Problemi e tecniche del testing online (parte I) Gianfranco Porcelli Pavia, 4 febbraio 2010 Archimede e il Testing (ciò che si guadagna in forza si perde in movimento) Oggettività e realismo • Ciò che si guadagna in oggettività si perde in realismo • Le capacità di interagire nelle reali situazioni di comunicazione si possono osservare solo nelle reali situazioni di comunicazione Ansia da test La bella notizia Clever… Verare e falsare Bleah! Non solo Linus / 1 Non solo Linus / 2 La verifica del profitto come comunicazione • Tre termini cruciali: – Verifica – Profitto – Comunicazione La verifica del profitto come comunicazione • Verifica e valutazione • La ‘misurazione’ Verifica Valutazione Verifica Valutazione Performance Persona Insegnante Consiglio di classe La verifica… (1: di che cosa?) • Oggetto della verifica è la performance, ciò che lo studente “esterna”, come indice e campione della competence: a) indice, perché può condurre a intuire processi mentali e abilità complesse; b) campione, perché ogni prova di controllo non può che selezionare alcune abilità, competenze, aree lessicali... Input, Intake, Output INPUT INTAKE OUTPUT Grammatica e lessico • Se si parte da un’ottica comunicativa si scopre allora che per capire un testo la grammatica serve a poco … • … il lessico molto di più! – Il Lexical Approach (1993) • Chi viaggia all’estero si porta una grammatica o un dizionario? • E allora, perché tendiamo a ragionare come se imparare una lingua fosse impararne la grammatica? Grammatica dell’aspettativa e testing pragmatico • Le prove pragmatiche mettono in gioco le competenze testuali – - in particolare la capacità di capire un testo facendo anticipazioni corrette • Oller (1979) cita anzitutto il dettato per l’orale e il cloze test per lo scritto, ma anche la traduzione e altre forme di parafrasi sono incluse tra le prove pragmatiche La verifica… (2: quali parametri?) • La accuracy, in termini di correttezza a livello fonetico, grammaticale e lessicale • La fluency, intesa come capacità di comunicare non necessariamente in modo totalmente accurato • La comprensione interculturale, grande obiettivo di fondo da non dimenticare – però nei test tende a sparire – il backwash o washback Coerenza delle verifiche • con il metodo adottato: un testing di matrice strutturalista non è compatibile con approcci comunicativi e/o umanisticoaffettivi; • con gli obiettivi della verifica. • Senza tale coerenza il test è privo di VALIDITA’. Validità dei test • Definizione: capacità di un test di verificare ciò che intende verificare e nient’altro. – Test “di intelligenza” o “di lingua” ? Parametri della validità: – Pertinenza; – Accettabilità; – Comparabilità; – Economia. ...del profitto... CALIBAN: You taught me language, and my profit on’t Is, I know how to curse; the red plague rid you, For learning me your language! W. Shakespeare, The Tempest, I, ii, 363 [Italiano lingua seconda per i colf, 1611] …come comunicazione. a) coerente con un approccio comunicativo; b) come comunicazione operativa di obiettivi. Misurare: si può? • Unità di misura • Lo zero • Gauss e “distanze relative” – la statura – il reddito • Misurare, in senso stretto, non si può. Il voto come comunicazione • I numeri (e le medie) • Gli aggettivi • Le lettere – ma oggi... • ...e ancor più, sperabilmente. domani: • il PORTFOLIO (e dintorni: passaporto, ecc.) come documentazione di ciò che si sa fare • “I have no Italian” – essere padroni di una lingua (sapere non è possedere) Statica o dinamica? • • • • quattro giorni fa: 40° tre giorni fa: 39° l’altro ieri: 37° Ieri: 36° • oggi… ? La distribuzione normale delle frequenze • Ovvero, anche il caso ha le sue regole Poligono frequenze 1 dado 1,2 1 0,8 0,6 1 dado 0,4 0,2 0 0 1 2 3 4 5 6 Poligono frequenze 2 dadi 7 6 5 4 2 dadi 3 2 1 0 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Poligono frequenze 3 dadi 30 25 20 15 3 dadi 10 5 0 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 Poligono frequenze 3 dadi 30 25 20 15 3 dadi 10 5 0 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 Poligono frequenze 4 dadi 160 140 120 100 4 dadi 80 60 40 20 24 22 20 18 16 14 12 10 8 6 4 0 Poligono frequenze 5 dadi 900 800 700 600 500 400 300 200 5 dadi 28 30 26 22 24 18 20 14 16 10 12 8 6 100 0 Poligono frequenze 6 dadi 36 33 30 27 24 21 18 15 12 6 dadi 9 6 5000 4500 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 Corollario 1 • Di sicuro il voto in decimi non è un’unità di misura: la distanza tra il voto 2 e il voto 3 è pressoché inesistente (in molti casi, sono entrambi sinonimi di “insufficienza gravissima non dovuta solo a difficoltà di apprendimento”); la distanza tra 5 e 6 è enorme, come attesta l’abbondanza di valori intermedi come 5+, 5½, 5/6, 6=, 6eccetera. Corollario 2 • L’analisi di questi voti, così come sono comunemente usati, ci indica che ne bastano cinque (dal quattro all’otto) per coprire la gamma di giudizi da “prestazione pessima” a “prestazione ottima”, mentre agli altri viene aggiunta una connotazione aggiuntiva non limitata al profitto: da una parte una punizione o una sanzione morale per negligenza, scarso interesse o altro; dall’altra un elogio o un premio. • In questo i voti si differenziano nettamente dai punteggi dei test, che fanno riferimento esclusivamente all’esecuzione della prova e al risultato conseguito in termini di risposte esatte. Corollario 3 • Sempre più diffuso ma altamente deprecabile è l’uso delle percentuali con un numero esiguo di soggetti: avviene di leggere, ad esempio, che gli studenti che hanno raggiunto un dato livello sono aumentati dal 57,14% al 64,28% e poi si scopre che il miglioramento riguarda uno studente in un gruppo di 14 soggetti. • L’apparente scientificità è un mascheramento del vero. Norma e Criterio • “Norma”: riferimenti interni. – Il richiamo alla “norma” è un raffronto con i livelli medi di profitto riscontrabili in una classe (è un raffronto possibile, in qualche misura, per lo scolaro). • “Criterio”: riferimenti esterni – Il richiamo al “criterio” è un raffronto con parametri esterni — ad esempio, quelli offerti dal Quadro Comune Europeo di Riferimento (è un raffronto di norma impossibile per lo scolaro). La “sufficienza” • Sufficienza “assoluta” o “criteriale” (p. es. con riferimento alle esigenze di un’azienda); – “dieci euro sono sufficienti?” – criterio: il bene o servizio da acquistare • Sufficienza “relativa” o “normale”, ossia scolastica – “mio figlio è sufficiente?” – criterio: le attese dell’insegnante. Conoscenza delle lingue... • Ottima... • Sufficiente... • Scolastica... Scale di valutazione • La “scala di valutazione generale” secondo B.J. CARROLL, Testing Communicative Performance, Oxford, Pergamon, 1980. • Il two-tier system e le certificazioni. 9. Utente esperto. • Comunica con autorevolezza, accuratezza e stile. Completamente a proprio agio nell'inglese idiomatico e specialistico. 8. Utente ottimo. • La presentazione dell'argomento è chiara e logica con buono stile e una chiara percezione degli indicatori di atteggiamento. Si avvicina spesso alla competenza bilingue. 7. Utente buono. • Sa affrontare la maggior parte delle situazioni in un ambiente anglofono. Lapsus occasionali e limitazioni nel linguaggio non impediscono la comunicazione. 6. Utente competente. • Malgrado sappia far fronte alla maggior parte delle situazioni che probabilmente dovrà affrontare, è un po' carente nella scorrevolezza (fluency) e nell'accuratezza e occasionalmente incorrerà in fraintendimenti o errori significativi. 5. Utente modesto. • Sebbene in genere riesca a comunicare, spesso usa un linguaggio non accurato o improprio. 4. Utente marginale. • Manca di stile, scorrevolezza e accuratezza; non è facile comunicare con lui, l'accento straniero e la scarsa padronanza del codice provocano fraintendimenti. In genere se la cava senza gravi intoppi. 3. Utente estremamente limitato. • Non possiede una conoscenza operativa della lingua dell'uso quotidiano, ma è migliore di un principiante assoluto. Né le abilità produttive né quelle ricettive permettono una comunicazione continuativa. 2. Utente intermittente. • Esecuzione ben al di sotto del livello di conoscenza operativa della lingua dell'uso quotidiano. La comunicazione si instaura solo sporadicamente. 1/0. Non utente. • Può non riconoscere con sicurezza quale lingua si stia usando. Descrittori Produzione Scritta A • A1 - So scrivere una breve e semplice cartolina, per es. per mandare i saluti dalle vacanze. So riempire moduli con dati personali ad es. il mio nome, la nazionalità e l'indirizzo sulla scheda di registrazione di un albergo. • A2 - So scrivere semplici appunti e brevi messaggi su argomenti riguardanti bisogni immediati. Riesco a scrivere una lettera personale molto semplice, per es. per ringraziare qualcuno. Descrittori Produzione Scritta B • B1 - So scrivere semplici testi coerenti su argomenti noti o di mio interesse. So scrivere lettere personali esponendo esperienze e impressioni. • B2 - Sono in grado di scrivere testi chiari e articolati su un'ampia gamma di argomenti che mi interessano. Sono capace di scrivere saggi e relazioni, fornendo informazioni e ragioni a favore o contro una determinata opinione. So scrivere lettere mettendo in evidenza il significato che attribuisco personalmente agli avvenimenti e alle esperienze. Descrittori Produzione Scritta C • Sono in grado di esprimermi sviluppando analiticamente il mio punto di vista in testi chiari e ben strutturati. Scrivo lettere, saggi e relazioni esponendo argomenti complessi, evidenziando i punti che ritengo salienti. Sono in grado di scegliere lo stile adatto ai lettori ai quali intendo rivolgermi. • Sono in grado di scrivere testi chiari, scorrevoli e stilisticamente adeguati. Scrivo lettere, relazioni e articoli complessi e supporto il contenuto con una struttura logica efficace che aiuti il destinatario a identificare i punti salienti da rammentare. Sono capace di scriver riassunti e recensioni di opere letterarie e saggi professionali. Errore e Sbaglio • I termini NON sono sinonimi nemmeno nella lingua italiana corrente: si può fare qualcosa per errore o per sbaglio, tuttavia si può solo indurre in errore ma non *indurre in sbaglio. • Le co-occorrenze e la prosodia semantica – compiere vs commettere / in caso di vs nel caso di • In Glottodidattica... L’errore • a) Si riferisce alla competence e quindi è sistematico; • b) Ha bisogno di interventi esterni e espliciti per essere corretto; • c) L’insieme degli errori rivela il livello di interlanguage raggiunto e, potenzialmente, il grado di fossilizzazione. Lo sbaglio • a) Si riferisce alla performance e quindi è occasionale; • b) Per definizione, può essere corretto da chi l’ha commesso, purché se ne accorga; • c) La frequenza degli sbagli può essere indice di uno stato ansioso in chi parla o scrive. Corollario fondamentale • Qualora un dato elemento venisse esaminato una sola volta in un test: • se la risposta è errata, non sapremo mai se si tratta di un errore o di uno sbaglio; • ma anche una risposta corretta potrebbe nascondere problemi di competence, con una performance “giusta per sbaglio”; – [errore palese e errore nascosto] È accaduto in una Scuola Media • Alcuni studenti hanno meritato un giudizio nettamente positivo sulla base delle risposte date a un questionario ma hanno rivelato gravi lacune nella comprensione del testo quando è stato chiesta la retroversione del brano su cui era basato il questionario. – (segue) C’è poca scelta … • Se si segue l’ordine del brano • la sequenza facilita il ritrovamento delle risposte giuste, “a intuito” • Se non si segue l’ordine del brano • si procede in modo innaturale e si inseriscono difficoltà artificiose La legge del non-reciproco (variante della “legge di Murphy”) • Se un test o una prova strutturata palesano errori, ci sono problemi di apprendimento. • Se invece non palesano errori, i problemi potrebbero esserci ugualmente. Genesi degli errori / 1 • a) transfer interlinguistico errori di “interferenza”: *the goods boys *le chaleur, le méthode *die Fräulein Genesi degli errori / 2 b) transfer di apprendimento errori di ipergeneralizzazione: *who did arrive? *speak you English? • • • • Chi risponde dà una risposta Chi propone fa una proposta …ma chi dispone non dà una *disposta …e soprattutto chi suppone non… osta Genesi degli errori / 3 c) strategie didattiche, strategie di apprendimento della L2, strategie di comunicazione uso eccessivo o scorretto di: – forme rare – un solo genere – forme elementari • Esito generale: FOSSILIZZAZIONE Esempi (inglese LS) • What (happen) ________ there after I had left? • My friend Tom can ski vey well; he’s a small champion • A friend of mine / Un amico dei miei • What was Pepys doing when they woke him up? • You’ve written a romance