L’arte dei primi Cristiani Cartina dell’impero romano Il rapporto tra Roma e il Cristianesimo Il cristianesimo varcò i confini della Palestina, terra della predicazione di Gesù, e trovò ampia diffusione nelle regioni dell’Impero romano. Il cristianesimo, dapprima riconosciuto come setta ebraica nell'ambito dell'impero romano, e le autorità politiche, incontrò ben presto l'ostilità degli imperatori. Si verificarono così periodi di persecuzione e numerosi cristiani dovettero affrontare la morte pur di non rinnegare le loro convinzioni. Il tentativo di sradicare il cristianesimo, portò di fatto alla sua maggiore diffusione. Si arrivò così all'accettazione della nuova fede da parte delle autorità e alla promulgazione dell‘ editto di Costantino. L’esigenza di un Luogo di Culto Dalla domus ecclesiae alla Basilica paleocristiana Le prime riunioni degli adepti cristiani antecedenti all’editto di Costantino, avvenivano in semplici abitazioni adeguate allo scopo. A Roma si sono rinvenuti circa venticinque tituli (abitazioni di culto), sopra i quali erano poi sorte chiese in epoca successiva. L’antica basilica di S Pietro Con il numero crescente dei fedeli venne resa necessaria la creazione di spazi idonei alla celebrazione del culto. Si adottò un edificio già presente nell’edilizia romana, che rispondeva appieno alle nuove esigenze : la Basilica. Basilica di Massenzio La basilica romana era un luogo deputato alle riunioni per trattare affari, prendere accordi, celebrare processi. Le ampie dimensioni dell’edificio e la pianta longitudinale, di cui si apprezzò lo sviluppo spostando l’ingresso dal lato lungo al lato breve, in modo che chi entrava fosse immediatamente in asse con l’altare e vi si dirigesse, rendevano la struttura pienamente idonea alle nuove funzioni. Basilica di Massenzio interni (disegni acquerellati) Basilica di Massenzio interni La pianta delle basiliche presenta alcune caratteristiche costanti. L’edificio sacro, orientato secondo l’asse ovest-est (la zona presbiteriale e l’altare dovevano essere nella direzione del sole nascente), è preceduto da un atrio o quadriportico: il portico addossato alla facciata (nartece) era riservato ai catecumeni e ai penitenti, che non potevano entrare nella chiesa. All’interno, l’aula è suddivisa in tre o cinque navate, delle quali quella centrale è di larghezza notevolmente maggiore di quella delle laterali (spesso doppia). Lo sviluppo longitudinale termina nel transetto, trasversale alle navate: al centro di esso, davanti all’abside sulla parete di fondo, si trova l’altare. Gli edifici a pianta centrale La forma basilicale non era l’unica struttura adibita a luogo di culto cristiano. Ad essa si affiancò la pianta centrale che fu prevalentemente utilizzata per i mausolei (tombe monumentali) e i battisteri, più raramente per i martyria e gli oratori. La pianta centrale nei mausolei era legata alla tradizione micenea e aveva un’ampia funzione nella classe dominante: lo stesso Costantino innalzò alla figlia un mausoleo a pianta centrale ornato. Battistero di S. Giovanni Inizialmente il battistero era un ambiente all’interno della basilica, ma divenne poi un edificio autonomo, a pianta circolare o ottagonale. La forma ottagonale alludeva alla resurrezione di Cristo, Battistero Alberga che avvenne all’alba dell’ottavo giorno dalla sua morte, ed è il simbolo della salvezza del battezzando. L’ambiente dove avveniva la cerimonia era coperto da una volta e i ricchi mosaici che la ornavano erano la prima visione per il neofita Particolare musivo da Santa Costanza Roma purificato. Le catacombe I più antichi cimiteri cristiani seguendo l’uso funerario pagano, vennero posti fuori dalle mura delle città dove i defunti venivano inumati secondo le modalità imposte dalla religione. Alla fine del II secolo prevalse la consuetudine di creare aree appositamente destinate alle sepolture cristiane. Catacomba S. Agnese Ben presto il gran numero dei defunti e il prezzo vertiginoso dei terreni rese appetibili le cave di tufo nei pressi di Roma dove la natura dei territori, consentisse di realizzare grandi tombe collettive sotterranee. particolare Non corrisponde dunque a verità la legenda che i cristiani ricavassero nel sottosuolo le catacombe per sfuggire alle persecuzioni. Catacomba di Domitilla Roma Le catacombe erano costituite da numerose gallerie sotterranee oggi definite ambulacri, e anticamente chiamate criptae (nascoste) dagli operai che eseguivano gli scavi. Le catacombe scoperte a Roma sono oggi 60, divise in sette regioni, tutte collocate fuori dalla cinta muraria della città, che presero il nome del proprietario del terreno o del martire sepolto. Catacomba S. Callisto Catacombe a Roma Le Decorazioni I primi cristiani non erano abituati ad usare le immagini figurative per decorare i luoghi di culto. Consideravano un atto molto grave rappresentare Dio in forme umane, fare ciò significava diventare idolatri come i pagani. Per questo motivo, nelle catacombe e nei primi luoghi di preghiera i cristiani iniziarono a dipingere immagini simboliche, che non avevano lo scopo di raffigurare il volto di Dio ma piuttosto di rimandare ai concetti più importanti della fede cristiana. Il PESCE, che vive nell’acqua, ricorda ai cristiani il Battesimo, quando con l’acqua hanno ricevuto la salvezza. Inoltre in greco la parola “pesce”, ossia ΙΧΘΥΣ (che si pronuncia Iczus), è l’acrostico di “Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore. La COLOMBA è utilizzata come simbolo dello Spirito Santo. Se invece ha un ramoscello di ulivo nel becco, la colomba simboleggia la pace. L’AGNELLO, simboleggia Cristo sacrificato per la salvezza di tutti gli uomini. Nell’arte cristiana l’agnello è utilizzato come simbolo dell’Eucaristia, o come simbolo del sacrificio di Gesù. Secondo un’antica leggenda, la carne del PAVONE aveva il dono di non marcire mai. Proprio per questo motivo, i primi cristiani raffiguravano il pavone per simboleggiare il mistero della resurrezione dei corpi. Il TETRAMORFO, che significa letteralmente “quattro forme”, si riferisce ai quattro evangelisti: Matteo (l’uomo), Marco (il leone), Luca (il vitello), Giovanni (l’aquila). L’ALFA e l’OMEGA (α e ω, oppure in maiuscolo A e Ω) sono la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco. Vengono rappresentate nelle chiese per indicare che Gesù è il principio e la fine di tutto. I primi cristiani amavano rappresentare un ALBERO carico di frutti per ricordare il Paradiso. Nel Medioevo l’albero della vita venne collegato alla croce di Cristo. Il PASTORE che porta sulle sue spalle una pecorella simboleggia Gesù. Il MONOGRAMMA è formato dall’unione di due lettere dell’alfabeto greco, la Χ e la ρ, che sono le prime due lettere della parola Χριστός, Cristo. Le superfici esterne degli edifici paleocristiani, soprattutto nelle basiliche, erano generalmente semplici e disadorne; gli interni, al contrario, erano riccamente decorati con pavimentazioni marmoree, pareti rivestite di piastre, affreschi, mosaici, tappezzerie e sontuosi oggetti d'uso liturgico in oro e argento. Catacomba di Priscilla Nel IV secolo ebbe inizio la grande tradizione musiva paleocristiana. Nelle basiliche, sequenze di composizioni che rappresentavano scene dell'Antico Testamento o schiere di santi ornavano per tutta la lunghezza la navata centrale, sopra i colonnati. L'arco che separava la navata centrale dalla zona absidale, denominato arco trionfale, era normalmente rivestito di mosaici dal pavimento al soffitto. Il catino absidale (la mezza cupola di copertura dell'abside) era abitualmente riservato a rappresentazioni del Cristo, della Vergine o del santo cui la chiesa era dedicata. Anche i battisteri e i mausolei erano decorati a mosaico, con scene e motivi inerenti alla funzione. Galla Placidia In Italia sono rimasti molti interessanti esempi di mosaico paleocristiano, come quelli del mausoleo di Galla Placidia, nei toni dell'azzurro e dell'oro; la suggestiva scena di trasfigurazione, episodio della vita di sant'Apollinare, nell'abside di Sant'Apollinare in Classe; le 27 composizioni delle scene dell'Antico Testamento sopravvissute in Santa Maria Maggiore a Roma; e i mosaici della volta del deambulatorio di Santa Costanza sempre a Roma, ricchi di motivi pagani. I mosaicisti bizantini continuarono tale tradizione e fecero del mosaico una delle principali glorie della loro arte. Santa Costanza La Pittura A causa della loro deperibilità, rari sono gli esempi rimasti di affreschi paleocristiani. Quelli con scene battesimali del santuario paleocristiano di Dura-Europos (250 ca.), un remoto avamposto romano in Siria, sono pervenuti in buono stato di conservazione. Se ne sono preservati anche in alcune catacombe romane come, ad esempio, quello con le scene della vita di Cristo e della Vergine (III secolo) nelle catacombe di Domitilla, a Roma, realizzati secondo uno schema semplice e lineare e con una limitata gamma cromatica. San Lorenzo fuori le mura La Scultura Le statue paleocristiane conosciute sono poche; i due unici marmi pervenuti sono Il Buon Pastore (IV secolo, Musei Vaticani, Roma) e Giona (seconda metà del III secolo, Cleveland Museum of Art, Ohio), nel quale Giona viene rigettato dalla bocca di un mostro marino. Il Buon Pastore Buon Pastore I bassorilievi in marmo e porfido sopravvivono invece in gran quantità. Notevoli sono il sarcofago di Giunio Basso (359 ca., Grotte vaticane, Roma), con dieci altorilievi di scene tratte dall'Antico e dal Nuovo Testamento, e quelli in porfido di Elena e Costanza (IV secolo, Musei Vaticani), rispettivamente la madre e la figlia di Costantino. Il portale principale della chiesa di Santa Sabina ha monumentali porte lignee intagliate risalenti al V secolo. Sarcofago del Buon Pastore Sarcofago Giunio Basso