Crisi del primo dopoguerra • Piccola e media borghesia agraria ed urbana: priva di appoggi in una lotta da due fronti – grande borghesia (giudicata responsabile del carovita, dell’inflazione, e delle crescenti tasse) – proletariato (soppiantare l’ordine e minare le basi della proprietà) • Classi medie: appoggio al fascismo – società moderata e progressista, avversa sia alle masse socialiste sia alla grande borghesia Dai Fasci di combattimento al Partito Nazionale Fascista • 23 marzo 1919: Fasci di combattimento • Benito Mussolini • 1883, Predappio (Forlì) • Insegnante elementare • Movimento socialista • 1902-1904: Svizzera – propaganda politicosindacale – marxismo: concetto di lotta di classe Dai Fasci di combattimento al Partito Nazionale Fascista • Partito Socialista • Direttore dell’Avanti! • Scoppio della guerra: neutralista • Rottura con il socialismo • Nuovo giornale: Il Popolo d’Italia - guerra rivoluz. • 1918: “quotidiano socialista” “quotidiano dei combattenti e dei produttori” • 1921: Partito nazionale fascista “Il programma di San Sepolcro” • Politica estera: la lotta contro gli imperialismi • Politica interna: – istituzione della repubblica con ampie autonomie regionali e comunali – suffragio universale (esteso anche alle donne) – istituzione del referendum popolare – abolizione del Senato (espressione della reazione aristocratico-borghese) – eliminazione dei titoli nobiliari, della polizia politica e della coscrizione obbligatoria “Il programma di San Sepolcro” • “Il programma di San Sepolcro”: un coacervo di motivi generici e disparati • “Noi fascisti ci permettiamo il lusso di essere aristocratici e democratici, conservatori e progressisti, reazionari e rivoluzionari, a seconda delle circostanze di tempo, di luogo e di ambiente… I fascisti non hanno dottrine prestabilite: la loro unica tattica è l’azione.” (Mussolini) • Chiaro anticomunismo del fascismo non ostile al governo liberal-democratico violenza fascista: organi governativi indifferenti • ”Anima anticomunista” del fascismo punti di accordo con la grande borghesia (l’occupazione delle fabbriche) La sparatoria a Bologna • 21 novembre 1920, Bologna: colpi di pistola contro la sede del Comune (sindaco socialista) lancio di bombe dalle finestre del palazzo numerose vittime • Reazione fascista: rapida ed incontenibile espressione di una decisa volontà controrivoluzionaria Le elezioni politiche del maggio 1921 • Elezioni: elemento decisivo per un radicale mutamento della situazione politica luglio 1921: caduta del governo Giolitti • Ascesa del fascismo al Parlamento – 35 deputati eletti • Ultima fase attiva dello Stato liberale Le “squadre d’azione” • Attacco a fondo contro il socialismo e il movimento operaio: squadre d’azione – camicia nera (indossata durante la guerra dai “reparti d’assalto” – arditi dell’esercito italiano) – fascio littorio: concreto richiamo alla grandezza di Roma antica e alla sua tradizione guerriera Le “squadre d’azione” • corti bastoni ferrati (manganelli): simbolo di una violenza destinata ad assicurare la giustizia diretta Compito: – assalire e disperdere con la forza le organizzazioni sindacali e le associazioni socialiste e cattoliche – mettere a tacere gli esponenti politici dei partiti di sinistra La grande illusione delle forze governative • “Farsi giustizia da sé”, regime di terrore (“spedizioni punitive”, manganellate), atmosfera da guerra civile autorità governative: larga tolleranza ai fascisti – controllo al momento opportuno • Grosso errore delle autorità governative: le forze fasciste non erano destinate a rientrare nella legalità • Mancanza di ogni intervento delle forze di polizia impressione di debolezza dello Stato democratico fascisti e una parte dell’opinione pubblica: fascisti = veri e soli campioni della stabilità politica e dell’ordine nuovo • Fascismo: 4.000 voti (1919) 310.000 voti (1921)