Corso “Economia dei Gruppi Industriali” 1° Parte: Casi di “comportamenti autodistruttivi” che determinano declino /crisi di aziende prive di successo (fuori testo) 2° Parte: Capitolo 6 – Le azioni di cambiamento strategico per il turnaround – fino al paragrafo 6.2 Il caso: “Settore del Acciaio” in crisi strutturale Lakshimi Mittal e Wilbur Ross, “Storie che si incontrano” Pag.167 del libro Università degli Studi Milano Bicocca Dott. Prof. Mario Masciocchi Dott.ssa Paola Spoldi Sessione 6ª – 30 Marzo 2011 I COMPORTAMENTI RICORRENTI CHE TRASFORMANO LE AZIENDE SANE IN “PROBLEMI” ABF Cultura aziendale negativa DE Vision strategica inefficace CG Management inefficace G OSSESSIONE PER I VOLUMI (Costi in aumento e margini in discesa) A ATTEGGIAMENTO DI RIFIUTO F IMPULSO TERRITORIALE (Mitologia, rituali e ortodossia) B ARROGANZA (Conflitti culturali e lotte interne) (orgoglio e caduta) E MIOPIA COMPETITIVA (Visione ristretta della concorrenza) C AUTOCOMPIACIMENTO D DIPENDENZA DALLE COMPETENZE TRADIZIONALI (il successo alimenta il fallimento) (la posizione di leader diventa una minaccia) 2 L’ATTEGGIAMENTO DI RIFIUTO: incapacità di accettare le verità INCAPACITA’ DI ACCETTARE LA REALTA’. “A VOI NO PUO’ ACCADERE” CAUSE Rifiuto delle tecnologie emergenti Negazione del cambiamento nei gusti del consumatore Rifiuto di un nuovo ambiente globale SINTOMI Sindrome della diversità Caso G.M. Sindrome della ostilità Caso Digital Sindrome dei fattori esterni Caso Xerox 3 L’ATTEGGIAMENTO DI RIFIUTO (segue) I RIMEDI Esaminare prodotti, processi, personale della vs azienda vs quelli dei competitor andando alla ricerca di pregiudizi e delle “sacche di resistenza” Predisporre sistemi che mettono in discussione convinzioni/ortodossie dell’azienda Formare sistematicamente i manager sulla leadership orientata al futuro Ascoltare sistematicamente i manager “sul campo” Misurare l’intensità dell’atteggiamento di rifiuto Casi: G.M. – A&P - Xerox 4 AUTOCOMPIACIMENTO: il successo genera il declino SENSO DI SICUREZZA / TRANQUILLITA’ DERIVANTE DALLA CONVINZIONE CHE IL SUCCESSO RISCOSSO IN PASSATO CONTINUERA’ NEL FUTURO. “SIAMO GENETICAMENTE FORTI” CAUSE Il successo si fonda su un monopolio regolamentato Il successo si fonda su un monopolio distributivo L’azienda è stata “scelta” dal Governo Lo Stato è proprietario dell’azienda o la controlla SINTOMI Decisioni prese senza fretta Processi aziendali molto burocratici Cultura aziendale basata sul consenso Integrazione verticale spinta. L’azienda fa tutto all’interno Decisioni basate su prezzi medi e costi medi. Mancanza di segmentazione per prodotti / segmenti / linee di business 5 L’AUTOCOMPIACIMENTO (segue) I RIMEDI Riprogettare: maggiore qualità, eliminare sprechi Riorganizzare: decentrare su Business Unit e/o su aree geografiche Affidare in outsourcing le funzioni secondarie Infondere nuove energie: nuovo leader Legare i compensi ai risultati Spostare i manager-chiave fra le diverse funzioni aziendali Servizi Postali, De Beers, Lucent 6 LA DIPENDENZA DELLE COMPETENZE TRADIZIONALI LE COMPETENZE SONO INDISPENSABILI PURCHE’ NON LIMITINO LA PROSPEZIONE DI OPPORTUNITA’ ALTERNATIVE ED IL RICONOSCIMENTO DI OBSOLESCENZA DELLE STESSE CAUSE Mancanza di equilibrio fra diverse competenze funzionali. Al contrario, una di queste diventa dominante: Dipendenza da R&S Dipendenza dal Design Dipendenza dalle vendite Dipendenza dal servizio SINTOMI Gli sforzi per trasformare l’azienda sono stati inutili L’entusiasmo è svanito Tutti abbandonano la nave 7 LA DIPENDENZA DELLE COMPETENZE TRADIZIONALI (segue) I RIMEDI Orientare la propria tecnologia verso altri prodotti e mercati Diversificare le proprie competenze accedendo a mercati differenti o segmenti di mercato Risalire o discendere la catena del valore estendendo le proprie competenze Concentrare le risorse/energie su aree che offrono maggiori potenzialità di profitto/crescita Adottare una strategia di crescita esterna mediante acquisizioni ed integrazioni successive Lego, Avon, Agenzie di Viaggio 8 MIOPIA NEI CONFRONTI DELLA CONCORRENZA VISIONE TROPPO RISTRETTA DELL’AMBITO IN CUI SI TROVA A COMPETERE L’AZIENDA CAUSE Evoluzione naturale del settore Clustering Il numero 1 è anche il pioniere del settore Lo scenario opposto: il numero 2 sfida il numero 1 I “Golia” non sono considerati SINTOMI Si consente ad attori di nicchia di coesistere con l’azienda: si è concentrati sui grandi competitori e non si riconosce la minaccia dei piccoli (“Golia”) La fedeltà di un fornitore è conquistata da un concorrente non tradizionale I clienti dell’azienda passano dagli acquisti alla produzione Sono sottostimati i “nuovi arrivati”, soprattutto quelli provenienti dai paesi emergenti Si è impotenti rispetto a una nuova tecnologia 9 MIOPIA NEI CONFRONTI DELLA CONCORRENZA (segue) I RIMEDI Ridefinire il panorama competitivo Ampliare l’ambito del prodotto/mercato Organizzare un team che si occupi esclusivamente di raccogliere informazioni sul quadro concorrenziale Effettuare investimenti separati su tecnologie alternative concorrenti Acquisire le aziende di nicchia le cui tecnologie rappresentano potenziali minacce Puntare sui mercati emergenti in cui è probabile si sviluppi la concorrenza futura Rifocalizzarsi sul “core business” Hertz/Avis, Lafarge, IBM 10 L’OSSESSIONE PER I VOLUMI I COSTI IN AUMENTO E MARGINI IN DISCESA INEFFICENZA DI COSTO. SI SPENDE TROPPO MENTRE I PREZZI SCENDONO PER UNA FORTE COMPETIZIONE O PER ECCESSO DI PRODUZIONE CAUSE Pionieri con margini elevati Crescita rapida Il paradosso della scala Le “sorprese” degli oneri imprevisti SINTOMI Spese fuori controllo Centri di costo misurati a livello funzionale non a livello mercato/canale/prodotto Cultura della “sovvenzione”. Il successo di una Divisione/Unità copre il fallimento di una altra L’allocazione dei costi generali/SGA viene effettuata in % ai ricavi, quindi penalizzando le unità più efficienti 11 L’OSSESSIONE PER I VOLUMI I COSTI IN AUMENTO E MARGINI IN DISCESA I RIMEDI Identificare dove si generano i costi Convertire i metri di costo in centri di ricavo/profitto Passare dalla integrazione verticale alla “integrazione virtuale” Outsourcing di funzioni “non core” Ingegnerizzare i processi “a costo zero” Realizzare il target casting Pagare i venditori con un sistema basato sulla redditività lorda diretta Fare dell’approvvigionamento una funzione strategica Motorola, Procter & Gamble 12 LE DIRETTRICI DEL CAMBIAMENTO STRATEGICO TIPO DI AZIENDE /GRUPPO Aziende operanti in settori maturi e in difficoltà strutturale Aziende operanti in settori in crescita sorprese da cambiamenti radicali (tecnologia, etc) AZIONI STRATEGICHE Riposizionamento offerta al mercato per recupero redditività Ridimensionamento assetto produttivo su livello di assorbimento (70-75%) Riduzione del costo del lavoro e costi SGA/strutturali Cessione di assetto/Partecipazioni Convertirsi sui nuovi prodotti/funzione d’uso /mercati contigui Cambiare modello di business Disinvestire / Ridimensionare il fatturato Acquisire un nuovo “player” 13 IL CAMBIAMENTO STRATEGICO I PRINCIPALI TEMI DI CAMBIAMENTO RIGUARDANO: Ridefinizione e concentrazione del “Core Business” e “Core Essence” Disinvestimento o cessione dei business “Non core” e/o di singoli cespiti Discontinuità/coordinamento nella Innovazione Tecnologica → caso Head Tyrolia Evolvere da fornitore di prodotto a fornitura di servizio Outsourcing di processi e servizi Affitto di azienda Chiusura e/o riduzione progressiva di prodotti o business o siti produttivi. Distinguere le “lepri” dalle “tartarughe” Joint venture/alleanze in settori core o diversificati Comunicare la vision Imparare a camminare prima di correre Cash flow/ liquidità come indicatore “Key” 14 IL CAMBIAMENTO STRATEGICO: RIDEFINIZIONE E CONCENTRAZIONE SUL CORE BUSINESS Metodologie di scomposizione del business: Per settore di sbocco: la concentrazione avviene con riferimento al settore/i prioritario/i mentre vengono abbandonati i business “periferici” CASO BRITICH AEROSPACE Per tipo di attività nell’ambito della filiera delle imprese che sono integrate verticalmente: estrazione, avviamento, fabbricazione, assemblaggio, distribuzione all’ingrosso, distribuzione al dettaglio. Scelta: concentrarsi su distribuzione o su produzione? CASO RENAULT / NISSAN Per area geografica, procedendo a valorizzare per ciascun business e in misura aggregata per tutti i business fatturati e margini operativi generati nelle principali aree geografiche internazionali CASO FIAT CASO TOYOTA MERCATO USA 15 IL CAMBIAMENTO STRATEGICO: RIDEFINIZIONE E CONCENTRAZIONE SUL CORE BUSINESS “CORE” BUSINESS → ESSENCE → COMPETENCE Con quali Strumenti? Si applicano metodologie di analisi ( Key Performance Factor, KPF, SWOT analysis etc) che consentono di valutare potenziali dei singoli business Con quali criteri di scelta? Conservare i business che vanno bene e disporre degli altri Mappare i business su una matrice in base al posizionamento competitivo su un asse e all’attrattività di Mercati/Tecnologia dall’altra Vendere uno o più Business fra i migliori: C.D. – gioiello della corona Vendere business con attività di tipo “captive” ai fornitori specializzati Vendere un business in perdita dopo avere “agghindato la sposa”. Miglioramenti “tecnici” o parzialmente fittizi 16 LA MAPPATURA DEI BUSINESS Le opzioni di collocazione del Core Business devono essere chiare ed in numero limitato Non vi sono Vi sono minacce minacce identificate identificate del Core del Core Business Business Alternative di nuovi Mercati / Tecnologie No alternative di nuovi Mercati / Tecnologie Concentrazione sul Core Business Riposizionamento/ diversificazione Sviluppo di alternative Trasformazione del Core Business 17 IL CAMBIAMENTO STRATEGICO: DISINVESTIMENTO O CESSIONE DEI BUSINESS NON CORE E/O DI SINGOLI CESPITI Target primario: principali competitors Gestione della cessione o disinvestimento: - E’ opportuno che il progetto sia gestito da un senior manager temporaneamente svincolato dalle sue funzioni operative - Il TM partecipa al push del progetto e alle fasi critiche della negoziazione finale - Coinvolgimento forte del Mngt della società in vendita Azioni da intraprendere: - Conferire il business in una New-Co autonoma per configurare la struttura al meglio - Offrire premi o incentivi al team coinvolto - Mantenere una quota di minoranza per facilitare la transizione - Coinvolgere gli Stakeholder, soprattutto finanziari, che possono influenzare eventuali investitori OPERAZIONE DIFFICILE PERCHE’ SI OPERA CON “ACQUA ALLA GOLA” 18 IL CAMBIAMENTO STRATEGICO – DISCONTINUITA’ / CONSOLIDA MENO DELLA INNOVAZIONE TECNOLOGICA Sviluppo del piano di innovazione - Poche “piste di ricerca” prioritarie - Priorità sulle esigenze di mercato/clienti - Tm/AD propone i campi di innovazione da approfondire, i responsabili di R&S avanzano proposte, il vertice presidia sulle scelte e il successivo avanzamento. Criteri guida del piano di innovazione: - Estrema focalizzazione imposta dall’alto - Non trattare tutte le idee con lo stesso peso organizzativo: - Dare priorità alle innovazioni di tipo “verticale”, cioè volte a creare cambiamenti importanti nei settori di riferimento. - Non limitare lo sforzo di innovazione al campo dei prodotti ma guardare anche ai processi e alle funzionalità d’uso. CASO: HEAD TYROLIA MARES 19 IL CAMBIAMENTO STRATEGICO: OUTSOURCING DI PROCESSI O SERVIZI Le operazioni di outsourcing possono riferirsi a: - L ’azienda nel suo complesso in particolare le funzioni di supporto quali: Sistemi Informativi, amministrazione del personale, servizi generali - Le singole Business Unit con riferimento all’intera catena della supply chain: approvvigionamenti, pre-produzioni, produzioni, logistica, vendite e post-vendite Vantaggi: - Efficienze derivanti da prestazioni specialistiche, in più con elevate economie di scala - Riduzione degli organici e quindi più flessibilità per l’azienda - Risparmio nei costi generali/struttura comunque associati all’attività in outsourcing - Possibilità di catturare più facilmente le esperienze migliori di altri clienti. Svantaggi: - “Sorprese” sui costi, soprattutto su attività evolutive - Rischio di avere un fornitore unico per un servizio importante per l’azienda - Potenziale perdita di know how. OPERAZIONE DIFFICILE NEL TURNAROUND. SOLAMENTE IL 48% DEGLI OUTSOURCING RISULTA DI SUCCESSO 20 IL CAMBIAMENTO STRATEGICO: AFFITTO DI AZIENDE Costituisce prassi molto sviluppata in Italia Costituisce modalità per separare gestionalmente, societariamente la “Grand Company” e la Bad Company non Ha valenza strategica come struttura di transizione idonea a consentire la gestione del business in condizioni di economicità 21 IL CAMBIAMENTO STRATEGICO: CHIUSURA E/O RIDUZIONE PROGRESSIVA DI PRODOTTI O ATTIVITA’ Va affrontata dopo essersi dati un limite per la ricerca di altre soluzioni: Alternativa: 6-9 mesi Cessione ad ogni costo, di norma fornendo una dote al compratore Conversione del personale dedicato Inizio di una attività sostitutiva Azione più responsabile: procedere da subito a una graduale riduzione dell’attività, facendo rallentare gli impianti produttivi e adottando per il personale idonee procedure di mobilità/ assorbimento parziale in altra struttura (ottimistico) SCELTA “DOLOROSA” E DI DIFFICILE ATTENZIONE! NO ALTERNATIVE 22 IL CAMBIAMENTO STRATEGICO: JOINT VENTURE IN SETTORI CORE O DIVERSIFICATI E’ azione puramente opportunistica salvo che nel caso di aziende operanti in settori maturi o stagnanti un accordo di joint venture permette di razionalizzare le attività produttive e commerciali e di fare leva sui prezzi di vendita, diventando attrattive per nuovi investitori Strumenti essenziali di integrazione fra aziende/gruppi operanti in settori di crisi Acciaio - Integrazione/Cessione Mittal Nylon - Snia - Rhone Poulenc Macchine trasformatrici - Asea- Brown Boveri Auto - Daimler -Crysler 23