Fermare gli abusi, rafforzare l’AVS No al dumping salariale e al furto delle rendite! Tutti alla manifestazione nazionale: sabato, 21 settembre 2013, ore 14, Berna No al dumping salariale No agli abusi – – salari minimi per tutti Sì all’iniziativa 1:12 Gli affitti e i premi delle casse malati continuano a salire, mentre molti salari sono sottoposti a massicce pressioni. Mentre in fondo alla scala i salari sono costantemente sotto pressione, i manager continuano a riempirsi le tasche. non bastano quasi per sopravvivere. Datori di lavoro senza scrupoli si servono della libera circolazione delle persone per tagliare le paghe. Loro sono il problema, non i colleghi stranieri. Ed è per questo che sono indispensabili leggi più severe, controlli più frequenti e sanzioni più pesanti contro gli abusi. E un salario minimo di 4000 franchi per tutti. rio più basso e quello più alto all’interno della stessa impresa si allarga sempre di più. Fermiamo gli sfruttatori approvando l’iniziativa 1:12. Un salario dodici volte superiore per i manager è più che sufficiente! Rafforzare l’AVS – Lavoro 24 ore su 24 – No al furto delle rendite No grazie! Il Consiglio federale si prepara a sferrare un massiccio attacco alle rendite di vecchiaia. Egli vuole ridurre il tasso di conversione del seconCentinaia di migliaia di lavoratrici e lavora- Salari milionari e paracaduti d’oro sono all’or- do pilastro dal 6,8 al 6 %. Con la modifica della Legge sul lavoro per i negozi delle stazioni di servizio, in votazione il 22 settembre, si vuole introdurre per la prima volta la giornata lavorativa di 24 ore in una tori devono sbarcare il lunario con salari che dine del giorno. La forbice salariale tra il sala- Le rendite della cassa pensione diminuireb- parte del commercio al dettaglio. bero mediamente del 12 %, ossia di circa 200 franchi al mese. Il Consiglio federale vuole anche aumentare l’età pensionabile delle donne. La nostra risposta è un chiaro NO! Chi ha lavorato duramente tutta la vita dopo il pensionamento deve poter vivere dignitosamente della propria rendita. Invece del furto delle rendite ci vuole finalmente un ampliamento dell’AVS. E sono già pronte nuove proposte che intendono eliminare la protezione in materia di lavoro notturno e domenicale anche in molti altri negozi. Già adesso il personale addetto alla vendita deve fare spesso i conti con condizioni di lavoro particolarmente dure. Diciamo no allo smantellamento della protezione delle lavoratrici e dei lavoratori e sì a più qualità di vita per tutti. Per un’AVS forte, contro il furto delle rendite NO alla giornata lavorativa di 24 ore Tre anni fa, il popolo ha respinto a grande maggioranza i piani di smantellamento delle rendite voluti dal Parlamento. Ora il Consiglio federale intende sferrare il prossimo e ancora più radicale attacco alle nostre rendite. 2013 embre 22 sett nto iorame g NOaaLl epgegge sul lavoro dell alleanza per la Domenica v3_Unia_i_A3_Plakat_24h.indd 1 Il 22 settembre votiamo NO! Giù le mani dalle rendite di vecchiaia! 18.06.13 12:29 La maggioranza borghese in Parlamento intende smantellare la legge sul lavoro. Con il progetto in votazione il 22 settembre vogliono introdurre per la prima volta la giornata lavorativa di 24 ore nel commercio al dettaglio. Per il momento la modifica concerne i negozi annessi alle stazioni di servizio. Ma sono già pronte altre proposte che intendono consentire il lavoro 24 ore su 24 anche in molti altri negozi. La modifica della legge sul lavoro per i negozi annessi alle stazioni di servizio spalanca le porte a ulteriori peggioramenti: sempre più lavoro notturno e domenicale nel commercio al dettaglio – e a medio termine anche in altre professioni. Chi ci rimette sono le decine di migliaia di dipendenti nel commercio al dettaglio. Già oggi hanno grandi difficoltà a conciliare lavoro e famiglia. Il lavoro di sabato, l’orario di lavoro spezzettato e il lavoro su chiamata sono all’ordine del giorno. E come se non bastasse, per un salario spesso inferiore a 4000 franchi. E ora il personale addetto alla vendita dovrebbe addirittura essere a disposizione 24 ore su 24. Concretamente significa: ancora più stress e condizioni di lavoro ancora peggiori. Il Consiglio federale sta mettendo a punto il prossimo attacco alle rendite Invece di aumentare finalmente le rendite e di rafforzare l’AVS come più importante previdenza di vecchiaia, quest’estate il Consiglio federale ha presentato nuovi e radicali piani di smantellamento. Chi ha lavorato duramente per tutta la vita deve poter vivere dignitosamente della propria rendita dopo il pensionamento. È quanto ci promette la Costituzione federale. Ciononostante, molte persone fanno fatica a sbarcare il lunario in modo dignitoso con la rendita di vecchiaia. A un elettricista che guadagnava 5500 franchi, dopo il pensionamento spettano meno di 3500 franchi, compreso il secondo pilastro. Una commessa a tempo parziale, che guadagnava 3700 franchi, dovrà cavarsela con soli 2400 franchi. AVSplus anziché smantellamento delle rendite Invece della riduzione delle rendite e dell’aumento dell’età pensionabile delle donne, Unia rivendica il rafforzamento dell’AVS. Insieme agli altri sindacati, ha lanciato l’iniziativa popolare AVSplus raccogliendo in soli quattro mesi oltre 100 000 firme. L’iniziativa esige un aumento del 10 % di tutte le rendite AVS, pari mediamente a 200 franchi per le persone singole e 350 franchi per i coniugi. www.furto-delle-rendite.ch In marzo 2010, oltre il 70 % dei cittadini ha bocciato chiaramente il furto delle rendite voluto dal Parlamento – ora il Consiglio federale ci riprova. Nella foto: manifesto per la votazione del 2010. Il tasso di conversione per le rendite della cassa pensione passerebbe dal 6,8 al 6 %, il che corrisponde ad un taglio delle rendite del 12 %, ossia in media 200 franchi al mese. Nel 2010, i cittadini avevano bocciato a grande maggioranza un abbassamento al 6,4 %, con oltre il 70 % dei voti contrari. Ora il Consiglio federale propone una riduzione ancora più massiccia. L’età pensionabile delle donne dovrebbe essere portata da 64 a 65 anni: un vero e proprio affronto alle donne che, esercitando lo stesso lavoro, continuano a guadagnare in media quasi il 20 % in meno rispetto agli uomini. Il Consiglio federale intende anche sopprimere la rendita alle vedove senza figli. Inoltre il pensionamento sarebbe possibile solo a partire dai 62 anni – attualmente l’età minima è di 58 anni. Le lavoratrici e i lavoratori più anziani verrebbero invece «incoraggiati» a lavorare fino a 70 anni. Un recente studio mostra un quadro completamente diverso: nel 2012 un numero particolarmente elevato di lavoratrici e lavoratori oltre i 50 anni sono stati licenziati e la loro percentuale tra le disoccupate e i disoccupati di lunga durata cresce. Opponiamo un chiaro rifiuto anche ai nuovi progetti di furto delle rendite – con una massiccia presenza alla manifestazione del 21 settembre! Per questo saremo a Berna Pertanto, il 22 settembre alle urne diciamo: No allo smantellamento della legge sul lavoro No al superfluo lavoro notturno e domenicale No alla giornata lavorativa di 24 ore www.il-tempo-stringe.ch «Sono 17 anni che a norma di legge noi donne avremmo diritto ad un salario uguale per un lavoro di uguale valore. Eppure a tutt’oggi siamo ancora molto lontani da tale obiettivo. È uno scandalo che succeda in Svizzera.» Angelica Sorrentino, 46, Coordinatrice presso un patronato «Mentre noi lavoriamo sodo per un salario modesto, tanti capi e manager intascano retribuzioni e bonus d’oro. Voglio fermare questi sfruttatori e quindi voterò SÌ all’iniziativa 1:12. Abbiamo bisogno di un salario di almeno 4000 franchi per tutti, non di retribuzioni milionarie per pochi.» Walter Eich, 43, Idraulico/tecnico del riscaldamento Più protezione per le attiviste Lo scorso giugno, le dipendenti e i dipendenti del supermercato Spar a Dättwil presso Baden (AG) hanno scioperato per dodici giorni per rivendicare più personale, salari migliori e più rispetto. In risposta, sono stati licenziati in tronco, benché la Costituzione federale garantisca espressamente il diritto di sciopero e accordi internazionali tutelino i diritti sindacali. In Svizzera, sempre più spesso sindacaliste e sindacalisti attivi vengono licenziati perché protestano contro il dumping salariale o si battono a favore dei diritti dei lavoratori e di migliori condizioni di lavoro per tutti. Le lavoratrici e i lavoratori devono poter lottare a favore di migliori condizioni di lavoro e contro gli abusi senza temere di essere licenziati. Per questa ragione, in Svizzera è indispensabile un miglioramento della protezione contro il licenziamento. Perché i diritti sindacali sono un importante fondamento su cui poggia la democrazia. «Se i datori di lavoro abusano della libera circolazione delle persone per praticare il dumping salariale, tutti i salari finiscono sotto pressione. Dobbiamo garantire che in tutta la Svizzera valgano salari svizzeri: chiediamo leggi più severe, un aumento dei controlli e pene più dure in caso di abusi.» «Il lavoro su chiamata è sempre più diffuso. Adesso a poco a poco vogliono introdurre la giornata lavorativa di 24 ore nel commercio al dettaglio. Dobbiamo opporci!» Giampiero Rigozzi, 52, Falegname Salvatore Maruccia, 43, Edilizia a Salari equi per tutti No al dumping salariale e alle retribuzioni abusive Negli scorsi anni, i salari e le condi zioni di lavoro hanno subito massicce pressioni. Mentre i manager si riempiono le tasche senza ritegno, centinaia di migliaia di lavoratori devono sbarcare il lunario con meno di 4000 franchi al mese. E le donne continuano a guadagnare quasi il 20 % in meno rispetto agli uomini. UN SALARIO 12 VOLTE PIÙ ELEVATO PUÒ BASTARE. Datori di lavoro senza scrupoli si servono della libera circolazione delle persone per fare pressione sui salari e migliorare i propri utili. La colpa non è dei nostri colleghi provenienti dall’Europa, ma di tutti quei datori di lavoro che agiscono senza scrupoli. Per impedire gli abusi e garantire che in Svizzera vengano corrisposti anche in futuro salari svizzeri occorrono misure efficaci. In particolare sono necessari: controlli più severi e sanzioni più pesanti in caso di dumping salariale e altre infrazioni alle condizioni di lavoro vigenti; salari minimi dignitosi e vincolanti per tutti; maggiore protezione: chi lotta contro gli abusi va protetto dal licenziamento. In basso le pressioni aumentano . . . In Svizzera, oltre 400 000 persone devono lavorare per un salario basso – malgrado i canoni d’affitto e i premi delle casse malati sempre più alti. Guadagnano meno di 4000 franchi al mese. Circa un terzo di loro ha conseguito una formazione. Particolarmente colpite sono le donne. Molte devono rivolgersi all’aiuto sociale per sbarcare il lunario, benché lavorino a tempo pieno: un vero scandalo per un paese ricco come la Svizzera! . . . e in alto ci si riempie le tasche senza ritegno Mentre i salari dei lavoratori ristagnano, quelli dei manager non accennano a diminuire. Salari milionari e paracaduti d’oro sono all’ordine del giorno. Un recente studio di Unia ha rivelato che la forbice tra il salario più basso e quello più alto nelle 40 più importanti imprese si è ancora allargata, passando da 1:112 nel 2011 a 1:135 nello scorso anno. Approvando l’iniziativa 1:12 possiamo fermare questa mentalità del self-service – 12 volte in più per i manager è sufficiente! Mettiamo fine al dumping salariale e alle retribuzioni abusive – con dei salari minimi equi per tutti e un sì all’iniziativa 1:12. Sì! - Almeno 4000 franchi per tutti! i Tutti coloro che lavorano a tempo pieno devono poter vivere dignitosamente del proprio salario. Ciò è quanto rivendica l’iniziativa sui salari minimi lanciata da Unia e da altri sindacati. Essa chiede almeno 22 franchi all’ora o dodici volte 4000 franchi all’anno per tutti i lavoratori. Circa il 10 % dei lavoratori beneficerebbe dei vantaggi offerti dall’iniziativa. La votazione è prevista per il 2014. ! 1:93 1:6 1:14 1984 1998 2011 Rapporto tra il salario dei top manager e il salario medio. Fonte: USS il 21 settembre: «Senza migranti la Svizzera non funzionerebbe: si fermerebbero i cantieri, le pulizie, l’assistenza e anche la ricerca. Le colleghe e i colleghi migranti meritano tutto il nostro rispetto! Battiamoci con loro contro le campagne xenofobe!» Hansueli Balmer, 58, Falegname «È uno scandalo che in Svizzera, il Paese più ricco al mondo, una persona su dieci abbia uno stipendio insufficiente a vivere dignitosamente. Urge introdurre un salario minimo legale» Giuliano Ossola, 64, Polimeccanico «Un paio di anni fa oltre il 70 % dell’elettorato ha respinto in modo compatto il furto delle rendite. Adesso il Consiglio federale sta mettendo a punto un nuovo programma radicale che prevede un taglio alle rendite del 12 % e un innalzamento dell’età pensionabile delle donne. Respingeremo questo nuovo attacco alle nostre rendite.» Vanco Krstev, 55, Falegname «Le colleghe e i colleghi che si battono per migliorare le condizioni di lavoro rischiano continuamente di essere licenziati. Una simile situazione è inconciliabile con il partenariato sociale e calpesta i diritti democratici. Ecco perché urge un miglioramento della protezione contro il licenziamento per i lavoratori impegnati sindacalmente.» Susanne Weber, 44, Aiuto infermiera «Per tutta la vita ho lavorato sodo. Eppure devo sempre pensarci due volte prima di spendere ogni singolo franco. Dopo il pensionamento dovrò ricorrere all’assistenza sociale. Sarà dura! È ora di aumentare finalmente la rendita AVS come chiede l’iniziativa AVSplus lanciata dai sindacati.» Vincenzo Belmonte, 50, Macellaio Manifestazione, 21 settembre 2013: punti e orari di ritrovo Uniti siamo forti Vincere con Unia Tutti a Berna! Insieme per salari equi e buone condizioni di lavoro, protezione contro il licenziamento e sicurezza sociale – giorno per giorno Unia si batte per i diritti dei lavoratori. autobus treno (Questa cartina non mostra tutta la rete di trasporto) Basel Delémont Aarau Baden Winterthur Rorschach St. Gallen Zürich Olten Solothurn Biel Neuchâtel Luzern Bern Chur Fribourg Thun Lausanne Brig Genève Bellinzona Per buone condizioni di lavoro e salari equi Solo insieme possiamo ottenere buone condizioni di lavoro e salari equi. Unia sostiene le lavoratrici e i lavoratori nelle trattative e in caso di conflitto affinché facciano valere i propri diritti. Così è riuscita ad ottenere per la prima volta l’introduzione di salari minimi nel nuovo contratto collettivo di lavoro dell’industria metalmeccanica ed elettrica (MEM). Nel nuovo CCL per il mestiere di parrucchiere, in un ramo in cui i salari bassi sono particolarmente diffusi, ha ottenuto un importante aumento dei salari minimi del 12 % entro il 2015. Uniti siamo più forti – lo hanno dimostrato a più riprese anche i lavoratori edili. Il 1° luglio 2013 hanno potuto festeggiare il decimo anniversario del pensionamento a 60 anni nell’edilizia. Questa conquista di grande importanza sociale e politica è stata il risultato di una dura lotta delle maestranze e del loro sindacato. Unia difende i lavoratori Sion Chiasso Il 21 settembre a Berna con il treno o l’autobus speciale Se non è specificato diversamente, il punto di ritrovo è sempre la stazione. Ticino Bellinzona stazione ore 09.30 | Biasca stazione ore 09.40 | Chiasso stazione ore 08.30 | Faido stazione ore 10.00 | Locarno stazione ore 08.45 | Lugano stazione ore 09.00 | Mendrisio stazione ore 08.45 Deutschschweiz Aargau Aarau Bahnhof 11.30 | Baden Bahnhof 11.00 | Brugg Bahnhof 11.10 | Frick Bahnhof 10.30 | Lenzburg Bahnhof 11.10 | Zofingen Bahnhof 11.20 Bern/Oberaargau-Emmental Bern Schützenmatte 13.30 | Burgdorf Bahnhof 12.45 | Herzogenbuchsee Bahnhof 12.30 | Huttwil Bahnhof 12.00 | Langenthal Bahnhof 12.30 | Langnau Bahnhof 12.20 Berner Oberland Interlaken Bahnhof West 11.30 | Saanen Bahnhof 11.00 | Spiez Bahnhof 12.00 | Thun Bahnhof 12.15 | Zweisimmen Bahnhof 11.15 Biel-Solothurn Biel Bahnhof 12.30 | Lyss Bahnhof 12.40 | Olten Bahnhof 12.00 | Solothurn Bahnhof 12.20 Nordwestschweiz Basel Bahnhof 11.20 | Liestal Bahnhof 11.30 | Sissach Bahnhof 11.50 Ostschweiz-Graubünden Altstätten Bahnhof 08.15 | Amriswil Marktplatz 10.00 | Arbon Kirche Arbon 09.30| Buchs Bahnhof 09.50 | Bürglen Rest. Ochsen 10.15 | Chur Postautodeck 09.00 | Parkplatz Obere Au 09.15 | Flawil Bahnhof 09.50 | Frauenfeld Marktplatz 11.00 | Gossau Bahnhof 09.45 | Heerbrugg Bahnhof 08.25 | Kreuzlingen Bärenplatz 10.00 | Müllheim Post 10.35 | Näfels Parkplatz SGU 09.00 | Rapperswil Bahnhof bei Post 10.00 | Rheineck Bahnhof 08.30 | Romanshorn Restaurant Landhaus 09.45 | Rorschach Bahnhof 09.00 | Sargans Bahnhof Post autohaltestelle 09.40 | St. Gallen Bahnhof 09.30 | St. Margrethen Bahnhof 08.30 | Steckborn Bahnhof 10.20 | Uznach Bahnhof 09.30 | Uzwil Bahnhof 10.00 | Weinfelden Freiestrasse bei Kirche 10.20 | Wil Bahnhof 10.15 Wallis/Vallese Brig Bahnhofplatz 11.30 | Visp Bahnhofplatz 11.40 | Domodossola Stazione FS ore 08.30 Zentralschweiz Luzern Inseli 10.00 | Pfäffikon (SZ) Busparkplatz Alpamare 10.30 | Sursee Bahnhof 10.30 | Zug Sekretariat 10.00 Zürich-Schaffhausen Bülach Bahnhof 10.45 | Pfäffikon (ZH) Bahnhof 10.20 | Rüti Bahnhof 10.20 | Schaffhausen Bahnhof 10.15 | Uster Bahnhof 10.30 |Wetzikon Bahnhof 10.30 | Winterthur Bahnhof 10.30 | Zürich Bahnhofshalle 11.15 Romandie Fribourg Bulle Gare 11h00 | Châtel-St-Denis Gare 11h10 | Domdidier Gare 11h00 | Estavayer-le-Lac Gare 11h00 | Fribourg pl. devant le Théâtre «Equilibre» 11h30 | Romont Gare 11h15 Genève Genève pl. des 22 Cantons 10h30 Neuchâtel Fleurier pl. de la Gare 11h00 | La Chaux-de-Fonds pl. de la Gare 11h00 | Le Locle pl. du Marché 10h45 | Neuchâtel Esplanade de la Maladière 11h45 Transjurane Delémont Gare CFF 10h15 | Moutier Gare CFF 10h45 | Porrentruy Gare CFF 10h00 | Saignelégier Gare CFF 10h00 | St.-Imier Gare CFF 10h00 | Tavannes Gare CFF 10h15 Vaud Aigle pl. des Glariers 10h45 | Chateau d’Oex Gare CFF 10h45 | Echallens Gare LEB, Passage à Yverdon 10h30 | Lausanne Gare CFF 11h45 | Le Sentier parking des Bruyères 10h00 | Morges Gare CFF 11h40 | Nyon Gare CFF 11h30 | Orbe face au collège Montchoisi 11h00 | Payerne stade de foot 11h30 | Renens Gare CFF 11h15 | Vallorbe La Poste 10h30 | Vevey pl. du Marché 11h15 | Yverdon Patinoire 11h00 Valais Martigny pl. de Rome 10h30 | Monthey pl. du Cardinal 10h45 | Sierre pl. de la Gare 10h00 | Sion pl. des Potences 10h15 Importante Iscrivetevi alla manifestazione rivolgendovi al segretariato locale piú vicino, telefonando o inviando un fax o un messaggio di posta elettronica. Informazione: T 031 350 21 11 Greis e La Gale in Piazza federale Unia apporta un sostegno concreto ai lavoratori affinché i loro diritti siano riconosciuti, come dimostrano quattro esempi di quest’anno: a Neuchâtel, con uno sciopero di tre giorni, Unia ha aiutato i dipendenti del produttore di pompe EP Systems ad ottenere un piano sociale migliore. Presso la Boutique Metro a Basilea, grazie ad uno sciopero di avvertimento, le commesse hanno ottenuto salari più alti, diritti di partecipazione più estesi e l’abolizione del lavoro gratuito. A Sciaffusa, Unia ha sostenuto uno sciopero di diversi giorni, condotto dai giardinieri paesaggisti a favore di salari minimi sufficienti a vivere: le nove aziende interessate hanno firmato un accordo che garantisce un aumento in due tempi dei salari minimi - aumento che in alcuni casi tocca i 900 franchi al mese. Sul cantiere degli alberghi di lusso di Sawiris ad Andermatt, 30 installatori elettricisti, conducendo uno sciopero di protesta, hanno ottenuto contratti di lavoro corretti che prevedono salari svizzeri invece dei 9.90 euro all’ora corrisposti prima. Unia sostiene e offre assistenza giuridica ai propri iscritti anche in caso di problemi e conflitti sul posto di lavoro. Per miglioramenti di ordine politico e legislativo A livello politico, Unia si batte per migliori condizioni di lavoro, salari equi e buone assicurazioni sociali. Ad esempio, insieme ad altre organizzazioni, ha indetto il referendum contro la progressiva introduzione della giornata lavorativa di 24 ore nel commercio al dettaglio (vedi pagina 3). Insieme agli altri sindacati, nel tempo record di soli quattro mesi, ha raccolto oltre 100 000 firme per l’iniziativa AVSplus, che esige il rafforzamento dell’AVS quale rendita di vecchiaia principale (vedi pagina 2). Unia sostiene anche in modo determinante l’iniziativa sui salari minimi, su cui saremo chiamati a votare nel 2014, che chiede almeno 4000 franchi per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori occupati a tempo pieno (vedi pagina 2). Unia si impegna inoltre per la realizzazione di incisive misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone. Solo così possiamo impedire che i datori di lavoro abusino della libera circolazione delle persone per mettere in atto pratiche di dumping salariale e sociale e sottrarsi così all’osservanza delle condizioni di lavoro usuali in Svizzera. Luglio 2013: Con uno sciopero di avvertimento, 30 installatori elettricisti del grande cantiere di Sawiris a Andermatt si sono battuti con successo contro il dumping sala riale e hanno ottenuto contratti di lavoro corretti. Giugno 2013: A Sciaffusa i giardinieri paesaggisti hanno incrociato le braccia per ottenere salari equi. Nelle imprese interessate, i salari minimi hanno subito un aumento fino a 900 franchi. Aprile 2013: Unia, insieme ad altre organizzazioni, ha indetto un referendum contro la progressiva introduzione della giornata lavora tiva di 24 ore nel commercio al dettaglio – su cui saremo chiamati ad esprimerci il prossimo 22 settembre. Unia si occupa dei suoi associati Con i suoi 200 000 iscritti, Unia è di gran lunga il più grande sindacato svizzero. Gestisce circa 300 contratti collettivi di lavoro e contratti aziendali, di cui beneficiano oltre 1 milione di lavoratrici e lavoratori attivi in 80 rami professionali. Con circa 100 segretariati a tempo pieno dislocati in tutta la Svizzera, Unia è vicina alle persone. Non hai ancora aderito a Unia? Non indugiare oltre! Alla manifestazione a Berna si esibiranno anche la rapper losannese La Gale e il rapper basilese Greis. Impressum Supplemento ad Area | Editrice Edizioni Sociali SA, c.p. 5561, 6901 Lugano | Direttore Claudio Carrer | Redazione del supplemento Monika Hächler, Pepo Hofstetter | Impaginazione Esther Wickli, Carole Lonati | Fotos Monika Flückiger, Florian Aicher, Delphine Schnydrig, Unia| Stampa Ringier Print, Adligenswil Maggiore è il numero di lavoratrici e lavoratori che aderiscono a Unia, più incisivo è il nostro impegno comune a favore dei diritti e degli interessi dei salariati. La quota associativa di Unia dipende dal salario corrisposto e si situa tra lo 0,5 e l’1 % dello stipendio. Laddove viene riscosso un contributo professionale, di regola esso viene rimborsato. È possibile aderire online alla pagina www.unia.ch oppure ordinando un modulo di adesione presso Unia, Weltpoststrasse 20, CH-3000 Berna 15, tel. 031 350 21 11. www.unia.ch