6C) COMUNITA’ DELLA SAMBUCA SK 11) SAMBUCA/PAVANA Anno : <1787 Mulino di Marioltino(ora Valdibure) Località: Marioltino Fiume: Sx Limentra di Sambuca. Palmenti: 1 e 1+ 1+ 2 1787, Arch. di Stato PT, Catasto Granducale, Pavana Mp. III, part. 168 Propr. Carini Antonio di Pietro di Giovanni 1787, Arch. di Stato PT, Catasto Granducale, Pavana Mp. III, part. 171 Propr. Bettini Domenico di Pietro 1789, Arch. di Stato PT, Campione Catasto Granducale, vol. 777 Propr. Gori Don Gregorio 1806, Arch. di Stato PT, Campione Catasto Granducale, vol. 777 Propr. Carini Giovanni 1810, Aggiunto 3° palmento 1813, Arch. di Stato PT, Catasto Leopoldino, Tavola Indicativa dei Proprietari e delle proprietà rispettive, Pavana sez. A, part. 811 Propr. Carini Sabatino di Giovanni 1815, Arch.Stor.S.Marcello, Lettere e Negozi, vol. 814 Propr. Carini Giovanni 1851, Arch. Di Stato PT, Atti Comunità di Sambuca, vol. 17, Disegno Arch. di Stato PT, Campione Catasto Leopoldino, Registro delle Partite 1852, propr. Carini Giovanni e altri di Sabatino 1856, propr. Carini Giulio e altri di Sabatino 1860, propr. Guccini Sebastiano 1877, propr. Guccini Francesco e altri Arch. di Stato PT, Campione Catasto Fabbricati, Registro delle Partite 1888, propr. Guccini Francesco fu Sebastiano 1890, propr. Guccini Giuseppe e altri 1898, aggiunta casa e probabilmente 4° e 5° palmento 1921, propr. Guccini Giuseppe 1923, propr. Guccini Cherubino 1940, Arch. di Stato PT, INAIL Servizio Molini Propr. Guccini Cherubino Arch. di Stato PT, Campione Catasto Fabbricati, Registro delle Partite 1947, propr. Guccini Giuseppe 1973, NCEU Sambuca, Fg. 2, partic. 149 1993, Dizionario Toponomastico del Comune della Sambuca Pistoiese 1787, Arch. di Stato PT, Catasto Granducale, Vol. 780 Propr. Carini Antonio di Pietro di Giovanni , Mp. III, partic. 168 “Terra selvata con un mulino ad un palmento con una stanza sopra per uso del mugnaio, con terra ortiva e gelsi e restone di fiume Limentra, luogo detto Marioltino e le Costerelle; confina a levante fiume Limentra, mezzogiorno Luca Gaggioli col n. 160 e 161; ponente Santi Gori col n. 164 e Benedetto Gori col n. 165; tramontana Domenico Bettini col n. 171, 172 e 178 e detto col n. 174 e 175.” 1787, Arch. di Stato PT, Catasto Granducale, Vol. 780 Propr. Bettini Domenico di Pietro, Mp. III, partic. 171 “Un mulino ad un palmento con casa di sua abitazione di mis. Stiora 0.6.3.10, con orto e la casa e mulino di tre stanze, anzi quattro, posto sulla Limentra fiume, luogo detto Marioltino; confina a levante Comunale di n. 173, a mezzogiorno Carini col n. 167 e 168, ponente strada di n. 270, tramontana Carini col n. 169 e 170.” Arch. di Stato PT, Campione Catasto Granducale, vol. 777(Mp. III, partic. 171) 1789, 23 luglio, arroto 463 a Don Gregorio Gori 1806, 2 aprile, arroto 104 a Carini Giovanni 1810, Aggiunto 3° palmento 1813 Arch. di Stato PT, Catasto Leopoldino, Tavole Indicative, Pavana A 811 Un molino di br. q. 153 di propr. Carini Sabatino di Giovanni 1815, Arch.Stor.S.Marcello, Lettere e Negozi, vol. 814 A di 8 dicembre Da Don Barbi, Parroco di Pavana, al Cancelliere Comunitativo di S.Marcello: “Gent.mo Sig. Cancelliere, troverà qui unita la Nota dei mulini richiestami colla gent.ma Sua 24 novembre scorso. Non stupisca se detta Nota è incompleta e se ho tardato a spedirla. Le distanze da qui a Campeda, a Frassignone e a S. Pellegrino sono tante . La mia malferma salute e la stagione straordinariamente cattiva non mi hanno permesso di escir di casa. Ho potuto a stento ricavare le notizie che si bramavano. Per rilevare segnatamente le tasse è stato inutile, per la più parte, ricorrere al Proprietario del mulino perché ha troppo facilmente imaginato l’oggetto della ricerca ed ha coperto malamente la sua negativa con una ignoranza, o dimenticanza, che non ha niente di verosimile. Il Governo, peraltro, può facilmente sopperire a tal difetto. Ogni anno si spedivano da Firenze ai Potestà i Quinterni della così detta Tassa Macine. In detti quinternetti erano indicate le somme che dovevano pagarsi ed i Potestà ne facevano la chiesta. Ciò almeno aveva luogo rapporto alla Potesteria della Sambuca. Tanto per di Lei norma, ed in parte anche a discarico mio, nell’esprimere un sentimento di vera stima e rispetto, invariabilmente mi considero Suo Dev.mo ed Obblig.mo Servitore. Carini Giovanni, Pavana, Mulino di Marioltino, , mulino 3 palmenti, Fiume Limentra, lire 10.6.4. Un palmento è stato aggiunto dopo il 1808” Senza Data Situazione redatta dall’Ingegnere di Circondario di S.Marcello: “Stato dei Mulini esistenti nel Circondario della Cancelleria Comunitativa di S.Marcello formato in adempimento degl’ordini contenuti nella Circolare dell’Ill.mo Signor Provveditore della Camera delle Comunità de’ 17 novembre 1815 di n. 2202: N. 15, Carini Giovanni, Pavana, mulino , 3 palmenti, Fiume Limentra, lire 10.6.4 Un palmento è stato aggiunto dopo 1l 1808” Arch. di Stato PT, Campione Catasto Leopoldino, Registro delle Partite 1820, Un molino di br. q. 153 di propr. Carini Sabatino fu Giovanni Arch. di Stato PT, Campione Catasto Leopoldino, Registro delle Partite 1852, Partita 612, 5.8, volt. 59 a Carini Giovanni e altri fu Sabatino 1856, Partita 1949s, 28.4, volt. 49 a Carini Giulio e altri di Sabatino 1860, Partita 2975s, 2.7, volt. 60 a Guccini Sebastiano 1877, Partita 4287s, 1.8, volt. 162 a Guccini Francesco, A fabbricati. Arch. di Stato PT, Campione Catasto Fabbricati, Registro delle Partite 1875, Un molino, detto di Pavana o di Millo, su 2 piani e 4 vani, di propr. Guccini Sebastiano fu Francesco 1888, partita 46s, volt. 305 del 14.11 a Guccini Francesco fu Sebastiano 1890, partita 1435s, volt. 149 del 31.8 a Guccini Giuseppe e altri 1898, partita 1630s, scheda del 29.6 per aggiunta casa di nuova costruzione, in totale 3 piani e 9 vani (Probabile aggiunta di altri 2 palmenti) 1921, partita 3734s, volt. 1168 del 14.6 a Guccini Giuseppe 1923, partita3288s, volt. 348 del 31.12 a Guccini Cherubino 1947, partita5369s, volt. 1918 del 20.2 a Guccini Giuseppe 1947, partita 7307s,propr Guccini Giuseppe, nessuno scarico. 1940, Arch. di Stato PT, INAIL Servizio Molini A di 8 maggio anno XVIII “Ministero delle Corporazioni, Ispettorato Corporativo, Circolo di Firenze Al Consiglio Provinciale delle Corporazioni di Pistoia Prot. N. 1278 Oggetto: Disciplina industria molitoria ditta Guccini Cherubino, Sambuca In risposta alla lettera sopra indicata comunico che questo Ufficio, esaminata per quanto di sua competenza la domanda della Ditta in oggetto, ritiene che il molino da essa esercito rientra nella categ. II di cui all’art. 13 lett.6 del R.D.L. 5 settembre 1938-XVI°, n. 1890. In relazione alla potenzialità di produzione giornaliera dell’impianto molitorio di cui trattasi calcolata in quintali 85 per cui compete l’anzidetta categoria, l’interessato dovrà corrispondere una tassa per il rinnovo della licenza di lire 180. Restituisco allegati alla presente i documenti trasmessi in visione. L’Ispettore Capo Cicolo Ing. G.Criscione Un molino a 5 palmenti, detto di Marioltino, con annessa abitazione, composto da due vani disposti a elle e addossati dalla parte delle macine al bottaccio, di cui una di m. 5,5 x 4 con due coppie di macine diam. cm. 127 e l’altra di m. 7 x 5 con 3 coppie di macine di diam. cm. 127”. Allegata Pianta del molino. 1973, NCEU Sambuca, Fg. 2, partic. 149 1993, Dizionario Toponomastico del Comune della Sambuca Pistoiese “Mulino di Mariottino, Mulino di Valdibure, mulino con annessa abitazione, in prossimità della riva sinistra della Limentra, oggi abbandonato. Il nome è quello del primo proprietario (non è vero; trattasi del nome della località) del mulino. L’ultimo proprietario , prima dell’abbandono, era Cherubino Guccini, i cui eredi abitano ancora la casa. Sulla porta del mulino è incisa la data del 1810.” (Ma il mulino risale a prima del 1787; probabilmente la data si riferisce all’ampliamento dovuto all’aggiunta di due macine avvenuta prima del 1815) L’edificio si presenta oggi in buone condizioni, senza che siano state fatte ristrutturazioni che ne abbiano cambiato l’aspetto che aveva due secoli fa. Le macine sono ancora in situ, anche se coperte dalla legna usata per la stufa dai proprietari che ancora abitano la casa. Non ci sono tracce della gora che negli ultimi anni di attività portava l’acqua di rifiuto dal mulino del Pontaccio. La gora originaria era andata distrutta da molto tempo a causa del mutato corso del fiume per una grossa piena. Particolarità del mulino era che i carcerari sono sotto il livello della strada e scaricavano l’acqua per mezzo di una galleria. Il mulino ha cessato l’attività all’inizio degli anni ’60, quando ancora lavorava saltuariamente e solo contemporaneamente al molino del Pontaccio.