Como Cultura
22 Sabato, 25 febbraio 2012
“Opera domani”
e “Il flauto magico”
N
ell’ambito di “Opera domani” – un progetto che intende
avvicinare gli alunni della scuola dell’obbligo all’opera
lirica – “Il flauto magico, ovvero sconfiggere i mostri”
di Wolfgang Amadeus Mozart debutterà il prossimo 27
febbraio al Teatro Sociale di Como. La regia è stata affidata a un
giovane artista emergente:
Stefano Simone Pintor,
Il debutto al Teatro
diplomato alla Scuola Paolo
Grassi di Milano. Per quale
Sociale lunedì 27
motivo è stato scelto quale
febbraio. La regia di
sottotitolo “sconfiggere i
Stefano Simone Pintor
mostri”? “Perché ognuno
di noi, sin da piccolissimo
materializzazione delle nostre
– puntualizza il regista – si
paure quotidiane! Non c’è niente
ritrova a dover superare
di strano: la stessa cosa succede
molte prove, a volte paurose,
a Tamino ne “Il flauto magico”.
che ci fanno attraversare
Anche lui, infatti, deve superare
territori oscuri e sconosciuti.
molte prove e alcuni mostri per
Sono molti i mostri che
poter attraversare lieto l’oscurità
popolano la nostra mente e,
della notte!”
soprattutto, le nostre notti…
Fiaba per bambini, racconto
Ma ecco il segreto: questi
massonico, storia illuministica
mostri non sono altro che la
e razionale, ma anche storia di
morte e rinascita, di magia e realtà,
“Il flauto magico” è un prisma
che racchiude significati infiniti
e suggerisce letture differenti, a
seconda di come e chi lo guarda.
Perfetto, dunque, perché diventi
l’oggetto di studio, di conoscenza
e di apprendimento per bambini
e ragazzi fra i sei e i dodici anni
che, con Tamino, attraverseranno
un anno di prove iniziatiche, in
un percorso di crescita musicale e
umana. Per imparare a ricordare,
scoprire e comunicare, riconoscere
e trasmettere, diventare adulti e
restare bambini. “Opera domani”
propone un percorso didattico
articolato, con offerta formativa e
pedagogica differenziata a seconda
dell’ordine scolastico.
Per l’anno 2012 “Opera domani” ha
scelto di continuare la sua azione
di divulgazione della musica
e dell’opera lirica utilizzando
anche il mezzo televisivo. “Opera
domani” andrà in TV, fra aprile
e settembre, con il programma
“Mozart a modo mio”, in onda sul
canale Sky.
L’iniziativa ha riscosso unanimi
consensi persino in ambito
■ Concerto dell’arpista venerdì 24 febbraio
Al Sociale Floraleda Sacchi
L’
arpista comasca Floraleda Sacchi si esibisce venerdì 24 febbraio, alle ore 20.30,
al Teatro Sociale di Como nell’ambito
della stagione concertistica. E’ accompagnata
dall’Orchestra 1813 diretta dallo spagnolo José
Luis Gomez-Rios. Eterogeneo il programma
che comprende il “Concerto in re per orchestra
d’archi” di Stravinskij, “Danse sacrée e danse
profane per arpa e orchestra d’archi” di Debussy, “Valse Triste” di Sibelius, “Prélude, Valse et Rigaudon per arpa e orchestra d’archi” di
Hahn e “Introduction et Allegro per arpa, flauto, clarinetto e orchestra d’archi” di Ravel. Un
concerto che oscilla tra scrittura ritmica incalzante e sonorità luminose, fra colori evocativi
e leggerezza sospesa. Definita da molti critici
“artista di eccezionale talento”, Floraleda Sacchi ha cercato di sviluppare progetti originali e
un personale modo di fare musica. Nonostante
la sua giovane età è considerata una delle più
interessanti e originali arpiste sulla scena internazionale, oltre che un’innovativa interprete nell’approccio al suo strumento, che
riesce a presentare spesso in maniera assolutamente nuova e inusuale, rivelandone
infinite e inaspettate potenzialità. Dal 2008
è l’unica arpista al mondo a incidere per la
“Decca”, etichetta di fama internazionale. Ha
pubblicato tre album fondamentali, quali
“Minimal Harp”, “Harp Dances”, dedicato a
ritmi di danza di autori spagnoli, e “Harp Favorites”, una raccolta di grandi classici della
musica barocca. Fra le incisioni discografiche spicca anche “Chiaroscuro” (Amadeus
Arte) in cui l’artista presenta, per la prima
volta, sue composizioni. Collabora sovente con attori in spettacoli teatrali. Successo
ha riscosso il dvd “Anna Politkovskaja” con
Ottavia Piccolo in cui esegue sue musiche.
Biglietti a 20 euro. Info: 031 270170. (al.ci.)
Michelangelo Ricci
Da seguace di
Galileo a cardinale
A
quarantotto anni dalla
Fu nominato, contro la sua
condanna di Galileo, papa
volontà, da Innocenzo XI
Innocenzo XI premiò con
la porpora uno studioso suo a quarantotto anni dalla
seguace. Si trattava di Michelangelo
condanna dello scienziato.
Ricci, battezzato a Roma il 30
Morì, però, solo 9 mesi dopo
gennaio 1619, nato da Prospero e
Veronica coniugi di Dongo emigrati la nomina. Fu sepolto in S.
a Roma, come tanti lariani, in
Francesco a Ripa, Roma
cerca di migliore fortuna. Il piccolo
mostrò subito un ingegno vivace
Questi nel 1644 inviò al Ricci
ma anche un fisico segnato da una forma evidente di
due lettere che sono la prima testimonianza
morbo comiziale. Si dedicò quindi agli studi di leggi
dell’esperimento con il quale dimostrò l’esistenza del
civili e canoniche, di teologia e di storia e avrebbe
vuoto.
voluto intraprendere la carriera ecclesiastica, ma la
Del resto il Ricci, con le sue profonde conoscenze
sua malattia gli impedì di ricevere gli Ordini Maggiori e matematiche e i suoi incarichi ufficiali a Roma,
rimase semplice chierico.
fu una figura di riferimento per molti intellettuali
Suo fratello Filippo, divenuto francescano riformato
e scienziati europei con i quali ebbe frequenti
col nome di fra’ Francesco Antonio, fu ordinato,
scambi epistolari, e intense relazioni ebbe pure con
divenne ministro provinciale di Roma e poi vescovo di
Leopoldo de’ Medici, patrono dell’Accademia del
Bisceglie in Puglia dal settembre 1664 (+ aprile 1685).
Cimento, animata nella sua breve vita da discepoli
Verso il 1650 venne nominato qualificatore e poco
di Galileo. Come matematico pubblicò un solo ma
dopo consultore del S.Offizio, poi anche segretario
apprezzatissimo opuscolo che vide la luce a Roma
della Congregazione delle Indulgenze. Nel contempo
nel 1666, ma gli altri notevoli risultati conseguiti da
si era dedicato agli studi scientifici sotto la guida
lui ci sono noti attraverso i carteggi con gli scienziati
di Benedetto Castelli, a sua volta tra i principali
suoi corrispondenti. Il primo settembre 1681 papa
discepoli di Galileo, ed ebbe come compagno di studi
Innocenzo XI nel suo primo concistoro lo nominò
Evangelista Torricelli.
cardinale, con l’esenzione dall’obbligo di ricevere gli
nazionale. “Opera domani”
è interessante, intelligente e
coinvolgente”, così si è espresso il
cantautore Eugenio Finardi. Sulla
medesima lunghezza d’onda la
cantante lirica Barbara Frittoli:
“Un grazie sentito a tutti quei
Maestri e Professori che si mettono
a disposizione per aiutare i nostri
giovani a entrare nel mondo
meraviglioso dell’Opera”. Pure
Riccardo Muti ha elargito parole
incoraggianti: ”Cantare insieme
significa imparare a vivere, non c’è
niente di più aggregante del canto”.
Alberto Cima
Notizie flash
■ Garzola
Sonia Rosini:
la donna che nuotava
Presso il
Tempio
Sacrario
degli Sport
nautici,
sabato 4
marzo, alle
ore 17,
Ilaria Bodero
Maccabeo
interpreta
“L’uomo che
cammina”,
di Christian
Bobin,
appuntamento in memoria di Sonia
Rosini, campionessa di nuoto... “la
donna che nuotava”. L’ingresso è libero.
Michelangelo Ricci,
busto nella chiesa di S. Francesco
a Ripa, nella cappella
del SS. Crocifisso in Porta Portese
ordini maggiori per via della sua
epilessia.
Ma egli scrisse al papa una lunga
e articolata lettera nella quale
presentava con grande energia
vari seri motivi che lo spingevano
a rifiutare il galero cardinalizio.
Innocenzo insistette ed alla
fine lo convocò il 15 ottobre al
Quirinale: dopo averlo ascoltato,
gli comandò di aggiungere alla virtù dell’umiltà
quella dell’obbedienza, e così gl’impose la berretta,
come titolare di S.Maria in Aquiro. La contentezza
degli estimatori fu grande, perchè la promozione era
assegnata ad un uomo valido soprattutto nel campo
scientifico, conosciuto come tale in tutta Europa, oltre
che fedele e importante collaboratore della Curia
Romana nei casi più delicati.
Ma appena 9 mesi dopo il nuovo cardinale decedette, a
64 anni non compiuti, il 12 maggio 1682.
Fu sepolto in S.Francesco a Ripa presso il Tevere,
ma volle che (secondo i barbari costumi dei secoli
scorsi) i suoi occhi, imbalsamati in una teca d’argento,
venissero portati a Dongo e deposti alla base dell’altare
maggiore della plebana di S.Stefano, con l’iscrizione
“Michael Angelus Riccius S.R.E. Cardinalis Romae
mortuus hic videt”.
Mario longatti
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Da seguace di Galileo a cardinale