150 anni Da Gramsci a Saviano • Quaderni dal carcere • Vieni via con me Che cosa è l’Unità d’Italia? Sicuramente lo capirono i soldati che l’8 settembre ’43 furono abbandonati senza direttive , venivano da contrade diverse ma ogni loro paese era un pezzo dell’Italia libera che stava nascendo L’Italia unita non fu mai in discussione C’è qualcuno che oggi lavora a dividere l’Italia ? Ma c’è chi si ostina a celebrare questo anniversario: “Noi credevamo” di Mario Martone, l’inno di Mameli sussurato da Benigni, i commoventi discorsi di Napolitano, “Bella e perduta” di Lucio Villari, “La patria bene o male” di Fruttero e Gramellini…..noi.. Oggi c’è una diffusa esigenza di identità e di unità, di “cittadinanza” Molte cose hanno unito Italiano è: Primo Levi, parlare italiano, il lavoro di mio padre, “gli onesti lavoratori”, se non fosse per loro l’Italia sarebbe un popolo di servi…………………………………………………………………… Italia: tutti i santi giorni mentre guardiamo il mare C’erano 161 veneti fra i Mille SUD E NORD:E’ORA DI SMETTERLA Due anni dopo l’unità Legge contro il brigantaggio: briganti erano i garibaldini allo sbando ma anche contadini in rivolta le cifre non tornano Quattro, seimila briganti fucilati Mazzini era diverso da Cavour, ma avevano lo stesso obiettivo Garibaldi aveva alle spalle Crispi , un siciliano italiano Non fu scelta a caso la Sicilia per l’impresa dei Mille Unità come storia di pensieri divergenti ma convergenti • Al Sud circolavano idee liberali, sentimenti antiborbonici • Crispi tentò di animare per ben due volte i contadini dicendo loro che non avrebbero mai avuto le terre dai Borboni • preparava il terreno per lo sbarco dei Mille L’unita’ Roma non è la matrigna e non è neanche ladrona: è la capitale Le ragioni Mentre l’Alto Adige vagheggia il referendum pro Austria noi andiamo a lezione di unità dal nostro Presidente della Repubblica (Discorso “Per l’unità d’Italia”): La riflessione storica per i 150 anni deve abbracciare l’evoluzione dello Stato unitario dalla fondazione ad oggi per consentire un bilancio persuasivo da far valere nel presente. Non sottovalutare la presa che può avere in diversi strati dell’opinione pubblica la deriva di vecchi e nuovi luoghi comuni in termini di divisione e secessione . Nella Carta, che l’Assemblea adottò il 22 dicembre 1947, campeggia l’espressione “una e indivisibile” riferita alla Repubblica che era stata proclamata un anno prima : è un vincolante impegno morale e politico valido allora come oggi. Il rischio dissolutivo degli anni tra il ’43 e il ’45 (Croce ne era convinto:”tutto ciò che è stato costruito politicamente , economicamente e moralmente è distrutto”). L’Italia potè nel 1945 ricongiungersi come paese libero e indipendente grazie a tre fattori: la Resistenza- il senso dell’onore e la fedeltà all’Italia delle nostre unità militari che si impegnarono nella guerra di liberazione fino alla vittoria sul fascismo-la saggezza delle forze forze politiche antifasciste che trovarono la strada dell’impegno comune. Va’ pensiero (non lasciamo questo canto in mani “rozze”, la musica di Verdi è l’ Italia ) • Sentirsi italiani per ragioni storiche,geografiche, linguistiche, culturali Non siamo eredi di Gramsci? • L’identità di una nazione e di un popolo nel • Riproposizione di un problema segno politico che ne ha determinato culturale strumentale leghista che l’autenticità:la proclamazione dell’unità I leghisti si atteggiano a gramsciani? riscopre il carattere accidentato d’Italia del nostro Risorgimento • Partire dall’attualità? • Si tratta di un ricatto ammantato • Si sono capovolti i punti di vista? di motivazioni culturali • Il processo della tradizione unitaria è • La sperequazione del reddito tra passato nelle mani della cultura leghista, Nord e Sud mentre l’impostazione unitaria è sostenuta • L’emigrazione dal Sud dimostra oggi dalla tradizione di sinistra? che ci sono radici profonde? • Secessione al Nord? rivoluzione al Sud? La democrazia italiana è sofferente Per le delusioni della seconda repubblica dopo la crisi della prima Lo stato unitario si sta disarticolando? Le regioni del Sud si consegnano al potere delle mafie? I diversi significati della parola “Italia”: -prima solo parte della Calabria poi esteso alla penisola -prima dell’arrivo dei Greci nel Meridione estremo forse sarebbero vissuti gli Italòi, appartenenti alla terra che i Greci chiamavano Enotria o Ausonia -altri si richiamavano alla parola “vitelus” ( vitello sfuggito ad Eracle mentre riportava a Gerione la sua mandria attraverso il territorio italico, donde “Vitulia” a tutta la regione). L arelazione del nome Italia con vitello venne ripresa dalle monete osche emesse durante la guerra sociale . Nel V secolo i Greci estesero il nome Italia da Posidonia a Taranto. I Romani, conquistata l’Italia meridionale chiamarono Italia fino al Rubicone (prima metà del sec. III a.C). L’estensione fino ai piedi delle Alpi è dovuta a Ottaviano (42°a.C.)che nella sua divisione dell’Italia in regioni comprese l’Italia padana. L’impero romano ha penalizzato lItalia tpgliendo all’Italia l’egemonia territoriale e trasferendo la funzione egemonica a una classe “imperiale” e quindi “supernazionale” Lo Stato della Chiesa frantuma il paese Gramsci: il Risorgimento Quaderni dal carcere Nell’età dei Comuni si costituiscono i nuovi gruppi cittadini e non nasce lo stato nazionale come nel resto d’Europa e poi le monarchie assolute mentre l’Italia è sotto le dominazioni straniere Poi la Rivoluzione francese(patria, nazione, rivoluzione) . Il Piemonte tende ad unirsi alla Francia. Repubblica Cisalpina al Nord mentre il Meridione è legato alla rivoluzione partenopea del 1799, la cui sconfitta è l’inizio di tutti i nostri mali.Non c’è contatto tra le élites giacobine e i contadini del Sud che dietro il cardinale Ruffo e fra ‘Diavoloimpiccano i giacobini (Cuoco: Saggio del 1801). Il Mazzinianesimo ( è una novità) supera l’astrattismo rivoluzionario. Metternich dice:”non ho visto mai un uomo così attaccato ai suoi ideali come Mazzini”. Mazzini vuole saldare nazione e repubblica partendo dall’Italia meridionale che non doveva rimanere preda delle forze che avevano vinto nel 1799. Ecco l’improvvisa unificazione dell’impresa garibaldina. Sempre sul Risorgimento 1861-1961-2011 Nel quadro internazionale Mazzini e Cavour si contendono il processo unitario: Cavour sa bene che bisogna fare i conti con le grandi potenze (la Francia , Pio IX, l’alleanza con Napoleone III) e procede vero l’unificazione sabauda. Garibaldi coglie il momento opportuno in cui le grandi potenze non sono interessate. Cavour sottobanco dà una mano a Garibaldi. Mazzini si precipita a Napoli e intanto si producono fatti terribili: Bronte (i contadini che avevano sparato contro i giacobini adesso accolgono Garibaldi ma vogliono la terra). Napoleone III autorizza Cavour a mandare Cialdini a fermare Garibaldi (vedi l’incontro tristissimo di Teano) Da Teano parte la questione meridionale che ci trasciniamo dietro. Cavour morente dice : “l’Italia del Nord è stata fatta, ma ci sono ancora i napoletani,… quel briccone di Ferdinando…bisogna che lavorino i meridionali, che siano onesti, io li governerò con la libertà… niente stato d’assedio…Garibaldi vuole andare a Roma… ma…. Libera chiesa in libero stato.. Ma poi c’è lo stato d’assedio contro il brigantaggio. I successori di Cavour furono brutali. Quella ferita è ancora aperta. … sacrifici non distribuiti equamente …..l’emigrazione….unificazione strabica….capitalismo che ha potenziato la parte già forte…..(es.pochi km di ferrovia tra Napoli e Portici al Sud e al Nord migliaia di km.). La questione meridionale è il perno dell’unità nazionale: La Costituzione • “Uno dei tesori del nostro Paese è la Costituzione….. • Ecco il discorso che Piero Calamandrei,uno dei padri della Costituzione,membro dell’Assemblea costituente, fece agli studenti dell’Università di Milano nel 1955: ..la Costituzione non è una macchina che • una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna metterci l’impegno, lo spirito,la volontà di mantenere le promesse, la propria responsabilità.. • L’indifferenza alla politica, la non partecipazione era il rischio che Calamandrei paventava… La barca di Calamandrei • Calamandrei usa la metafora della barca: • Due emigranti,due contadini, che attraversano l’oceano su un piroscafo traballante..uno si accorge che onde altissime fanno oscillare la barca..l’altro dorme nella stiva …il marinaio dice … se continua cosi tra mezz’ora la barca affonda…il navigante sveglio corre a svegliare l’altro…il bastimento affonda ….Che me ne importa,non è mica mio!... • Questi sono gli indifferenti Gli indifferenti di Antonio Gramsci • • • • Odio gli indifferenti Credo che vivere vuol dire essere partigiani. Non possono esistere gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, parteggiare. Indifferenza è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. A cura della prof.ssa Tonia Salamina 17 marzo 2011