Matasci news Autunno 2014 Selezione d’Ottobre 1964-2014: da cinquant’anni in perfetto equilibrio Il Selezione d’Ottobre ha raggiunto la soglia dei 50 anni. L’annata 2013, che presentiamo su questa pagina, è infatti la cinquantesima, contrassegnata da una capsula speciale. L’etichetta invece rimane invariata, con il logo della bilancia, simbolo di equilibrio, che è anche prerogativa del segno zodiacale che rappresenta. Per l’occasione abbiamo voluto affiancargli una nuova Grappa, prodotta con le sue vinacce, creata a sua immagine e somiglianza. Prodotti che esprimono lo stile di un’azienda e le caratteristiche del nostro territorio, il Canton Ticino. Un grazie di cuore alla nostra fedele clientela per aver decretato il successo di questo vino divenuto ormai storico! Il personaggio Mario Matasci, l’ideatore del “Selezione” Dialogare con Mario Matasci è molto piacevole. E non solo per la “fame di sapere” che ogni giornalista dovrebbe avere, ma per la semplicità, l’umiltà, la naturalezza con la quale racconta della sua intensa esperienza di vita. Come se, tutto sommato, la sua fosse una vita del tutto ordinaria. In questi spazi dovremo limitarci a quelle che sono le sue due imprese maggiori, quella che riguarda il Merlot, e in particolare di essere stato l’ideatore del famosissimo Selezione d’Ottobre, e quella che riguarda l’arte, nella sua veste di attento e importante gallerista. Vino e arte camminano a braccetto alla Matasci proprio grazie a lui ma è insolito tuttavia scoprire che Mario Matasci, quando 45 anni fa incontrò in un’osteria il pittore Erwin Sauter che insistette nel vendergli il suo quadro e che fece innescare in seguito in lui la passione per l’arte, non possedeva né un libro d’arte, né un quadro. Quel che si definisce una serie di fortuiti eventi, miscelati magistralmente dal destino, che avrebbero poi dato forma alla Galleria Matasci, oggi posta sopra al negozio, e al cosiddetto “Deposito” di Riazzino, dove si propongono al pubblico i quadri più significativi della sua importante collezione privata. Per l’impresa che riguarda il vino, invece, si parla del 1964 quando Mario, enologo e anima creativa dell’azienda, ampiamente sostenuto dai fratelli Peppino e Lino, ideò il Merlot “Selezione d’Ottobre”, in totale contro-tendenza rispetto al gusto corrente dei ticinesi. Allora erano gli inizi del Merlot, in Ticino si bevevano vini robusti, mentre nel resto della Svizzera si vinificava prevalentemente del Pinot Noir, un vino più floreale. “Ho intuito le nuove tendenze di mercato, conferma Mario Matasci, ho appurato che la Svizzera Tedesca era una piazza importante da tenere in considerazione già che molti clienti che avevamo provenivano da lì, così ho creato un vino morbido, poco tannico, armonioso, un vino adatto a soddisfare i gusti di larga parte della clientela. Un vino che continua a piacere, dopo 50 anni, proprio per le sue caratteristiche e per la sua freschezza.” Il Merlot Selezione d’Ottobre riscontrò da subito un grande successo fra i consumatori, in Ticino e Oltralpe, diventando di fatto uno fra i Merlot più venduti e conosciuti della Svizzera. “Quando ho creato questo Merlot non mi sarei mai aspettato tanto successo!”. Mentre me lo racconta durante l’intervista presso “Il Deposito” di Riazzino, do un rapido sguardo al quadro, posto sopra la libreria, quasi troppo in alto, che ho davanti a me. Si chiama “Madre Coraggio” e 45 anni fa Mario Matasci lo ha acquistato per 400 franchi da Erwin Sauter, il quadro dal quale cominciò la sua passione per l’arte. Andate anche voi a guardare quel quadro e tutti gli altri, ma soprattutto andate a chiacchierare con Mario Matasci, e fatevi raccontare le sue meravigliose storie… (Arianna Livio) S E LE Z IO N E D’ O T T O B R E | M E R L O T T I C I N O DO C | 1 2 , 5 % v o l . Si ottiene da uve Merlot selezionate provenienti da tutto il Ticino. La vinificazione prevede una fermentazione a temperatura controllata a durata limitata a pochi giorni. Ciò che conferisce a questo vino un bouquet fruttato e fresco, un colore rubino stemperato, un corpo armonico ed equilibrato. Piacevole e non impegnativo, si accorda a piatti di pasta, risotti, carni bianche. Va servito fresco, attorno ai 17°-18°C. G R A P PA D I S E L E Z I O N E D ’ O T T O B R E | 43%vol. | 50 cl A differenza dell’acquavite, prodotta distillando mosto fermentato e vinacce, la grappa è il risultato della distillazione di sole vinacce, in questo caso di uve Merlot. Questa grappa tipica ticinese presenta un bel fruttato con sentori di prugna, mela cotogna e pera. Al palato si esprime con una buona intensità aromatica, pienezza e lunga persistenza. La Grappa di Selezione offre il meglio di sè degustata a temperatura ambiente, a fine pasto. Il “Deposito” della Fondazione Matasci per l’Arte è aperto la domenica dalle 14.00 alle 17.00 (078 601 60 24) Matasci Vini | Wine-shop | Matasci Arte | Villa Jelmini Events | Via Verbano 6 | 6598 Tenero (Locarno) | Tel. 091 735 60 11 | [email protected] | www.matasci-vini.ch La ricetta di stagione Mangiar bene in Ticino Mini Pavlova con fichi al Merlot Il “Grottino ticinese” a Losone Ingredienti: dosi per 4 mini Pavlove Come capita sovente, da una passione nasce una professione, e quando a viverla è una coppia giovane e dinamica allora il successo è assicurato! Claudio Zanoli e Sandra Meister, lui originario di Losone, lei svizzera tedesca di Soletta, hanno iniziato per passione l’attività di ristoratori. Dopo sette anni di esperienza in Vallemaggia, presso il Ristorante con alloggio Unione di Gordevio, hanno finalmente coronato il loro sogno di gestire un grottino, rilevando l’attività, e ormai sono già 12 anni, del Grottino Ticinese di Losone, in Via San Materno 10. È di Sandra la simpatica idea di presentare piatti e filosofia del grotto, oltre che nelle lingue nazionali e in inglese, anche in dialetto ticinese. Un approccio singolare, che rispetta e valorizza il territorio, in linea con la filosofia di accoglienza di questo grotto: proporre una cucina genuina e casereccia, utilizzando dove possibile prodotti freschi della zona, in un ambiente simpatico e informale. Cucina nostrana, dalla salumeria ticinese selezionata fra i migliori salumieri, alle carni più apprezzate, dal coniglio, al brasato, fino agli arrosti, sempre scelta fra i migliori macellai locali. La polenta, preparata rigorosamente sul fuoco, è la regina del Grottino Ticinese, preparata per pranzo e per cena, da inizio marzo fino a inizio novembre, fino a raggiungere qualcosa come 3’200 kg di polenta cotta a stagione, senza notare cali nel periodo estivo. Insomma, qui la polenta si mangia praticamente sempre! I formaggi ticinesi, dai büscion ai formaggi d’alpe a pasta dura, sono serviti con il buon pane Vallemaggia, le verdure fresche di stagione, con alcune chicche coltivate nell’orto del grotto, provengono dagli orticoltori del Piano di Magadino. Cura e amore per le ricette locali anche per le torte, preparate seguendo le antiche preparazioni delle nonne del paese. Delizie da provare assolutamente! “Avendo tanti ospiti ogni giorno, ci spiega Claudio, non possiamo sempre mettere i clienti in tavoli separati. Quando ciò non è possibile, lo comunichiamo al cliente al momento della prenotazione e per esperienza devo dire che i tavoli “improvvisati” sono quasi sempre quelli che si trattengono di più, a volte nascono addirittura delle vere amicizie e i clienti tornano insieme successivamente!”. Nello spirito sociale del grotto, di un ritrovo per fare festa e per bere un bicchiere di buon Merlot, questo è davvero un altro buon motivo per andare a fare visita al Grottino Ticinese, magari dimenticando volutamente il telefonino nel portaoggetti della nostra auto, in favore di un salutare e sociale pasto ticinese, fatto di cucina e chiacchiere nostrane! Per la Pavlova: 3 albumi 135 g di zucchero 1 cucch.no di aceto 2 cucch.no di maizena Per la guarnizione: 2 dl di panna fresca 8 fichi freschi 2 dl di Merlot 50 g di zucchero Ricetta di Azzurra Maran Montare gli albumi a neve in una bacinella pulita e asciutta. Aggiungere lo zucchero, un cucchiaio per volta. Quando il composto risulterà liscio anche al tatto, aggiungere l’aceto e la maizena. Posizionare il composto su una teglia foderata di carta da forno imburrata e infarinata formando 4 tortine del diametro di ca.10 cm, alte 4 cm (può aiutare il coppa-pasta). Infornare a 120 gradi per 1h 15 min. Aprire lo sportello del forno e lasciar raffreddare completamente. Per la guarnizione tagliare a fettine sottili sei fichi e caramellarli in una padella antiaderente con lo zucchero. Aggiungere il vino e lasciar ridurre poi far raffreddare. Montare la panna e spalmarla sulla superficie delle Pavlove, aggiungere i fichi caramellati e guarnire con i fichi freschi rimasti, tagliati a spicchi. Prodotti tipici Il formaggio dell’Alpe Porcaresc (Intervista di Arianna Livio) Il Coniglio nostrano con la polenta viene servito tutte le domeniche al “Grottino ticinese” e si adatta magnificamente al Merlot Selezione d’Ottobre. Sotto: Una veduta dell’Alpe Porcaresc all’alba. Foto di Djamila Augustoni Gianini Concetto e layout: Paola Matasci Illustrazioni: Azzurra Maran Testi: Arianna Livio e Paola Matasci Tiratura:18.000 copie Stampa: Tipografia Poncioni, Losone Una delle alpi ticinesi rimaste rustiche, raggiungibile praticamente solo a piedi o in elicottero, è l’Alpe Porcaresc, in Valle Onsernone, a quota 1’796 m.s.l.m. Gestita dal 1960 fino al 2006 da Pier Giorgio Terribilini, è successivamente stata ritirata da Damiano Matasci, figlio di Lino, il quale da qualche tempo, avendo già delle capre, aveva il sogno di trovare un’ alpe nelle vicinanze, gestibile attraverso una conduzione familiare, per produrre del formaggio d’alpe vaccino e caprino. Diventato casaro nel 2009, Damiano Matasci produce oggi, aiutato dalla moglie Nadia e da alcuni giovani stagionali in formazione, il formaggio Porcaresc, ricavato per 2/3 da latte bovino e da 1/3 caprino. Un alpeggio rimasto rustico e raggiungibile solo a piedi, con 13 vacche da latte e 35 capre, munte tutte sull’alpe a mano, solo con l’ausilio, per il trasporto dei bidoni del latte, di due asini. Un lavoro faticoso, fatto di grandi sacrifici, che sta portando a Damiano parecchie soddisfazioni, come il primo premio al concorso sui formaggi d’alpe di Bellinzona del 2011 e il secondo premio nel 2013. Un formaggio molto apprezzato, delicato, che raggiunge il massimo della sua espressione ad una maturazione di un anno circa, avendo un terzo di latte caprino quindi con una maturazione più veloce. Il formaggio viene fatto stagionare in due cantine a Sonogno, ad un’umidità di 80/90%, in forme da 3 o 6 kg che pochi fortunati possono richiedere di anno in anno al casaro, oppure trovare sfuso presso il centro Biosfera di Locarno. “È un lavoro duro il nostro, ci conferma Damiano Matasci, e non è semplice trovare del personale ticinese che sia disposto a vivere sull’alpe, per 3 mesi, svegliandosi alle quattro del mattino e lavorando quasi sempre all’aperto. Ho la fortuna di avere il sostegno di mia moglie, che mi segue in questa attività e che si occupa anche di cucinare e di lavare, e di mio figlio Attilio, di 19 anni, che vuole continuare l’attività di famiglia.” Attilio, che ha seguito la formazione agricola a Landquart e che inizierà in settembre la scuola per selvicoltore presso Il Centro professionale del Verde di Mezzana, passa il suo tempo libero sull’Alpe non appena possibile. “È così convinto di proseguire l’attività di famiglia, conclude Damiano Matasci, che si è addirittura acquistato, a mia insaputa, la sua prima vacca bruna!” (Intervista di Arianna Livio) Catalogo completo dei nostri vini su www.matasci-vini.ch