato, provenienti da 80 centri Europei e di altri Paesi in Asia, Sud America, Australia e Nuova Zelanda. Dei 435 pazienti arruolati, 233 erano pazienti di prima linea non pretrattati con terapia medica e 202 pazienti erano stati precedentemente trattati con citochine. Di questi 202 pazienti pretrattati il 75% aveva ricevuto interferone (IFN). Dei 435 pazienti arruolati, 290 pazienti sono stati trattati con pazopanib e 145 pazienti con placebo (Tabella 3). Risultati in termini di efficacia I risultati, valutati da una commissione indipendente (Independent Review Committee IRC) sono riassunti nella Tabella 4 e nelle Figure 5 e 6 per quanto riguarda la PFS e l’Overall Response Rate. L’endpoint primario di PFS è risultato Tabella 3. Caratteristiche dei pazienti dello studio VEG105192. Pazopanib (N=290) Placebo (N=145) 59,0 (28-85) 60,0 (25-81) 68 75 155 (53) 135 (47) 78 (54) 67 (46) Età Mediana (range) Sesso, % Maschi Precedente terapia sistemica, n, % Naïve Pretrattati con citochine Sedi di malattia, % Polmoni Linfonodi Ossa fegato 74 54 28 26 73 59 26 22 Nr. di sedi di malattia, % 1o2 ≥3 45 55 48 52 ECOG PS, % 0 1 42 58 41 59 Classe di rischio secondo i criteri MSKCC, % Rischio basso Rischio intermedio Rischio alto Sconosciuto 39 56 3 3 39 53 3 4 MSKCC=Memorial Sloan Kettering Cancer Centre CAPITOLO 3 S25 IJPH - Year 9, Volume 8, Number 3, Suppl. 2, 2011 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Tabella 4. Risultati di efficacia pubblicati dalla commissione indipendente (VEG105192) [7]. Pazopanib (N=290) Placebo (N=145) Mediana PFS (mesi) Popolazione ITT (endpoint primario) Sottogruppo naïve (n=233) Sottogruppo pretrattato con citochine (n=202) 9,2 4,2 p<0,0000001; HR 0,46 (95% CI: 0,34-0,62) 11.1 2.8 p<0,0000001; HR 0,40 (95% CI: 0,27-0,60) 7,4 4.2 p<0,001; HR 0.54 (95% CI: 0,35-0,84) Overall Response Rate (%) Popolazione ITT 30 3 Sottogruppo naïve (n=233) 32 4 Sottogruppo pretrattato con citochine (n=202) 29 3 Figura 5. Mediana della PFS considerando l’intera popolazione interessata dallo studio [7}. Figura 6. Mediana della PFS nella sottopopolazione naïve e pretrattata con citochine [7]. significativamente prolungato dal trattamento con pazopanib rispetto al placebo nella popolazione totale in studio (9,2 vs 4,2 mesi; HR: 0,46), con una riduzione del rischio di progressione o morte del 54% (Figura 7). In entrambe le sottopopolazioni considerate (pazienti treatment-naïve e pazienti pretrattati con citochine), si è registrato un rilevante beneficio S26 in favore di pazopanib. La PFS è risultata infatti significativamente prolungata con il farmaco sperimentale rispetto al placebo, sia nei pazienti naïve (11,1 vs 2,8 mesi; HR: 0,40), che nei pazienti pre-trattati con citochine (7,4 vs 4,2 mesi; HR: 0,54). Rispetto al placebo, questi dati si traducono in una riduzione del rischio di progressione o morte con pazopanib, rispettivamente del 60% CAPITOLO 3 IJPH - Year 9, Volume 8, Number 3, Suppl. 2, 2011 ITALIAN JOURNAL nei pazienti naïve, e del 56% nei pazienti pretrattati con citochine (Figura 6). Un’analisi per sottogruppi ha dimostrato come il beneficio in termini di PFS ottenuto con pazopanib sia costante e, soprattutto, sovrapponibile in tutti i sottogruppi esaminati, indipendentemente dalle caratteristiche prese in considerazione [8] (Figura 7). Il tasso di risposte obiettive nella popolazione di studio generale è risultato pari al 30% per i pazienti trattati con pazopanib rispetto al 3% nel gruppo placebo. I tassi di risposta con pazopanib sono risultati simili indipendentemente dal pretrattamento (32% nei pazienti naïve e 29% nei pazienti pretrattati con citochine). Nel braccio di pazopanib, la durata mediana della risposta è risultata superiore a 1 anno (58,7 settimane) e il tempo alla risposta è stato di 11,9 settimane [7]. I risultati finali dell’analisi di sopravvivenza (cutoff clinico al 23 maggio 2008) hanno evidenziato un valore mediano di OS per pazopanib di 22,9 mesi e 20,5 mesi per placebo, senza raggiungere una differenza statisticamente significativa fra i due bracci (Figura 8) [8]. Questo risultato può essere in parte spiegato dall’elevato ricorso al cross-over dei pazienti del braccio placebo: dei 145 pazienti che hanno ricevuto placebo, 70 pazienti sono stati infatti trattati successivamente con pazopanib (54% dei pazienti). Risultati in termini di tollerabilità Pazopanib è stato generalmente ben tollerato con un profilo di sicurezza assolutamente accettabile [7]. La maggior parte degli eventi avversi erano infatti di grado 1 o 2; gli eventi più frequenti (incidenza ≥20%) registrati tra i pazienti trattati OF PUBLIC HEALTH con pazopanib sono stati: diarrea, ipertensione, cambio del colore dei capelli, nausea, anoressia e vomito (Tabella 5) [7]. Fatica e astenia sono stati registrati rispettivamente nel 19% e 14% dei pazienti trattati con pazopanib. Eritrodisestesia palmo-plantare, ipotiroidismo, infiammazione delle mucose e stomatiti si sono invece verificati in una bassa percentuale (≤7%) tra i pazienti trattati con pazopanib [7]. L’anomalia più frequente (incidenza ≥50%), riscontrata a livello degli esami di laboratorio, tra i pazienti sotto trattamento con pazopanib, è stata un elevato livello di transaminasi (ALT 53%, grado 3/4 12%; AST 53%, grado 3/4 7%) ma per la maggior parte dei casi si è dimostrata una condizione reversibile [7]. Si sono osservati pochi casi di tossicità ematologica di grado 3 e 4 (leucopenia 0%, neutropenia 1%, trombocitopenia 1%, linfopenia 4%, anemia 2%) [7] (Tabella 6). Negli studi clinici si è osservato un aumento delle transaminasi (ALT, AST); tali alterazioni si sono verificati all’inizio del trattamento, risultando raramente associati ad un incremento dei livelli di fosfatasi o bilirubina. Nella maggior parte dei pazienti, inoltre, questo fenomeno è risultato reversibile. Comparazione con altri farmaci Un recente lavoro scientifico ha proposto una valutazione comparativa degli esiti di efficacia clinica fra pazopanib, il più recente farmaco autorizzato per il trattamento del carcinoma a cellule renali in fase metastatica, e gli altri trattamenti farmacologici approvati [9]. Figura 7. Risultati di PFS nell’analisi per sottogruppi [7]. CAPITOLO 3 S27 IJPH - Year 9, Volume 8, Number 3, Suppl. 2, 2011 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Figura 8. Mediana dei risultati finali di OS di pazopanib [8]. Tabella 5. Eventi avversi più frequenti riscontrati nello studio VEG105192 [7]. Pazopanib (N=290) Placebo (N=145) Evento, % Tutti i gradi Grado 3 Grado 4 Tutti i gradi Grado 3 Grado 4 Diarrea 52 3 <1 9 <1 0 Ipertensione Cambiamento del colore dei capelli Nausea 40 4 0 10 <1 0 38 <1 0 3 0 0 26 <1 0 9 0 0 Anoressia 22 2 0 10 <1 0 Vomito 21 2 <1 8 2 0 Fatica 19 2 0 8 1 1 Astenia 14 3 0 8 0 0 Emorragia† 13 1 <1 5 0 0 Dolore addominale 11 2 0 1 0 0 Mal di testa 10 0 0 5 0 0 † Di qualsiasi natura: 1% dei pazienti trattati con pazopanib ha avuto un evento di grado 5. Gli autori non hanno potuto condurre una vera e propria comparazione diretta fra i risultati dei diversi trials clinici di sunitinib, bevacizumab+INFα, pazopanib e sorafenib a causa dei diversi disegni dei trials e delle diverse popolazioni di pazienti considerate negli studi. Tuttavia, lo studio riassume in forma tabellare e grafica i risultati in termini di PFS e OS per i suddetti farmaci, derivanti dalle sperimentazioni S28 di fase II e III (Tabelle 7 e 8 e Figura 9). L’ effetto di pazopanib sull’endpoint PFS risulta essere comparabile a quello degli altri farmaci attualmente in uso (Figura 9). I risultati di efficacia clinica di pazopanib sono stati confrontati con quelli di altri trattamenti farmacologici (sunitinib e bevacizumab+INF-α) attraverso metodologie di confronto indiretto sia in una recente pubblicazione che nel Thecnology CAPITOLO 3 IJPH - Year 9, Volume 8, Number 3, Suppl. 2, 2011 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Tabella 6. Anormalità di laboratorio più frequenti riscontrati nello studio VEG105192 [7]. PAZOPANIB (n= 290), % Tutti i gruppi Gruppo 3 PLACEBO (n =145), % Gruppo 4 Tutti i gruppi Gruppo 3 Gruppo 4 ANALISI CHIMICHE DI LABORATORIO ALT 53 10 2 23 1 0 AST 53 7 <1 19 <1 0 Iperglicemia 43 <1 0 33 1 0 Iperbilirubinemia 37 3 <1 11 1 <1 Ipofosfatemia 36 5 0 13 1 0 Ipocalcemia 35 1 1 26 1 <1 Iponatremia 33 4 1 24 4 0 Ipoglicemia 18 0 <1 3 0 0 Ipokaliemia 10 1 <1 2 0 0 Leucopenia 38 <1 0 7 0 0 Neutropenia 36 1 <1 6 0 0 Trombocitopenia 34 1 <1 5 0 <1 Linfopenia 34 5 <1 24 1 0 Anemia 26 2 <1 31 1 <1 TEST EMATOLOGICI Tabella 7. Risultati di PFS derivanti dai trials randomizzati dei farmaci approvati per il trattamento del mRCC. Tabella 8. Risultati di OS derivanti dai trials randomizzati dei farmaci approvati per il trattamento del mRCC. CAPITOLO 3 S29 IJPH - Year 9, Volume 8, Number 3, Suppl. 2, 2011 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Figura 9. Comparazione grafica dei risultati di PFS provenienti da trials randomizzati dei farmaci approvati per il trattamento del mRCC. Appraisal NICE di pazopanib [10,11]. Entrambi i lavori indicano che pazopanib è superiore a INFα, ma che al momento non è possibile dimostrare una differenza statisticamente significativa fra pazopanib e sunitinib o bevacizumab+INF-α. beneficio di Pazopanib anche per l’overall survival. Alla luce di queste evidenze, si può affermare che pazopanib rappresenti una valida alternativa terapeutica a Sunitinib e Bevacizumab + IFN-α come trattamento di prima linea nei pazienti con mRCC. Valutazioni conclusive Pazopanib, somministrato per via orale in unica somministrazione giornaliera alla dose di 800 mg, ha dimostrato una significativa efficacia in termini di PFS e di risposte obiettive rispetto al placebo, il tutto associato ad un eccellente profilo di tollerabilità. La tollerabilità è importante nei pazienti con carcinoma renale in fase avanzata. Essa, infatti, consente di rispettare la dose intensity prevista, consente di preservare la qualità di vita e consente di rimanere in trattamento per un lungo periodo di tempo, con un impatto importante sulla stabilità di malattia. Pazopanib è una piccola molecola, inibitore multitarget, che agisce su PDGFR, VEGFR, c-KIT, ma non su FLT3. La mancata inibizione di questo target spiega la ridotta tossicità ematologica di pazopanib rispetto ad altri farmaci della stessa categoria [2]. I risultati finali della sopravvivenza globale sono risultati non significativi perché “sporcati” dall’effetto di cross-over e dai trattamenti utilizzati dopo progressione. Le analisi statistiche utilizzate per aggiustare questo dato suggeriscono peraltro un Sviluppo clinico in corso nel RCC L’efficacia e la tollerabilità di pazopanib rispetto al principale competitore (ovvero sunitinib) verranno valutati prospetticamente dallo studio COMPARZ, studio di non inferiorità che confronta direttamente i due farmaci nel trattamento di prima linea di pazienti affetti da carcinoma renale localmente avanzato e/o metastatico [12]. Un’ulteriore studio, il cui arruolamento è stato da poco chiuso, è lo studio PISCES (Patient preference study of Pazopanib versus sunitinib in advanced/ metastatic RCC), uno studio randomizzato in doppio cieco che prevede il trattamento dei pazienti con sunitinib seguito da pazopanib, o viceversa. L’obiettivo dello studio è la preferenza dei pazienti nei confronti di uno o dell’altro farmaco. Infine, lo studio PROTECT, da poco attivato a livello globale, è finalizzato a valutare l’efficacia di pazopanib come terapia adiuvante nel ritardare o prevenire la recidiva di tumore renale in pazienti con carcinoma renale localizzato, operati radicalmente, ma classificabili come a rischio moderato a severo di recidiva. Bibliografia angiogenesis inhibitors. Br J Cancer 2009;101:1717-23 3) Baselga J. Targeting tyrosine kinases in cancer: the second wave. Science 2006;312(5777):1175-8. 4) Hurwitz HI, Dowlati A, Saini S et al. Phase I trial of pazopanib in patients with advanced cancer. Clin Cancer Res 2009;15(12):4220-7. 5) Van Erp N, Mathijssen RH, van der Veldt AA, et al. 1) Sonpavde G, Hutson TE, Sternberg CN. Pazopanib, a potent orally administered small-molecule multitargeted tyrosine kinase inhibitor for renal cell carcinoma. Expert Opin Investig Drugs 2008;17(2):253-61. 2) Kumar R, Crouthamel MC, Rominger DH et al. Myelosuppression and kinase selectivity of multikinase S30 CAPITOLO 3 IJPH - Year 9, Volume 8, Number 3, Suppl. 2, 2011 ITALIAN JOURNAL Pharmacogenetic pathway analysis for determination of sunitinib-induced toxicity. Abstract and oral presentation at American Society of Clinical Oncology Annual Meeting 2009. J Clin Oncol 2009;27(Suppl15s): Abstract no. 5006. 6) Hutson TE, Davis ID, Machiels JP, et al. Efficacy and safety of pazopanib in patients with metastatic renal cell carcinoma. J Clin Oncol 2010;28:475–80. 7) Sternberg CN, Davis ID, Mardiak J, Szczylik C, et al. Pazopanib in locally advanced or metastatic renal cell carcinoma: results of a randomized phase III trial. J Clin Oncol 2010;28(6):1061-8. 8) Sternberg CN, Hawkins RE, Szczylik C et al. Randomized, double-blind phase III study of pazopanib in patients with advanced/metastatic renal cell carcinoma (mRCC): final overall survival (OS) results. ESMO 2010. 9) Bukowski RM. 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