Lessico
 Eutanasia (buona morte o morire bene)
 Sterbehilfe (aiuto a morire Hilfe zum Sterben
o nel morire Hilfe beim Sterben?)
 Decisioni mediche di fine vita (legge
olandese)
 Death with Dignity Act (Oregon) diritto ad
ottenere un farmaco per porre fine
dignitosamente alla propria vita
Eutanasia
 Una facile uscita dal mondo senza
convulsioni o dolori (assistenza nel morire)
Utopia di Thomas More 1516
Bacon 1605 The Advancement of Learning: è
un dovere del medico facilitare e calmare i
dolori e le agonie della morte
 1870 Samuel Williams usa l’espressione nel
senso di causare la morte
Eutanasia - Aspetti
Volontaria
Involontaria
Attiva
Atto con cui si procurala morte mediante
somministrazione di una sostanza tossica
Se avviene su richiesta del paziente
Suicidio assistito
Passiva
Sospendere le terapie essenziali
a) Per porre fine alle sofferenze
b) Se la terapia è inutile o irragionevole (accanimento
terapeutico o clinico – futility)
c) Sedazione terminale (?)
Autonomia - consenso informato
Elementi di accesso
a) Competenza (a capire e decidere)
b) Volontarietà (nel decidere)
Elementi dell’informazione
a) Rivelazione (del materiale informativo)
b) Indicazione ( di un piano di cura)
c) Comprensione (di a e b)
Elementi del consenso
a) Decisione (in favore di un piano di cura)
b) Autorizzazione (del piano di cura scelto)
Sospensione del trattamento






Alimentazione artificiale idratazione artificiale
Ventilazione artificiale
Trattamento antibiotico
Ordinarie
Sedazione terminale
straordinarie
Cure palliative
Somministrazione di sostanze
che determinano la morte
 Assunzione di farmaci salva vita
 Trattamenti salva vita (dialisi – trasfusione di
sangue
Cure palliative
Un approccio alla malattia che migliora la qualità della vita del
paziente e dei suoi familiari attraverso la prevenzione, l’assistenza e
il trattamento della sofferenza e degli altri problemi fisici,
psicosociali e spirituali
Cure palliativeObiettivi
 Attribuiscono conforto nel dolore e in ogni
altra forma di sofferenza
 Affermano il valore della vita e considerano la
morte un normale processo
 Non intendono né affrettare né allontanare la
morte
 Integrano gli aspetti psicologici e spirituali
dell’assistenza medica
Cure palliative
Obiettivi
 Offrono un sistema di sostegno alla vita del
paziente e dei suoi familiari fino alla morte
 Usano un team approach per indirizzare le
esigenze del paziente e dei suoi familiari
 Accrescono la qualità della vitae influenzano
positivamente il decorso della malattia
Cure palliative
Obiettivi
 Devono essere applicate al più presto al
corso della malattia, in connessione con al tre
terapie intese a prolungare la vita. Come la
chemioterapia e la radioterapia, e includono
quelle analisi necessaria a una migliore
conoscenza e gestione delle complicazioni
cliniche dolorose
Dolore
Le cure palliative possono ridurre il dolore con percentuali che vanno
dal 93 % dei casi al 98 % eppure, come denuncia Ronald Dworkin, il
25% dei malati terminali in America muore soffrendo..
Nel 1997 solo 5 delle 126 scuole di medicina contemplavano
l’insegnamento di terapia del dolore.
Fino a qualche anno fa, In Italia 150.000 malati terminali morivano tra
grandi sofferenze, perché le norme legislative creavano una barriera
insormontabile alla somministrazione medica di sostanze
stupefacentì.
Tra i paesi industrializzati, infatti, l'Italia detiene un triste primato
d'inciviltà: è al 26' posto in Europa e al 44 nel mondo nel consumo
della morfina
Ancora, curante l’audizione al CNB, il Prof. Bianco, Presidente della
FNOMCeO ha confermato che siamo tra gli ultimi in Europa: l’uso
della morfina 19 % al sud 34 al nord
Dolore
 Il ruolo anestetico dell’etere era
noto fin dal XVII secolo e quello
dell’ossido d’azoto fin dal 1787
fino alla metà del XIX secolo, fino
al 1846.
 Ugualmente la morfina,
sintetizzata nel 1816, viene
utilizzata in chirurgia per la prima
volta durante la guerra civile
americana nel 1860
Accanimento terapeutico
Codice di deontologia medica 2006
Art. 16
- Accanimento diagnostico-terapeutico –
Il medico, anche tenendo conto delle volontà del paziente
laddove espresse, deve astenersi dall’ostinazione in
trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa
fondatamente attendere un beneficio per la salute del
malato e/o un miglioramento della qualità della vita.
Art. 17
- Eutanasia Il medico, anche su richiesta del malato, non deve
effettuare né favorire trattamenti finalizzati a provocarne la
morte.
Accanimento terapeutico
continua
Art. 35
- Acquisizione del consenso –
Il medico non deve intraprendere attività diagnostica e/o
terapeutica senza l’acquisizione del consenso esplicito e informato
del paziente.
…
In ogni caso, in presenza di documentato rifiuto di persona
capace, il medico deve desistere dai conseguenti atti diagnostici
e/o curativi, non essendo consentito alcun trattamento medico
contro la volontà della persona.
Il medico deve intervenire, in scienza e coscienza, nei confronti del
paziente incapace, nel rispetto della dignità della persona e della
qualità della vita, evitando ogni accanimento terapeutico, tenendo
conto delle precedenti volontà del paziente.
Futility
 Le possibilità di successo sono molto limitate
 Le cure non possono conseguire nessun fine
utile
 La qualità di vita del paziente è inaccettabile
 I possibili benefici non sono proporzionati alle
risorse impegnate
Futility
 L’intervento non ha nessuna razionalità
fisiopatologica
 L’intervento è già fallito nel paziente
 Il trattamento più esteso è difettoso
 L’intervento non raggiunge le finalità della
cura
Prospettive filosofiche
 Il
bene-vita è un
concetto oggettivo che
va perseguito in ogni
caso
 Bene-vita è ciò che io
desidero
 Bene-vita è frutto di una
negoziazione – ha un
valore convenzionale
 Ippocrate- Tommaso –
Paternalismo
 Spinoza- Kant –
Autonomia
 Engelhardt -
Contrattualismo
Legislazione
 Olanda nel 1994 è stato modificato l’art. 10 del regolamento di




polizia mortuaria. Poi modificato ulteriormente con una legge
dell’aprile 2002.
Belgio (2004) permette l’eutanasia “ai malati incurabili”, anche
se non ancora giunti alla fase terminale, “se in presenza di
gravi sofferenze fisiche o psicologiche”.
Svizzera è autorizzato il suicidio assistito
Oregon (Death with Dignity Act 1997)
Francia 13 aprile 2005
Death with Dignity Act
adulto capace, residente nello Stato dell’Oregon,
che sia stato dichiarato, dal medico curante e dal
medico chiamato a consulto, affetto da una malattia
terminale, e che abbia volontariamente espresso il
proprio desiderio di morire, può formulare una
richiesta scritta volta a ottenere un farmaco allo scopo
di por termine alla propria vita in una maniera umana
e dignitosa, ai sensi della presente legge»
 «Un
Legge francese
Art. 1 “le cure non devono proseguire con un’ostinazione
irragionevole. Quando appaiono inutili, sproporzionate o con l’unico
effetto di mantenere artificialmente in vita, possono essere sospese o
non essere iniziate”
Il malato grave ha diritto a rifiutare le cure, compresa
l’alimentazione e la respirazione artificiale. Il medico dovrà
informarlo sulle conseguenze della decisione che andrà riconfermata
dopo un lasso di tempo ragionevole.
Analogo diritto può essere esercitato attraverso un testamento di fine
vita. In sua assenza tale decisione può essere assunta dal medico di
famiglia, dalla famiglia o da una persona di fiducia dell’incapace
Chiave etica di lettura
Dworkin - Harris
 Far morire qualcuno con i mezzi che la società
approva – ma che agli occhi dell’interessato
rappresentano una terrficante negazione della vitaappare una forma di tirannia odiosa e devastante
(Dworkin)
 Se il male insito nell’interrompere la vita finisce per
fare del male alla persona cui la vita appartiene…
allora l’eutanasia volontaria non sarà condannbile da
questo punto di vista (Harris)
Chiave etica di lettura
Evangelium vitae
 Si dà certamente l’obbligo morale di curare e di farsi curare, ma
tale obbligo deve misurarsi con le situazioni concrete; occorre
valutare se i mezzi terapeutici a disposizione siano
oggettivamente proporzionati rispetto alle prospettive di
miglioramento.
 La rinucia a mezzi straordinari o sproporzionati (per il paziente
o per la famiglia) no equivale all’eutanasia o al suicidio;
esprime piuttosto la’ccettazione della condizione umana di
fronte alla morte
Chiave etica di lettura
Evangelium vitae
 Anche se non motivata dal rifiuto etico di
farsi carico dell’esistenza di chi soffre,
l’eutanasia deve dirsi una falsa pietà,
anzi una preoccupante “perversione” di
essa: la vera “compassione”, infatti,
rende solidale con il dolore altrui, non
sopprime colui del quale non si può
sopportare la sofferenza
Kant
 “l’uomo non può privarsi della personalità
finché vi sono doveri per lui, in conseguenza
finché egli vive … e quindi il disporre di se
stessi come di un puro strumento per un fine
arbitrario è un abbassare l’umanità nella
propria persona alla quale invece la
conservazione dell’uomo era affidata”
 Metafisica dei costumi
Indisponibilità fisica durante la malattia e
indisponibilità esistenziale attraverso il suicidio
sono la stessa cosa?
Hans Küng
 La vita umana è dono di  La vita è dono di Dio, ma è
Dio perciò l’uomo non rimessa
alla
nostra
può disporne
decisione re-sponsabile
 L’abbandono
prema-  Quale
fine
è
stata
tura della vita è un “no” stabilita?Decide vera-mente
dell’uomo al “sì” di Dio
Dio la riduzione della vita
umana a vita meramente
biologica?
Consenso informato
Elementi di accesso
a) Competenza (a capire e decidere)
b) Volontarietà (nel decidere)
Elementi dell’informazione
a) Rivelazione (del materiale informativo)
b) Indicazione ( di un piano di cura)
c) Comprensione (di a e b)
Elementi del consenso
a) Decisione (in favore di un piano di cura)
b) Autorizzazione (del piano di cura scelto)
Standard di valutazione della capacità
decisione
 Il paziente fa una scelta e la comunica
 Il paziente comprende:
a) la situazione medica e la prognosi
b) la natura della cura raccomandata
c) i percorsi curativi alternativi
d) i rischi, i benefici, le conseguenze
 La decisione del paziente è stabile nel tempo
 La decisione è coerente con i valori e gli obiettivi del paziente
 La decisione non deriva da stress, illusioni, allucinazioni
Diritto all’integrità del corpo
Diritto a
decidere del
mio destino
Suicidio ass.
aborto
contraccezione
sterilizzazione
Diritto a
rifiutare
le cure
Eutanasia
passiva
Esiste un dovere di curarsi
(Cassazione 21748/2007)
Benché sia stato talora prospettato un obbligo per
l'individuo di attivarsi a vantaggio della propria salute o un
divieto di rifiutare trattamenti o di omettere comportamenti
ritenuti vantaggiosi o addirittura necessari per il
mantenimento o il ristabilimento di essa, il Collegio ritiene
che la salute dell'individuo non possa essere oggetto di
imposizione autoritativo-coattiva.
Il rifiuto delle terapie medico-chirurgiche, anche quando
conduce alla morte, non può essere scambiato per
un'ipotesi di eutanasia, ossia per un comportamento che
intende abbreviare la vita, causando positivamente la
morte, esprimendo piuttosto tale rifiuto un atteggiamento di
scelta, da parte del malato, che la malattia segua il suo
corso naturale
Chiave giuridica condivisa ?
 Non vi è nessun dovere legale di mantenere un
soggetto in vita ad ogni costo. Il mero fatto che
esitano strumenti tecnici per prolungare la vita, non
implica che debbano essere impiegati (morte
cerebrale).
 Non deve essere l’efficienza degli apparati tecnici a
determinare e se e quando prolungare la vita, ma
devono essere la dignità e alla qualità della vita del
paziente a determinare i limiti e gli scopi del
trattamento medico
Postilla Bompiani Documento Rifiuto
cure CNB
 Per queste ragioni il diritto al rifiuto/rinuncia dei trattamenti sanitari non
può essere considerato un diritto generico, ma circoscritto a determinate
condizioni cliniche e fortemente condizionato dallo stato di malattia, e non
è la sola volontà del paziente - per quanto necessaria e ricercata - a
legittimarlo. Ne consegue che, mentre potrebbero non esservi problemi ad
accogliere un rifiuto motivato nei termini di una scelta moralmente
legittima e che tiene conto di tutti i valori in giuoco, ben diverso è il caso di
una scelta che non si condivide e che non sembra dettata da criteri
moralmente vincolanti.
 Nel documento del CNB non viene, inoltre, fatta una adeguata distinzione
tra esercizio dell’autodeterminazione come disposizione “su di sé” o come
disposizione “di sé”. Se, infatti, l’esercizio dell’autodeterminazione come
disposizione “su di sé” sta ad indicare il coinvolgimento del paziente nel
percorso terapeutico e la sua volontà di aderire o meno al consiglio del
medico, l’esercizio dell’autodeterminazione come disposizione “di sé”
porta inevitabilmente anche al riconoscimento del cosiddetto “diritto a
morire”.
Ivi la lettura dell’art. 32 Cost.
L’opzione per il favor vitae e il favor curae dell’art. 32 risulta
dalla lettura del 1° comma [“La Repubblica tutela la salute come
fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e
garantisce cure agli indigenti”], ove si considera fondamentale il
diritto alla salute ritenuta a un tempo un bene dell’individuo e
interesse della collettività. In base a questo principio è logico
dedurre che la cura è un valore che l’individuo deve ricercare e
che - di conseguenza - il rifiuto di qualsiasi trattamento sanitario
non è un bene né per la persona malata né per la società nel
suo complesso. Il corollario è che il paziente, anche se in senso
strettamente giuridico non è obbligato a curarsi, ha però il
dovere morale (o se vogliamo civico) di farlo.
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