IL MONDO DELLE RELAZIONI FRA BAMBINI Percorso di Educazione Socio Affettiva per i Genitori della Scuola Primaria Istituto Sacra Famiglia A.S. 2012-2013 1° Incontro L’ IMPORTANZA DELLE RELAZIONI Il gruppo dei Pari Nel corso degli ultimi decenni si è assistito nell'ambito delle ricerche sui processi di socializzazione ad un progressivo spostamento di interesse dalle relazioni adulto-bambino a quelle bambino-bambino. A tali relazioni viene attribuita una grande importanza. La qualità delle relazioni tra coetanei assume un'importanza centrale per lo sviluppo sociale e personale del bambino. I bambini che non sono accettati dai compagni o che mancano di amicizie esperiscono relazioni stressanti, fonti di angoscia e frustrazioni per i soggetti stessi. Da studi longitudinali si è visto inoltre che i bambini che presentano difficoltà con i coetanei possono essere considerati a rischio per lo sviluppo futuro. La relazione con i coetanei rappresenta cioè un buon indicatore delle capacità di adattamento individuale del soggetto. E.MAGAZZINI Parker e Gottman (1989) propongono un modello evolutivo di sviluppo dell'amicizia in 3 fasi 1. Dai 3 ai 7 anni : la relazione è caratterizzata solamente dalla ricerca del divertimento e di attività ludiche da svolgere in coppia. 2. Tra gli 8 e i 12 anni emerge nel bambino il bisogno di essere accettato dal gruppo. 3. Dai 13 ai 18 anni : la preoccupazione di ridefinizione del sé e il bisogno di introspezione danno luogo ad interazioni caratterizzate da autorivelazione ed intimità. TIPI DI RELAZIONI AMPIEZZA DELLE RELAZIONI: • Diadi • Triadi (a partire dai 4-5 anni, prevalentemente maschili) • Gruppi Riguardo alla stabilità Studi recenti (Dunn, 1993) testimoniano che la nascita dell'amicizia è molto precoce. Già nella prima infanzia, infatti, è possibile riscontrare la presenza di relazioni amicali relativamente stabili nel tempo fino a 2-3 anni. Cos’è l’amicizia secondo i bambini ? 1. la simpatia reciproca, 2. il condividere qualcosa e la concezione che l'amico è colui che dà qualcosa; 3. il rafforzamento della propria personalità. BIGELOW e GAIPA 75 Dreikurs Il bisogno di appartenenza condiziona enormemente la vita sociale e relazionale dell’uomo (Adler). Se un soggetto non riesce a raggiungere un riconoscimento sociale è costretto a ricercare vie alternative, laterali per incrementare la propria autostima. 4 strategie utilizzabili per ottenere un posto e un ruolo (DREIKURS): Ottenere l’attenzione Esercitare il potere: opposizione verbale, intimidazione, violazione palese delle regole, atteggiamenti disturbanti, ostilità evidente. 3. Ricercare vendetta : mi comporto così per farti soffrire in modo tale che tu sia costretto a difenderti e a riconoscermi come persona 4. Esibire solo inadeguatezza e carenze (depressione). 1. 2. • anziché espellere i contenuti emotivi non gestiti attraverso l’agito violento ZANNETTI Alcuni dati sul comportamento aggressivo Tra i 4 e 18 anni circa il 10% dei soggetti presenta un’aggressività marcata: dopo l’età prescolastica l’aggressività è 2/3 volte più frequente nei maschi, diretta e fisica, legata soprattutto alla lotta per la dominanza nel gruppo. Le bambine e le ragazze agiscono in maniera più coperta, manipolando i rapporti, hanno competenze sociali ed empatiche più sviluppate che costituiscono una barriera naturale per le aggressioni. . La sua evoluzione Nei bambini piccoli l’aggressività si manifesta sotto forma di rabbia incontrollata, poi diventa più fisica o si esprime nella contravvenzione delle regole, norme e leggi sociali. I bambini di 2/3 anni, soprattutto se posti in situazioni “a rischio”, come quelle caratterizzate dalla condivisione di spazi e attrezzature, tendono ad assumere atteggiamenti apparentemente prepotenti. G.DAFFI-PRANDOLINI Alla Scuola dell’Infanzia In realtà l’afferrare un giocattolo o addirittura lo strapparlo dalle mani di un compagno piangente non è altro che l’unica soluzione percorribile da chi, come il bambino, desidera l’oggetto ma non è in grado di rimandarne il desiderio e non ha ancora la proprietà di linguaggio tale da poter convincere l’altro a cedergli quanto tanto brama G.DAFFI-PRANDOLINI Intorno ai 4-5 anni l’aggressività dovrebbe ridursi e subentrare il semplice gusto di giocare alla lotta Durante la scuola primaria, l’aggressività può assumere le forme più allarmanti: a questa età sia maschi che femmine possono lottare o usare la forza fisica con obiettivi ben precisi ma anche mettere in atto strategie di isolamento di un compagno/a con la sola intenzione di escluderlo dal gruppo e, in qualche modo, provocarne la sofferenza. G.DAFFI-PRANDOLINI BUCCOLIERO, MAGGI, SOLAVAGGIONE Gli atti possono arrivare ad avere una certa RAFFINATEZZA PSICOLOGICA. Ciò si verifica in particolare a partire dalla 4° classe elementare, e in prevalenza tra le femmine ; la 4° è infatti la classe in cui i bambini , e in misura maggiore le bambine, sembrano esercitarsi nella ricerca della gestione dei gruppetti, come se volessero misurare il loro potere personale, e in questo senso diventano più abili anche nell’esercizio della prepotenza psicologica e sociale. In pre-adolescenza e adolescenza La forza fisica dei ragazzi rende loro possibili azioni più incisive; inoltre il controllo dei Genitori e della Scuola diminuisce in favore della libertà personale. A questo punto il ragazzo sa però distinguere tra azioni aggressive involontarie (dettate dalla rabbia o da provocazioni momentanee) da quelle volontarie utili a dominare, controllare, umiliare, far soffrire G.DAFFI-PRANDOLINI F. Baldoni Se l’aggressività svolge una funzione adattiva per la specie , perché nell’uomo può raggiungere i livelli tanto distruttivi? Lorenz risponde che il problema fondamentale sta nel fatto che la cultura umana si è sviluppata molto velocemente. I cambiamenti dei valori, dei modelli e delle condizioni di vita sono oggi così veloci che la società umana non riesce a tenere il passo con l’adattamento.Questo porta a forme di malfunzionamento nell’espressione dell’aggressività che possono divenire estremamente pericolose. BUCCOLIERO MAGGI SOLAVAGGIONE • I maschi fanno prepotenze sia nei confronti dei maschi che delle femmine, queste ultime esercitano prevaricazioni per lo più solo verso altre compagne. • Nelle femmine il fenomeno delle prepotenze è più ristretto alle relazioni con i compagni di classe, mentre nei maschi si allarga a tutta la scuola. • Prevalentemente maschile è anche la figura vittima di colui che riveste contemporaneamente entrambi i ruoli subendo prepotenze dai compagni più forti e riversandole a sua volta su chi è più debole di lui. • LA PREPOTENZA E’ UNA MODALITA’ PER AFFERMARE LA PROPRIA RILEVANZA SOCIALE GLI INDICATORI • Necessità di controllare in qualche maniera gli altri • Bassa tolleranza alle frustrazioni • Mancanza di comprensione empatica * G.DAFFI-PRANDOLINI * Capacità di attribuire correttamente agli altri stati mentali, intesi come credenze, emozioni, desideri, intenzioni, pensieri, e di prevedere, sulla base di tali inferenze, il proprio e l’altrui comportamento (SEMPIO, MARCHETTI, LECCIO) Oltre ad un ordine INDIVIDUALE, ne esiste anche uno FAMILIARE • Atteggiamenti aggressivi diffusi • Scarsa attenzione a ciò che accade quotidianamente al bambino/ ragazzo • Poca coerenza nelle risposte alle azioni del bambino/ ragazzo ( minacce di sanzioni che poi non si realizzano, regole date ma non fatte rispettare, scarsità di provvedimenti-limite ) DAFFI- PRANDOLINI …e SOCIALE • Gruppo di amici : se il ragazzo ottiene dagli altri una gratificazione nel loro sostegno, tende a ripetere le condotte scorrette. Inoltre esiste il fenomeno del “contagio sociale” • Ambiente scolastico : prevaricante sia fra gli alunni, sia nel rapporto insegnanti-alunni, sia nel rapporto scuolafamiglia • Ambiente sociale prossimo : specialmente nelle zone ad elevato rischio, esiste una sottocultura che incoraggia al “comportamento da duri” per guadagnarsi il rispetto altrui “a tutti i costi”, confondendo la paura con la stima DAFFI- PRANDOLINI