I Cristiani sono i Giudei spirituali? (Argentino Quintavalle) La confusione tra la Chiesa ed Israele deriva dal non voler far assegnamento in maniera rigorosa su un’ermeneutica letterale, e da ciò ne è derivata una confusione dei patti e una negazione dei rapporti futuri di Dio con la nazione d’Israele. Le radici di ciò risalgono all’allegorismo di Origene(“spiritualizzazione” delle Scritture: per esempio la Chiesa è Israele), alla Città di Dio di Agostino (che afferma che il millennio si adempie nell’attuale età della chiesa, e non vede alcun futuro per il popolo Giudaico), e nell’amillenarismo della Chiesa Cattolica Romana. Un'interpretazione letterale delle Scritture, tuttavia, rivela una distinzione chiara tra la Chiesa ed Israele. 1Cor.10:32 è fondamentale per comprendere la distinzione tra Giudei, Gentili e Cristiani: «Non siate d’intoppo né ai GIUDEI, né ai GRECI, né alla CHIESA di Dio». Ci sono tre gruppi chiaramente distinti: (1) i Giudei; (2) i Gentili; e (3) la Chiesa di Dio. Uno studio attento dell'uso della parola «Giudeo» nella Scrittura rivelerà che essa indica originariamente quelli della tribù di Giuda. La parola «Giuda» significa «lode all’Eterno», e sua madre Lea ha voluto esprimere, in tale maniera, la sua gratitudine al Signore per averle dato questo quarto figlio. Ma poi l’uso della parola si è allargato fino ad indicare tutti quelli della stirpe ebraica.Mardocheo, della tribù di Beniamino, era un Giudeo (Est.2:5). Ebrei ed ebree sono chiamati Giudei inGer.34:9. In Esd.4:12, i discendenti delle tribù di Giuda, Beniamino e Levi sono chiamati Giudei. C’è una forte implicazione, comunque, che il termine si allarghi a rappresentare tutte le dodici tribù. «E per la dedicazione di questa casa di Dio offrirono cento giovenchi, duecento montoni, quattrocento agnelli; e come sacrificio per il peccato per TUTTO ISRAELE, dodici capri, SECONDO IL NUMERO DELLE TRIBÙ D’ISRAELE» (Esd.2:70). «Gli esuli, tornati dalla cattività, offersero in olocausti all’Iddio d’Israele dodici giovenchi per TUTTO ISRAELE, novantasei montoni, settantasette agnelli; e, come sacrificio per il peccato, dodici capri; tutto questo, in olocausto all’Eterno» (Esd.8:35). In Esdra e Nehemia gli Israeliti sono chiamati Giudei, e così anche nel libro di Ester. La parola «Giudeo» è venuta così ad essere un sinonimo di «Israelita». Questo è ragionevole in considerazione del fatto che Giuda era la tribù-guida. Era la tribù attraverso cui doveva venire il Messia. Nei Vangeli e negli Atti, tutti coloro che discendono fisicamente da Giacobbe sono chiamati Giudei. «Onde la donna samaritana gli disse: Come mai tu che sei giudeo chiedi da bere a me che sono una donna samaritana? Infatti i Giudei non hanno relazioni con i Samaritani» (Giov.4:9). «E disse loro: Voi sapete come non sia lecito ad un Giudeo di aver relazioni con uno straniero o d’entrare da lui; ma Dio mi ha mostrato che non debbo chiamare alcun uomo immondo o contaminato» (Atti 10:28). «Poi, traversata tutta l’isola fino a Pafo, trovarono un certo mago, un falso profeta giudeo, che aveanome Bar-Gesù» (Atti 13:6). «E trovato un certo Giudeo, per nome Aquila, oriundo del Ponto, venuto di recente dall’Italia insieme con Priscilla sua moglie, perché Claudio aveva comandato che tutti i Giudei se ne andassero da Roma, s’unì a loro» (Atti 18:2). «Or un certo Giudeo, per nome Apollo, oriundo d’Alessandria, uomo eloquente e potente nelle Scritture, arrivò ad Efeso» (Atti 18:24). «E quelli che facevano questo, eran sette figliuoli di un certo Sceva, Giudeo, capo sacerdote» (Atti 19:14). «Ma Paolo disse: Io sono un Giudeo, di Tarso, cittadino di quella non oscura città di Cilicia; e ti prego che tu mi permetta di parlare al popolo» (Atti 21:39). Ma con il rifiuto del Messia da parte della maggioranza della nazione d’Israele, e con la persecuzione dei primi credenti da parte dei capi del popolo, c’è stato un graduale cambiamento nel significato della parola «Giudeo». Infatti, c’è anche un altro significato della parola Giudeo, secondo l’apostolo Paolo: «Poiché Giudeo non è colui che è tale all’esterno; né è circoncisione quella che è esterna, nella carne; ma Giudeo è colui che lo è interiormente; e la circoncisione è quella del cuore, in ispirito, non in lettera; d’un tal Giudeo la lode procede non dagli uomini, ma da Dio» (Rom.2:28,29). Il brano è stato frainteso per significare che i Cristiani sono i “Giudei spirituali”. Questo però non è affatto il punto. I Cristiani Gentili non diventano Giudei o “Israele spirituale”. La conseguenza logica di una simile ed erronea interpretazione è quella di negare alla nazione d’Israele qualsiasi futuro nei piani di Dio e di reinterpretare tutte le profezie del Vecchio Testamento rivolte ad Israele come se fossero per la Chiesa (Israele spirituale). In realtà, Rom.2:28,29 dice che la sola discendenza fisica non è sufficiente per qualificare uno come vero Giudeo (Israelita). La sincerità del cuore deve essere unita alla discendenza fisica. Questo è quello che voleva dire Paolo in Rom.9:6: «Però non è che la parola di Dio sia caduta a terra; perché non tutti i discendenti da Israele sono Israele». In altre parole, non tutti quelli che discendono fisicamente da Israele sono veri Israeliti. I veri Israeliti sono quelli che hanno una discendenza sia fisica che spirituale. Questo chiarisce la dichiarazione di Paolo in Rom.11:26: «E così tutto Israele sarà salvato, secondo che è scritto: Il liberatore verrà da Sion; egli allontanerà da Giacobbe l’empietà». Questa è una profezia ancora da adempiere nei rapporti futuri di Dio con Israele. Non significa certamente che sarà salvato ogni discendente fisico d'Israele di tutti i tempi, ma come dice Gioele 2:32 «e avverrà che chiunque invocherà il nome dell’Eterno sarà salvato; poiché sul monte Sion ed in Gerusalemme vi sarà salvezza, come ha detto l’Eterno, e fra gli scampati che l’Eterno chiamerà». Un giorno il velo sarà rimosso da Israele, ma Dio ha sempre avuto un resto all’interno della nazione.Asaf ha scritto, «Certo, Iddio è buono verso Israele, verso quelli che son puri di cuore» (Sal.73:1). Non tutto l’Israele nazionale potrebbe essere descritto da queste parole. Gli empi del popolo d’Israele sono stati sempre esclusi dalla benedizione che Asaf aveva in vista. Paolo disse, «E su quanti cammineranno secondo questa regola siano pace e misericordia, e così siano sull’Israele di Dio» (Gal.6:16). L’«Israele di Dio» in questo senso neo-testamentario si riferisce ai credenti d’Israele, ai Giudei che hanno abbracciato Gesù come il loro Messia. Ci possono essere ben pochi dubbi che Paolo abbia aggiunto questa benedizione proprio per la natura della Lettera ai Galati. In essa egli si era occupato in maniera decisa di coloro che giudaizzavano, quei Giudei che professavano il Cristianesimo e che pretendevano dai credenti Gentili l’osservanza della Legge di Mosè come condizione di salvezza. Il forte rimprovero di Paolo verso questi erranti Giudei lo deve aver spinto a voler di nuovo rassicurare i sinceri credenti Giudei del suo amore per loro. Nella sua lettera alla chiesa di Smirne, il Signore Gesù ha detto, «Io conosco…le calunnie lanciate da quelli che dicono d’esser Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana» (Apoc.2:9). Questa è una dichiarazione simile a quella fatta da Gesù in Giov.8, dove egli ha dichiarato ai Giudei, secondo il seme di Abrahamo, «Se Dio fosse vostro Padre, amereste me…Voi siete progenie del diavolo, ch’è vostro padre…» (Giov.8:42,44; vedi anche vv.31,33,37-41). Una chiave, dunque, per poter capire le implicazioni della parola «Giudeo» è quella di esaminare attentamente il contesto. La seguente tabella illustrerà proprio questo: Diversi usi della parola «Giudeo» La tribù di Giuda o le due tribù del Regno meridionale 2Re 16:6; 25:25 La tribù di Beniamino Est.2:5 Ebrei ed Ebree Ger.34:9 Gesù, della tribù di Giuda Giov.4:9 Un mago e falso profeta Atti 13:6 Aquila Atti 18:2 Apollo Atti 18:24 Sceva, un capo sacerdote Atti 19:14 Paolo, della tribù di Beniamino Atti 21:39 A distinzione dei Gentili Rom.1:16 Le tribù di Giuda, Beniamino e Levi Esd.4:12 Tutti i convertiti a Cristo prima di Atti 10 erano Giudei, con la possibile eccezione di alcuni proseliti (Atti 2:11; 8:27-39). Tutti loro hanno mantenuto la loro identità Giudaica, così come i primi convertiti Gentili (Atti 10) hanno mantenuto la loro identità Gentile. Paolo ha scritto che in Cristo, non c’è alcuna barriera razziale, sociale o sessuale: «Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; poiché voi tutti siete uno in Cristo Gesù» (Gal.3:28). Il Cristianesimo non cancella ovviamente le distinzioni sessuali: gli uomini sono ancora uomini e le donne rimangono donne. Neanche vengono abolite le distinzioni sociali: quelli che erano schiavi rimanevano schiavi ed i liberi rimanevano liberi anche dopo la conversione (1Tim.6:1,2; 1Cor.7:2024). Ne consegue che la conversione non cancella le distinzioni etniche tra Giudei e Gentili. I Giudei sono ancora fisicamente Giudei, i Gentili sono ancora fisicamente Gentili. Il punto della dichiarazione di Paolo è che «in Cristo Gesù» sono tutti uno. Cioè, il Giudeo non ha alcun vantaggio rispetto al Gentile, l’uomo non ha alcun vantaggio rispetto alla donna; il cittadino libero non ha alcun vantaggio rispetto allo schiavo. Il termine «chiesa di Dio» si riferisce a tutti coloro che per lo Spirito sono stati battezzati nel corpo di Cristo, indipendentemente dalla propria etnia di appartenenza, siano essi Giudei o Gentili (1Cor.12:13). Questo era il mistero discusso da Paolo in Efes.3:2-6. Il mistero era che in Cristo le distinzioni etniche sarebbero state dissolte e sia Giudei che Gentili avrebbero fatto parte di «un unico corpo». Nei rapporti futuri di Dio con la nazione d’Israele, i Gentili verranno al Messia attraverso la nazione redenta (vedi Zac.8:23; Is.61:6,7). Nel regno messianico, sebbene i Gentili avranno l’opportunità di redimersi, la nazione d’Israele conserverà ancora dei privilegi distinti. La barriera tra Giudeo e Gentile non cadrà. Ma questo sarà separato e distinto dalla chiesa, in cui Giudei e Gentili stanno allo stesso livello. Non c’è alcuna spiegazione più chiara dell’unità tra Giudeo e Gentile nella chiesa di quella che si trova in Efes.2:11-19. Notiamo con attenzione ciò che viene detto e ciò che non viene detto in questo passaggio. Cosa non è detto: *Che i Gentili sono «Giudei spirituali». *Che i Gentili fanno ora parte della nazione d’Israele. Cosa viene detto: *Che i Gentili sono «stati avvicinati» dal sangue di Cristo. *Che il «muro di separazione» tra Giudei e Gentili è stato abbattuto (un evidente riferimento al muro che separava il Cortile dei Gentili dall’area del Tempio riservata ai Giudei. Ma l’abbattimento di questo muro non ha trasformato i Gentili in Giudei e meno che mai i Giudei in Gentili). *Che in Cristo il Giudeo e il Gentile formano «un solo uomo nuovo». *Sia il Giudeo che il Gentile sono riconciliati con Dio dalla croce. *Sia il Giudeo che il Gentile hanno accesso al Padre in un medesimo Spirito. *I Gentili non sono più né forestieri né avventizi. *I Gentili sono concittadini dei santi. *I Gentili sono membri della famiglia di Dio. La dichiarazione scritturale più precisa che può essere fatta non è che i credenti Gentili diventano «Giudei spirituali» (un termine che non ricorre nella Scrittura), ma che tutti i credenti, Giudei e Gentili insieme, sono resi «un nuovo uomo», e che spiritualmente questo uomo nuovo non è né Giudeo né Gentile (vedere Gal.3:28). L'uso corretto della verità vista in 1Cor.10:32 determinerà se un qualunque passo scritturale si riferisce ai Giudei come nazione, ai Gentili o alla Chiesa. Se il passaggio riguarda la nazione d'Israele, non deve essere interpretato facendo riferimento alla Chiesa. Se si riferisce alla Chiesa, non deve essere interpretato facendo riferimento ad Israele. Se si riferisce alle nazioni pagane, deve ovviamente essere interpretato in modo che non abbia niente a che fare né con Israele né con la Chiesa. Né le dichiarazioni che fanno riferimento alla chiesa devono essere interpretate facendo riferimento a chi non è rigenerato, sia esso Giudeo o Gentile.