ATTUALITÀ E io (non) pago! Editore: Edizioni Turbo Srl - Palazzo di Vetro Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) - Tel. +39 0362 600463/4/5/9 Fax. +39.0362.600616 - e-mail: [email protected] - Periodico mensile - Registrazione al Tribunale di Milano n. 27 del 10 gennaio 2008 Poste Italiane SPA - Spedizione abbonamento postale - D.L. 353/2003 - Conv. in Legge 46/2004 - Art. 1 Comma 1 - LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) Tempi e ritardi, nel saldo delle fatture, condizionano le attività delle imprese. Anche all’estero. Ma i Paesi del Nord Europa... ANNO 5 - NUMERO 4 - APRILE 2012 DIRETTORE RESPONSABILE ANGELO FRIGERIO alle pagine 8 e 9 IL CASO PRIMO PIANO “Striscia la notizia” contro l’italian sounding. Jimmy Ghione, in missione a New York, acquista alcuni prodotti che imitano le specialità del Made in Italy. E li mostra a Rolando Manfredini, responsabile qualità Coldiretti. Che sentenzia: “Tutti tarocchi”. Una nuova strategia commerciale per il Gruppo bolognese. Che punta a valorizzare la materia prima e debuttare in nuovi comparti. Come quello dei formaggi spalmabili. a pagina 28 a pagina 10 Tu vuò fa’ Il 2012 secondo l’americano Granarolo SPECIALE MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA Avanti, Dop! PIANO DEI CONTROLLI Asiago, arriva l’analisi sensoriale Nel 2011 aumenta del 4,5% il fatturato della produzione. Il successo delle pezzature più ridotte, il legame con il territorio e la minaccia del mercato parallelo. Consorzio, retailer e produttori si confrontano. da pagina 23 a pagina 27 SPECIALE STRACCHINO E CRESCENZA Freschi per eccellenza Un lavoro di quattro anni. Che porta la Dop veneto-trentina a diventare la prima specialità casearia che detta le regole anche sulla qualità del prodotto finito. La parola a Flavio Innocenzi, direttore del Consorzio. Le voci di alcuni produttori. 25 milioni di pezzi venduti nel 2011. Un fatturato che sfiora i 228 milioni di euro. Tre player rappresentano il 67,3% del mercato. Focus su aziende, prodotti e distribuzione. alle pagine 18 e 19 MIF © MARKET INDEX FOOD Dati relativi all’intero comparto food confezionato Mese di Febbraio 2012 vs Febbraio 2011 in collaborazione con TREND VENDITE A VALORE da pagina 11 a pagina 16 TREND VENDITE A VOLUME PRESSIONE PROMOZIONALE QUOTA A VALORE *PL +5,10% +1,46% 26,09% +5,43% trend a prezzi costanti * PL = Private Label Per l’LCC, febbraio si è concluso con un incremento significativo delle vendite a valore. Più contenuto l’aumento registrato dal sell out a quantità. Rispetto a gennaio, anche la pressione promozionale mostra un lieve incremento. L’incidenza è passata dal 23,36% al 26,09%. Cresce la quota a valore della marca commerciale. POLE POSITION Aprile 2012 EDITORIALE Angelo Frigerio Morti bianche e tutela del credito. Ma non basta... Direttore Responsabile ANGELO FRIGERIO Direttore editoriale RICCARDO COLLETTI Editore: Edizioni Turbo Srl Palazzo di Vetro Corso della Resistenza, 23 20821 Meda (MB) Tel. +39 0362 600463/4/5/9 Fax. +39 0362 600616 e-mail: [email protected] Periodico mensile Registrazione al Tribunale di Milano n. 27 del 10 gennaio 2008. Poste Italiane SPA Spedizione abbonamento postale D.L. 353/2003 - Conv. in Legge 46/2004 Art. 1 Comma 1 - LO/MI Stampa: Ingraph - Seregno (MB) Periodico mensile Anno 5 - numero 4 Aprile 2012 Stampa: Ingraph - Seregno (MB) Una copia 1,00 euro - Poste Italiane SpA L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati personali in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di informazioni commerciali. In base all’Art. 13 della Legge n° 196/2003, i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: Edizioni Turbo S.r.l. Responsabile dati: Riccardo Colletti 2 Questo numero è stato chiuso in redazione il 3 aprile Morti bianche: le chiamano così ma non hanno nulla di candido. Sono quelle che avvengono nei cantieri e nelle fabbriche. Operai e manovali che - per mille motivi, fra cui l’incuria e la mancanza di prevenzione - perdono la vita al loro posto di lavoro. Li ricordano e li commemorano tutti: dal Presidente della Repubblica ai sindacati, fino ad arrivare al sindaco e al sacerdote. Tutto bene, tutto giusto. Ma chi ricorda le altri morti bianche? Quelle degli imprenditori, per la stragrande maggioranza piccoli, che si uccidono perché non riescono a far fronte ai debiti? Chi aiuta le loro famiglie? E quelle dei loro dipendenti? Certo, qualche rigo in cronaca. Parole di circostanza che non asciugano le lacrime. Ma soprattutto non vanno alla radice del problema. Perché? Perché suicidarsi a 47 anni, come Vincenzo Di Tinco di Taranto? O a 45, come Paolo Trivellin di Vicenza? Oppure ancora a 60, come Ivano Polita di Noventa del Piave? L’elenco potrebbe continuare a lungo. La crisi è un ciclone che investe tutto e tutti. E i più deboli soccombono. La storia di Vincenzo Di Tinco è emblematica. Di mestiere faceva il commerciante: le bancarelle del mercato prima, un piccolo negozio di abbigliamento dopo. Aveva un problema con la banca e una tratta da 1.300 euro da pagare a fine mese. Il colloquio con un funzionario, il no al prestito, il suicidio. Una corda e un albero nella sua casa di campagna.Tutto in poche ore.Viene alla mente il titolo di un film: “Non si uccidono così anche i cavalli?” Ivano Polita invece faceva il falegname. Una piccola azienda che, nei tempi d’oro, lavorava con i Benetton per la posa dei pavimenti in legno dei loro negozi. Poi arriva la crisi. Il lavoro non manca. Ma un conto è consegnare i prodotti, un altro farsi pagare. E così il “castelletto” piange, la liquidità manca, la banca non anticipa più. Ma gli stipendi degli operai, gli affitti, il materiale bisogna continuare a pagarlo.“Mi sento solo”, scrive Ivano. “Così non posso più vivere”. Lo trovano nel suo ufficio, dove lavorava sino a sera tardi, impiccato a una trave. Amaro il commento di Luca Zaia, il governatore del Veneto: “Scandaloso. Una volta il fallito era chi aveva debiti. Oggi chi ha crediti”. Certo, si tratta di casi estremi. Ma sono la punta di un iceberg. Di quella piccola e media impresa, ovvero l’ossatura produttiva del nostro Paese, che non ce la fa più. Fra banche che hanno stretto i cordoni della borsa, clienti che non pagano, pratiche burocratiche sempre più lunghe, inutili e avvilenti. Ma è mai possibile che tre aziende venete convochino i giornalisti perché Equitalia non rimborsa loro 18 milioni di euro (avete capito bene, 36 miliardi di vecchie lire) di Iva? (vedi pagina 6). In tutto questo la bagarre sull’articolo 18 e sui provvedimenti sul lavoro fa sorridere. I problemi sono altri. E il primo, e più importante da affrontare, è la tutela del credito. Parliamoci chiaro: in Italia chi non vuole pagare, non paga. Non veniteci a raccontare storie. Anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo qualcuno che ha fatto il furbo. Prima li tempestavamo di telefonate. Oggi non più. Sono spariti. Volatilizzati. Lasciandoci con pezzi di carta di cui abbiamo pagato l’Iva e inserito l’importo nei fatturati. Il danno e la beffa. Quanti come noi? E’ ora che la politica si dia una bella svegliata. E attivi al più presto quei meccanismi in grado di tutelare chi lavora bene e con professionalità. Bisogna farlo in fretta. Le notizie sulle “morti bianche” non le vogliamo più sentire. Ma non basta. La politica può aiutare ma non risolve il problema della solitudine. Ecco allora l’esigenza di un gruppo di amici che si mettono insieme per aiutarsi a fare impresa. Il Buon Gusto Veneto, associazione nata da un gruppo di imprenditori dell’alimentare (vedi Formaggi & Consumi n. 3 - marzo 2012), ne è un esempio. “La Rete è nata dalla passione e dall’amicizia di alcune persone”, hanno spiegato gli ideatori del progetto. Passione, amicizia: e se Vincenzo, Paolo, Ivano avessero incontrato un luogo così? Chissà… [email protected] Aprile 2012 I LAVORATORI DELL’ICE RINGRAZIANO Con una lettera giunta in redazione le organizzazioni sindacali dell’ex Istituto Cgil, Uil, Cisl, Ice dir Cida - esprimono il loro apprezzamento per l’approfondimento pubblicato sul numero di marzo della nostra rivista. Sul numero di marzo abbiamo pubblicato un’inchiesta condotta da Formaggi & Consumi, Salumi & Consumi e Dolci & Consumi in merito alla soppressione dell’Ice. Ci siamo rivolti ad aziende e consorzi interpellandoli sulle difficoltà causate dall’assenza del supporto dell’ex Istituto, oggi Agenzia per l’internaziona- lizzazione delle imprese. L’obiettivo, dichiarato, era quello di mettere in luce i servizi offerti dall’ex Istituto alle aziende che intraprendono la strada dei mercati esteri, e suggerire strumenti e modalità di intervento per la nuova Agenzia. Numerose le risposte giunte in redazione dalle aziende e dai consorzi, che hanno raccontato luci ed ombre dell’attività di Ice e posto l’attenzione proprio su quei servizi imprescindibili alla promozione del Made in Italy. Senza dimenticare le numerose preoccupazioni legate al vuoto di iniziative causato dalla situazione precaria in cui versa l’ex Istituto per il commercio estero. Un’inchiesta a tutto tondo, nella quale sono state analizzate anche le agenzie di altri paesi europei, con i relativi costi di gestione e le modalità di funzionamento. In merito a questa inchiesta, il 2 aprile, abbiamo ricevuto dalle organizzazioni sindacali Cgil, Uil, Cisl, Ice dir Cida la lettera che pubblichiamo di seguito. 1 2 3 Le immagini 1 e 2 si riferiscono all’articolo pubblicato sul Formaggi & Consumi n. 3 di marzo (da pagina 13 a 15). L’immagine 3 è relativa alla newsletter numero 10 di Formaggi & Consumi, inviata il 9 marzo 2012. 3 NEWS Aprile 2012 Asiago contraffatto ad Anuga. Arriva la sentenza Le autorità tedesche condannano Sartori al pagamento delle spese processuali. L’azienda americana aveva esposto i formaggi a Colonia in violazione della normativa Ue. Il Consorzio di tutela del formag- dedicata alle aziende Usa, in aperta gio Asiago Dop ha vinto. E’ arrivata violazione della normativa nazionaa metà marzo, infatti, la notizia della le e comunitaria sulle denominazioni sentenza del 23 febbraio 2012, con- di origine, che ha valore di legge in fermata dal Tribunale di Colonia, che tutti paesi europei. Un chiaro caso condanna al pagamento integrale di contraffazione, insomma, che non delle spese legali sostenute dal Con- è sfuggito ai rappresentanti dei Consorzio Sartori, azienda americana sorzi delle due Dop presenti in Fiera. produttrice dell’Asiago Made in Usa. La vicenda risale alla Fiera Anuga, manifestazione in scena a Colonia dall’8 al 12 ottobre 2011. Palcoscenico dove l’azienda americana aveva presentato un prodotto contraffatto e importato illegalmente. Il tempestivo intervento del Consorzio dell’Asiago con il supporto legale di Aicig, allora, sono stati fondamentali per ottenere, in poche ore, da parte delle autorità tedesche, un provvedimento di sequestro per l’Asia- Prodotti Sartori ad Anuga go prodotto in violazione alla normativa comunitaria sulle Dop. Ma Immediata la reazione degli enti di tufacciamo un passo indietro, e tornia- tela che, grazie al supporto legale di mo ad ottobre, nei padiglioni fieristici Aicig, hanno ottenuto in poche ore un di Colonia. Asiago e anche parmesan importante provvedimento: il sequefacevano bella mostra di sé al padi- stro dei formaggi esposti nello stand glione 10 di Anuga. Tutto normale, se dell’azienda statunitense Sartori. Oltre non fosse che i formaggi in questione ai prodotti dell’azienda del Wisconsin, arrivavano dal Wisconsin e dalla Flori- già nota per la produzione di formaggi da. E si trovavano in mostra nell’area contraffatti, il sequestro ha riguardato anche un altro produttore a stelle e strisce: Magic Time, azienda con sede in Florida. “Si tratta, come emerge chiaramente dalle foto, non soltanto di prodotti illecitamente proposti in commercio, ma anche dall’aspetto e dagli ingredienti improbabili per un Asiago Dop, come rosmarino ed olio di oliva”, precisava il Consorzio di tutela del formaggio Asiago. Si tratta, però, di vicende non nuove nel panorama delle fiere dell’agroalimentare, come precisò allora il direttore del Consorzio di tutela del parmigiano reggiano, Leo Bertozzi: “Non è la prima volta che un sequestro avviene, paradossalmente, in una sede così prestigiosa per le eccellenze agroalimentari, dove forse la spudoratezza spinge qualcuno a pensare che si allenti la rigidità dei controlli che avvengono sul mercato. Il risultato è che, al contrario, è scattata la richiesta di sequestro immediato, che proprio in una sede di quel genere assume un clamore tale da scoraggiare chi attua frodi o contraffazioni che sono già state oggetto di pesanti condanne per diverse imprese”. Il parmigiano reggiano vola in Canada Accordo senza precedenti tra Mulino Alimentare e la catena della Gdo Loblaws. Al via l’esportazione di 30mila forme nel 2012. Dopo aver chiuso il 2011 con un incremento del 4,2%, il Consorzio del parmigiano reggiano rafforza ulteriormente le azioni sull’export. E’ di oggi, infatti, la notizia di un accordo senza precedenti tra l’industria casearia Mulino Alimentare, primaria società produttiva e commerciale del comprensorio e la più importante catena distributiva canadese. Si tratta di Loblaws, autentico gigante del settore che vanta circa 1.400 supermarket, 22 insegne, una quota di mercato del 43% e un fatturato che sfiora i 18 miliardi di euro. “Siamo molto soddisfatti – ha commentato il presidente del Consorzio del parmigiano reggiano, Giuseppe Alai – di un’intesa alla quale abbiamo contribuito partendo non solo dai nostri obiettivi generali di rafforzamento dell’export, ma dal rilevante significato economico e strategico dell’operazione”. In cifre, l’accordo triennale tra Mulino Alimentare e Loblaws si traduce nella collocazione di circa 13mila forme per il 2012 pari a circa 500 tonnellate, che al netto di crescite legate ad altri operatori, porteranno immediatamente ad un aumento del 30% delle esportazioni di parmigiano reggiano in Canada. Paese dove, nel 2011, le vendite del re dei formaggi (1,7 milioni di tonnellate) sono cresciute, in valore, del 19,56%. Un accordo di fornitura particolarmente Da sinistra: Simone Ficarelli, Giuseppe Alai, Claudio Guidetti, Stefano Greiner 4 importante, siglato dopo aver eseguito un test nel 2011 e che ha come obiettivo un fatturato di circa 3 milioni di euro. L’iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa, alla presenza del presidente Alai, del direttore Leo Bertozzi e di Claudio Guidetti, presidente di Mulino Alimentare e Stefano Greiner, direttore commerciale estero della società. Ma non sono solo queste cifre a far sorridere i produttori. “Loblaws – hanno spiegato in conferenza stampa i vertici del Consorzio e dell’azienda parmense - diviene protagonista di un progetto che mira a erodere spazio a quel “parmesan” oggi molto presente sul mercato canadese, dove il termine è considerato generico, così come negli Usa. E rispetto al quale non sono possibili azioni di tutela per il parmigiano reggiano in assenza di norme mondiali internazionali simili a quelle in vigore nella Ue;”. Il contratto siglato tra il colosso della Gd e Mulino Alimentare, prevede forniture di parmigiano reggiano differenziate per insegna, sia di forme intere per i banchi gastronomia, sia di confezioni di porzionato, di grattugiato, di scaglie e di fette per i banchi a libero servizio a marca del cliente. Il lancio dell’operazione avverrà con un vero e proprio evento destinato ad entrare nella storia dei primati mondiali: il 24 marzo, infatti, in oltre 360 supermercati Loblaws saranno aperte in contemporanea, con il tradizionale taglio a coltello, altrettante forme di parmigiano reggiano, per superare di slancio il precedente record, stabilito nel 2008 negli Usa, di 176 forme. La sede principale dell’evento sarà il “Maple Leaf Gardens Center” di Toronto, il famoso e antico stadio della nazionale di Hockey canadese. “L’obiettivo è ovviamente quello di richiamare la massima attenzione possibile sul parmigiano reggiano, tanto che le azioni di comunicazione previste sull’evento dalla Loblaws ammontano a oltre 1.200.000 dollari canadesi,, pari ad oltre 900mila euro, sottolinea Claudio Guidetti. Il commento Una vicenda, quella raccontata a lato, che si è conclusa con il più classico degli happy end. Con giusta soddisfazione da parte dei rappresentanti del Consorzio di tutela dell’Asiago e di Aicig, associazione italiana consorzi indicazioni geografiche, che hanno seguito, passo dopo passo, l’evolversi del caso. Ma perché abbiamo scelto di dare ampio spazio a questa sentenza? La ragione è semplice. Il caso di Asiago e parmesan sequestrati ad Anuga dimostra in maniera evidente come il tempestivo intervento degli enti di tutela e la collaborazione tra gli attori del mondo delle Dop e delle Igp sia di primaria importanza. E consente di intervenire in modo concreto e immediato a tutela del Made in Italy e delle regole che, almeno in ambito europeo, garantiscono la difesa delle produzioni a denominazione. Come ha commentato Giuseppe Liberatore, presidente Aicig: “Operazioni come queste sono indispensabili per difendere la qualità del nostro patrimonio agroalimentare. Anche all’estero. La sinergia e la collaborazione messa in atto, dimostra l’impegno costante che l’Associazione svolge per assistere i consorzi nella tutela delle produzioni Dop e Igp, che rappresentano un traino vitale dell’economia nazionale ed europea”. Sial 2012: attesi 140 mila visitatori Fervono i preparativi per l’edizione 2012 di Sial: il Salone internazionale dell’agroalimentare in scena a Parigi Nord Villepinte dal 21 al 25 ottobre. Attesi 140mila visitatori, 6mila espositori e 1.500 giornalisti. Quest’anno, per la prima volta, Sial Innovation e Sial d’Or si svilupperanno in un’unica area. In questo modo, gli operatori avranno la possibilità di visionare sia 400 prodotti innovativi, al di là dei mille in esposizione, sia quelli che, in ognuno dei 29 paesi presenti a Sial, hanno registrato particolari successi di vendita. Inoltre, quest’anno l’ente fiera ha stipulato un accordo con la catena francese Intermarché. Grazie a questa partnership, dal 23 al 27 ottobre il Gruppo organizzerà iniziative di marketing e promozione di almeno 15 prodotti selezionati dall’area Sial Innovation. Centrale del latte di Torino: nel 2011 perdita netta di un milione di euro Centrale del latte di Torino ha chiuso l’esercizio 2011 con una perdita netta di 1 milione di euro, rispetto all’utile netto di 1 milione registrato nel 2010. In crescita del 2% i ricavi netti consolidati, che si attestano a 103,2 milioni di euro contro i 101,3 milioni dell’anno precedente. Il margine operativo lordo (Ebitda) è passato da 8,9 milioni a 6,5 milioni di euro. Il risultato operativo (Ebit), invece, si è attestato a 592mila euro contro i precedenti 3 milioni di euro. La flessione delle marginalità è legata, in particolare, alla crescita del prezzo del latte. Il Cda della Centrale, quotata al segmento Star di Borsa italiana, ha deciso di proporre la distribuzione di un dividendo pari a 0,02 euro per azione. Gabrielli: 200 punti vendita entro il 2014 Continua la crescita della rete commerciale Gabrielli, che ha raggiunto i 168 punti vendita tra Marche, Abruzzo, Umbria e Molise, con quote di mercato che raggiungono il 25% lungo la costa adriatica da Ascoli in giù. Il Gruppo sta partendo alla conquista di nuovi spazi, tra Roma e il nord delle Marche, con un piano industriale che mira complessivamente a 182 negozi entro fine anno (con 2.570 addetti, di cui 1.820 diretti) e a superare la soglia dei 200 entro il 2014. Il modello vincente è il punto vendita di vicinato che consente di risparmiare tempo. Aprile 2012 “Ideabrill: prodotto vincente” Parola di Roberto Tomeo, titolare della società di distribuzione all’ingrosso La Nazionale della Carta. E’ il 1993 quando Roberto Tomeo e Daniele Pivato, rappresentanti della società di distribuzione all’ingrosso La Nazionale della Carta, rilevano l’azienda per la quale lavorano. La collaborazione con Esseoquattro inizia l’anno successivo e, nel 2000, riceve un nuovo impulso con l’ingresso de La Nazionale della Carta nel Consorzio Union Cart. “Questo ci ha permesso di diventare, nel 2004, distributori in esclusiva dell’incarto salvafreschezza Ideabrill per le province di Padova, Vicenza e Verona”, racconta Roberto Tomeo. Che aggiunge: “Il prodotto, realizzato dall’azienda veneta SO4, è stata la nostra fortuna: è stato distribuito in esclusiva. Fin da subito abbiamo creduto in Ideabrill e i risultati ci hanno dato ragione. Di anno in anno, abbiamo registrato crescite importanti. Nell’ultimo triennio, inoltre, si è verificato un incremento considerevole nella vendite dei prodotti personalizzati con il brand dell’azienda o del punto vendita che acquista il prodotto. In questo successo è stato significativo il tocco femminile di Francesca Santin, una nostra agente”. La Nazio- nale della Carta lavora soprattutto con i negozi specializzati di alta qualità. Tra questi vi è anche il punto vendita I Caprini, di San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, gestito da Franco e Patrizia Caprini. Racconta il titolare: “Abbiamo scelto Ideabrill poco più di un mese fa. Sono stati due nostri fornitori, il prosciuttificio Sant’Ilario e il caseificio La Casara, a indicarci questo incarto salvafreschezza. Entrambi, lo utilizzano per personalizzare le confezioni dei loro salumi e formaggi. Allora, abbiamo contattato la società La Nazionale della Carta che rappresenta Esseoquattro per la nostra provincia”. L’esperienza del punto vendita I Caprini è una costante nella diffusione del prodotto. Lo conferma anche Silvia Ortolani, direttore commerciale di Esseoquattro: “Spesso accade che i nostri clienti dell’industria siano i primi testimonial del prodotto, favorendone la diffusione presso gli operatori della distribuzione, soprattutto di nicchia. Realtà come il prosciuttificio Sant’Ilario e La Casara sono fondamentali per penetrare nel canale dei negozi specializzati di alta qualità”. E’ scomparso a 90 anni il cavalier Giacomo Alberti, presidente di G.Alberti&C Si è spento il 24 marzo, a 90 anni, il cavalier Giacomo Alberti, conosciuto anche come il “re del latte”. L’imprenditore, ex presidente di Confindustria Imperia, circa un mese prima era rimasto coinvolto in un incidente stradale, proprio ad Imperia. E, negli ultimi giorni, dopo una delicata operazione, le sue condizioni si erano aggravate. Secondo di cinque figli in una famiglia di agricoltori, Alberti è riuscito a costruire dal nulla un complesso industriale di importanti proporzioni. Il cavaliere lascia la guida dell’azienda, fondata nel 1948, nelle mani del figlio Alberto. LE NEWS DI ASSOCASEARI Assemblea generale di Eucolait in scena a Vienna dal 24 al 26 maggio L’assemblea generale 2012 di Eucolait si terrà a Vienna dal 24 al 26 maggio. L’associazione degli operatori europei del lattiero caseario, con sede a Bruxelles, si ritroverà all’Austria trend hotel Savoyen di Vienna, con un fitto programma di incontri. Che, oltre ai meeting dei diversi comitati (formaggio, burro, polveri e caseine), prevede una discussione con i rappresentanti della Commissione europea, il 24 maggio alle ore 16.30. La registrazione all’evento va effettuata attraverso Assocaseari entro il 20 aprile 2012. Australia, Fine Food 2012: Ice organizza la partecipazione italiana L’Ice, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, si sta occupando dell’organizzazione della partecipazione ufficiale italiana alla fiera internazionale Fine Food Australia 2012, che si terrà a Melbourne dal 10 al 13 settembre. Fine Food, kermesse a cadenza annuale, è l’unica manifestazione australiana specializzata nel commercio agroalimentare. Ed è un’ottima opportunità per favorire la conoscenza dei prodotti agroalimentari italiani, consolidare le posizioni acquisite e sviluppare nuovi rapporti commerciali. I° ciclo di conferenze degli ambasciatori dell’America Latina. Al centro il business Imprenditori, diplomatici, mass media e associazioni di categoria a confronto. L’Iila (Istituto italo-latino americano), organismo internazionale con sede in Roma, organizza insieme alle Ambasciate dei suoi paesi membri e al ministero degli Affari esteri, il Primo Ciclo di conferenze degli Ambasciatori dell’America Latina, che prenderà il via a partire da fine marzo, per concludersi il 23 maggio. L’evento, dal titolo ‘’America Latina protagonista del XXI secolo: incontri e opportunità’’ si propone come momento di incontro per offrire un approfondimento sulle possibilità di investimento nei paesi latinoamericani. 5 NEWS Aprile 2012 Lettere al direttore [email protected] LA PIANA DEL SERENGETI Buongiorno Dr. Frigerio. Mi compiaccio per il suo editoriale “Moriremo democristiani” (vedi Formaggi & Consumi, marzo 2012). Tagliente e veritiero. D’altronde, da un Parlamento composto per oltre il 50 % da sindacalisti e astanti della politica *, non ci si può attendere altro; gente che non sa cos’è un vero lavoro e men che meno un’Impresa con un Corretto conto economico! L’inefficienza della maggioranza del popolo italiano è sempre figlia del criterio “…accantona il problema e non affrontarlo in diretta” ; anteponi il consenso partitico alla logica ed al buon senso. Fa purtroppo parte della democrazia italianizzata che, anteponendo spessissimo il diritto di avere al dovere di fare, inverte gli addendi e sfocia in anarchia. E’ l’anarchia del poter pagare quando si vuole prescindendo dall’etica, dalle regole e dagli impegni contrattuali assunti; siamo nella piana del Serengeti (vasto territorio in Africa, oggi parco nazionale, ndr), tutto viene lasciato allo stato di forza, o di debolezza, che, quando si parla di pagamenti, riguarda il fornitore. E poi ci lamentiamo se quando siamo in centro Europa ci chiamano … terroni ! Hanno ragione e basta ! Con viva cordialità. Un imprenditore lombardo (*) Astante della politica : colui il quale è sempre presente in politica ed il cui curriculum ha mediamente questi connotati : laborioso scudiero nelle feste di partito (Unità-Amicizia-Avanti- ecc.) quindi approdo in consiglio comunale, quindi provincia o regione con incarichi di consigliere in qualche ente o simil baracca di stato, per poi sbarcare alla camera o al senato ! Mai avuto un lavoro nel quale, in caso di gravi errori o inefficienza professionale, possa essere licenziato o fortemente ridimensionato pagando i propri errori o inefficienze esclusivamente di tasca propria. ERAVAMO QUATTRO AMICI… Buongiorno Direttore, sollecitato dal suo editoriale “Morti bianche e tutela del credito. Ma non basta” (vedi pagina 2), le racconto la mia esperienza. Per circa quindici anni ho operato come piccolo imprenditore, titolare di una piccola azienda di componentistica elettronica che lavorava come terzista in lavorazioni ad alto contenuto di manodopera, quelle che, a partire dagli anni ‘80, le aziende più strutturate tendevano ad esternalizzare per motivi di costi. I settori toccati erano telecomunicazioni, elettronica industriale, aeronautica, elettromedicale, fatturato massimo 900mila euro con 15 dipendenti. Nel 2000 mi sono trovato dentro una improvvisa crisi del settore telecom, che non sono stato in grado di affrontare adeguatamente. Ho cercato di fare quello che ho potuto, ho messo dentro la ditta quello che avevo (fino a togliermi lo stipendio), mi sono indebitato per cercare di diversificare, ma alla fine il peso era diventato troppo grande e a luglio del 2005 non ho avuto altra possibilità se non chiudere. In questa esperienza imprenditoriale ho fatto sicuramente tanti errori che mi hanno portato ad una situazione insostenibile (sono di quelli che sono falliti per debiti e non per crediti non incassati come nelle situazioni che cita nell’articolo), ma credo di poter dire che tutti quegli errori sono stati figli di un’unica impostazione sbagliata: fare le cose in solitudine. Lo dico per una esperienza fatta in quella circostanza e che mi porto nel cuore come segno che nelle fatiche può esserci anche una possibilità di crescita. Quando nel 2003 ero proprio appesantito dalle difficoltà, mi è venuto finalmente di chiedere aiuto: ho radunato quattro amici ed ho domandato loro di starmi vicino. Un professore di economia, un commercialista, un piccolo imprenditore, un prete (amico di tutti noi), ciascuno con la sua competenza ma tutti amici. Lo scopo era di mettere sul tavolo i conti e le scelte aziendali, in modo che potessi ricevere opinioni tecniche-gestionali ed avere un confronto sulla mia posizione umana di fronte a ciò che capitava. E così per due anni ogni 15-20 giorni ci trovavamo da me alla sera e con grande generosità stavano con me fino a tarda ora, sacrificando il loro tempo in una forma di condivisione che ho sentito come un dono imprevisto. Non si sono mai sostituiti alle scelte che competevano a me, ma per me erano il segno di una misericordia che andava oltre i miei errori. Ricordo ancora la premessa che uno di loro mi fece al primo incontro: gli errori fatti non siano motivo di giudizio ultimo su di te. Tecnicamente il tentativo poi non è riuscito, ma posso dire di essere arrivato alla decisione di chiudere con serenità, avendo avuto modo di condividere in famiglia la difficoltà, pur avendo il cuore ferito dal vedere quali conseguenze i miei errori stavano portando per i miei cari. Tutto questo solo per dirle che ho apprezzato particolarmente l’ultima parte del suo articolo, quando fa riferimento a come le cose cambiano se vissute non in solitudine. Pensi che dopo la mia vicenda mi è rimasto il desiderio di poter fare qualcosa, magari addirittura professionalmente, per aiutare i piccoli imprenditori a capire l’utilità di non fare le cose da soli, di aprirsi ad esperienze e supporti esterni (perchè no? anche di capitale se necessario in certi momenti), di dotarsi Latterie Vicentine, Latteria di Soligo e Centrale del latte di Vicenza vantano crediti per 18 milioni di euro. Che non arrivano. 6 La pagina dell’editoriale “Articolo 62: “moriremo democristiani” pubblicato sul numero 3 di Formaggi & Consumi del mese di marzo 2012. Nuovo sito web per il gorgonzola Mario Costa L’ira sull’Iva 18 milioni di euro. E’ questo l’assurdo credito vantato da tre latterie venete nei confronti di Equitalia. La vicenda, che in questi giorni sta scuotendo la Regione, è legata ai rimborsi Iva. E coinvolge Latteria di Soligo, Latterie Vicentine e Centrale del latte di Vicenza. Tre aziende che recitano un ruolo da protagoniste nel settore, non solo in Veneto, e che nel complesso occupano oltre 400 dipendenti con 650 aziende agricole socie. E con un indotto che sfiora, quindi, le mille persone, per un fatturato complessivo di 170 milioni di euro circa. Le tre società, da ben 15 mesi, attendono da Equitalia il pagamento dei rimborsi Iva relativi al 3° trimestre 2010, per un ammontare complessivo di oltre 18 milioni di euro, dei quali almeno 10 a Latterie Vicentine, circa sei milioni a Latteria di Soligo e due milioni di euro a Centrale del latte di Vicenza. Cifre destinate a salire ancora se la situazione non dovesse sbloccarsi in tempi brevi. Una vera e propria minaccia per l’economia regionale e per le tre aziende coinvolte. Tanto da spingere la politica a una decisa mobilitazione. A dare fuoco alle polveri, il 12 marzo a Marghera, una conferenza stampa dei tre responsabili delle aziende in questione: Gianni Pinton, presidente di Latterie Vicentine, Lorenzo Brugnera, presidente della Latteria di Soligo e Alberto Bizzotto, amministratore delegato di Centrale del latte di Vicenza. “Io sto attento a trattare bene le mucche, perché altrimenti non mi danno il latte. Ma lo Stato come tratta le aziende che poi deve mungere?” Con questa provocatoria dichiarazione Lorenzo Brugnera inizia l’incontro con la stampa. “Ci troviamo a fare noi da banche per lo Stato: è un’assurdità”, rincara poi Pinton. Non nascondono rabbia e preoccupazione i tre manager, che di fronte alle domande dei giornalisti in merito alla difficoltà di ottenere i rimborsi, commentano, per bocca di Brugnera: “Quando alziamo la voce per le nostre richieste, ci mandano gli ispettori a fare le verifiche”. Ma come si è arrivati a questa situazione ormai insostenibile? Tutte le aziende del lattiero caseario, per legge, comprano la materia prima con una aliquota Iva del 10% e rivendono poi i prodotti realizzati con l’Iva al 4%. Una situazione che determina un credito strutturale per le aziende, costrette ogni tre mesi a presentare ad Equitalia regolare richiesta di rimborso. Un sistema che non manca di generare difficoltà, in particolare in di strumenti evoluti di controllo di gestione economica e finanziaria (per es. abituarsi anche nelle piccole realtà a fare dei consigli di amministrazione veri e non solo dei verbali di assemblea). Un imprenditore non può, non deve arrivare a sentire una tale fatica ed un tale peso da pensare a gesti estremi. Per questo ha ragione lei, il primo ostacolo da superare è la solitudine, per evitare la presunzione e l’orgoglio quando le cose vanno bene e la fatica e la depressione quando le cose possono andare male. Che questa crisi possa almeno servire a far capire un poco ai piccoli imprenditori che è più bello e persino più efficace non essere soli. Lettera firmata momenti di crisi finanziaria e di liquidità come quella attuale. Come se non bastasse, dalla metà del 2010 le tre latterie venete non ricevono più i rimborsi dovuti. Di fronte alle reiterate proteste, la risposta disarmante di Equitalia è semplice: nelle province di Vicenza e Treviso i soldi per questi rimborsi non ci sono. In altre, come quella di Belluno, i rimborsi sono stati però regolarmente erogati. A questo punto interviene anche l’assessore alle Politiche agricole del Veneto, Franco Manzato, che tuona: “Le belle parole si arenano di fronte a un debito dello Stato di 18 milioni di euro nei confronti di tre tra le maggiori cooperative lattiero casearie del Veneto. Qui non si tratta solo di erogare rapidamente il dovuto, ma di evitare un possibile collasso del settore. Questa non è equità e la considero una ulteriore testimonianza di disinteresse e superficialità per un comparto produttivo, quello agricolo, che sta dando molto al nostro Paese”. La questione, finalmente, arriva sui tavoli dei palazzi della politica romana. E così il 14 marzo, un gruppo bipartisan di parlamentari, guidato dalla trevigiana Simonetta Rubinato, ha presentato in Commissione finanza una interrogazione indirizzata al ministro dell’Economia. “Appare singolare che Equitalia, sulla base di asseriti problemi di liquidità, non abbia ancora provveduto al pagamento, mentre in altre province, quali ad esempio Mantova e Belluno, si è già provveduto alla liquidazione degli analoghi rimborsi Iva. Il gravissimo ritardo sta seriamente compromettendo la situazione economico finanziaria delle aziende, mettendo a rischio il pagamento degli stipendi dei dipendenti e dell’acconto del prezzo alle aziende agricole associate”, si legge nel documento presentato alla Camera. I firmatati chiedono al ministro quali iniziative intenda assumere per assicurare che Equitalia provveda senza ulteriore ritardo ai pagamenti. E se “Non ritenga di assumere un’apposita iniziativa in sede normativa per stabilire un termine certo entro il quale Equitalia provveda al rimborso dei crediti fiscali”. E il 27 marzo i rappresentanti delle tre aziende hanno incontrato a Vinitaly il ministro Catania. Che ha assicurato: “Sarò io il vostro sindacalista a Roma”. Una questione che riporta al dibattito sull’articolo 62: può lo Stato chiedere ai privati qualcosa che lui per primo non è in grado di garantire? Nuovo sito internet per il Caseificio Mario Costa (www.mariocosta.it). Lo spazio web si pone l’obiettivo di selezionare informazioni e contenuti inediti sulla natura, le origini e le leggende riguardanti il gorgonzola e le sue proprietà nutrizionali. A questo scopo è stata creata un’area interamente dedicata a “nutrizione e wellness”, riferimento sia per gli amanti del gorgonzola, sia per coloro che desiderano conoscere il prodotto. Accanto a quest’area si trovano altre due sezioni: “abbinamenti sapienti”, con consigli per gli appassionati di cucina e “bambini e gorgonzola”. Quest’ultima si prefigge da un lato un obiettivo di tipo educativo e formativo verso il pubblico delle mamme, dall’altro si rivolge ai piccoli con un’inedita versione fumettistica interpretata dai due protagonisti, Milk&Mould, intenti a vivere divertenti avventure nel caseificio Mario Costa. Aprile 2012 Alla riscoperta del pecorino crotonese Una millenaria produzione quasi dimenticata. Che attende ancora il riconoscimento Dop. Ne parliamo con Vincenzo Rota, titolare di San Vincenzo Selezioni Una domanda di riconoscimento Dop che giace nei cassetti del Mipaaf dal 2005. E che ha incontrato sul suo cammino numerosi ostacoli. Una produzione millenaria che rischia di scomparire, realizzata da un pugno di aziende della zona. E’ il pecorino crotonese, tipicità prodotta nel territorio della provincia di Crotone, tra i comuni di Cutro, Isola di Capo Rizzuto, Strongoli e la stessa città di Crotone. Ne parliamo con Vincenzo Rota, titolare di San Vincenzo Selezioni che commercializza questo formaggio in tutta Italia. E che lancia un appello a buyer e consumatori: “Riscoprite il pecorino crotonese, è una ricchezza millenaria ingiustamente dimenticata”. Cominciamo da questo: perché la definisce millenaria? Storicamente, già dai tempi di Ulisse, le pecore venivano allevate tra la Grecia e la Calabria. Uno dei principali insediamenti della Magna Grecia si trovava proprio a Crotone. Insomma, quando diciamo che è una tradizione millenaria non si tratta di parole, è semplicemente storia. Quali sono le caratteristiche del pecorino crotonese? E’ un pecorino che vanta caratteristiche uniche. Il microclima speciale della zona del crotonese, infatti, regala a questo formaggio un gusto decisamente particolare, dolce, molto diverso da quello tipico dei pecorini del Sud Italia. E con una persistenza incredibile; basta solo un pezzetto di pecorino crotonese, infatti, a soddisfare anche il palato più esigente. Qual è la situazione produttiva? Oggi, le aziende che producono il pecorino crotonese si contano sulle dita di una mano. Si tratta di piccole realtà, la più grande infatti non arriva a fatturare 1 milione di euro. E questo rende ancora più difficile il lavoro di promozione della tipicità presso il retail. E il mercato regionale? E’ un altro motivo di rammarico. Il 95% del pecorino veicolato in Calabria, infatti, non viene prodotto nella regione, ma proviene da altre zone. Solo un 5% del prodotto venduto, quindi, è di produzione locale. E in questa percentuale sono compresi diversi prodotti, non solo il pecorino crotonese. E invece nel resto d’Italia? Si tratta di un prodotto apprezzato, ma ancora poco conosciuto. Diffondere la conoscenza e incrementare le vendite sul mercato nazionale, dopo quello regionale, è l’obiettivo primario dei di coloro che producono e commercializzano questa specialità, come noi. Crede che il riconoscimento Dop potrebbe aiutare a salvare questa produzione? Sicuramente sarebbe un passo importante. Ed e’ emblematico che per ragioni inspiegabili l’iter di questo riconoscimento sia bloccato. L’appello, quindi, è rivolto anche alle istituzioni, perché salvare una produzione storica e di grande valore come quella del pecorino crotonese deve essere una priorità per tutti, non solo per i produttori. Oltre alle istituzioni, a chi è rivolto il suo appello? C’è un patrimonio di grande valore da scoprire. E rispetto al quale occorre richiamare l’attenzione dei compratori. Oggi, infatti, solo i compratori più attenti cercano il pecorino crotonese, che ai più risulta invece quasi sconosciuto. Un “formaggio santo” Il pecorino viene definito in Calabria “formaggio santo”, perché, come vuole la leggenda, veniva offerto dai pastori, unitamente al pane casereccio e al vino, a quell’umile frate che sarebbe poi diventato il Santo taumaturgo della Calabria: San Francesco di Paola. Caratteristiche Un tempo il pecorino crotonese veniva prodotto con latte di pecora proveniente della razza Gentile, più un terzo di latte caprino. Il rapporto di due a uno viene ancora oggi perfettamente rispettato. Il pecorino crotonese, infatti, viene prodotto da latte misto ovicaprino proveniente da due mungiture. Il formaggio, salato a secco o in salamoia, è posto a maturazione per 40 o 50 giorni in ambiente fresco. Stagionatura La stagionatura del pecorino crotonese va dai quattro mesi ai due anni. Le forme si presentano cilindriche, di peso tra i due e i sette chili. Il pecorino crotonese vanta una pasta tenera ed elastica dal colore bianco latteo se fresco, dura con varie occhiature e di colore più giallastro se, invece, più stagionato. La crosta è sottile di colore giallo paglierino con impressi i segni del canestro nel quale è stagionato. Il diametro varia tra i venti ed i trenta centimetri, con altezze comprese tra i sette ed i venti centimetri, ed un peso totale che può raggiungere anche i sette chili per i pezzi più grandi. 7 ATTUALITÀ Aprile 2012 TEMPI MEDI Periodo intercorso fra l’emissione e il saldo delle fatture fra imprese IA GREC ITALIA A SPAGN A SVEZI ANIA GERM DA ISLAN EGIA NORV NDIA FINLA MEDIA EURO P EA 96 27 29 34 35 35 98 103 105 Fonte: Das E io (non) pago! Tempi e ritardi condizionano le attività delle imprese. Anche all’estero. Solo i Paesi del Nord Europa “saldano” intorno ai 30 giorni. A cura di Alice Realini Tempi e ritardi di pagamento delle fatture. Mai come oggi questo tema è all’ordine del giorno. Di- verse le ragioni. Prima fra tutte la situazione economica mondiale e il momento di difficoltà vissuto dalle banche, con la conseguente crisi di liquidità delle imprese. Un tema, questo, che coinvolge le aziende di tutti i comparti produttivi. Nell’ambito dell’agroalimentare le cose si complicano ulteriormente. Le problematiche sul tavolo sono numerose. Da un lato i rapporti tra imprese e retail, dall’altro quelli tra industria di trasformazione e mondo agricolo e, infine, quelli tra industria e Pubblica amministrazione. La situazione in Europa, rispetto a tutti questi ambiti, si presenta variegata. Non esiste una legislazione comune che disciplini i tempi di pagamento per le transazioni commerciali e la gestione dei ritardi nel saldo delle fatture.A ciascuno “Stato membro, quindi, viene lasciata una certa discrezionalità. Ma la questione è all’attenzione del governo dell’Ue. Tanto che una direttiva, la 2011/7, interviene sulla questione, chiedendo a tutti i Paesi membri di adeguarsi entro il 2013. Sia rispetto ai tempi di pagamento che alle sanzioni in caso di ritardo. Nella prossima puntata dell’inchiesta analizzeremo il costo dei ritardi di pagamento per le aziende e le strategie utilizzate per far fronte a questa problematica. 8 La Pubblica amministrazione L’ultimo allarme, in ordine di tempo, è stato lanciato dal Centro studi della Cgia di Mestre, associazione veneta che riunisce la piccola e media impresa del territorio. E che rileva come, nel 2011, i tempi medi che le aziende hanno dovuto attendere per vedersi saldato un conto dalla Pubblica amministrazione italiana sono stati di 180 giorni circa. Ovvero 52 in più rispetto al 2009. Ed è emblematico, in questo senso, il caso delle tre latterie venete che vantano crediti per 18 milioni di euro e di cui parliamo a pagina 6. I dati Cgia, elaborati a partire dai numeri rilevati da Intrum Justitia, prendono in esame anche la situazione di Germania, Francia e Inghilterra. Il quadro, se paragonato a quello italiano, lascia senza parole. La più virtuosa è la Pubblica amministrazione tedesca, che salda i conti con i propri fornitori in soli 35 giorni. Ben cinque in meno rispetto al 2009. E con solo dieci giorni di ritardo rispetto ai 30 indicati nei contratti. Ma anche la situazione francese sorride alle imprese. Oltralpe, infatti, occorre aspettare 64 giorni perché la Pa saldi le fatture ai fornitori. Un dato che risulta migliorato di sei giorni rispetto al 2009. Cambia il paese ma non il quadro.Anche in Inghilterra, infatti, il dato è allineato a quello di Francia e Germania, con un tempo di attesa medio di 47 giorni, due in meno rispetto al 2009. La direttiva 2011/7 dell’Ue I tempi di pagamento nelle transizioni commerciali sono oggetto di attenzione dell’Ue da diverso tempo. Per questa ragione, il 23 febbraio 2011 viene pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea la direttiva 2011/7/Ue del Parlamento europeo e del Consiglio, che modifica la precedente direttiva 200/35/Ue. Nelle considerazioni preliminari si legge: “Tali ritardi di pagamento influiscono negativamente sulla liquidità e complicano la gestione finanziaria delle imprese. Essi compromettono anche la loro competitività e redditività quando il creditore deve ricorrere ad un finanziamento esterno a causa di ritardi nei pagamenti”. Ma cosa prevede, in concreto, questa direttiva? Nelle dieci pagine che la compongono vengono affrontate tutte le tematiche connesse a tempi e modalità di pagamento tra imprese e nei rapporti con la Pubblica amministrazione. Sono escluse, invece, le transazioni con i consumatori. L’articolo 12 è molto chiaro sugli intendimenti della direttiva: “I ritardi di pagamento costituiscono una violazione contrattuale resa finanziariamente attraente per i debitori, nella maggior parte degli Stati membri, dai bassi livelli dei tassi di interesse di mora applicati o dalla loro assenza e/o dalla lentezza delle procedure di recupero. E’ necessario un passaggio deciso verso una cultura dei pagamenti rapidi […]. Di conseguenza, si dovrebbe provvedere a limitare, di regola, i termini di pagamento previsti dai contratti tra imprese a un massimo di sessanta giorni di calendario”. E non manca una precisazione relativa alla Pa. “Di regola, le pubbliche amministrazioni godono di flussi di entrate più certi, prevedibili e continui rispetto alle imprese. […]. Di conseguenza, per le transazioni commerciali relative alla fornitura di merci o servizi da parte di imprese alle pubbliche amministrazioni, è opportuno introdurre norme specifiche che prevedano, in particolare, periodi di pagamento di norma non superiori a 30 giorni di calendario […] e in ogni caso non superiori a sessanta giorni di calendario”. Anche le cosiddette pratiche commerciali scorrette finiscono nel mirino della direttiva. “Qualsiasi clausola contrattuale o prassi che si discosti gravemente dalla corretta prassi commerciale e sia in contrasto con il principio della buona fede e della correttezza dovrebbe essere considerata iniqua per il creditore”. Leggendo con attenzione il documento, l’indicazione dei trenta giorni è relativa alla data del ricevimento della fattura, proprio come indicato nell’articolo 62 del decreto legge liberalizzazioni, di recente approvazione in Italia. Il documento dell’Ue offre molti spunti. Non costituisce però un obbligo. Quanto ai tempi, la direttiva stabilisce che le disposizioni legislative dei vari stati membri devono conformarsi agli obiettivi indicati entro il 16 marzo 2013. (1.Continua). La legge francese In Francia i pagamenti relativi alle transazioni commerciali sono regolati dalla legge 441-6 Code de commerce modificato dalla Legge sulla modernizzazione dell’economia n.776. Questo comporta che, a partire dal 1° gennaio 2009, per tutti i contratti di vendita e fornitura si applicano termini di pagamento imperativi. L’obiettivo, chiaro, è quello di favorire le piccole e medie imprese. Per questo, salvo disposizione contraria esplicitata nelle condizioni di vendita o pattuita tra le parti, il termine di pagamento delle transazioni commerciali è fissato in trenta giorni dalla data di ricevimento della merce o di esecuzione della prestazione. L’articolo 441-6 precisa che, in ogni caso, il termine non può superare i 45 giorni dalla fine del mese di fatturazione oppure 60 giorni dalla data di emissione della fattura. Poiché si tratta di una disposizione che si applica quando uno dei contraenti è francese, ne derivano l’inderogabilità e l’applicabilità anche nell’ipotesi in cui la legge che disciplina il rapporto di fornitura e compravendita sia diversa da quella francese. Le sanzioni amministrative previste ammontano a 15mila euro per il fornitore francese. L’acquirente, invece, risponde del pregiudizio causato costringendo il fornitore a deroghe surrettizie alla normativa. L’unica possibilità di deroga ai termini di pagamento è costituita da eventuali accordi di settore. Ma anche in questo caso sono previste stringenti limitazioni. …e quella spagnola Nel 2010 il Governo spagnolo è intervenuto sui tempi di pagamento dei prodotti freschi. Con una decisione presa all’unanimità, è stata varata la legge che prevede il pagamento del corrispettivo dovuto entro il termine obbligatorio di trenta giorni. La norma, divenuta subito operativa, nasce per tutelare il mondo agricolo e l’ortofrutta e si è subito estesa anche ad altre tipologie di prodotti agroalimentari. Aprile 2012 TERMINI CONVENZIONALI* Paesi / Termini 0 30 60 90 120 0-30 GERMANIA ITALIA 30-60 FRANCIA UK 30-90 BELGIO OLANDA 0-90 PORTOGALLO 90-120 SPAGNA Fonte: Cribis D&B INGHIL TERRA 24,7 PORTO GALLO 21,4 29,6 POLO NIA 33,6 FRAN CIA 35,1 BELGI ITALIA O 37,5 43,1 SPAGN A 54,6 ASSI PAESI B 60,5 ANIA GERM 68,2 ERA EURO SVIZZ Fonte: Studio Dun & Bradstreet MEDIA Percentuale fatture pagate entro i termini stabiliti PEA 40,4 *Tempistica inserita nelle fatture CONFRONTO TRA I PRINCIPALI PAESI EUROPEI Valori medi espressi in giorni ITALIA Tempi di pagamento medi effettivi Ritardi medi di pagamento 2009 2010 2011 2009 - 2011 128 186 180 52 86 90 +52 +38 ITALIA Tempi di pagamento medi effettivi Ritardi medi di pagamento TRA IMPRESE 2009 2010 2011 88 21 96 103 30 34 63 18 59 18 59 18 -4 0 -12 -10 70 22 65 21 64 20 -6 -2 FRANCIA Tempi di pagamento medi effettivi Ritardi medi di pagamento GERMANIA Tempi di pagamento medi effettivi Ritardi medi di pagamento 40 15 36 11 35 10 -5 -5 GERMANIA Tempi di pagamento medi effettivi Ritardi medi di pagamento 49 22 35 10 37 12 -2 -2 REGNO UNITO Tempi di pagamento medi effettivi Ritardi medi di pagamento 52 20 50 18 46 16 49 20 Fonte: Elaborazione Studi Cgia Mestre su dati Intrum Justitia 48 19 47 18 DIFFERENZA FRANCIA Tempi di pagamento medi effettivi Ritardi medi di pagamento REGNO UNITO Tempi di pagamento medi effettivi Ritardi medi di pagamento 2009 - 2011 +15 +13 DIFFERENZA TRA IMPRESE E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE -6 -4 Fonte: Elaborazione Studi Cgia Mestre su dati Intrum Justitia 9 PRIMO PIANO Aprile 2012 Il 2012 secondo Granarolo Una nuova strategia commerciale per il Gruppo bolognese. Che punta a valorizzare la materia prima e debuttare in nuovi comparti. Come quello dei formaggi spalmabili. Una crescita a due cifre a colpi di acquisizioni. Da quella di Yomo e di Centrale del latte di Milano, fino a quella recente di Lat Bri, nel 2011. Che hanno portato il fatturato 2011 a quota 955.869 milioni di euro, con una crescita del 10% circa. Una costante innovazione di prodotto. Che la farà da padrone anche nel 2012. Con alcuni obiettivi molto chiari: intercettare nuovi target e nicchie di consumo, debuttando in nuovi segmenti e attraverso novità di servizio al consumatore e al cliente. Granarolo, il principale gruppo lattiero caseario a capitale italiano, presenta tutte le novità per il 2012 con una conferenza stampa, in scena a Milano il 27 marzo. “Abbiamo un unico imperativo: crescere in risposta alle mutate esigenze del mercato”, esordisce Filippo Marchi, direttore commerciale del Gruppo. “Nel settore lattiero caseario, prodotti che fanno leva solo sul prezzo non permettono lo sviluppo del business nel lungo periodo. Così Granarolo ha deciso di puntare tutto sull’innovazione. E, per farlo, ha segmentato i mercati in maniera diversa”, aggiunge Marchi. Molte le novità in casa Granarolo, che abbracciano un arco temporale piuttosto lungo.“Nel breve periodo, entro fine 2012, puntiamo a fare in modo che l’innovazione pesi il 5%. sul fatturato totale. L’obiettivo di lungo termine, vede invece la realizzazione di progetti che passano attraverso un’attenta analisi dei cambiamenti socio-demografici dei prossimi 5-10 anni, degli stili di vita e di consumo che genereranno nuovi bisogni. Questo perché saper interpretare i nuovi bisogni e dare risposte con prodotti nuovi, ad alto contenuto di servizio e sempre con la garanzia di controllo e di qualità della materia prima grazie al presidio della filiera, rappresenterà una leva di crescita e sviluppo che ci porterà al realizzare entro il 2016 oltre il 10% di fatturato con prodotti nuovi”. Negli ultimi mesi l’azienda ha proposto al mercato ben 15 nuovi prodotti. Tra le novità più importanti del 2012 c’è il debutto di Granarolo nel baby food.” Si tratta della prima linea completa di alimenti per l’infanzia, composta da Latte Crescita 3 alto pastorizzato, Yogurt Crescita e Creme Crescita - prodotta con latte fresco Alta Qualità - dedicata ai bambini 1-3 anni. Che le mamme, per la prima volta, troveranno in modo integrato nel banco frigo dei supermercati”, commenta Tiziano Manco, direttore marketing del Gruppo. Anche nei comparto dei formaggi l’azienda propone alcune novità. “Intanto lo stato dell’arte. Il gruppo Granarolo si è confermato secondo player di marca nei formaggi freschi in cui compete, ovvero mozzarella, crescenza, ricotta e mascarpone, con una quota a volume dell’8,6% in crescita di 0,4 punti rispetto all’anno precedente. Buono il risultato nel segmento della mozzarella, dove Granarolo ha raggiunto la quota volume del 7,6% in crescita di 0,7 punti”, chiarisce Filippo Marchi. L’azienda si affaccia quest’anno nella categoria dei formaggi spalmabili. “Si tratta di un mercato che vale circa 200 milioni di euro. E nel quale entreremo con un nuovo prodotto realizzato con latte fresco Alta qualità”, commenta Tiziano Manco. Per rafforzare la presenza nella categoria, inoltre, a gennaio è stata lanciata la nuova mozzarella Prima Natura Bio.“E’ di questi giorni anche il lancio del parmigiano reggiano in stick, che grazie ad un simpatico gadget inserito nel pack strizzerà l’occhio ai bambini, oltre che alle mamme, in virtù delle sue valenze nutrizionali”, precisa Manco. Anche la comunicazione viene rivisitata. Grande attenzione sarà prestata al web, a partire dal lancio di Granarolo baby food. Nell’ambito del brand Granarolo, si continuerà a sostenere la gamma dei prodotti “fatti con latte fresco Alta qualità Granarolo”, con focus su yogurt, stracchino, mozzarella e da quest’anno anche l’ultimo nato: il gelato. Alice Realini IL GRUPPO SUL MERCATO LE NOVITÀ IN DETTAGLIO MOZZARELLA PRIMA NATURA BIO Confezione: vaschetta da 125 grammi, imballo al punto vendita in cartone da sei pezzi Packaging: pack sleeverato di grande impatto a scaffale, con i colori verde e bianco che caratterizzano la gamma Target: consumatori 25-54 anni attenti all’origine e alla naturalità dei prodotti Canali di vendita: Grande distribuzione, canale tradizionale Comunicazione: above e Below the line con materiali ad hoc al punto vendita, Adv trade, sito web di ricette al naturale, comunicazione incrociata sul latte FORMAGGIO FRESCO SPALMABILE Plus qualitativo: 100% latte italiano, unico sul mercato con Latte fresco Alta qualità, funzionalità e praticità del formato Confezione: doppia vaschetta monoporzione 2x75 gr., imballo al punto vendita in cartone da cinque pezzi Target: Consumatori tra i 25 e 54 anni attenti alla qualità degli ingredienti e in cerca di soluzioni di consumo pratiche Canali di vendita: Grande distribuzione, canale tradizionale Comunicazione: comunicazione incrociata sugli altri prodotti della gamma, piano di comunicazione sulla linea Alta Qualità, iniziative ad hoc sui clienti, materiali Pv Granarolo si caratterizza per una presenza rilevante nei principali mercati del lattiero caseario. Ecco le quote a valore ed il relativo ranking, escluse le private label, nei principali mercati in cui compete: 24,3% 19,8% 9,7% 23,8% Latte fresco (leader di mercato) Latte Uht (2° player) Tot. segmento yougurt (3° player) Segmento yougurt intero (leader di mercato) 7,8% 11,o% 6,0% 35,4% Mozzarella (2° player) Stracchino (3° player) Burro (3° player) Panna fresca (leader di mercato) L’AZIENDA SOTTO LA LENTE 10 Sede: Bologna Anno di Fondazione: 1957 Stabilimenti produttivi: sei siti 100% Granarolo dislocati su tutto il territorio nazionale, che trasformano e commercializzano il prodotto finito. Un sito Calabrialatte a Castrovillari Aree di business: Latte, prodotti caseari, yogurt, uova, dessert, baby food Marchi: Granarolo, Alta Qualità,Yomo, Centrale del latte di Milano, Lat Bri, Accadì, Pettinicchio, Prima Natura Bio Dipendenti: 2mila Fatturato 2011 (previsione): circa 950 milioni di euro (lordi, compresa Latticini Italia) Ripartizione Vendite (2010): Gdo 65%, Normal trade 20%, Estero 6%, Food service 5%, Clienti industriali 4% Punti Vendita: più di 60mila p.v. serviti quotidianamente Prodotti finiti distribuiti: 750mila tonnellate/anno Consumatori: 11 milioni di famiglie servite ogni giorno Regioni che forniscono latte: 14 Quota latte italiano utilizzato nel 2011: 82% Produttori di latte: 1.000 SNACK DI PARMIGIANO REGGIANO Tipologia prodotto: merenda per bambini di parmigiano reggiano Confezione: flow pack con cinque snack da 20 gr. ciascuno. In ogni confezione, un magnete dei personaggi Cartoon Network Originals in regalo Target: bambini 4-10 anni Canali di vendita: Grande distribuzione, canale tradizionale Comunicazione: pagina Promo su Album figurine Cartoon Network Originals, materiale Pop per punto vendita, cartoni animati in onda sui canali digitali e satellitari, siti web dedicati, sostegno editoriale di Cartoon Network, sinergia di comunicazione con altre attività sui personaggi Cartoon Network su altri prodotti Granarolo Aprile 2012 Speciale Mozzarella di bufala campana “ Sì, con la mozzarella, le uova vanno fatte con la mozzarella! Ti fai dare mezzo chilogrammo di mozzarelle di Aversa, assicurati che siano buone, pigli queste dita, premi la mozzarella, se cola il latte le prendi, se no desisti. ” Don Pasquale, Miseria e Nobiltà L’opinione del Consorzio, del retail e dei produttori. A CURA DI SAMANTA TORCHIA continua DA PAGINA 12 A PAGINA 16 11 SPECIALE MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA Aprile 2012 Avanti, Dop! Nel 2011 aumenta del 4,5% il fatturato della produzione. Il successo delle pezzature più ridotte, il legame con il territorio e la minaccia del mercato parallelo. Consorzio, retailer e produttori si confrontano. Ciliegine, perle, ovoline e treccine. Sono loro le regine Dop MOZZARELLA - VENDITE PER TIPOLOGIA DI PRODOTTO Anno terminante febbraio 2012-Totale Italia Iper+Super+Libero servizio piccolo (Lsp da 100 a 399 mq) Vendite a volume (Kg) Vendite a valore (Euro) Totale mozzarella 108.319.615 854.421.841 Mozzarella cucina 9.612.752 64.564.603 Mozzarella vaccina 88.979.556 666.790.692 Mozzarella bufala* 9.727.307 123.066.546 * Nel dato sono comprese anche le vendite di mozzarella con latte di bufala non Dop Fonte: SymphonyIri Group indiscusse del 2011 nel segmento delle mozzarelle di bufala che, secondo i dati registrati da SymphonyIri Group, ha evidenziato numeri record rispetto al 2010. Tra i formaggi freschi la mozzarella la fa, infatti, ancora da padrone. Dal mese di luglio 2011 a gennaio 2012 sia nelle vendite a volume, che anche a valore ha evidenziato quasi 3 miliardi di euro di fatturato. Nello specifico, anche la mozzarella di bufala campana Dop continua la sua crescita. Ne sono stati, infatti, prodotti 37 milioni e 500mila chili, con un balzo in avanti nel valore del fatturato alla produzione del 4,5%, passato da 306 milioni del 2010 a circa 320 milioni di euro. Ma anche di quello al consumo, che ammonta a 500 milioni di euro circa. Insomma, ciò che è evidente è che dopo gli ottimi risultati scaturiti nel 2010, la marcia delle referenze Dop non accenna ad arrestarsi. Anzi, conquista anche i mercati stranieri. Nel 2011, infatti, l’expor t per la mozzarella campana Dop si attesta al 25% sul totale della produzione, con un balzo del 5% sul 2010, in linea con tutto il compar to lattiero caseario, che registra un incremento del 5,79% (dati Ismea). A superare i confini nazionali sono stati ben 10 milioni di chili di pasta filata campana, pari a 80 milioni di mozzarelle Dop. Le campagne mediatiche, soprattutto estere, non sono dunque riuscite ad intaccare l’appeal che questo latticino esercita fuori e dentro i confini nazionali. Campagne mediatiche, appunto, non sempre fedeli alla realtà. I produttori caser tani, e non solo, sottolineano oggi un ottimo stato di salute del prodotto e del mercato, con sbocchi sempre più interessanti all’estero. Soprattutto verso la Francia, ormai il Paese con maggiori consumi di mozzarella di bufala Dop dopo l’Italia. Seguita dalla Germania, che insieme all’Inghilterra, non vuole affatto privarsi della qualità e della bontà di questo formaggio a pasta filata. Anche il Giappone sostiene la produzione di nicchia Dop, come gli Stati Uniti, più attenti alla qualità piuttosto che alle politiche di prezzo e interessati a una valorizzazione di questa produzione. E’ normale domandarsi, a questo punto, a cosa si devono questi risultati? Le risposte sono due: sono frutto sia della scelta del Consorzio di tutela di puntare sempre sulla qualità di questo prodotto vetrina del Made in Italy, sia del lavoro di squadra dell’intera filiera, volto a crescere e valorizzare al meglio questo tipo di referenze. Permane però ancora la minaccia delle imitazioni, che da anni colpisce questo prodotto e questo segmento. Il cosiddetto mercato parallelo è ancora una realtà, pur troppo. Secondo le stime del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana rappresenterebbe un business da 100 milioni di euro con almeno 7 milioni di chili di prodotto immessi irregolarmente sul mercato in Italia e all’estero. Le “contraffazioni” riguarderebbero soprattutto la mozzarella non Dop, ma che ripor tano il marchio Dop, e la mozzarella mista spacciata per bufala. Un giro d’affari, questo, che viene sottratto al mercato legale. E il compar to ogni anno subisce danni ingenti dalla contraffazione. Per fronteggiare il problema, il Consorzio continua a promuovere un’intensa collaborazione con tutti gli organi preposti ai controlli. Fino a raggiungere gli oltre 15mila controlli all’anno effettuati sul prodotto. Ma non solo. Anche la nuova campagna “L’originale non è mai nuda”, promossa sempre dal Consorzio si inserisce all’interno di questa battaglia, che ha come obiettivo primario contrastare la messa in vendita del prodotto sfuso. A par tire dal mese di marzo, i controlli messi in campi da tutti i soggetti preposti si sono dunque intensificati. Sarà anche per questo che i consumatori preferiscono acquistare una Dop? Sicuramente, vale la pena sentirsi più sicuri. FATTURATO MOZZARELLA DI BUFALA DOP IN MILIONI DI EURO* MOZZARELLA - TREND PER TIPOLOGIA DI PRODOTTO Anno terminante febbraio 2012 vs. 2011 - Totale Italia Iper+Super+Libero servizio piccolo (Lsp da 100 a 399 mq) VALORE Totale mozzarella VOLUME 9,0 4,3 Mozzarella cucina 8,3 3,6 Mozzarella vaccina export 2011 2012 Mozzarella di bufala continua 12 0,0 fatturato mln di euro 8,7 4,4 10,7 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 13,2 14,0 0 Fonte: SymphonyIri Group 100 Fonte: Consorzio tutela mozzarella di bufala Dop 200 300 400 *il dato si riferisce alla produzione ed è quindi comprensivo di tutti i canali di vendita Italia ed estero “No al mercato parallelo” Consorzio tutela mozzarella di bufala campana Dop - Domenico Raimondo, presidente La mozzarella di bufala campana è il più importante marchio Dop del Centro-Sud Italia. Oggi il Consorzio conta 104 caseifici aderenti e 195 allevatori. Compreso l’indotto, il settore dà occupazione a circa 20mila persone. Ne parliamo con Domenico Raimondo, presidente dell’ente Quali sono i numeri a volume e a valore registrati dalla mozzarella di bufala Dop nel 2011? Nel 2011 sono stati prodotti 37 milioni e 500mila chili di mozzarella di bufala campana Dop e si è registrato un balzo in avanti nel valore del fatturato alla produzione (+4,5%), passato da 306 milioni a circa 320 milioni di euro. Ma anche di quello al consumo, che ammonta a circa 500 milioni di euro. Qual è il trend della produzione rispetto al 2010? Il 2010 era già stato un anno record per la mozzarella Dop. Il 2011 ha però rivelato numeri ancora più incoraggianti con un incremento dell’1,3% per la produzione. Qual è la quota export rappresentata da questo prodotto? Nel 2011 il 25% del prodotto è stato esportato principalmente in Francia, Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Svizzera e Giappone. In generale, l’export ha registrato un incremento del 5% rispetto al 2010. Ci sono particolari problematiche riscontrate da questo prodotto nel mercato? Il vero problema è la contraffazione del prodotto. Il mercato parallelo rappresenta un business da 100 milioni di euro e riguarda soprattutto la mozzarella non Dop, ma che riporta il marchio Dop, e la mozzarella mista spacciata per bufala. Un giro d’affari che viene sottratto al mercato legale. Per questo motivo abbiamo promosso una più intensa collaborazione con tutti gli organi preposti ai controlli. Quali sono le azioni che state realizzando per promuovere la conoscenza della Dop? Siamo partiti l’anno scorso dalla campagna di comunicazione “O è così, o non è” con accanto i due loghi, quello della Dop e quello del Consorzio. Per far capire che solo questa doppia presenza può garantire il consumatore sull’effettivo acquisto e consumo di mozzarella di bufala campana Dop. Abbiamo proseguito con due iniziative in particolare: a dicembre 2011 il Bufala Open Day, con i caseifici e gli allevamenti dell’area Dop aperti al pubblico, che ha potuto vedere come e dove nasce questo prodotto di eccellenza. Lo scorso febbraio invece si è tenuto il Bufala & Wine Wedding, il tour nazionale della mozzarella Dop alla ricerca del miglior vino in abbinamento. Abbiamo promosso così il marchio Dop in tutte le regioni d’Italia. Quali sono gli obiettivi e i progetti del Consorzio per il 2012? L’obiettivo del Consorzio è di cogliere le nuove opportunità offerte Il territorio della Dop Numero soci: 104 caseifici e 195 allevatori Produzione Dop nel 2011: 37 milioni e 500mila chili Incremento a valore rispetto al 2010: 4,5% Incremento della produzione rispetto al 2010: 1,3% Fatturato alla produzione del 2011: 320 milioni di euro circa Valore del mercato parallelo: 100 milioni di euro dal mercato in Italia e all’estero e migliorare la redditività della filiera, iniziando dagli allevatori. Nell’ultimo anno, infatti, il Consorzio di tutela ha apportato importanti modifiche allo Statuto e aperto le porte anche agli allevatori, con lo scopo di innalzare le garanzie e la sicurezza lungo tutto il processo produttivo. Poi ha stretto importanti accordi con i consorzi di altri formaggi Dop per il controllo reciproco della qualità al fine di tutelare al massimo i consumatori. Uno dei cavalli di battaglia del Consorzio in questo 2012, sarà inoltre legare l’immagine della mozzarella di bufala campana Dop sempre più all’alta ristorazione, ai food blogger e ai grandi chef. Come procede la vostra campagna “l’originale non è mai nuda”? Abbiamo avviato un’intensa attività di sensibilizzazione per contrastare la messa in vendita del prodotto sfuso, vietata dalla legge, per esattezza dall’articolo 23 del decreto legislativo 109/92 e dall’articolo 517 quater del Codice penale. Si tratta di un fenomeno che è causa di danni non solo economici per i consumatori, che spesso comprano una mozzarella sfusa spacciata per bufala campana Dop, ma anche di eventuali rischi per la salute, dal momento che non si conoscono né l’origine del prodotto, né le responsabilità del produttore. A partire dal mese di marzo, i controlli messi in campo da tutti i soggetti preposti si sono intensificati e hanno portato finora a diversi sequestri con multe salate fino a 100 euro per ogni chilo di prodotto irregolare. Quest’anno parteciperete a qualche fiera o evento? Siamo presenti a tutti i principali appuntamenti nazionali e internazionali. Dopo Identità Golose a Milano e Alimentaria a Barcellona, a maggio saremo al Cibus di Parma, poi al Sial di Parigi e al Salone del Gusto di Torino. In occasione di questi eventi, non ci limiteremo a portare in degustazione il prodotto, ma saremo protagonisti di una serie di iniziative con grandi chef e opinion leader del settore enogastronomico. Tutti hanno compreso il grande potenziale in cucina della mozzarella di bufala campana Dop, la cui grande versatilità di abbinamento la rende un ingrediente ideale in ogni tradizione gastronomica nel mondo. continua 13 Aprile 2012 SPECIALE MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA “Obiettivo: crescere nel take away” Cirigliana – Vito Rubino, direttore commerciale I NUMERI: - Fatturato del 2011: 10 milioni di euro - Incidenza della mozzarella di bufala Dop sul fatturato: 70% - Marchi: Rubino, Cirigliana, Favola, Sapurì, Nuvola, Venus e Fancy - Proposta: bocconcini, ovoline, mozzarelle, trecce e ciambelle di mozzarella, mozzarella affumicata - Referenza più performante: bocconcini nella confezione da 500 grammi - Valore dell’export sul fatturato complessivo: 20% - Paese con maggiore esportazione: Francia Il Caseificio Cirigliana produce da più di 40 anni mozzarella di bufala campana Dop secondo le severe regolamentazioni del Consorzio. Immersa su una superficie di 3mila metri quadri in provincia di Caserta, l’azienda è gestita dalla famiglia Rubino e vanta oggi 20 dipendenti. “Produciamo mozzarella di bufala Dop con i marchi Rubino, Cirigliana, Favola, Sapurì, Nuvola, Venus e Fancy. Realizziamo anche una piccola percentuale di produzione non Dop. Quest’ultima spesso deriva da latte di bufala Dop che noi stessi declassiamo a non Dop perché supera le 60 ore regolamentari dalla mungitura”, racconta Vito Rubino, direttore commerciale dell’azienda. Il latte di bufala per la lavorazione delle referenze proviene dalla fattoria interna all’azienda e da alcuni allevatori limitrofi accuratamente selezionati e controllati. La produzione di Cirigliana vanta, inoltre, le certificazioni Brc - Ifs, oltre ad essere soggetta a controlli giornalieri interni sulla qualità del latte e sullo stato di salute delle bufale, realizzati in collaborazione con il Servizio Veterinario dell’Asl Ce1. “La mozzarella di bufala campana Dop incide per il 70% sul nostro fatturato, di cui il 65% nel Centro Nord e il 5% nel Sud. Nel 2011 abbiamo registrato un giro d’affari complessivo di 10 milioni di euro, con vendite concentrate tra il mese di aprile e settembre”, spiega Rubino. L’offerta viene distribuita in varie pezzature Vito Rubino e formati: “Realizziamo bocconcini, ovoline, mozzarelle, trecce e ciambelle di mozzarella, ma anche altri prodotti tra cui la provola affumicata. I bocconcini da 50 grammi nella confezione da 500 grammi sono sicuramente la nostra referenza più alto vendente”. Nella strategia commerciale dell’azienda rientra anche l’export: “L’estero rappresenta per ora una quota del 20% del nostro business. La Francia è il paese in cui esportiamo maggiormente e rappresenta il 53% del nostro giro d’affari estero. Seguono poi la Spagna con il 20% e il Regno Unito con il 20%. Stiamo guardando con interesse anche al Giappone, che rappresenta una quota del 2%, la Svizzera e il Canada, entrambi ancora con un’incidenza del 2% sull’intero fatturato. Pur cercando di contenere i costi optando per i viaggi su ruota, riusciamo a salvaguardare la shelf life dei nostri prodotti”, aggiunge il direttore commerciale. Le referenze del caseificio sono reperibili principalmente nei punti vendita della Grande distribuzione: “I nostri prodotti vengono distribuiti sul canale retail e, in una più piccola percentuale, nei soft discount. Finora abbiamo servito maggiormente il reparto del libero servizio, ma ultimamente abbiamo avuto un aumento di richieste nel reparto take away”. Per il 2012 il caseificio lancerà, infatti, una nuova linea destinata proprio a questo reparto: “Stiamo creando una linea apposita in bustina a ciuffo trasparente, che permette di intravedere il prodotto in tutta la sua freschezza”. Cirigliana produce anche per conto terzi, puntando su un target di consumatori medio-alto, con un’attenzione particolare, oltre alla qualità, anche all’immagine aziendale: “Periodicamente il nostro management definisce obiettivi e strategie di vendita per conquistare nuove fette di mercato e fidelizzare il cliente. Anche per questo, lanciamo spesso confezioni innovative per competere e differenziarci al meglio nel banco frigo. Ma guardiamo con interesse anche agli eventi e alle fiere internazionali. Infatti, partecipiamo periodicamente al Cibus e al Tutto food, oltre agli eventi organizzati dal Consorzio mozzarella di bufala Dop”. “La prima mozzarella Dop al mondo senza lattosio” Cooperativa La Contadina - Giovanni Boncompagni, direttore commerciale LE REFERENZE: 14 Ciliegine, ovoline, treccine, treccione, mozzarella da 200 gr., 250 grammi., 500 gr.; mozzarellone da 800 gr., 1 kg., 2 kg., 3 kg. Novità: Mozzarella Dop senza lattosio da 125 grammi Cooperativa La Contadina nasce nel 1950 come azienda dedita esclusivamente all’allevamento bufalino. Il suo stabilimento produttivo a Grazzanise, in località Borgo Appio, nel cuore dei pascoli casertani, viene inaugurato nel 1998. “Oggi, vantiamo ancora un allevamento di 600 bufale circa e 20 conferitori di latte di bufala selezionati, distanti non più di 20 km dalla nostra sede. Tutti gli allevamenti sono aderenti al circuito Dop e vengono sottoposti settimanalmente ad Audit di verifica e controllo da parte del nostro ufficio qualità. All’interno dello stabilimento è presente, infatti, un laboratorio chimico e microbiologico, dove eseguiamo controlli giornalieri”, racconta Giovanni Boncompagni, direttore commerciale dell’azienda. La struttura produttiva della Cooperativa La Contadina ha una capacità massima di lavorazione di oltre 120 quintali di prodotto al giorno, pari a oltre 480 quintali di latte trasformato. Siamo tra i primi dieci produttori del comparto. “Nel 2011 abbiamo prodotto 1.130 tonnellate circa di mozzarella di bufala Dop. In base alla tipologia di prodotto richiesto, la lavorazione può avvenire con filatura manuale tradizionale in mastelli di acciaio o attraverso la filatrice automatica. La prima tipologia, caratterizzata da una breve shelf life, è dedicata quasi esclusivamente al mercato locale o a richieste specifiche per particolari canali di vendita nazionali. La seconda, è de- stinata invece al mercato nazionale ed estero”, aggiunge Boncompagni. La gamma della Cooperativa La Contadina include la mozzarella di bufala Dop in varie pezzature: “La nostra proposta spazia dalla perlina da 10 grammi, alla ciliegina da 20 grammi; ovoline da 50 grammi fino ad arrivare alla mozzarella da 125 grammi, molto apprezzata anche all’estero. Seguono poi le pezzature più richieste dalla Grande distribuzione, come la mozzarella 200 grammi, 250 grammi, fino ad arrivare al mezzo chilo. Su ordinazione realizziamo anche pezzature maggiori, da 800 grammi e un chilo. Va ricordato, che le pezzature al di sopra degli 800 grammi non sono però contemplate dal Disciplinare. Che, per contro, include le trecce e le treccine, che realizziamo da 125 grammi fino ai 3 chili”, spiega Boncompagni. I prodotti dell’azienda sono disponibili in packaging in busta tradizionale, busta “ciuffo”, in bicchieri, in secchielli e in vaschette. Tre sono i marchi con cui presidia il mercato: Bella Contadina, Fattorie Vittoria e Borgo Appio. Tra le strategie commerciali è inclusa anche la private label: “La marca commerciale rappresenta il 35% del nostro business. I nostri prodotti sono presenti sia nei punti vendita della Grande distribuzione, sia sul canale Horeca attraverso i nostri concessionari esclusivisti. Oggi ci stiamo affacciando con interesse anche al canale Industria, ovvero alle realtà che producono pizze surgelate. Vantiamo, infatti, già una collaborazione con il Gruppo Nestlé, per le pizze Buitoni, e con le aziende Mantua e Roncadin”. L’azienda è presente anche all’estero, soprattutto in Europa. “I nostri prodotti vengono esportati in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Svizzera, Danimarca, Olanda e Svezia, dove siamo presenti grazie a un importatore che detiene quasi il 70% del mercato retail”, sottolinea Boncompagni. Dedicata anche all’estero, ma non solo, è la novità che l’azienda presenterà a Cibus: “Lanceremo la prima mozzarella di bufala Dop al mondo senza lattosio per la quale fino ad ora, non esiste un prodotto simile nella Grande distribuzione. Abbiamo avuto il decreto dal Ministero della Salute e l’autorizzazione di incarto da parte del Consorzio. La referenza verrà confezionata nella pezzatura da 125 grammi in bicchierino di plastica termosaldato e commercializzata sia con shelf-life adatta al mercato italiano, che anche per il mercato estero. L’eliminazione del lattosio avviene attraverso un processo enzimatico di scomposizione del lattosio in due zuccheri più semplici, il galattosio e il glucosio. Per il resto è uguale al prodotto tradizionale, ma con un plus. Il gusto si presenta più “dolce” e meno acidulo della tradizionale, una mozzarella Dop quindi “adatta” non solo agli intolleranti, ma anche a chi vuole provare una referenza diversa”. Aprile 2012 La filiera dalla A alla Z La parola alla distribuzione Fattorie Pica – Francesco Cantile, direct manager Conad Tirreno - Giuseppe Fioretti, category manager “La nostra mozzarella viene immessa sul mercato in varie forme: tonda, bocconcini, trecce, perline, ciliegine, nodini, ovoline, con pesi da 20 grammi fino a 3 chili su ordinazione”. È quanto afferma Francesco Cantile, direct manager di Fattorie Pica, azienda di stampo familiare da tre generazioni specializzata nella trasformazione e nella produzione di mozzarella di bufala campana Dop. Situata nella piana aversana, l’azienda punta sulla qualità delle referenze: “Ci avvaliamo di tecnologie moderne e di un laboratorio di analisi in cui ogni giorno, prima della lavorazione, vengono controllati i campioni di latte. La raccolta avviene con mezzi propri refrigerati presso tre aziende bufaline con allevatori specializzati per esperienza e tradizione GAMMA: Mozzarella 20 gr., 50 gr., 125 gr., 250 gr., 500 gr. fino a 3 kg. Bocconcini da 20 gr. a 500 gr. Treccine da 150 gr. a 1 kg. Nodini 125 gr., 250 e 500 gr. Treccione da 2 a 3 kg. nell’allevamento della bufala, che ci assicurano il fabbisogno giornaliero di latte da avviare alla trasformazione”, aggiunge il direct manager. Le referenze di fattorie Pica vengono inoltre commercializzate soprattutto sul canale Horeca: “La ristorazione e il catering incidono per il 65% sul nostro intero fatturato. Il restante giro d’affari è rappresentato dal canale retail, soprattutto dalla linea Le deliziose per natura. Anche il canale dell’industria però evidenzia margini sempre più importanti. Primo tra tutti, il segmento delle pizze surgelate”, sottolinea Cantile. L’azienda ha chiuso il 2011 con risultati più che positivi: “Abbiamo registrato 5 milioni e mezzo di euro di fatturato e per il 2012 contiamo di arrivare a 12 milioni di euro circa”, rende noto Cantile. Nelle nuove iniziative commerciali volte ad un incremento del giro d’affari dell’azienda è presente anche l’export: “Esportiamo soprattutto in Germania e in Francia. La nostra quota export vale oggi il 15%, ma vorremmo incrementare la nostra presenza nei mercati stranieri. Ecco perché ci stiamo affacciando a quello asiatico, soprattutto Shangai. Anche in Russia stiamo valutando nuovi contatti”. A Giuseppe Fioretti, category manager banco taglio salumi e formaggi di Conad del Tirreno, abbiamo rivolto alcune domande sul mercato della bufala Dop. La mozzarella Dop è presente in modo significativo nei vostri punti vendita? Si, la presenza di mozzarella di bufala Dop è significativa perché molto apprezzata dai consumatori. Ciò che va evidenziato però è che proponiamo più mozzarelle di bufala Dop prodotte nel territorio laziale piuttosto che campano perchè per noi appresenta un prodotto locale. Inoltre, ci riforniamo sempre più da caseifici locali del basso lazio, che realizzano importanti operazioni di marketing sul consumatore e producono mozzarella non Dop legata però alle tradizioni del territorio. La Dop è più performante al banco taglio, al libero servizio o al take away? Nel libero servizio sono presenti referenze che fanno del prezzo la leva principale, con una pezzatura più grande e in pack richiudibili per permetterne l’utilizzo successivo. Ma il reparto che sta evidenziando un’importante crescita nelle vendite è il take away. Nonostante il loro posizionamento di prezzo e il momento congiunturale che viviamo, le vendite di queste referenze sono in aumento, sia in vaschetta rigida, che a ciuffo. Anche la nostra linea di mozzarella Dop Sapori & dintorni, vanta performance importanti in questo reparto, in pezzature da 250 grammi. Ci sono delle pezzature che vanno meglio di altre? Dobbiamo dividere le referenze in due fasce. La prima continuativa, l’altra promozionale. Il prodotto continuativo più performante nelle regioni Toscana, Lazio e Sardegna, che presidiamo, è il boccone da 250 grammi classico. Mentre in fase promozionale, il prodotto più alto vendente è la mozzarella Dop da 500 grammi. Esiste una stagionalità nelle vendite di queste referenze? Si, senza dubbio. Il maggiore picco di vendite si rileva da marzo a ottobre. Ma la stagionalità è meno evidente nei consumi rispetto a qualche anno fa. La principale motivazione è che sono cambiate le tipologie di consumo: nel periodo invernale registriamo importanti vendite di mozzarella di bufala Dop e non Dop di piccola pezzatura. Si tratta di una tipologia di prodotto che necessita di azioni promozionali? Si, la mozzarella di bufala Dop ha bisogno di essere “spinta” un po’ di più rispetto alle referenze vaccine, ritenute meno impegnative e disponibili spesso a prezzi più ridotti. Esiste ancora una diffidenza verso la bufala campana Dop legata ad alcune campagne stampa? Non abbiamo mai registrato un calo nelle vendite di mozzarella campana Dop a causa di questi fenomeni. Reputo il consumatore italiano un po’ particolare perché difficilmente si fa influenzare da episodi del genere, che spesso vengono avvertiti come sporadici o singolari. continua 15 Aprile 2012 SPECIALE MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA La Dop sotto la lente Caratteristiche della mozzarella di bufala campana Dop Il termine “mozzarella” deriva dal verbo “mozzare”, ovvero, l’operazione praticata ancora oggi in tutti i caseifici, che consiste nel maneggiare con le mani e con moto caratteristico il pezzo di cagliata filata e di staccare subito dopo con gli indici ed i pollici le singole mozzarelle nella loro forma più tipica e tondeggiante. Rientra tra i formaggi a pasta filata fresca realizzati esclusivamente con latte di bufala proveniente dalla zona di origine. Viene immessa al consumo in varie forme: tonda, bocconcini, trecce, perline, ciliegine, nodini, ovoline, con pesi da 20 a 800 gr. Il colore della crosta, liscia e spessa un millimetro, è bianco porcellana, la pasta a sfoglie sottili è elastica, entro le prime 10 ore dal confezionamento. Poi più fondente, priva di occhiature: al taglio si libera una lieve sierosità bianca e grassa con profumo di fermenti lattici. Il sapore è caratteristico e delicato. In aree specifiche, dove le bufale sono allevate con metodi precisi, frutto della tradizione locale, la mozzarella di bufala campana può assumere le specificazioni di Aversana o piana del Volturno, Pontina e Piana del Sele. È il latte di bufala che dona al prodotto una caratteristica singolare dovuta all’assenza di carotenoidi nella sua composizione: il tipico ed unico colore bianco porcellanato della mozzarella di bufala campana. La coagulazione del formaggio è preceduta dall’aggiunta nel latte di bufala, portato precedentemente ad una temperatura tra i 33 e 39°C, di siero innesto naturale (detto cizza) proveniente dalla lavorazione del giorno precedente. Questa aggiunta serve a rendere il latte attivo e pronto per l’immediata e successiva coagulazione, che viene effettuata in caldaie o polivalenti in acciaio, mediante esclusivo utilizzo di caglio naturale di vitello. Nella maggioranza dei caseifici, una parte non trascurabile della fase di formatura viene effettuata dal casaro e dai suoi collaboratori manualmente. La restante parte viene realizzata con l’ausilio di macchine operatrici, dette formatrici, che producono pezzature a peso predeterminato. La mozzarella di bufala campana così prodotta viene da prima lasciata in vasche contenenti acqua fredda per garantire un primo importante rassodamento, che si completa in altre vasche, contenenti anche soluzioni saline, che conferiscono al prodotto il giusto grado finale di sapidità. fine 16 Dop e non Dop La mozzarella di bufala campana ha ottenuto nel 1996 la Denominazione di Origine Protetta (Dop), il prestigioso marchio europeo con cui vengono istituzionalmente riconosciute quelle caratteristiche organolettiche e merceologiche di questo latticino, derivate prevalentemente dalle condizioni ambientali e dai metodi tradizionali di lavorazione esistenti nella specifica area di produzione: Regione Campania (province di Caserta e Salerno e parte di Napoli e Benevento) e del basso Lazio (provincia di Latina, Frosinone e parte di Roma). Oggi rappresenta il più importante marchio Dop del Centro-Sud Italia, il quarto a livello nazionale per produzione ed il terzo tra i formaggi Dop italiani. La mozzarella di bufala campana deve recare, apposto all’atto della sua immissione al consumo, il contrasse- gno, che presenta la parte superiore raffigurante un sole a raggiera rosso. La parte inferiore del contrassegno è, invece, rappresentata da un campo verde, mentre quella centrale riporta la testa nera della bufala. Il marchio della mozzarella di bufala campana Dop, invece, è un logo blu e giallo con i solchi di un campo arato al centro di un sole circondato dalle stelle dell’Unione Europea. Con il Regolamento (CE) n. 628/2008 del 2 luglio 2008, l’Unione Europea ha posto rimedio ad un errore di comunicazione: il marchio Dop, prima identico al marchio Igp (tranne che per la dicitura del riconoscimento trascritta all’interno) è ora riconoscibile per il colore rosso della circonferenza esterna dentellata e del cerchio interno (in precedenza blu). Resta il giallo nella corona circolare intermedia, che contiene la dicitura “Denominazione d’Origine Protetta”. Fino al 1° maggio 2010, i produttori di mozzarella di bufala campana Dop hanno potuto esporre ancora il vecchio marchio per esaurire le confezioni già in circolazione. La storia Già nel XII secolo, quando le bufale furono sempre più apprezzate per la produzione del loro latte, rendendo consolidata la loro presenza nelle pianure costiere della piana del Volturno e del Sele, compaiono i primi documenti storici che testimoniano come i monaci del monastero di San Lorenzo in Capua, erano soliti offrire un formaggio denominato “Mozza” o “Provatura” (quando affumicato), accompagnato da un pezzo di pane, ai pellegrini componenti del Capitolo Metropolitano. Che ogni anno, per antica tradizione, si recavano in processione alla chiesa del Convento. Nel XIV secolo esistono diverse testimonianze che provano la commercializzazione di derivati del latte di bufala destinati solitamente al ricco mercato napoletano e salernitano. Per ovvi motivi di viabilità, gli unici a giungere erano “Mozze” e, soprattutto, “Provature” che grazie all’affumicatura vantavano una maggiore vita commerciale. Ma bisogna aspettare l’anno 1570 quando per la prima volta appare il termine “mozzarella” in un testo famoso di Bartolomeo Scappi, cuoco della corte papale. Le mozzarelle diventano un prodotto di largo consumo solo verso la fine del XVIII secolo, anche grazie alla realizzazione, da parte dei Borboni, di un grosso allevamento di bufale con annesso anche un caseificio sperimentale per la trasformazione dello stesso latte nella Reggia di Carditello, la tenuta reale in provincia di Caserta della dinastia spagnola. Con l’unificazione d’Italia vide la luce ad Aversa, la Taverna: un vero e proprio mercato all’ingrosso delle mozzarelle e dei derivati caseari prodotti dallo stesso latte tra cui anche la ricotta, che, quotidianamente, stabiliva le quotazioni in relazione alla produzione e alla richiesta. Il commercio era regolato sulla base di veri e propri contratti che entravano in vigore dal primo settembre al 31 agosto dell’anno successivo, stipulati tra il proprietario delle bufale, che trasformava anche il latte, e il distributore dei prodotti. La mozzarella veniva ritirata nei luoghi di produzione “pagliare” o “difesa”, già pesata e avvolta in foglie di giunco o di mortella, ordinatamente disposte in cassette di vimini o castagno e trasportata fino all’ubicazione del negoziante. Altri produttori “Consideriamo la mozzarella di bufala campana Dop un “oro bianco” da tutelare, che simboleggia la cultura e la tradizione campana. Ancora oggi, mangiare questo formaggio almeno due volte alla settimana è una nostra consuetudine”. Esordisce così Anna Iemmo, responsabile commerciale di ValleBianca, caseificio con sede a Fisciano Salerno, che ha come core business proprio la produzione di mozzarella di bufala campana Dop realizzata solo con latte proveniente dalla Piana del Sele. E aggiunge: “Ci consideriamo degli ottimi trasformatori, che per scelta hanno voluto non intraprendere anche la strada degli allevatori. Proponiamo pezzature piccole da 25 grammi, come le ciliegine, adatte agli antipasti e alle insalatine, e bocconcini da 50 grammi, che oggi rappresentano la nostra referenza più alto vendente. Ma anche pezzature da 85 grammi e 125 grammi, in monoporzioni richieste sempre più da famiglie meno numerose e dal canale Horeca”. Sono due le mozzarelle Dop più tradizionali proposte dall’azienda: “Il nostro cavallo di battaglia rimane la mozzarella da 250 grammi e l’Aversana da 500 grammi. Realizziamo anche treccine Dop da 80, 100 e 250 grammi. E, solo su ordinazione, il “mozzarellone” e il treccione fino a tre chili di peso”. Tra le strategie aziendali di ValleBianca rientra anche l’export: “Ci stiamo sempre di più affacciando al mercato estero. L’export incide oggi con una quota del 10% sul nostro fatturato. La nostra presenza è marcata soprattutto in Germania e in Francia. Guardiamo con sempre maggiore interesse anche alla Russia che però si presenta come un mercato molto difficile da presidiare”. L’azienda è presente da poco anche sul mercato nipponico: “La vera novità per noi è l’apprezzamento dei nostri prodotti in Giappone. Grazie alla collaborazione con dei grossisti locali eseguiamo spedizioni aeree settimanali, con una consegna del prodotto fresco nell’arco di due giorni”, spiega Iemmo. Sul territorio nazionale le referenze di ValleBianca vengono distribuite sul canale dell’ingrosso tradizionale e nei punti vendita della Grande distribuzione locale e regionale. “Gran parte delle vendite avviene nella regione Campania, per una questione di cultura e tradizione, ma anche Lombardia e Piemonte evidenziano un notevole apprezzamento. Per motivi logistici, riscontriamo paradossalmente maggiori problemi a consegnare le nostre mozzarelle Dop in Calabria, e nel Sud in generale, piuttosto che nel Veneto”, sottolinea Iemmo. Dalla distribuzione non sempre facile ai rischi per il prodotto: “La mozzarella di bufala campana Dop non è un prodotto da primo prezzo. Non esiste, infatti, un latte di primo o secondo prezzo. Il rischio che corre questo formaggio è a volte di subire una spersonalizzazione da parte della Grande distribuzione. Crediamo in una mozzarella realizzata con latte 100% di bufala e con determinate peculiarità. Ecco perché abbiamo già avviato i lavori di costruzione di un ulteriore stabilimento, che verrà terminato nell’estate del 2013.” Anche Filab si è specializzata nella produzione di mozzarella di bufala campana Dop delle Piane del Sele. L’azienda, con sede a Bellizzi, in provincia di Salerno, nasce nel 2000 grazie a 18 allevatori e conferitori di latte di bufala. ”Produciamo, trasformiamo e commercializziamo mozzarella di bufala campana Dop”, sottolinea Vincenzo Oliviero, responsabile vendite dell’azienda. Con 10 marchi di proprietà, Filab vanta una presenza su tutto il territorio nazionale: “Le nostre mozzarelle sono disponibili in tutte le varianti e pezzature nei punti vendita della Grande distribuzione. Siamo presenti sia nel reparto gastronomia, che al take away, che evidenzia negli ultimi mesi una crescita importante nelle vendite di mozzarella Dop”. Nel 2011 l’azienda ha registrato risultati positivi: “Abbiamo chiuso l’anno con un fatturato di 7 milioni di euro. E questo nonostante il mercato delle mozzarelle in Italia sia ormai maturo. Per incrementare il nostro giro d’affari presidiamo anche il canale Horceca e i mercati esteri”, racconta Olivieri. L’export rappresenta ancora una quota minima sul fatturato dell’azienda, ma Filab ha scelto per il 2012 di ampliare la sua presenza sui mercati esteri: “I nostri prodotti sono già presenti in Francia e in Germania, ma stiamo cercando di affacciarci anche agli Stati Uniti, che riteniamo un mercato più attento alla qualità, in cui non vige una lotta sui prezzi, ma piuttosto una valorizzazione di questa FORMAGGI & CONSUMI AWARDS 2012 I premi dell’eccellenza assegnati dal retail Al via la terza edizione di Formaggi & Consumi Awards, i premi dell’eccellenza assegnati dal retail. L’iniziativa intende sottolineare l’impegno delle aziende che si sono distinte nell’ideazione e nella realizzazione di attività di marketing e comunicazione, svolte nell’anno solare 2011. LE NOMINATION MIGLIOR SPOT TV Camosciare Bongrain Italia Philadelphia Kraft Leerdammer Il fondente Bel Italia Fettine Parmareggio al parmigiano reggiano Parmareggio MIGLIOR CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE PER LA VALORIZZAZIONE DEL PRODOTTO TIPICO Valorizzazione del formaggio Riserva del fondatore Caseificio Il Fiorino Bufala Open Day Consorzio per la tutela della mozzarella di bufala campana Dop Progetto GorgonzoLAB Consorzio per la tutela del formaggio Gorgonzola MIGLIOR PROMOZIONE IN-STORE MIGLIOR SPOT RADIO Formagella Valcavallina e toma Monte Corna Caseificio Paleni Pecorino toscano Dop Caseificio sociale Manciano La festa decolla se c’è il gorgonzola Consorzio per la tutela del formaggio gorgonzola Fettine IN.AL.PI. IN.AL.PI. MIGLIOR CAMPAGNA AFFISSIONE E’ nata la mozzarella Valle Josina Caseificio cooperativo Valle Josina O è così, o non è Consorzio per la tutela della mozzarella di bufala campana Dop Mozzarella Sibilla Trevalli Cooperlat L’antica arte casearia L’Antica Cascina Robiola Nonno Nanni Latteria Montello Promozione formaggi di montagna Caseificio Paleni MIGLIOR PROMOZIONE AL CONSUMO I doni del Piemonte Fattorie Osella Etichette take away L’Antica Cascina Raccolta punti Regali da intenditori Parmareggio 2011 Parmareggio MIGLIOR MATERIALE POP Brochure Fantasia di gusti toscani Caseificio Spadi Enzo Espositori formaggio Alpino Fattorie Osella Standee e poster Robiola Nonno Nanni Latteria Montello MIGLIOR CAMPAGNA STAMPA TRADE La signora Emma sceglie i prodotti delle Fattorie Fiandino Fattorie Fiandino Ma come fanno a farlo così buono? Igor Nuova robiola Nonno Nanni Latteria Montello Fettine Parmareggio Parmareggio MIGLIOR CAMPAGNA STAMPA CONSUMER La filiera ecosostenibile Brazzale interpretata da Matt Wolf Brazzale Valorizzazione del provolone Valpadana Dop Consorzio tutela provolone Valpadana Chi ama l’eccellenza si riconosce sempre Pozzali F.lli industria casearia MIGLIOR PACKAGING DEL PRODOTTO A LIBERO SERVIZIO Bacio di mamma mucca da 150 gr Caseificio Eredi Carioni Francesco Barattolino di burrata da 200 gr Caseificio Palazzo Gran Kinara da 500 gr Fattorie Fiandino MIGLIOR SITO INTERNET www.pezzana.it Caseificio Pezzana www.caseificio-spadi.it Caseificio Spadi Enzo www.mistercheese.it Consorzio tutela provolone Valpadana MIGLIOR CAMPAGNA NEW MEDIA www.altiformaggi.com/progetti_artcollection.php Alti Formaggi Canale youcheese.tv Consorzio per la tutela del formaggio Asiago I Taleggiatori Consorzio tutela taleggio www.igornovara.com/video Igor La cerimonia di premiazione si svolgerà in occasione di Cibus Parma, martedì 8 maggio alle ore 17.00 presso la Sala Convegni del Padiglione 7 MIGLIOR INNOVAZIONE DI PRODOTTO ImBufalita Botalla Formaggi Formaggio ponentino Anselmi con sale iodato Fattorie Chiarappa Gran Moravia filiera latte ecosostenibile Orrero FOCUS ON Aprile 2012 Asiago, nel piano dei controlli arriva l’analisi sensoriale “Si tratta di un risultato storico di grande importanza”. Non nascon- de una certa emozione Flavio Innocenzi, direttore del Consorzio di tutela del formaggio Asiago, nel presentare la novità della Dop veneto-trentina: l’analisi sensoriale nel piano dei controlli. “Un risultato che è il frutto di oltre quattro anni di lavoro, necessari per mettere a punto la metodica e testare i risultati”, precisa Innocenzi. “Questo lavoro si è tradotto in una scala di valori che sottopongono ad esame i parametri organolettici e quelli visivi, relativi al formaggio Asiago, sia fresco che stagionato. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i produttori al rispetto della qualità della nostra Dop. 18 Quali sono le ragioni che vi hanno spinto a questa iniziativa? Intanto voglio fare una premessa: l’analisi sensoriale è una sfida rischiosa e coraggiosa, e di questo va dato merito alla scelta volontaria dei caseifici soci del Consorzio. Anche perché, ovviamente, si tratta di introdurre un controllo in più per i soci e i produttori di Asiago. L’obiettivo di questa novità è quello di un miglioramento continuo, teso alla ricerca della qualità ideale. Un lavoro che il Consorzio porta avanti da tempo e che ha già prodotto i suoi frutti. Ma quella dell’analisi sensoriale è di sicuro una importante accelerazione. L’obiettivo non è fare del Consorzio un poliziotto, bensì quello di creare un sistema forte di valorizzazione, in grado di tradursi in garanzie e benefici reali a vantaggio di produttori e consumatori. Non a caso i nostri caseifici hanno avuto la possibilità di allenarsi a praticare questo tipo di analisi anche in autocontrollo, in modo da essere in grado di valutare autonomamente i propri standard qualitativi. A chi è diretta? I fronti di lavoro sono due: il consumatore e i produttori. Eventuali produzioni al di sotto degli standard minimi, infatti, anche se quantitativamente poco significative, sarebbero in grado di danneggiare il mercato di tutti i produttori e l’immagine della nostra Dop. Questo provvedimento incide sulla qualità del prodotto perché porta ad una maggiore cultura e consapevolezza del valore dell’Asiago, a partire proprio dai produttori. Il beneficio verso l’esterno è nei termini di qualità e comunicazione. Quali sono stati i passi necessari per introdurre l’analisi sensoriale? Per mettere a punto questa metodica sono stati necessari anni di lavoro. Senza parametri oggettivi, infatti, risulta molto difficile realizzare progetti che abbiano a tema la qualità visiva e organolettica. Per questo, il primo passo è stato quello di circostanziare e oggettivizzare parametri che, in genere, appaiono soggettivi. Come stabilire, ad esempio, cosa si intenda in termini misurabili per ‘occhiatura marcata e irregolare’. Inoltre, è stato necessario un anno di allenamento con il panel test e, negli anni 2010 e 2011, il Consorzio ha condotto anche una simulazione di analisi sensoriale. Con quali risultati? Solo lo 0,16% della produzione non rispondeva ai criteri dell’analisi sensoriale e sarebbe stato ritirato dal mercato. Ma il beneficio è ampiamente risarcitorio, anche rispetto ai consumatori. Chi sono i membri del panel test? I membri del panel, sempre più esperti grazie alla lunga fase di test condotta, sono assaggiatori professionali selezionati da Veneto Agricoltura, ente con il quale abbiamo collaborato per la realizzazione di questo progetto. Ci sono state modifiche al Disciplinare? Non al Disciplinare, ma al piano dei controlli della Dop. L’analisi sensoriale, infatti, certifica caratteristiche che sono già contenute nel Disciplinare di produzione. Occorreva, per questo, solo modificare i controlli, inserendo anche quelli relativi all’analisi sensoriale. Cosa accadrà con l’introduzione di questi controlli? Verrà tolto dal mercato eventuale prodotto non conforme, che essendo al di sotto dei livelli qualitativi previsti, non potrà essere marchiato come Asiago Dop. Se durante le verifiche eseguite dall’organismo di controllo anche solo uno dei parametri organolettici, visivi o strutturali risultasse al di fuori degli standard di conformità, il prodotto non potrebbe fregiarsi della Denominazione d’origine protetta. Comunicherete direttamente ai consumatori questa novità? Senza dubbio. E’ importante raccontare al consumatore questa iniziativa, utilizzando anche canali di comunicazione meno tradizionali, come la pagina su Facebook o il canale video www.youcheese.tv. Un modo diretto per arrivare a tutti coloro che apprezzano l’Asiago Dop. Inoltre organizzeremo delle sessioni di riconoscimento e degustazione, dedicate sia agli operatori che al pubblico. Alice Realini Cos’è l’analisi sensoriale Le caratteristiche gustative e di presentazione del prodotto sono entrate a far parte dei parametri verificati dal Consorzio di tutela. Il formaggio non idoneo non sarà marchiato, escludendolo dalla possibilità di fregiarsi della denominazione. A partire da aprile, gli ispettori della filiera non si occuperanno più solo di verificare il rispetto del Disciplinare Asiago, ma effettueranno anche prelievi di formaggio per certificarne la conformità ai criteri sensoriali cogenti di nuova introduzione. I parametri organolettici del formaggio Asiago che verranno sottoposti a valutazione sono sette: aspetto della forma e della crosta, aspetto e colore della pasta, occhiatura del formaggio e caratteristiche gustative espresse nei quattro gusti base: dolce, salato, acido, amaro. Questi parametri saranno valutati da un panel di esperti, che sottoporrà ad esame un campione di lotti rappresentativi della produzione di Asiago, applicando le normative Iso di analisi sensoriale dei formaggi. Eccoli di seguito. Crosta Il formaggio Asiago dovrà presentarsi innanzitutto in forme con crosta integra, sottile ed elastica per il fresco (detto anche pressato), liscia e regolare per lo stagionato (detto anche d’allevo). Pasta La pasta dev’essere di colore rigorosamente uniforme, bianco o leggermente paglierino quella del fresco, paglierino quella dello stagionato. Occhiatura L’occhiatura dell’Asiago fresco deve risultare marcata ed irregolare, quella dell’Asiago stagionato di piccola e media grandezza. I descrittori del gusto L’utilizzo dei descrittori dolce, salato, acido ed amaro permetteranno alla commissione di assaggiatori di esprimere, sempre in forma anonima, le proprie valutazioni sulla dimensione gustativa del formaggio Asiago prima della sua immissione al consumo. Sono i quattro gusti base le sensazioni che i degustatori sono allenati a riconoscere e valutare a livello professionale. L’esame dell’Asiago avviene sia attraverso il confronto fra formaggi di produttori differenti, sia soprattutto utilizzando, come scala di confronto, dei “gusti campione”, graduati per ciascuna sensazione gustativa. I gusti campione vengono preparati in laboratorio, utilizzando le opportune quantità di sale, zucchero, acido citrico e caffeina, disciolte in un supporto alimentare di gusto neutro, costante nel tempo. Il risultato finale della commissione di analisi sensoriale determinerà la possibilità per il formaggio di essere ammesso alla tutela Dop. Contrariamente, qualora l’attività di controllo organolettico del prodotto ponesse in evidenza difetti, è prevista la “smarchiatura” dell’intero lotto, mediante l’abrasione del marchio dalle forme, che non potranno pertanto essere commercializzate come Asiago. Aprile 2012 Un lavoro di quattro anni. Che porta la Dop veneto-trentina a diventare la prima specialità casearia che detta le regole anche sulla qualità del prodotto finito. Ne parliamo con Flavio Innocenzi, direttore del Consorzio. La parola ai produttori Latterie Vicentine - Franco Lo Borgo, direttore commerciale Siamo soddisfatti di questa iniziativa del Consorzio, che va nella direzione della tutela delle caratteristiche organolettiche della Dop Asiago. La nostra speranza è che questa innovazione possa aiutare a migliorare, sotto il profilo qualitativo, tutto l’Asiago presente sul mercato. Inoltre, è molto impor tante, a nostro avviso, che l’applicazione dell’analisi sensoriale sia controllata direttamente dal Consorzio di tutela, perché deve rappresentare un elemento non discutibile. Quel che è cer to, infatti, è che si tratta dell’analisi di parametri difficili da oggettivizzare e che, per questo, richiede la supervisione di un ente terzo. Ma non bisogna fermarsi qui, occorre continuare a perseguire la strada della difesa della qualità dell’Asiago, magari introducendo anche un sistema di tracciabilità della materia prima. Caseificio San Rocco Il personale del Caseificio ha seguito direttamente il progetto dell’analisi sensoriale per il formaggio Asiago Dop. La nostra azienda ha par tecipato, infatti, a tutti gli incontri e ai corsi di formazione organizzati dal Consorzio nel 2011, così come alle simulazioni delle verifiche e dei controlli. Riteniamo quindi, a ragion veduta, molto valida l’introduzione di questa metodologia, che sarà in grado di aiutare tutti i produttori a migliorare la qualità dell’Asiago Dop. E’ impor tante che questa novità non venga interpretata come un ostacolo, bensì come una grande oppor tunità. Se si comprendono gli obiettivi del progetto e si è cer ti della qualità del proprio formaggio, non si può che valutare positivamente questo progetto. Che è, prima di tutto, una tutela per questa Dop e, di conseguenza, per i suoi produttori. Toniolo Casearia - Mauro Toniolo, presidente Come produttori delle maggiori Dop venete siamo estremamente attenti alla qualità dei nostri formaggi: plaudiamo quindi ad ogni iniziativa che si pone come obiettivo il miglioramento e la tutela della bontà. Attenzione però a non confondere la qualità con l’omologazione: temiamo, infatti, che questa modifica al Disciplinare por ti ad una massificazione del prodotto o, ancora peggio, ad un suo appiattimento verso il basso. Ci auguriamo quindi che i panel incaricati dell’analisi sensoriale siano composti da fini conoscitori non solo del prodotto Asiago Dop, ma anche dei processi produttivi, dei caseifici, dei luoghi di origine e della storia del formaggio. E che nel loro percorso formativo abbiano avuto l’occasione di incappare in qualche Asiago eccezionale. E che se lo ricordino bene. 19 DATI & MERCATI Aprile 2012 Export: un gol che vale due miliardi di euro Nel 2011 le vendite di formaggi all’estero hanno raggiunto una quota record. Pari a 282mila tonnellate di prodotto venduto oltreconfine. Ecco le cifre nel dettaglio. Nel 2011 le imprese italiane hanno esportato più di 282mila tonnellate di formaggi, per un valore che, per la prima volta, ha sfiorato i 2 miliardi di euro. Con un aumento significativo in volume (3,8%) e in valore (15,1%) rispetto al 2010, che conferma e migliora il trend registrato negli ultimi anni (tabella 1). E’ quanto emerge dall’elaborazione dei dati Istat diffusa da Assolatte. Di particolare rilievo gli aumenti registrati dai formaggi freschi, in particolare mozzarella, mascarpone e ricotta, cresciuti del 6,2% a volume e del 10,2% a valore; da grana padano e parmigiano reggiano (0,6% a volume e 20,6% a valore); gorgonzola (7,9% a volume e 13% a valore) e dai formaggi grattugiati (5,6% in volume e 22,3% in valore). In forte ripresa anche il pecorino romano, che nel corso del 2011 ha visto crescere il volume delle proprie esportazioni dell’8%, recuperando parte delle perdite degli anni scorsi. Buoni risultati infine nel settore del provolone (+2,5% in volume) e dei formaggi molli come crescenza, stracchino e robiole, cresciute del 22% (tabella 2). Il 2011 ha così confermato un trend consolidato da anni: dal 2000 al 2011, infatti, le esportazioni italiane di formaggi sono cresciute del 656% in volume e del 1.200% in valore (grafico 1). I formaggi freschi e i latticini, con grana padano, parmigiano reggiano, pecorino, gorgonzola e provolone, concorrono per il 75% dei volumi alle esportazioni (grafico 2). Quanto ai mercati di destinazione, la gran parte dei formaggi esportati è destinata ai Paesi europei, Francia in testa, seguita a ruota dalla Germania. Alice Realini Le esportazioni italiane di formaggi (grafico 1) Tabella 1 2011 2010 272.243 272.243 282.458 2011 2010 Mozzarella, ricotta e altri formaggi freschi Grana padano e parmigiano reggiano Grattugiati Pecorino Gorgonzola Provolone Crescenza, robiola e altri formaggi molli variazione % euro 107.850 69.110 22.431 16.318 14.668 4.778 4.820 10,2 20,6 22,3 7,4 13,0 9,0 15,3 101.563 68.681 21.241 15.067 13.588 4.661 3.945 410.456 641.838 163.975 92.299 76.141 27.358 24.376 452.188 774.030 200.519 99.158 86.046 29.810 28.106 6,2 0,6 5,6 8,3 7,9 2,5 22,2 Fonte: elaborazioni Assolatte su dati Istat altri 21% mozzarella, ricotta e altri formaggi freschi 35% provolone 2% gorgonzola 5% grattugiati 7% grana padano e parmigiano reggiano 23% Principali Paesi acquirenti di fiore sardo e pecorino Principali Paesi acquirenti di provolone Trend di crescita tonnellate tonnellate Trend di crescita Progressione mensile ultimi due anni tonnellate tonnellate 15,1 La ripartizione delle esportazioni per tipo di formaggio (grafico 2) milioni di euro tonnellate 3,8 1.909 volume valore volume valore tonnellate (tonnellate) (migliaia di €) (tonnellate) (migliaia di €) Progressione mensile ultimi due anni 20 euro Tabella 2 pecorino 5% Grazie all’analisi del sito Clal.it, di seguito i dati relativi alle esportazioni 2011 di alcuni dei principali prodotti lattiero caseari italiani. I dati esprimono, in percentuale, le variazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in relazione alle quantità di riferimento. tonnellate Fonte: elaborazioni Assolatte su dati Istat crescenza, robiola e altri formaggi molli 2% 2011, l’export formaggio per formaggio variazione % volume (tonnellate) valore (migliaia di €) volume (tonnellate) valore (migliaia di €) Aprile 2012 Principali Paesi acquirenti di Asiago, caciocavallo, montasio e ragusano Progressione mensile ultimi due anni 2011, l’import Di seguito i grafici relativi all’importazione di formaggi duri non Dop, freschi e fusi sul mercato italiano. Principali Paesi fornitori di formaggi duri non Dop tonnellate tonnellate Trend di crescita tonnellate Trend di crescita Principali Paesi acquirenti di grana padano Dop e parmigiano reggiano Dop Progressione mensile Progressione mensile tonnellate tonnellate tonnellate Trend di crescita Principali Paesi acquirenti di mozzarella, ricotta e altri formaggi freschi Trend di crescita Progressione mensile ultimi due anni Trend di crescita tonnellate tonnellate tonnellate Principali Paesi fornitori di formaggi freschi Principali Paesi acquirenti di gorgonzola Dop Trend di crescita Progressione mensile ultimi due anni tonnellate tonnellate tonnellate Progressione mensile ultimi due anni Principali Paesi acquirenti di formaggi grattugiati o in polvere Trend di crescita Progressione mensile ultimi due anni Principali Paesi fornitori di formaggi fusi tonnellate tonnellate tonnellate Trend di crescita Principali Paesi acquirenti di mascarpone, form. di crema e altri formaggi grassi Progressione mensile tonnellate Progressione mensile ultimi due anni tonnellate tonnellate Trend di crescita 21 Aprile 2012 Vuoi “raccontare” il tuo punto vendita? manda una mail a: [email protected] FOCUS SHOP Alimentari e coloniali fratelli Ciapponi – Morbegno (So) Oltre un secolo di Valtellina Dal 1883, la famiglia Ciapponi vende prodotti tipici locali nel cuore di Morbegno, in provincia di Sondrio. Il negozio è, oggi, gestito dai fratelli Paolo e Alberto Ciapponi, insieme ai cugini Dario ed Emilio. Ampia la selezione di formaggi, composta soprattutto da produzioni locali. In particolare, i fratelli Ciapponi propongono il bitto di propria produzione. Vasta anche la gamma di salumi tipici della Valchiavenna. Alla vendita di dolci dai marchi noti come Galbusera, Tre Marie e Pastiglie Leone, si affiancano quelli di loro produzione, soprattutto bisciola e biscotti. Oltre alla produzione di pane di segale, è presente una cantina per la stagionatura di prodotti tipici e una galleria per antichi distillati. Tra i servizi offerti si trova anche la vendita online di prodotti valtellinesi. La scheda Anno di nascita: 1883 Superficie di vendita: 300 mq Numero di vetrine: sette Salumi proposti: salumi locali della Valchiavenna e Ferrarini Formaggi proposti: formaggi locali, di produzione e stagionatura propria, in particolare il Bitto Sito web: www.ciapponi.com E-mail: [email protected] Mein Gastronomia - Trento Non solo specialità del Trentino La Gastronomia Mein, situata a Trento, inizia la sua attività oltre 50 anni fa e, da circa 20, è gestita dalla famiglia Franceschini. Vasta l’offerta di salumi, che va dalla coppa reale di Parma, alla luganega trentina, passando per il lardo di Colonnata e, ovviamente, lo speck Alto Adige Igp. La gamma di formaggi comprende la robiola tre latti e il pecorino rosso di Pienza, oltre ai nostrani stagionati e al parmigiano vacche rosse. Il locale presenta anche un reparto dedicato ai dolci, uno a frutta e verdura e una piccola enoteca. Il negozio offre servizi dedicati durante le festività natalizie e vanta due chef per produzione di piatti tipici nel laboratorio di gastronomia. Inoltre, offre il servizio di shopping online. La scheda Anno di nascita: 50 anni fa, circa Superficie di vendita: 100 mq circa Numero di vetrine: due Salumi proposti: coppa reale di Parma, lardo di Colonnata, speck con marchio Igp Alto Adige Formaggi proposti: pecorino rosso di Pienza, robiola tre latti, nostrani stagionati, Vacche rosse Sito web: www.lagastronomiamein.it E-mail: [email protected] Volpetti - Roma Volpetti e le varietà della gastronomia I fratelli Claudio ed Emilio Volpetti, originari di Norcia, in Umbria, gestiscono il loro negozio, a Roma, dal 1973. Numerose le possibilità di scelta nel comparto dei salumi: i più noti sono il lardo di Colonnata, la cima senese, la coppa piacentina e il guanciale di Langhirano. Ampia anche la scelta sul fronte dei formaggi: tra i tanti si trovano il parmigiano reggiano, il provolone Auricchio, l’Asiago stravecchio d’allevo e il bagoss di Bagolino. Non manca, inoltre, la vendita di dolci, in particolare di cioccolato Amedei e uova pasquali Venchi. L’offerta dei fratelli Volpetti è diversificata: oltre alla vendita classica, da alcuni anni è presente anche Volpetti plus. Si tratta di una pizzeria-tavola calda, dove gustare piatti gastronomici, torte e budini di produzione artigianale. La scheda Anno di nascita: 1973 Superficie di vendita: 80-100 mq, circa Numero di vetrine: cinque Salumi proposti: lardo di Colonnata, coppa piacentina, langhirano, cima senese Formaggi proposti: parmigiano reggiano, bagoss di Bagolino, provolone Auricchio, Asiago stravecchio d’allevo. Sito web: www.volpetti.com E-mail: [email protected] Antica salumeria Mazzilli – Giovinazzo (Ba) Prodotti tipici da tre generazioni 22 L’offerta dell’antica salumeria Mazzilli comprende un’ampia gamma di prodotti tipici. Il negozio di Giovinazzo, in provincia di Bari, è nato nel 1920 come latteria e si è progressivamente specializzato nella selezione di specialità alimentari. La salumeria è di proprietà della famiglia Mazzilli da tre generazioni ed è ora gestita da Fabrizio Mazzilli, con il padre Giuseppe. Prosciutto crudo di Sant’Ilario, salsicce di Faeto e capocollo di Martina Franca sono solo alcuni salumi presenti nell’offerta, che comprende anche mortadella a marchio MecPalmieri, bresaola Igp e salumi di Norcia. Per quanto riguarda i formaggi, oltre ad un’ampia gamma di latticini locali, realizzati dal caseificio Sciscio di San Michele di Bari, la salumeria Mazzilli propone anche pecorini sardi, parmigiano reggiano, caciocavallo di Gravina e provolone stravecchio. Il punto vendita di circa 70 metri quadri, vanta anche una piccola cantina. La scheda Anno di nascita: 1920 Superficie di vendita: 70 mq Numero di vetrine: due Salumi proposti: Prosciutto crudo di Sant’Ilario, salsicce di Faeto, capocollo di Martina Franca, mortadella MecPalmieri, bresaola Igp e salumi di Norcia Formaggi proposti: latticini locali del caseificio Sciscio, pecorini sardi, parmigiano reggiano, caciocavallo di Gravina, provolone stravecchio E-mail: [email protected] Aprile 2012 SPECIALE STRACCHINO E CRESCENZA FOCUS SU AZIENDE, PRODOTTI E DISTRIBUZIONE. A CURA DI ALICE REALINI continua da pagina 24 a pagina 27 23 SPECIALE STRACCHINO E CRESCENZA Aprile 2012 Freschi per eccellenza C’era una volta la Certosa Galbani. verso il libero servizio. A partire dalle referenze più storiche. Il mercato di stracchini e crescenze a peso fisso, nel suo complesso, sfiora i 228 milioni di euro (anno terminante febbraio 2012 – fonte SymphonyIri Group), con una crescita del 3,7%. A volume, invece, sempre nello stesso periodo, il dato presenta un lieve calo, pari allo 0,9%. Ben il 67,3% dell’intero mercato è coperto dai primi tre player: Gruppo Lactalis Italia, Latteria Montello e Gruppo Granarolo. La private label, invece, rappresenta una quota del 17,2%. In testa alle vendite la crescenza classica, che supera i 14 milioni di euro, con un calo a volume del 2,7% e un dato in crescita (1,5%), a valore. Segue lo stracchino, che si attesta sui 9 milioni di euro di fatturato al consumo, sempre nello stesso periodo, registrando una crescita sia a volume (2,7%) che a valore (7,5%). Calo deciso, invece, per lo squaquerone, che lascia l’8% a volume e il 3,1% a valore rispetto all’anno precedente. Dal punto di vista della distribuzione territoriale, è il Nord Ovest a concentrare i maggiori consumi di questa tipologia di prodotto (Iper+Super+Lsp – fonte SimphonyIri Group, anno terminante febbraio 2012), con una quota del 37,1% a volume e del 36,1% a valore. Segue il Nord Est (29,6% a volume e 30,7% a valore) e il Centro, che vale il 25,7% a volume e il 25% a valore. Fanalino di coda le regioni del Sud, con una quota del 7,7% a volume e dell’8,2% a valore. Infine i canali. Ruolo di primo piano spetta ai supermercati, che assorbono il 65,9% a volume del venduto, mentre ipermercati (16,6%) e Libero servizio piccolo (17,5%) appaiono sostanzialmente allineati. Ma si evidenzia, nel canale Lsp, un leggero scostamento del dato a valore, che raggiunge il 19,3%, mentre gli ipermercati si attestano al 15,5%. Erano gli anni venti. Il libero servizio era ancora di là da venire.Walt Disney proiettava il primo cortometraggio di Topolino e, in Italia, cominciavano ad andare in onda le trasmissioni radiofoniche regolari. Nel decennio successivo, grazie al successo del prodotto, Galbani produce anche un formato piccolo, ovvero quello che diventerà il famoso Certosino. Si arriva, così, al Dopoguerra, quando il Certosino assurge agli onori della nascente televisione grazie a Carosello e a personaggi del calibro di Paolo Panelli, Ugo Tognazzi e Jonny Dorelli. Ma crescenza e stracchino, comprese tutte le altre differenti varianti regionali, vantano una storia ben più antica. Si tratta, infatti, di formaggi nati dalla tradizione contadina, come spesso accade ai prodotti tipici del caseario. Lo stracchino, prodotto originario della Pianura padana, veniva realizzato quando le vacche facevano ritorno, in autunno, dalle Alpi. Sembra, infatti, che il latte delle vacche stanche (‘stracche’ in dialetto lombardo, da cui il nome stracchino) fosse particolarmente adatto per la preparazione di questo formaggio. Più incerta l’origine del termine crescenza.Tutte le interpretazioni, però, riconducono al processo del prodotto che, conservato in un luogo caldo, fermenta e si gonfia come il pane. Stesso discorso per altri formaggi simili, come lo squaquerone, specialità della tradizione romagnola, o la prescinsêua, prodotto tipico della provincia di Genova. Fin qui la storia. La cronaca del comparto stracchini e crescenza racconta, oggi, un mondo ben diverso. A partire dalla grande varietà di referenze, formati, varianti e produttori. Inoltre, sul piano dei reparti, il trend costante è lo spostamento di queste referenze, tipicamente legate al banco gastronomia, 25 milioni di pezzi venduti nel 2011. Un fatturato che sfiora i 228 milioni di euro. Tre player rappresentano il 67,3% del mercato. Focus su aziende, prodotti e distribuzione. RANKING DEI PRODOTTI A VALORE Anno terminante febbraio 2012 20% Primi tre produttori (Lactalis Italia, Latteria Montello, Gruppo Granarolo) Private label 17,2% Altri produttori 63,7% VENDITE PER TIPOLOGIA DI PRODOTTO Fonte: SymphonyIri Group Anno terminante febbraio 2012 Vendite a volume (Kg) Crescenza totale 24.245.677 227.814.400 Crescenza classica 14.533.988 126.269.217 638.631 7.406.418 9.073.059 94.138.764 Crescenza squaquerone Crescenza stracchino Fonte: SymphonyIri Group TREND PER TIPOLOGIA DI PRODOTTO 1,5 3,7 Crescenza -0,9 24 -6,0 -4,0 17,5 19,3 16,6 Libero servizio piccolo (100-399 mq) Supermercati -2,0 0,0 2,0 4,0 15,5 Ipermercati Anno terminante febbraio 2012 Vendite a volume (Kg) Vendite a valore (Euro) 24.245.677 227.814.400 Nord-ovest Iper+Super+Lsp (da 100 a 399 mq) 8.984.572 82.213.679 Nord-est Iper+Super+Lsp (da 100 a 399 mq) 7.170.446 69.844.710 Centro + Sardegna Iper+Super+Lsp (da 100 a 399 mq) 6.235.184 57.033.423 Sud Iper+Super+Lsp (da 100 a 399 mq) 1.855.476 18.722.590 Totale Italia Iper+Super+Libero servizio piccolo (Lsp da 100 a 399 mq) -2,7 -8,0 VALORE VOLUME 7,5 2,7 Crescenza classica -10,0 65,1 VENDITE PER CANALE DI VENDITA E AREA DI MERCATO -3,1 Crescenza squaquerone -8,0 Fonte: SymphonyIri Group 65,9 Var. % vendite in volume su anno precedente Crescenza stracchino continua 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Fonte: SymphonyIri Group Anno terminante febbraio 2012 Var. % vendite in valore su anno precedente QUOTA PER CANALE DI VENDITA E AREA DI MERCATO Vendite a valore (Euro) 6,0 8,0 -10,0 Fonte: SymphonyIri Group SPECIALE STRACCHINO E CRESCENZA IN PRINCIPIO FU IL NONNO (NANNI) Aprile 2012 Latteria Montello - Silvia Lazzarin, responsabile marketing e comunicazione “La produzione di stracchini, per la nostra azienda, inizia oltre 60 anni fa, quando Giovanni Lazzarin, mio nonno, conosciuto da sempre con il diminutivo di “Nanni”, iniziò l’attività di famiglia nel piccolo laboratorio caseario dotato solo di caldaie a legna. Poi Latteria Montello è cresciuta, diventando oggi leader nel segmento premium del mercato stracchini in Italia e allargando la sua gamma di formaggi freschi, che oltre agli stracchini, comprende anche le robiole e i primo sale”, racconta così Silvia Lazzarin, responsabile marketing e comunicazione di Latteria Montello, gli inizi di questa storica produzione. “Ancora oggi lo Stracchino Nonno Nanni classico, nel formato 250 grammi, risulta la pezzatura più performante. E l’intera produzione di stracchini vale oltre la metà del nostro fatturato, con trend di crescita costanti”. Quali sono i plus che caratterizzano lo stracchino Nonno Nanni? Viene prodotto seguendo i principi di qualità di una volta e rispettando i tempi naturali di lavorazione. Il latte è attentamente selezionato sin dalla produzione in stalla, prima di giungere in azienda, dove viene analizzato e valutato per poi procedere alla trasformazione in formaggio. Completamente naturale e senza conservanti, è un formaggio dal gusto unico ed inconfondibile, frutto di un sapiente dosaggio fra il latte appena munto ed i fermenti lattici vivi, presenti in concentrazioni di oltre 2 miliardi per grammo. E’ un formaggio vivo perché matura e aumenta la sua morbidezza e varia la sua consistenza nel corso della sua vita, ma mantiene sempre la sua freschezza e il suo gusto. E’ anche per questo che proprio quest’anno lo Stracchino Nonno Nanni, insieme alla Favola di latte, lo Squaquerello e la Robiola è stato decretato dai consumatori Sapore dell’Anno 2012. In quali formati e varianti è oggi disponibile? Accanto allo stracchino classico Nonno Nanni, disponibile da 125, 200 e 250 grammi, la gamma comprende quello allo yogurt (125 e 250 grammi), la variante con fermento probiotico, negli stessi formati, la Favola di latte da 150 grammi e lo Squaquerello, da 250 grammi, tutti a marchio Nonno Nanni. A quali canali sono destinate le singole referenze? Tutte le pezzature di Stracchino Nonno Nanni, anche nella versione allo yogurt, sono disponibili sia per il banco gastronomia che per il libero servizio. Lo Stracchino con fermento probiotico Nonno Nanni da 250 grammi è destinato al banco gastronomia, mentre quello da 125 grammi al libero servizio. Squaquerello Nonno Nanni da 250 grammi è destinato sia al banco gastronomia che al libero servizio. Favola di latte Nonno Nanni da 150 grammi, infine, viene veicolato al libero servizio. A quanto ammonta la produzione annua, in tutte le sue varianti? Supera i 27 milioni di pezzi di stracchino. Qual è il canale più performante? Siamo primi assoluti nel banco gastronomia, pur essendo in co- stante crescita anche nel libero servizio. E dato il trend costante della Gdo di spostare sempre più prodotto dal banco gastronomia al libero servizio, intendiamo cavalcare questa tendenza, pur senza rinunciare alle caratteristiche di artigianalità del prodotto e della sua confezione. Parliamo di fermenti. Come vengono selezionati? Il latte utilizzato per la preparazione del fermento proviene esclusivamente da una zona definita e limitata, ovvero quella della collina del Montello e della pianura trevigiana, proprio perché negli anni siamo riusciti a selezionare un latte esclusivo sul quale il fermento sviluppa in modo particolare. Inoltre, questo latte possiede tutti requisiti igienico sanitari di quello Alta qualità. E’ per questo che il nostro è un fermento Alta qualità. Inoltre, sviluppandosi in condizioni specifiche e controllate, la popolazione lattica arriva a numeri elevatissimi, pari a oltre 2 miliardi per grammo di formaggio. La quantità di questi fermenti utilizzata, il rispetto della tradizione, e la tecnica produttiva che si avvale di moderni impianti, conferiscono allo stracchino Nonno Nanni la bontà riconosciuta da tutti. E quelli probiotici? Il fermento probiotico viene fornito da produttori specializzati, poiché si tratta di un fermento lattico con caratteristiche particolari ed esclusive. Anche in questo caso, comunque, la sinergia di sviluppo con il fermento “starter” di nostra produzione, conferisce particolare dolcezza al prodotto finito. Avete previsto campagne di comunicazione stampa o tv per questi prodotti, nel 2012? Si. In primavera replicheremo lo spot Tv di Stracchino, Favola di Latte e Robiola, quest’anno affiancando anche uno spot dedicato allo Squaquerello. Sempre proseguendo sul filone del concetto creativo del volo, che ormai ci contraddistingue. L’obiettivo è quello di sostenere il brand, puntando sulle caratteristiche di naturalità e genuinità e sulla certificazione Sapore dell’Anno 2012. Oltre alla campagna Tv, affiancheremo anche campagne di comunicazione stampa rivolta al trade e al consumatore, così come eventi e attività sul punto vendita. Contate di lanciare altri prodotti della gamma Nonno Nanni? Sì, stiamo attualmente studiando nuove referenze dedicate al libero servizio per offrire differenti possibilità di acquisto ai consumatori. E invece la linea Ca’ Serena? Comprende formaggi freschi, tra cui la crescenza, prodotti con la stessa cura e attenzione delle referenze Nonno Nanni, ma serviti esclusivamente in confezioni da taglio da 350, 500 e 1000 grammi per il banco gastronomia. Infine l’export. Esportate queste referenze? Sì, soprattutto nei paesi di lingua tedesca. Attualmente, siamo presenti in particolare in Germania, Austria, Svizzera, Inghilterra, Belgio, Grecia, Repubblica Ceca. LA GAMMA NONNO NANNI Stracchino Nonno Nanni 250/200/125 grammi Stracchino allo yogurt Nonno Nanni 250/125 grammi Stracchino con fermento probiotico Nonno Nanni 250/125 grammi Favola di latte Nonno Nanni 150 grammi Squaquerello Nonno Nanni 250 grammi I canali di destinazione Stracchino Nonno Nanni 250/200/125 grammi: banco gastronomia e libero servizio Stracchino allo yogurt Nonno Nanni 250/125 grammi: banco gastronomia e libero servizio Stracchino con fermento probiotico Nonno Nanni 250 grammi: banco gastronomia Stracchino con fermento probiotico Nonno Nanni 125 grammi: libero servizio Favola di latte Nonno Nanni 150 grammi: libero servizio Squaquerello Nonno Nanni 250 grammi: banco gastronomia e libero servizio La linea Ca’ Serena Crescenza per banco gastronomia nei formati 350, 500 e 1000 grammi SPECIALITÀ VENETE DA SPALMARE Toniolo Casearia - Mauro Toniolo, presidente L’azienda trevigiana Toniolo Casearia, che ha nella produzione delle Dop venete il proprio core business, è presente anche nel mercato di stracchini e crescenze. In particolare con due referenze. “Produciamo da sempre due eccellenze: lo stracchino Fior di Selva e la casatella trevigiana, oggi divenuta Dop”, precisa Mauro Toniolo, presidente dell’azienda. 26 Quali sono le caratteristiche di queste produzioni? Il Fior di Selva è un prodotto storico per il nostro territorio: si tratta, infatti, di una produzione tipica di Selva del Montello, località dove si trova il nostro caseificio. Lo consideriamo un prodotto di grande qualità, con produzione limitata al territorio. Vanta un sapore dolce, consistenza vellutata e pasta comunque compatta. I profumi sono quelli del latte e della panna fresca. E la casatella? La casatella trevigiana Dop, invece, prende il nome da “casada”, in riferimento alla sua origine domestica. Un tempo, infatti, questo formaggio veniva prodotto in tutte le case dei contadini. Realizzata solo con latte della provincia di Treviso, la casatella matura in cinque giorni, profuma di latte, al pala- to è cremosa, ma mantiene una giusta consistenza, lasciando la bocca pulita e gradevolmente profumata. La casatella Toniolo, inoltre, si è aggiudicata numerosi premi, tra cui la medaglia d’oro all’edizione 2009 del Caseus Veneti. In quali formati sono disponibili questi prodotti? La casatella trevigiana Dop, come da Disciplinare di produzione, è disponibile nel formato da 350 grammi e da 2 chili. Anche il Fior di Selva viene prodotto in due formati: 250 grammi e 1 chilo. Queste referenze vantano una distribuzione territoriale omogenea? Si, la distribuzione avviene su tutto il territorio nazionale, con una netta concentrazione però nel Veneto. Dove sia il Fior di Selva che la casatella trevigiana Dop risultano più conosciute e, quindi, richieste. Ma la soddisfazione è grande quando clienti fedeli da tutta Italia ci richiedono esplicitamente queste specialità tipiche del nostro territorio. C’è una stagionalità nei consumi? No, questi prodotti freschi incontrano sempre più il gusto quotidiano dei consumatori, in virtù della loro versatilità e facilità di utilizzo. Piacciono molto anche ai bambini, poiché sono ottimi spalmati sul pane a merenda. L’OFFERTA DELL’AZIENDA Fior di Selva Caratteristiche: Produzione limitata al territorio. Vanta un sapore dolce, consistenza vellutata e pasta comunque compatta. I profumi sono quelli del latte e della panna fresca Pezzature: 250 grammi, 1 chilo Casatella trevigiana Dop Caratteristiche: Realizzata solo con latte della provincia di Treviso, la casatella matura in cinque giorni, profuma di latte, al palato è cremosa, ma mantiene una giusta consistenza, lasciando la bocca pulita e gradevolmente profumata Pezzature: 350 grammi, 2 chili Aprile 2012 LA PAROLA ALLA DISTRIBUZIONE Federico Zunino, responsabile commerciale grocery Simply “Quello di stracchini e crescenze è un mercato piuttosto stabile, rispetto alle abitudini dei consumatori. E questo nonostante l’ingresso di nuove referenze che hanno arricchito la gamma presente nei punti di vendita”, racconta Federico Zunino, responsabile commerciale grocery Simply. E proprio riguardo alle nuove tipologie di referenze, come quelle light, con fermenti o di capra, aggiunge: “Si tratta ancora di nicche di mercato. Basti pensare che la best seller rappresenta il 7% circa del fatturato complessivo del comparto stracchini e crescenze”. Queste referenze, più performanti a libero servizio, sviluppano un fatturato importante nel segmento dei formaggi freschi. “Oggi, stracchini e crescenze valgono circa il 13% del fatturato dei formaggi freschi a libero servizio e il 9% di quelli al banco taglio”. Quanto al target dei consumatori, il panorama è diversificato per le diverse tipologie di referenze. “Stracchini e crescenze classici sono prodotti trasversali, apprezzati da tutti i nostri clienti. Mentre le nuove tipologie, come quelle light o arricchite di fermenti, incontrano l’apprezzamento, in particolare, del target femminile e di quello degli sportivi”. Nel caso delle pezzature, invece, le performance sono legate al reparto di vendita. “Al libero servizio, la pezzatura più venduta è il 165 grammi. Al contrario, nel banco taglio, è il 250 grammi il formato che registra i risultati migliori”. Infine le vendite. Stracchini e crescenze sono prodotti ormai destagionalizzati, “Anche se il picco dei consumi si registra nei mesi invernali. Ma mentre per i prodotti a libero servizio si assiste ad una incidenza importante delle attività promozionali, nel caso del banco taglio non si registrano cambiamenti significativi legati a queste attività”, conclude Zunino. VETRINA PRODOTTI Stracchino allo yogurt www.brescialat.it Stracchino cremoso Alta qualità www.granarolo.it Stracchino Conrado alta qualità www.caseificiopugliese.com Tipico formaggio lombardo, fresco da tavola, bianco a crosta edibile, dolce e morbido, traslucido al taglio. È un prodotto dal gusto leggermente acidulo, ideale per un’alimentazione sana ed equilibrata. Confezionato in due pezzi da 90 grammi ciascuno, lo stracchino allo yogurt viene prodotto con latte vaccino fresco, intero, pastorizzato con aggiunta di yogurt (1%), senza conservanti aggiunti. Presenta generalmente una forma quadrata, con peso medio di circa 2 Kg che viene poi tagliato e confezionato. La shelf life è di 20 giorni. Stracchino cremoso realizzato con latte fresco di Alta qualità 100% italiano, è una gustosa bontà di latte da spalmare, nata dall’esperienza Granarolo. Disponibile in una nuova formulazione facile da spalmare, buona da gustare e ricca di fermenti lattici vivi. E’ genuino e nutriente perché ricco di elementi nutritivi come calcio, fosforo e vitamina B12. Realizzato con latte fresco pastorizzato di Alta qualità in conformità al Dm 185/91 (min 95%), panna, fermenti lattici, sale, caglio, è senza conservanti e disponibile in confezione flowpack da 100 grammi, 170 grammi con vaschetta interna, 320 e 1000 grammi. Lo stracchino Conrado Alta qualità è un formaggio fresco a pasta molle da tavola, realizzato con latte vaccino di stalle piemontesi selezionate, fermenti lattici, sale, caglio. Il profumo dello stracchino Conrado Alta qualità è quello di un prodotto tipico realizzato solo con latte, generato da una filiera certificata dal Csqa di Thiene, dove l’alimentazione zootecnica è priva di Ogm. Ha una forma caratteristica di panetto regolare in ogni superficie con aspetto uniforme. Il suo sapore è delicatamente acidulo. La sua pasta si presenta morbida, cremosa, con tessitura omogenea, uniformemente compatta, priva di occhiature marcate. Lo stracchino, presenta anche una facile spalmabilità. Con una shelf life di 17 giorni, è disponibile nel formato da 165 grammi a peso fisso in flow pack, e in quello da 100 grammi, sempre a peso fisso. Inoltre, è presente il formato 250 grammi x 6 destinato al banco taglio, anche nella versione allo yogurt. Certosa Light www.galbani.it Per chi vuole tenersi in forma senza rinunciare al piacere del sapore, Certosa offre anche la variante light, con solo l’11% di grassi. È ideale per una dieta equilibrata, perché fornisce un corretto apporto nutrizionale. Cinque i benefici di Certosa Santa Lucia Light: ridotto contenuto calorico, naturalmente ricca di fosforo, calcio e vitamina B12, alto contenuto di proteine nobili. Realizzato in Italia, è adatto anche ad una alimentazione vegetariana. Prodotto con latte parzialmente scremato, sale e caglio, è presente nel banco frigo con il formato da 200 grammi. Stracchino di Mamma mucca www.caseificiocarioni.com Stracchino di Mamma mucca appartiene alla grande famiglia degli stracchini. Senza conservanti aggiunti, si presenta con crosta assente. La pasta è omogenea, compatta, di colore bianco, butirrosa e fondente in bocca; il sapore è dolce e delicato, l’odore caratteristico di latte. Realizzato con latte intero fresco pastorizzato, sale, caglio e fermenti lattici, è disponibile nelle pezzature da 250 e 500 grammi e un chilo. Crescenza 100% capra www.mauri.it Buffetto di latte 250 gr. www.stellabianca.it La gamma di prodotti Mauri si arricchisce di una nuova referenza: la crescenza 100% capra. Disponibile nei formati 200 grammi a peso fisso e 250 grammi a peso variabile, destinati in particolare alla Gdo, è un prodotto molto delicato senza il forte sentore di capra, in genere considerato un difetto dai consumatori. La digeribilità e la possibilità di utilizzo da parte dei consumatori con intolleranze verso il prodotto a latte vaccino, rappresentano i suoi plus. Formaggio freschissimo e delicato, vanta una shelf life di circa 20 giorni. La selezione di formaggi Stella Bianca propone la massima qualità in una prelibatezza di latte fresco. Per il banco gastronomia presenta Buffetto di latte, 250 grammi circa di cremoso stracchino selezionato. Prodotto con latte pastorizzato, crema di latte, fermenti lattici, sale e caglio, vanta una shelf life di 18 giorni. Stracchino di bufala www.caseificiotomasoni.it Stracchino friulano www.venchiaredo.com Realizzato al100% con latte friulano, garanzia di Alta qualità, è un formaggio dal gusto intenso e delicato, caratterizzato da una consistenza cremosa. La prossimità degli allevamenti allo stabilimento di produzione è certificazione di qualità e sicurezza della materia prima dalla quale ne deriva un prodotto di eccellente genuinità e freschezza. Disponibile nei formati da 100, 200, 350 grammi e 1 Kg, è un formaggio molle da tavola, prodotto con latte vaccino fresco pastorizzato, con una shelf life di 21 giorni. Ottimo da spalmare e da utilizzare come contorno. Stracchino dalla consistenza morbida e cremosa e dal gusto deciso e caratteristico del latte di bufala: ideale per chi cerca sapori corposi e tipici e al tempo stesso un formaggio cremoso al palato. Il latte di bufala con il quale viene prodotto proviene da allevamenti locali. E’ disponibile nel formato da 100 grammi a peso fisso e 200-250 grammi peso fisso e variabile. Confezioni: panetto, panetto confezionato, panetto in vassoietto confezionato. Stracchino di bufala è proposto, oltre che nel tradizionale incarto, anche in versione confezionata con uno speciale vassoio assorbente, in grado di neutralizzare l’umidità del prodotto. Stracchino Trentina www.trentina.it Lo stracchino Trentina è realizzato con il 100% di latte italiano, garanzia di una qualità certificata per un formaggio dal gusto intenso e dalla consistenza cremosa. Prodotto con latte pastorizzato, fermenti lattici, sale e caglio, è disponibile nei formati 100 grammi, 100 grammi x 2 e 200 grammi. Il gusto fresco, dolce ed avvolgente abbinato alla consistenza morbida e cremosa lo rendono un ottimo ingrediente. Vanta una shelf life di 21 giorni dal confezionamento. fine 27 Aprile 2012 Tu vuò fà l’americano Il programma “Striscia la notizia” contro l’italian sounding. Jimmy Ghione, in missione a New York, acquista alcuni prodotti che imitano le specialità del Made in Italy. E li mostra a Rolando Manfredini, responsabile qualità Coldiretti. Che sentenzia: “Tutti tarocchi”. • Jimmy Ghione, a New York, acquista alcuni prodotti con nome italiano, in vendita presso i supermercati della Grande Mela. • L’inviato di Striscia sottopone i diversi prodotti all’analisi di Rolando Manfredini, responsabile qualità Coldiretti. • Il primo prodotto posto sotto esame è un formaggio, denominato mozzarella, che in realtà “non è assolutamente mozzarella e soprattutto non è italiano”, afferma Rolando Manfredini. • Il secondo acquisto è una salsa di pomodoro che riporta il nome San Marzano. Un prodotto che è tutelato a livello europeo, grazie alla denominazione Dop. Quello acquistato da Ghione è, invece, di origine statunitense. • Tocca poi ai salumi: il primo è un salame “toscano”, a marchio Salumeria Olli, realizzato però negli Usa, come si evince dall’etichetta. • Un altro tipico salume italiano, che vanta l’Igp, è la mortadella di Bologna. Quella mostrata dall’inviato di Striscia è tuttavia Made in Usa. • La rassegna delle “bufale” continua con il salame Finoccchiono, a marchio Milano’s suino d’oro, che storpia il nome della specialità toscana, finocchiona. Anche in questo caso il prodotto è realizzato negli States. • Infine il salame Daniele, che sfrutta la popolarità del prosciutto crudo San Daniele, imitandone non solo il nome, ma anche il marchio, che è “quasi identico a quello originale San Daniele”, osserva Manfredini. • Nella lista della spesa di Ghione non mancano i formaggi come il romano cheese, il gorgonzola e il celebre parmesan. Tutti nomi identici o simili agli originali italiani, a marchio BelGioioso e realizzati negli Stati Uniti. 28 • Tra i formaggi acquistati, si trovano addirittura una fontina (prodotto Dop), realizzata in Danimarca e esportata in Usa e un’altra mozzarella (peraltro “smoked”, affumicata), che in comune con la specialità italiana, non ha nulla. Terminata la rassegna dei prodotti “tarocchi”, Manfredini cita alcuni dati relativi alla falsificazione alimentare: “Quattro prodotti su cinque, presenti sul mercato statunitense sono falsi. Stimiamo che il valore del nostro export alimentare negli Usa è di 2,5 miliardi di euro. Se noi andassimo a recuperare il falso, arriveremmo a un valore di 12,5 miliardi di euro. E questo non è il solo problema. Gli Stati Uniti esportano in altri paesi prodotti realizzati negli Usa, ma con il nome di un prodotto o di un territorio della Penisola. In mercati emergenti, come la Cina, vengono vendute più referenze false di quelle originali”. SCHEDE PRODOTTO Aprile 2012 Parmigiano reggiano Parmareggio stagionato 30 mesi 150 gr. www.parmareggio.it Il pepe nero www.caseificiobusti.it Saporfette al grana padano Dop www.campodeifiori.it Breve descrizione prodotto Il nuovo parmigiano reggiano Parmareggio 30 mesi da 150 gr, disponibile dal febbraio scorso, permette di combinare un prodotto di qualità superiore come il parmigiano reggiano Parmareggio 30 mesi, con il contenuto di servizio di un formato di grammatura ridotta, adatto per piccoli nuclei familiari e per chi preferisce le monoporzioni o le piccole pezzature, per evitare sprechi. Il 30 mesi Parmareggio 150 gr. è tra i prodotti coinvolti nella raccolta punti “Regali da intenditori 2012”. Ingredienti Latte, sale e caglio. Il parmigiano reggiano è un formaggio senza conservanti. Peso medio/pezzature Il 150 gr. Parmareggio va ad arricchire ulteriormente la gamma di parmigiano reg- g i a n o Parmareggio stagionato 30 mesi, che già vanta diversi Breve descrizione prodotto Il pepe nero in chicchi mescolato alla pasta bianca e compatta trasmette al formaggio durante la stagionatura tutto il suo aroma. Il gusto è vivace e appetitoso. Ingredienti Latte ovino pastorizzato, pepe nero in chicchi 1%, sale caglio, fermenti lattici. Peso medio/pezzature 1 Kg. Caratteristiche Pasta semi dura. Shelf life 180 giorni. Breve descrizione prodotto Fettine di formaggio fuso al grana padano Dop. Ingredienti Formaggio grana padano Dop (25%), siero di latte concentrato, acqua, burro, proteine del latte, siero di latte in polvere, sale di fusione: citrato di sodio; sale, correttore di acidità: acido citrico. Peso medio/pezzature Peso della singola confezione 200 gr. Caratteristiche Sapore e aroma caratteristici. Shelf life 6 mesi. formati: 250 gr, 500gr, 800gr, 2Kg. E’ confezionato sottovuoto e in seguito avvolto nella caratteristica carta pergamena Parmareggio. Il 150 gr. Parmareggio è dotato di un cartone espositore personalizzato da 14 pezzi, particolarmente adatto per le piccole superfici, che aumenta la visibilità a scaffale. Caratteristiche Il parmigiano reggiano Parmareggio stagionato 30 mesi è un formaggio straordinario dal sapore deciso ma equilibrato, con un aroma intenso e persistente ed una struttura friabile per la delizia dei palati più esigenti. Per apprezzarlo pienamente gustalo a scaglie e sentirai i profumi delle erbe e dei fiori tipici della zona di produzione. Oppure grattugialo, ed esalterai i sapori dei tuoi piatti più ricercati e tradizionali. Shelf life 180 giorni. Gorgonzola dolce Dop “Dolcificato Costa Gran riserva” www.mariocosta.it Primula verde www.eredibaruffaldi.com Breve descrizione prodotto Gorgonzola Dop piccante. Ingredienti Latte vaccino pastorizzato, sale, caglio di vitello, penicillium. Peso medio/pezzature Vaschette termosaldate da 150 e 170 grammi a peso fisso. Ottavo, quarto, mezza forma e forma intera. Caratteristiche Formaggio sostenuto e grasso a pasta cruda di forma cilindrica con scalzo diritto e alto, recante impresso sulle facce piane il marchio di origine ed il numero identificativo del nostro caseificio. La lavorazione è completamente artigianale. La crosta è ruvida di colore grigio/rossiccio; la pasta è compatta e uniforme, di colore bianco o Toma al peperoncino www.botallaformaggi.com Breve descrizione prodotto La classica toma impreziosita dagli aromi del peperoncino. Ingredienti Latte vaccino, sale, caglio, peperoncino 0,5%. Peso medio/pezzature Kg. 6 circa. Caratteristiche Formaggio dall’aroma fragrante e dal sapore intenso e aromatico. Shelf life 80 gg. paglierino con screziature verdi/blu dovute allo sviluppo delle muffe (erborinatura). Il sapore è caratteristico, intenso, lievemente piccante. Shelf life 60 giorni. Stanga www.cissva.it Breve descrizione prodotto Formaggella a pasta semicotta prodotta con latte pastorizzato. Ingredienti Latte vaccino, caglio, sale e fermenti lattici. Peso medio/pezzature Altezza 12 cm, profondità 15 cm, larghezza 35 cm. Peso medio 5 Kg. Caratteristiche Colore giallo paglierino, odore gradevole, caratteristico, sapore deciso, consistenza semimorbida, pasta leggermente occhiata e crosta non edibile. Shelf life 90 giorni. Gildo’C taleggio Dop a latte crudo www.gildociresa.net 30 Breve descrizione prodotto Gildo’C è il taleggio a latte crudo e pasta cruda che interpreta l’antica tradizione della Valsassina. Produzione nostrana limitata, è taleggio a lavorazione estremamente tradizionale, sottoposto ad una lunga e accurata stagionatura, nelle nostre grotte naturali, percorse da soffioni freschi con microclima molto favorevole. A maturazione completa, che avviene dopo 60 giorni, si presenta con la crosta rosata e microflora in superficie. Per assaporarlo con tutti i suoi aromi, basta raschiarlo leggermente in crosta. Ingredienti Latte vaccino intero non pastorizzato, sale, caglio. Peso medio/pezzature Forme da 2 Kg circa. Caratteristiche Si presenta di forma quadrangolare, con lati di cm 20 ca e scalzo dritto di cm 5 ca. La crosta è sottile, rugosa di color rosato con leggera fioritura di microflora. La pasta è uniforme, compatta, morbida e cremosa nel sottocrosta e più friabile e asciutta al centro; il sapore è intenso e aromatico. Shelf life 35 giorni. Emmental www.entremont.it Breve descrizione prodotto Emmental a stagionatura tradizionale, prodotto nel rispetto del gusto e della qualità. Ingredienti Latte, sale, fermenti lattici, coagulante. Peso medio/pezzature 250/300 gr. Caratteristiche Un formaggio genuino, dall’aroma caratteristico e di consistenza tenera. L’emmental Entremont è il preferito nelle scelte dei consumatori (fonte Nielsen AT 02/02/2012 – porzioni emmental con peso imposto nella distribuzione moderna). E’ stato eletto Sapore dell’Anno 2012. Shelf life 75 giorni. Breve descrizione prodotto Gorgonzola dolce al taglio rigorosamente selezionato. Formaggio Dop prodotto secondo lo standard di produzione di cui al D.P.R. N° 1269 del 30.10.1955. Riconoscimento D.O.P. 12.06.1996 (Reg. CEE N° 1107/96). Ingredienti Latte, caglio, sale. Peso medio/pezzature Forme da Kg12 ca. Caratteristiche Formaggio molle, grasso, a pasta cruda, prodotto esclusivamente con latte di vacca intero pastorizzato. Confezionamento Forme intere, mezze forme, quarti e ottavi. Tempi di scadenza 30gg. dalla data di confezionamento. Formagella Val Cavallina www.caseificiopaleni.com Nostrano del mottarone www.guffantiformaggi.com Breve descrizione prodotto Formaggio piemontese proveniente dalla zona montana del Mottarone, in provincia di Novara. Un tempo, quando la miseria era diffusa, il formaggio (prodotto “in casa”) rappresentava la base alimentare indispensabile di proteine nobili. Ingredienti Latte, caglio, sale. Peso medio/pezzature 4/5 Kg. Caratteristiche Sapore dolce, aromatico, più deciso con il prolungarsi della maturazione. Pasta morbida, salatura a secco. Stagionatura minima 60 giorni. Shelf life Oltre 90 giorni. Breve descrizione prodotto Formaggio prodotto con il latte montano della Valle Cavallina, appartiene alla categoria dei formaggi a pasta semicotta. Di forma cilindrica con diametro di 20 cm, altezza scalzo di 4/6 cm e peso di circa 1,8/2 Kg. La pasta, dolce e aromatica, si presenta chiara e con una leggera occhiatura. La stagionatura, particolarmente accurata, avviene in magazzini interrati con umidità controllata. Le forme vengono vendute dopo un’accurata marchiatura a fuoco che ne esalta la sua tipicità. Ingredienti Latte, sale, caglio. Peso medio/pezzature Circa 2 Kg. Caratteristiche Formaggio a pasta semicotta, colore giallo chiaro con leggera occhiatura, gusto aromatico. Shelf life media 45 giorni. Parmigiano reggiano Dop www.boniformaggi.it Breve descrizione prodotto Prodotto nelle montagne della provincia di Parma ed affinato fino a 48 mesi. Ingredienti Latte , sale, caglio. Peso medio/pezzature Intero 36 Kg o sottovuoto da Kg 18 a Kg 0,300. Caratteristiche Fragrante e leggermente saporito. Shelf life 6 mesi. SCHEDE PRODOTTO Aprile 2012 Grana padano Dop grattugiato www.tanelli.it Fette di Asiago www.latterievicentine.it Fior di gorgonzola Santi www.santiquattrorose.com Ubriaco® di Raboso www.lacasearia.com Breve descrizione prodotto Monodose da cinque grammi di formaggio grana padano Dop grattugiato fresco solo da forme intere. Ingredienti Latte, sale, caglio, conservante lisozima (proteina naturale dell’uovo). Peso medio/pezzature Cinque grammi con espositore da 100 buste. Caratteristiche Bianco paglierino chiaro, uniforme. Fragrante, delicato, assenza di note anormali ed estranee, quali rancido, muffa o cotto. Gradevole, ricco intenso, assenza di note estranee indicanti un processo di alterazione in atto. Non polverulento, omogeneo, assenza di particelle estranee. Shelf life 90/120 gg. Breve descrizione prodotto Latterie Vicentine propone il tradizionale Asiago fresco Dop in un formato innovativo, costituito da una vaschetta in politene, contenente sette fettine di Asiago. Il prodotto confezionato e pronto all’uso, mantiene inalterato il gusto ed il sapore tipico dell’Asiago Dop e costituisce un pasto veloce facile da utilizzare in casa e da consumare fuori. Ingredienti Latte, sale, fermenti lattici selezionati, caglio. Peso medio/pezzature 180 gr. Caratteristiche Sette fettine di Asiago fresco Dop 20 giorni dal gusto dolce e delicato. Shelf life 60 giorni. Breve descrizione prodotto Fior di gorgonzola Santi, dolce e cremoso dal sapore inconfondibile e unico. Ingredienti Sale, latte, caglio. Peso medio/pezzature 1,5, 3, 6, 12 Kg e 200 grammi Caratteristiche La lavorazione manuale, i fermenti prodotti all’interno dell’azienda, uniti alla particolare stagionatura (minimo 75 gg) regalano un prodotto altamente digeribile e con basso contenuto di colesterolo. I consumatori con intolleranze alimentari al lattosio possono tranquillamente acquistare il gorgonzola Santi, che ne è totalmente privo. Shelf life 45 gg. Breve descrizione prodotto Ubriaco® di Raboso è un formaggio a pasta semi-dura di media stagionatura che viene prodotto con latte vaccino proveniente esclusivamente dalla provincia di Treviso. Dopo alcuni mesi di stagionatura tradizionale in nostri locali sotterranei, le forme di formaggio vengono immerse nelle vinacce di Raboso dove vi restano in affinamento per alcune settimane. In questa fase di maturazione il formaggio s’inebria di profumi e sentori particolari, acquisendo in crosta il caratteristico colore rosso rubino. Ingredienti Latte, caglio, sale, affinato in vinacce di Raboso. Peso medio/pezzature 6 Kg . Caratteristiche Ubriaco® di Raboso viene affinato con uno dei vitigni più tipici della zona del Piave, il Raboso. Nonostante venga utilizzata una vinaccia dalle caratteristiche importanti, l’affinamento non stravolge le caratteristiche del prodotto, ma le arricchisce di profumi che in questo caso si esprimono con sensazioni fruttate, che ricordano la mora selvatica e la marasca. Il gusto è pieno e leggermente piccante, il retrogusto persistente. Shelf life 150 gg dal confezionamento sottovuoto. Originale Dobbiaco www.3cime.it Raschera d’alpeggio www.cisalpinoformaggi.it Breve descrizione prodotto Il raschera d’alpeggio è un formaggio Dop della provincia di Cuneo. La sua produzione è limitata ai soli nove comuni montani del monregalese della provincia di Cuneo. Il latte utilizzato deve provenire da pascoli situati ad una altezza superiore a 900 mt sul livello del mare. A differenza della raschera di pianura, che ha una stagionatura di 30 giorni, questo prodotto vanta una stagionatura minima di 60 gg. Il formaggio raggiunge il miglior sapore nel periodo tra i 90 ed i 120 giorni. Ingredienti Latte d’alpeggio, sale, caglio. Peso medio/pezzature Circa 8 Kg la forma. Caratteristiche Il raschera d’alpeggio è un formaggio a pasta bianca avorio con piccole occhiature irregolari; presenta una crosta grigio – rossastro ed un sapore fine e delicato; risulta tipicamente profumato e moderatamente piccante. Shelf life 90 giorni. Breve descrizione prodotto L’Originale Dobbiaco è il prodotto più tradizionale e noto della Latteria Tre Cime. Questo formaggio da taglio acido – delicato ha un sapore proprio tipico e presenta forellini piccoli rotondi. La pasta è delicata, leggermente fondente, ma compatta al taglio. Grazie alla sua unicità questo formaggio risulta molto apprezzato. Ingredienti Latte pastorizzato, fermenti, sale, caglio, lisozima. Peso medio/pezzature Forma: Stangha (forma mattone /retangolare). Lunghezza 35 cm, altezza 13cm, larghezza 13cm ca. 5,5 Kg. Caratteristiche Formaggio da taglio delicato e leggermente acido con gusto unico; occhiatura a forma di lente, crosta naturale, colore giallo chiaro – oro. Shelf life Quattro settimane circa. Blu di bufala www.quattroportoni.it Breve descrizione prodotto Formaggio erborinato prodotto al 100% con latte di bufala. Ingredienti Latte di bufala intero pastorizzato, sale, caglio. Peso medio/pezzature Forma da 3,80 Kg circa. Caratteristiche Di forma quadrata, con il lato di 20 cm e alta 13 cm, presenta una crosta asciutta e rugosa, di colore grigio ambrato. La pasta è cremosa, di colore panna chiaro, percorsa da caratteristiche venature blu. Il profumo è gradevolmente intenso. il sapore è unico e persistente. Si percepisce la dolcezza del latte di bufala, che attenua le note piccanti dell’erborinatura. E’ prodotto con tecniche artigianali direttamente nell’azienda agricola Gritti Bruno e Alfio di Cologno al Serio, nel territorio del Parco Naturale del Serio, dove si coltivano i foraggi e si allevano le bufale che forniscono il latte necessario alla produzione. Shelf life 60 giorni. Antico della grotta Amalasunta www.tusciaformaggi.it Ricotta fresca Giordano 300 gr. www.caseificiogiordano.it Breve descrizione prodotto A completamento della gamma, ora la “classica” ricotta fresca ottenuta da siero dolce di mozzarella viene raccolta in singole fuscelle da 300 grammi. Prodotta giornalmente con l’aggiunta di latte fresco, ha mantenuto nel tempo le caratteristiche della ricotta di un tempo. Ingredienti Siero, latte pastorizzato, sale. Peso medio/pezzature 300 gr. circa. Caratteristiche Morbida e vellutata. Shelf life 15 gg. Breve descrizione prodotto Pecorino stagionato nelle nostre grotte del lago di Bolsena, adagiato in un letto di soffice paglia ed essenze foraggere, dalla quale ne esce arricchito dal gradevole gusto intenso e delicato allo stesso tempo. Ingredienti Latte di pecora pastorizzato, fermenti, caglio, sale. Peso medio/pezzature 1,9-2,2 Kg. Caratteristiche Crosta di colore marrone scuro con risvolti rossicci. Pasta semidura, leggermente occhiata, dal color avorio intenso. Il profumo è quello della grotta, di funghi e del latte ovino. Il gusto, leggermente piccante, assume caratteristici sentori erbacei di fieno e vegetali maturi. Shelf life Sei mesi dalla data di confezionamento, conservare in frigo +4/6° C. Toma del Monte Regale® www.occelli.it Breve descrizione prodotto Formaggio amabile, dolce, piacevole nella sua semplicità e dal gradevole sapore di latte appena munto. La pasta, di colore bianco tendente al giallo paglierino, si presenta morbida con piccole occhiature che testimoniano la lavorazione a crudo del latte intero di vacca. Dopo una stagionatura di almeno un mese nelle cantine naturali di Valcasotto, a 1000 metri s.l.m, è pronto per il consumo. Ingredienti Latte di vacca crudo, sale e caglio. Peso medio/pezzature 7 Kg (forma intera) 3,5 Kg (mezza forma), 1,75 Kg (quarto di forma). Shelf life 120 giorni. Gorgonzola dolce Palzola www.palzola.it Breve descrizione prodotto E’ un prodotto ottenuto a partire da latte intero vaccino pastorizzato proveniente da allevamenti ubicati all’interno della zona prevista ed individuata dal Disciplinare di produzione della Dop, inseminato con fermenti lattici e con una sospensione di spore di penicillium e lieviti selezionati, addizionato con caglio di vitello ad una temperatura di 28-36°C. La forma ottenuta viene sottoposta a salatura a secco che è continuata per alcuni giorni con temperatura di 18-24°C. Durante la maturazione si sviluppano varietà e ceppi di penicillium caratteristici del gorgonzola che determinano la colorazione blu-verdastra (erborinatura). La durata minima della stagionatura è di cinquanta giorni: operazione che si effettua in ambienti con temperatura di 2-7°C e con umidità relativa di 85-99%. Trasformazione, stagionatura e confezionamento avvengono nello stesso territorio di produzione del latte. Ingredienti Latte, sale, caglio, penicillum. Caratteristiche Pasta bianca o paglierina, screziata uniformemente di colore verde chiaro per moderato sviluppo di muffe (erborinatura). Sapore leggermente piccante tendente al dolce, caratteristico; struttura della pasta unita, morbida, da leggermente cremosa a cremosa. Shelf life 150 gg dal confezionamento sottovuoto. 31