IJPH - Year 9, Volume 8, Number 3, Suppl. 2, 2011 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Elementi chiave per il processo decisionale Il bisogno di cura: epidemiologia del carcinoma renale metastatico •Il carcinoma a cellule renali costituisce approssimativamente il 3% dei tumori negli adulti e l’85-90% di tutte le neoplasie renali. •Il cancro del rene prevale nel sesso maschile (con un rapporto di 2 a 1 fra maschi e femmine) e anche l’età sembra incidere dal momento che circa l’80% dei casi si rileva nella fascia d’età tra i 49-60 anni. •La diagnosi di tumore alle cellule renali avviene molto spesso in stadio avanzato, anche se negli ultimi anni la percentuale di diagnosi allo stadio T1-T2 è aumentata dal 49% al 74%. Circa il 25-30% dei pazienti hanno malattia metastatica alla diagnosi, mentre circa il 40% dei soggetti diagnosticati con tumore localizzato sviluppano in seguito metastasi. I pazienti che si presentano alla diagnosi con una malattia limitata al rene, e pertanto operabili radicalmente, hanno una sopravvivenza a 5 anni dell’85%. Nei pazienti con malattia metastatica o che sono andati incontro a recidiva dopo nefrectomia, la aspettativa di vita a 5 anni non supera il 10%. •Secondo le stime del Registro Tumori Italiano, in Italia nel periodo 2003-2005, il cancro del rene è risultato l’ottavo tumore maligno più frequente nella popolazione maschile. In Italia esso ha rappresentato il 3,8% dell’incidenza totale di tumori negli uomini (escludendo gli epiteliomi della cute) e il 2,5% nelle donne. Partendo da questi dati e da uno studio condotto da Bosetti et al. si stima che il tumore a cellule renali colpisca ogni anno in Italia un numero compreso fra 6.800 e 8.000 persone. Circa 3.000 persone muoiono ogni anno per questa causa. Il bisogno di cura: standard di cura attuale del carcinoma renale metastatico in Italia •Al momento, l’unico trattamento in grado di garantire la guarigione è la chirurgia nel caso di malattia localizzata. Per quanto riguarda la malattia metastatica, purtroppo ancora inguaribile, l’obiettivo primario delle terapie mediche è prolungare l’aspettativa di vita, conservando la qualità di vita dei pazienti, utilizzando la somministrazione di farmaci. •Negli ultimi anni lo scenario terapeutico del carcinoma renale avanzato è stato notevolmente modificato grazie all’introduzione dei nuovi farmaci “target therapy” (inibitori del VEGF e del mTOR) che hanno modificato il management della patologia e apportato notevoli benefici clinici. •Le attuali linee guida internazionali (NCCN, ESMO, EAU) suggeriscono come principali trattamenti di prima linea i farmaci sunitinib e bevacizumab in associazione con interferone alfa nei pazienti con basso o intermedio rischio e temsirolimus nei pazienti con rischio elevato. Le stesse linee guida indicano sorafenib ed everolimus come principali trattamenti di seconda linea. •Le nuove terapie impiegate nel trattamento del mRCC sono caratterizzate da una tossicità non trascurabile che può riflettersi negativamente sul mantenimento del dosaggio, sulla sospensione o sull’interruzione del trattamento e quindi sull’outcome del paziente. •Pazopanib (Votrient®) è un nuovo farmaco anti VEGFR, recentemente approvato per il trattamento di prima linea del carcinoma renale (RCC) avanzato e nei pazienti che hanno ricevuto in precedenza una terapia a base di citochine per malattia avanzata. Pazopanib: nuovo farmaco inibitore dell’angiogenesi per il trattamento del carcinoma renale avanzato •Pazopanib è una piccola molecola con attività antiangiogenica a somministrazione orale, che blocca il dominio tirosin-chinasico dei recettori VEGFR-1, -2 e-3, recettori PDGFR-α e PDGFR–α, e il recettore c-KIT1, target altamente coinvolti nello sviluppo tumorale. •Tre studi clinici che hanno coinvolto oltre 500 pazienti hanno permesso di valutare il profilo di rischio-benficio del farmaco. La sperimentazione di fase III randomizzata, controllata con placebo, condotta in 435 pazienti ha mostrato un significativo vantaggio di pazopanib vs palcebo per quanto riguarda l’endpoint primario della PFS (Progression Free Survival) che è risultata significativamente prolungata dal trattamento con pazopanib rispetto al placebo nella popolazione totale in studio (9,2 vs 4,2 mesi), CAPITOLO 5 S51 IJPH - Year 9, Volume 8, Number 3, Suppl. 2, 2011 ITALIAN JOURNAL con una riduzione del rischio di progressione o morte del 54% (HR 0,54). •La sopravvivenza libera da progressione è risultata significativamente prolungata con pazopanib rispetto al placebo sia nella popolazione di pazienti non precedentemente trattati (11,1 vs 2,8 mesi), popolazione che rappresenta oggi la principale indicazione del farmaco, sia nel sottogruppo che in accordo al protocollo era stato trattato con citochine (7,4 vs 4,2). •I risultati finali dell’endpoint secondario della sopravvivenza globale (22,9 vs 20.5) sono risultati non statisticamente significativi: l’analisi è stata infatti inficiata dal frequente e precoce crossover avvenuto fra il braccio placebo e il braccio sperimentale (54% dei pazienti assegnati a placebo hanno poi ricevuto il farmaco sperimentale). •Pazopanib ha dimostrato un profilo di sicurezza e tollerabilità accettabile quando comparato al placebo: la maggior parte degli effetti indesiderati hanno avuto una severità di grado 1 o 2 (severità media-moderata) e sono risultati clinicamente gestibili. Gli eventi più frequenti (incidenza < 20% sono stati diarrea, ipertensione,cambio del colore dei capelli, anoressia e altri sintomi gastro-intestinali come nausea e vomito). L’anomalia più frequente è stata l’innalzamento del livello di transaminasi che per la maggior parte dei casi si è dimostrata una condizione reversibile. Consumo di risorse e costi a carico del SSN per il carcinoma renale avanzato/metastatico •Il costo annuale dei farmaci attualmente impiegati per il trattamento del mRCC varia da 43.265 € a 34.469 € per una terapia annua (al netto degli sconti di legge e di quelli derivanti dagli accordi di risk sharing/pay for performance) a seconda del farmaco impiegato. Mediamente, quindi, il costo per il trattamento farmacologico del mRCC è compreso fra 2.900 € e 3.600 € al mese per paziente. •In Italia un recente studio osservazionale ha evidenziato un costo medio mensile complessivo (comprendente il costo dei farmaci, gli esami di laboratorio, il trattamento degli eventi avversi e i ricoveri ospedalieri) per il trattamento di un paziente con sunitinib pari a € 3.869, e con sorafenib pari a € 3.448 al mese. Il costo medio mensile per il trattamento dei soli eventi avversi associati alla terapia farmacologica ammonta a 108 € per sunitinib e a 212 € per sorafenib. La componente di costo che maggiormente influisce sul risultato ottenuto è il costo del trattamento farmacologico. S52 OF PUBLIC HEALTH •Per quanto riguarda pazopanib, il costo di acquisizione è stato ottenuto partendo dal prezzo di sunitinib a cui poi è stato applicato lo sconto derivante dall’accordo di risk-sharing negoziato con l’autorità regolatoria. E’ stato infatti negoziato con AIFA un accordo di payment by result con rivalutazione dell’efficacia a 24 settimane e relativo payback da parte di GSK del costo del farmaco per i pazienti classificati come non responder al trattamento. Lo sconto derivante da questo accordo si può quantificare, partendo dai risultati del trial clinico, pari al 22%. Impatto economico e finanziario di pazopanib nel mRCC •Dato il disegno dello studio registrativo che prevedeva il confronto con il placebo, l’analisi di costo-efficacia di pazopanib è stata effettuata operando un confronto indiretto con i due trattamenti maggiormente impiegati nella pratica clinica del carcinoma renale metastatico (pazienti in prima linea e non a prognosi infausta), ovvero sunitinib e l’associazione di bevacizumab con interferone alfa 2a (IFN). • Il modello per l’analisi di costo-efficacia è stato elaborato da GSK e sottoposto al NICE (National Institute for Health and Clinical Excellence). Il modello utilizza i risultati provenienti dai trials clinici dei trattamenti farmacologici, i costi dei farmaci calcolati al netto degli sconti previsti, e tutti gli altri costi correlati alla patologia nella prospettiva del Sistema Sanitario Nazionale (SSN). •Dall’analisi di costo-efficacia risulta che pazopanib è dominante rispetto a sunitinib (ovvero meno costoso e più efficace) e costo-efficace nei confronti dell’associazione bevacizumab+IFN, con un ICER pari a 4.692€/ QALY (Quality-Adjusted Life-Years). •I risultati emersi dalle analisi di sensibilità probabilistica evidenziano la presenza di un certo grado di incertezza associato ai risultati dell’analisi di base, legata principalmente alla mancanza di risultati da un confronto diretto, data la scarsità dei dati disponibili e il ricorso a tecniche di confronto indiretto che implicano alcune ipotesi e assunzioni con un certo margine di aleatorietà. •Pazopanib presenta comunque un profilo di costi favorevole anche grazie anche alla minore incidenza stimata di eventi avversi, mentre l’efficacia clinica può essere considerata, pur con un certo grado di incertezza, in linea con quella delle alternative terapeutiche considerate. •La variabile che principalmente influenza l’esito della analisi è quindi l’accordo di risk-sharing (payment by results) negoziato con AIFA. CAPITOLO 5 IJPH - Year 9, Volume 8, Number 3, Suppl. 2, 2011 ITALIAN JOURNAL •L’analisi di impatto sul budget, nella prospettiva del SSN, di pazopanib rispetto all’insieme di terapie attualmente utilizzate nella prima linea del mRCC, condotto assumendo un tasso di sostituzione del 18,5% del nuovo farmaco rispetto alle attuali terapie, è di circa – 5,2 milioni di euro. Il minor costo del farmaco e la minore frequenza di eventi avversi hanno un impatto positivo sul budget complessivo rispetto all’attuale spesa associata al trattamento di questa patologia. •Dal punto di vista economico, si può concludere che pazopanib rappresenta un uso appropriato delle risorse del SSN Italiano nei pazienti con mRCC. Limiti e punti di forza delle evidenze disponibili, sviluppo clinico in corso e futuri programmi di HTA 2.0 Lo studio che ha portato alla registrazione di pazopanib a livello europeo, ha dimostrato la chiara superiorità del nuovo farmaco verso il placebo, sia nella popolazione complessiva che nei sottogruppi rilevanti, e un profilo di sicurezza accettabile e relativamente favorevole. Alcuni limiti delle evidenze disponibili, che derivano dal disegno dello stesso studio, come il confronto con placebo e i dati non significativi sulla sopravvivenza globale, non permettono al momento di valutare in modo completo e definitivo il profilo del rischio-beneficio comparativo di pazopanib OF PUBLIC HEALTH verso gli altri farmaci già presenti sul mercato. Considerando tutti questi aspetti, l’efficacia clinica può essere giudicata in linea con quella delle attuali alternative terapeutiche. Pazopanib presenta, invece, per certo, un profilo di costi favorevole per il SSN quando comparato con le attuali terapie in uso, grazie soprattutto al costo di acquisizione del farmaco e all’accordo di risk-sharing con AIFA che ne garantirà l’appropriatezza d’uso e la condivisione del rischio legata alla sua efficacia sul campo. Complessivamente, l’utilizzo di pazopanib può essere considerato un uso appropriato delle risorse del SSN nei pazienti con mRCC. Alcuni studi clinici in corso (COMPARZ, PISCES, PROTECT) permetteranno entro breve tempo di avere a disposizione ulteriori dati sull’efficacia comparativa di pazopanib verso sunitinib nelle fasi avanzate, sulle preferenze dei pazienti verso i due farmaci, sulla sua efficacia come terapia adiuvante. In attesa di questi risultati, poiché è prevedibile che pazopanib, dati i risultati incoraggianti di efficacia, il favorevole profilo di sicurezza e il minor costo per il sistema, sarà progressivamente utilizzato nei pazienti indicati, è raccomandabile che programmi di Outcome Research e di HTA 2.0 siano attivati a livello nazionale e regionale in modo programmato e coordinato al fine di poter valutare l’effettiva resa del farmaco nella pratica reale. CAPITOLO 5 S53