Pittura di riflessione Tino Repetto, classe 1929, genovese di nascita, ma milanese di formazione accademica e di vita, è uno degli artisti prediletti della Matasci Arte di Tenero. Mario Matasci gli ha dedicato due mostre e un omaggio. L’importante personale dell’ottobre 1989, si avvaleva di un catalogo, il quinto dei Quaderni Galleria Matasci. I testi critici di Dora Vallier, Karl Bühlmann, Maria Will e l’intervista di Claudio Guarda avevano scandagliato il dipingere di questo ingegnere, artista informale, che pur non appartenendo a nessuna corrente specifica ascriveva il suo nome alla tradizione della pittura contemplativa lombarda tanto cara al titolare della Galleria di Tenero. Questa mostra aveva dato lustro a Tino Repetto e aveva nel contempo aumentato la risonanza della Galleria. Nel 2003 poi, con Le trame dell’invisibile, la Matasci Arte di Tenero aveva riproposto Tino Repetto, evidenziando attraverso le opere esposte il cammino interiore e l’evoluzione spirituale compiuta dal pittore di viale Montenero. Anche questa seconda esposizione aveva conosciuto interesse e consensi. Dal 25 marzo di questo anno e fino al 31 agosto Mario Matasci ripropone il dipingere di Tino Repetto con un Omaggio che in 30 opere (fra oli e carte) propone l’essenzialità di Repetto. Intima e raccolta, l’esposizione si avvale di un allestimento accurato ed elegante che valorizza le opere esposte e permette ai visitatori di cogliere la dimensione spirituale del dipingere di Tino Repetto palpabile nelle campiture delle tinte, nell’evanescenza del Omaggio a Tino Repetto alla Matasci Arte di Tenero da e diretta ma che cantano all’unisono la sinfonia delle tele. Pittura di riflessione e di silenzio quella di Repetto che esprime con umiltà e convinzione la grande umanità e spiritualità dell’autore che va di pari passo con la sua maestria. Un omaggio dovuto quella della Galleria Matasci che rinverdisce il nome di un artista che unitamente a Alfredo Chighine, Giuseppe Ferrari, Piero Giunni, Pierluigi Lavagnino, Gino Meloni, Umberto Milani, Ennio Morlotti e altri crearono l’informale lombardo. Sei opere per un museo Nella sala antistante l’Omaggio a Tino Repetto il visitatore s’imbatte in un’altra esposizione dal titolo Sei opere per un Museo che propone dodici opere di sei artisti informali già presenti nella Galleria Matasci. L’esposizione, creata dall’inventiva dello stesso gallerista Mario Matasci, ha un duplice obiettivo. Da una parte quello di stimolare il visitatore a riflessioni e confronti su opere di uno stesso autore, dall’altra quello di coinvolgerlo nella selezione e nella scelta di sei opere (una per ogni artista) che entreranno poi a far parte della Fondazione Matasci per l’Arte. La scelta può essere effettuata semplicemente compilando un formulario predisposto dalla AUGUSTO ORSI galleria. tratto grafico, in alcune tele quasi scrittura, e nella maestria di occupazione dello spazio. La serie dei ‘senza titolo’ presenta un alternarsi ritmato di modi. In alcune tele il colore è denso, prende corpo, ma non si fa mai invadente, creando una pura armonia con il segno. In altre poi è il segno che sovrasta, che narra, mentre le tinte impallidiscono dandoci oli nei quali l’artista riflette sulla vita e dice se stesso con dolcezza e con determinazione. Accanto agli oli vi sono le carte dall’esecuzione più rapi- OMAGGIO A TINO REPETTO MATASCI ARTE TENERO FINO AL 31 AGOSTO ORARIO: DA LUNEDÌ A VENERDÌ DALLE 8 ALLE 12 E DALLE 13 ALLE 18.30 SABATO DALLE 8 ALLE 17 LA GALLERIA RESTA CHIUSA NEI GIORNI FESTIVI