LEADERSHIP BASE Concetti base nella gestione di successo delle Risorse Umane Parte 1: Combattere la crisi per la PMI 6 CONSIGLI PER CHI FA IMPRESA 2 1) OCCUPATI DELLE CAUSE INTERNE 3 2) IL LAVORO DURO E’ CAMBIATO 4 COMFORT ZONE 5 6 3) ABBRACCIA IL MARKETING! 7 APRILE 2009: QUALI SONO I FATTORI CHE LA PORTANO A SCEGLIERE UNO STUDIO DENTISTICO PIUTTOSTO CHE UN ALTRO? • 61% VALORI RELAZIONALI E RASSICURAZIONI 8 • a) Impara/ripassa la vendita • b) Spendi sul marketing (rimani visibile) • c) Trattieni i clienti esistenti • d) Dov’è il Jackpot? • e) Delivering excellent customer service 9 4) METTI CONTROLLO SUGLI ASPETTI FINANZIARI 10 5) ADOTTA UNA POLITICA DI GESTIONE RISORSE UMANE 11 DA COSA DIPENDE IL VALORE DI UN’IDEA DI BUSINESS? 12 6) STUDIA (MIGLIORA TE STESSO) 13 L’AZIENDA E’ LO SPECCHIO DELL’IMPRENDITORE • 1) Per crescere come azienda devi avere un programma per migliorare te stesso! 14 • NON E’ QUANTO BRAVO GIA’ SEI A DETERMINARE LE TUE PERFORMANCE… • E’ QUANTO PIU’ BRAVO ASPIRI A DIVENTARE. 15 Parte 2: Sviluppare il Capitale Umano Nozioni fondamentali di gestione e motivazione 16 20/80 “COUNTER-INTUITIVE” • = Contrario al buon senso, contrario al senso comune. • Un principio contro-intuitivo “a naso” o a prima vista non sembra vero. • Molti principi scientifici accettati oggi, a prima vista sembravano sbagliati o sembravano andare contro il senso comune. Controllo • Far andare le cose come uno vorrebbe. • L’abilità di guidare o dirigere i collaboratori che ricadono sotto la nostra responsabilità. • Fattore della reciprocità. 19 Conoscenza • con conoscenza intendiamo informazione, spiegazione, istruzione, abilità pratica su come fare le cose. • Con conoscenza intendiamo dati, fattori e qualsiasi cosa possa essere pensata o percepita. • la conoscenza è più dei dati; è anche l’abilità a trarre conclusioni. Responsabilità • L’ABILITA’ DI CONSIDERARSI LA CAUSA! • DI FRONTE AD UN PROBLEMA, POSSIAMO SCEGLIERE LA NOSTRA RISPOSTA: • CAUSA O EFFETTO? 21 Causa - Effetto • Per risolvere un problema o per controllare una situazione che non va come vorremmo dobbiamo vederci come la causa di tale situazione. • Se non lo facciamo, la situazione controllerà noi. • Se non ci vediamo come la causa delle prestazioni e rendimento dei nostri collaboratori, loro di fatto ci controllano. 22 Scala della Responsabilità • CONTROLLO ESTERNO La persona è principalmente convinta che le sue sfortune o le sue disgrazie siano causate dagli altri o dall’ambiente. • CONTROLLO SULLE PROPRIE AZIONI Si considera “causa” solo per quelle cose che fa lei, ma non si vuole prendere assolutamente responsabilità per ciò che fanno gli altri. • Non riuscirà a materializzare i suoi sogni. • TOTALE CONTROLLO INTERNO Si considera causa di come agisce lui e anche di come agiscono o sono gli altri. 23 Primo dato relativo alla Leadership • La sfera in cui un individuo sviluppa Leadership, è determinata dalla sfera di influenza all’interno della quale lui si considera completamente CAUSA. 24 Pensare da Causa • Quando riceviamo un problema o una difficoltà, possiamo pensare da effetto o pensare da causa. • Un pensiero da effetto ha “gli altri”, “le circostanze” come soggetto dell’azione • Un pensiero causativo mette “ME STESSO” come soggetto dell’azione 25 I SEGUENTI PENSIERI SONO DA CAUSA O DA EFFETTO? • • • • • • • Non applica le mie correzioni. Non si impegna a sufficienza. Non capisce le mie istruzioni. Non ha passione nel lavoro. Non ha voglia di lavorare. Non esegue i miei ordini. Non è motivato. 26 CAUSATIVITA’ GENERA CAUSATIVITA’ • SE IO MI CONSIDERO CAUSA DI UN PROBLEMA CON UNA PERSONA, PRIMA O POI ANCHE LEI SVILUPPERA’ UN ATTEGGIAMENTO CAUSATIVO. • SE IO MI CONSIDERO EFFETTO, ANCHE LEI SI CONSIDERA EFFETTO. 27 Sviluppo della Conoscenza Notiamo qualcosa di nonottimale nell’ambiente. Ci consideriamo la causa di tale situazione. Iniziamo a sviluppare dei sistemi per affrontarla. Se i sistemi adottati non funzionano, continuiamo a considerarci la causa della situazione non ottimale. 28 Operando così svilupperemo reperiremo la conoscenza giusta per risolvere il problema. Prima o poi diventeremo LEADER! Se non ci sentissimo causativi, non andremmo nemmeno a ricercare la conoscenza, perché sentiremmo che sono gli altri che dovrebbero cambiare. Ma in tal modo non diventiamo più abili. 29 Parte 3: Accendere le persone Portare le persone ad operare con positività 30 La Scala Emozionale Scala Emozionale Entusiasmo Allegria/Forte Interesse Logicità Noia Ostilità Collera Risentimento Ansia Afflizione Apatia Logica e Azioni (visibili) Forza emozionale (invisibile) 33 Se vogliamo che le cose cambino Come prima cosa dobbiamo cambiare “NOI” • Risultati • Azioni Una correzione efficace Lavora sulle idee, Non solo sulle azioni! • Idee 35 ALCUNE IDEE CHE DOBBIAMO CAMBIARE • Io sono fatto così, siete voi che vi dovete adeguare. • Le persone non hanno voglia di lavorare. • Le persone lavorano unicamente per i soldi. • Se tratti male le persone ti rispetteranno. • Quando facevo io quel lavoro ero diverso. 36 Parte 4: LA LEADERSHIP DEL SOGNO 37 I DUE UNIVERSI MENTALE MATERIALE 38 METE • TUTTE LE COSE VENGONO CREATE DUE VOLTE. • LA PRIMA VOLTA NELLA NOSTRA TESTA. 39 • L’IMMAGINAZIONE E’ PIU’ IMPORTANTE DEI FATTI PRESENTI. • LA VITA E’ UNA SERIE DI EVENTI CASUALI A MENO CHE TU NON ABBIA UNA META • PECULIARITA’ DI OGNI LEADER E’ L’INSEGUIRE METE DIFFICILI E MOTIVANTI. 40 CHE COS’E’ UN GRUPPO? • Un gruppo non è solo un’insieme di persone, è una serie di persone che hanno in comune: • Uno scopo. • Principi etici. • Motivazioni. 41 FAR SPOSARE LA META AL GRUPPO • Ogni gruppo per crescere ha bisogno di una meta che venga formulata e resa nota. • Affinché questa meta sia accettata e sposata dal gruppo, il leader deve assicurarsi che questa includa tra i suoi punti fondamentali il pieno successo dei collaboratori. • Se vuoi che i tuoi collaboratori sposino le mete dell’azienda, devi renderla un luogo dove le persone possano trionfare. 42 LA PROGRAMMAZIONE • L’ottenimento di una Meta non è qualcosa da lasciare al caso. • Una Meta viene ottenuta mediante una programmazione dei tempi e dei metodi che, se attuati, produrranno il risultato. 43 Il rapporto ideale • Gestire in maniera corretta questo sistema richiede una organizzazione con un rapporto di 1:5. • 1 dirigente • 5 collaboratori DOMANDA • PERCHE’ I CLIENTI CHE AVETE CONTINUANO A COMPRARE DA VOI ? 45 Il “cliente interno” • Dobbiamo cambiare un’ idea fondamentale: • SMETTIAMO di considerare il nostro collaboratore come un Fornitore. • COMINCIAMO a considerare i nostri collaboratori come dei CLIENTI INTERNI. 46 Motivare • Comprendere lo scopo del collaboratore. • Mostrargli le similarità con quelli dell’azienda o ente (dovete elaborare la vostra meta in modo che possa fare da “ombrello” agli scopi dei collaboratori). • Farglielo desiderare. • Farglielo ottenere. 47 Esercizio 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Buone condizioni del luogo di lavoro. Sentirsi coinvolti nei problemi del lavoro. Una disciplina non opprimente. Pieno apprezzamento per il lavoro svolto. Lealtà della direzione verso i lavoratori. Buon livello salariale. Promozioni e crescita insieme all’azienda. Comprensione ed interesse verso i problemi personali. 9. Sicurezza (certezza) del posto di lavoro. 10. Lavoro interessante. 48 Quello che il personale considera più motivante ricevere dai propri superiori 4. Pieno apprezzamento per il lavoro svolto. 2. Sentirsi coinvolti nei problemi del lavoro. 8.Comprensione ed interesse verso i problemi personali. 9. Sicurezza ( certezza ) del posto di lavoro. 6. Buon livello salariale. 10. Lavoro interessante. 7. Promozioni e crescita insieme all’azienda. 5. Lealtà della direzione verso i lavoratori. 1. Buone condizioni del luogo di lavoro. 3. Una disciplina non opprimente. 49 MOTIVAZIONE DEL PERSONALE QUANDO PARLIAMO DI “MOTIVARE” QUALCUNO INTENDIAMO: RIUSCIRE A FAR DIMOSTRARE A QUALCUNO LA PROPRIA COMPETENZA, LE PROPRIE CAPACITA’. TU SEI L’ALLENATORE! 50 PACCHETTO RETRIBUTIVO ATTESO • Retribuzione tangibile • Retribuzione Intangibile • Stipendi • Incentivi • Spazi/Attrezzature • Apprezzamento • Coinvolgimento • Interesse 51 ESERCIZIO IN AZIENDA • Quando torni in azienda elabora le mete aziendali, a breve, medio e lungo termine. • Stabilisci quali saranno i vantaggi per chi collaborerà nel raggiungerle. • Condividi il progetto con i tuoi collaboratori. 52 Parte 5: Time Management Stabilire tempi & priorità 53 Urgenti Importanti Non Importanti Quadrante I •Crisi •Problemi pressanti •Attività che devono essere terminate in un tempo limite •Budget •Problemi Legali Quadrante III •Interruzioni •Alcune telefonate che si ricevono •Una fetta della corrispondenza •Qualche riunione •Attività popolari •Problemi pressanti ma non importanti Non Urgenti Quadrante II •Attività per aumentare il potenziale aziendale, del personale e del marketing •Rafforzamento delle relazioni interpersonali •Formazione •Progressi strategici. •Pianificazione Quadrante IV •Facezie •Lavoro materiale •Una fetta della corrispondenza •Alcune telefonate •Cose che fanno perdere tempo •Attività piacevoli Gestione inefficace del tempo Quadrante I Quad. II CRISI Quadrante III Quadrante IV Gestione efficace del tempo Quadrante I CRISI Attività di prevenzione, formazione e miglioramento Quadrante II Lavorando sulle cose “importanti” ma non “urgenti” il manager efficace comprime le crisi del futuro 57 Come operare nel quadrante II 1. Identificare gli obiettivi di prevenzione, di formazione e miglioramento (cioè i progressi strategici) che si vorranno eseguire nelle prossime settimane. 2. Fissare delle date IRREVOCABILI in agenda per quando ci si dovrà occupare di tali obiettivi. 58 Agenda + drill Parte 6: LA LEADERSHIP DELLE QUALITA’ 59 Le Qualità della Leadership • • • • Credibilità e competenza. Capacità di entusiasmare. Interesse sincero per le persone. Capacità di proiettare un’illusione nella quale gli altri credono. 60 • Dà ordini sicuri e positivi, dei quali ne verifica e ne ottiene l’esecuzione. • E’ il simbolo di una meta che persegue con intensità elevatissima. • Rende possibile la comunicazione dal “basso verso l’alto”. • Reciproca attrazione tra lui e i collaboratori. 61 Allegria / Forte Interesse • L’emozione che prova verso le altre persone e quindi verso i problemi, guai ed inefficienze degli altri è Forte Interesse. • Non ritrasmette delle critiche e delle notizie negative circa i propri collaboratori a meno che non siano fondamentali. • Si guadagna l’appoggio altrui tramite il proprio entusiasmo e la propria capacità di vendere i vantaggi, non usando critiche e/o minacce. • Lavora sui lati positivi dei propri collaboratori. 62 LAVORARE SUI LATI POSITIVI • Lavorando sui lati positivi di qualcuno, questi tendono ad aumentare. • Lavorando sui lati negativi, questi tendono ad aumentare. • E’ fondamentale che, durante un incontro formativo o correttivo con un collaboratore, gli siano riconosciuti esplicitamente più lati positivi rispetto ai lati negativi che vogliamo correggere. 63 LE VERE CAUSE DEGLI ERRORI O DELLE SCARSE PRESTAZIONI DEL PERSONALE • A) 90% cattiva comprensione, mancanza di strumenti ed assistenza, debolezza di carattere. • B) 10% ragioni disciplinari. • L’errore più comune del dirigente è quello di trattare tutti gli errori e scarse prestazioni come se fossero dovute a B. • Invece nella maggior parte dei casi sono dovute ad A. 64 MORALE • NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI, ANCHE QUANDO IL NOSTRO COLLABORATORE FA UN ERRORE O NON PRODUCE COME DOVREBBE, E’ MOSSO DA INTENZIONI POSITIVE. • SE LO COLPIAMO RIDUCIAMO SOLO LA SUA DEDIZIONE. 65 RIASSUMENDO … • Re-inventarsi significa iniziare a cambiare oggi per anticipare le tendenze. • Il primo cambiamento parte da TE! • Emozioni positive per coinvolgere nella meta e motivare. • Tratta le persone come vorresti che fossero. • Sii causativo! 66