Pena di Morte
Stefania, Eleonora, Michele e Daniele
Noi abbiamo scelto la
vita…sempre!!…e tu?
Dalle prime forme di civiltà
organizzate l’uomo ha
sempre fatto ricorso
istintivamente
all’applicazione estrema della
pena capitale come punizione
di atti criminosi nel tentativo
di placare la sete umana di
vendetta. Ancora adesso la
pena di morte è in uso in
moltissimi paesi (parte di
questi si definiscono paesi
civilmente evoluti). Dopo
secoli di applicazioni (talvolta
ingiuste e arbitrarie)
possiamo ritenere che questa
forma di atrocità sia
effettivamente sensata ed
efficace?
Statua della…libertà?
Vogliamo tornare all’età della pietra???
“Coloro che si oppongono alla pena di
morte lo fanno soprattutto per motivi
morali. Al di là dell'atrocità insita in
questo strumento, essi ritengono che
nessun uomo né individualmente né
come rappresentante della comunità
abbia il diritto di togliere la vita ad un
altro uomo, indipendentemente dalla
gravità delle colpe da quest'ultimo
commesse.”
La Pena di Morte nel
Mondo
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Europa dell’Ovest
Europa dell’Est
Medioriente
Nordafrica
Sudafrica
Asia
Oceania
Nordamerica
Centramerica
Sudamerica
Paesi e Metodi
Paesi e Metodi
Paesi e Metodi
Paesi e Metodi
Paesi e Metodi
Paesi e Metodi
Paesi e Metodi
Paesi e Metodi
Paesi e Metodi
Paesi e Metodi
"La coscienza, nonostante il
colpo di grazia, resta ancora a
lungo.L'esecuzione si compie la
mattina all'alba, in un fortino
militare, lontano dagli occhi di
tutti".
Metodi
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Fucilazione
Impiccagione
Iniezione letale
Sedia elettrica
Camera a gas
Lapidazione
Decapitazione
Crocifissione
Metodi di morte utilizzati
nell’antichità o poco utilizzati oggi
FUCILAZIONE
Tempo di sopravvivenza: incerto
La sentenza viene eseguita da un fuciliere o da
un plotone il cui numero varia da Paese a
Paese (in alcuni è previsto che fra le armi dei
fucilieri ve ne sia una caricata a salve).
L'ufficiale che comanda il plotone ordina la
scarica, quindi si avvicina al condannato per
sparare il colpo di grazia, alla tempia o alla
nuca.
IMPICCAGIONE
Tempo di sopravvivenza: 8-13 minuti
Il condannato viene fatto penzolare da una corda
posta intorno al collo ed è ucciso dalla pressione
esercitata dalla corda stessa contro il corpo, spinto
verso il basso dalla forza di gravità. Lo stato di
incoscienza e la morte sono provocati da lesione
alla colonna vertebrale o da asfissia. Talora si
rende necessario tirare le gambe del condannato.
Sebbene privo di sensi, il corpo può avere degli
spasmi ed il cuore può continuare a battere per
alcuni minuti. Il condannato diventa cianotico, la
lingua sporge in fuori, i bulbi oculari escono dalle
orbite, vi è un solco alla cute del collo; ci sono
inoltre lesioni vertebrali e fratture interne.
INIEZIONE LETALE
Tempo di sopravvivenza: 6-15 minuti
Fu introdotta in Oklahoma e Texas nel 1977, la prima esecuzione fu in Texas nel
dicembre 1982. Viene introdotta per via endovenosa di una quantità letale di un
barbiturico ad azione rapida combinato con un agente paralizzante. Il cuore
continua a battere per un periodo che può variare dai 6 ai 15 minuti; il condannato
prima viene messo in uno stato di incoscienza e poi viene ucciso lentamente per
paralisi respiratoria e successivamente cardiaca. In Texas viene usata una
combinazione di tre sostanze: un barbiturico che rende il prigioniero incosciente,
una sostanza che rilassa i muscoli e paralizza il diaframma in modo da bloccare il
movimento dei polmoni e un'altra che provoca l'arresto cardiaco. Si ritiene che
questo sia il metodo di esecuzione più umano, invece possono esserci anche gravi
complicazioni: l'uso prolungato di droghe per via endovenosa da parte del
prigioniero può comportare la necessità di andare alla ricerca di una vena più
profonda per via chirurgica; se il prigioniero si agita, il veleno può penetrare in
un'arteria o in una parte di tessuto muscolare e provocare dolore; se le componenti
non sono ben dosate o si combinano tra loro in anticipo sul tempo previsto, la
miscela si può inspessire, ostruire le vene e rallentare il processo; se il barbiturico
anestetico non agisce rapidamente il prigioniero può essere cosciente mentre
soffoca o mentre i suoi polmoni si paralizzano.
LA SEDIA ELETTRICA
Tempo di sopravvivenza: 10 minuti
Fu introdotta negli USA nel 1888. Il condannato viene legato ad una sedia di legno
ancorata al suolo e isolata elettricamente. Tutto inizia 3 giorni prima, rinchiudendo il
prigioniero in una cella speciale che affaccia sulla stanza dove è posto lo strumento di
morte. Un faccia a faccia corrosivo che porta il prigioniero a morire ancor prima di morire
fisicamente: si giunge quindi all'annullamento della persona. Vengono fissati elettrodi di
rame inumiditi sulla testa, con una specie di elmetto di cuoio, e ad una gamba (che sono
state rasate per assicurare una buona aderenza). Vengono quindi trasmesse a brevi
intervalli potenti scariche elettriche: un elettricista, agli ordini del boia, immette la
corrente per la durata di due minuti e diciotto secondi variando il voltaggio da 500 a 2000
volt, altrimenti il condannato brucerebbe (2000 volt). La morte è causata da arresto
cardiaco e da paralisi respiratoria. Il procedimento procura effetti visibili devastanti: il
prigioniero a volte balza in avanti trattenuto dai lacci, orina, defeca o vomita sangue, gli
organi interni sono ustionati, si sente odore di carne bruciata. Benché lo stato di
incoscienza dovrebbe subentrare dopo la prima scarica, in alcuni casi questo non accade:
a volte il condannato è solo reso incosciente dalla prima scarica, ma gli organi interni
continuano a funzionare, tanto da rendere necessarie ulteriori scariche.
Sono numerosi e documentati i casi di condannati per i quali le scariche elettriche previste
non sono state sufficienti a procurarne la morte e che pertanto hanno dovuto subire atroci
torture prima di essere definitivamente stroncati da ulteriori e più potenti scariche.
CAMERA A GAS
Tempo di sopravvivenza: 8-10 minuti
Questo metodo di esecuzione fu introdotto negli USA negli anni '20,
ispirato dall'uso di gas venefici durante la prima guerra mondiale e
dal largo impiego del forno come metodo di suicidio. Il prigioniero
viene fissato ad una sedia in una camera stagna. Uno stetoscopio
fissato al suo torace viene collegato a cuffie che si trovano nella
stanza adiacente, dove stanno i testimoni, in maniera tale che un
medico possa controllare il progredire dell'esecuzione; nella camera
stagna viene quindi liberato gas cianuro che uccide il condannato. La
morte avviene per asfissia: il cianuro inibisce l'azione degli enzimi
respiratori che trasferiscono l'ossigeno dal sangue alle cellule del
corpo. Lo stato di incoscienza può subentrare rapidamente, ma
l'esecuzione durerà più a lungo se il prigioniero tenta di prolungare la
propria vita trattenendo il fiato o respirando lentamente. Così come
avviene con gli altri metodi di esecuzione, gli organi vitali possono
continuare a funzionare per un breve periodo, a prescindere dal fatto
che il prigioniero sia cosciente o meno.
LAPIDAZIONE
Tempo di sopravvivenza: sino a 4 ore
Il condannato viene solitamente sepolto nel terreno fino al collo, o
bloccato in altri modi. La morte può essere causata da danni al cervello,
da asfissia o da una combinazione di ferite. La persona può essere
colpita più volte senza perdere conoscenza: di conseguenza la morte
può essere molto lenta. Spesso la comunità assiste o partecipa alla
lapidazione. E' comminata prevalentemente nei casi di adulterio.
Il codice penale iraniano descrive minuziosamente le modalità
dell’esecuzione ("le pietre non devono essere così grandi da far morire
il condannato col lancio di una o due di esse; non così piccole da non
poter essere definite come pietre) e, a dimostrazione di una millenaria
discriminazione, dispone che le donne siano seppellite fino alle spalle,
gli uomini invece fino alla vita. Se durante il supplizio, che avviene
normalmente il venerdì nello stadio dopo la partita, riescono a liberarsi,
ottengono la grazia, poiché quella è stata la volontà di Allah.
Eventualità che può riuscire agli uomini, impossibile alle donne.
DECAPITAZIONE
Tempo di sopravvivenza: 1-2 minuti
Metodo usato in base al quale la testa del condannato
viene staccata dal corpo per mezzo di una spada. Lo
shock provocato alla colonna vertebrale dovrebbe
provocare l'immediata perdita dei sensi, ma possono
rendersi necessari parecchi colpi per provocare il
distacco della testa. In Arabia Saudita, nei casi che le
autorità ritengono più seri, può essere prevista la
crocifissione dopo l'esecuzione.
CROCIFISSIONE
Tempo di sopravvivenza: incalcolabile
Il condannato viene inchiodato a polsi e
caviglie ad una croce e lasciato morire fra
atroci sofferenze.
METODI DI MORTE UTILIZZATI NELL'ANTICHITA' O POCO UTILIZZATI OGGI
ALLUNGAMENTO Il condannato veniva legato ai polsi e alle caviglie con corde che
venivano tirate da parti opposte con argani; in questo modo era "tirato" fino alla morte.
ANNEGAMENTO Il condannato veniva buttato in acqua legato, in modo che non riuscisse a
nuotare. Questo sistema veniva utilizzato per verificare la colpevolezza di una presunta strega:
se essa annegava, era considerata innocente; se l'acqua la respingeva ed essa galleggiava, era
considerata colpevole e veniva messa al rogo.
BOLLITURA Il condannato veniva posto in un calderone pieno d'acqua che veniva riscaldato.
Questa tecnica era usata soprattutto nel Medioevo.
CALDERONE Un recipiente di ferro veniva posto sullo stomaco del reo con l'apertura in
basso, poi veniva alzato affinché entrassero alcuni topi; quindi veniva riscaldato e i topi, per
uscire, non potevano fare altro che rosicchiare lo stomaco del condannato.
CAVALLO DI LEGNO Il condannato veniva posto a cavalcioni in una struttura a V, come su
un cavallo; venivano poi posti dei pesi ai suoi piedi affinché egli venisse tirato sempre più giù,
fino a quando non si divideva in due.
ESSERE GETTATI DA GRANDE ALTEZZA Il condannato era gettato da una montagna.
IMMERSIONE NELLE FOGNE La condannata (adultera o prostituta) veniva legata ad
un'asse e immersa nel punto del canale in cui confluivano le fogne; questa tecnica è stata in
seguito migliorata mettendo la poveretta in gabbia. Pratica usata soprattutto nel Medioevo.
LETTO (o sedia) DI FERRO Il prigioniero vi veniva fatto sedere, poi si riscaldava il ferro fino
all'incandescenza.
SBRANAMENTO DA ANIMALI Il condannato veniva gettato in un'arena
insieme a leoni. Questo metodo era usato soprattutto nell'antica Roma.
SCORTICAMENTO La pelle del condannato veniva tolta a strisce con
svariati strumenti.
SOTTERRAMENTO Il condannato veniva sotterrato vivo e lasciato a morire.
Questo metodo è stato largamente usato in tutti i secoli. In India, ad esempio,
sotterravano le donne fino al collo, poi le lasciavano, con solo la testa
all'esterno, a cuocere al sole.
SPARO DI CANNONE Il condannato veniva posto dinanzi la bocca del
cannone, poi veniva sparato un colpo.
TRAFISSIONE CON FRECCE Il condannato veniva legato ad un palo o ad
un muro e degli incaricati gli tiravano delle frecce. Questa pratica era usata fra
Indiani e Vichinghi, che miravano alle parti non vitali del corpo per
prolungare l'agonia il più possibile.
VERGINE DI FERRO Consisteva in una sorta di sarcofago femminile fatto di
legno o ferro, scavato dentro e riempito con chiodi appuntiti. La vergine di
ferro veniva aperta e il condannato vi veniva inserito. Quest'ultimo, alla
chiusura del portello, veniva "abbracciato" dalla vergine e veniva trafitto dai
chiodi.
MORTE DA INSETTI Ci sono molte variazioni di questa pratica. In genere il
condannato veniva fissato al suolo, poi cosparso con una sostanza dolce (ad
esempio miele), e abbandonato per essere mangiato da insetti.
MORTE PER FAME Il condannato era posto in una cella e non veniva nutrito.
Celebre l'episodio del Conte Ugolino descritto da Dante nella Divina Commedia.
PENDOLO Un pendolo con lama affilatissima veniva lentamente abbassato sul
condannato che giaceva sulla schiena; come nel racconto di Edgar Allan Poe "Il
Pozzo E Il Pendolo".
PERCOSSIONE Il condannato veniva percosso fino alla morte, spesso con
strumenti quali il gatto a nove code; un esempio è quando gli schiavi americani
venivano picchiati dai loro padroni.
PRESSATURA Il condannato veniva posto fra due lastre di pietra; sulla lastra
superiore venivano posti oggetti pesanti, finché egli non moriva schiacciato.
ROGO Il condannato veniva legato a un palo, poi si incendiava il palo alla base
del quale vi era materiale incendiabile come fieno. Questo metodo era usato ai
tempi della caccia agli eretici ed alle streghe, quando esse non venivano
condannate all'impiccagione.
RUOTA Vi erano molti modi di usarla. Per esempio, il condannato poteva venir
legato al cerchio esterno della ruota, che veniva fatta rotolare lungo un percorso
spinato o giù per una collina.
“Molti di quelli che vivono
meritano la morte e molti di
quelli che muoiono meritano la
vita, tu sei in grado di valutare?
Non essere troppo ansioso di
elargire morte e giudizi, anche i
più saggi non conoscono tutti
gli esiti.”
(J.R.R. Tolkien)
“La pena di morte non è altro che
la guerra della nazione contro un
cittadino, perchè giudica
necessaria o utile la distruzione
del suo essere”
(Cesare Beccaria – Dei Delitti e Delle Pene)
10 MOTIVI UMANITARI PER ABOLIRE LA
PENA DI MORTE
10
motivi
1) La pena di morte non serve come deterrente per i crimini.
2) L'applicazione delle norme giuridiche è spesso soggetta a errori
umani dolosi o involontari.
3) La pena di morte è un arma troppo potente in mano a governi
sbagliati.
4) L'applicazione della pena di morte non incentiva la ricerca di
sistemi preventivi.
5) Il diritto alla vita è un principio fondamentale su cui si basa la
nostra società.
6) Lo stato si comporterebbe in modo criminale come il criminale
stesso.
7) La pena di morte è discriminatoria
8) La pena di morte non ristabilisce alcun equilibrio.
9) Lo Stato è corresponsabile dei crimini commessi.
10) Pena di morte = risparmio ?
Viva la vida, muera la muerte!
(cit. MCR)
Non è nostro compito quello di giudicare ed esaminare i comportamenti dello Stato di
fronte a un criminale e, tanto meno, la presunzione di scegliere la giusta pena per chi
non ha rispettato la legge “divina” fra gli uomini. Ma rappresenta sicuramente un
nostro dovere quello di valutare (condannare o approvare) se i comportamenti che le
comunità di uomini assumono siano accettabili e ragionevoli o meno. In tutte le parti
del mondo, nei secoli, l’uomo si è quasi sempre arrogato il diritto di decidere la
punizione appropriata per un certo crimine ad un dato colpevole e spesso anche il
diritto di estremizzare la punizione fino ad annullare la vita del condannato.
Il “dono” della vita, e “quello” della morte, viene da Dio, come la coscienza della
persona si troverà al Suo cospetto nel rendere a Lui le proprie colpe. Ovviamente le
regole di uno Stato non si possono basare sulla spirituale credenza in un Dio e sulla
vita dopo la morte; deve esso quindi porre leggi limite, adeguate punizioni alla
trasgressione per assicurare il conseguimento delle libertà personali e della pace.
Noi pensiamo che la pena di morte non sia adeguata né legittima; riteniamo infatti
che essa sia un malefico artificio di morte e un presuntuoso abuso di potere al fine
di eliminare gravi colpevoli considerati deleteri per la società (e per il mondo intero)
ed impuri a tal punto da non meritare più di vivere, e per di più nello stesso tempo
questa barbarie esprime un negativo esercizio del potere da parte dei governanti.
E’ confermato che la pena capitale in quanto punizione non sia utile (a meno che
non sia indispensabile l’eliminazione di un cittadino scomodo) perché concentra la
sofferenza della pena in un breve momento, lasciando poi solo un corpo senz’anima
Testo personale
non più in grado di pentirsi né riscattarsi del peccato commesso. Provocando così
solo terrore e disperazione nell’animo del condannato prima dell’esecuzione la pena
di morte trasmette a tutti i cittadini solamente il senso sadico della giurisdizione del
Paese e un fittizio e inconsistente senso di appagamento della vendetta. La
magistratura, l’organo legislativo e governativo e le forze dell’ordine pubblico
dovrebbero assicurare che un elemento pericoloso non sia lasciato libero e non gli sia
data la possibilità di commettere altri atti criminosi con l’attivazione di carceri
adeguate ed ergastoli. Non si può giocare oltre con la vita delle persone! Sappiamo
che è facile parlare esternamente al problema, comprendiamo il dolore che una
persona malvagia se non addirittura squilibrata può creare, ma lo Stato deve agire e
cogitare in modo obbiettivo e oggettivo senza influenze, con la mente lucida e
consapevole. Dovrebbe essere ormai chiaro alla società quanto la pena di morte non
possa saziare la brama di vendetta e di sangue di alcun individuo.
Siamo certi sul fatto che, qualora non fosse possibile (per motivi di giustizia e di
legge) recuperare un colpevole concedendogli un’altra possibilità, sia doveroso e
giusto consegnarlo nelle mani della prigionia (nel peggiore dei casi possibilmente
integrata da lavori forzati per lui stesso e a favore della produttività della società)
tenendo in conto un piano di riabilitazione morale e spirituale(interiore), la quale
deve essere sempre valorizzata dentro una prigione in qualunque caso per qualunque
condannato.
Queste per noi sono alcune caratteristiche per delineare una società migliore e
civilmente più corretta. Una volta chiarito che la pena di morte costituisce per una
società solo un inutile e dannoso elemento di regresso e di errore, sottolineiamo il
fatto che la pena di morte non rappresenta certamente da sola l’unica causa di
disumana ingiustizia, discriminazione del diverso, inciviltà e calpestamento dei
diritti inviolabili dell’uomo, poiché moltissimi esempi si possono fare riguardo ai
comportamenti umani che delineano l’enorme mancanza di rispetto e di tolleranza e
la profonda ostentazione nel commettere egoisticamente il male con lo scopo di
assicurarsi la propria posizione individuale senza curarsi minimamente della vita e
della felicità altrui. Guerre, torture, sfruttamento incurante del terzo mondo da parte
dell’Occidente, fame, malattie indifferentemente incontrastate, indifferenza e noncuranza dei mali del mondo, multinazionali, analfabetismo, povertà, malnutrizione,
privazione della libertà, della giustizia, della onestà, dell’amore, della fratellanza,
della pace, … , la lista è quasi infinita… Ma con questo nostro lavoro, colorito dalle
nostre opinioni, vorremmo indurre a ripensare a ciò che in questo mondo non
funzione correttamente e in particolare alla brutalità che la pena di morte rappresenta
sognando che questo vuoto di valori, di ideali e di buon senso venga colmato sempre
più da chi nella vita ci crede ancora e ha ancora la forza di lottare; sperando in un
futuro migliore e privo di questa “croce” esclamiamo il nostro NO alla PENA DI
MORTE!!
Link & Organizzazioni
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Amnesty International
Nessuno tocchi Caino
Coalit
Comunità di S.Egidio
Bibliografia
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Coalizione Italiana Contro la Pena di morte
Nessuno Tocchi Caino
Amnesty International
Cesare Beccaria - “Dei Delitti e Delle Pene”
J.R.R. Tolkien – “The Lord of the Rings”
e altri siti minori
Riflessioni personali
Discografia
• Dream Theatre – Scenes from a memory
• Ska-p – Welcome to hell
• Bruce Springsteen – Dead man walkin’
• Led Zeppelin – Gallow’s Pole
• The Doors – The house of the rising sun
• Colonna sonora del signore degli anelli –
La compagnia dell’anello
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I metodi