Riflettendo su... accessibilità, tecnologie, didattica e integrazione nell’ambito del convegno HandyTed Da un'idea di Fiera di Genova e dell'Istituto per le Tecnologie Didattiche del CNR nasce, nel Novembre 2005, il primo Convegno HandyTed: un luogo di incontro fra il mondo della scuola, quello della ricerca e quello della disabilità. Questa pubblicazione, che contiene i sommari dei contributi scientifici presentati ed una sintesi dei contenuti delle "Sessioni a tema di HandyTed", vuole essere, per i partecipanti al convegno, un agile strumento di orientamento ed un supporto per ricordare e focalizzare i contenuti di interesse. Potrà essere utilizzato anche da chi non ha partecipato al Convegno per avvicinarsi ai temi trattati e, soprattutto, allo spirito costruttivo che ne è stata la forza e il motore. Gli atti completi del Convegno sono disponibili sul sito dell'ITD CNR alla pagina http://www.itd.cnr.it/handyted2005. Genova, Novembre 2005 1 Comitato Scientifico V. Benigno, G. Chiappini, L. Ferlino, M. Ott - ITD-CNR, Genova; S. Besio, C. Bitelli - GLIC - Gruppo di Lavoro Interregionale Centri Ausili Elettronici ed Informatici per Disabili; P. Cecchini - ASPHI Bologna; S. Dini, S. Rossetti - Istituto David Chiossone, Genova; F. Fogarolo - MIUR CSA VICENZA; E. Laudanna - Fondazione Don Gnocchi - SIVA; E. Pesenti – ASL3 Genovese R. Pozzar - MIUR Direzione Scolastica Regionale per la Liguria; G. Stella – Università di Parma; G. Tartara - SMS "Principessa Clotilde", Moncalieri (TO); A. Tronconi - Convegno IDD Informatica, Didattica, Disabilità; R. Vitali – Assoausili - Ausili Elettronici ed informatici per disabili. Coordinamento Scientifico Vincenza Benigno, Lucia Ferlino, Michela Ott ITD-CNR, Genova 2 Indice Contributi N. Aharpour, M. R. Guelfi, M. Masoni, A. Conti, G. F. Gensini Come produrre contenuti accessibili nei corsi e-learning 11 M. Arscone, G. Dodero, A. Mosto, G. Trifoglio Un sistema di presentazione per adattare l'interfaccia degli applicativi a varie disabilità 12 F. Benzi Tecnologie, principi del comportamentismo ed aspetti del programma TEACCH applicati all'apprendimento delle regole di base relative al soddisfacimento dei bisogni primari 13 A. Berto Nuove tecnologie: via di fuga o barriera per i disabili? 14 S. Bertolini, F. Frascolla Servizio "Tommaso!": una risorsa per alunni, docenti e genitori 15 L. Bertolo, F. Potenza, M. Stocchi Il girotondo del sapere: un software per l'avvio alla letto scrittura 16 L. Bertolo, F. Celi, F. Lippi, F. Potenza, M. Stocchi Ipertesti e software didattici a misura di allievo per l'integrazione scolastica 17 L. Bertolo, F. Celi, F. Lippi, F. Potenza, M. Stocchi La classe di Davide e i libri elettronici 18 W. J. Bertozzo Tecnologie Didattiche e ICT per il sostegno agli alunni disabili nella Scuola dell'Infanzia e Primaria: un'esperienza universitaria nella formazione dello humanware 19 F. Bianco L'uso del computer e degli ausili in terapia 20 A. Bruzzi, F. Emanueli, D. Nieri L'utilizzo del pc in terapia occupazionale per la diagnosi e la riabilitazione 21 C. Cappa, E. Albanesi, M. Baroni, E. Ghidoni, C. Muzio Manuale di sopravvivenza per non naufragare nella tempesta scolastica 22 3 C. Cappello "Le figure Piane": uno strumento per la didattica speciale 23 A. Cavanna Raccogli le nuvole. Un intervento realizzato a scuola con un semplice software didattico 24 D. Cavanna, G. Lora Insieme per imparare: tecnologie e apprendimento collaborativo per una didattica dell'integrazione 25 R. Celletti, Comunità Didaweb Dal Problem Setting al Problem Solving: il ruolo delle mail list per le problematiche dei bisogni educativi speciali 26 F. Curatelli, C. Martinengo Tecniche per aumentare la velocità di scrittura di utenti disabili 27 L. de Anna, M. Carboni, R. Celletti Formazione a distanza in ambito universitario: un approccio modulare ed interattivo 28 F. Di Gregorio, P. Di Nunzio, L. Ottone, G. Mancini, F. Varano, F. Ridolfo, A. R. Meo Software Libero per la Didattica Collaborativa: una proposta viva 29 S. Dini, C. Martinoli, E. Delpino, A. Gettani La postazione scolastica per disabili visivi: diversi punti di vista 30 G. Dodero, P. Garibaldi, P. Signorini, A. Traverso Ipovedenti ed archeologia: un libro parlante per conoscere il "Principe delle Arene Candide" 31 H. Forte Knowledge Server: una piattaforma collaborativa online con interazione in tempo reale, basata sulla conoscenza 32 A. Frascari, A. Pegoretti EduCms - un ambiente autore per la formazione a distanza 33 A. Fratangelo Are you happy? Yes I am if we do together! 34 E. Galmarini Emozioni e tecnologie: si può fare se… 35 4 M. Govi, M. Sferra Formazione alla didattica con le TIC 36 B. Greco, F. Sesti, C. Terracciano La comunicazione alternativa: oltre il muro del silenzio 37 P. G. Malerba Le Unità multimediali di apprendimento 38 C. Manfredini Dalla scuola dell'infanzia alla scuola primaria: un percorso di integrazione anche a distanza con l'uso delle tecnologie 39 M. Mussini, S. Soria Il progetto "FaceMOUSE per l'integrazione" 40 M. Peroni, N. Staffa, L. Grandi, M. Berton, M. Craighero, G. Stella, A. Meloni, E. Savelli Campus "Informatica per l'autonomia" 41 A. Pirovano Disabilità cognitiva e computer: un'esperienza multimediale 42 A. Pirovano "Gioca e impara con Orientina": presentazione di un'esperienza multimediale per il coinvolgimento e l'integrazione di soggetti disabili intellettivi adulti 43 M. Plano Obiettivi minimi: riflessioni su un'esperienza 44 S. Resta, L. Cinganotto E-learning all'Università La Sapienza di Roma. "Case Study": il successo della didattica integrata aula-rete con uno studente disabile 45 R. Rovaris L'esperienza del Centro per l'Intervento Didattico sugli Alunni Dislessici come esempio di buona prassi di intervento coordinato sul territorio 46 M. Sferra, H. Forte Gestione della conoscenza e apprendimento in presenza di dislessia ed altre disabilità dell'apprendimento 47 I. Signorile Formazione senza barriere per disabili motori gravi: i corsi universitari a distanza del Politecnico di Torino 48 5 S. Tritapepe, M. Peluso Progetto per lo svolgimento di un percorso individualizzato con ausili tecnologici specifici 49 G. Vercelli, R. Bencivenga, M. Parodi, A. Sampietro Il progetto FISH-EmpowerNet e l'esperienza per la formazione online 50 Sessioni a tema Autismo, tecnologie, integrazione Coordinatore: Roberto Pozzar 53 Informatica e ritardo mentale Coordinatore: Aldo Moretti 54 Iniziative di supporto alla scuola nel campo degli ausili informatici Coordinatore: Flavio Fogarolo 55 L'integrazione dei disabili motori tramite il supporto delle tecnologie Coordinatore: Alessandra Schiaffino 56 La ricerca del CNR nell'ambito della didattica del disabile con l'ausilio di Tecnologie Informatiche Coordinatore: Angelina Del Vecchio 57 Le tecnologie informatiche nell'integrazione scolastica del disabile visivo Coordinatori: Silvia Dini e Sergio Rossetti 58 Sordità, Tecnologia, Integrazione Scolastica Coordinatore: Giampaolo Chiappini 59 Tecnologie e disturbi dell'apprendimento: collaborazioni istituzionali con la scuola Coordinatore: Elia Pesenti 60 Tecnologie per apprendere: alunno disabile e scuola in ospedale Coordinatore: Angiolina Ponziano 61 Valutare e costruire l’accessibilità e l’usabilità del software didattico Coordinatore: Serenella Besio 62 6 Come produrre contenuti accessibili nei corsi e-learning N. Aharpour1, M. R. Guelfi1, M. Masoni1, A. Conti1e2, G. F. Gensini1e3 1 Presidenza Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Firenze 2 Dipartimento di Fisiopatologia Clinica, Università degli Studi di Firenze 3 Dipartimento dell'Area Critica Medico Chirurgica, Università degli Studi di Firenze Alcune statistiche indicano in 2 milioni 824 mila il numero di disabili presenti in Italia e i dati sono ancora più impressionanti se considerati su scala planetaria. Secondo Tim Berners Lee, l'inventore del Web, affinché il WWW raggiunga la sua piena potenzialità, è necessario che il maggior numero di utenti possa accedere ai documenti pubblicati in rete. Per raggiungere tale obiettivo è necessario che un sito Web sia progettato tenendo conto delle varie tipologie di disabilità. Questi concetti sono completamente trasferibili alla costruzione di ambienti formativi basati sulle moderne tecnologie telematiche. E' obiettivo cardine dell'e-learning rendere accessibile l'istruzione a chiunque, nei tempi e modi che l'utente ritiene opportuni. La piattaforma utilizzata per la gestione dei contenuti e le modalità di realizzazione del materiale didattico costituiscono due fattori che influenzano pesantemente la fruibilità di un corso e-learning da parte di persone disabili. Affinché queste ultime possano accedervi, sia piattaforma che contenuti dovranno essere progettati e realizzati rispettando le Linee Guida per l'Accessibilità dettate dal progetto WAI (Web Accessibility Initiative) del World Wide Web Consortium (W3C). Il nostro progetto, che ha come fine quello di rendere il Web accessibile al maggior numero di persone studiando le problematiche relative alla fruibilità dei siti web da parte dei disabili, ha prodotto 14 regole, ognuna delle quali analizza e propone una soluzione a scenari tipici che possono presentare una o più difficoltà per utenti con disabilità. Pur sottolineando la necessità di scegliere piattaforme tecnologiche per la formazione a distanza che rispettino le linee guida del WAI, il nostro lavoro focalizza l'attenzione su come produrre corsi e-learning accessibili utilizzando opportunamente il linguaggio HTML. Occorre, a questo punto, sottolineare che la maggior parte dei webmaster e dei learning designer, forse per disinteresse, pigrizia o più spesso per scarsa professionalità, non conosce e non applica le raccomandazioni del WAI. Ciò che si chiede loro è non di sopperire alle carenze tecnologiche e/o legislative che ostacolano la fruizione del sapere da parte di disabili, ma di cercare di progettare interfacce accessibili al maggior numero di persone. Un documento accessibile non è "impoverito" di informazioni, o di componenti multimediali, ma al contrario "arricchito" di elementi al fine di renderlo fruibile a tutti. Per esempio, un documento accessibile ai non vedenti non necessariamente deve essere solo testuale; l'importante è che tutti i contenuti visuali siano accompagnati da informazioni alternative che trasmettano il significato dell'oggetto stesso, facilitando l'orientamento tra i contenuti e il conseguente apprendimento. Pur sottolineando la necessità di scegliere piattaforme e-learning che rispettino le linee guida WAI, il nostro lavoro intende sensibilizzare Webmaster e learning designer alla realizzazione di materiali didattici conformi agli standard per l'accessibilità, al fine di consentire la fruizione del sapere al maggior numero di persone in modo indipendente dalla loro disabilità. N. Aharpour: [email protected] 7 Un sistema di presentazione per adattare l'interfaccia degli applicativi a varie disabilità M. Arscone1, G. Dodero2, A. Mosto2, G. Trifoglio2 1 CLIVIA-Centro Ligure Valutazione Ausili, Asl 3, Genova 2 Università di Genova (DISI) In questo lavoro si presenta un ambiente software in grado di rendere accessibile un intero sistema Windows XP ad utenti affetti da disabilità di vario genere, purché capaci cognitivamente di interagire con esso. Il sistema è in grado di adattarsi completamente a Windows XP e di identificare gli oggetti invocabili, visualizzati a video (icone, finestre, menu, pulsanti, ecc.). Questo fa sì che gli stessi possano essere presentati all'utente in maniera differente così da venire incontro alle diverse necessità. Per un ipovedente, ad esempio, l'oggetto può essere messo in evidenza al centro dello schermo e una voce può fornire informazioni sull'oggetto visualizzato e sulle operazioni richiamabili. Altresì, per un disabile motorio grave, si può utilizzare la tecnica della scansione. Ogni oggetto con cui l'utente può interagire viene evidenziato sullo schermo in un ordine configurabile. Si può infatti decidere se la scansione debba essere "intelligente" (si evidenziano gli elementi di norma più utilizzati in certe circostanze così da rendere il loro accesso più veloce) o completa (in ogni circostanza verranno evidenziati tutti gli elementi invocabili). Importante è evidenziare come il prodotto che presentiamo riesca a lavorare con qualsiasi applicativo a finestra che giri su un sistema Windows XP, e come il tutto intervenga solo sul lato di presentazione senza andare ad alterare il comportamento del sistema operativo e delle applicazioni con cui si interfaccia. Si ha dunque una sorta di nuova interfaccia utente che va a "sovrapporsi" a Windows XP modificando il modo di interagire con il sistema sottostante e con tutti gli applicativi su di esso presenti. Per la realizzazione del prototipo ci si è basati su Windows Presentation Foundation, meglio noto come Avalon, il nuovo sottosistema di presentazione unificato di Microsoft pensato per il nuovo sistema operativo Windows Vista. Windows Presentation Foundation unifica il modo in cui Windows crea, visualizza e modifica documenti, supporti e interfacce utente, ed è già attualmente disponibile per Windows. Al momento sono state realizzate funzionalità campione orientate sia a disabilità motorie (scansione) sia a disabilità visive (help vocale per ipovedenti). L'estensibilità dell'approccio consente di ridefinire infatti la presentazione secondo i criteri di accessibilità più congeniali. G. Dodero: [email protected] 8 Tecnologie, principi del comportamentismo ed aspetti del programma TEACCH applicati all'apprendimento delle regole di base relative al soddisfacimento dei bisogni primari F. Benzi Consorzio Intercomunale Servizi Sociali di Valenza e Monferrato Casalese (AL) Il presente lavoro descrive modalità e strumenti scelti nell’ambito della progettazione educativa individualizzata, realizzata per una ragazza gravemente compromessa nella sfera cognitivo-comportamentale. Nel contributo si fa riferimento sia agli strumenti impiegati, in particolare computer e software didattici, sia alle strategie educative, ossia l'applicazione di principi del TEACCH e del comportamentismo. Il caso: Laura entra nel Centro disabili, che tuttora la ospita, all'età di 22 anni, è iperattiva, il suo linguaggio è inesistente, almeno apparentemente migliore la comprensione, ha tratti autistici del comportamento, comportamenti-problema, autolesionismo. Non possiede abilità sociali, nemmeno le più elementari e comuni quali quelle relative al momento del consumo del pasto. Il lavoro con Laura prende avvio facendo leva da un'abilità già presente ossia la capacità di soffermare lo sguardo, anche se solo per pochi secondi, su oggetti per lei stimolanti quali, ad esempio, il volto umano e figure dai colori vivaci; inoltre Laura è molto recettiva nei confronti della musica e dei suoni in genere, questi riescono talvolta a calmarla se è nervosa ed agitata. La scelta di impiegare il software, e, prima ancora, la telecamera, è stata conseguente all'osservazione della ragazza nei diversi momenti della giornata. Osservandola si è infatti capito che Laura doveva essere fortemente motivata a raggiungere un certo apprendimento, e che, pertanto, giocare dapprima con immagini e suoni avrebbe più facilmente garantito la riuscita del lavoro ed il raggiungimento degli obiettivi. Al contrario, cercare di inculcarle regole per lei insignificanti non avrebbe che incentivato la frustrazione e, quindi, l'autolesionismo. Le fasi: Nella prima fase si è cercato di catturare l'attenzione di Laura mostrandole una telecamera e scorrendo immagini di volti a lei famigliari allo scopo di mantenere la sua attenzione su un'immagine per alcuni secondi. Nella seconda fase si è voluta spostare l'attenzione su un nuovo strumento, il computer, e stimolare la curiosità con immagini in movimento, colori, suoni piacevoli. A questo scopo sono stati usati software didattici per bambini di 3-4 anni che prevedevano semplici giochi con immagini di oggetti di uso nel momento del pasto. Nella fase successiva le immagini sono state contestualizzate. Alle immagini al computer sono state sostituite delle tavole con le immagini degli oggetti ormai familiari proposte nel contesto spazio-temporale idoneo, ossia pochi minuti prima del pasto. L'ultima fase, la più lunga e problematica, ha visto l'abbandono graduale dell'immagine sostituita dall'oggetto concreto da utilizzare "sul campo". Dopo oltre un anno di lavoro, Laura oggi è in grado di stare a tavola quasi per tutto il pasto. F. Benzi: [email protected] 9 Nuove tecnologie: via di fuga o barriera per i disabili? A. Berto I.M.S. "S. Pertini" di Genova La presenza di numerosi alunni disabili nell'Istituto in cui insegno mi ha indotto a condurre degli approfondimenti culturali al fine di ricercare le strategie didattiche ed educative più idonee a stimolare negli studenti, anche in situazione di handicap grave, risposte adeguate all'ambiente scolastico e a facilitare l'integrazione sociale nel loro contesto di vita. L'alunno portatore di handicap pone alla scuola una domanda di aiuto complessa che richiede molto impegno, nonché risposte attente e puntuali. Le nuove tecnologie, ed Internet in particolare, si sono rivelate spesso un grande aiuto per i disabili, consentendo l'integrazione nella società e nel mondo del lavoro (obiettivo di primaria importanza nella vita di un individuo) e fornendo contributi significativi per l'apprendimento, al fine di migliorare la qualità di vita degli utenti. Eppure, ci sono dei casi in cui le nuove tecnologie costituiscono delle barriere per le persone diversamente abili. Nel contributo intendo proporre alcuni esempi, legati alla mia esperienza di docente, che ritengo particolarmente significativi in quanto mettono in evidenza che il computer può portare ai disabili ottimi risultati in termini di autonomia personale e di miglioramento della qualità dell'integrazione scolastica, ma può anche costituire una barriera: 1. l'esempio di Paolo, ragazzo autistico che utilizza il personal computer come unico strumento per la comunicazione; 2. il caso di Marco che è costretto a vivere su una sedia a rotelle dalla nascita e che riesce facilmente a superare quel disagio sociale da cui talvolta è assalito grazie al computer ed a Internet; 3. il problema di Matteo, ragazzo ipovedente, che non riesce spesso ad utilizzare le pagine web in quanto ha la necessità di accorgimenti particolari; 4. la situazione di Giulia, ragazza affetta da una sordità parziale, il cui problema è da mettere in relazione con il crescente impiego di componenti audio nelle presentazioni multimediali. Il contributo, infine, vuole sottolineare che, nonostante il quadro di iniziative a favore dell'accessibilità del web promosse dal Consorzio W3C per la realizzazione di siti accessibili e la notevole sensibilità sull'argomento dimostrata anche dall'Italia, gli strumenti a disposizione dei disabili sono ancora pochi. La realizzazione di opere multimediali accessibili deve essere un impegno per la scuola che pone al centro del suo compito educativo la cultura dell'integrazione, della trasparenza e dell'accessibilità. Per questo, ritengo significativo descrivere brevemente il progetto, dal titolo "Ai confini dello spazio e del tempo", attuato lo scorso anno in una classe quarta ad indirizzo sociopsicopedagogico. Elemento innovativo del progetto è stata la riflessione sui problemi degli utenti non vedenti. Gli studenti hanno imparato che rendere accessibili le pagine web è un lavoro che richiede la conoscenza di poche e semplici regole, quelle indicate dalle linee guida WAI. Il rispetto di tali norme consente la realizzazione di pagine graficamente identiche a quelle non accessibili, ma alle quali gli utenti disabili possono accedere senza difficoltà. A. Berto: [email protected] 10 Servizio "Tommaso!": una risorsa per alunni, docenti e genitori S. Bertolini, F. Frascolla ANS Associazione Nazionale Subvedenti, Milano Il servizio "Tommaso!", nato in seno all'Associazione Nazionale Subvedenti nel Novembre del 2003, favorisce la conoscenza, l'esperienza e il confronto degli ausili dedicati agli ipovedenti: ausili ottici, elettronici e informatici. Il servizio permette altresì di instaurare un rapporto di assistenza e di aiuto che si protrae al di fuori dell'incontro dedicato agli ausili. Spesso in detti incontri emergono esigenze e richieste di assistenza e di aiuto che riguardano, per esempio: inserimento scolastico, lavorativo e mobilità e autonomia personale. Quasi sempre gli studenti vengono accompagnati da genitori, insegnanti di sostegno e "assistenti alla comunicazione". Spesso nessuno di questi soggetti conosce gli ausili e le risorse disponibili e possibili. Tra i tanti, sottolineiamo tre casi di adolescenti iscritti alle scuole superiori, arrivati al servizio "Tommaso!" con lo scopo di provare dei videoingranditori, ma che in realtà non sapevano assolutamente leggere e scrivere a causa dell'uso esclusivo di "lettori" per tutte le attività scolastiche. In alcuni altri casi, ci siamo trovati ad affrontare e gestire conflitti e diversità di approccio tra le figure sopra citate, con conseguente confusione e ritardi nel percorso didattico da parte degli studenti. Altri problemi emersi durante gli incontri sono relativi alla possibilità di fornitura degli ausili necessari da parte delle scuole, delle aziende e delle ASL quando si tratta di uso personale. Problemi che hanno spesso richiesto delle scelte strategiche e di priorità, tipo lo scegliere un ausilio meno adatto, ma portatile, in modo da poter essere utilizzato sia a scuola che a casa. Il servizio "Tommaso", partito con lo scopo di favorire la conoscenza degli ausili attraverso degli incontri gratuiti per gli utenti e non sostenuto dalle istituzioni, si è presto rivelato un formidabile collettore di esigenze e fornitore di risposte tecniche, pedagogiche e amministrative. Il servizio, in tutti suoi aspetti viene gestito da uno staff variegato e qualificato: esperti ipovedenti di informatica, psicologi, operatori presso centri di riabilitazione visiva. Il servizio, nato per scopi informativi e divulgativi, si trova spesso a sopperire alle lacune operative di servizi e istituzioni specializzate quali ASL, centri di riabilitazione, servizi scolastici dedicati. Allo scopo primario di favorire il confronto di ausili di diversi produttori e distributori, spesso impossibile in altri contesti, si è aggiunto quello di rispondere a bisogni e necessità inevase in ambito diverso da quello meramente legato alla presentazione delle risorse tecnologiche. Il servizio "Tommaso!", che ha dimostrato di essere una risorsa e uno strumento utile a disposizione del mondo della scuola, è nazionale e si svolge nella sede operativa ANS di Milano, Largo Volontari del Sangue 1. S. Bertolini: [email protected] 11 Il girotondo del sapere: un software per l'avvio alla letto scrittura L. Bertolo, F. Potenza, M. Stocchi Laboratorio Ausili per i Disturbi Cognitivi e dell'Apprendimento, ASL 1 Massa Carrara Il girotondo del sapere è un software multimediale che avvia il bambino in modo giocoso e divertente alla letto-scrittura attraverso il metodo fonosillabico. Il software, rivolto ad alunni del primo ciclo delle scuole elementari o a ragazzi più grandi con ritardo cognitivopermette di acquisire gradualmente e in modo giocoso i processi che stanno alla base dell'acquisizione della letto-scrittura. All'interno di un ambiente ludico divertente e motivante l'alunno può scegliere tre attività, ognuna con diversi livelli di complessità. Particolare cura è stata data al rispetto delle caratteristiche di apprendimento-insegnamento della letto-scrittura, il software nasce dall'esperienza clinica di 12 anni di lavoro con bambini in difficoltà. Il percorso Lettere sparse prevede la presentazione di divertenti e semplici immagini a cui assegnare il nome cliccando su sulle singole lettere o digitando le lettere direttamente sulla tastiera. In linea teorica la conoscenza delle lettere non è un prerequisito indispensabile, perché può essere appresa proprio durante questi esercizi, ma, se c'è, aiuta l'allievo ad essere più veloce. Questo esercizio non insegna a "leggere" ma avvia il bambino con problemi in questo campo al riconoscimento globale di semplici parole; lo aiuta ad analizzare le singole lettere ed a discriminarle. All'interno del CD il bambino potrà "giocare" con una seconda attività: "Accoppia e scoppia"; Il bambino incontrerà un simpatico elefantino che gli proporrà sillabe da unire per creare parole (alcune plurisillabiche piane altre contenenti gruppi complessi) che corrispondono alle immagini presentate (circa 150 in tutto). La terza attività "Acqualandia", farà ritrovare il bambino nell'ambiente marino per esercitare la sua memoria uditiva e la sua capacità fonologica con la presentazione di parole di diversa complessità ortografica e suoni simili (circa 300) che gli verranno presentate uditivamente e/o graficamente per un tempo limitato e che dovrà ricostruire digitando sulla tastiera o con il mouse le letterine che le compongono. L. Bertolo: [email protected] 12 Ipertesti e software didattici a misura di allievo per l'integrazione scolastica L. Bertolo, F. Celi, F. Lippi, F. Potenza, M. Stocchi Laboratorio Ausili per i Disturbi Cognitivi e dell'Apprendimento, ASL 1 Massa Carrara Il Laboratorio ausili per i disturbi cognitivi e dell'apprendimento opera da più di dieci anni sul territorio della provincia di Massa Carrara per la creazione di software didattici e ipertesti. Uno dei due pilastri fondamentali su cui poggia il lavoro del laboratorio è l'individualizzazione dei percorsi d'apprendimento dei suoi utenti (bambini e adulti) attraverso la costruzione di materiali personalizzati sulla base delle esigenze del soggetto che apprende in un contesto privilegiato ma non esclusivo, quale quello scolastico. La convinzione che guida il nostro lavoro è che, se ogni apprendimento fosse effettivamente modellato sulle caratteristiche della persona sarebbe favorito. Ognuno di noi ha caratteristiche proprie, abilità e non abilità, punti di forza e debolezza, stili cognitivi differenti, modalità sensoriali privilegiate, tempi di concentrazione e strategie di memorizzazione che lo contraddistinguono; eppure qualcuno di noi apprende, magari con fatica, anche se la modalità o lo strumento non è proprio quello che preferisce, oppure decide di rinunciare, a sue spese, ad apprendere perché il compito è troppo difficile; questo non è più vero per i nostri alunni con bisogni speciali che spesso non possiedono la flessibilità di apprendere secondo modalità e strumenti qualsiasi, o perché alcuni canali sono inaccessibili, o perché farlo richiederebbe troppo sforzo e risorse. Per ognuno di loro l'apprendimento può essere favorito se si tiene conto delle specifiche e "speciali" abilità possedute. L'individualizzazione dell'apprendimento è il rispetto per l'unicità dell'essere umano e il solo mezzo, in alcuni casi, per consentire l'apprendimento ed evitare l'abbandono o l'evitamento del compito cognitivo. Il secondo pilastro nasce da un'osservazione banale: "I nostri alunni con bisogni speciali frequentano la scuola normale, grazie alla legge sull'integrazione scolastica, ebbene: che senso ha inserirli in una classe se le attività e i programmi che svolgono non sono comuni a quelli dei bambini della stessa classe?". Le fasi che portano alla creazione di software didattici e ipertesti vanno dalla rilevazione dei bisogni dell'allievo e della classe in cui è inserito alla progettazione e realizzazione del prodotto finito, nel rispetto delle caratteristiche psicologiche e pedagogiche che i software didattici dovrebbero soddisfare. C’è poi il lavoro di supervisione alla creazione di ipertesti da parte degli alunni tramite strategie didattiche di apprendimento cooperativo. L. Bertolo: [email protected] 13 La classe di Davide e i libri elettronici L. Bertolo, F. Celi, F. Lippi, F. Potenza, M. Stocchi Laboratorio Ausili per i Disturbi Cognitivi e dell'Apprendimento, ASL 1 Massa Carrara L'intervento illustra il percorso di una classe di scuola elementare alle prese con l'uso e la creazione di un libro elettronico. La classe, composta da ventiquattro allievi, due bambini extracomunitari, Davide con difficoltà di apprendimento e un gruppetto di tre bambini in disagio comportamentale. Il percorso nasce dall'esigenza di strutturare un'attività di classe curricolare che tenga conto delle caratteristiche individuali di apprendimento dei singoli con particolare attenzione ai sei bambini sopracitati. Le insegnanti si rivolgono al Laboratorio Ausili per i Disturbi Cognitivi e dell'Apprendimento, ASL 1 Massa Carrara, per rintracciare materiale didattico utile a Davide e fanno conoscenza con alcuni ipertesti, già presenti al laboratorio costruiti precedentemente "ad hoc" per altri allievi. Tra i vari programmi decidono di adottare un software di storia che può accompagnare la classe durante l'intero anno scolastico, con il quale possono costruire un percorso che può essere portato avanti contemporaneamente all'uso del testo adottato, in quanto per contenuti in sintonia con quanto previsto dai nuovi programmi ministeriali. L'ipertesto è stato utilizzato in aula multimediale, a gruppi di circa tre bambini per postazione, durante le ore di attività didattica previste dal normale orario scolastico. Durante il percorso i bambini hanno chiesto di provare a realizzare un loro "libro", utilizzando la modalità per piccoli gruppi e, in alcune fasi, l'apprendimento cooperativo; insieme a loro sono state ricercate fonti, individuati argomenti e scelti contenuti, rielaborate e create immagini, sono state riunite informazioni e scelte quelle da inserire creando i testi che loro stessi hanno inserito e impaginato insieme alle voci che hanno registrato insieme alle insegnanti. Il percorso di creazione del libro elettronico, durato circa quattro mesi, ha visto la collaborazione del Laboratorio Ausili per i Disturbi Cognitivi e dell'Apprendimento della ASL1 di Massa Carrara come guida e supporto inizialmente all'uso dell'ipertesto multimediale fornito e successivamente alla costruzione e realizzazione del nuovo software, ciò ha permesso anche di monitorare e registrare alcuni dei cambiamenti emotivi, relazionali e didattici di Davide, del gruppo in disagio, di tutta la classe e del team insegnanti. L. Bertolo: [email protected] 14 Tecnologie Didattiche e ICT per il sostegno agli alunni disabili nella Scuola dell'Infanzia e Primaria: un'esperienza universitaria nella formazione dello humanware W. J. Bertozzo Università degli Studi di Verona Il contributo intende dare evidenza agli obiettivi e alle metodologie formative adottate nell'ambito dell'insegnamento di "Tecnologie Didattiche per la Disabilità", tenuto entro il Corso di Diploma di Specializzazione per il Sostegno agli alunni disabili nel ruolo della Scuola dell'Infanzia e della Scuola primaria, attivato presso l'Università degli Studi di Verona. Questo percorso di formazione per insegnanti di sostegno, di durata biennale, vede coinvolti quasi 300 corsisti ed uno staff di oltre 40 persone. Le peculiarità del corso hanno fatto emergere fin da subito l'esigenza di fornire ai corsisti un orientamento iniziale ed un successivo ulteriore approfondimento non solo sulle tecnologie didattiche comunemente impiegate per affrontare i bisogni educativi speciali, ma anche, e soprattutto, su quegli strumenti che possono offrire contributi effettivi ed efficaci per il superamento dell'handicap, dovuto esso principalmente, ma non esclusivamente, alla presenza di specifici deficit o disabilità. La conoscenza delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nonché il loro utilizzo, ha fatto sì che una particolare attenzione fosse rivolta al far conseguire ai corsisti specifiche competenze nel loro impiego: in questa direzione, i particolari modelli, metodi e strumenti delle ICT sono stati visitati sia dal punto di vista teorico che dal punto di vista della loro applicazione pratica. Allo scopo di un'attenta e proficua implementazione delle ICT nel curricolo formativo di bambini con bisogni educativi speciali, si sono appositamente strutturati alcuni laboratori didattici in cui gli specializzandi hanno avuto la possibilità di progettare e realizzare unità di apprendimento che richiedessero l'esplicito utilizzo da parte dei bambini disabili (a livello di scuola dell'infanzia e primaria) delle tecniche e degli strumenti informatici, al fine di realizzare veri e propri prodotti ipermediali attraverso attività di apprendimento cooperativo. I risultati di questa modalità progettuale, vincolata all'esplicito impiego delle ICT ed espressamente finalizzata alla stimolazione della creatività dei corsisti, sono stati estremamente interessanti ed originali: le unità di apprendimento realizzate prevedono che i bambini diversamente abili si cimentino in attività che vadano dall'utilizzo dello scanner a quello della stampante, da quello della macchina fotografica, della webcam o del registratore digitale a quello della tavoletta grafica ecc. in compiti di integrazione di testi, suoni e immagini attraverso l'utilizzo di software di facile reperibilità nella dotazione scolastica (dall'elaboratore di testi al gestore di presentazioni, dal software di disegno a quello del montaggio video, ecc.). L'intento conclusivo fondamentale del percorso formativo di specializzazione è soprattutto quello di far crescere il know-how dello humanware scolastico, ma soprattutto la sua creatività e l'originalità della sua capacità di analisi, progettazione, sviluppo e valutazione dei sentieri formativi che sono chiamati a implementare, utilizzando le tecnologie didattiche e gli strumenti informatici con una competenza sempre maggiore e contestualmente adeguata. W.J. Bertozzo: [email protected] 15 L'uso del computer e degli ausili in terapia F. Bianco Associazione Ipertesto, Napoli Il successo dell'impiego di un ausilio, sia esso sofisticatissimo o "povero", non dipende dalle aspettative per le quali quell'ausilio viene impiegato ma da altri fattori: 1. la competenza del terapeuta/educatore che propone l'ausilio 2. l'accettazione da parte della persona interessata all'utilizzo e della propria sfera sociale ristretta o allargata 3. la possibilità di ridiscuterne all'interno di una équipe competente il suo reale utilizzo per porre dei cambiamenti efficaci nel piano di lavoro. Al momento, purtroppo, manca assolutamente la cultura per un discorso di équipe che deve essere strutturato all'interno delle strutture pubbliche territoriali. Spesso esiste per il disabile la possibilità di ricevere un ausilio ma di fatto non esiste alcun "addestramento all'uso", così come riporta il nomenclatore tariffario; l'ausilio viene spesso fornito all'assistito senza un servizio di assistenza. Grazie alla multimedialità, una persona con difficoltà può vivere un percorso che non è più di rinuncia alla partecipazione, ma che può essere condiviso da altre persone, a prescindere dalla condizione psicofisica che vivono. Il percorso multimediale è dunque un contenitore di varie forme di espressione che tutti possono fare proprio. Anche in un panorama che attiene di più ad una esclusiva competenza comunicativa che non didattica, esiste la possibilità di strutturare un codice comunicativo, sia per chi cognitivamente non ha mai potuto accedere ad un codice tradizionale, che per coloro che devono recuperarne l'uso. F. Bianco: [email protected] 16 L'utilizzo del pc in terapia occupazionale per la diagnosi e la riabilitazione A. Bruzzi, F. Emanueli, D. Nieri Polo Riabilitativo del Levante Ligure - Fondazione don C. Gnocchi Onlus, Sarzana (SP) La terapia occupazionale è un'attività riabilitativa che, adoperando come mezzo privilegiato il "fare" e le molteplici attività della vita quotidiana, attraverso un intervento individuale o di gruppo, coinvolge la globalità della persona ipostimolata o in situazione di handicap con lo scopo di aiutarne l'adattamento fisico, psicologico e sociale, onde migliorarne globalmente la qualità di vita. Questo tipo di approccio riabilitativo trova le sue radici nel presupposto che in ogni età la vita dell'uomo è caratterizzata da una serie di attività. Il "fare" è indispensabile perché influenza ed arricchisce la crescita biologica, psicologica e sociale. Le attività proposte, individuali o di gruppo, diventano quindi veri "strumenti" della riabilitazione. Attività tipiche proposte in ambito di terapia occupazionale sono: la pittura, la falegnameria, la cucina, attività espressive utilizzanti vari materiali come carta, creta, stoffa ecc, e, in modo sempre maggiore, attività che utilizzano il supporto del computer. I software utilizzati nell'ambito della terapia occupazionale sono finalizzati a favorire l'apprendimento nei pazienti che presentano difficoltà cognitive a livello percettivo, di organizzazione spaziale e temporale, di discriminazione visuale, di memoria. Si seguono percorsi individualizzati e misurati sulle potenzialità e sulle risorse del paziente in una determinata fase riabilitativa attraverso batterie di esercizi selezionati e mirati al recupero e all’incremento di abilità di apprendimento relativi al conteggio, al calcolo, alla geometria, alla creazione di immagini, alla geografia intesa come conoscenza e coscienza della collocazione spazio temporale. Assume particolare rilievo l'utilizzo di software per la Comunicazione Aumentativa Alternativa e per facilitare l'accesso al computer. Spesso, a tale scopo, occorre integrare dispositivi hardware per dare soluzione a problemi motori specifici. L'utilizzo del computer ha come obiettivo la percezione reale delle proprie abilità, valutando le competenze che meritano di essere incrementate e la possibilità di registrare i propri cambiamenti nel tempo. Il computer conferisce a chi lo usa la sensazione di riuscire a controllare uno strumento comunemente inteso come complesso: nelle persone anziane aiuta a sentirsi in grado di apprendere, mentre per coloro che già sapevano usarlo rappresenta un chiaro ritorno alla normalità. I software usati per la Comunicazione Aumentativa Alternativa non solo aiutano l'espressione per coloro che hanno subito un danno permanente, ma rappresentano anche un sistema periodico per un graduale riavvicinamento alla comunicazione verbale. Nel corso della nostra esperienza riabilitativa abbiamo seguito pazienti di diverse età (da 18 a 70 anni) con differenti patologie (ortopediche, neurologiche ecc) che hanno utilizzato il PC ad integrazione del training riabilitativo e come strumento di sviluppo comunicativo: ognuna di queste persone ha infatti costruito un rapporto personale col PC facendolo diventare mezzo di comunicazione con gli altri e soprattutto con se stesso. Fondazione don C. Gnocchi: [email protected] 17 Manuale di sopravvivenza per non naufragare nella tempesta scolastica C. Cappa1, E. Albanesi2, M. Baroni3, E. Ghidoni4, C. Muzio5 1 Associazione Italiana Dislessia, Torino - ISAC CNR, Torino 2 Cooperativa Sociale Archimede, Pesaro 3 Scuola d'arte "A. Fantoni", Bergamo 4 Associazione Italiana Dislessia, Reggio Emilia 5 Facoltà Medicina, Università di Pavia I disturbi specifici di apprendimento (DSA) sono ancora una grande realtà sommersa nel nostro paese. E' noto che circa il 10% dei ragazzi in età scolare presenta difficoltà specifiche di apprendimento, e che nel 3-5% circa si tratta di dislessia, ma la conoscenza del fenomeno è stata a lungo (e purtroppo ancora in parte rimane) limitata ad una ristretta cerchia di specialisti. La consapevolezza del problema è pressoché assente dal bagaglio culturale medio, e il fatto più grave è che la carenza di informazione e cultura specifica riguarda anche la scuola, teatro di tante sofferenze e di tutti i drammi generati dal disturbo stesso. Questa carenza culturale ha importanti ricadute sul sociale: gli insegnanti, che raramente hanno un'adeguata formazione su questa problematica, spesso non intuiscono o non sospettano minimamente la presenza di questo specifico problema nei ragazzi che non apprendono normalmente. Molti di loro poi tendono ad attribuire lo scarso rendimento scolastico ad una limitazione intellettiva o, peggio ancora, alla mancanza di volontà colpevolizzando in questo modo il bambino stesso. Non è raro quindi che questi bambini non adeguatamente compresi, inizino un doloroso ed inevitabile percorso che durerà per tutta la frequenza scolastica. Il rischio più frequente è la strutturazione di una personalità fragile e carente di autostima. I genitori, dal canto loro, in presenza di una diagnosi di dislessia si sentono sopraffatti da mille dubbi, mille paure ed incertezze. Spesso cercano risposte dagli specialisti, ma ancora più frequentemente capita che cerchino persone con le quali condividere i propri pensieri, dubbi, preoccupazioni, ma anche esperienze e desideri: altri genitori con lo stesso problema. Il manuale, che si apre con una bellissima favola che metaforicamente racconta il mondo e il disagio dei bambini dislessici, è una sorta di "antologia" costituita da stratagemmi casalinghi trovati dai singoli genitori. E' stato, cioè, scritto da un gruppo di genitori impegnati in prima persona nella grande fatica di aiutare i figli ad affrontare la dislessia e altre difficoltà di apprendimento. Dal confronto nato fra i genitori (in seno al forum www.dislessia.org/forum) è emerso che alcune strategie trovate potevano essere adattabili a diversi bambini, che pur essendo per loro definizione unici, hanno alcune peculiarità comuni. Questo volume, scritto a più mani, racchiude dunque un messaggio di speranza ma esige ulteriori risposte da parte di noi adulti, operatori del settore, genitori o semplici cittadini che hanno a cuore il futuro dei propri figli e che sanno che da questo dipende il futuro della nostra società. C. Cappa: [email protected] 18 "Le figure Piane": uno strumento per la didattica speciale C. Cappello Scuola secondaria di I° grado "A. Noli" di Campomorone (GE) In un contesto di ricerca di applicazioni specifiche per la didattica speciale, è stato creato uno strumento funzionale ai bisogni di un'alunna con ritardo mentale. Con l'obiettivo di attivare l'apprendimento di strategie di concettualizzazione, è stato elaborato, in ambiente PowerPoint, un progetto che mira a "rendere visibili le caratteristiche di concetti astratti", affiancando in modo associativo immagini e testo, per rilevare le relazioni esistenti tra diverse informazioni di tipo grafico-visivo e linguistiche. Le immagini presentate, "Le figure piane", hanno costituito il pretesto per iniziare un processo identificativo, un processo cognitivo che mette in relazione forma e parola, forma e concetto astratto, forma - parola - concetto. Il progetto, realizzato tenendo in considerazione le potenzialità dell'alunna a cui era rivolto, ha reso possibile sperimentare strategie di apprendimento attraverso la ricerca, nello specifico, strategie di concettualizzazione attraverso relazioni di equivalenza tra immagini. Il processo di apprendimento di tali strategie, muove dalle immagini e cose percepite visivamente, procede al loro raggruppamento in base alle specifiche proprietà che costituiscono il concetto e si conclude con la simbolizzazione delle parole. La sequenza di diapositive in "Le figure piane", persegue, quindi, lo scopo sia di favorire il semplice riconoscimento percettivo-visivo di forme geometriche alle quali attribuire un nome, sia di condurre alla comprensione delle proprietà costituenti ogni figura geometrica proposta. Questo progetto ha dimostrato che le applicazioni informatiche permettono la produzione rapida di materiale didattico; in particolare, con il sistema di sviluppo PowerPoint, è stato possibile: - creare collegamenti concettuali - definire percorsi di tipo associativo - operare controllo di questi percorsi - comunicare al discente unità di informazioni a diversi livelli di complessità, ognuna delle quali visualizzabile in modo indipendente dalle altre - interloquire con l'alunno - proporre un ambiente ludico di autovalutazione - favorire il senso di autoefficacia - poter riutilizzare dati in un contesto differente. Nella professione di insegnante, e, a maggior ragione, in quella relativa al sostegno per gli alunni portatori di handicap, è importante valutare effettivamente, le possibilità attraverso cui si manifesta il processo di apprendimento, e quindi, considerare che le TIC possono essere validi strumenti di mediazione della conoscenza, e, avendo spesso valenza motivazionale, possono incidere positivamente sul processo di apprendimento dell'alunno. C. Cappello: [email protected] 19 Raccogli le nuvole. Un intervento realizzato a scuola con un semplice software didattico A. Cavanna Istituto Statale "P. Gobetti" di Genova Il presente contributo intende illustrare brevemente un'esperienza di intervento svolta nel 2003 in un istituto professionale genovese. Il lavoro faceva parte dell'attività di tirocinio da svolgersi nel corso per la specializzazione all'insegnamento di sostegno, attivo presso la SSIS dell'Università degli Studi di Genova, per cui è da leggersi all'interno di un percorso di formazione piuttosto articolato, di cui costituiva la parte conclusiva, ma non esclusiva. Qui si vuole, quindi, riconsiderare questa esperienza dal punto di vista progettuale, nel suo aspetto creativo e valutativo, anche perché l'utilizzo di software a scuola con gli alunni chiamati "diversamente abili" è oggi molto frequente. La prima fase di questo lavoro è stata improntata all'osservazione della classe in cui era inserito un alunno (lo chiameremo D) portatore di un quadro di insufficienza mentale, diagnosticata di grado medio in seguito a sindrome di Martin - Bell o X Fragile. La situazione scolastica non era certo delle più semplici: un istituto professionale del ponente genovese con grossi problemi comportamentali, motivazionali e di possibilità di apprendimento da parte di un'utenza definibile, per usare un eufemismo, problematica. Il progetto di intervento, che vedeva la possibilità di utilizzo di un semplice software didattico, è stato redatto sulla base di osservazioni sistematiche e sull'obiettivo di far lavorare D in gruppo coi compagni. Questo progetto è stato però modificato più volte perché la situazione che si è venuta a creare nel gruppo classe impediva la realizzazione di quanto programmato. Infinite volte ci si trova e ci si troverà dinnanzi al dissolversi di un lavoro preparato e programmato; è forse in tale occasione che abbiamo scoperto che l'efficienza e l'efficacia di un intervento non derivavano tanto dallo svolgimento di un'attività piuttosto che un'altra, quanto dall'attuazione di una serie di procedure metodologiche e deontologiche tali da poter essere rielaborate su più livelli (progettuale, decisionale, valutativo). Abbiamo quindi lavorato sulla costruzione di un testo di fantasia partendo da un'immagine utilizzando il software "L'inventastorie". Il prodotto è risultato molto semplice, ma anche qui, balza agli occhi una scoperta: l'utilizzo della tecnologia si è rivelato importante nella sua strumentalità, non nella sua produttività. La cosa più interessante è riscoprire i passaggi (logici e narrativi) e i dialoghi che hanno portato alla costruzione del piccolo ipertesto. Sembrava che D raccogliesse le sue idee leggerissime e labilissime come nuvole; le raccoglieva qua e là e finivano in un raccontino semplice e leggero. Senza logica apparente. Ma per noi, non per lui. L'immagine che mi veniva in mente, parafrasando una vecchia canzone delle Orme era quella di raccoglier le nuvole… Non credo che per questo tipo di insegnamento valgano le stesse regole dell'insegnamento disciplinare: non si tratta di un'utenza differente, ma di un universo dove le logiche sono necessariamente diverse, dove bisogna uscire dalla prospettiva del "prodotto" a tutti i costi, dove le griglie interpretative, talora, sembrano fatte apposta per essere disintegrate. A. Cavanna: [email protected] 20 Insieme per imparare: tecnologie e apprendimento collaborativo per una didattica dell'integrazione D. Cavanna, G. Lora Collegio Emiliani di Nervi (GE) Uno degli aspetti che la didattica legata al Territorio non ha considerato è l'"urbanistica". Le ragioni sono individuabili nei così detti "programmi e testi" che valutano in Storia dell'Arte solo i monumenti e in Disegno solo gli aspetti tecnici della progettazione (proiezioni ortogonali). La personale esperienza legata al rapporto con il territorio ha dovuto utilizzare molto l'urbanistica. Questa materia risulta di difficile comprensione per gli alunni del liceo ma di grande apertura culturale e mentale se diventa un supporto "storico-artistico" per dare alle gite d'istruzione delle basi di conoscenza interessanti. La semplificazione figurativa che permette una analisi comprensibile di una città è "l'ideogramma delle strutture urbanistiche", che sintetizza la forma di una città mettendo in risalto l'evoluzione storica e quindi artistica di una città. Per questo il supporto multimediale è sostanziale. L'uso del PC, del proiettore, della lavagna luminosa permette di inserire, in una slide/foglio, sia la planimetria reale della città sia lo schema (ideogramma) con la relativa legenda. L' obiettivo principale è di offrire agli alunni le conoscenze adeguate per trovare la giusta collocazione al computer, quella cioè di un prezioso sussidio dell'attività didattica. Gli alunni dovranno prendere confidenza con l'uso dello scanner per memorizzare in formato immagine la pianta della città, l'uso della macchina fotografica digitale (per lavori di analisi della città), dei browser di internet (strumenti per la ricerca in rete, per consultare archivi e banche dati e per partecipare a gruppi di discussione); della posta elettronica (per lo scambio di messaggi e di materiale didattico); dei word-processor (per la creazione di ipertesti), di software specifici per applicazioni multimediali e di software didattici. Inoltre, tutto il lavoro potrà poi essere pubblicato su Internet. In questo processo di apprendimento il ruolo delle persone disabili dovrebbe essere affrontato facendo sì che il loro handicap non risulti emarginante. L'esperienza effettuata con una classe in cui erano inseriti alcuni disabili, permette di pensare che questi ragazzi possono aiutare a riconoscere alcune carenze sociali. Il lavoro dei ragazzi si inserisce in un approfondimento storico-artistico e culturale e il ruolo dei disabili assume un'importanza sociale di notevole entità. La lettura planimetrica (attraverso il computer) permette al gruppo di lavoro di individuare il modo in cui le barriere architettoniche sono inserite nella città. Il tutto deve poi essere verificato sul territorio dagli stessi disabili. Nella classe poi avviene la "riflessione" urbanistica di ciò che l'esperienza ha verificato sul territorio. La gestione di queste lezioni in classe è coordinata dagli stessi disabili nel laboratorio multimediale (aula computer) perché ogni riflessione (es. abbassamento dei marciapiedi, posteggi per disabili ecc…) sarà controllata verificando le leggi che regolano questa materia in modo preciso. Il risultato è di grande interesse per i ragazzi ed il ruolo dei disabili diventa sostanziale. D. Cavanna: [email protected] 21 Dal Problem Setting al Problem Solving: il ruolo delle mail list per le problematiche dei bisogni educativi speciali R. Celletti, Comunità Didaweb IUSM, Istituto Universitario di Scienze Motorie di Roma Internet non può essere considerato soltanto una pur ampia enciclopedia multimediale. E' un potente strumento di comunicazione. In quest'ottica DidaWeb, un luogo della rete autogestito, autofinanziato, sostenuto dal lavoro volontario e gratuito di tutti coloro che si rendono disponibili, mette a disposizione le liste di discussione "dw-handicap", "europehandicap" e "dwse-deaf". Spesso si associa una mail list ad un mero parlare su specifiche tematiche. Certo, anche questo viene fatto nelle nostre liste. Ma non solo: piuttosto l'accento è posto sulla filosofia operativa del "non temi da discutere ma problemi da risolvere!" Viene privilegiato l'approccio del "Problem Setting": in questo modo vengono analizzate le situazioni operative tipiche di un alunno con bisogni educativi speciali e si propongono esperienze di "buone prassi" da parte di coloro che hanno già affrontato e, in tutto o in parte, superato le difficoltà. Dall'analisi dei problemi nasce poi spontanea la prassi risolutiva. Per il "Problem Solving" non si ha ovviamente la presunzione di riuscire in ogni caso, ma è di valido aiuto il supporto, sempre presente, della comunità. La lista dw-handicap è una lista moderata, le problematiche trattate sono diverse anche se alcuni temi sono ricorrenti. E' il caso dei riferimenti legislativi connessi al ruolo del Docente di Sostegno, dei diritti delle persone con handicap, della questione dell'utilizzo dei Docenti Specializzati per la sostituzione dei colleghi assenti. In lista sono iscritti anche alcuni genitori ed il loro contributo è spesso determinante; si sente, però, la ridotta partecipazione dei docenti curriculari e si auspica un'inversione di tendenza, in futuro. La lista europe-handicap è nata, invece, in un contesto particolare: è stata creata come supporto ad un convegno organizzato dall'Università degli Studi Roma TRE nel 2000 con l'allora Provveditorato agli Studi di Roma. Infine la lista dwse-deaf. Qui vengono trattate le problematiche della sordità senza alcun preconcetto ideologico. Infatti è ancora aperta la disputa sul metodo: oralisti o segnanti? Quale approccio funziona per il discente sordo? Noi della lista crediamo inutile e dannosa questa polemica: sarebbe più funzionale chiedersi quando è meglio l'approccio oralista e quando invece occorre usare la Lingua Italiana dei Segni per la comunicazione e la didattica. Anche e soprattutto in funzione del lavoro dell'insegnante: questi non è, e non deve essere, il porta bandiera di una corrente ideologica ma deve operare in funzione delle esigenze del discente sordo. Spesso si chiede all'alunno sordo di adattarsi al metodo dell'insegnante mentre dovrebbe essere il contrario: l'insegnante ad adattarsi alle esigenze dell'alunno. Ed è con orgoglio che possiamo affermare che nella nostra lista sia gli oralisti che i segnanti hanno pari dignità e rispetto ed è attualmente l'unica che propone un confronto costruttivo fra i due approcci anticipando di 5 anni il recente tentativo di collaborazione comune proposto da dall'Ente Nazionale Sordomuti e dalla Fiadda. La comunità Didaweb ha operato senza troppi schiamazzi …. quasi silenziosamente … senza nessun aiuto esterno. Nuove energie e nuove persone saranno ovviamente benvenute fra noi. R. Celletti: [email protected] 22 Tecniche per aumentare la velocità di scrittura di utenti disabili F. Curatelli1, C. Martinengo2 1 Università degli Studi di Genova (DIBE) 2 Università degli Studi di Genova (DIMA) I computer sono attualmente strumenti importanti per incrementare la conoscenza o la produttività in vari campi (istruzione, lavoro, comunicazione personale, ecc.); tuttavia alcuni utenti non sono in grado di utilizzarli efficacemente a causa dell'eccessiva lentezza nella battitura. In particolare, a scuola la scrittura di testi da parte di utenti disabili motori o con DSA (come la dislessia) è resa molto difficile da limitazioni fisiche o cognitive. Anche se l'uso di interfacce vocali può essere in molti casi utile, non è applicabile a tutte le disabilità e presenta alcuni problemi per lo svolgimento in classe del lavoro da parte dell'alunno. In alternativa, si possono utilizzare interfacce hardware o software che consentano: A) di aumentare la velocità di battitura dei testi (misurabile come CPS caratteri per secondo), e/o B) di ridurre il numero di tasti premuti (misurando, con il parametro KSR keystroke saving rate, il guadagno percentuale rispetto all'utilizzo di una tastiera hw o sw standard). L'utilizzo di tastiere alfabetiche speciali hardware o software (soluzione A) porta, agevolando l'azione dell'alunno, ad un incremento del CPS ma non fa diminuire il KSR (che rimane unitario). Invece, in linguaggi ad elevata inflessione come l'Italiano, l'utilizzo di programmi software per il completamento e la predizione di parole (soluzione B) consente di ottenere KSR che vanno dal 30%, con un solo suggerimento, a più del 50%, con cinque o più suggerimenti visualizzati. Il metodo da noi proposto utilizza entrambe le soluzioni A e B, e prevede: 1) un modello pseudo-sillabico, con la definizione di un sottoinsieme ristretto e significativo di sillabe ad elevata frequenza della lingua italiana; 2) una configurazione ortogonale della tastiera hardware o software (tastiera ortogonale) che facilita l'accesso al tasto da selezionare partendo dai grafemi che compongono la pseudo-sillaba. Le pseudo-sillabe identificano le configurazioni grafemiche 'CV' e 'VC'; il grafema V denota una vocale, mentre il grafema C, semplice o composto, denota un suono consonantico (possibili esempi di pseudo-sillabe sono: 't-a', 'f-u', 'a-n', 'ci-a'). La tastiera è organizzata come una matrice bidimensionale di tasti; in essa ogni singola riga è associata univocamente ad un grafema vocalico V e ogni singola colonna e è associata univocamente ad un grafema consonantico C. In questo modo l'utente è in grado di accedere alla posizione corretta del tasto da battere in modo diretto ed intuitivo, senza necessità di effettuare una scansione visuale completa della tastiera. Lo schema proposto può essere facilmente applicato a qualsiasi linguaggio ad ortografia trasparente, come lo Spagnolo. In un esperimento realizzato con utenti normodotati non esperti si sono ottenuti KSR paragonabili a quelli ottenibili con software a predizione singola. E' da notare che le due tecniche possono essere integrate per aumentare la velocità di battitura. F. Curatelli: [email protected] 23 Formazione a distanza in ambito universitario: un approccio modulare ed interattivo L. de Anna, M. Carboni, R. Celletti IUSM, Istituto Universitario di Scienze Motorie di Roma L'obbligo della frequenza legato alle trattazioni teoriche ed ai laboratori pratici della Cattedra di Pedagogia Speciale dello IUSM di Roma (Prof.ssa Lucia de Anna) spesso non si concilia con le esigenze degli studenti lavoratori e/o fuori sede. Negli anni accademici 2002/ 03 - 03/04 e 04/05 è stato proposto, ed attuato con massiccia affluenza degli studenti, un modulo formativo ed interattivo a distanza. Il supporto tecnologico è imperniato su uno specifico CD-Rom progettato e realizzato dall'equipe della Prof. Lucia de Anna e con un modulo interattivo telematico. Nell'ottica tecnologica proposta non si è dimenticato l'importante fattore della interazione personale attuata con la disposizione, in giorni ed orari prestabiliti, di tutor specializzati. Il CD-Rom: Vengono proposte tutte le peculiarità teoriche connesse con lo studio della Pedagogia Speciale. Un'ampia bibliografia di riferimento guida lo studente per le trattazioni teoriche o gli approfondimenti personali. Il CD-Rom ha struttura modulare: i singoli moduli vengono proposti agli studenti previo accertamento delle conoscenze acquisite. Inoltre ampio spazio multimediale trovano i riscontri legati alle attività di laboratorio: attraverso filmati ed i conseguenti moduli interattivi gli studenti hanno modo di vedere le peculiarità degli approcci proposti. Modulo interattivo: Gli studenti hanno avuto modo di interagire sia con i Professori coinvolti che con i Tutor attraverso una specifica mail list. Inoltre, per le problematiche personali avevano la possibilità di dialogo telematico sia con l'e-mail sia richiedendo una specifica e chiusa chat-line. L'impegno dei Tutor ha consentito le risposte a tutte le mail inviate entro le 24 ore dal ricevimento. Tutoring: E’ stato possibile anche un dialogo in presenza attuando un orario di ricevimento esteso in 4 giorni settimanali, con orario prefissato, interagendo con gli studenti su aspetti e contenuti del percorso formativo. La verifica in itinere è stata attuata tramite la consegna di file contenenti le elaborazioni personali degli studenti. In questo modo i Docenti ed i Tutor hanno avuto modo di seguire o consigliare in modo opportuno il percorso formativo. A volte, in casi di gravi lacune, lo studente veniva invitato a ripetere parzialmente o totalmente i moduli proposti. L'esame finale, ovviamente attuato in modalità "presenza", non ha riscontrato differenze strutturali di preparazione rispetto agli studenti che avevano seguito le lezioni ed i laboratori in presenza. R. Celletti: [email protected] 24 F. Di Gregorio1, Software Libero per la Didattica Collaborativa: una proposta viva P. Di Nunzio1, L. Ottone1, G. Mancini2, F. Varano2, F. Ridolfo2 A. R. Meo2 1 Centro di Competenza sul Software Libero, Torino 2 Politecnico di Torino La caratteristica fondamentale di un CD-Rom auto-avviante è quella di fornire un ambiente di lavoro coerente, all'interno del quale tutti i programmi necessari sono immediatamente disponibili senza installazione e, possibilmente, preconfigurati. Qualora il sistema operativo e gli applicativi installati siano liberamente redistribuibili sotto una qualsiasi licenza "open source" (come definita nelle Debian Free Software Guidelines) si avrà l'ulteriore vantaggio di poterlo distribuire senza alcun costo di licenza. Oltre ad una selezione di software di base comunemente utilizzato (per esempio Firefox per il "browsing web", Openoffice.org 2 per la stesura di documenti) il CD-Rom sviluppato dal Centro di Competenza contiene alcuni pacchetti software scelti per la loro utilità nel contesto della didattica collaborativa. Il desktop è quello del progetto "Gnome", scelto per la presenza di tool specializzati nell'accessibilità (input con dispositivi differenti da tastiera e mouse, utilizzo di codici colore, temi ad alto contrasto ed ingrandimento). Dalla propria "scrivania virtuale" è possibile, utilizzando GnomeMeeting, collegarsi in video conferenza con altri utenti, anche se essi utilizzano sistemi operativi differenti. La dotazione di software multimediale per Internet è completata dal server di streaming Fenice e dal relativo client NeMeSI; con questi software, entrambi componenti del progetto Open Media Streaming, è possibile realizzare dei webcast dal vivo (live) o preregistrati (on-demand) accessibili dagli utenti di qualsiasi sistema operativo. In aggiunta alla video conferenza ed allo streaming è stato scelto un sistema di messaggistica personale (chat) denominato Coccinella. Esso è un client basato sul protocollo Jabber ed in grado di fornire, oltre alle classiche chat uno-a-uno e di gruppo, anche una lavagna condivisa (whiteboard) caratterizzata dal supporto per testo, grafica bitmap e vettoriale, supporto per video ed audio direttamente nella whiteboard e dalla possibilità di sviluppare semplici applicativi grafici condivisi (e.g., il gioco della dama). Tutto il software sviluppato "ad hoc" durante la realizzazione del CD-Rom viene rilasciato con licenza libera e, ove possibile, integrato in progetti internazionali simili quali DebianEDU e SkoleLinux. G. Mancini: [email protected] 25 La postazione scolastica per disabili visivi: diversi punti di vista S. Dini, C. Martinoli, E. Delpino, A. Gettani Istituto David Chiossone onlus, Genova Il computer è uno strumento operativo indispensabile per il disabile visivo che frequenta la scuola secondaria, proprio come la penna e il quaderno lo sono per tutti gli studenti; particolare attenzione va, dunque, riservata e alle caratteristiche ed all'organizzazione della postazione informatica (termine comprensivo di tutti gli strumenti hardware e software funzionali a favorire il lavoro/studio con il computer). La scelta della postazione e la sua configurazione (di norma il computer che usa il ragazzo con difficoltà visive è lo stesso che utilizzano gli altri ragazzi, solo che va addizionato con software e/o hardware tiflotecnico scelto sulle specifiche necessità individuali) è bene sia fatta in centri specializzati dall'operatore della riabilitazione insieme al ragazzo ed è importante che siano tenuti nella dovuta considerazione ambedue i loro punti di vista. Bisogna anche essere consapevoli che una volta fatta la scelta della postazione questa non potrà essere considerata definitiva: in particolare, nel caso di bambini piccoli, è scontato che la postazione cambierà nel corso del tempo per adattarsi a mutamenti nelle condizioni visive, per rispondere ad esigenze operative sempre maggiori e a competenze informatiche destinate col tempo a diventare sempre più raffinate. Il ragazzo disabile visivo, inizialmente, deve affrontare un lungo percorso fatto di training teorico-pratici sia sull'uso del computer in genere sia sull'uso degli ausili specifici. All'inizio del percorso, il ragazzo si rende conto più delle difficoltà e dei problemi che non delle effettive potenzialità dello strumento, le quali si riveleranno solo con il tempo, perseverando con incoraggiamento e supporto di insegnanti ed operatori. L'aspetto motivazionale del training è importante tanto quanto la scelta delle tecnologie più opportune, ed è fondamentale che il percorso riabilitativo sia individualizzato al massimo. E' importante la collaborazione di insegnanti e genitori, con i quali condividere le "tappe" che ognuno raggiungerà con tempi e modalità assai diversi. Per i ragazzi il computer è sempre una scoperta, ma i training sono lunghi e faticosi ed è anche necessario che il ragazzo impari a costruirsi la mentalità informatica, a capire il significato di finestre e bottoni, a costruirsi uno schema mentale personale il più possibile aderente alla terminologia e ai suoi riferimenti ad oggetti reali. Gli studenti con difficoltà visive di norma sono consapevoli che poter leggere e scrivere al computer risolve alcuni dei loro bisogni primari, ma il rovescio della medaglia è quello di essere legati a disporre di tecnologie sempre affidabili, ovunque vadano: casa, scuola, biblioteca, a casa dei compagni. La realtà è complessa, i ragazzi devono essere assistiti e stimolati opportunamente; l'accessibilità è solo uno dei tanti problemi che condizionano l'agire e l'apprendere del disabile visivo. S. Dini: [email protected] 26 Ipovedenti ed archeologia: un libro parlante per conoscere il "Principe delle Arene Candide" G. Dodero1, P. Garibaldi3, P. Signorini2, A. Traverso2 1 Università di Genova (DISI) 2 Università di Genova (DARFICLET) 3 Museo di Archeologia Ligure Il libro parlante rappresenta uno strumento estremamente utile per rendere fruibile agli ipovedenti materiale che altrimenti risulterebbe di difficile o impossibile comprensione. Forse però, ad oggi, si è fatto ricorso a questo strumento molto meno sovente di quanto meriterebbe, per la difficoltà di realizzazione di questo particolare genere di materiale multimediale. Grazie a tecnologie ormai "mature", si può invece sfruttare al meglio le potenzialità del libro parlante per ampliare la disponibilità di materiale didattico per ipovedenti, senza dover necessariamente diventare esperti in tecnologie, né acquisire strumentazioni sofisticate. Per la realizzazione del libro parlante è stato infatti sufficiente un normale personal computer dotato di applicativi di produttività personale. In questo lavoro si presenta l'esperienza svolta presso il Museo di Archeologia Ligure di Genova Pegli, relativa alla realizzazione di un libro parlante dedicato al "Principe delle Arene Candide", un giovane vissuto nella Liguria di 23.000 anni fa la cui sepoltura, dotata di un ricchissimo corredo funerario, è ricostruita nel museo. Il prodotto, studiato appositamente per ipovedenti, risulta fruibile (ed anzi gradevole) per utenti normodotati, in particolare per le scolaresche in visita ai laboratori del museo, e rappresenta quindi un complemento multimediale all'informazione già presente nell'esposizione (pannelli ecc.) per favorire la comprensione del reperto da parte del pubblico in genere. Nel lavoro si illustrano per sommi capi le attività educative che il Museo offre, i contenuti del libro parlante, e gli strumenti impiegati. L'approccio seguito è basato su un insieme di linee guida che garantiscono la riproducibilità di questa esperienza per sviluppare strumenti analoghi in contesti differenti. La struttura del libro parlante si basa sull'integrazione di testi, parlato ed immagini effettuata tramite uno strumento di produttività personale: PowerPoint. Con semplici accorgimenti si possono creare testi ed immagini fruibili anche da ipovedenti, ed è possibile sfruttare l'organizzazione sequenziale delle diapositive per associare tali testi ed immagini con file audio, realizzando così un percorso sequenziale, che non richiede particolare interazione con l'utente. Oltre al percorso sequenziale, è anche possibile organizzare una struttura ipertestuale con collegamenti e livelli differenti, attivabili tramite l'uso dei soli tasti numerici, seguendo apposite spiegazioni contestuali fornite sempre attraverso file audio. Grazie all'uso delle informazioni audio, il prodotto risulta utilizzabile anche ai non vedenti e consente di seguire diversi percorsi di informazione ed apprendimento in funzione degli interessi individuali, del tempo a disposizione ecc. Il materiale così organizzato verrà messo a disposizione dei visitatori del museo, in particolare alle classi in visita, e ai disabili che prenotano individualmente. G. Dodero: [email protected] 27 Knowledge Server: una piattaforma collaborativa online con interazione in tempo reale, basata sulla conoscenza H. Forte Hypersoft-net srl, Prato La tecnologia che sta alla base di Knowledge Server è l'esempio di un esercizio di costruttivismo collaborativo che riassume molti dei principi esposti da Vico (passando da Piaget, Vygotskii, Glasser, Von Glaserfeld, Novak, ed altri) a Pask, e infatti, è un riconoscimento al pensiero di Gordon Pask e alla sua Teoria della Conversazione. Knowledge Server è una piattaforma collaborativa che permette la costruzione di basi di conoscenza concettuale, che possano essere modificate e annotate dai membri del gruppo; i membri del gruppo possono creare concetti, relazioni concettuali, ideare categorie ed assegnarle a concetti e relazioni (attività fondamentale dell'apprendimento), collegamenti Internet, annotazioni, associare tabelle, video clips o documenti di qualunque tipo. Si tratta di una piattaforma collaborativa che permette anche all'amministratore di organizzare i gruppi di studio e ai tutor di definire le mappe alle quali hanno accesso i gruppi, ed il livello di accesso di ogni utente. E' fondamentale il fatto che ai tutor e amministratori rimane una statistica dettagliata della partecipazione di ogni studente. La collaborazione è essenziale per l'apprendimento in linea. Nel lavoro di gruppo avviene la condivisione dell'informazione e dei punti di vista; l'interazione costruisce i rapporti, e l'obiettivo comune da raggiungere può aumentare la motivazione all'apprendimento. Knowledge Server è uno strumento per l'apprendimento collaborativo in linea che risponde in particolare alla necessità di apprendere dei soggetti che si trovano fuori dai contesti tradizionali di apprendimento (come le aule), sia per età, sia per il bisogno di aggiornamento professionale, ma anche per situazioni particolari come la scuola in ospedale, la scuola a casa (home schooling), nelle realtà nelle quali il soggetto ha limitazioni per accedere ai centri di formazione, nella formazione aziendale, ecc. Nel caso dello studente con limitazioni o con qualche disabilità dell'apprendimento, o nel caso di indisponibilità temporanea, l'aspetto collaborativo a distanza acquisisce un valore particolare perché permette il dialogo sincrono/asincrono non soltanto con i compagni (l'alunno disabile ha più bisogno, non soltanto di assistenza, ma anche di sentirsi parte del gruppo), ma anche con il proprio insegnante che, online, è in grado di personalizzare la mappa concettuale, aggiungere immagini o multimedia, adattare in tempo reale la mappa, dialogare e scambiare messaggi, e anche valutare l'apprendimento direttamente sulla mappa. H. Forte: [email protected] 28 EduCms - un ambiente autore per la formazione a distanza A. Frascari, A. Pegoretti Anastasis, Bologna EduCms è un servizio rivolto a scuole e centri di formazione oppure a singoli insegnanti, tutor, formatori, educatori professionali e orientatori, consente la produzione di unità didattiche interattive e la gestione di corsi di formazione a distanza (FAD) online, grazie ad un modulo che permette la creazione guidata di unità didattiche con vari tipi di esercizi a correzione automatica: questionari a risposta aperta-singola-multipla, esercizi di abbinamento e completamento, tutti arricchibili con immagini e file audio e video. Per ogni corso viene attivato un "gruppo FAD" con relativa "aula virtuale", ovvero un gruppo con i corsisti ed una serie di servizi volti a simulare l'aula di lezione: la chat, il forum, il centro messaggi. Le attività dei corsisti sono tracciate, consultabili ed esportabili in ogni momento dai corsisti stessi e dai loro tutor, con informazioni dettagliate sui passi svolti, sugli esiti degli esercizi e statistiche sull'attività svolta. Qualora la scuola o l'ente di formazione non avessero a disposizione un'aula connessa ad internet, l'insegnante può richiedere lo scarico su CD-Rom delle unità didattiche create online. Gli insegnanti abbonati al servizio hanno accesso ad un repository condiviso ed indicizzato, dove ognuno potrà pubblicare materiali che ritiene di pubblica utilità ed accedere a quelli presenti, in un'ottica di cooperazione ispirata all'idea di "open source". Questo repository permette al sistema di estendere le unità didattiche a veri e propri "learning objects", che sono, per definizione, unità didattiche o risorse utilizzabili anche al di fuori del contesto in cui sono state create: accedendo al repository è possibile infatti "ereditare" gli oggetti e modificarli ed estenderli a proprio piacimento. La creazione e modifica dei contenuti avviene all'interno di un editor per pagine HTML, un ambiente quindi del tutto simile ad un word processor. In fase di salvataggio la pagina HTML sarà automaticamente salvata sul server, immediatamente visualizzabile dall'utente, esattamente come compare all'interno dell'area di lavoro. L'amministratore può imporre che l'ambiente autore produca solo codice XHTML puro, in modo da garantire il 100% di accessibilità. Il servizio non richiede alcuna installazione: funziona completamente online. E' multipiattaforma: per eseguirlo basta possedere un browser Internet Explorer (6 o successive) o Mozilla (1.5 o successive, Firefox). Funziona quindi sia in ambiente Windows che Linux. Anastasis: [email protected] 29 Are you happy? Yes I am if we do together! A. Fratangelo II Circolo Didattico Moncalieri (TO) Il titolo in inglese non per gusto di esterofilia, né per moda ma solo per richiamare il lavoro svolto in collaborazione con l'insegnante di inglese nell'ambito del laboratorio di L2 e di informatica, condotto in una classe seconda frequentata da Matteo un dolcissimo bambino con paralisi cerebrale e cecità corticale. Matteo ha grosse difficoltà motorie: non cammina, non afferra gli oggetti, non ha capacità di prensione; inoltre il suo linguaggio è limitato, quasi inesistente, conosce e usa qualche sillaba e fonemi come ma, pa, i, pi, mi. Sto mettendo troppo in risalto ciò che l'allievo disabile non sa fare vero? Chi lavora con l'handicap sa bene quanto sia sbagliato e pedagogicamente scorretto concentrarsi solo sulle difficoltà dei bambini, d'altro lato sa che deve lavorare sulle possibilità e sulle capacità residue del disabile. Eppure vorrei, attraverso l'esperienza vissuta, dimostrare come, anche nelle difficoltà più accentuate, si possa lavorare, e bene. Vorrei gridare a tutti che la vera integrazione è possibile e che l'allievo speciale è davvero una risorsa per la classe, uno stimolo alla creatività, al fare insieme, al sentirsi utili e felici! Il progetto realizzato con l'utilizzo del PC è una dimostrazione di come le insegnanti possano insegnare appassionandosi a ciò che fanno perché si divertono, fanno divertire, favoriscono un apprendimento reale supportato dall'entusiasmo degli allievi che vedono il frutto del loro lavoro. Matteo lavora per lo più in classe, con i compagni, che interagiscono volentieri con lui; adora le sonorità della lingua inglese perché il papà, australiano, gli parla spesso utilizzando la sua lingua madre. Così durante l'anno scolastico ha imparato a dire happy. Da una semplice parola, di per sè già così solare e positiva sono nati degli spunti di lavoro: perché non cantare la splendida canzone Don't worry be happy! Allora usiamo il software Vanbasco's, magari servendoci di un videoproiettore. L'aula di informatica diventa per qualche minuto un palcoscenico che lascia libero spazio all'espressività di tutti. I bambini imparano qualche parola in più di lingua inglese e si rendono conto della mancanza di corrispondenza tra ciò che leggono e la pronuncia suggerita dall'insegnante. Matteo si diverte tanto e chiede spesso di ascoltare questa canzone quando siamo nel laboratorio multimediale. Piano piano nascono altre idee. Si decide di registrare le voci degli allievi, dell'insegnante e di Matteo; vengono acquisiti con lo scanner i disegni della storia "The hungry caterpillar", poi, utilizzando il programma PowerPoint, viene realizzato un ipertesto che Matteo attiva attraverso lo switch acquistato dalla scuola per facilitare l'accesso al PC. "The hungry caterpillar" è il libro parlato realizzato dai bambini della seconda B della scuola elementare Principe di Piemonte di Termoli (CB). Il bruco affamato è il personaggio di una semplice storia utile a favorire la memorizzazione dei giorni della settimana. Matteo ha offerto il suo prezioso contributo alla storia (con la sua vocina dolce e stupita dice happy). L'ipertesto è diventato per lui un sussidio, uno strumento per ampliare la comunicazione con i compagni, per favorire il loro riconoscimento. Cose semplici, che forse non fanno clamore, ma che riempiono il cuore e danno un senso alla nostra professione e alla nostra esistenza. A. Fratangelo: [email protected] 30 Emozioni e tecnologie: si può fare se… E. Galmarini I.P.S.S.A.R.T (Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri, della Ristorazione e per il Turismo) di Otranto (LE) Fino ad alcuni decenni fa la scuola mirava al potenziamento della sfera cognitiva negando o marginalizzando la componente emotiva in quanto non facilmente controllabile, scomoda e disequilibrante. Con Gardner (Formae mentis, 1993) e, soprattutto con Goleman (Intelligenza emotiva, 1996) si è incominciato a parlare dell'importanza dell'intelligenza emotiva in tutti i campi dello sviluppo della personalità e della possibilità di insegnare a gestire le proprie emozioni. Questo approccio ha una grande importanza per l'apprendimento e per lo sviluppo nel periodo infantile e adolescenziale. L'intelligenza emotiva apre una prospettiva dinamica e trasformativa anche per l'integrazione dei disabili. Attraverso l'intelligenza emotiva tutti i sentimenti del soggetto, disabile e non, vengono ad acquistare importanza e significato. L'intelligenza emotiva, al contrario dell'intelligenza misurata con il QI si può apprendere, perfezionare, insegnare. In questo modo, la famiglia, la scuola, le istituzioni sanitarie, ecc. possono attivare e sviluppare nei disabili non solo competenze cognitive ma anche competenze emotive e relazionali aiutandoli a sentirsi soggetto nel mondo. L'evoluzione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione ci offre ambienti potenzialmente favorevoli al riconoscimento, alla gestione e alla valorizzazione della dimensione emotiva nel processo di apprendimento. Paradossalmente è proprio la tecnologia con le sue nuove forme di comunicazione e di strutturazione dei saperi (ipermedia, reti, realtà virtuale) a riportare prepotentemente nella scuola la dimensione dell'emozionalità. Utilizzando le caratteristiche proprie di questi ambienti, le interfacce virtuali possono essere intese come laboratorio metaemozionale in cui l'alunno impara ad individuare e a riconoscere le proprie e altrui emozioni in un ambiente controllato e protetto. L'utilizzo consapevole di un articolato processo di educazione emotiva, anche in presenza di disabili, può iniziare da una più semplice interazione con ambienti informatici passando poi a più complessi role-play fino a reali rapporti interpersonali e di gruppo. Per Carlo, un adolescente di una classe prima di un Istituto Tecnico Commerciale, diagnosticato con deficit mentale medio-lieve e una disabilità motorio-prassica per il quale l'esperienza nel laboratorio multimediale ha rappresentato un contesto di apprendimento favorevole che ha stimolato la sua "emozione di conoscere". E. Galmarini: [email protected] 31 Formazione alla didattica con le TIC M. Govi1, M. Sferra2 1 Logical Media, Prato 2 Hypersoft-net srl, Prato Se l'esperienza formativa che l'insegnante costruisce con i suoi studenti è l'aspetto più qualificante del suo lavoro, allora anche il suo aggiornamento professionale deve avvenire attraverso esperienze formative ricche, caratterizzate da coerenza tra acquisizione di nuove metodologie e panorama di nuove conoscenze. Il metodo formativo costituisce quindi l'elemento fondamentale attraverso il quale stimolare il cambiamento e garantire una qualificazione continua. Esiste da alcuni anni una tecnologia di rappresentazione della conoscenza (Knowledge Manager) sviluppata da un gruppo di ricerca composito (informatici, psicologi, docenti), che offre prospettive particolarmente promettenti per la formazione continua degli insegnanti perché, con un breve addestramento e uno stimolante percorso teoricoesperienziale, fornisce concreti elementi di riflessione per: - ripercorrere e rielaborare gli argomenti solitamente usati nel proprio insegnamento, in modo diverso, più preciso e conciso, perciò più efficace; - comprendere meglio i meccanismi generali dell'apprendimento, e della gestione della conoscenza; - utilizzare in modo consapevole anche strumenti metacognitivi, stimolando i propri studenti a scoprire e valorizzare il proprio stile cognitivo. I corsi basati su questa tecnologia: - offrono contenuti in un formato innovativo, vicino al formato naturale con cui la mente umana elabora le conoscenze; - abituano ad interagire con rappresentazioni grafico-logiche della conoscenza; - stimolano ad apprendere personalmente a creare mappe e, una volta verificata personalmente potenza e adattabilità di tale metodo di apprendimento, a proporlo ai propri studenti. "Logical Media" offre, con questa tecnologia, alcuni corsi operativi ed altri di approfondimento teorico (psicologico e didattico), ad esempio il corso "Nuovi percorsi didattici negli interventi sulle disabilità dello sviluppo" destinati a insegnanti di sostegno e curriculari impegnati nell'integrazione scolastica di studenti con varie disabilità. Gli insegnanti iscrittisi ai corsi hanno partecipato attivamente alle attività proposte (60% dei casi), acquisendo quasi tutti una buona padronanza del metodo (30% eccellente), rimanendo soddisfatti dei progressi e degli stimoli ricevuti. Sperimentano con successo il metodo acquisito nella loro attività didattica. M. Sferra: [email protected] 32 La comunicazione alternativa: oltre il muro del silenzio B. Greco, F. Sesti, C. Terracciano Istituto Comprensivo E. Giacich, Monfalcone (GO) Negli ultimi anni sempre più attenzione viene posta alle potenzialità, ai bisogni di autonomia e di comunicazione dei bambini con disabilità motoria, anche grave; lo sviluppo dell'informatica ha infatti reso disponibili ausili che permettono lo svolgimento di funzioni complesse, riducendo e semplificando l'atto motorio richiesto. Insegnanti, riabilitatori e familiari sono chiamati a operare in stretto collegamento, con un approccio che parte dalla conoscenza approfondita di ogni singola situazione e delle risorse esistenti, per formulare un progetto globale di intervento che tenga conto sì della specifica disabilità, ma anche delle potenzialità residue, da valorizzare al massimo. Per scegliere quali ausili usare in una determinata situazione non è sufficiente conoscere la diagnosi del soggetto disabile, spesso infatti bambini affetti dalla stessa patologia beneficiano di strumenti diversi. È opportuno, quindi, procedere ad un'attenta valutazione di ogni caso, in modo da elaborare un progetto personalizzato. Fondamentale, comunque, in ogni situazione è la corretta progettazione della postazione di lavoro, che è strettamente legata al problema della postura, ai movimenti volontari e involontari del soggetto, agli eventuali aspetti di carenza visiva o percettiva, ecc. Denis, otto anni, è affetto da una malattia genetica rara e grave: l'amiotrofia spinale muscolare tipo Werdnig Hoffmann (SMA I tipo) che compromette in modo severo la mobilità globale fino alla limitazione delle funzioni di base. Denis non può parlare, riesce solo ad emettere dei suoni che esprimono contentezza o richiesta generale di attenzione. Gli unici residui di movimenti sono quelli oculari e, con un certo sforzo, quello dell'indice delle due mani. Fin dalla scuola dell'infanzia obiettivo principale è stato quello di cercare di rompere l'isolamento forzato di Denis, mettendolo nelle condizioni di accogliere stimoli dall'esterno che arricchissero la sua esperienza e lo mettessero in grado di acquisire routine temporali, concetti e rappresentazioni simboliche. Un costante lavoro svolto con competenza da genitori, infermieri, educatori ed insegnanti ha permesso a Denis di procedere negli apprendimenti. È con l'inserimento nella scuola primaria e con l'aumentata frequenza scolastica, resi possibili grazie all'impegno dell'Asl territoriale, che si è riusciti ad individuare degli ausili efficaci per rendere accessibile la comunicazione e favorire l'apprendimento di concetti formali. Il vero e proprio salto di qualità nel percorso è avvenuto con l'utilizzo di alcuni software ad accesso facilitato, azionabili tramite sensori esterni. È proprio lavorando con questi software che ci si è resi conto che Denis aveva, di fatto, imparato a leggere e a scrivere senza alcun insegnamento formale. Per alcuni mesi Denis ha iniziato l'attività scolastica esercitando la motricità fine residua, l'attenzione visiva e uditiva e il coordinamento oculo-manuale tramite l'uso di particolari software. Poi si è passati all'utilizzo di altri software che prevedono l'uso a scansione di una tastiera virtuale semplificata e la possibilità di ascoltare quanto digitato. Con questi programmi Denis in breve tempo è riuscito a partecipare alle attività di classe. Ma l'opportunità maggiore offerta da questi programmi è data dalla possibilità per Denis di esprimere emozioni, stati d'animo, desideri, necessità. Oggi Denis segue completamente il lavoro della classe, grazie anche all'allestimento di un'aula fornita di più computer in rete, con programmi di condivisione per permettere a Denis di conoscere il lavoro dei compagni e ai compagni di conoscere il lavoro di Denis. Istituto Comprensivo E. Giacich: [email protected] 33 Le Unità multimediali di apprendimento P. G. Malerba Liceo Socio Psico Pedagogico "G. Marconi" di Chiavari (GE) Postulando l'assunto secondo il quale, per una didattica efficace, è sempre preferibile esplicitare la complessità piuttosto che procedere ad una riduzione o, peggio ancora, ad una banalizzazione dei contenuti destinati alla formazione di soggetti diversamente abili, il presente contributo ha come tema la realizzazione di Unità didattiche semplificate, somministrate in forma multimediale. La stessa storia della pedagogia insegna come da esperienze d'avanguardia nell'educazione dei soggetti diversamente abili possano derivare concetti estensibili all'intera pedagogia. Alcuni discenti, affetti sia da autismo sia da ritardo lieve, frequentanti diverse Scuole Superiori sono stati coinvolti nella costruzione di Unità multimediali, realizzate con MicrosoftTM PowerPoint predisposte dall'Insegnante di sostegno, in particolare hanno dovuto cercare nel web e scegliere fonti iconografiche che poi sono state utilizzate ad illustrazione delle slides. Man mano che si è proceduto nella realizzazione delle Unità gli studenti sono stati lasciati liberi di sperimentare da soli il risultato del lavoro. La sperimentazione libera ha avuto una parte determinante nel risultato didattico. Sono state inoltre predisposte dall'insegnante ripetute verifiche in itinere consistenti nella richiesta agli studenti di illustrare le slides. In un ragionevole lasso di tempo, ogni soggetto è stato in grado di anticipare le didascalie ancora prima che apparissero a schermo mostrando così non solo di avere appreso i contenuti ma anche di essere in grado di ricostruire i nessi logici sottesi alla spiegazione e alla narrazione dei fatti oggetto delle Unità di apprendimento. Tali verifiche hanno avuto anche lo scopo di chiarire quali nessi logici l'insegnante dava per scontati e quali contenuti considerava impliciti mentre per i ragazzi non lo erano affatto. Questo feed back ha costretto l'insegnante ad un continuo lavoro di revisione delle Unità ed ha richiesto, oltre che intuizione, un notevole dispendio di energie e di tempo. Benché, ad un'analisi affrettata, sia legittimo sospettare che le ripetute somministrazioni del dispositivo abbiano agito come una sorta di addestramento puramente mnestico, il successivo evidenziarsi di mancate comprensioni e connessioni logiche ha deposto a favore di un avvenuto percorso cognitivo. Se così non fosse stato si sarebbero manifestate lacune mnestiche e non errori di tipo logico da doversi correggere attraverso l'esplicitazione di nessi e inferenze. I buoni risultati evidenziati sono probabilmente da imputarsi all'attivazione di canali cognitivi alternativi alla letto-scrittura, nei quali tutti i discenti mostravano i loro limiti. Le protesi logiche, rese disponibili dalle slides, hanno sopperito in gran parte ai limiti dei discenti contribuendo a renderli maggiormente avvezzi alle deduzioni, alle inferenze ed ai nessi di causa ed effetto. I paralogismi e gli errori di natura logica si sono ridotti notevolmente nel momento in cui la letto-scrittura non ha più impegnato a fondo le risorse psichiche dei discenti, inoltre l'esplicitazione della complessità, comportando un minore insuccesso cognitivo, ha agito favorevolmente sull'impegno e sulla motivazione. P. Malerba: [email protected] 34 Dalla scuola dell'infanzia alla scuola primaria: un percorso di integrazione anche a distanza con l'uso delle tecnologie C. Manfredini Fondazione Asphi Onlus, Bologna Il percorso di integrazione che viene presentato è cominciato nella scuola dell'infanzia per proseguire ad oggi nella scuola primaria; l'uso delle tecnologie a supporto delle attività didattiche e della comunicazione si è dimostrato significativo. Il ruolo di Asphi è stato quello di pensare, proporre, progettare e coordinare le attività con le tecnologie insieme al gruppo pluridisciplinare coinvolto nel progetto: insegnanti, genitori, logopedista, neuropsichiatria, direzione scolastica. Il bambino al centro del percorso è affetto da una sindrome che gli impedisce gran parte dei movimenti eccetto quello dei due indici e non può frequentare con regolarità le attività scolastiche. Il computer è diventato uno strumento in più e, in particolare, un mediatore tra casa e scuola. A casa il bambino utilizzava già il computer prevalentemente per attività di gioco, con il supporto di una trackball per posizionare il cursore sullo schermo e un sensore di piccole dimensioni molto sensibile, per attivare il clic del mouse. Il primo passo per un utilizzo delle tecnologie anche per le attività scolastiche, è stato fatto attivando uno scambio/prestito di software, che il bambino utilizzava a casa, con i compagni di classe; usare e conoscere gli stessi strumenti è stato l'inizio del lavorare insieme. Nello stesso tempo le insegnanti della scuola materna hanno intrapreso un percorso di formazione all'uso delle tecnologie; da un loro atteggiamento iniziale quasi diffidente, si è arrivati ad ottenere ottimi risultati. Durante l'anno scolastico le insegnanti in quasi totale autonomia hanno costruito unità didattiche multimediali con immagini, suoni e filmati a supporto della programmazione, ognuna di loro ha acquisito competenze nuove e diverse a partire dalle attitudini e interessi personali. Grazie al lavoro prodotto e alle nuove competenze messe a disposizione, il computer è diventato un mediatore, con il compito di portare a casa del bambino le esperienze fatte a scuola, fotografate, riprese e rielaborate in un formato digitale. Tra casa e scuola giornalmente c'era uno scambio di lettere e messaggi cartacei, il tutto avveniva con una organizzazione di posta in arrivo e in partenza con tanto di cassette postali (di cartone) in classe. Partendo da questa attività di corrispondenza, insieme alle insegnanti e alla famiglia si è pensato di utilizzare le potenzialità che oggi la tecnologia ci offre, per attivare una comunicazione a distanza con l'obiettivo che tra casa e scuola ci si potesse vedere, sentire e anche scrivere senza tempi lunghi di attesa e risposta. La famiglia e la scuola si sono dotati degli strumenti utili per attivare questo contatto, in particolare una web-cam, un microfono e un collegamento internet (i computer erano già a disposizione). Le difficoltà tecniche non sono mancate, inizialmente i problemi di collegamento/rete hanno rallentato le attività, deludendo le aspettative. Una volta superati i problemi tecnici il comunicare in diretta tra casa e scuola è diventato un momento significativo un po' per tutti: il bambino che nel vedere e sentire i compagni si è motivato nel fare scuola anche a casa, le insegnanti che si sono sentite vicine alle colleghe per un supporto/confronto, la famiglia che ha visto il loro bambino inserito in un gruppo classe, le persone di Asphi che hanno sperimentato l'utilizzo di strumenti non "speciali" ma che si trovano facilmente in commercio, in una situazione così particolare. Oggi (anno scolastico 2005-2006) il percorso continua, il bambino è iscritto alla classe seconda della scuola primaria, gli obiettivi scolastici e di comunicazione sono cresciuti. C. Manfredini: [email protected] 35 Il progetto "FaceMOUSE per l'integrazione" M. Mussini1, S. Soria2 1 RSA Mario Del Monte di ANFFAS Onlus Modena 2 A.I.D.A. srl Modena "FaceMOUSE" è un ausilio informatico innovativo rivolto a disabili motori (anche gravi) ideato dall'ing. Soria nell'ambito della propria tesi di laurea e sviluppato da AIDA, nonché sperimentato nei Centri di ANFFAS onlus di Modena. Il sistema "FaceMOUSE", brevettato e finanziato dal Fondo Sociale Europeo, è un software innovativo che permette di comunicare, scrivere ed usare il computer, senza utilizzare mani, voce o sensori; esso studia infatti i movimenti del capo o del corpo attraverso una piccola telecamera collegata al computer e sposta il cursore del mouse di conseguenza. "FaceMOUSE" grazie alla sua flessibilità d'utilizzo, a differenza degli altri sistemi, è adatto a molte tipologie di handicap motorio, anche gravi. L'iniziativa "FaceMOUSE per l'integrazione" intende dimostrare come "FaceMOUSE" sia uno strumento efficace per favorire l'integrazione scolastica e sociale della persona diversamente abile. In particolare in tale intervento si presenterà la sperimentazione dell'associazione ANFFAS onlus - Modena svolta con disabili gravi, di cui si riportano di seguito le caratteristiche principali. La sperimentazione è iniziata nella primavera 2004, quando l'Ing. Soria ha proposto all'associazione ANFFAS onlus di Modena di sperimentare all'interno dei Centri da essa gestiti il software "FaceMOUSE" da lui ideato. L'associazione ha avviato con interesse un percorso di conoscenza e sperimentazione dell'ausilio proponendolo ad alcuni utenti dei Centri. Le opportunità che il software offre sono state immediatamente percepite da coloro che hanno preso parte a questo progetto, i quali, per comunicare con gli altri necessitano sempre di un mediatore che utilizzando ausili tradizionali e non tecnologici come l'Etran (non immediatamente fruibile da tutti) renda comprensibili i loro pensieri, bisogni, desideri ed ogni contenuto delle loro comunicazioni. Avere l'opportunità di utilizzare autonomamente uno strumento a tutti accessibile, per esprimersi direttamente con gli interlocutori senza dipendere da una terza persona, rappresenta un importante sviluppo verso l'autonomia e quel diritto alla privacy che per qualcuno è ancora una meta lontana. Terminato il periodo di sperimentazione alla fine del 2004, l'Associazione ha deciso di iniziare con un progetto sistematico all'interno dei Centri dotando le strutture degli ausili necessari al funzionamento del programma. S. Soria: [email protected] 36 Campus "Informatica per l'autonomia" M. Peroni1, N. Staffa1, L. Grandi2, M. Berton1, M. Craighero1, G. Stella1, A. Meloni3, E. Savelli1 1 Associazione Italiana Dislessia 2 Anastasis Bologna 3 Università degli Studi Repubblica di San Marino L'esperienza, condotta, per ben due anni successivi, con ragazzi dislessici, in quello che abbiamo chiamato "Campus per l'autonomia" ci ha mostrato come l'informatica possa essere un ottimo "apriscatole" per tirare fuori il meglio dai ragazzi dislessici e come, anche e soprattutto di fronte a ragazzi con questo tipo di problemi, il nostro impegno debba essere prima di tutto quello di "educare" nel senso di "coltivare, far crescere": bisogna preparare e concimare adeguatamente il terreno, seguire con cura i singoli prodotti, i bisogni d'acqua e il controllo dei vari parassiti, ecc. Questo è stato l'obiettivo del lavoro che tutti i partecipanti al Campus, ragazzi e staff, hanno intrapreso durante la settimana. La maggior parte dei ragazzi, probabilmente sfiduciati da esperienze precedenti, non aveva nessuna aspettativa positiva nei confronti della settimana. Il clima di lavoro non è stato, quindi, sin dal principio, sereno ed è stato necessario un duro lavoro di dissodamento ed aratura del terreno. Le modalità sono state in realtà semplici: dare a tutti la possibilità di esprimere anche i rancori, le perplessità e poi dare fiducia a chi probabilmente non ne aveva più da tempo. In questo clima, non ancora rilassato, abbiamo presentato i primi strumenti informatici che speravamo potessero fungere da "fertilizzanti": Internet e Carlo II; abbiamo chiesto di cercare, lavorando a coppie, informazioni riguardanti un argomento di interesse. Tale compito, all'apparenza semplice, implicava un lavoro di cooperazione, di ricerca nell'enorme rete di informazione di internet ed infine di sintesi. Volutamente gli strumenti sono stati presentati per sommi capi, in modo da dare l'opportunità ai ragazzi di sperimentare in modo autonomo le potenzialità dei mezzi informatici. La maggior parte dei ragazzi ha reagito in modo estremamente positivo, rimboccandosi le maniche e zappando quel terreno disastrato. Tutti hanno portato a termine il compito e sono emerse ottime capacità comunicative che si esplicitavano in analisi critiche ed analitiche degli argomenti ricercati. Un elemento che ha permesso il superamento delle paure iniziali è stato il fatto che veniva offerta una modalità di apprendimento diversa che si discosta dalla usuale "monocultura" dell'apprendimento tramite testo scritto. La "monocoltura" riduce la qualità intrinseca del terreno e richiede sempre maggiori quantità di pesticidi e concimi chimici. La "monocultura" limita le potenzialità di ragazzi intelligenti che hanno caratteristiche di apprendimento peculiari e costringe la scuola, la famiglia e i servizi ad intraprendere faticose attività frustranti e spesso inutili. La stabilità e l'efficienza di un "ecosistema" educativo nasce, invece, dalla varietà delle proposte che questo sa offrire a seconda dei bisogni e delle capacità che si trova ad affrontare e alcuni ausili informatici, bypassando le difficoltà oggettive e oralizzando gli scritti valorizzano le abilità di questi ragazzi e possono essere loro di grande aiuto. Associazione Italiana Dislessia: [email protected] 37 Disabilità cognitiva e computer: un'esperienza multimediale A. Pirovano Anffas Ticino onlus di Somma Lombardo (VA) Il Cd-Rom "Un viaggio educativo alla scoperta di…" è un prodotto multimediale di giochi ed esercizi didattici utile per stimolare l'attenzione degli alunni nelle attività del sostegno scolastico delle elementari, per facilitare l'apprendimento cognitivo dei bambini nell'ultimo anno delle materne e per verificare e stimolare le abilità degli utenti disabili dei Servizi extrascolastici. Il tipo di esercitazioni proposte, che prendono spunto da concrete attività svolte dagli ospiti dei due Servizi che hanno realizzato il prodotto, possono favorire lo sviluppo o il recupero di alcune abilità sociali e cognitive anche in soggetti disabili mentali adulti, di grado medio lieve Il CD-Rom può esser utilizzato con (o da) soggetti PdH psichico medio-lieve che frequentano servizi extra scolastici (sia adulti che minori) o nell'ambito del sostegno scolastico. Il prodotto è il frutto della collaborazione tra il CFP (Centro Formazione Professionale) di Toscolano Maderno sul lago di Garda e lo SFA (Servizio di Formazione all'Autonomia per l'integrazione sociale dei disabili) di Somma Lombardo (Va), con il contributo di altri due servizi ad essi collegati: il CRH (Centro Residenziale Handicappati) di Toscolano e la Comunità Alloggio di Maddalena, frazione di Somma Lombardo. Gli obiettivi iniziali del progetto erano la realizzazione di una particolare presentazione multimediale delle due realtà coinvolte ed anche la produzione di uno strumento didattico con esercizi, giochi e attività che fosse in grado di stimolare la partecipazione attiva alla formazione con il computer anche di soggetti adulti. Per ottenere questi obiettivi, si è puntato sulla diretta partecipazione di ospiti e allievi dei vari servizi a tutte le fasi della realizzazione del Cd-Rom, coinvolgimento che ne è poi diventata la caratteristica principale. Ogni soggetto ha fornito uno specifico contributo in base alle capacità individuali e agli obiettivi di sviluppo delle sue potenzialità ipotizzate dagli educatori. Le attività presenti nel Cd-Rom, proposte in forma di gioco educativo, offrono l'opportunità a servizi simili ai nostri (o anche nell'ambito di attività di sostegno scolastico) di operare per la stimolazione di alcune abilità cognitive con uno strumento multimediale che si caratterizza in particolare per la sua vicinanza alla realtà vissuta dai soggetti che lo utilizzeranno, i quali possiedono limiti e potenzialità paragonabili a quelle degli utenti che hanno partecipato alla realizzazione del prodotto. I contenuti didattici degli esercizi proposti sono di diverso tipo: vanno dalla memorizzazione di sequenze alla risoluzione di problemi, dalla discriminazione di colori ed oggetti al coordinamento oculo-manuale, all'allenamento della memoria visiva ecc… A sostegno di alcune attività ci sono dei rinforzi finali per stimolare il completamento dell'esercizio. A. Pirovano: [email protected] 38 "Gioca e impara con Orientina": presentazione di un'esperienza multimediale per il coinvolgimento e l'integrazione di soggetti disabili intellettivi adulti A. Pirovano Anffas Ticino onlus di Somma Lombardo (VA) In un primo Cd-Rom "Un viaggio educativo alla scoperta di…", avevamo voluto presentare la realtà dell'Anffas Ticino nel suo insieme sotto forma di gioco didattico, successivamente il nostro Servizio ha realizzato un nuovo prodotto multimediale per presentare l'esperienza di una realtà del servizio diurno che in questi anni si è positivamente sviluppata: "il laboratorio delle autonomie sociali". L'intento era quello di realizzare un prodotto accattivante, con contenuti adatti anche a soggetti disabili adulti, prodotto con la diretta partecipazione degli utenti dei servizi dell'Anffas Ticino e degli alunni della scuola elementare di Salò, soggetti con le stesse caratteristiche dei possibili fruitori del lavoro finale. Si è partiti da un'esperienza realizzata nella scuola elementare che aveva coinvolto gli alunni nella riscoperta degli antichi giochi di società. Tra questi è stato scelto il Gioco dell'Oca, come strumento di coinvolgimento, "nascondendo" poi nelle sue caselle le attività didattico - formative, obiettivo prioritario del prodotto multimediale. Ci si è rifatti all'esperienza dello SFA (Servizio di Formazione all'Autonomia per l'integrazione sociale dei disabili) di Somma Lombardo (Va), prendendo spunto dal lavoro formativo sulle autonomie sociali, elemento fondamentale del progetto educativo individuale dei singoli utenti del servizio extrascolastico. Durante il percorso delle pedine tra le varie caselle, ogni giocatore deve svolgere attività e giochi su argomenti relativi alle autonomie sociali, già sperimentati nel concreto dai laboratori del Progetto Atlantide (nome dello SFA Anffas Ticino) o prodotti con lavori collettivi di alcune classi della scuola elementare. Gli obiettivi principali del progetto sono così riassumibili: - proseguire l'esperienza di coinvolgere direttamente i possibili fruitori del prodotto informatico nella sua realizzazione, allargando la partecipazione agli scolari delle elementari; - proporre un Cd-Rom con contenuti per adulti che soddisfi le esigenze formative di Servizi per disabili maggiorenni, mantenendo l'impostazione ludica al fine di favorire la motivazione e facilitare l'apprendimento anche dei giovani disabili e degli alunni delle scuole elementari; - favorire l'incontro tra due realtà formative - SFA Anffas e scuola elementare di Salò - con mandati istituzionali diversi ma con il comune obiettivo di proseguire nel lungo percorso dell'integrazione dei soggetti disabili nella scuola e nella società. Le due esperienze realizzate in questi anni ci hanno confermato che il computer, strumento che già di per sé attiva l'interesse di chi ha modo di sperimentarne l'utilizzo senza frustrazioni, debba essere utilizzato non solo per l'acquisizione di abilità funzionali utili all'integrazione sociale dei soggetti disabili, ma anche per la produzione di cose pratiche, poiché questo aspetto favorisce la restituzione dell'investimento emotivo affettivo che aumenta la stima di sé e la motivazione, innestando così un circolo virtuoso che favorisce il conseguimento degli obiettivi di fondo dei singoli PEI. A. Pirovano: [email protected] 39 Obiettivi minimi: riflessioni su un'esperienza M. Plano I Circolo Didattico di Caltanissetta L'individualizzazione del percorso educativo passa necessariamente dalla definizione degli obiettivi educativi "possibili". Nel seguito si descrive il caso di un alunno affetto da "Agenesia del corpo calloso" con insufficienza mentale di grado medio che gli procura difficoltà nell'apprendimento, nell'attività grosso e fine motoria, nella vista, piccole assenze in classe e di tanto in tanto crisi di comizialità che nel corso del quinquennio della scuola elementare sono diventate sempre più frequenti e più gravi. Porta gli occhiali, ha difficoltà di coordinamento oculo-manuale, la sua attenzione visiva è limitata. Per questo bambino è stato predisposto un piano educativo personalizzato che aveva obiettivi educativi minimi che sono stati raggiunti in quanto, a conclusione del quinquennio, l'alunno è stato avviato: - all'esposizione orale e scritta di un brano o di una breve lettura o di immagini attraverso domande, ma necessita, ancora, di un lungo percorso per raggiungere una autonomia. - alla comprensione del testo attraverso l'individuazione dell'esatta domanda, segnando V (vero) o F (falso). - a cogliere il significato di un'immagine, di un disegno creato allo scopo. - a correlare due immagini. - a rilevare la contemporaneità tra due azioni " mentre ". - a riordinare due o più immagini. - all'autocorrezione ed all'autovalutazione. - alla lettura dell'orologio analogico. L'alunno ora conosce i tempi del verbo nelle tre forme: passato, presente, futuro perché essi scaturiscono dai termini di relazione temporale "prima, poco fa, ieri, l'altro ieri", "ora, adesso, oggi, in questo momento" e " dopo, più tardi, fra poco, domani, dopodomani". Ha interiorizzato la suddivisione della giornata: alba, mattina, mezzogiorno, pomeriggio, sera, notte e giorno. Sa le tabelline, tutte, e le loro numerazioni. Conosce il significato di prestito e riporto, anche se necessita di guida nell'attività operativa perchè dimentica di accompagnarsi con l'attività manuale. E' stato avviato alla comprensione del migliaio, al dettato, alla scomposizione, alla lettura delle cifre nelle due classi: unità semplici e migliaia, alla scrittura del valore delle cifre numeriche e ad operare entro tali classi. Sa eseguire divisioni con una sola cifra al divisore. Esegue moltiplicazioni con una sola cifra al moltiplicatore. Sa individuare in un problema che richiede una sola operazione quella che lo risolve. Sa individuare in un problema che richiede più di una operazione quelle necessarie alla sua risoluzione purché i quesiti gli vengano presentati uno alla volta. M. Plano: [email protected] 40 E-learning all'Università La Sapienza di Roma. "Case Study": il successo della didattica integrata aula-rete con uno studente disabile S. Resta, L. Cinganotto Università La Sapienza di Roma Il presente contributo ha per oggetto lo studio di un caso: il successo della didattica integrata aula-rete con uno studente disabile, che si colloca all'interno della cornice rappresentata dal progetto sperimentale di didattica e-learning avviato dal 2004 presso l'Università "La Sapienza" di Roma. Lo studente in questione, A.C. affetto da disfunzioni psico-motorie e da gravi difficoltà di tipo linguistico, si è iscritto nell'anno accademico 2004-2005, al corso "Eco-English english e-learning course for the students of the faculty of economics", ha partecipato attivamente e con entusiasmo a tutte le attività proposte online, ma con minore assiduità agli incontri in presenza. Il suo comportamento e la sua reazione sono stati attentamente esaminati, al fine di comprendere l'efficacia della didattica e-learning rivolta ad un'utenza diversamente abile. Lo studente stesso ha dichiarato di trovarsi a suo agio e perfettamente "alla pari" con i colleghi nelle interazioni all'interno della comunità virtuale, attraverso le chat ed i forum. L'ambiente di apprendimento che si instaura all'interno della comunità virtuale della piattaforma è, infatti, un ambiente user-friendly distensivo e stimolante, ispirato ai principi del costruttivismo sociale e del "cooperative learning", all'interno del quale le tecnologie, Internet e la multimedialità, congiuntamente allo scambio collaborativo tra i discenti ed alla moderazione del docente e-tutor, favoriscono e migliorano la qualità dell'apprendimento e lo spessore del percorso formativo. La prospettiva costruttivista che è alla base della piattaforma Moodle, ha permesso di favorire il coinvolgimento diretto dello studente, attivamente impegnato nella creazione di significati, nella valorizzazione delle sue pre-conoscenze e dei suoi gap comunicativi, chiamato a strutturare in maniera individualizzata il suo percorso formativo, sulla base delle esigenze, degli impegni, del background di competenze ed abilità linguistiche pregresse e dei ritmi e stili di apprendimento individuali. A.C. non solo è riuscito a superare l'esame di lingua inglese senza difficoltà, ma ha anche partecipato attivamente alla vita della comunità virtuale, diventandone quasi una sorta di "animatore" e, attraverso i canali telematici, è ruscito a comunicare e ad intrecciare relazioni interpersonali con disinvoltura. L'esame del caso in questione ha condotto alla conclusione che il corso è riuscito a soddisfare le esigenze didattiche e formative di questo studente diversamente abile: egli, che aveva tentato l'esame in precedenza, ma senza successo, è riuscito questa volta a raggiungere l'obiettivo, grazie alle opportunità di apprendimento alternative offerte dalla piattaforma. L'e-learning è risultato, dunque, vincente sotto il profilo della crescita e dell'arricchimento personale formativo e didattico, ma anche sul piano del recupero del vissuto sociale ed interazionale dello studente, perfettamente integrato nella "community" virtuale e libero da qualunque forma di "etichetta" che potesse distinguerlo dagli altri. L. Cinganotto: [email protected] 41 L'esperienza del Centro per l'Intervento Didattico sugli Alunni Dislessici (C.I.D.A.D.) come esempio di buona prassi di intervento coordinato sul territorio R. Rovaris Istituto Comprensivo di Verdellino, Scuola Elementare "Fratelli Cervi", Zingonia (BG) Il Centro per l'Intervento Didattico sugli Alunni Dislessici (C.I.D.A.D.) nasce dall'esigenza di dare una risposta efficace ai numerosi casi di dislessia presenti nella scuola. L'intervento con gli alunni dislessici può trarre grande vantaggio dalla conoscenza delle metodologie didattiche e dall'utilizzo di strumentazione informatica idonea a ridurre i deficit di tale disturbo. Il centro si è dotato di tale strumentazione, arricchirà nel proseguo la dotazione e promuoverà iniziative atte a far conoscere e sperimentare agli operatori della scuola le strumentazioni disponibili anche concedendo il comodato d'uso dopo idonea formazione all'utilizzo degli strumenti informatici. Il centro accoglie le richieste provenienti dalle famiglie di alunni dislessici e gli operatori si impegnano a predisporre percorsi e stage rivolti agli alunni che intendono avvalersi della strumentazione informatica. Il Centro è istituito e gestito dagli operatori dell'Equipe di Consulenza che ha sede presso l'Istituto Comprensivo di Verdellino in collaborazione con l'ufficio interventi educativi del C.S.A. di Bergamo. Le attività del centro sono coordinate dal dirigente scolastico dell'istituto stesso che è responsabile della progettazione delle iniziative e delle strumentazioni di cui il centro si è dotato per il raggiungimento delle finalità del centro che sono: 1. Promuovere attività di formazione rivolta ai docenti sul tema della dislessia 2. Promuovere competenze metodologico-didattiche per l'intervento sugli alunni dislessici 3. Promuovere l'utilizzo di strumenti informatici per ridurre e/o compensare il disturbo. Il centro è coordinato da un dirigente scolastico che gestisce un gruppo di docenti e pedagogisti. Tutti gli operatori fanno parte o hanno fatto parte del mondo della scuola nel ruolo di docenti e/o psicopedagogisti e hanno acquisito una solida esperienza nel campo delle difficoltà di apprendimento relativamente ai seguenti aspetti: - analisi e valutazione dei disturbi dell'apprendimento - progettazione di percorsi didattici finalizzati alla riduzione delle difficoltà connesse alla dislessia - utilizzo di strumentazioni informatiche - realizzazione di percorsi di formazione per docenti sul tema dei disturbi dell'apprendimento. Il centro è dotato di computer portatili da dare in comodato d'uso alle scuole dopo il periodo di formazione ai docenti e da restituire quando la scuola e/o la famiglia si dota dello stesso. Ogni computer portatile ha il programma "C.A.R.L.O. Loquendo" completo di OCR per la scansione dei testi e numerosi programmi informatici per l'intervento nelle situazioni di dislessia e discalculia. R. Rovaris: [email protected] 42 Gestione della conoscenza e apprendimento in presenza di dislessia ed altre disabilità dell'apprendimento M. Sferra, H. Forte Hypersoft-net srl, Prato Tra i disturbi dell'apprendimento diffusi nella popolazione scolastica, alcuni costituiscono una vera sfida per i modelli tradizionali di azione didattica. A differenza di quadri in cui le risorse cognitive sono globalmente deficitarie, ce ne sono altri in cui queste ultime sono intatte e presentano grandi potenzialità, ma restano soffocate a causa di deficit specifici che ostacolano lo sviluppo di alcune abilità. E' il caso della dislessia (insieme agli altri disturbi specifici dell'apprendimento, disgrafia e discalculia) e della sordità prelinguistica: nel primo, un disturbo specifico ostacola lo sviluppo delle abilità di letto-scrittura, e nel secondo un grave deficit sensoriale ostacola lo sviluppo della forma orale del linguaggio verbale. Due quadri completamente diversi, ma in entrambi i casi, l'insegnante intravede le risorse dello studente, eppure non riesce a stabilire una via di accesso ad esse. Nel caso della dislessia, le abilità di letto-scrittura rappresentano per la scuola la "conditio sine qua non" per l'elaborazione cognitiva che rende possibile l'apprendimento significativo, per cui gli obiettivi didattici restano spesso focalizzati solo sul miglioramento possibile dell'attività di decodifica della lettura. Si dimentica che la lettura è solo un mezzo per accedere al significato da apprendere. Se l'obiettivo generale, per lo studente dislessico come per tutti, è quello di stimolare i processi cognitivi complessi dell'apprendimento significativo, sollecitando l'operatività cognitiva e le capacità di autoregolazione, allora dobbiamo ampliare la nostra offerta di stimolazioni didattiche facendo leva su molte altre risorse cognitive, finora poco riconosciute dalla scuola. Per rendere più efficace l'azione didattica, occorre ripensare l'apprendimento attraverso una prospettiva cognitiva, ossia sulla base di una maggiore consapevolezza dei processi cognitivi attraverso i quali l'apprendimento si sviluppa. Da molti anni è emerso il valore di Knowledge Manager, una tecnologia didattica cognitiva, fondata sulla gestione della conoscenza rappresentata in mappe concettuali, che attraverso il suo ambiente multimediale e le sue funzioni interattive, stimola in modo naturale ed ergonomico i processi di selezione e focalizzazione dell'attenzione, percezione, organizzazione percettiva e intuizione, analisi, categorizzazione e concettualizzazione, inferenza logica, integrazione concettuale, autovalutazione. In questo modo si può organizzare un processo di apprendimento significativo e autoregolato dallo studente. Il metodo di lavoro che sta alla base di KM, una volta appreso, diventa patrimonio personale dello studente, che lo utilizzerà con profitto in tutta la sua carriera scolastica (e lavorativa) continuando a sviluppare le proprie abilità cognitive e capacità di apprendimento. M. Sferra: [email protected] 43 Formazione senza barriere per disabili motori gravi: i corsi universitari a distanza del Politecnico di Torino I. Signorile Centro per i servizi Teledidattici e Multimediali (Ce.Te.M.) del Politecnico di Torino Il Politecnico di Torino si occupa di formazione a distanza dal 1992. In questo momento sono attivi i corsi di laurea in Ingegneria Informatica, Elettronica, delle Telecomunicazioni, Meccanica, Elettrica, Logistica e della Produzione Civile. Gli insegnamenti sono impartiti attraverso diversi strumenti: sessioni di videoconferenza, lezioni accademiche trasmesse sui canali televisivi tradizionali e satellitari, tutoraggio (tramite fax, telefono, videoconferenza, internet, e-mail) ed esercitazioni (in parte svolte autonomamente a casa dagli studenti e in parte presso l'Ateneo o i centri di supporto attivati nelle varie sedi). Quando possibile sono utilizzate anche modalità tradizionali: presso l'Ateneo e i centri di supporto, gli studenti hanno a disposizione, secondo un calendario, sia docenti sia tutori che svolgono attività di consulenza e tutorato, sia videocorsi e CD-Rom multimediali (disponibili per il prestito), sia altro materiale didattico. Un'organizzazione di questo tipo ben si adatta alle esigenze di studenti portatori di handicap motori o con difficoltà a spostarsi (da casa o da un ospedale) e per i quali può essere disagevole fruire dei servizi offerti dalle tradizionali strutture universitarie. Sulla base di tali presupposti e delle richieste sempre maggiori di iscrizione, da parte di studenti disabili, ai corsi a distanza, il Ce.Te.M. ha avviato una serie di servizi per gli studenti disabili con lo scopo di permettere loro di svolgere un percorso accademico a distanza. In particolare il Ce.Te.M. si propone di organizzare i processi d'apprendimento a distanza in modo più flessibile al fine di facilitare l'integrazione dei disabili. I servizi e le attività a sostegno degli studenti disabili comprendono: - la messa a punto di progetti informatici personalizzati. In base alle esigenze e alle potenzialità dello studente con handicap il Ce.Te.M. si occupa di allestire, presso il domicilio dello studente stesso, una postazione informatica attrezzata con gli ausili tecnologici più adatti; - la possibilità di sostenere gli esami in remoto; - un servizio di supporto e consulenza per il disbrigo delle pratiche burocratiche; - la disponibilità di un laboratorio attrezzato con postazioni informatiche ed ausili hardware e software per gli studenti; - un'attenta progettazione del sito web dei corsi a distanza e dei servizi on-line al fine di garantirne un'effettiva accessibilità ed usabilità; - un'attività di sottotitolazione di videocorsi. Il primo studente disabile, un ragazzo affetto da una grave forma di tetraplegia, si è iscritto ai corsi a distanza nel 1999. Da allora il Ce.Te.M. ha raccolto un buon numero di nuove esperienze con altri studenti disabili riportando ottimi risultati. Le esperienze raccolte dal Ce.Te.M. con gli studenti disabili che hanno scelto di iscriversi ai corsi di ingegneria a distanza dimostrano come, combinando opportunamente gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia e il supporto di personale dedicato, sia possibile offrire pari opportunità di studio a quei disabili che presentano la volontà e l'intraprendenza per iscriversi all'università, ma non hanno la possibilità di frequentare i corsi di studi tradizionali. I. Signorile: [email protected] 44 Progetto per lo svolgimento di un percorso individualizzato con ausili tecnologici specifici S. Tritapepe, M. Peluso Anffas Onlus di Lanciano (CH) In seguito all'introduzione della Legge quadro 104, il considerevole aumento di bambini e ragazzi disabili nel sistema scolastico ha comportato problemi di nuova natura che hanno richiesto la realizzazione di strategie complesse. E' così cresciuta, in questi anni, una forte esigenza formativa per i docenti, sia dal punto di vista qualitativo che da quello quantitativo, per creare piani educativi individualizzati ed efficaci. Nell'anno 2001, l'Anffas Onlus di Lanciano ha attivato un'importante collaborazione con il Distretto Scolastico n.10 di Lanciano: tale rapporto ha permesso di effettuare valutazioni specialistiche e tecnologiche di alunni in situazione di handicap, consulenze sugli ausili informatici, sviluppo di percorsi informatici individualizzati e monitoraggio dei casi in studio. Il tutto per potenziare progetti finalizzati alla maggiore autonomia e integrazione sociale possibile della persona disabile, oltre quelli di supporto privato didattico. La prima parte di questa importante collaborazione ha visto la realizzazione del progetto "Orientamento all'utilizzo dell'ausilio informatico" che ha previsto valutazioni tecnologiche di alunni in situazione di handicap e corsi di orientamento per genitori, insegnanti, assistenti scolastici e terapisti. Alle valutazioni, effettuate unicamente con strumenti tecnologici quali software specifici, Midi Creator e pulsantoni con diverso funzionamento e collegati a svariati oggetti a seconda delle esigenze del soggetto da valutare, ha fatto seguito l'elaborazione di un percorso individualizzato in cui venivano indicati gli obiettivi e gli strumenti tecnologici da adottare. In tutto sono state valutate 107 persone in situazione di handicap e le scuole coinvolte sono state circa 30. Per tutti gli alunni coinvolti sono stati costruiti progetti individualizzati di supporto alla didattica e sono stati programmati incontri settimanali di circa un'ora per la loro implementazione attraverso hardware speciali e software didattici personalizzati. ANFFAS Onlus Lanciano: [email protected] 45 Il progetto FISH-EmpowerNet e l'esperienza per la formazione online G. Vercelli1, R. Bencivenga2, M. Parodi3, A. Sampietro1 1 Università di Genova (DISA) 2 Studio TAF, Genova 3 IPSSAR "N. Bergese", Genova FISH-EmpowerNet - un progetto cofinanziato dal Ministero del Welfare in base alla L. 383/2000 - è nato nel 2004 dalla collaborazione fra tre organizzazioni: l'AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), l'AIPD (Associazione Italiana Persone Down) e la FISH (Federazione Italiana Superamento Handicap). Il DISA, Dipartimento di Scienze Antropologiche dell'Università di Genova, è stato coinvolto nella progettazione e organizzazione della parte formativa a distanza nonché per il supporto tecnologico, curando in particolar modo la problematica relativa all'accessibilità dei contenuti secondo gli standard internazionali e la personalizzazione della piattaforma di e-learning ai fruitori del percorso formativo online. Obiettivo principale del progetto FISH-EmpowerNet è stato quello di sviluppare una rete a livello nazionale che permettesse lo scambio di esperienze e professionalità acquisite nell'ambito della partecipazione sociale e della lotta alla discriminazione, attraverso una serie di interventi di informazione e formazione rivolti alle persone con disabilità ed ai loro familiari, nonché agli operatori delle numerose associazioni in cui questi soggetti si organizzano. Il percorso di formazione online ha affrontato tematiche importanti quali: i diritti umani, costituzionali, sociali e sanitari, i servizi sociosanitari, i livelli essenziali di assistenza, i piani di zona, la comunicazione sociale nonché tematiche maggiormente operative sul piano tecnologico quali il lavoro in rete e le metodologie per la formazione a distanza. Il percorso formativo online è stato articolato su quattro percorsi generali suddivisi in tematiche specifiche: introduzione alla FAD, diritti sociali, diritti sanitari, servizi socio sanitari. A questi percorsi è stata affiancata un'area a carattere regionale dedicata alle associazioni locali e un'area dedicata esclusivamente ai coordinatori regionali. Particolare significato ha assunto anche l'area "Forum" dove un 'esperto' dei contenuti interveniva per rispondere agli interventi maggiormente significativi. Durante questi incontri, oltre al momento iniziale di conoscenza reciproca e socializzazione del gruppo è stata presentata l'iniziativa di formazione, la piattaforma di formazione e si è provveduto ad una familiarizzazione dove i presenti effettuavano un primo accesso alla piattaforma, anche in relazione al tipo di disabilità e personalizzavano il profilo prendendo confidenza con le funzionalità della piattaforma. Per l'attività di formazione a distanza si è deciso di utilizzare la piattaforma Open Source Dokeos opportunamente adattata per garantire l'accessibilità, ponendo particolare attenzione alla fruizione della stessa e dei contenuti presenti. I documenti di lavoro, forniti dagli esperti, sono stati sempre pubblicati sia nella versione XHTML (elaborata in modo tale da garantire il rispetto degli standard W3C) che nel formato PDF accessibile. G. Vercelli: [email protected] 46 47 Le Sessioni a tema di handy Autismo, tecnologie, integrazione Coordinatore: Roberto Pozzar Direzione Scolastica Regionale, MIUR, Genova Interventi: Alberto Frugone, Stud. Università degli Studi di Genova Bjorn Giordano, Centro studi sulla Comunicazione Facilitata, Zoagli (GE) Danio Maghella, Liceo "G. Bruno", Albenga (SV) Gianfranco Roncarolo, Istituto "S. Pertini", Genova Di che cosa sia l'autismo, e di quali ne siano le cause, in effetti si sa molto poco: una ventina di anni fa, mentre diverse teorie sulle genesi di questo disturbo si intrecciavano e si scavalcavano, l'empirismo educativo proponeva, attraverso l'ausilio di strumenti tecnologici, una "nuova" modalità di comunicazione che consentiva anche a chi non ha mai parlato, di esprimersi. Squarciato il velo del silenzio, nel giro di pochi anni la "comunicazione facilitata" (C.F.), si è espansa ed affinata. Essa non si basa solo sulla tecnologia, ma è prima di tutto relazione, che trae fondamento dalla comprensione del "funzionamento" della persona che utilizza tale modalità. Se il "prodotto" principale della C.F. è il dare parole a chi non ha voce, i sottoprodotti non sono secondari: per molto tempo la comprensione del fenomeno "autismo" si è basato sulle interpretazioni dei comportamenti e delle manifestazioni delle persone autistiche visti dall'esterno; grazie alla C.F. è la persona autistica che spiega se stessa, cosa prova e come funziona. Altro importante risultato è lo scardinamento di teorie, sia pure affascinanti, che tendevano a considerare le manifestazioni autistiche come la conseguenza di una scelta volontaria compiuta dal soggetto, una sorta di difesa da un mondo esterno percepito come ostile. Tramite la comunicazione inoltre è stato possibile superare la correlazione tra sindrome autistica e carenti capacità cognitive. All'esordio, questa modalità di comunicazione è stata accolta con molte perplessità dal mondo scientifico, e non poteva che essere così, tenuto conto che ciò che emergeva tramite la CF andava contaminato ed aveva intaccato le diverse teorie riguardo l'autismo, stimolando la ricerca alla riformulazione di ipotesi compatibili. Molti e stimolanti sono gli spunti, circoscritti alla realtà scolastica, che l'argomento propone, primo tra tutti quale significato ha per una persona autistica la possibilità di comunicare, e quali sono per lui le effettive esigenze di affinamento della tecnologia. Ma quali sono, poi, i rischi, le cautele e il metodo di lavoro da adottare nell'uso della C.F.? Quale è il ruolo del facilitatore? E soprattutto… come si può guardare alla comunicazione facilitata e all'integrazione scolastica, in funzione non solo degli apprendimenti didattici, ma anche della partecipazione alla vita della scuola? R. Pozzar: [email protected] 48 Le Sessioni a tema di handy Informatica e ritardo mentale Coordinatore: Aldo Moretti CEPIM e CORERH, Genova Interventi: Antonia Ayala, Division TEACCH University of North Carolina Massimo Guerreschi, La Nostra Famiglia, Bosisio Parini (LC) Maria Teresa Iacobellis, Scuola Elementare "E. Montella", Genova Alessandra Marosseddu e Giuseppe Sacco, IPSIA "A. Odero", Genova La tematica del ritardo mentale risulta emergente nell'ambito sia dell'integrazione scolastica che lavorativa. Oggi più 80% delle persone che presentano una disabilità acquisita in fase pre- peri- o neo- natale risultano presentare una forma di ritardo mentale più o meno grave. E' evidente che, nell'ambito dei processi di riabilitazione e di educazione di queste persone, bisogna sempre di più pensare all'utilizzo di strumenti che facilitano l'apprendimento ed in genere l'ampliamento delle competenze neuropsicologiche. L'informatica presenta di fatto una forma estremamente interessante di strumentazioni che, in qualche modo, potremmo definire facilitanti e stimolanti lo sviluppo neuropsicologico. L'utilizzo del computer e dei software risulta estremamente importante in particolare nel rinforzo dei processi di memorizzazione, categorizzazione, sostegno e supporto ai processi logici. Inoltre, è possibile iniziare l'approccio all'informatica in età molto precoce anche pre-scolare in modo da creare un valido supporto alle azioni di ordine didattico che, poi, la scuola propone. Già l'utilizzo dello strumento in sé e per sé rappresenta una forte stimolazione al coordinamento non solo psicomotorio, di per sé molto importante, ma anche neuropsicologico, facilitando la creazione di semplici ma importanti forme categoriali. Un altro aspetto da considerare è l'importanza che, assume l'informatica come stimolo e rinforzo per la risoluzione del "compito" che molte volte nelle forme di ritardo mentale più o meno gravi, si attesta ad una semplice forma di risoluzione "imitativa" non raggiungendo possibili forme di tipo "esecutivo". La possibilità di acquisire competenze di tipo esecutivo nella risoluzione del compito è determinante per le aree relative alla scuola ma è anche importante per le successive azioni di autonomia personale e, se possibile, lavorativa. Ulteriore ed ultimo aspetto da tenere in considerazione è la facilitazione che ne deriva nell'ambito dell'acquisizione delle competenze di letto-scrittura e dei processi di tipo logico-matematici di tipo semplice. L'applicazione e l'esercizio assumono, qui, anche la forma di presupposto di una sorta di esercizio mentale costante che risulta essere uno dei punti forte nei progetti di riabilitazione per le persone con ritardo mentale. È, dunque, determinante nel prossimo futuro approfondire ed ampliare lo studio sulle potenzialità dell'informatica e delle sue possibilità applicative nell'ambito del ritardo mentale. A. Moretti: [email protected] 49 Le Sessioni a tema di handy Iniziative di supporto alla scuola nel campo degli ausili informatici Coordinatore: Flavio Fogarolo CSA Vicenza Interventi: Chiara Paganuzzi, INDIRE, Firenze Raffaella Redaelli e Giovanni Vismara, Fondazione Don C. Gnocchi, Milano Aziz Rouame, Ausilioteca ASL, Bologna E' ormai convinzione comune che per estendere ovunque, in modo davvero efficace, l'uso delle nuove tecnologie nei processi di integrazione sia necessario un adeguato sostegno tecnicodidattico alle scuole. L'esigenza è molto sentita per l'uso di tecnologie specifiche, complesse e numericamente poco diffuse (accessi a scansione o a riconoscimento vocale, postazioni per non vedenti o ipovedenti…), ma anche per l'adattamento di sistemi standard alle particolari esigenze del loro uso in ambiente didattico. Determinanti per un efficace impiego delle tecnologie sono anche i numerosi fattori di tipo personale incentrati sull'alunno e su coloro che gli stanno attorno: l'accettazione dell'ausilio nonostante i rischi di stigmatizzazione, l'analisi dei prerequisiti, la sua personalizzazione, la motivazione a sostenere percorsi di addestramento a volte faticosi e con gratificazioni non immediate, la nuova organizzazione delle attività didattiche, l'attenzione alle esigenze complessive dell'alunno ecc… Aspetti che non possono assolutamente essere ignorati ma che richiedono, anzi, un'attenta progettazione e un qualificato intervento per minimizzare i rischi di insuccesso. Molte sono le esperienze significative, realizzate a livello locale e nazionale, tra cui quelle dell'Ausilioteca di Bologna e della Fondazione Don Gnocchi a Milano che svolgono da anni una preziosa azione di supporto verso le scuole, con diversi progetti realizzati nel territorio. Inoltre, l'INDIRE gestisce dal 2001 il portale Handitecno per conto del MIUR, con l'intento di fornire su questo tema un qualificato servizio di documentazione e di consulenza a distanza. Il sito è stato recentemente rinnovato e il servizio verrà ora potenziato grazie anche ad una nuova convenzione con il MIUR. Con il progetto "Nuove Tecnologie e Disabilità", infine, la Direzione Generale per lo Studente del MIUR, con il sostegno del Ministero per l'Innovazione Tecnologica, mira a intervenire sui fattori strutturali che condizionano l'uso efficace delle tecnologie per l'integrazione, attivando tra l'altro anche una rete di supporto sul territorio in grado di sostenere davvero tutte le scuole in queste delicate attività. F. Fogarolo: [email protected] 50 Le Sessioni a tema di handy L'integrazione dei disabili motori tramite il supporto delle tecnologie Coordinatore: Alessandra Schiaffino CLIVIA - Centro Ligure Valutazione Ausili, Asl 3, Genova Interventi: Giorgia Brusa, Ausilioteca ASL, Bologna Luca Losio, Az. Ospedaliera Autonoma "S. Corona" Unità Spinale Unipolare, Pietra Ligure (SV) Pietro Moretti, Istituto Comprensivo "S. Pertini", Ovada (AL) Quando si fa riferimento alla "categoria" disabilità motoria occorre considerare un'ampia varietà di condizioni, ovvero di limitazioni e di opportunità. Indicativamente si possono distinguere quattro raggruppamenti, ancora molto ampi e differenziati al loro interno: - le patologie neuromotorie congenite o a insorgenza perinatale, in cui il disordine di movimento può essere associato ad altre disabilità (disabilità multipla) o comportare vincoli anche a carico dello speech (rientrano in questo gruppo le persone con esiti di paralisi cerebrale) - le patologie malformative prevalentemente di tipo ortopedico con limitazioni gravi a carico degli arti o dell'apparato muscolo-scheletrico (ad esempio l'artrogripposi) - le patologie acquisite (ad esempio gli esiti di traumi midollari o di traumi cranici) - le patologie ad andamento evolutivo (ad esempio le distrofie muscolari, le atrofie spinali). E' evidente che, se parliamo di strategie di inclusione, di ausili e sussidi per l'accesso alla socialità e agli apprendimenti possibili, le generalizzazioni possono diventare controproducenti e dannose. È tuttavia possibile individuare alcuni elementi di trasversalità, al di là delle specificità e delle necessarie personalizzazioni. La popolazione con disabilità motoria è quella che tradizionalmente ha potuto, tramite l'uso delle nuove tecnologie, risolvere problemi di accessibilità (alla comunicazione, agli apprendimenti, alla mobilità, al controllo dell'ambiente), e raggiungere livelli di autonomia precedentemente impossibili. La diffusione dell'informazione sulle opportunità che la tecnologia offre comporta il rischio che la disabilità motoria venga associata in maniera automatica a problemi prevalenti di individuazione di sistemi alternativi di input (periferiche) e di output. La disabilità motoria comporta e richiede, invece, un grande "lavoro di squadra", ovvero una buona collaborazione fra professionisti della riabilitazione e professionisti dell'educazione e della didattica che, insieme allo studente e alla famiglia, assicurino competenze diverse per mettere a punto l'adattamento delle soluzioni personalizzate all'ambiente scuola. "Prima della scrittura viene la postura": resta ancora valida la vecchia regola che metaforicamente (ma non solo!) richiama la necessità di "mettere insieme i pezzi" in relazione alla prognosi e al progetto di vita della persona. Il percorso che porta all'autonomia e all'autodeterminazione possibili è spesso lungo e faticoso. In particolare in età evolutiva, l'avvio all'uso del PC si traduce in un necessario training in cui sia possibile provare, riprovare, riuscire con qualcuno che guida e aiuta all'interno di una relazione forte e tramite proposte motivanti. Un buon uso delle tecnologie all'interno del percorso scolastico può portare risparmio, gratificazione, supporto all'identità, favorendo sia nel ragazzo disabile che nell'ambiente una proiezione verso l'età adulta. La formazione degli operatori scolastici è un elemento molto importante. In Italia ci sono ancora o resistenze elevate o attese eccessive, comunque centrate sullo strumento, piuttosto che una richiesta di supporto sulle strategie d'uso in relazione al progetto di integrazione e di crescita e sulle conseguenti scelte a livello tecnico-organizzativo. A. Schiaffino: [email protected] Le Sessioni a tema di handy La ricerca del CNR nell'ambito della didattica del disabile con l'ausilio di Tecnologie Informatiche Coordinatore: Angelina Del Vecchio Ufficio Relazioni con il Pubblico, CNR, Roma Interventi: Luca Bastiani, Ist. di Fisiologia Clinica, CNR, Pisa Rolando Bianchi Bandinelli, Ist. di Scienza e Tecnologie dell'Informazione A. Faedo, CNR, Pisa Laura Burzagli, Ist. di Fisica Applicata N. Carrara, CNR, Firenze Piero Cosi, Ist. di Scienze e Tecnologie della Cognizione, CNR, Padova Quello della "didattica di alunni disabili con l'ausilio di strumenti informatici" è un settore di ricerca relativamente nuovo, ma certamente significativo in quanto destinato ad aprire nuove significative prospettive per l'integrazione dei disabili nella scuola e nella società. In questo settore la ricerca pubblica e quella del CNR in particolare può assumere un ruolo molto importante, può fungere proprio da collegamento fra il mondo delle ICT (Information e Communication Technology) e quello dell'educazione dei disabili, tra un mondo di ampie potenzialità ancora inesplorate da una parte, e un mondo di bisogni e necessità molto attuali e concrete dall'altra. Da molte parti si guarda con interesse a quanto il CNR può offrire in questo ambito e l'Ufficio Relazioni con il Pubblico del CNR riceve spesso specifiche richieste di informazioni. Proprio per questo, per offrire agli utenti del servizio informazioni il più possibile aggiornate e complete sulle specifiche attività dell'Ente, l'URP-CNR ha svolto presso tutti gli Istituti un'indagine sulle ricerche svolte nel settore della didattica di alunni disabili con l'ausilio di strumenti informatici. I risultati dell'indagine (riportati nel sito web dell'URP e in un CD-Rom attualmente in distribuzione) offrono un panorama di ricerche estremamente varie e diversificate, relative a tutti i principali tipi di disabilità, portate avanti in dodici Istituti del CNR. In questi ambiti il CNR, ha acquisito know how significativi, è detentore di brevetti, ha realizzato prodotti innovativi ed ha prodotto un ampio numero di pubblicazioni scientifiche. Al di là dell'impegno prettamente scientifico, il CNR è molto sensibile anche al problema della diffusione dei risultati dei propri studi e del loro utilizzo da parte di tutta la comunità. In molti casi, dunque, gli istituti del CNR offrono al pubblico anche servizi di supporto e di consulenza; sempre più spesso il ricercatore svolge anche attività di "formazione" per docenti, educatori, per operatori della sanità pubblica; spesso opera nelle scuole accanto al personale docente. Internet, pubblicazioni periodiche ed eventi seminariali, convegnistici e fieristici danno, inoltre, spazio alle innumerevoli iniziative di divulgazione scientifica, promosse con sempre maggiore regolarità e con attenzione ai bisogni più immediati e rilevanti dei potenziali utenti. Proprio nell'ambito di alcuni progetti di ricerca sono nati alcuni "prodotti" informatici oggi commercializzati e disponibili per l'utilizzo: un concreto supporto per una didattica "per tutti". A. Del Vecchio: [email protected] 52 Le Sessioni a tema di handy Le tecnologie informatiche nell'integrazione scolastica del disabile visivo Coordinatori: Silvia Dini e Sergio Rossetti Istituto David Chiossone per ciechi e ipovedenti onlus, Genova Interventi: Flavio Fogarolo, CSA Vicenza Anna Gettani e Silvia Dini, Istituto David Chiossone per ciechi e ipovedenti onlus, Genova Elisa Pozzoni e Massimo Guerreschi, La Nostra Famiglia, Bosisio Parini (LC) Gian Battista Rossi, Istituto dei Ciechi di Milano Fernando Torrente, CISAD dell’Istituto "F. Cavazza" di Bologna Il progresso tecnologico consente di disporre di un'ampia gamma di tecnologie, utilizzabili per agevolare gli studenti disabili visivi in tutte le attività necessarie per lo studio e l'apprendimento. Nel panorama informatico è il calcolatore, ormai da tempo, lo strumento ad avere assunto un ruolo privilegiato nel sostenere i percorsi didattici, potendo garantire la massima autonomia possibile dello studente disabile visivo; corredato delle opportune tecnologie assistive, è sicuramente il mezzo di maggior impiego per una piena integrazione scolastica. Non è sufficiente però la consapevolezza del potenziale "abilitante" del computer, ed evidenziarne le valenze positive; è necessario anche fermarsi a riflettere su alcune variabili di contesto e sulla necessità dell'adozione di specifici accorgimenti e di prerequisiti indispensabili per poter ottenere risultati davvero efficaci: l'ergonomia della postazione scolastica, la scelta degli ausili e la loro taratura sulla base delle esigenze dell'alunno, la necessità di rivedere nel tempo le scelte, il livello di competenza e di alfabetizzazione informatica e tiflotecnica che dovrebbero possedere sia gli studenti disabili visivi sia chi sta al loro fianco; in una prospettiva scolastica acquista grande rilievo anche la necessità di disporre di software didattici accessibili. Se, da un lato, è importante conoscere i nuovi progetti e le iniziative ad alto contenuto tecnologico, essere informati sugli strumenti innovativi finalizzati al miglioramento dell'accesso al sapere (in particolare al sapere matematico e scientifico) è, d'altro canto, fondamentale anche essere informati su quali sono i principali aspetti di metodo (ma anche operativi) legati all'implementazione nella pratica scolastica dell'uso delle tecnologie assistive e tiflotecniche. Particolarmente importante è dunque anche studiare le modalità di un intervento riabilitativo precoce, con i bambini disabili visivi di età scolare, per guidarli ad un corretto approccio al computer e alle tecnologie assistive, mettendo in risalto le principali problematiche teoriche e metodologiche di un percorso che, a lungo termine, mira ad un'autonomia in senso ampio, sia finalizzata a migliorare le possibilità di apprendimento scolastico sia finalizzata ad accompagnare la crescita e l'evoluzione delle competenze individuali. Fondamentale è dunque il ruolo della consulenza scolastica, elemento essenziale ai fini di un corretto inserimento del disabile in classe, per offrire ai docenti curricolari il necessario supporto specializzato. Diversi sono in Italia, gli Enti e gli Istituti che, con vari metodi e con diverse finalità, operano in questo settore ed esprimono le tendenze più attuali di questo scenario; tra questi in particolare: l'Istituto David Chiossone per ciechi e ipovedenti onlus di Genova, l'Istituto dei Ciechi di Milano, il CISAD dell'Istituto "F. Cavazza" di Bologna, il CSA di Vicenza, l'Istituto "La nostra Famiglia" di Bosisio Parini. S. Dini: [email protected] 53 Le Sessioni a tema di handy Sordità, Tecnologia, Integrazione Scolastica Coordinatore: Giampaolo Chiappini Istituto per le Tecnologie Didattiche, CNR, Genova Interventi: Caterina Bagnara, Comune di Genova, UOAD - ASL3 Genovese Luca Bianchi, Mediateca dell'Istituto Statale Sordomuti di Roma Simonetta Maragna, Istituto Statale Sordomuti di Roma Gisella Riva, Associazione AREA, Torino La sordità è un deficit sensoriale che lascia integre le facoltà intellettive. Questo deficit sensoriale può tuttavia causare difficoltà specifiche nello sviluppo di competenze disciplinari, sia a livello di abilità strumentali di base (per esempio, abilità di lettoscrittura, di conta, di calcolo), sia a livello di competenze articolate e complesse come quelle coinvolte nella comprensione di un testo o nella pianificazione di una strategia risolutiva di un problema. In questi ultimi quindici anni, varie ricerche hanno messo in evidenza che le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) possono favorire la costruzione di contesti educativi in grado di consentire ai bambini sordi di integrarsi maggiormente nelle attività della classe e di acquisire più velocemente competenze e conoscenze relative ai diversi ambiti disciplinari, superando ostacoli e difficoltà dovuti al deficit uditivo. Molte sono state, in questi anni, le esperienze sul campo, condotte da enti / realtà istituzionali / gruppi di ricerca, che hanno riguardato il rapporto tra TIC, integrazione scolastica e sviluppo educativo degli studenti sordi. Varie sono state, in questo ambito, le problematiche affrontate, connesse con: - l'integrazione delle tecnologie nella pratica didattica concreta relativa ai vari ambiti disciplinari; - la costruzione di una metodologia di uso delle tecnologie capace di coinvolgere i bambini sordi, gli educatori e i familiari; - il ruolo delle tecnologie nello sviluppo della personalità e di un'identità positiva nel bambino sordo; - la costruzione di una mediateca visuale per studenti sordi, la scelta dei prodotti da rendere disponibili alle scuole, l'analisi delle potenzialità sul piano educativo. G. Chiappini: [email protected] 54 Le Sessioni a tema di handy Tecnologie e disturbi dell'apprendimento: collaborazioni istituzionali con la scuola Coordinatore: Elia Pesenti Azienda Sanitaria 3, Genova Interventi: Laura Bertolo, Azienda Asl 1, Massa Carrara Maria Laddaga, Scuola Media "Don L. Milani", Genova Giacomo Stella, Università di Parma Mirella Zanobini, Università di Genova Nella realtà genovese da diversi anni è in atto una collaborazione tra enti di ricerca, scuola e servizi sanitari per l'utilizzo delle tecnologie didattiche nel settore dei disturbi di apprendimento. Il Consultorio Familiare dell'Azienda Sanitaria 3 Genovese ha condiviso negli ultimi anni con l'Istituto per le Tecnologie Didattiche del CNR, con l'Università, Facoltà di Scienze dalla Formazione, e con diverse scuole elementari e medie genovesi, alcune esperienze in campo riabilitativo, sviluppate con il supporto delle tecnologie informatiche. Tali esperienze "interistituzionali" hanno consentito di sperimentare percorsi e proposte di intervento a partire da esigenze e compiti istituzionali diversi, fra scuola, servizio sanitario e mondo della ricerca. Il settore dei disturbi di apprendimento costituisce infatti un punto di incrocio obbligato fra competenze didattiche, esigenze diagnostiche-riabilitative, finalità di ricerca e sperimentazione di nuove tecnologie con l'utilizzo del computer, nei protocolli di diagnosi e riabilitazione e nel sostegno scolastico. I disturbi di lettura, scrittura, calcolo e le difficoltà di soluzione di problemi hanno costituito il laboratorio sperimentale di realizzazione di tale collaborazione. Le prime collaborazioni, di natura sperimentale, iniziate negli anni '80, oltre alla produzione di alcuni software per il lavoro di recupero nelle difficoltà di lettura e scrittura, hanno dato un impulso alla sperimentazione delle tecnologie in campo didattico e clinico-riabilitativo. Le esperienze più recenti si sono focalizzate sull'uso di giochi informatici e di software didattici per supportare il pensiero strategico e le capacità di risoluzione di problemi. La valutazione della nostra esperienza interistituzionale è molto positiva: - ha favorito una accelerazione dell'innovazione e dell'introduzione di tecnologie nei servizi di riabilitazione e nella scuola, - ha consentito un prezioso aggiornamento per gli operatori sanitari e della scuola, e contemporaneamente ha fornito l'occasione di un lavoro e di una verifica sul campo per i ricercatori, - ha contribuito alla promozione di una nuova cultura "interdisciplinare" nell'affrontare le difficoltà di apprendimento. Il principale contributo di questa esperienza di collaborazione con il mondo della ricerca sta, forse, nel cambiamento di atteggiamento degli operatori sanitari e scolastici verso le nuove tecnologie, e verso metodologie di lavoro interdisciplinare, necessariamente diverse ed in continuo adeguamento. E' emersa la necessità per gli operatori della sanità di investimenti in risorse strumentali (hardware e software) e professionali (aggiornamento), per poter continuare a dialogare tra di loro e con l'università e gli enti di ricerca, al fine di poter continuare le esperienze interdisciplinari finalizzate al recupero delle difficoltà di apprendimento e al successo formativo. E. Pesenti: [email protected] 55 Le Sessioni a tema di handy Tecnologie per apprendere: alunno disabile e scuola in ospedale Coordinatore: Angiolina Ponziano Direzione Generale per il personale della scuola - Miur Roma Interventi: Eliana Aiello, Istituto Gaslini, Direzione Didattica Sturla, Genova Stefano De Iacobis, Direzione Generale per i sistemi informativi, Ufficio V - Miur Roma Anna Grazia Giulianelli e Roberta Vannini, Montecatone Rehabilitation Institute, Imola (BO) Cinzia Macchi, IPSSAR "B. Scappi", Castel San Pietro Terme (BO) Maria Letizia Melina, Direzione Generale per i sistemi informativi - Miur Roma Clotilde Moro, SMS "Peyron-Fermi", Torino - Polo reg. scuola in ospedale Regione Piemonte Guglielmo Trentin, Istituto per le Tecnologie Didattiche, CNR, Genova Parlare di disabilità e di scuola in ospedale significa prima di tutto mettere l'accento sulla sostanziale diversità fra queste due situazioni: è l'art. 3 della legge 104/92 a chiarire il concetto, introducendo la distinzione tra disabilità permanente e disabilità temporanea, ancorché invalidante per medi e lunghi periodi. L'Articolo 12 della stessa legge sancisce, comunque, il diritto ad apprendere dell'alunno disabile e, in particolare anche dell'alunno disabile ospedalizzato. Il piano di programmazione della vita dell'alunno disabile prevede la scuola come dimensione fondante la realizzazione del "progetto di vita". Per l'alunno disabile ospedalizzato sono richiesti, dunque, interventi educativi e didattici nella scuola in ospedale; il problema che si pone sono le garanzie per l'apprendimento dell'alunno e la possibilità di organizzazione degli interventi didattici. Come fare, dunque per aiutare l'apprendimento degli alunni disabili ospedalizzati? C'è prima di tutto la necessità di legare l'apprendimento con l'ausilio di tecnologie specifiche (le più semplici sono per es. gli accessi a scansione o a riconoscimento vocale, postazioni per non vedenti o ipovedenti, mouse semplificati e adattati, ecc) alla struttura dell'ospedale nel quale è accolto l'alunno disabile e alla formazione degli insegnanti e degli insegnanti di sostegno (conoscenza delle ICT che permettano l'uso condiviso del desktop, la videoconferenza, ecc). Dunque docenti specializzati per le attività di recupero e sostegno anche in ospedale? Ciò comporta la presenza della scuola in ospedale, l'analisi dei prerequisiti della struttura ospedaliera e la personalizzazione degli interventi in base al tipo di disabilità. Inoltre diventa fondamentale mantenere alta la motivazione per alunni adolescenti a sostenere percorsi di addestramento a volte faticosi e con risultati non sempre immediatamente visibili, una organizzazione delle attività didattiche centrata su ciascun potenziale educativo, l'attenzione al complesso clima relazionale nel quale vive l'alunno disabile malato - ospedalizzato, ecc… La scuola in ospedale esprime modelli organizzativi didattici molto variegati e flessibili, tra questi dovrebbero essere scelti di volta in volta il modello organizzativo e gli strumenti tecnologici per raggiungere gli obiettivi educativi programmati per il singolo alunno disabile ospedalizzato. A. Ponziano: [email protected] 56 Le Sessioni a tema di handy Valutare e costruire l’accessibilità e l’usabilità del software didattico Coordinatore: Serenella Besio GLIC e SIVA - Fondazione don C. Gnocchi, Milano Interventi: Walter Casamenti, QUALISOFT e CSA Bologna Silvia Dini, GLIC e Cooperativa David Chiossone, Genova Massimo Guerreschi, GLIC e La Nostra Famiglia, Bosisio Parini (LC) Barbara Porcella, GLIC e Comunità Piergiorgio, Udine Aziz Rouame, GLIC e Ausilioteca ASL, Bologna Ivana Sacchi, QUALISOFT, Gussago (BS) Il tema dell'accessibilità degli strumenti informatici per le persone disabili è diventato sempre più attuale ed importante, in rapporto alla loro crescente diffusione e complessità; si sono così moltiplicate le iniziative a livello internazionale per impedire che le tecnologie, da strumento per l'integrazione e lo sviluppo della persona, finiscano per diventare piuttosto un impedimento alla sua realizzazione personale. La scuola italiana, in quanto agenzia formativa, non è esente da questi pericoli: le tecnologie stanno ormai diventando un elemento strutturale condiviso della progettazione e della realizzazione di percorsi didattici innovativi, e questo movimento di crescita rischia di mettere in crisi - per le difficoltà accennate - la piena partecipazione degli studenti disabili alla scuola di tutti. D'altra parte, anche se l'utilità degli strumenti informatici a supporto dell'apprendimento di questi studenti è ampiamente riconosciuta, questa consapevolezza porta in alcuni casi al mero arricchimento dei laboratori di informatica con periferiche e attrezzature specialistiche, senza un corrispondente progetto di individualizzazione e di finalizzazione dell'uso dello strumento. Dunque, il problema che oggi si presenta con urgenza riguarda la costruzione di percorsi didattici di alta efficacia, e che sostengano la massima autonomia possibile dello studente: come fare, allora con il software, quando non risulti fruibile da alcuni fra gli studenti? D'altro canto, come conciliare l'obiettivo dell'inclusione scolastica, sviluppando soluzioni così altamente individualizzate? E ancora: una soluzione adeguata per l'accessibilità garantisce in ogni caso l'usabilità - e, si potrebbe discutere anche, l'efficacia del prodotto? Alcune agenzie sul territorio italiano si sono poste in modo operativo alla ricerca di prime risposte a queste domande. Il GLIC (Gruppo di Lavoro Interregionale fra i Centri Ausili Elettronici ed Informatici) ha avviato un progetto per lo sviluppo di una griglia di analisi e valutazione del software esistente in commercio, al fine di dare agli utenti - educatori, insegnanti - utili indicazioni per il superamento degli ostacoli e il perseguimento dei loro progetti. Il gruppo Qualisoft ha lanciato ormai più di un anno fa un'interessante sfida al mondo degli educatori-programmatori: costruire - potremmo dire forse concepire software accessibile e usabile per tutti gli studenti della classe… GLIC: [email protected] 57