Riflettendo su...
accessibilità, tecnologie, didattica e integrazione
nell’ambito del convegno HandyTed
Da un'idea di Fiera di Genova e dell'Istituto per le Tecnologie Didattiche del CNR nasce, nel
Novembre 2005, il primo Convegno HandyTed: un luogo di incontro fra il mondo della scuola,
quello della ricerca e quello della disabilità.
Questa pubblicazione, che contiene i sommari dei contributi scientifici presentati ed una sintesi
dei contenuti delle "Sessioni a tema di HandyTed", vuole essere, per i partecipanti al convegno,
un agile strumento di orientamento ed un supporto per ricordare e focalizzare i contenuti di
interesse.
Potrà essere utilizzato anche da chi non ha partecipato al Convegno per avvicinarsi ai temi
trattati e, soprattutto, allo spirito costruttivo che ne è stata la forza e il motore.
Gli atti completi del Convegno sono disponibili sul sito dell'ITD CNR alla pagina
http://www.itd.cnr.it/handyted2005.
Genova, Novembre 2005
1
Comitato Scientifico
V. Benigno, G. Chiappini, L. Ferlino, M. Ott - ITD-CNR, Genova;
S. Besio, C. Bitelli - GLIC - Gruppo di Lavoro Interregionale Centri Ausili Elettronici ed
Informatici per Disabili;
P. Cecchini - ASPHI Bologna;
S. Dini, S. Rossetti - Istituto David Chiossone, Genova;
F. Fogarolo - MIUR CSA VICENZA;
E. Laudanna - Fondazione Don Gnocchi - SIVA;
E. Pesenti – ASL3 Genovese
R. Pozzar - MIUR Direzione Scolastica Regionale per la Liguria;
G. Stella – Università di Parma;
G. Tartara - SMS "Principessa Clotilde", Moncalieri (TO);
A. Tronconi - Convegno IDD Informatica, Didattica, Disabilità;
R. Vitali – Assoausili - Ausili Elettronici ed informatici per disabili.
Coordinamento Scientifico
Vincenza Benigno, Lucia Ferlino, Michela Ott
ITD-CNR, Genova
2
Indice
Contributi
N. Aharpour, M. R. Guelfi, M. Masoni, A. Conti, G. F. Gensini
Come produrre contenuti accessibili nei corsi e-learning
11
M. Arscone, G. Dodero, A. Mosto, G. Trifoglio
Un sistema di presentazione per adattare l'interfaccia degli applicativi a varie
disabilità
12
F. Benzi
Tecnologie, principi del comportamentismo ed aspetti del programma TEACCH
applicati all'apprendimento delle regole di base relative al soddisfacimento dei
bisogni primari
13
A. Berto
Nuove tecnologie: via di fuga o barriera per i disabili?
14
S. Bertolini, F. Frascolla
Servizio "Tommaso!": una risorsa per alunni, docenti e genitori
15
L. Bertolo, F. Potenza, M. Stocchi
Il girotondo del sapere: un software per l'avvio alla letto scrittura
16
L. Bertolo, F. Celi, F. Lippi, F. Potenza, M. Stocchi
Ipertesti e software didattici a misura di allievo per l'integrazione scolastica
17
L. Bertolo, F. Celi, F. Lippi, F. Potenza, M. Stocchi
La classe di Davide e i libri elettronici
18
W. J. Bertozzo
Tecnologie Didattiche e ICT per il sostegno agli alunni disabili nella Scuola
dell'Infanzia e Primaria: un'esperienza universitaria nella formazione dello
humanware
19
F. Bianco
L'uso del computer e degli ausili in terapia
20
A. Bruzzi, F. Emanueli, D. Nieri
L'utilizzo del pc in terapia occupazionale per la diagnosi e la riabilitazione
21
C. Cappa, E. Albanesi, M. Baroni, E. Ghidoni, C. Muzio
Manuale di sopravvivenza per non naufragare nella tempesta scolastica
22
3
C. Cappello
"Le figure Piane": uno strumento per la didattica speciale
23
A. Cavanna
Raccogli le nuvole.
Un intervento realizzato a scuola con un semplice software didattico
24
D. Cavanna, G. Lora
Insieme per imparare: tecnologie e apprendimento collaborativo
per una didattica dell'integrazione
25
R. Celletti, Comunità Didaweb
Dal Problem Setting al Problem Solving: il ruolo delle mail list per le problematiche
dei bisogni educativi speciali
26
F. Curatelli, C. Martinengo
Tecniche per aumentare la velocità di scrittura di utenti disabili
27
L. de Anna, M. Carboni, R. Celletti
Formazione a distanza in ambito universitario:
un approccio modulare ed interattivo
28
F. Di Gregorio, P. Di Nunzio, L. Ottone, G. Mancini, F. Varano, F. Ridolfo, A. R. Meo
Software Libero per la Didattica Collaborativa: una proposta viva
29
S. Dini, C. Martinoli, E. Delpino, A. Gettani
La postazione scolastica per disabili visivi: diversi punti di vista
30
G. Dodero, P. Garibaldi, P. Signorini, A. Traverso
Ipovedenti ed archeologia:
un libro parlante per conoscere il "Principe delle Arene Candide"
31
H. Forte
Knowledge Server: una piattaforma collaborativa online con interazione in tempo
reale, basata sulla conoscenza
32
A. Frascari, A. Pegoretti
EduCms - un ambiente autore per la formazione a distanza
33
A. Fratangelo
Are you happy? Yes I am if we do together!
34
E. Galmarini
Emozioni e tecnologie: si può fare se…
35
4
M. Govi, M. Sferra
Formazione alla didattica con le TIC
36
B. Greco, F. Sesti, C. Terracciano
La comunicazione alternativa: oltre il muro del silenzio
37
P. G. Malerba
Le Unità multimediali di apprendimento
38
C. Manfredini
Dalla scuola dell'infanzia alla scuola primaria: un percorso
di integrazione anche a distanza con l'uso delle tecnologie
39
M. Mussini, S. Soria
Il progetto "FaceMOUSE per l'integrazione"
40
M. Peroni, N. Staffa, L. Grandi, M. Berton, M. Craighero, G. Stella, A. Meloni, E. Savelli
Campus "Informatica per l'autonomia"
41
A. Pirovano
Disabilità cognitiva e computer: un'esperienza multimediale
42
A. Pirovano
"Gioca e impara con Orientina": presentazione di un'esperienza multimediale
per il coinvolgimento e l'integrazione di soggetti disabili intellettivi adulti
43
M. Plano
Obiettivi minimi: riflessioni su un'esperienza
44
S. Resta, L. Cinganotto
E-learning all'Università La Sapienza di Roma. "Case Study":
il successo della didattica integrata aula-rete con uno studente disabile
45
R. Rovaris
L'esperienza del Centro per l'Intervento Didattico sugli Alunni Dislessici
come esempio di buona prassi di intervento coordinato sul territorio
46
M. Sferra, H. Forte
Gestione della conoscenza e apprendimento in presenza di dislessia
ed altre disabilità dell'apprendimento
47
I. Signorile
Formazione senza barriere per disabili motori gravi: i corsi universitari a distanza
del Politecnico di Torino
48
5
S. Tritapepe, M. Peluso
Progetto per lo svolgimento di un percorso individualizzato
con ausili tecnologici specifici
49
G. Vercelli, R. Bencivenga, M. Parodi, A. Sampietro
Il progetto FISH-EmpowerNet e l'esperienza per la formazione online
50
Sessioni a tema
Autismo, tecnologie, integrazione
Coordinatore: Roberto Pozzar
53
Informatica e ritardo mentale
Coordinatore: Aldo Moretti
54
Iniziative di supporto alla scuola nel campo degli ausili informatici
Coordinatore: Flavio Fogarolo
55
L'integrazione dei disabili motori tramite il supporto delle tecnologie
Coordinatore: Alessandra Schiaffino
56
La ricerca del CNR nell'ambito della didattica del disabile
con l'ausilio di Tecnologie Informatiche
Coordinatore: Angelina Del Vecchio
57
Le tecnologie informatiche nell'integrazione scolastica del disabile visivo
Coordinatori: Silvia Dini e Sergio Rossetti
58
Sordità, Tecnologia, Integrazione Scolastica
Coordinatore: Giampaolo Chiappini
59
Tecnologie e disturbi dell'apprendimento:
collaborazioni istituzionali con la scuola
Coordinatore: Elia Pesenti
60
Tecnologie per apprendere: alunno disabile e scuola in ospedale
Coordinatore: Angiolina Ponziano
61
Valutare e costruire l’accessibilità e l’usabilità del software didattico
Coordinatore: Serenella Besio
62
6
Come produrre contenuti accessibili nei corsi e-learning
N. Aharpour1, M. R. Guelfi1, M. Masoni1, A. Conti1e2, G. F. Gensini1e3
1 Presidenza Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Firenze
2 Dipartimento di Fisiopatologia Clinica, Università degli Studi di Firenze
3 Dipartimento dell'Area Critica Medico Chirurgica, Università degli Studi di Firenze
Alcune statistiche indicano in 2 milioni 824 mila il numero di disabili presenti in Italia e i
dati sono ancora più impressionanti se considerati su scala planetaria.
Secondo Tim Berners Lee, l'inventore del Web, affinché il WWW raggiunga la sua piena
potenzialità, è necessario che il maggior numero di utenti possa accedere ai documenti
pubblicati in rete. Per raggiungere tale obiettivo è necessario che un sito Web sia
progettato tenendo conto delle varie tipologie di disabilità.
Questi concetti sono completamente trasferibili alla costruzione di ambienti formativi
basati sulle moderne tecnologie telematiche. E' obiettivo cardine dell'e-learning rendere
accessibile l'istruzione a chiunque, nei tempi e modi che l'utente ritiene opportuni.
La piattaforma utilizzata per la gestione dei contenuti e le modalità di realizzazione del
materiale didattico costituiscono due fattori che influenzano pesantemente la fruibilità di
un corso e-learning da parte di persone disabili. Affinché queste ultime possano accedervi,
sia piattaforma che contenuti dovranno essere progettati e realizzati rispettando le Linee
Guida per l'Accessibilità dettate dal progetto WAI (Web Accessibility Initiative) del World
Wide Web Consortium (W3C).
Il nostro progetto, che ha come fine quello di rendere il Web accessibile al maggior
numero di persone studiando le problematiche relative alla fruibilità dei siti web da parte
dei disabili, ha prodotto 14 regole, ognuna delle quali analizza e propone una soluzione a
scenari tipici che possono presentare una o più difficoltà per utenti con disabilità. Pur
sottolineando la necessità di scegliere piattaforme tecnologiche per la formazione a
distanza che rispettino le linee guida del WAI, il nostro lavoro focalizza l'attenzione su
come produrre corsi e-learning accessibili utilizzando opportunamente il linguaggio
HTML.
Occorre, a questo punto, sottolineare che la maggior parte dei webmaster e dei learning
designer, forse per disinteresse, pigrizia o più spesso per scarsa professionalità, non
conosce e non applica le raccomandazioni del WAI. Ciò che si chiede loro è non di
sopperire alle carenze tecnologiche e/o legislative che ostacolano la fruizione del sapere
da parte di disabili, ma di cercare di progettare interfacce accessibili al maggior numero di
persone.
Un documento accessibile non è "impoverito" di informazioni, o di componenti
multimediali, ma al contrario "arricchito" di elementi al fine di renderlo fruibile a tutti. Per
esempio, un documento accessibile ai non vedenti non necessariamente deve essere solo
testuale; l'importante è che tutti i contenuti visuali siano accompagnati da informazioni
alternative che trasmettano il significato dell'oggetto stesso, facilitando l'orientamento tra i
contenuti e il conseguente apprendimento.
Pur sottolineando la necessità di scegliere piattaforme e-learning che rispettino le linee
guida WAI, il nostro lavoro intende sensibilizzare Webmaster e learning designer alla
realizzazione di materiali didattici conformi agli standard per l'accessibilità, al fine di
consentire la fruizione del sapere al maggior numero di persone in modo indipendente
dalla loro disabilità.
N. Aharpour:
[email protected]
7
Un sistema di presentazione per adattare l'interfaccia
degli applicativi a varie disabilità
M. Arscone1, G. Dodero2, A. Mosto2, G. Trifoglio2
1 CLIVIA-Centro Ligure Valutazione Ausili, Asl 3, Genova
2 Università di Genova (DISI)
In questo lavoro si presenta un ambiente software in grado di rendere accessibile un intero
sistema Windows XP ad utenti affetti da disabilità di vario genere, purché capaci
cognitivamente di interagire con esso.
Il sistema è in grado di adattarsi completamente a Windows XP e di identificare gli oggetti
invocabili, visualizzati a video (icone, finestre, menu, pulsanti, ecc.). Questo fa sì che gli
stessi possano essere presentati all'utente in maniera differente così da venire incontro alle
diverse necessità. Per un ipovedente, ad esempio, l'oggetto può essere messo in evidenza
al centro dello schermo e una voce può fornire informazioni sull'oggetto visualizzato e
sulle operazioni richiamabili.
Altresì, per un disabile motorio grave, si può utilizzare la tecnica della scansione. Ogni
oggetto con cui l'utente può interagire viene evidenziato sullo schermo in un ordine
configurabile. Si può infatti decidere se la scansione debba essere "intelligente" (si
evidenziano gli elementi di norma più utilizzati in certe circostanze così da rendere il loro
accesso più veloce) o completa (in ogni circostanza verranno evidenziati tutti gli elementi
invocabili).
Importante è evidenziare come il prodotto che presentiamo riesca a lavorare con qualsiasi
applicativo a finestra che giri su un sistema Windows XP, e come il tutto intervenga solo
sul lato di presentazione senza andare ad alterare il comportamento del sistema operativo e
delle applicazioni con cui si interfaccia.
Si ha dunque una sorta di nuova interfaccia utente che va a "sovrapporsi" a Windows XP
modificando il modo di interagire con il sistema sottostante e con tutti gli applicativi su di
esso presenti.
Per la realizzazione del prototipo ci si è basati su Windows Presentation Foundation,
meglio noto come Avalon, il nuovo sottosistema di presentazione unificato di Microsoft
pensato per il nuovo sistema operativo Windows Vista. Windows Presentation Foundation
unifica il modo in cui Windows crea, visualizza e modifica documenti, supporti e
interfacce utente, ed è già attualmente disponibile per Windows.
Al momento sono state realizzate funzionalità campione orientate sia a disabilità motorie
(scansione) sia a disabilità visive (help vocale per ipovedenti). L'estensibilità
dell'approccio consente di ridefinire infatti la presentazione secondo i criteri di
accessibilità più congeniali.
G. Dodero:
[email protected]
8
Tecnologie, principi del comportamentismo ed aspetti del programma TEACCH
applicati all'apprendimento delle regole di base relative al soddisfacimento
dei bisogni primari
F. Benzi
Consorzio Intercomunale Servizi Sociali di Valenza e Monferrato Casalese (AL)
Il presente lavoro descrive modalità e strumenti scelti nell’ambito della progettazione
educativa individualizzata, realizzata per una ragazza gravemente compromessa nella sfera
cognitivo-comportamentale. Nel contributo si fa riferimento sia agli strumenti impiegati,
in particolare computer e software didattici, sia alle strategie educative, ossia
l'applicazione di principi del TEACCH e del comportamentismo.
Il caso:
Laura entra nel Centro disabili, che tuttora la ospita, all'età di 22 anni, è iperattiva, il suo
linguaggio è inesistente, almeno apparentemente migliore la comprensione, ha tratti
autistici del comportamento, comportamenti-problema, autolesionismo. Non possiede
abilità sociali, nemmeno le più elementari e comuni quali quelle relative al momento del
consumo del pasto. Il lavoro con Laura prende avvio facendo leva da un'abilità già
presente ossia la capacità di soffermare lo sguardo, anche se solo per pochi secondi, su
oggetti per lei stimolanti quali, ad esempio, il volto umano e figure dai colori vivaci;
inoltre Laura è molto recettiva nei confronti della musica e dei suoni in genere, questi
riescono talvolta a calmarla se è nervosa ed agitata. La scelta di impiegare il software, e,
prima ancora, la telecamera, è stata conseguente all'osservazione della ragazza nei diversi
momenti della giornata. Osservandola si è infatti capito che Laura doveva essere
fortemente motivata a raggiungere un certo apprendimento, e che, pertanto, giocare
dapprima con immagini e suoni avrebbe più facilmente garantito la riuscita del lavoro ed
il raggiungimento degli obiettivi. Al contrario, cercare di inculcarle regole per lei
insignificanti non avrebbe che incentivato la frustrazione e, quindi, l'autolesionismo.
Le fasi:
Nella prima fase si è cercato di catturare l'attenzione di Laura mostrandole una telecamera
e scorrendo immagini di volti a lei famigliari allo scopo di mantenere la sua attenzione su
un'immagine per alcuni secondi.
Nella seconda fase si è voluta spostare l'attenzione su un nuovo strumento, il computer, e
stimolare la curiosità con immagini in movimento, colori, suoni piacevoli. A questo scopo
sono stati usati software didattici per bambini di 3-4 anni che prevedevano semplici giochi
con immagini di oggetti di uso nel momento del pasto.
Nella fase successiva le immagini sono state contestualizzate. Alle immagini al computer
sono state sostituite delle tavole con le immagini degli oggetti ormai familiari proposte nel
contesto spazio-temporale idoneo, ossia pochi minuti prima del pasto.
L'ultima fase, la più lunga e problematica, ha visto l'abbandono graduale dell'immagine
sostituita dall'oggetto concreto da utilizzare "sul campo".
Dopo oltre un anno di lavoro, Laura oggi è in grado di stare a tavola quasi per tutto il
pasto.
F. Benzi:
[email protected]
9
Nuove tecnologie: via di fuga o barriera per i disabili?
A. Berto
I.M.S. "S. Pertini" di Genova
La presenza di numerosi alunni disabili nell'Istituto in cui insegno mi ha indotto a
condurre degli approfondimenti culturali al fine di ricercare le strategie didattiche ed
educative più idonee a stimolare negli studenti, anche in situazione di handicap grave,
risposte adeguate all'ambiente scolastico e a facilitare l'integrazione sociale nel loro
contesto di vita.
L'alunno portatore di handicap pone alla scuola una domanda di aiuto complessa che
richiede molto impegno, nonché risposte attente e puntuali.
Le nuove tecnologie, ed Internet in particolare, si sono rivelate spesso un grande aiuto per
i disabili, consentendo l'integrazione nella società e nel mondo del lavoro (obiettivo di
primaria importanza nella vita di un individuo) e fornendo contributi significativi per
l'apprendimento, al fine di migliorare la qualità di vita degli utenti. Eppure, ci sono dei
casi in cui le nuove tecnologie costituiscono delle barriere per le persone diversamente
abili.
Nel contributo intendo proporre alcuni esempi, legati alla mia esperienza di docente, che
ritengo particolarmente significativi in quanto mettono in evidenza che il computer può
portare ai disabili ottimi risultati in termini di autonomia personale e di miglioramento
della qualità dell'integrazione scolastica, ma può anche costituire una barriera:
1. l'esempio di Paolo, ragazzo autistico che utilizza il personal computer come
unico strumento per la comunicazione;
2. il caso di Marco che è costretto a vivere su una sedia a rotelle dalla nascita e che
riesce facilmente a superare quel disagio sociale da cui talvolta è assalito grazie
al computer ed a Internet;
3. il problema di Matteo, ragazzo ipovedente, che non riesce spesso ad utilizzare le
pagine web in quanto ha la necessità di accorgimenti particolari;
4. la situazione di Giulia, ragazza affetta da una sordità parziale, il cui problema è
da mettere in relazione con il crescente impiego di componenti audio nelle
presentazioni multimediali.
Il contributo, infine, vuole sottolineare che, nonostante il quadro di iniziative a favore
dell'accessibilità del web promosse dal Consorzio W3C per la realizzazione di siti
accessibili e la notevole sensibilità sull'argomento dimostrata anche dall'Italia, gli
strumenti a disposizione dei disabili sono ancora pochi.
La realizzazione di opere multimediali accessibili deve essere un impegno per la scuola
che pone al centro del suo compito educativo la cultura dell'integrazione, della trasparenza
e dell'accessibilità.
Per questo, ritengo significativo descrivere brevemente il progetto, dal titolo "Ai confini
dello spazio e del tempo", attuato lo scorso anno in una classe quarta ad indirizzo
sociopsicopedagogico.
Elemento innovativo del progetto è stata la riflessione sui problemi degli utenti non
vedenti. Gli studenti hanno imparato che rendere accessibili le pagine web è un lavoro che
richiede la conoscenza di poche e semplici regole, quelle indicate dalle linee guida WAI. Il
rispetto di tali norme consente la realizzazione di pagine graficamente identiche a quelle
non accessibili, ma alle quali gli utenti disabili possono accedere senza difficoltà.
A. Berto:
[email protected]
10
Servizio "Tommaso!": una risorsa per alunni, docenti e genitori
S. Bertolini, F. Frascolla
ANS Associazione Nazionale Subvedenti, Milano
Il servizio "Tommaso!", nato in seno all'Associazione Nazionale Subvedenti nel
Novembre del 2003, favorisce la conoscenza, l'esperienza e il confronto degli ausili
dedicati agli ipovedenti: ausili ottici, elettronici e informatici. Il servizio permette altresì
di instaurare un rapporto di assistenza e di aiuto che si protrae al di fuori dell'incontro
dedicato agli ausili. Spesso in detti incontri emergono esigenze e richieste di assistenza e
di aiuto che riguardano, per esempio: inserimento scolastico, lavorativo e mobilità e
autonomia personale.
Quasi sempre gli studenti vengono accompagnati da genitori, insegnanti di sostegno e
"assistenti alla comunicazione". Spesso nessuno di questi soggetti conosce gli ausili e le
risorse disponibili e possibili.
Tra i tanti, sottolineiamo tre casi di adolescenti iscritti alle scuole superiori, arrivati al
servizio "Tommaso!" con lo scopo di provare dei videoingranditori, ma che in realtà non
sapevano assolutamente leggere e scrivere a causa dell'uso esclusivo di "lettori" per tutte
le attività scolastiche.
In alcuni altri casi, ci siamo trovati ad affrontare e gestire conflitti e diversità di approccio
tra le figure sopra citate, con conseguente confusione e ritardi nel percorso didattico da
parte degli studenti.
Altri problemi emersi durante gli incontri sono relativi alla possibilità di fornitura degli
ausili necessari da parte delle scuole, delle aziende e delle ASL quando si tratta di uso
personale. Problemi che hanno spesso richiesto delle scelte strategiche e di priorità, tipo lo
scegliere un ausilio meno adatto, ma portatile, in modo da poter essere utilizzato sia a
scuola che a casa.
Il servizio "Tommaso", partito con lo scopo di favorire la conoscenza degli ausili
attraverso degli incontri gratuiti per gli utenti e non sostenuto dalle istituzioni, si è presto
rivelato un formidabile collettore di esigenze e fornitore di risposte tecniche, pedagogiche
e amministrative.
Il servizio, in tutti suoi aspetti viene gestito da uno staff variegato e qualificato: esperti
ipovedenti di informatica, psicologi, operatori presso centri di riabilitazione visiva.
Il servizio, nato per scopi informativi e divulgativi, si trova spesso a sopperire alle lacune
operative di servizi e istituzioni specializzate quali ASL, centri di riabilitazione, servizi
scolastici dedicati. Allo scopo primario di favorire il confronto di ausili di diversi
produttori e distributori, spesso impossibile in altri contesti, si è aggiunto quello di
rispondere a bisogni e necessità inevase in ambito diverso da quello meramente legato alla
presentazione delle risorse tecnologiche.
Il servizio "Tommaso!", che ha dimostrato di essere una risorsa e uno strumento utile a
disposizione del mondo della scuola, è nazionale e si svolge nella sede operativa ANS di
Milano, Largo Volontari del Sangue 1.
S. Bertolini:
[email protected]
11
Il girotondo del sapere: un software per l'avvio alla letto scrittura
L. Bertolo, F. Potenza, M. Stocchi
Laboratorio Ausili per i Disturbi Cognitivi e dell'Apprendimento, ASL 1 Massa Carrara
Il girotondo del sapere è un software multimediale che avvia il bambino in modo giocoso
e divertente alla letto-scrittura attraverso il metodo fonosillabico. Il software, rivolto ad
alunni del primo ciclo delle scuole elementari o a ragazzi più grandi con ritardo cognitivopermette di acquisire gradualmente e in modo giocoso i processi che stanno alla base
dell'acquisizione della letto-scrittura. All'interno di un ambiente ludico divertente e
motivante l'alunno può scegliere tre attività, ognuna con diversi livelli di complessità.
Particolare cura è stata data al rispetto delle caratteristiche di apprendimento-insegnamento
della letto-scrittura, il software nasce dall'esperienza clinica di 12 anni di lavoro con
bambini in difficoltà.
Il percorso Lettere sparse prevede la presentazione di divertenti e semplici immagini a cui
assegnare il nome cliccando su sulle singole lettere o digitando le lettere direttamente sulla
tastiera.
In linea teorica la conoscenza delle lettere non è un prerequisito indispensabile, perché può
essere appresa proprio durante questi esercizi, ma, se c'è, aiuta l'allievo ad essere più
veloce. Questo esercizio non insegna a "leggere" ma avvia il bambino con problemi in
questo campo al riconoscimento globale di semplici parole; lo aiuta ad analizzare le
singole lettere ed a discriminarle.
All'interno del CD il bambino potrà "giocare" con una seconda attività: "Accoppia e
scoppia"; Il bambino incontrerà un simpatico elefantino che gli proporrà sillabe da unire
per creare parole (alcune plurisillabiche piane altre contenenti gruppi complessi) che
corrispondono alle immagini presentate (circa 150 in tutto).
La terza attività "Acqualandia", farà ritrovare il bambino nell'ambiente marino per
esercitare la sua memoria uditiva e la sua capacità fonologica con la presentazione di
parole di diversa complessità ortografica e suoni simili (circa 300) che gli verranno
presentate uditivamente e/o graficamente per un tempo limitato e che dovrà ricostruire
digitando sulla tastiera o con il mouse le letterine che le compongono.
L. Bertolo:
[email protected]
12
Ipertesti e software didattici a misura di allievo per l'integrazione scolastica
L. Bertolo, F. Celi, F. Lippi, F. Potenza, M. Stocchi
Laboratorio Ausili per i Disturbi Cognitivi e dell'Apprendimento, ASL 1 Massa Carrara
Il Laboratorio ausili per i disturbi cognitivi e dell'apprendimento opera da più di dieci anni
sul territorio della provincia di Massa Carrara per la creazione di software didattici e
ipertesti.
Uno dei due pilastri fondamentali su cui poggia il lavoro del laboratorio è
l'individualizzazione dei percorsi d'apprendimento dei suoi utenti (bambini e adulti)
attraverso la costruzione di materiali personalizzati sulla base delle esigenze del soggetto
che apprende in un contesto privilegiato ma non esclusivo, quale quello scolastico. La
convinzione che guida il nostro lavoro è che, se ogni apprendimento fosse effettivamente
modellato sulle caratteristiche della persona sarebbe favorito.
Ognuno di noi ha caratteristiche proprie, abilità e non abilità, punti di forza e debolezza,
stili cognitivi differenti, modalità sensoriali privilegiate, tempi di concentrazione e
strategie di memorizzazione che lo contraddistinguono; eppure qualcuno di noi apprende,
magari con fatica, anche se la modalità o lo strumento non è proprio quello che preferisce,
oppure decide di rinunciare, a sue spese, ad apprendere perché il compito è troppo
difficile; questo non è più vero per i nostri alunni con bisogni speciali che spesso non
possiedono la flessibilità di apprendere secondo modalità e strumenti qualsiasi, o perché
alcuni canali sono inaccessibili, o perché farlo richiederebbe troppo sforzo e risorse. Per
ognuno di loro l'apprendimento può essere favorito se si tiene conto delle specifiche e
"speciali" abilità possedute. L'individualizzazione dell'apprendimento è il rispetto per
l'unicità dell'essere umano e il solo mezzo, in alcuni casi, per consentire l'apprendimento
ed evitare l'abbandono o l'evitamento del compito cognitivo.
Il secondo pilastro nasce da un'osservazione banale: "I nostri alunni con bisogni speciali
frequentano la scuola normale, grazie alla legge sull'integrazione scolastica, ebbene: che
senso ha inserirli in una classe se le attività e i programmi che svolgono non sono comuni
a quelli dei bambini della stessa classe?".
Le fasi che portano alla creazione di software didattici e ipertesti vanno dalla rilevazione
dei bisogni dell'allievo e della classe in cui è inserito alla progettazione e realizzazione del
prodotto finito, nel rispetto delle caratteristiche psicologiche e pedagogiche che i software
didattici dovrebbero soddisfare. C’è poi il lavoro di supervisione alla creazione di ipertesti
da parte degli alunni tramite strategie didattiche di apprendimento cooperativo.
L. Bertolo:
[email protected]
13
La classe di Davide e i libri elettronici
L. Bertolo, F. Celi, F. Lippi, F. Potenza, M. Stocchi
Laboratorio Ausili per i Disturbi Cognitivi e dell'Apprendimento, ASL 1 Massa Carrara
L'intervento illustra il percorso di una classe di scuola elementare alle prese con l'uso e la
creazione di un libro elettronico. La classe, composta da ventiquattro allievi, due bambini
extracomunitari, Davide con difficoltà di apprendimento e un gruppetto di tre bambini in
disagio comportamentale.
Il percorso nasce dall'esigenza di strutturare un'attività di classe curricolare che tenga
conto delle caratteristiche individuali di apprendimento dei singoli con particolare
attenzione ai sei bambini sopracitati.
Le insegnanti si rivolgono al Laboratorio Ausili per i Disturbi Cognitivi e
dell'Apprendimento, ASL 1 Massa Carrara, per rintracciare materiale didattico utile a
Davide e fanno conoscenza con alcuni ipertesti, già presenti al laboratorio costruiti
precedentemente "ad hoc" per altri allievi. Tra i vari programmi decidono di adottare un
software di storia che può accompagnare la classe durante l'intero anno scolastico, con il
quale possono costruire un percorso che può essere portato avanti contemporaneamente
all'uso del testo adottato, in quanto per contenuti in sintonia con quanto previsto dai nuovi
programmi ministeriali.
L'ipertesto è stato utilizzato in aula multimediale, a gruppi di circa tre bambini per
postazione, durante le ore di attività didattica previste dal normale orario scolastico.
Durante il percorso i bambini hanno chiesto di provare a realizzare un loro "libro",
utilizzando la modalità per piccoli gruppi e, in alcune fasi, l'apprendimento cooperativo;
insieme a loro sono state ricercate fonti, individuati argomenti e scelti contenuti,
rielaborate e create immagini, sono state riunite informazioni e scelte quelle da inserire
creando i testi che loro stessi hanno inserito e impaginato insieme alle voci che hanno
registrato insieme alle insegnanti.
Il percorso di creazione del libro elettronico, durato circa quattro mesi, ha visto la
collaborazione del Laboratorio Ausili per i Disturbi Cognitivi e dell'Apprendimento della
ASL1 di Massa Carrara come guida e supporto inizialmente all'uso dell'ipertesto
multimediale fornito e successivamente alla costruzione e realizzazione del nuovo
software, ciò ha permesso anche di monitorare e registrare alcuni dei cambiamenti
emotivi, relazionali e didattici di Davide, del gruppo in disagio, di tutta la classe e del
team insegnanti.
L. Bertolo:
[email protected]
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Tecnologie Didattiche e ICT per il sostegno agli alunni disabili nella Scuola
dell'Infanzia e Primaria: un'esperienza universitaria nella formazione dello
humanware
W. J. Bertozzo
Università degli Studi di Verona
Il contributo intende dare evidenza agli obiettivi e alle metodologie formative adottate
nell'ambito dell'insegnamento di "Tecnologie Didattiche per la Disabilità", tenuto entro il
Corso di Diploma di Specializzazione per il Sostegno agli alunni disabili nel ruolo della
Scuola dell'Infanzia e della Scuola primaria, attivato presso l'Università degli Studi di
Verona.
Questo percorso di formazione per insegnanti di sostegno, di durata biennale, vede
coinvolti quasi 300 corsisti ed uno staff di oltre 40 persone.
Le peculiarità del corso hanno fatto emergere fin da subito l'esigenza di fornire ai corsisti
un orientamento iniziale ed un successivo ulteriore approfondimento non solo sulle
tecnologie didattiche comunemente impiegate per affrontare i bisogni educativi speciali,
ma anche, e soprattutto, su quegli strumenti che possono offrire contributi effettivi ed
efficaci per il superamento dell'handicap, dovuto esso principalmente, ma non
esclusivamente, alla presenza di specifici deficit o disabilità.
La conoscenza delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nonché il loro
utilizzo, ha fatto sì che una particolare attenzione fosse rivolta al far conseguire ai corsisti
specifiche competenze nel loro impiego: in questa direzione, i particolari modelli, metodi
e strumenti delle ICT sono stati visitati sia dal punto di vista teorico che dal punto di vista
della loro applicazione pratica.
Allo scopo di un'attenta e proficua implementazione delle ICT nel curricolo formativo di
bambini con bisogni educativi speciali, si sono appositamente strutturati alcuni laboratori
didattici in cui gli specializzandi hanno avuto la possibilità di progettare e realizzare unità
di apprendimento che richiedessero l'esplicito utilizzo da parte dei bambini disabili (a
livello di scuola dell'infanzia e primaria) delle tecniche e degli strumenti informatici, al
fine di realizzare veri e propri prodotti ipermediali attraverso attività di apprendimento
cooperativo.
I risultati di questa modalità progettuale, vincolata all'esplicito impiego delle ICT ed
espressamente finalizzata alla stimolazione della creatività dei corsisti, sono stati
estremamente interessanti ed originali: le unità di apprendimento realizzate prevedono che
i bambini diversamente abili si cimentino in attività che vadano dall'utilizzo dello scanner
a quello della stampante, da quello della macchina fotografica, della webcam o del
registratore digitale a quello della tavoletta grafica ecc. in compiti di integrazione di testi,
suoni e immagini attraverso l'utilizzo di software di facile reperibilità nella dotazione
scolastica (dall'elaboratore di testi al gestore di presentazioni, dal software di disegno a
quello del montaggio video, ecc.).
L'intento conclusivo fondamentale del percorso formativo di specializzazione è soprattutto
quello di far crescere il know-how dello humanware scolastico, ma soprattutto la sua
creatività e l'originalità della sua capacità di analisi, progettazione, sviluppo e valutazione
dei sentieri formativi che sono chiamati a implementare, utilizzando le tecnologie
didattiche e gli strumenti informatici con una competenza sempre maggiore e
contestualmente adeguata.
W.J. Bertozzo:
[email protected]
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L'uso del computer e degli ausili in terapia
F. Bianco
Associazione Ipertesto, Napoli
Il successo dell'impiego di un ausilio, sia esso sofisticatissimo o "povero", non dipende
dalle aspettative per le quali quell'ausilio viene impiegato ma da altri fattori:
1. la competenza del terapeuta/educatore che propone l'ausilio
2. l'accettazione da parte della persona interessata all'utilizzo e della propria
sfera sociale ristretta o allargata
3. la possibilità di ridiscuterne all'interno di una équipe competente il suo
reale utilizzo per porre dei cambiamenti efficaci nel piano di lavoro.
Al momento, purtroppo, manca assolutamente la cultura per un discorso di équipe che
deve essere strutturato all'interno delle strutture pubbliche territoriali. Spesso esiste per il
disabile la possibilità di ricevere un ausilio ma di fatto non esiste alcun "addestramento
all'uso", così come riporta il nomenclatore tariffario; l'ausilio viene spesso fornito
all'assistito senza un servizio di assistenza.
Grazie alla multimedialità, una persona con difficoltà può vivere un percorso che non è più
di rinuncia alla partecipazione, ma che può essere condiviso da altre persone, a prescindere
dalla condizione psicofisica che vivono. Il percorso multimediale è dunque un contenitore
di varie forme di espressione che tutti possono fare proprio.
Anche in un panorama che attiene di più ad una esclusiva competenza comunicativa che
non didattica, esiste la possibilità di strutturare un codice comunicativo, sia per chi
cognitivamente non ha mai potuto accedere ad un codice tradizionale, che per coloro che
devono recuperarne l'uso.
F. Bianco:
[email protected]
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L'utilizzo del pc in terapia occupazionale per la diagnosi e la riabilitazione
A. Bruzzi, F. Emanueli, D. Nieri
Polo Riabilitativo del Levante Ligure - Fondazione don C. Gnocchi Onlus, Sarzana (SP)
La terapia occupazionale è un'attività riabilitativa che, adoperando come mezzo
privilegiato il "fare" e le molteplici attività della vita quotidiana, attraverso un intervento
individuale o di gruppo, coinvolge la globalità della persona ipostimolata o in situazione
di handicap con lo scopo di aiutarne l'adattamento fisico, psicologico e sociale, onde
migliorarne globalmente la qualità di vita.
Questo tipo di approccio riabilitativo trova le sue radici nel presupposto che in ogni età la
vita dell'uomo è caratterizzata da una serie di attività. Il "fare" è indispensabile perché
influenza ed arricchisce la crescita biologica, psicologica e sociale. Le attività proposte,
individuali o di gruppo, diventano quindi veri "strumenti" della riabilitazione.
Attività tipiche proposte in ambito di terapia occupazionale sono: la pittura, la
falegnameria, la cucina, attività espressive utilizzanti vari materiali come carta, creta,
stoffa ecc, e, in modo sempre maggiore, attività che utilizzano il supporto del computer.
I software utilizzati nell'ambito della terapia occupazionale sono finalizzati a favorire
l'apprendimento nei pazienti che presentano difficoltà cognitive a livello percettivo, di
organizzazione spaziale e temporale, di discriminazione visuale, di memoria. Si seguono
percorsi individualizzati e misurati sulle potenzialità e sulle risorse del paziente in una
determinata fase riabilitativa attraverso batterie di esercizi selezionati e mirati al recupero
e all’incremento di abilità di apprendimento relativi al conteggio, al calcolo, alla
geometria, alla creazione di immagini, alla geografia intesa come conoscenza e coscienza
della collocazione spazio temporale.
Assume particolare rilievo l'utilizzo di software per la Comunicazione Aumentativa
Alternativa e per facilitare l'accesso al computer. Spesso, a tale scopo, occorre integrare
dispositivi hardware per dare soluzione a problemi motori specifici.
L'utilizzo del computer ha come obiettivo la percezione reale delle proprie abilità,
valutando le competenze che meritano di essere incrementate e la possibilità di registrare i
propri cambiamenti nel tempo. Il computer conferisce a chi lo usa la sensazione di riuscire
a controllare uno strumento comunemente inteso come complesso: nelle persone anziane
aiuta a sentirsi in grado di apprendere, mentre per coloro che già sapevano usarlo
rappresenta un chiaro ritorno alla normalità.
I software usati per la Comunicazione Aumentativa Alternativa non solo aiutano
l'espressione per coloro che hanno subito un danno permanente, ma rappresentano anche
un sistema periodico per un graduale riavvicinamento alla comunicazione verbale.
Nel corso della nostra esperienza riabilitativa abbiamo seguito pazienti di diverse età (da
18 a 70 anni) con differenti patologie (ortopediche, neurologiche ecc) che hanno utilizzato
il PC ad integrazione del training riabilitativo e come strumento di sviluppo comunicativo:
ognuna di queste persone ha infatti costruito un rapporto personale col PC facendolo
diventare mezzo di comunicazione con gli altri e soprattutto con se stesso.
Fondazione don C. Gnocchi:
[email protected]
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Manuale di sopravvivenza per non naufragare nella tempesta scolastica
C. Cappa1, E. Albanesi2, M. Baroni3, E. Ghidoni4, C. Muzio5
1 Associazione Italiana Dislessia, Torino - ISAC CNR, Torino
2 Cooperativa Sociale Archimede, Pesaro
3 Scuola d'arte "A. Fantoni", Bergamo
4 Associazione Italiana Dislessia, Reggio Emilia
5 Facoltà Medicina, Università di Pavia
I disturbi specifici di apprendimento (DSA) sono ancora una grande realtà sommersa nel
nostro paese. E' noto che circa il 10% dei ragazzi in età scolare presenta difficoltà
specifiche di apprendimento, e che nel 3-5% circa si tratta di dislessia, ma la conoscenza
del fenomeno è stata a lungo (e purtroppo ancora in parte rimane) limitata ad una ristretta
cerchia di specialisti. La consapevolezza del problema è pressoché assente dal bagaglio
culturale medio, e il fatto più grave è che la carenza di informazione e cultura specifica
riguarda anche la scuola, teatro di tante sofferenze e di tutti i drammi generati dal disturbo
stesso.
Questa carenza culturale ha importanti ricadute sul sociale: gli insegnanti, che raramente
hanno un'adeguata formazione su questa problematica, spesso non intuiscono o non
sospettano minimamente la presenza di questo specifico problema nei ragazzi che non
apprendono normalmente. Molti di loro poi tendono ad attribuire lo scarso rendimento
scolastico ad una limitazione intellettiva o, peggio ancora, alla mancanza di volontà
colpevolizzando in questo modo il bambino stesso. Non è raro quindi che questi bambini
non adeguatamente compresi, inizino un doloroso ed inevitabile percorso che durerà per
tutta la frequenza scolastica. Il rischio più frequente è la strutturazione di una personalità
fragile e carente di autostima. I genitori, dal canto loro, in presenza di una diagnosi di
dislessia si sentono sopraffatti da mille dubbi, mille paure ed incertezze. Spesso cercano
risposte dagli specialisti, ma ancora più frequentemente capita che cerchino persone con le
quali condividere i propri pensieri, dubbi, preoccupazioni, ma anche esperienze e desideri:
altri genitori con lo stesso problema.
Il manuale, che si apre con una bellissima favola che metaforicamente racconta il mondo e
il disagio dei bambini dislessici, è una sorta di "antologia" costituita da stratagemmi
casalinghi trovati dai singoli genitori. E' stato, cioè, scritto da un gruppo di genitori
impegnati in prima persona nella grande fatica di aiutare i figli ad affrontare la dislessia e
altre difficoltà di apprendimento. Dal confronto nato fra i genitori (in seno al forum
www.dislessia.org/forum) è emerso che alcune strategie trovate potevano essere adattabili
a diversi bambini, che pur essendo per loro definizione unici, hanno alcune peculiarità
comuni.
Questo volume, scritto a più mani, racchiude dunque un messaggio di speranza ma esige
ulteriori risposte da parte di noi adulti, operatori del settore, genitori o semplici cittadini
che hanno a cuore il futuro dei propri figli e che sanno che da questo dipende il futuro
della nostra società.
C. Cappa:
[email protected]
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"Le figure Piane": uno strumento per la didattica speciale
C. Cappello
Scuola secondaria di I° grado "A. Noli" di Campomorone (GE)
In un contesto di ricerca di applicazioni specifiche per la didattica speciale, è stato creato
uno strumento funzionale ai bisogni di un'alunna con ritardo mentale.
Con l'obiettivo di attivare l'apprendimento di strategie di concettualizzazione, è stato
elaborato, in ambiente PowerPoint, un progetto che mira a "rendere visibili le
caratteristiche di concetti astratti", affiancando in modo associativo immagini e testo, per
rilevare le relazioni esistenti tra diverse informazioni di tipo grafico-visivo e linguistiche.
Le immagini presentate, "Le figure piane", hanno costituito il pretesto per iniziare un
processo identificativo, un processo cognitivo che mette in relazione forma e parola,
forma e concetto astratto, forma - parola - concetto.
Il progetto, realizzato tenendo in considerazione le potenzialità dell'alunna a cui era
rivolto, ha reso possibile sperimentare strategie di apprendimento attraverso la ricerca,
nello specifico, strategie di concettualizzazione attraverso relazioni di equivalenza tra
immagini.
Il processo di apprendimento di tali strategie, muove dalle immagini e cose percepite
visivamente, procede al loro raggruppamento in base alle specifiche proprietà che
costituiscono il concetto e si conclude con la simbolizzazione delle parole.
La sequenza di diapositive in "Le figure piane", persegue, quindi, lo scopo sia di favorire
il semplice riconoscimento percettivo-visivo di forme geometriche alle quali attribuire un
nome, sia di condurre alla comprensione delle proprietà costituenti ogni figura geometrica
proposta.
Questo progetto ha dimostrato che le applicazioni informatiche permettono la produzione
rapida di materiale didattico; in particolare, con il sistema di sviluppo PowerPoint, è stato
possibile:
- creare collegamenti concettuali
- definire percorsi di tipo associativo
- operare controllo di questi percorsi
- comunicare al discente unità di informazioni a diversi livelli di complessità,
ognuna delle quali visualizzabile in modo indipendente dalle altre
- interloquire con l'alunno
- proporre un ambiente ludico di autovalutazione
- favorire il senso di autoefficacia
- poter riutilizzare dati in un contesto differente.
Nella professione di insegnante, e, a maggior ragione, in quella relativa al sostegno per gli
alunni portatori di handicap, è importante valutare effettivamente, le possibilità attraverso
cui si manifesta il processo di apprendimento, e quindi, considerare che le TIC possono
essere validi strumenti di mediazione della conoscenza, e, avendo spesso valenza
motivazionale, possono incidere positivamente sul processo di apprendimento dell'alunno.
C. Cappello:
[email protected]
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Raccogli le nuvole.
Un intervento realizzato a scuola con un semplice software didattico
A. Cavanna
Istituto Statale "P. Gobetti" di Genova
Il presente contributo intende illustrare brevemente un'esperienza di intervento svolta nel
2003 in un istituto professionale genovese. Il lavoro faceva parte dell'attività di tirocinio
da svolgersi nel corso per la specializzazione all'insegnamento di sostegno, attivo presso la
SSIS dell'Università degli Studi di Genova, per cui è da leggersi all'interno di un percorso
di formazione piuttosto articolato, di cui costituiva la parte conclusiva, ma non esclusiva.
Qui si vuole, quindi, riconsiderare questa esperienza dal punto di vista progettuale, nel suo
aspetto creativo e valutativo, anche perché l'utilizzo di software a scuola con gli alunni
chiamati "diversamente abili" è oggi molto frequente.
La prima fase di questo lavoro è stata improntata all'osservazione della classe in cui era
inserito un alunno (lo chiameremo D) portatore di un quadro di insufficienza mentale,
diagnosticata di grado medio in seguito a sindrome di Martin - Bell o X Fragile. La
situazione scolastica non era certo delle più semplici: un istituto professionale del ponente
genovese con grossi problemi comportamentali, motivazionali e di possibilità di
apprendimento da parte di un'utenza definibile, per usare un eufemismo, problematica.
Il progetto di intervento, che vedeva la possibilità di utilizzo di un semplice software
didattico, è stato redatto sulla base di osservazioni sistematiche e sull'obiettivo di far
lavorare D in gruppo coi compagni. Questo progetto è stato però modificato più volte
perché la situazione che si è venuta a creare nel gruppo classe impediva la realizzazione di
quanto programmato.
Infinite volte ci si trova e ci si troverà dinnanzi al dissolversi di un lavoro preparato e
programmato; è forse in tale occasione che abbiamo scoperto che l'efficienza e l'efficacia
di un intervento non derivavano tanto dallo svolgimento di un'attività piuttosto che
un'altra, quanto dall'attuazione di una serie di procedure metodologiche e deontologiche
tali da poter essere rielaborate su più livelli (progettuale, decisionale, valutativo). Abbiamo
quindi lavorato sulla costruzione di un testo di fantasia partendo da un'immagine
utilizzando il software "L'inventastorie". Il prodotto è risultato molto semplice, ma anche
qui, balza agli occhi una scoperta: l'utilizzo della tecnologia si è rivelato importante nella
sua strumentalità, non nella sua produttività. La cosa più interessante è riscoprire i
passaggi (logici e narrativi) e i dialoghi che hanno portato alla costruzione del piccolo
ipertesto.
Sembrava che D raccogliesse le sue idee leggerissime e labilissime come nuvole; le
raccoglieva qua e là e finivano in un raccontino semplice e leggero. Senza logica
apparente. Ma per noi, non per lui. L'immagine che mi veniva in mente, parafrasando una
vecchia canzone delle Orme era quella di raccoglier le nuvole…
Non credo che per questo tipo di insegnamento valgano le stesse regole dell'insegnamento
disciplinare: non si tratta di un'utenza differente, ma di un universo dove le logiche sono
necessariamente diverse, dove bisogna uscire dalla prospettiva del "prodotto" a tutti i costi,
dove le griglie interpretative, talora, sembrano fatte apposta per essere disintegrate.
A. Cavanna:
[email protected]
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Insieme per imparare: tecnologie e apprendimento collaborativo
per una didattica dell'integrazione
D. Cavanna, G. Lora
Collegio Emiliani di Nervi (GE)
Uno degli aspetti che la didattica legata al Territorio non ha considerato è l'"urbanistica".
Le ragioni sono individuabili nei così detti "programmi e testi" che valutano in Storia
dell'Arte solo i monumenti e in Disegno solo gli aspetti tecnici della progettazione
(proiezioni ortogonali). La personale esperienza legata al rapporto con il territorio ha
dovuto utilizzare molto l'urbanistica. Questa materia risulta di difficile comprensione per
gli alunni del liceo ma di grande apertura culturale e mentale se diventa un supporto
"storico-artistico" per dare alle gite d'istruzione delle basi di conoscenza interessanti. La
semplificazione figurativa che permette una analisi comprensibile di una città è
"l'ideogramma delle strutture urbanistiche", che sintetizza la forma di una città mettendo
in risalto l'evoluzione storica e quindi artistica di una città. Per questo il supporto
multimediale è sostanziale. L'uso del PC, del proiettore, della lavagna luminosa permette
di inserire, in una slide/foglio, sia la planimetria reale della città sia lo schema
(ideogramma) con la relativa legenda. L' obiettivo principale è di offrire agli alunni le
conoscenze adeguate per trovare la giusta collocazione al computer, quella cioè di un
prezioso sussidio dell'attività didattica. Gli alunni dovranno prendere confidenza con l'uso
dello scanner per memorizzare in formato immagine la pianta della città, l'uso della
macchina fotografica digitale (per lavori di analisi della città), dei browser di internet
(strumenti per la ricerca in rete, per consultare archivi e banche dati e per partecipare a
gruppi di discussione); della posta elettronica (per lo scambio di messaggi e di materiale
didattico); dei word-processor (per la creazione di ipertesti), di software specifici per
applicazioni multimediali e di software didattici. Inoltre, tutto il lavoro potrà poi essere
pubblicato su Internet.
In questo processo di apprendimento il ruolo delle persone disabili dovrebbe essere
affrontato facendo sì che il loro handicap non risulti emarginante.
L'esperienza effettuata con una classe in cui erano inseriti alcuni disabili, permette di
pensare che questi ragazzi possono aiutare a riconoscere alcune carenze sociali. Il lavoro
dei ragazzi si inserisce in un approfondimento storico-artistico e culturale e il ruolo dei
disabili assume un'importanza sociale di notevole entità.
La lettura planimetrica (attraverso il computer) permette al gruppo di lavoro di individuare
il modo in cui le barriere architettoniche sono inserite nella città. Il tutto deve poi essere
verificato sul territorio dagli stessi disabili. Nella classe poi avviene la "riflessione"
urbanistica di ciò che l'esperienza ha verificato sul territorio.
La gestione di queste lezioni in classe è coordinata dagli stessi disabili nel laboratorio
multimediale (aula computer) perché ogni riflessione (es. abbassamento dei marciapiedi,
posteggi per disabili ecc…) sarà controllata verificando le leggi che regolano questa
materia in modo preciso. Il risultato è di grande interesse per i ragazzi ed il ruolo dei
disabili diventa sostanziale.
D. Cavanna:
[email protected]
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Dal Problem Setting al Problem Solving: il ruolo delle mail list per le problematiche
dei bisogni educativi speciali
R. Celletti, Comunità Didaweb
IUSM, Istituto Universitario di Scienze Motorie di Roma
Internet non può essere considerato soltanto una pur ampia enciclopedia multimediale. E'
un potente strumento di comunicazione. In quest'ottica DidaWeb, un luogo della rete
autogestito, autofinanziato, sostenuto dal lavoro volontario e gratuito di tutti coloro che si
rendono disponibili, mette a disposizione le liste di discussione "dw-handicap", "europehandicap" e "dwse-deaf".
Spesso si associa una mail list ad un mero parlare su specifiche tematiche. Certo, anche
questo viene fatto nelle nostre liste. Ma non solo: piuttosto l'accento è posto sulla filosofia
operativa del "non temi da discutere ma problemi da risolvere!"
Viene privilegiato l'approccio del "Problem Setting": in questo modo vengono analizzate le
situazioni operative tipiche di un alunno con bisogni educativi speciali e si propongono
esperienze di "buone prassi" da parte di coloro che hanno già affrontato e, in tutto o in
parte, superato le difficoltà. Dall'analisi dei problemi nasce poi spontanea la prassi
risolutiva. Per il "Problem Solving" non si ha ovviamente la presunzione di riuscire in
ogni caso, ma è di valido aiuto il supporto, sempre presente, della comunità.
La lista dw-handicap è una lista moderata, le problematiche trattate sono diverse anche se
alcuni temi sono ricorrenti. E' il caso dei riferimenti legislativi connessi al ruolo del
Docente di Sostegno, dei diritti delle persone con handicap, della questione dell'utilizzo
dei Docenti Specializzati per la sostituzione dei colleghi assenti. In lista sono iscritti anche
alcuni genitori ed il loro contributo è spesso determinante; si sente, però, la ridotta
partecipazione dei docenti curriculari e si auspica un'inversione di tendenza, in futuro.
La lista europe-handicap è nata, invece, in un contesto particolare: è stata creata come
supporto ad un convegno organizzato dall'Università degli Studi Roma TRE nel 2000 con
l'allora Provveditorato agli Studi di Roma.
Infine la lista dwse-deaf. Qui vengono trattate le problematiche della sordità senza alcun
preconcetto ideologico. Infatti è ancora aperta la disputa sul metodo: oralisti o segnanti?
Quale approccio funziona per il discente sordo? Noi della lista crediamo inutile e dannosa
questa polemica: sarebbe più funzionale chiedersi quando è meglio l'approccio oralista e
quando invece occorre usare la Lingua Italiana dei Segni per la comunicazione e la
didattica. Anche e soprattutto in funzione del lavoro dell'insegnante: questi non è, e non
deve essere, il porta bandiera di una corrente ideologica ma deve operare in funzione delle
esigenze del discente sordo. Spesso si chiede all'alunno sordo di adattarsi al metodo
dell'insegnante mentre dovrebbe essere il contrario: l'insegnante ad adattarsi alle esigenze
dell'alunno.
Ed è con orgoglio che possiamo affermare che nella nostra lista sia gli oralisti che i
segnanti hanno pari dignità e rispetto ed è attualmente l'unica che propone un confronto
costruttivo fra i due approcci anticipando di 5 anni il recente tentativo di collaborazione
comune proposto da dall'Ente Nazionale Sordomuti e dalla Fiadda.
La comunità Didaweb ha operato senza troppi schiamazzi …. quasi silenziosamente …
senza nessun aiuto esterno. Nuove energie e nuove persone saranno ovviamente benvenute
fra noi.
R. Celletti:
[email protected]
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Tecniche per aumentare la velocità di scrittura di utenti disabili
F. Curatelli1, C. Martinengo2
1 Università degli Studi di Genova (DIBE)
2 Università degli Studi di Genova (DIMA)
I computer sono attualmente strumenti importanti per incrementare la conoscenza o la
produttività in vari campi (istruzione, lavoro, comunicazione personale, ecc.); tuttavia
alcuni utenti non sono in grado di utilizzarli efficacemente a causa dell'eccessiva lentezza
nella battitura. In particolare, a scuola la scrittura di testi da parte di utenti disabili motori
o con DSA (come la dislessia) è resa molto difficile da limitazioni fisiche o cognitive.
Anche se l'uso di interfacce vocali può essere in molti casi utile, non è applicabile a tutte
le disabilità e presenta alcuni problemi per lo svolgimento in classe del lavoro da parte
dell'alunno.
In alternativa, si possono utilizzare interfacce hardware o software che consentano:
A) di aumentare la velocità di battitura dei testi (misurabile come CPS caratteri per secondo), e/o
B) di ridurre il numero di tasti premuti (misurando, con il parametro KSR keystroke saving rate, il guadagno percentuale rispetto all'utilizzo di una
tastiera hw o sw standard).
L'utilizzo di tastiere alfabetiche speciali hardware o software (soluzione A) porta,
agevolando l'azione dell'alunno, ad un incremento del CPS ma non fa diminuire il KSR
(che rimane unitario). Invece, in linguaggi ad elevata inflessione come l'Italiano, l'utilizzo
di programmi software per il completamento e la predizione di parole (soluzione B)
consente di ottenere KSR che vanno dal 30%, con un solo suggerimento, a più del 50%,
con cinque o più suggerimenti visualizzati.
Il metodo da noi proposto utilizza entrambe le soluzioni A e B, e prevede:
1) un modello pseudo-sillabico, con la definizione di un sottoinsieme ristretto
e significativo di sillabe ad elevata frequenza della lingua italiana;
2) una configurazione ortogonale della tastiera hardware o software (tastiera
ortogonale) che facilita l'accesso al tasto da selezionare partendo dai
grafemi che compongono la pseudo-sillaba.
Le pseudo-sillabe identificano le configurazioni grafemiche 'CV' e 'VC'; il grafema V
denota una vocale, mentre il grafema C, semplice o composto, denota un suono
consonantico (possibili esempi di pseudo-sillabe sono: 't-a', 'f-u', 'a-n', 'ci-a'). La tastiera è
organizzata come una matrice bidimensionale di tasti; in essa ogni singola riga è associata
univocamente ad un grafema vocalico V e ogni singola colonna e è associata
univocamente ad un grafema consonantico C. In questo modo l'utente è in grado di
accedere alla posizione corretta del tasto da battere in modo diretto ed intuitivo, senza
necessità di effettuare una scansione visuale completa della tastiera. Lo schema proposto
può essere facilmente applicato a qualsiasi linguaggio ad ortografia trasparente, come lo
Spagnolo.
In un esperimento realizzato con utenti normodotati non esperti si sono ottenuti KSR
paragonabili a quelli ottenibili con software a predizione singola. E' da notare che le due
tecniche possono essere integrate per aumentare la velocità di battitura.
F. Curatelli:
[email protected]
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Formazione a distanza in ambito universitario: un approccio modulare ed interattivo
L. de Anna, M. Carboni, R. Celletti
IUSM, Istituto Universitario di Scienze Motorie di Roma
L'obbligo della frequenza legato alle trattazioni teoriche ed ai laboratori pratici della
Cattedra di Pedagogia Speciale dello IUSM di Roma (Prof.ssa Lucia de Anna) spesso non
si concilia con le esigenze degli studenti lavoratori e/o fuori sede.
Negli anni accademici 2002/ 03 - 03/04 e 04/05 è stato proposto, ed attuato con massiccia
affluenza degli studenti, un modulo formativo ed interattivo a distanza.
Il supporto tecnologico è imperniato su uno specifico CD-Rom progettato e realizzato
dall'equipe della Prof. Lucia de Anna e con un modulo interattivo telematico.
Nell'ottica tecnologica proposta non si è dimenticato l'importante fattore della interazione
personale attuata con la disposizione, in giorni ed orari prestabiliti, di tutor specializzati.
Il CD-Rom:
Vengono proposte tutte le peculiarità teoriche connesse con lo studio della Pedagogia
Speciale. Un'ampia bibliografia di riferimento guida lo studente per le trattazioni teoriche
o gli approfondimenti personali. Il CD-Rom ha struttura modulare: i singoli moduli
vengono proposti agli studenti previo accertamento delle conoscenze acquisite. Inoltre
ampio spazio multimediale trovano i riscontri legati alle attività di laboratorio: attraverso
filmati ed i conseguenti moduli interattivi gli studenti hanno modo di vedere le peculiarità
degli approcci proposti.
Modulo interattivo:
Gli studenti hanno avuto modo di interagire sia con i Professori coinvolti che con i Tutor
attraverso una specifica mail list. Inoltre, per le problematiche personali avevano la
possibilità di dialogo telematico sia con l'e-mail sia richiedendo una specifica e chiusa
chat-line. L'impegno dei Tutor ha consentito le risposte a tutte le mail inviate entro le 24
ore dal ricevimento.
Tutoring:
E’ stato possibile anche un dialogo in presenza attuando un orario di ricevimento esteso in
4 giorni settimanali, con orario prefissato, interagendo con gli studenti su aspetti e
contenuti del percorso formativo.
La verifica in itinere è stata attuata tramite la consegna di file contenenti le elaborazioni
personali degli studenti. In questo modo i Docenti ed i Tutor hanno avuto modo di seguire
o consigliare in modo opportuno il percorso formativo.
A volte, in casi di gravi lacune, lo studente veniva invitato a ripetere parzialmente o
totalmente i moduli proposti.
L'esame finale, ovviamente attuato in modalità "presenza", non ha riscontrato differenze
strutturali di preparazione rispetto agli studenti che avevano seguito le lezioni ed i
laboratori in presenza.
R. Celletti:
[email protected]
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F. Di
Gregorio1,
Software Libero per la Didattica Collaborativa: una proposta viva
P. Di Nunzio1, L. Ottone1, G. Mancini2, F. Varano2, F. Ridolfo2 A. R. Meo2
1 Centro di Competenza sul Software Libero, Torino
2 Politecnico di Torino
La caratteristica fondamentale di un CD-Rom auto-avviante è quella di fornire un
ambiente di lavoro coerente, all'interno del quale tutti i programmi necessari sono
immediatamente disponibili senza installazione e, possibilmente, preconfigurati. Qualora il
sistema operativo e gli applicativi installati siano liberamente redistribuibili sotto una
qualsiasi licenza "open source" (come definita nelle Debian Free Software Guidelines) si
avrà l'ulteriore vantaggio di poterlo distribuire senza alcun costo di licenza.
Oltre ad una selezione di software di base comunemente utilizzato (per esempio Firefox
per il "browsing web", Openoffice.org 2 per la stesura di documenti) il CD-Rom
sviluppato dal Centro di Competenza contiene alcuni pacchetti software scelti per la loro
utilità nel contesto della didattica collaborativa.
Il desktop è quello del progetto "Gnome", scelto per la presenza di tool specializzati
nell'accessibilità (input con dispositivi differenti da tastiera e mouse, utilizzo di codici
colore, temi ad alto contrasto ed ingrandimento).
Dalla propria "scrivania virtuale" è possibile, utilizzando GnomeMeeting, collegarsi in
video conferenza con altri utenti, anche se essi utilizzano sistemi operativi differenti. La
dotazione di software multimediale per Internet è completata dal server di streaming
Fenice e dal relativo client NeMeSI; con questi software, entrambi componenti del
progetto Open Media Streaming, è possibile realizzare dei webcast dal vivo (live) o preregistrati (on-demand) accessibili dagli utenti di qualsiasi sistema operativo.
In aggiunta alla video conferenza ed allo streaming è stato scelto un sistema di
messaggistica personale (chat) denominato Coccinella. Esso è un client basato sul
protocollo Jabber ed in grado di fornire, oltre alle classiche chat uno-a-uno e di gruppo,
anche una lavagna condivisa (whiteboard) caratterizzata dal supporto per testo, grafica
bitmap e vettoriale, supporto per video ed audio direttamente nella whiteboard e dalla
possibilità di sviluppare semplici applicativi grafici condivisi (e.g., il gioco della dama).
Tutto il software sviluppato "ad hoc" durante la realizzazione del CD-Rom viene rilasciato
con licenza libera e, ove possibile, integrato in progetti internazionali simili quali DebianEDU e SkoleLinux.
G. Mancini:
[email protected]
25
La postazione scolastica per disabili visivi: diversi punti di vista
S. Dini, C. Martinoli, E. Delpino, A. Gettani
Istituto David Chiossone onlus, Genova
Il computer è uno strumento operativo indispensabile per il disabile visivo che frequenta la
scuola secondaria, proprio come la penna e il quaderno lo sono per tutti gli studenti;
particolare attenzione va, dunque, riservata e alle caratteristiche ed all'organizzazione della
postazione informatica (termine comprensivo di tutti gli strumenti hardware e software
funzionali a favorire il lavoro/studio con il computer).
La scelta della postazione e la sua configurazione (di norma il computer che usa il ragazzo
con difficoltà visive è lo stesso che utilizzano gli altri ragazzi, solo che va addizionato con
software e/o hardware tiflotecnico scelto sulle specifiche necessità individuali) è bene sia
fatta in centri specializzati dall'operatore della riabilitazione insieme al ragazzo ed è
importante che siano tenuti nella dovuta considerazione ambedue i loro punti di vista.
Bisogna anche essere consapevoli che una volta fatta la scelta della postazione questa non
potrà essere considerata definitiva: in particolare, nel caso di bambini piccoli, è scontato
che la postazione cambierà nel corso del tempo per adattarsi a mutamenti nelle condizioni
visive, per rispondere ad esigenze operative sempre maggiori e a competenze informatiche
destinate col tempo a diventare sempre più raffinate.
Il ragazzo disabile visivo, inizialmente, deve affrontare un lungo percorso fatto di training
teorico-pratici sia sull'uso del computer in genere sia sull'uso degli ausili specifici.
All'inizio del percorso, il ragazzo si rende conto più delle difficoltà e dei problemi che non
delle effettive potenzialità dello strumento, le quali si riveleranno solo con il tempo,
perseverando con incoraggiamento e supporto di insegnanti ed operatori. L'aspetto
motivazionale del training è importante tanto quanto la scelta delle tecnologie più
opportune, ed è fondamentale che il percorso riabilitativo sia individualizzato al massimo.
E' importante la collaborazione di insegnanti e genitori, con i quali condividere le "tappe"
che ognuno raggiungerà con tempi e modalità assai diversi.
Per i ragazzi il computer è sempre una scoperta, ma i training sono lunghi e faticosi ed è
anche necessario che il ragazzo impari a costruirsi la mentalità informatica, a capire il
significato di finestre e bottoni, a costruirsi uno schema mentale personale il più possibile
aderente alla terminologia e ai suoi riferimenti ad oggetti reali.
Gli studenti con difficoltà visive di norma sono consapevoli che poter leggere e scrivere al
computer risolve alcuni dei loro bisogni primari, ma il rovescio della medaglia è quello di
essere legati a disporre di tecnologie sempre affidabili, ovunque vadano: casa, scuola,
biblioteca, a casa dei compagni.
La realtà è complessa, i ragazzi devono essere assistiti e stimolati opportunamente;
l'accessibilità è solo uno dei tanti problemi che condizionano l'agire e l'apprendere del
disabile visivo.
S. Dini:
[email protected]
26
Ipovedenti ed archeologia:
un libro parlante per conoscere il "Principe delle Arene Candide"
G. Dodero1, P. Garibaldi3, P. Signorini2, A. Traverso2
1 Università di Genova (DISI)
2 Università di Genova (DARFICLET)
3 Museo di Archeologia Ligure
Il libro parlante rappresenta uno strumento estremamente utile per rendere fruibile agli
ipovedenti materiale che altrimenti risulterebbe di difficile o impossibile comprensione.
Forse però, ad oggi, si è fatto ricorso a questo strumento molto meno sovente di quanto
meriterebbe, per la difficoltà di realizzazione di questo particolare genere di materiale
multimediale.
Grazie a tecnologie ormai "mature", si può invece sfruttare al meglio le potenzialità del
libro parlante per ampliare la disponibilità di materiale didattico per ipovedenti, senza
dover necessariamente diventare esperti in tecnologie, né acquisire strumentazioni
sofisticate. Per la realizzazione del libro parlante è stato infatti sufficiente un normale
personal computer dotato di applicativi di produttività personale.
In questo lavoro si presenta l'esperienza svolta presso il Museo di Archeologia Ligure di
Genova Pegli, relativa alla realizzazione di un libro parlante dedicato al "Principe delle
Arene Candide", un giovane vissuto nella Liguria di 23.000 anni fa la cui sepoltura, dotata
di un ricchissimo corredo funerario, è ricostruita nel museo. Il prodotto, studiato
appositamente per ipovedenti, risulta fruibile (ed anzi gradevole) per utenti normodotati,
in particolare per le scolaresche in visita ai laboratori del museo, e rappresenta quindi un
complemento multimediale all'informazione già presente nell'esposizione (pannelli ecc.)
per favorire la comprensione del reperto da parte del pubblico in genere.
Nel lavoro si illustrano per sommi capi le attività educative che il Museo offre, i contenuti
del libro parlante, e gli strumenti impiegati. L'approccio seguito è basato su un insieme di
linee guida che garantiscono la riproducibilità di questa esperienza per sviluppare
strumenti analoghi in contesti differenti.
La struttura del libro parlante si basa sull'integrazione di testi, parlato ed immagini
effettuata tramite uno strumento di produttività personale: PowerPoint. Con semplici
accorgimenti si possono creare testi ed immagini fruibili anche da ipovedenti, ed è
possibile sfruttare l'organizzazione sequenziale delle diapositive per associare tali testi ed
immagini con file audio, realizzando così un percorso sequenziale, che non richiede
particolare interazione con l'utente. Oltre al percorso sequenziale, è anche possibile
organizzare una struttura ipertestuale con collegamenti e livelli differenti, attivabili tramite
l'uso dei soli tasti numerici, seguendo apposite spiegazioni contestuali fornite sempre
attraverso file audio. Grazie all'uso delle informazioni audio, il prodotto risulta utilizzabile
anche ai non vedenti e consente di seguire diversi percorsi di informazione ed
apprendimento in funzione degli interessi individuali, del tempo a disposizione ecc.
Il materiale così organizzato verrà messo a disposizione dei visitatori del museo, in
particolare alle classi in visita, e ai disabili che prenotano individualmente.
G. Dodero:
[email protected]
27
Knowledge Server: una piattaforma collaborativa online con interazione in tempo reale,
basata sulla conoscenza
H. Forte
Hypersoft-net srl, Prato
La tecnologia che sta alla base di Knowledge Server è l'esempio di un esercizio di
costruttivismo collaborativo che riassume molti dei principi esposti da Vico (passando da
Piaget, Vygotskii, Glasser, Von Glaserfeld, Novak, ed altri) a Pask, e infatti, è un
riconoscimento al pensiero di Gordon Pask e alla sua Teoria della Conversazione.
Knowledge Server è una piattaforma collaborativa che permette la costruzione di basi di
conoscenza concettuale, che possano essere modificate e annotate dai membri del gruppo;
i membri del gruppo possono creare concetti, relazioni concettuali, ideare categorie ed
assegnarle a concetti e relazioni (attività fondamentale dell'apprendimento), collegamenti
Internet, annotazioni, associare tabelle, video clips o documenti di qualunque tipo.
Si tratta di una piattaforma collaborativa che permette anche all'amministratore di
organizzare i gruppi di studio e ai tutor di definire le mappe alle quali hanno accesso i
gruppi, ed il livello di accesso di ogni utente. E' fondamentale il fatto che ai tutor e
amministratori rimane una statistica dettagliata della partecipazione di ogni studente.
La collaborazione è essenziale per l'apprendimento in linea. Nel lavoro di gruppo avviene
la condivisione dell'informazione e dei punti di vista; l'interazione costruisce i rapporti, e
l'obiettivo comune da raggiungere può aumentare la motivazione all'apprendimento.
Knowledge Server è uno strumento per l'apprendimento collaborativo in linea che
risponde in particolare alla necessità di apprendere dei soggetti che si trovano fuori dai
contesti tradizionali di apprendimento (come le aule), sia per età, sia per il bisogno di
aggiornamento professionale, ma anche per situazioni particolari come la scuola in
ospedale, la scuola a casa (home schooling), nelle realtà nelle quali il soggetto ha
limitazioni per accedere ai centri di formazione, nella formazione aziendale, ecc.
Nel caso dello studente con limitazioni o con qualche disabilità dell'apprendimento, o nel
caso di indisponibilità temporanea, l'aspetto collaborativo a distanza acquisisce un valore
particolare perché permette il dialogo sincrono/asincrono non soltanto con i compagni
(l'alunno disabile ha più bisogno, non soltanto di assistenza, ma anche di sentirsi parte del
gruppo), ma anche con il proprio insegnante che, online, è in grado di personalizzare la
mappa concettuale, aggiungere immagini o multimedia, adattare in tempo reale la mappa,
dialogare e scambiare messaggi, e anche valutare l'apprendimento direttamente sulla
mappa.
H. Forte:
[email protected]
28
EduCms - un ambiente autore per la formazione a distanza
A. Frascari, A. Pegoretti
Anastasis, Bologna
EduCms è un servizio rivolto a scuole e centri di formazione oppure a singoli insegnanti,
tutor, formatori, educatori professionali e orientatori, consente la produzione di unità
didattiche interattive e la gestione di corsi di formazione a distanza (FAD) online, grazie
ad un modulo che permette la creazione guidata di unità didattiche con vari tipi di esercizi
a correzione automatica: questionari a risposta aperta-singola-multipla, esercizi di
abbinamento e completamento, tutti arricchibili con immagini e file audio e video.
Per ogni corso viene attivato un "gruppo FAD" con relativa "aula virtuale", ovvero un
gruppo con i corsisti ed una serie di servizi volti a simulare l'aula di lezione: la chat, il
forum, il centro messaggi. Le attività dei corsisti sono tracciate, consultabili ed esportabili
in ogni momento dai corsisti stessi e dai loro tutor, con informazioni dettagliate sui passi
svolti, sugli esiti degli esercizi e statistiche sull'attività svolta.
Qualora la scuola o l'ente di formazione non avessero a disposizione un'aula connessa ad
internet, l'insegnante può richiedere lo scarico su CD-Rom delle unità didattiche create
online.
Gli insegnanti abbonati al servizio hanno accesso ad un repository condiviso ed
indicizzato, dove ognuno potrà pubblicare materiali che ritiene di pubblica utilità ed
accedere a quelli presenti, in un'ottica di cooperazione ispirata all'idea di "open source".
Questo repository permette al sistema di estendere le unità didattiche a veri e propri
"learning objects", che sono, per definizione, unità didattiche o risorse utilizzabili anche al
di fuori del contesto in cui sono state create: accedendo al repository è possibile infatti
"ereditare" gli oggetti e modificarli ed estenderli a proprio piacimento.
La creazione e modifica dei contenuti avviene all'interno di un editor per pagine HTML,
un ambiente quindi del tutto simile ad un word processor. In fase di salvataggio la pagina
HTML sarà automaticamente salvata sul server, immediatamente visualizzabile dall'utente,
esattamente come compare all'interno dell'area di lavoro.
L'amministratore può imporre che l'ambiente autore produca solo codice XHTML puro, in
modo da garantire il 100% di accessibilità.
Il servizio non richiede alcuna installazione: funziona completamente online. E' multipiattaforma: per eseguirlo basta possedere un browser Internet Explorer (6 o successive) o
Mozilla (1.5 o successive, Firefox). Funziona quindi sia in ambiente Windows che Linux.
Anastasis:
[email protected]
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Are you happy? Yes I am if we do together!
A. Fratangelo
II Circolo Didattico Moncalieri (TO)
Il titolo in inglese non per gusto di esterofilia, né per moda ma solo per richiamare il lavoro
svolto in collaborazione con l'insegnante di inglese nell'ambito del laboratorio di L2 e di
informatica, condotto in una classe seconda frequentata da Matteo un dolcissimo bambino con
paralisi cerebrale e cecità corticale.
Matteo ha grosse difficoltà motorie: non cammina, non afferra gli oggetti, non ha capacità di
prensione; inoltre il suo linguaggio è limitato, quasi inesistente, conosce e usa qualche sillaba
e fonemi come ma, pa, i, pi, mi.
Sto mettendo troppo in risalto ciò che l'allievo disabile non sa fare vero?
Chi lavora con l'handicap sa bene quanto sia sbagliato e pedagogicamente scorretto
concentrarsi solo sulle difficoltà dei bambini, d'altro lato sa che deve lavorare sulle possibilità
e sulle capacità residue del disabile.
Eppure vorrei, attraverso l'esperienza vissuta, dimostrare come, anche nelle difficoltà più
accentuate, si possa lavorare, e bene. Vorrei gridare a tutti che la vera integrazione è possibile
e che l'allievo speciale è davvero una risorsa per la classe, uno stimolo alla creatività, al fare
insieme, al sentirsi utili e felici!
Il progetto realizzato con l'utilizzo del PC è una dimostrazione di come le insegnanti possano
insegnare appassionandosi a ciò che fanno perché si divertono, fanno divertire, favoriscono
un apprendimento reale supportato dall'entusiasmo degli allievi che vedono il frutto del loro
lavoro.
Matteo lavora per lo più in classe, con i compagni, che interagiscono volentieri con lui; adora
le sonorità della lingua inglese perché il papà, australiano, gli parla spesso utilizzando la sua
lingua madre. Così durante l'anno scolastico ha imparato a dire happy. Da una semplice
parola, di per sè già così solare e positiva sono nati degli spunti di lavoro: perché non cantare
la splendida canzone Don't worry be happy! Allora usiamo il software Vanbasco's, magari
servendoci di un videoproiettore. L'aula di informatica diventa per qualche minuto un
palcoscenico che lascia libero spazio all'espressività di tutti. I bambini imparano qualche
parola in più di lingua inglese e si rendono conto della mancanza di corrispondenza tra ciò
che leggono e la pronuncia suggerita dall'insegnante. Matteo si diverte tanto e chiede spesso
di ascoltare questa canzone quando siamo nel laboratorio multimediale.
Piano piano nascono altre idee. Si decide di registrare le voci degli allievi, dell'insegnante e di
Matteo; vengono acquisiti con lo scanner i disegni della storia "The hungry caterpillar", poi,
utilizzando il programma PowerPoint, viene realizzato un ipertesto che Matteo attiva
attraverso lo switch acquistato dalla scuola per facilitare l'accesso al PC.
"The hungry caterpillar" è il libro parlato realizzato dai bambini della seconda B della scuola
elementare Principe di Piemonte di Termoli (CB). Il bruco affamato è il personaggio di una
semplice storia utile a favorire la memorizzazione dei giorni della settimana. Matteo ha
offerto il suo prezioso contributo alla storia (con la sua vocina dolce e stupita dice happy).
L'ipertesto è diventato per lui un sussidio, uno strumento per ampliare la comunicazione con i
compagni, per favorire il loro riconoscimento.
Cose semplici, che forse non fanno clamore, ma che riempiono il cuore e danno un senso alla
nostra professione e alla nostra esistenza.
A. Fratangelo:
[email protected]
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Emozioni e tecnologie: si può fare se…
E. Galmarini
I.P.S.S.A.R.T (Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri, della Ristorazione e per il
Turismo) di Otranto (LE)
Fino ad alcuni decenni fa la scuola mirava al potenziamento della sfera cognitiva negando
o marginalizzando la componente emotiva in quanto non facilmente controllabile,
scomoda e disequilibrante.
Con Gardner (Formae mentis, 1993) e, soprattutto con Goleman (Intelligenza emotiva,
1996) si è incominciato a parlare dell'importanza dell'intelligenza emotiva in tutti i campi
dello sviluppo della personalità e della possibilità di insegnare a gestire le proprie
emozioni.
Questo approccio ha una grande importanza per l'apprendimento e per lo sviluppo nel
periodo infantile e adolescenziale.
L'intelligenza emotiva apre una prospettiva dinamica e trasformativa anche per
l'integrazione dei disabili.
Attraverso l'intelligenza emotiva tutti i sentimenti del soggetto, disabile e non, vengono ad
acquistare importanza e significato.
L'intelligenza emotiva, al contrario dell'intelligenza misurata con il QI si può apprendere,
perfezionare, insegnare. In questo modo, la famiglia, la scuola, le istituzioni sanitarie, ecc.
possono attivare e sviluppare nei disabili non solo competenze cognitive ma anche
competenze emotive e relazionali aiutandoli a sentirsi soggetto nel mondo.
L'evoluzione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione ci offre ambienti
potenzialmente favorevoli al riconoscimento, alla gestione e alla valorizzazione della
dimensione emotiva nel processo di apprendimento.
Paradossalmente è proprio la tecnologia con le sue nuove forme di comunicazione e di
strutturazione dei saperi (ipermedia, reti, realtà virtuale) a riportare prepotentemente nella
scuola la dimensione dell'emozionalità.
Utilizzando le caratteristiche proprie di questi ambienti, le interfacce virtuali possono
essere intese come laboratorio metaemozionale in cui l'alunno impara ad individuare e a
riconoscere le proprie e altrui emozioni in un ambiente controllato e protetto.
L'utilizzo consapevole di un articolato processo di educazione emotiva, anche in presenza
di disabili, può iniziare da una più semplice interazione con ambienti informatici passando
poi a più complessi role-play fino a reali rapporti interpersonali e di gruppo.
Per Carlo, un adolescente di una classe prima di un Istituto Tecnico Commerciale,
diagnosticato con deficit mentale medio-lieve e una disabilità motorio-prassica per il quale
l'esperienza nel laboratorio multimediale ha rappresentato un contesto di apprendimento
favorevole che ha stimolato la sua "emozione di conoscere".
E. Galmarini:
[email protected]
31
Formazione alla didattica con le TIC
M. Govi1, M. Sferra2
1 Logical Media, Prato
2 Hypersoft-net srl, Prato
Se l'esperienza formativa che l'insegnante costruisce con i suoi studenti è l'aspetto più
qualificante del suo lavoro, allora anche il suo aggiornamento professionale deve avvenire
attraverso esperienze formative ricche, caratterizzate da coerenza tra acquisizione di nuove
metodologie e panorama di nuove conoscenze. Il metodo formativo costituisce quindi
l'elemento fondamentale attraverso il quale stimolare il cambiamento e garantire una
qualificazione continua.
Esiste da alcuni anni una tecnologia di rappresentazione della conoscenza (Knowledge
Manager) sviluppata da un gruppo di ricerca composito (informatici, psicologi, docenti),
che offre prospettive particolarmente promettenti per la formazione continua degli
insegnanti perché, con un breve addestramento e uno stimolante percorso teoricoesperienziale, fornisce concreti elementi di riflessione per:
- ripercorrere e rielaborare gli argomenti solitamente usati nel proprio
insegnamento, in modo diverso, più preciso e conciso, perciò più efficace;
- comprendere meglio i meccanismi generali dell'apprendimento, e della
gestione della conoscenza;
- utilizzare in modo consapevole anche strumenti metacognitivi, stimolando i
propri studenti a scoprire e valorizzare il proprio stile cognitivo.
I corsi basati su questa tecnologia:
- offrono contenuti in un formato innovativo, vicino al formato naturale con cui
la mente umana elabora le conoscenze;
- abituano ad interagire con rappresentazioni grafico-logiche della conoscenza;
- stimolano ad apprendere personalmente a creare mappe e, una volta verificata
personalmente potenza e adattabilità di tale metodo di apprendimento, a
proporlo ai propri studenti.
"Logical Media" offre, con questa tecnologia, alcuni corsi operativi ed altri di
approfondimento teorico (psicologico e didattico), ad esempio il corso "Nuovi percorsi
didattici negli interventi sulle disabilità dello sviluppo" destinati a insegnanti di sostegno e
curriculari impegnati nell'integrazione scolastica di studenti con varie disabilità.
Gli insegnanti iscrittisi ai corsi hanno partecipato attivamente alle attività proposte (60%
dei casi), acquisendo quasi tutti una buona padronanza del metodo (30% eccellente),
rimanendo soddisfatti dei progressi e degli stimoli ricevuti. Sperimentano con successo il
metodo acquisito nella loro attività didattica.
M. Sferra:
[email protected]
32
La comunicazione alternativa: oltre il muro del silenzio
B. Greco, F. Sesti, C. Terracciano
Istituto Comprensivo E. Giacich, Monfalcone (GO)
Negli ultimi anni sempre più attenzione viene posta alle potenzialità, ai bisogni di autonomia
e di comunicazione dei bambini con disabilità motoria, anche grave; lo sviluppo
dell'informatica ha infatti reso disponibili ausili che permettono lo svolgimento di funzioni
complesse, riducendo e semplificando l'atto motorio richiesto.
Insegnanti, riabilitatori e familiari sono chiamati a operare in stretto collegamento, con un
approccio che parte dalla conoscenza approfondita di ogni singola situazione e delle risorse
esistenti, per formulare un progetto globale di intervento che tenga conto sì della specifica
disabilità, ma anche delle potenzialità residue, da valorizzare al massimo.
Per scegliere quali ausili usare in una determinata situazione non è sufficiente conoscere la
diagnosi del soggetto disabile, spesso infatti bambini affetti dalla stessa patologia beneficiano
di strumenti diversi. È opportuno, quindi, procedere ad un'attenta valutazione di ogni caso, in
modo da elaborare un progetto personalizzato.
Fondamentale, comunque, in ogni situazione è la corretta progettazione della postazione di
lavoro, che è strettamente legata al problema della postura, ai movimenti volontari e
involontari del soggetto, agli eventuali aspetti di carenza visiva o percettiva, ecc.
Denis, otto anni, è affetto da una malattia genetica rara e grave: l'amiotrofia spinale muscolare
tipo Werdnig Hoffmann (SMA I tipo) che compromette in modo severo la mobilità globale
fino alla limitazione delle funzioni di base. Denis non può parlare, riesce solo ad emettere dei
suoni che esprimono contentezza o richiesta generale di attenzione. Gli unici residui di
movimenti sono quelli oculari e, con un certo sforzo, quello dell'indice delle due mani.
Fin dalla scuola dell'infanzia obiettivo principale è stato quello di cercare di rompere
l'isolamento forzato di Denis, mettendolo nelle condizioni di accogliere stimoli dall'esterno
che arricchissero la sua esperienza e lo mettessero in grado di acquisire routine temporali,
concetti e rappresentazioni simboliche. Un costante lavoro svolto con competenza da genitori,
infermieri, educatori ed insegnanti ha permesso a Denis di procedere negli apprendimenti. È
con l'inserimento nella scuola primaria e con l'aumentata frequenza scolastica, resi possibili
grazie all'impegno dell'Asl territoriale, che si è riusciti ad individuare degli ausili efficaci per
rendere accessibile la comunicazione e favorire l'apprendimento di concetti formali. Il vero e
proprio salto di qualità nel percorso è avvenuto con l'utilizzo di alcuni software ad accesso
facilitato, azionabili tramite sensori esterni. È proprio lavorando con questi software che ci si
è resi conto che Denis aveva, di fatto, imparato a leggere e a scrivere senza alcun
insegnamento formale.
Per alcuni mesi Denis ha iniziato l'attività scolastica esercitando la motricità fine residua,
l'attenzione visiva e uditiva e il coordinamento oculo-manuale tramite l'uso di particolari
software. Poi si è passati all'utilizzo di altri software che prevedono l'uso a scansione di una
tastiera virtuale semplificata e la possibilità di ascoltare quanto digitato.
Con questi programmi Denis in breve tempo è riuscito a partecipare alle attività di classe.
Ma l'opportunità maggiore offerta da questi programmi è data dalla possibilità per Denis di
esprimere emozioni, stati d'animo, desideri, necessità.
Oggi Denis segue completamente il lavoro della classe, grazie anche all'allestimento di
un'aula fornita di più computer in rete, con programmi di condivisione per permettere a Denis
di conoscere il lavoro dei compagni e ai compagni di conoscere il lavoro di Denis.
Istituto Comprensivo E. Giacich:
[email protected]
33
Le Unità multimediali di apprendimento
P. G. Malerba
Liceo Socio Psico Pedagogico "G. Marconi" di Chiavari (GE)
Postulando l'assunto secondo il quale, per una didattica efficace, è sempre preferibile
esplicitare la complessità piuttosto che procedere ad una riduzione o, peggio ancora, ad
una banalizzazione dei contenuti destinati alla formazione di soggetti diversamente abili, il
presente contributo ha come tema la realizzazione di Unità didattiche semplificate,
somministrate in forma multimediale.
La stessa storia della pedagogia insegna come da esperienze d'avanguardia nell'educazione
dei soggetti diversamente abili possano derivare concetti estensibili all'intera pedagogia.
Alcuni discenti, affetti sia da autismo sia da ritardo lieve, frequentanti diverse Scuole
Superiori sono stati coinvolti nella costruzione di Unità multimediali, realizzate con
MicrosoftTM PowerPoint predisposte dall'Insegnante di sostegno, in particolare hanno
dovuto cercare nel web e scegliere fonti iconografiche che poi sono state utilizzate ad
illustrazione delle slides. Man mano che si è proceduto nella realizzazione delle Unità gli
studenti sono stati lasciati liberi di sperimentare da soli il risultato del lavoro. La
sperimentazione libera ha avuto una parte determinante nel risultato didattico. Sono state
inoltre predisposte dall'insegnante ripetute verifiche in itinere consistenti nella richiesta
agli studenti di illustrare le slides. In un ragionevole lasso di tempo, ogni soggetto è stato
in grado di anticipare le didascalie ancora prima che apparissero a schermo mostrando così
non solo di avere appreso i contenuti ma anche di essere in grado di ricostruire i nessi
logici sottesi alla spiegazione e alla narrazione dei fatti oggetto delle Unità di
apprendimento. Tali verifiche hanno avuto anche lo scopo di chiarire quali nessi logici
l'insegnante dava per scontati e quali contenuti considerava impliciti mentre per i ragazzi
non lo erano affatto. Questo feed back ha costretto l'insegnante ad un continuo lavoro di
revisione delle Unità ed ha richiesto, oltre che intuizione, un notevole dispendio di energie
e di tempo. Benché, ad un'analisi affrettata, sia legittimo sospettare che le ripetute
somministrazioni del dispositivo abbiano agito come una sorta di addestramento
puramente mnestico, il successivo evidenziarsi di mancate comprensioni e connessioni
logiche ha deposto a favore di un avvenuto percorso cognitivo. Se così non fosse stato si
sarebbero manifestate lacune mnestiche e non errori di tipo logico da doversi correggere
attraverso l'esplicitazione di nessi e inferenze.
I buoni risultati evidenziati sono probabilmente da imputarsi all'attivazione di canali
cognitivi alternativi alla letto-scrittura, nei quali tutti i discenti mostravano i loro limiti.
Le protesi logiche, rese disponibili dalle slides, hanno sopperito in gran parte ai limiti dei
discenti contribuendo a renderli maggiormente avvezzi alle deduzioni, alle inferenze ed ai
nessi di causa ed effetto. I paralogismi e gli errori di natura logica si sono ridotti
notevolmente nel momento in cui la letto-scrittura non ha più impegnato a fondo le risorse
psichiche dei discenti, inoltre l'esplicitazione della complessità, comportando un minore
insuccesso cognitivo, ha agito favorevolmente sull'impegno e sulla motivazione.
P. Malerba:
[email protected]
34
Dalla scuola dell'infanzia alla scuola primaria: un percorso
di integrazione anche a distanza con l'uso delle tecnologie
C. Manfredini
Fondazione Asphi Onlus, Bologna
Il percorso di integrazione che viene presentato è cominciato nella scuola dell'infanzia per
proseguire ad oggi nella scuola primaria; l'uso delle tecnologie a supporto delle attività
didattiche e della comunicazione si è dimostrato significativo.
Il ruolo di Asphi è stato quello di pensare, proporre, progettare e coordinare le attività con le
tecnologie insieme al gruppo pluridisciplinare coinvolto nel progetto: insegnanti, genitori,
logopedista, neuropsichiatria, direzione scolastica.
Il bambino al centro del percorso è affetto da una sindrome che gli impedisce gran parte dei
movimenti eccetto quello dei due indici e non può frequentare con regolarità le attività
scolastiche.
Il computer è diventato uno strumento in più e, in particolare, un mediatore tra casa e scuola.
A casa il bambino utilizzava già il computer prevalentemente per attività di gioco, con il
supporto di una trackball per posizionare il cursore sullo schermo e un sensore di piccole
dimensioni molto sensibile, per attivare il clic del mouse. Il primo passo per un utilizzo delle
tecnologie anche per le attività scolastiche, è stato fatto attivando uno scambio/prestito di
software, che il bambino utilizzava a casa, con i compagni di classe; usare e conoscere gli
stessi strumenti è stato l'inizio del lavorare insieme. Nello stesso tempo le insegnanti della
scuola materna hanno intrapreso un percorso di formazione all'uso delle tecnologie; da un loro
atteggiamento iniziale quasi diffidente, si è arrivati ad ottenere ottimi risultati. Durante l'anno
scolastico le insegnanti in quasi totale autonomia hanno costruito unità didattiche multimediali
con immagini, suoni e filmati a supporto della programmazione, ognuna di loro ha acquisito
competenze nuove e diverse a partire dalle attitudini e interessi personali. Grazie al lavoro
prodotto e alle nuove competenze messe a disposizione, il computer è diventato un mediatore,
con il compito di portare a casa del bambino le esperienze fatte a scuola, fotografate, riprese e
rielaborate in un formato digitale. Tra casa e scuola giornalmente c'era uno scambio di lettere
e messaggi cartacei, il tutto avveniva con una organizzazione di posta in arrivo e in partenza
con tanto di cassette postali (di cartone) in classe. Partendo da questa attività di
corrispondenza, insieme alle insegnanti e alla famiglia si è pensato di utilizzare le potenzialità
che oggi la tecnologia ci offre, per attivare una comunicazione a distanza con l'obiettivo che
tra casa e scuola ci si potesse vedere, sentire e anche scrivere senza tempi lunghi di attesa e
risposta. La famiglia e la scuola si sono dotati degli strumenti utili per attivare questo
contatto, in particolare una web-cam, un microfono e un collegamento internet (i computer
erano già a disposizione). Le difficoltà tecniche non sono mancate, inizialmente i problemi di
collegamento/rete hanno rallentato le attività, deludendo le aspettative. Una volta superati i
problemi tecnici il comunicare in diretta tra casa e scuola è diventato un momento
significativo un po' per tutti: il bambino che nel vedere e sentire i compagni si è motivato nel
fare scuola anche a casa, le insegnanti che si sono sentite vicine alle colleghe per un
supporto/confronto, la famiglia che ha visto il loro bambino inserito in un gruppo classe, le
persone di Asphi che hanno sperimentato l'utilizzo di strumenti non "speciali" ma che si
trovano facilmente in commercio, in una situazione così particolare.
Oggi (anno scolastico 2005-2006) il percorso continua, il bambino è iscritto alla classe
seconda della scuola primaria, gli obiettivi scolastici e di comunicazione sono cresciuti.
C. Manfredini:
[email protected]
35
Il progetto "FaceMOUSE per l'integrazione"
M. Mussini1, S. Soria2
1 RSA Mario Del Monte di ANFFAS Onlus Modena
2 A.I.D.A. srl Modena
"FaceMOUSE" è un ausilio informatico innovativo rivolto a disabili motori (anche gravi)
ideato dall'ing. Soria nell'ambito della propria tesi di laurea e sviluppato da AIDA, nonché
sperimentato nei Centri di ANFFAS onlus di Modena.
Il sistema "FaceMOUSE", brevettato e finanziato dal Fondo Sociale Europeo, è un
software innovativo che permette di comunicare, scrivere ed usare il computer, senza
utilizzare mani, voce o sensori; esso studia infatti i movimenti del capo o del corpo
attraverso una piccola telecamera collegata al computer e sposta il cursore del mouse di
conseguenza. "FaceMOUSE" grazie alla sua flessibilità d'utilizzo, a differenza degli altri
sistemi, è adatto a molte tipologie di handicap motorio, anche gravi.
L'iniziativa "FaceMOUSE per l'integrazione" intende dimostrare come "FaceMOUSE" sia
uno strumento efficace per favorire l'integrazione scolastica e sociale della persona
diversamente abile. In particolare in tale intervento si presenterà la sperimentazione
dell'associazione ANFFAS onlus - Modena svolta con disabili gravi, di cui si riportano di
seguito le caratteristiche principali.
La sperimentazione è iniziata nella primavera 2004, quando l'Ing. Soria ha proposto
all'associazione ANFFAS onlus di Modena di sperimentare all'interno dei Centri da essa
gestiti il software "FaceMOUSE" da lui ideato.
L'associazione ha avviato con interesse un percorso di conoscenza e sperimentazione
dell'ausilio proponendolo ad alcuni utenti dei Centri.
Le opportunità che il software offre sono state immediatamente percepite da coloro che
hanno preso parte a questo progetto, i quali, per comunicare con gli altri necessitano
sempre di un mediatore che utilizzando ausili tradizionali e non tecnologici come l'Etran
(non immediatamente fruibile da tutti) renda comprensibili i loro pensieri, bisogni, desideri
ed ogni contenuto delle loro comunicazioni. Avere l'opportunità di utilizzare
autonomamente uno strumento a tutti accessibile, per esprimersi direttamente con gli
interlocutori senza dipendere da una terza persona, rappresenta un importante sviluppo
verso l'autonomia e quel diritto alla privacy che per qualcuno è ancora una meta lontana.
Terminato il periodo di sperimentazione alla fine del 2004, l'Associazione ha deciso di
iniziare con un progetto sistematico all'interno dei Centri dotando le strutture degli ausili
necessari al funzionamento del programma.
S. Soria:
[email protected]
36
Campus "Informatica per l'autonomia"
M. Peroni1, N. Staffa1, L. Grandi2, M. Berton1, M. Craighero1, G. Stella1, A. Meloni3, E. Savelli1
1 Associazione Italiana Dislessia
2 Anastasis Bologna
3 Università degli Studi Repubblica di San Marino
L'esperienza, condotta, per ben due anni successivi, con ragazzi dislessici, in quello che
abbiamo chiamato "Campus per l'autonomia" ci ha mostrato come l'informatica possa
essere un ottimo "apriscatole" per tirare fuori il meglio dai ragazzi dislessici e come,
anche e soprattutto di fronte a ragazzi con questo tipo di problemi, il nostro impegno
debba essere prima di tutto quello di "educare" nel senso di "coltivare, far crescere":
bisogna preparare e concimare adeguatamente il terreno, seguire con cura i singoli
prodotti, i bisogni d'acqua e il controllo dei vari parassiti, ecc.
Questo è stato l'obiettivo del lavoro che tutti i partecipanti al Campus, ragazzi e staff,
hanno intrapreso durante la settimana. La maggior parte dei ragazzi, probabilmente
sfiduciati da esperienze precedenti, non aveva nessuna aspettativa positiva nei confronti
della settimana. Il clima di lavoro non è stato, quindi, sin dal principio, sereno ed è stato
necessario un duro lavoro di dissodamento ed aratura del terreno. Le modalità sono state
in realtà semplici: dare a tutti la possibilità di esprimere anche i rancori, le perplessità e
poi dare fiducia a chi probabilmente non ne aveva più da tempo. In questo clima, non
ancora rilassato, abbiamo presentato i primi strumenti informatici che speravamo
potessero fungere da "fertilizzanti": Internet e Carlo II; abbiamo chiesto di cercare,
lavorando a coppie, informazioni riguardanti un argomento di interesse. Tale compito,
all'apparenza semplice, implicava un lavoro di cooperazione, di ricerca nell'enorme rete di
informazione di internet ed infine di sintesi. Volutamente gli strumenti sono stati
presentati per sommi capi, in modo da dare l'opportunità ai ragazzi di sperimentare in
modo autonomo le potenzialità dei mezzi informatici. La maggior parte dei ragazzi ha
reagito in modo estremamente positivo, rimboccandosi le maniche e zappando quel
terreno disastrato. Tutti hanno portato a termine il compito e sono emerse ottime capacità
comunicative che si esplicitavano in analisi critiche ed analitiche degli argomenti ricercati.
Un elemento che ha permesso il superamento delle paure iniziali è stato il fatto che veniva
offerta una modalità di apprendimento diversa che si discosta dalla usuale "monocultura"
dell'apprendimento tramite testo scritto. La "monocoltura" riduce la qualità intrinseca del
terreno e richiede sempre maggiori quantità di pesticidi e concimi chimici. La
"monocultura" limita le potenzialità di ragazzi intelligenti che hanno caratteristiche di
apprendimento peculiari e costringe la scuola, la famiglia e i servizi ad intraprendere
faticose attività frustranti e spesso inutili. La stabilità e l'efficienza di un "ecosistema"
educativo nasce, invece, dalla varietà delle proposte che questo sa offrire a seconda dei
bisogni e delle capacità che si trova ad affrontare e alcuni ausili informatici, bypassando le
difficoltà oggettive e oralizzando gli scritti valorizzano le abilità di questi ragazzi e
possono essere loro di grande aiuto.
Associazione Italiana Dislessia:
[email protected]
37
Disabilità cognitiva e computer: un'esperienza multimediale
A. Pirovano
Anffas Ticino onlus di Somma Lombardo (VA)
Il Cd-Rom "Un viaggio educativo alla scoperta di…" è un prodotto multimediale di giochi
ed esercizi didattici utile per stimolare l'attenzione degli alunni nelle attività del sostegno
scolastico delle elementari, per facilitare l'apprendimento cognitivo dei bambini nell'ultimo
anno delle materne e per verificare e stimolare le abilità degli utenti disabili dei Servizi
extrascolastici.
Il tipo di esercitazioni proposte, che prendono spunto da concrete attività svolte dagli
ospiti dei due Servizi che hanno realizzato il prodotto, possono favorire lo sviluppo o il
recupero di alcune abilità sociali e cognitive anche in soggetti disabili mentali adulti, di
grado medio lieve
Il CD-Rom può esser utilizzato con (o da) soggetti PdH psichico medio-lieve che
frequentano servizi extra scolastici (sia adulti che minori) o nell'ambito del sostegno
scolastico.
Il prodotto è il frutto della collaborazione tra il CFP (Centro Formazione Professionale) di
Toscolano Maderno sul lago di Garda e lo SFA (Servizio di Formazione all'Autonomia per
l'integrazione sociale dei disabili) di Somma Lombardo (Va), con il contributo di altri due
servizi ad essi collegati: il CRH (Centro Residenziale Handicappati) di Toscolano e la
Comunità Alloggio di Maddalena, frazione di Somma Lombardo.
Gli obiettivi iniziali del progetto erano la realizzazione di una particolare presentazione
multimediale delle due realtà coinvolte ed anche la produzione di uno strumento didattico
con esercizi, giochi e attività che fosse in grado di stimolare la partecipazione attiva alla
formazione con il computer anche di soggetti adulti.
Per ottenere questi obiettivi, si è puntato sulla diretta partecipazione di ospiti e allievi dei
vari servizi a tutte le fasi della realizzazione del Cd-Rom, coinvolgimento che ne è poi
diventata la caratteristica principale. Ogni soggetto ha fornito uno specifico contributo in
base alle capacità individuali e agli obiettivi di sviluppo delle sue potenzialità ipotizzate
dagli educatori.
Le attività presenti nel Cd-Rom, proposte in forma di gioco educativo, offrono
l'opportunità a servizi simili ai nostri (o anche nell'ambito di attività di sostegno
scolastico) di operare per la stimolazione di alcune abilità cognitive con uno strumento
multimediale che si caratterizza in particolare per la sua vicinanza alla realtà vissuta dai
soggetti che lo utilizzeranno, i quali possiedono limiti e potenzialità paragonabili a quelle
degli utenti che hanno partecipato alla realizzazione del prodotto.
I contenuti didattici degli esercizi proposti sono di diverso tipo: vanno dalla
memorizzazione di sequenze alla risoluzione di problemi, dalla discriminazione di colori
ed oggetti al coordinamento oculo-manuale, all'allenamento della memoria visiva ecc…
A sostegno di alcune attività ci sono dei rinforzi finali per stimolare il completamento
dell'esercizio.
A. Pirovano:
[email protected]
38
"Gioca e impara con Orientina": presentazione di un'esperienza multimediale
per il coinvolgimento e l'integrazione di soggetti disabili intellettivi adulti
A. Pirovano
Anffas Ticino onlus di Somma Lombardo (VA)
In un primo Cd-Rom "Un viaggio educativo alla scoperta di…", avevamo voluto
presentare la realtà dell'Anffas Ticino nel suo insieme sotto forma di gioco didattico,
successivamente il nostro Servizio ha realizzato un nuovo prodotto multimediale per
presentare l'esperienza di una realtà del servizio diurno che in questi anni si è
positivamente sviluppata: "il laboratorio delle autonomie sociali".
L'intento era quello di realizzare un prodotto accattivante, con contenuti adatti anche a
soggetti disabili adulti, prodotto con la diretta partecipazione degli utenti dei servizi
dell'Anffas Ticino e degli alunni della scuola elementare di Salò, soggetti con le stesse
caratteristiche dei possibili fruitori del lavoro finale.
Si è partiti da un'esperienza realizzata nella scuola elementare che aveva coinvolto gli
alunni nella riscoperta degli antichi giochi di società. Tra questi è stato scelto il Gioco
dell'Oca, come strumento di coinvolgimento, "nascondendo" poi nelle sue caselle le
attività didattico - formative, obiettivo prioritario del prodotto multimediale. Ci si è rifatti
all'esperienza dello SFA (Servizio di Formazione all'Autonomia per l'integrazione sociale
dei disabili) di Somma Lombardo (Va), prendendo spunto dal lavoro formativo sulle
autonomie sociali, elemento fondamentale del progetto educativo individuale dei singoli
utenti del servizio extrascolastico.
Durante il percorso delle pedine tra le varie caselle, ogni giocatore deve svolgere attività e
giochi su argomenti relativi alle autonomie sociali, già sperimentati nel concreto dai
laboratori del Progetto Atlantide (nome dello SFA Anffas Ticino) o prodotti con lavori
collettivi di alcune classi della scuola elementare.
Gli obiettivi principali del progetto sono così riassumibili:
- proseguire l'esperienza di coinvolgere direttamente i possibili fruitori del
prodotto informatico nella sua realizzazione, allargando la partecipazione agli
scolari delle elementari;
- proporre un Cd-Rom con contenuti per adulti che soddisfi le esigenze
formative di Servizi per disabili maggiorenni, mantenendo l'impostazione
ludica al fine di favorire la motivazione e facilitare l'apprendimento anche dei
giovani disabili e degli alunni delle scuole elementari;
- favorire l'incontro tra due realtà formative - SFA Anffas e scuola elementare di
Salò - con mandati istituzionali diversi ma con il comune obiettivo di
proseguire nel lungo percorso dell'integrazione dei soggetti disabili nella
scuola e nella società.
Le due esperienze realizzate in questi anni ci hanno confermato che il computer,
strumento che già di per sé attiva l'interesse di chi ha modo di sperimentarne l'utilizzo
senza frustrazioni, debba essere utilizzato non solo per l'acquisizione di abilità funzionali
utili all'integrazione sociale dei soggetti disabili, ma anche per la produzione di cose
pratiche, poiché questo aspetto favorisce la restituzione dell'investimento emotivo affettivo che aumenta la stima di sé e la motivazione, innestando così un circolo virtuoso
che favorisce il conseguimento degli obiettivi di fondo dei singoli PEI.
A. Pirovano:
[email protected]
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Obiettivi minimi: riflessioni su un'esperienza
M. Plano
I Circolo Didattico di Caltanissetta
L'individualizzazione del percorso educativo passa necessariamente dalla definizione degli
obiettivi educativi "possibili". Nel seguito si descrive il caso di un alunno affetto da
"Agenesia del corpo calloso" con insufficienza mentale di grado medio che gli procura
difficoltà nell'apprendimento, nell'attività grosso e fine motoria, nella vista, piccole
assenze in classe e di tanto in tanto crisi di comizialità che nel corso del quinquennio della
scuola elementare sono diventate sempre più frequenti e più gravi. Porta gli occhiali, ha
difficoltà di coordinamento oculo-manuale, la sua attenzione visiva è limitata.
Per questo bambino è stato predisposto un piano educativo personalizzato che aveva
obiettivi educativi minimi che sono stati raggiunti in quanto, a conclusione del
quinquennio, l'alunno è stato avviato:
- all'esposizione orale e scritta di un brano o di una breve lettura o di immagini
attraverso domande, ma necessita, ancora, di un lungo percorso per raggiungere
una autonomia.
- alla comprensione del testo attraverso l'individuazione dell'esatta domanda,
segnando V (vero) o F (falso).
- a cogliere il significato di un'immagine, di un disegno creato allo scopo.
- a correlare due immagini.
- a rilevare la contemporaneità tra due azioni " mentre ".
- a riordinare due o più immagini.
- all'autocorrezione ed all'autovalutazione.
- alla lettura dell'orologio analogico.
L'alunno ora conosce i tempi del verbo nelle tre forme: passato, presente, futuro perché
essi scaturiscono dai termini di relazione temporale "prima, poco fa, ieri, l'altro ieri", "ora,
adesso, oggi, in questo momento" e " dopo, più tardi, fra poco, domani, dopodomani".
Ha interiorizzato la suddivisione della giornata: alba, mattina, mezzogiorno, pomeriggio,
sera, notte e giorno.
Sa le tabelline, tutte, e le loro numerazioni.
Conosce il significato di prestito e riporto, anche se necessita di guida nell'attività
operativa perchè dimentica di accompagnarsi con l'attività manuale.
E' stato avviato alla comprensione del migliaio, al dettato, alla scomposizione, alla lettura
delle cifre nelle due classi: unità semplici e migliaia, alla scrittura del valore delle cifre
numeriche e ad operare entro tali classi.
Sa eseguire divisioni con una sola cifra al divisore.
Esegue moltiplicazioni con una sola cifra al moltiplicatore.
Sa individuare in un problema che richiede una sola operazione quella che lo risolve.
Sa individuare in un problema che richiede più di una operazione quelle necessarie alla
sua risoluzione purché i quesiti gli vengano presentati uno alla volta.
M. Plano:
[email protected]
40
E-learning all'Università La Sapienza di Roma. "Case Study":
il successo della didattica integrata aula-rete con uno studente disabile
S. Resta, L. Cinganotto
Università La Sapienza di Roma
Il presente contributo ha per oggetto lo studio di un caso: il successo della didattica
integrata aula-rete con uno studente disabile, che si colloca all'interno della cornice
rappresentata dal progetto sperimentale di didattica e-learning avviato dal 2004 presso
l'Università "La Sapienza" di Roma.
Lo studente in questione, A.C. affetto da disfunzioni psico-motorie e da gravi difficoltà di
tipo linguistico, si è iscritto nell'anno accademico 2004-2005, al corso "Eco-English english e-learning course for the students of the faculty of economics", ha partecipato
attivamente e con entusiasmo a tutte le attività proposte online, ma con minore assiduità
agli incontri in presenza.
Il suo comportamento e la sua reazione sono stati attentamente esaminati, al fine di
comprendere l'efficacia della didattica e-learning rivolta ad un'utenza diversamente abile.
Lo studente stesso ha dichiarato di trovarsi a suo agio e perfettamente "alla pari" con i
colleghi nelle interazioni all'interno della comunità virtuale, attraverso le chat ed i forum.
L'ambiente di apprendimento che si instaura all'interno della comunità virtuale della
piattaforma è, infatti, un ambiente user-friendly distensivo e stimolante, ispirato ai principi
del costruttivismo sociale e del "cooperative learning", all'interno del quale le tecnologie,
Internet e la multimedialità, congiuntamente allo scambio collaborativo tra i discenti ed
alla moderazione del docente e-tutor, favoriscono e migliorano la qualità
dell'apprendimento e lo spessore del percorso formativo. La prospettiva costruttivista che
è alla base della piattaforma Moodle, ha permesso di favorire il coinvolgimento diretto
dello studente, attivamente impegnato nella creazione di significati, nella valorizzazione
delle sue pre-conoscenze e dei suoi gap comunicativi, chiamato a strutturare in maniera
individualizzata il suo percorso formativo, sulla base delle esigenze, degli impegni, del
background di competenze ed abilità linguistiche pregresse e dei ritmi e stili di
apprendimento individuali.
A.C. non solo è riuscito a superare l'esame di lingua inglese senza difficoltà, ma ha anche
partecipato attivamente alla vita della comunità virtuale, diventandone quasi una sorta di
"animatore" e, attraverso i canali telematici, è ruscito a comunicare e ad intrecciare
relazioni interpersonali con disinvoltura.
L'esame del caso in questione ha condotto alla conclusione che il corso è riuscito a
soddisfare le esigenze didattiche e formative di questo studente diversamente abile: egli,
che aveva tentato l'esame in precedenza, ma senza successo, è riuscito questa volta a
raggiungere l'obiettivo, grazie alle opportunità di apprendimento alternative offerte dalla
piattaforma.
L'e-learning è risultato, dunque, vincente sotto il profilo della crescita e dell'arricchimento
personale formativo e didattico, ma anche sul piano del recupero del vissuto sociale ed
interazionale dello studente, perfettamente integrato nella "community" virtuale e libero
da qualunque forma di "etichetta" che potesse distinguerlo dagli altri.
L. Cinganotto:
[email protected]
41
L'esperienza del Centro per l'Intervento Didattico sugli Alunni Dislessici (C.I.D.A.D.)
come esempio di buona prassi di intervento coordinato sul territorio
R. Rovaris
Istituto Comprensivo di Verdellino, Scuola Elementare "Fratelli Cervi", Zingonia (BG)
Il Centro per l'Intervento Didattico sugli Alunni Dislessici (C.I.D.A.D.) nasce dall'esigenza
di dare una risposta efficace ai numerosi casi di dislessia presenti nella scuola. L'intervento
con gli alunni dislessici può trarre grande vantaggio dalla conoscenza delle metodologie
didattiche e dall'utilizzo di strumentazione informatica idonea a ridurre i deficit di tale
disturbo. Il centro si è dotato di tale strumentazione, arricchirà nel proseguo la dotazione e
promuoverà iniziative atte a far conoscere e sperimentare agli operatori della scuola le
strumentazioni disponibili anche concedendo il comodato d'uso dopo idonea formazione
all'utilizzo degli strumenti informatici.
Il centro accoglie le richieste provenienti dalle famiglie di alunni dislessici e gli operatori
si impegnano a predisporre percorsi e stage rivolti agli alunni che intendono avvalersi
della strumentazione informatica.
Il Centro è istituito e gestito dagli operatori dell'Equipe di Consulenza che ha sede presso
l'Istituto Comprensivo di Verdellino in collaborazione con l'ufficio interventi educativi del
C.S.A. di Bergamo. Le attività del centro sono coordinate dal dirigente scolastico
dell'istituto stesso che è responsabile della progettazione delle iniziative e delle
strumentazioni di cui il centro si è dotato per il raggiungimento delle finalità del centro
che sono:
1. Promuovere attività di formazione rivolta ai docenti sul tema della dislessia
2. Promuovere competenze metodologico-didattiche per l'intervento sugli alunni
dislessici
3. Promuovere l'utilizzo di strumenti informatici per ridurre e/o compensare il
disturbo.
Il centro è coordinato da un dirigente scolastico che gestisce un gruppo di docenti e
pedagogisti. Tutti gli operatori fanno parte o hanno fatto parte del mondo della scuola nel
ruolo di docenti e/o psicopedagogisti e hanno acquisito una solida esperienza nel campo
delle difficoltà di apprendimento relativamente ai seguenti aspetti:
- analisi e valutazione dei disturbi dell'apprendimento
- progettazione di percorsi didattici finalizzati alla riduzione delle difficoltà
connesse alla dislessia
- utilizzo di strumentazioni informatiche
- realizzazione di percorsi di formazione per docenti sul tema dei disturbi
dell'apprendimento.
Il centro è dotato di computer portatili da dare in comodato d'uso alle scuole dopo il
periodo di formazione ai docenti e da restituire quando la scuola e/o la famiglia si dota
dello stesso. Ogni computer portatile ha il programma "C.A.R.L.O. Loquendo" completo
di OCR per la scansione dei testi e numerosi programmi informatici per l'intervento nelle
situazioni di dislessia e discalculia.
R. Rovaris:
[email protected]
42
Gestione della conoscenza e apprendimento in presenza di dislessia
ed altre disabilità dell'apprendimento
M. Sferra, H. Forte
Hypersoft-net srl, Prato
Tra i disturbi dell'apprendimento diffusi nella popolazione scolastica, alcuni costituiscono
una vera sfida per i modelli tradizionali di azione didattica. A differenza di quadri in cui le
risorse cognitive sono globalmente deficitarie, ce ne sono altri in cui queste ultime sono
intatte e presentano grandi potenzialità, ma restano soffocate a causa di deficit specifici
che ostacolano lo sviluppo di alcune abilità. E' il caso della dislessia (insieme agli altri
disturbi specifici dell'apprendimento, disgrafia e discalculia) e della sordità prelinguistica:
nel primo, un disturbo specifico ostacola lo sviluppo delle abilità di letto-scrittura, e nel
secondo un grave deficit sensoriale ostacola lo sviluppo della forma orale del linguaggio
verbale. Due quadri completamente diversi, ma in entrambi i casi, l'insegnante intravede le
risorse dello studente, eppure non riesce a stabilire una via di accesso ad esse.
Nel caso della dislessia, le abilità di letto-scrittura rappresentano per la scuola la "conditio
sine qua non" per l'elaborazione cognitiva che rende possibile l'apprendimento
significativo, per cui gli obiettivi didattici restano spesso focalizzati solo sul
miglioramento possibile dell'attività di decodifica della lettura.
Si dimentica che la lettura è solo un mezzo per accedere al significato da apprendere.
Se l'obiettivo generale, per lo studente dislessico come per tutti, è quello di stimolare i
processi cognitivi complessi dell'apprendimento significativo, sollecitando l'operatività
cognitiva e le capacità di autoregolazione, allora dobbiamo ampliare la nostra offerta di
stimolazioni didattiche facendo leva su molte altre risorse cognitive, finora poco
riconosciute dalla scuola.
Per rendere più efficace l'azione didattica, occorre ripensare l'apprendimento attraverso
una prospettiva cognitiva, ossia sulla base di una maggiore consapevolezza dei processi
cognitivi attraverso i quali l'apprendimento si sviluppa.
Da molti anni è emerso il valore di Knowledge Manager, una tecnologia didattica
cognitiva, fondata sulla gestione della conoscenza rappresentata in mappe concettuali, che
attraverso il suo ambiente multimediale e le sue funzioni interattive, stimola in modo
naturale ed ergonomico i processi di selezione e focalizzazione dell'attenzione, percezione,
organizzazione percettiva e intuizione, analisi, categorizzazione e concettualizzazione,
inferenza logica, integrazione concettuale, autovalutazione.
In questo modo si può organizzare un processo di apprendimento significativo e
autoregolato dallo studente.
Il metodo di lavoro che sta alla base di KM, una volta appreso, diventa patrimonio
personale dello studente, che lo utilizzerà con profitto in tutta la sua carriera scolastica (e
lavorativa) continuando a sviluppare le proprie abilità cognitive e capacità di
apprendimento.
M. Sferra:
[email protected]
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Formazione senza barriere per disabili motori gravi: i corsi universitari a distanza del
Politecnico di Torino
I. Signorile
Centro per i servizi Teledidattici e Multimediali (Ce.Te.M.) del Politecnico di Torino
Il Politecnico di Torino si occupa di formazione a distanza dal 1992. In questo momento
sono attivi i corsi di laurea in Ingegneria Informatica, Elettronica, delle
Telecomunicazioni, Meccanica, Elettrica, Logistica e della Produzione Civile.
Gli insegnamenti sono impartiti attraverso diversi strumenti: sessioni di videoconferenza,
lezioni accademiche trasmesse sui canali televisivi tradizionali e satellitari, tutoraggio
(tramite fax, telefono, videoconferenza, internet, e-mail) ed esercitazioni (in parte svolte
autonomamente a casa dagli studenti e in parte presso l'Ateneo o i centri di supporto
attivati nelle varie sedi). Quando possibile sono utilizzate anche modalità tradizionali:
presso l'Ateneo e i centri di supporto, gli studenti hanno a disposizione, secondo un
calendario, sia docenti sia tutori che svolgono attività di consulenza e tutorato, sia
videocorsi e CD-Rom multimediali (disponibili per il prestito), sia altro materiale
didattico.
Un'organizzazione di questo tipo ben si adatta alle esigenze di studenti portatori di
handicap motori o con difficoltà a spostarsi (da casa o da un ospedale) e per i quali può
essere disagevole fruire dei servizi offerti dalle tradizionali strutture universitarie. Sulla
base di tali presupposti e delle richieste sempre maggiori di iscrizione, da parte di studenti
disabili, ai corsi a distanza, il Ce.Te.M. ha avviato una serie di servizi per gli studenti
disabili con lo scopo di permettere loro di svolgere un percorso accademico a distanza. In
particolare il Ce.Te.M. si propone di organizzare i processi d'apprendimento a distanza in
modo più flessibile al fine di facilitare l'integrazione dei disabili.
I servizi e le attività a sostegno degli studenti disabili comprendono:
- la messa a punto di progetti informatici personalizzati. In base alle esigenze e
alle potenzialità dello studente con handicap il Ce.Te.M. si occupa di allestire,
presso il domicilio dello studente stesso, una postazione informatica attrezzata
con gli ausili tecnologici più adatti;
- la possibilità di sostenere gli esami in remoto;
- un servizio di supporto e consulenza per il disbrigo delle pratiche burocratiche;
- la disponibilità di un laboratorio attrezzato con postazioni informatiche ed
ausili hardware e software per gli studenti;
- un'attenta progettazione del sito web dei corsi a distanza e dei servizi on-line al
fine di garantirne un'effettiva accessibilità ed usabilità;
- un'attività di sottotitolazione di videocorsi.
Il primo studente disabile, un ragazzo affetto da una grave forma di tetraplegia, si è iscritto
ai corsi a distanza nel 1999. Da allora il Ce.Te.M. ha raccolto un buon numero di nuove
esperienze con altri studenti disabili riportando ottimi risultati. Le esperienze raccolte dal
Ce.Te.M. con gli studenti disabili che hanno scelto di iscriversi ai corsi di ingegneria a
distanza dimostrano come, combinando opportunamente gli strumenti messi a disposizione
dalla tecnologia e il supporto di personale dedicato, sia possibile offrire pari opportunità
di studio a quei disabili che presentano la volontà e l'intraprendenza per iscriversi
all'università, ma non hanno la possibilità di frequentare i corsi di studi tradizionali.
I. Signorile:
[email protected]
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Progetto per lo svolgimento di un percorso individualizzato
con ausili tecnologici specifici
S. Tritapepe, M. Peluso
Anffas Onlus di Lanciano (CH)
In seguito all'introduzione della Legge quadro 104, il considerevole aumento di bambini e
ragazzi disabili nel sistema scolastico ha comportato problemi di nuova natura che hanno
richiesto la realizzazione di strategie complesse. E' così cresciuta, in questi anni, una forte
esigenza formativa per i docenti, sia dal punto di vista qualitativo che da quello
quantitativo, per creare piani educativi individualizzati ed efficaci.
Nell'anno 2001, l'Anffas Onlus di Lanciano ha attivato un'importante collaborazione con il
Distretto Scolastico n.10 di Lanciano: tale rapporto ha permesso di effettuare valutazioni
specialistiche e tecnologiche di alunni in situazione di handicap, consulenze sugli ausili
informatici, sviluppo di percorsi informatici individualizzati e monitoraggio dei casi in
studio.
Il tutto per potenziare progetti finalizzati alla maggiore autonomia e integrazione sociale
possibile della persona disabile, oltre quelli di supporto privato didattico.
La prima parte di questa importante collaborazione ha visto la realizzazione del progetto
"Orientamento all'utilizzo dell'ausilio informatico" che ha previsto valutazioni
tecnologiche di alunni in situazione di handicap e corsi di orientamento per genitori,
insegnanti, assistenti scolastici e terapisti.
Alle valutazioni, effettuate unicamente con strumenti tecnologici quali software specifici,
Midi Creator e pulsantoni con diverso funzionamento e collegati a svariati oggetti a
seconda delle esigenze del soggetto da valutare, ha fatto seguito l'elaborazione di un
percorso individualizzato in cui venivano indicati gli obiettivi e gli strumenti tecnologici
da adottare.
In tutto sono state valutate 107 persone in situazione di handicap e le scuole coinvolte
sono state circa 30.
Per tutti gli alunni coinvolti sono stati costruiti progetti individualizzati di supporto alla
didattica e sono stati programmati incontri settimanali di circa un'ora per la loro
implementazione attraverso hardware speciali e software didattici personalizzati.
ANFFAS Onlus Lanciano:
[email protected]
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Il progetto FISH-EmpowerNet e l'esperienza per la formazione online
G. Vercelli1, R. Bencivenga2, M. Parodi3, A. Sampietro1
1 Università di Genova (DISA)
2 Studio TAF, Genova
3 IPSSAR "N. Bergese", Genova
FISH-EmpowerNet - un progetto cofinanziato dal Ministero del Welfare in base alla L.
383/2000 - è nato nel 2004 dalla collaborazione fra tre organizzazioni: l'AISM
(Associazione Italiana Sclerosi Multipla), l'AIPD (Associazione Italiana Persone Down) e
la FISH (Federazione Italiana Superamento Handicap).
Il DISA, Dipartimento di Scienze Antropologiche dell'Università di Genova, è stato
coinvolto nella progettazione e organizzazione della parte formativa a distanza nonché per
il supporto tecnologico, curando in particolar modo la problematica relativa
all'accessibilità dei contenuti secondo gli standard internazionali e la personalizzazione
della piattaforma di e-learning ai fruitori del percorso formativo online.
Obiettivo principale del progetto FISH-EmpowerNet è stato quello di sviluppare una rete a
livello nazionale che permettesse lo scambio di esperienze e professionalità acquisite
nell'ambito della partecipazione sociale e della lotta alla discriminazione, attraverso una
serie di interventi di informazione e formazione rivolti alle persone con disabilità ed ai
loro familiari, nonché agli operatori delle numerose associazioni in cui questi soggetti si
organizzano.
Il percorso di formazione online ha affrontato tematiche importanti quali: i diritti umani,
costituzionali, sociali e sanitari, i servizi sociosanitari, i livelli essenziali di assistenza, i
piani di zona, la comunicazione sociale nonché tematiche maggiormente operative sul
piano tecnologico quali il lavoro in rete e le metodologie per la formazione a distanza.
Il percorso formativo online è stato articolato su quattro percorsi generali suddivisi in
tematiche specifiche: introduzione alla FAD, diritti sociali, diritti sanitari, servizi socio
sanitari.
A questi percorsi è stata affiancata un'area a carattere regionale dedicata alle associazioni
locali e un'area dedicata esclusivamente ai coordinatori regionali.
Particolare significato ha assunto anche l'area "Forum" dove un 'esperto' dei contenuti
interveniva per rispondere agli interventi maggiormente significativi.
Durante questi incontri, oltre al momento iniziale di conoscenza reciproca e
socializzazione del gruppo è stata presentata l'iniziativa di formazione, la piattaforma di
formazione e si è provveduto ad una familiarizzazione dove i presenti effettuavano un
primo accesso alla piattaforma, anche in relazione al tipo di disabilità e personalizzavano
il profilo prendendo confidenza con le funzionalità della piattaforma.
Per l'attività di formazione a distanza si è deciso di utilizzare la piattaforma Open Source
Dokeos opportunamente adattata per garantire l'accessibilità, ponendo particolare
attenzione alla fruizione della stessa e dei contenuti presenti.
I documenti di lavoro, forniti dagli esperti, sono stati sempre pubblicati sia nella versione
XHTML (elaborata in modo tale da garantire il rispetto degli standard W3C) che nel
formato PDF accessibile.
G. Vercelli:
[email protected]
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Le Sessioni a tema di handy
Autismo, tecnologie, integrazione
Coordinatore: Roberto Pozzar
Direzione Scolastica Regionale, MIUR, Genova
Interventi:
Alberto Frugone, Stud. Università degli Studi di Genova
Bjorn Giordano, Centro studi sulla Comunicazione Facilitata, Zoagli (GE)
Danio Maghella, Liceo "G. Bruno", Albenga (SV)
Gianfranco Roncarolo, Istituto "S. Pertini", Genova
Di che cosa sia l'autismo, e di quali ne siano le cause, in effetti si sa molto poco: una ventina di
anni fa, mentre diverse teorie sulle genesi di questo disturbo si intrecciavano e si scavalcavano,
l'empirismo educativo proponeva, attraverso l'ausilio di strumenti tecnologici, una "nuova"
modalità di comunicazione che consentiva anche a chi non ha mai parlato, di esprimersi.
Squarciato il velo del silenzio, nel giro di pochi anni la "comunicazione facilitata" (C.F.), si è
espansa ed affinata.
Essa non si basa solo sulla tecnologia, ma è prima di tutto relazione, che trae fondamento dalla
comprensione del "funzionamento" della persona che utilizza tale modalità.
Se il "prodotto" principale della C.F. è il dare parole a chi non ha voce, i sottoprodotti non sono
secondari: per molto tempo la comprensione del fenomeno "autismo" si è basato sulle
interpretazioni dei comportamenti e delle manifestazioni delle persone autistiche visti dall'esterno;
grazie alla C.F. è la persona autistica che spiega se stessa, cosa prova e come funziona.
Altro importante risultato è lo scardinamento di teorie, sia pure affascinanti, che tendevano a
considerare le manifestazioni autistiche come la conseguenza di una scelta volontaria compiuta
dal soggetto, una sorta di difesa da un mondo esterno percepito come ostile. Tramite la
comunicazione inoltre è stato possibile superare la correlazione tra sindrome autistica e carenti
capacità cognitive.
All'esordio, questa modalità di comunicazione è stata accolta con molte perplessità dal mondo
scientifico, e non poteva che essere così, tenuto conto che ciò che emergeva tramite la CF andava
contaminato ed aveva intaccato le diverse teorie riguardo l'autismo, stimolando la ricerca alla
riformulazione di ipotesi compatibili.
Molti e stimolanti sono gli spunti, circoscritti alla realtà scolastica, che l'argomento propone,
primo tra tutti quale significato ha per una persona autistica la possibilità di comunicare, e quali
sono per lui le effettive esigenze di affinamento della tecnologia.
Ma quali sono, poi, i rischi, le cautele e il metodo di lavoro da adottare nell'uso della C.F.? Quale
è il ruolo del facilitatore? E soprattutto… come si può guardare alla comunicazione facilitata e
all'integrazione scolastica, in funzione non solo degli apprendimenti didattici, ma anche della
partecipazione alla vita della scuola?
R. Pozzar: [email protected]
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Le Sessioni a tema di handy
Informatica e ritardo mentale
Coordinatore: Aldo Moretti
CEPIM e CORERH, Genova
Interventi:
Antonia Ayala, Division TEACCH University of North Carolina
Massimo Guerreschi, La Nostra Famiglia, Bosisio Parini (LC)
Maria Teresa Iacobellis, Scuola Elementare "E. Montella", Genova
Alessandra Marosseddu e Giuseppe Sacco, IPSIA "A. Odero", Genova
La tematica del ritardo mentale risulta emergente nell'ambito sia dell'integrazione scolastica che
lavorativa. Oggi più 80% delle persone che presentano una disabilità acquisita in fase pre- peri- o
neo- natale risultano presentare una forma di ritardo mentale più o meno grave.
E' evidente che, nell'ambito dei processi di riabilitazione e di educazione di queste persone,
bisogna sempre di più pensare all'utilizzo di strumenti che facilitano l'apprendimento ed in genere
l'ampliamento delle competenze neuropsicologiche.
L'informatica presenta di fatto una forma estremamente interessante di strumentazioni che, in
qualche modo, potremmo definire facilitanti e stimolanti lo sviluppo neuropsicologico.
L'utilizzo del computer e dei software risulta estremamente importante in particolare nel rinforzo
dei processi di memorizzazione, categorizzazione, sostegno e supporto ai processi logici. Inoltre, è
possibile iniziare l'approccio all'informatica in età molto precoce anche pre-scolare in modo da
creare un valido supporto alle azioni di ordine didattico che, poi, la scuola propone.
Già l'utilizzo dello strumento in sé e per sé rappresenta una forte stimolazione al coordinamento
non solo psicomotorio, di per sé molto importante, ma anche neuropsicologico, facilitando la
creazione di semplici ma importanti forme categoriali.
Un altro aspetto da considerare è l'importanza che, assume l'informatica come stimolo e rinforzo
per la risoluzione del "compito" che molte volte nelle forme di ritardo mentale più o meno gravi,
si attesta ad una semplice forma di risoluzione "imitativa" non raggiungendo possibili forme di
tipo "esecutivo".
La possibilità di acquisire competenze di tipo esecutivo nella risoluzione del compito è
determinante per le aree relative alla scuola ma è anche importante per le successive azioni di
autonomia personale e, se possibile, lavorativa.
Ulteriore ed ultimo aspetto da tenere in considerazione è la facilitazione che ne deriva nell'ambito
dell'acquisizione delle competenze di letto-scrittura e dei processi di tipo logico-matematici di tipo
semplice. L'applicazione e l'esercizio assumono, qui, anche la forma di presupposto di una sorta di
esercizio mentale costante che risulta essere uno dei punti forte nei progetti di riabilitazione per le
persone con ritardo mentale.
È, dunque, determinante nel prossimo futuro approfondire ed ampliare lo studio sulle potenzialità
dell'informatica e delle sue possibilità applicative nell'ambito del ritardo mentale.
A. Moretti: [email protected]
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Le Sessioni a tema di handy
Iniziative di supporto alla scuola nel campo degli ausili informatici
Coordinatore: Flavio Fogarolo
CSA Vicenza
Interventi:
Chiara Paganuzzi, INDIRE, Firenze
Raffaella Redaelli e Giovanni Vismara, Fondazione Don C. Gnocchi, Milano
Aziz Rouame, Ausilioteca ASL, Bologna
E' ormai convinzione comune che per estendere ovunque, in modo davvero efficace, l'uso delle
nuove tecnologie nei processi di integrazione sia necessario un adeguato sostegno tecnicodidattico alle scuole.
L'esigenza è molto sentita per l'uso di tecnologie specifiche, complesse e numericamente poco
diffuse (accessi a scansione o a riconoscimento vocale, postazioni per non vedenti o
ipovedenti…), ma anche per l'adattamento di sistemi standard alle particolari esigenze del loro uso
in ambiente didattico.
Determinanti per un efficace impiego delle tecnologie sono anche i numerosi fattori di tipo
personale incentrati sull'alunno e su coloro che gli stanno attorno: l'accettazione dell'ausilio
nonostante i rischi di stigmatizzazione, l'analisi dei prerequisiti, la sua personalizzazione, la
motivazione a sostenere percorsi di addestramento a volte faticosi e con gratificazioni non
immediate, la nuova organizzazione delle attività didattiche, l'attenzione alle esigenze complessive
dell'alunno ecc… Aspetti che non possono assolutamente essere ignorati ma che richiedono, anzi,
un'attenta progettazione e un qualificato intervento per minimizzare i rischi di insuccesso.
Molte sono le esperienze significative, realizzate a livello locale e nazionale, tra cui quelle
dell'Ausilioteca di Bologna e della Fondazione Don Gnocchi a Milano che svolgono da anni una
preziosa azione di supporto verso le scuole, con diversi progetti realizzati nel territorio. Inoltre,
l'INDIRE gestisce dal 2001 il portale Handitecno per conto del MIUR, con l'intento di fornire su
questo tema un qualificato servizio di documentazione e di consulenza a distanza. Il sito è stato
recentemente rinnovato e il servizio verrà ora potenziato grazie anche ad una nuova convenzione
con il MIUR.
Con il progetto "Nuove Tecnologie e Disabilità", infine, la Direzione Generale per lo Studente del
MIUR, con il sostegno del Ministero per l'Innovazione Tecnologica, mira a intervenire sui fattori
strutturali che condizionano l'uso efficace delle tecnologie per l'integrazione, attivando tra l'altro
anche una rete di supporto sul territorio in grado di sostenere davvero tutte le scuole in queste
delicate attività.
F. Fogarolo: [email protected]
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Le Sessioni a tema di handy
L'integrazione dei disabili motori tramite il supporto delle tecnologie
Coordinatore: Alessandra Schiaffino
CLIVIA - Centro Ligure Valutazione Ausili, Asl 3, Genova
Interventi:
Giorgia Brusa, Ausilioteca ASL, Bologna
Luca Losio, Az. Ospedaliera Autonoma "S. Corona" Unità Spinale Unipolare, Pietra Ligure (SV)
Pietro Moretti, Istituto Comprensivo "S. Pertini", Ovada (AL)
Quando si fa riferimento alla "categoria" disabilità motoria occorre considerare un'ampia varietà di
condizioni, ovvero di limitazioni e di opportunità. Indicativamente si possono distinguere quattro
raggruppamenti, ancora molto ampi e differenziati al loro interno:
- le patologie neuromotorie congenite o a insorgenza perinatale, in cui il disordine di
movimento può essere associato ad altre disabilità (disabilità multipla) o comportare
vincoli anche a carico dello speech (rientrano in questo gruppo le persone con esiti di
paralisi cerebrale)
- le patologie malformative prevalentemente di tipo ortopedico con limitazioni gravi a
carico degli arti o dell'apparato muscolo-scheletrico (ad esempio l'artrogripposi)
- le patologie acquisite (ad esempio gli esiti di traumi midollari o di traumi cranici)
- le patologie ad andamento evolutivo (ad esempio le distrofie muscolari, le atrofie spinali).
E' evidente che, se parliamo di strategie di inclusione, di ausili e sussidi per l'accesso alla socialità
e agli apprendimenti possibili, le generalizzazioni possono diventare controproducenti e dannose.
È tuttavia possibile individuare alcuni elementi di trasversalità, al di là delle specificità e delle
necessarie personalizzazioni. La popolazione con disabilità motoria è quella che tradizionalmente
ha potuto, tramite l'uso delle nuove tecnologie, risolvere problemi di accessibilità (alla
comunicazione, agli apprendimenti, alla mobilità, al controllo dell'ambiente), e raggiungere livelli
di autonomia precedentemente impossibili. La diffusione dell'informazione sulle opportunità che
la tecnologia offre comporta il rischio che la disabilità motoria venga associata in maniera
automatica a problemi prevalenti di individuazione di sistemi alternativi di input (periferiche) e di
output. La disabilità motoria comporta e richiede, invece, un grande "lavoro di squadra", ovvero
una buona collaborazione fra professionisti della riabilitazione e professionisti dell'educazione e
della didattica che, insieme allo studente e alla famiglia, assicurino competenze diverse per
mettere a punto l'adattamento delle soluzioni personalizzate all'ambiente scuola. "Prima della
scrittura viene la postura": resta ancora valida la vecchia regola che metaforicamente (ma non
solo!) richiama la necessità di "mettere insieme i pezzi" in relazione alla prognosi e al progetto di
vita della persona.
Il percorso che porta all'autonomia e all'autodeterminazione possibili è spesso lungo e faticoso. In
particolare in età evolutiva, l'avvio all'uso del PC si traduce in un necessario training in cui sia
possibile provare, riprovare, riuscire con qualcuno che guida e aiuta all'interno di una relazione
forte e tramite proposte motivanti. Un buon uso delle tecnologie all'interno del percorso scolastico
può portare risparmio, gratificazione, supporto all'identità, favorendo sia nel ragazzo disabile che
nell'ambiente una proiezione verso l'età adulta.
La formazione degli operatori scolastici è un elemento molto importante. In Italia ci sono ancora o
resistenze elevate o attese eccessive, comunque centrate sullo strumento, piuttosto che una
richiesta di supporto sulle strategie d'uso in relazione al progetto di integrazione e di crescita e
sulle conseguenti scelte a livello tecnico-organizzativo.
A. Schiaffino: [email protected]
Le Sessioni a tema di handy
La ricerca del CNR nell'ambito della didattica del disabile
con l'ausilio di Tecnologie Informatiche
Coordinatore: Angelina Del Vecchio
Ufficio Relazioni con il Pubblico, CNR, Roma
Interventi:
Luca Bastiani, Ist. di Fisiologia Clinica, CNR, Pisa
Rolando Bianchi Bandinelli, Ist. di Scienza e Tecnologie dell'Informazione A. Faedo, CNR, Pisa
Laura Burzagli, Ist. di Fisica Applicata N. Carrara, CNR, Firenze
Piero Cosi, Ist. di Scienze e Tecnologie della Cognizione, CNR, Padova
Quello della "didattica di alunni disabili con l'ausilio di strumenti informatici" è un settore di
ricerca relativamente nuovo, ma certamente significativo in quanto destinato ad aprire nuove
significative prospettive per l'integrazione dei disabili nella scuola e nella società.
In questo settore la ricerca pubblica e quella del CNR in particolare può assumere un ruolo molto
importante, può fungere proprio da collegamento fra il mondo delle ICT (Information e
Communication Technology) e quello dell'educazione dei disabili, tra un mondo di ampie
potenzialità ancora inesplorate da una parte, e un mondo di bisogni e necessità molto attuali e
concrete dall'altra.
Da molte parti si guarda con interesse a quanto il CNR può offrire in questo ambito e l'Ufficio
Relazioni con il Pubblico del CNR riceve spesso specifiche richieste di informazioni. Proprio per
questo, per offrire agli utenti del servizio informazioni il più possibile aggiornate e complete sulle
specifiche attività dell'Ente, l'URP-CNR ha svolto presso tutti gli Istituti un'indagine sulle ricerche
svolte nel settore della didattica di alunni disabili con l'ausilio di strumenti informatici.
I risultati dell'indagine (riportati nel sito web dell'URP e in un CD-Rom attualmente in
distribuzione) offrono un panorama di ricerche estremamente varie e diversificate, relative a tutti i
principali tipi di disabilità, portate avanti in dodici Istituti del CNR.
In questi ambiti il CNR, ha acquisito know how significativi, è detentore di brevetti, ha realizzato
prodotti innovativi ed ha prodotto un ampio numero di pubblicazioni scientifiche.
Al di là dell'impegno prettamente scientifico, il CNR è molto sensibile anche al problema della
diffusione dei risultati dei propri studi e del loro utilizzo da parte di tutta la comunità. In molti
casi, dunque, gli istituti del CNR offrono al pubblico anche servizi di supporto e di consulenza;
sempre più spesso il ricercatore svolge anche attività di "formazione" per docenti, educatori, per
operatori della sanità pubblica; spesso opera nelle scuole accanto al personale docente. Internet,
pubblicazioni periodiche ed eventi seminariali, convegnistici e fieristici danno, inoltre, spazio alle
innumerevoli iniziative di divulgazione scientifica, promosse con sempre maggiore regolarità e
con attenzione ai bisogni più immediati e rilevanti dei potenziali utenti.
Proprio nell'ambito di alcuni progetti di ricerca sono nati alcuni "prodotti" informatici oggi
commercializzati e disponibili per l'utilizzo: un concreto supporto per una didattica "per tutti".
A. Del Vecchio: [email protected]
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Le Sessioni a tema di handy
Le tecnologie informatiche nell'integrazione scolastica del disabile visivo
Coordinatori: Silvia Dini e Sergio Rossetti
Istituto David Chiossone per ciechi e ipovedenti onlus, Genova
Interventi:
Flavio Fogarolo, CSA Vicenza
Anna Gettani e Silvia Dini, Istituto David Chiossone per ciechi e ipovedenti onlus, Genova
Elisa Pozzoni e Massimo Guerreschi, La Nostra Famiglia, Bosisio Parini (LC)
Gian Battista Rossi, Istituto dei Ciechi di Milano
Fernando Torrente, CISAD dell’Istituto "F. Cavazza" di Bologna
Il progresso tecnologico consente di disporre di un'ampia gamma di tecnologie, utilizzabili per
agevolare gli studenti disabili visivi in tutte le attività necessarie per lo studio e l'apprendimento. Nel
panorama informatico è il calcolatore, ormai da tempo, lo strumento ad avere assunto un ruolo
privilegiato nel sostenere i percorsi didattici, potendo garantire la massima autonomia possibile dello
studente disabile visivo; corredato delle opportune tecnologie assistive, è sicuramente il mezzo di
maggior impiego per una piena integrazione scolastica.
Non è sufficiente però la consapevolezza del potenziale "abilitante" del computer, ed evidenziarne le
valenze positive; è necessario anche fermarsi a riflettere su alcune variabili di contesto e sulla
necessità dell'adozione di specifici accorgimenti e di prerequisiti indispensabili per poter ottenere
risultati davvero efficaci: l'ergonomia della postazione scolastica, la scelta degli ausili e la loro
taratura sulla base delle esigenze dell'alunno, la necessità di rivedere nel tempo le scelte, il livello di
competenza e di alfabetizzazione informatica e tiflotecnica che dovrebbero possedere sia gli studenti
disabili visivi sia chi sta al loro fianco; in una prospettiva scolastica acquista grande rilievo anche la
necessità di disporre di software didattici accessibili.
Se, da un lato, è importante conoscere i nuovi progetti e le iniziative ad alto contenuto tecnologico,
essere informati sugli strumenti innovativi finalizzati al miglioramento dell'accesso al sapere (in
particolare al sapere matematico e scientifico) è, d'altro canto, fondamentale anche essere informati
su quali sono i principali aspetti di metodo (ma anche operativi) legati all'implementazione nella
pratica scolastica dell'uso delle tecnologie assistive e tiflotecniche.
Particolarmente importante è dunque anche studiare le modalità di un intervento riabilitativo precoce,
con i bambini disabili visivi di età scolare, per guidarli ad un corretto approccio al computer e alle
tecnologie assistive, mettendo in risalto le principali problematiche teoriche e metodologiche di un
percorso che, a lungo termine, mira ad un'autonomia in senso ampio, sia finalizzata a migliorare le
possibilità di apprendimento scolastico sia finalizzata ad accompagnare la crescita e l'evoluzione
delle competenze individuali. Fondamentale è dunque il ruolo della consulenza scolastica, elemento
essenziale ai fini di un corretto inserimento del disabile in classe, per offrire ai docenti curricolari il
necessario supporto specializzato.
Diversi sono in Italia, gli Enti e gli Istituti che, con vari metodi e con diverse finalità, operano in
questo settore ed esprimono le tendenze più attuali di questo scenario; tra questi in particolare:
l'Istituto David Chiossone per ciechi e ipovedenti onlus di Genova, l'Istituto dei Ciechi di Milano, il
CISAD dell'Istituto "F. Cavazza" di Bologna, il CSA di Vicenza, l'Istituto "La nostra Famiglia" di
Bosisio Parini.
S. Dini: [email protected]
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Le Sessioni a tema di handy
Sordità, Tecnologia, Integrazione Scolastica
Coordinatore: Giampaolo Chiappini
Istituto per le Tecnologie Didattiche, CNR, Genova
Interventi:
Caterina Bagnara, Comune di Genova, UOAD - ASL3 Genovese
Luca Bianchi, Mediateca dell'Istituto Statale Sordomuti di Roma
Simonetta Maragna, Istituto Statale Sordomuti di Roma
Gisella Riva, Associazione AREA, Torino
La sordità è un deficit sensoriale che lascia integre le facoltà intellettive.
Questo deficit sensoriale può tuttavia causare difficoltà specifiche nello sviluppo di competenze
disciplinari, sia a livello di abilità strumentali di base (per esempio, abilità di lettoscrittura, di
conta, di calcolo), sia a livello di competenze articolate e complesse come quelle coinvolte nella
comprensione di un testo o nella pianificazione di una strategia risolutiva di un problema.
In questi ultimi quindici anni, varie ricerche hanno messo in evidenza che le tecnologie
dell'informazione e della comunicazione (TIC) possono favorire la costruzione di contesti
educativi in grado di consentire ai bambini sordi di integrarsi maggiormente nelle attività della
classe e di acquisire più velocemente competenze e conoscenze relative ai diversi ambiti
disciplinari, superando ostacoli e difficoltà dovuti al deficit uditivo.
Molte sono state, in questi anni, le esperienze sul campo, condotte da enti / realtà istituzionali /
gruppi di ricerca, che hanno riguardato il rapporto tra TIC, integrazione scolastica e sviluppo
educativo degli studenti sordi.
Varie sono state, in questo ambito, le problematiche affrontate, connesse con:
- l'integrazione delle tecnologie nella pratica didattica concreta relativa ai vari ambiti
disciplinari;
- la costruzione di una metodologia di uso delle tecnologie capace di coinvolgere i
bambini sordi, gli educatori e i familiari;
- il ruolo delle tecnologie nello sviluppo della personalità e di un'identità positiva nel
bambino sordo;
- la costruzione di una mediateca visuale per studenti sordi, la scelta dei prodotti da
rendere disponibili alle scuole, l'analisi delle potenzialità sul piano educativo.
G. Chiappini: [email protected]
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Le Sessioni a tema di handy
Tecnologie e disturbi dell'apprendimento:
collaborazioni istituzionali con la scuola
Coordinatore: Elia Pesenti
Azienda Sanitaria 3, Genova
Interventi:
Laura Bertolo, Azienda Asl 1, Massa Carrara
Maria Laddaga, Scuola Media "Don L. Milani", Genova
Giacomo Stella, Università di Parma
Mirella Zanobini, Università di Genova
Nella realtà genovese da diversi anni è in atto una collaborazione tra enti di ricerca, scuola e servizi
sanitari per l'utilizzo delle tecnologie didattiche nel settore dei disturbi di apprendimento.
Il Consultorio Familiare dell'Azienda Sanitaria 3 Genovese ha condiviso negli ultimi anni con l'Istituto per
le Tecnologie Didattiche del CNR, con l'Università, Facoltà di Scienze dalla Formazione, e con diverse
scuole elementari e medie genovesi, alcune esperienze in campo riabilitativo, sviluppate con il supporto
delle tecnologie informatiche. Tali esperienze "interistituzionali" hanno consentito di sperimentare percorsi
e proposte di intervento a partire da esigenze e compiti istituzionali diversi, fra scuola, servizio sanitario e
mondo della ricerca. Il settore dei disturbi di apprendimento costituisce infatti un punto di incrocio
obbligato fra competenze didattiche, esigenze diagnostiche-riabilitative, finalità di ricerca e
sperimentazione di nuove tecnologie con l'utilizzo del computer, nei protocolli di diagnosi e riabilitazione
e nel sostegno scolastico. I disturbi di lettura, scrittura, calcolo e le difficoltà di soluzione di problemi
hanno costituito il laboratorio sperimentale di realizzazione di tale collaborazione.
Le prime collaborazioni, di natura sperimentale, iniziate negli anni '80, oltre alla produzione di alcuni
software per il lavoro di recupero nelle difficoltà di lettura e scrittura, hanno dato un impulso alla
sperimentazione delle tecnologie in campo didattico e clinico-riabilitativo.
Le esperienze più recenti si sono focalizzate sull'uso di giochi informatici e di software didattici per
supportare il pensiero strategico e le capacità di risoluzione di problemi.
La valutazione della nostra esperienza interistituzionale è molto positiva:
- ha favorito una accelerazione dell'innovazione e dell'introduzione di tecnologie nei servizi di
riabilitazione e nella scuola,
- ha consentito un prezioso aggiornamento per gli operatori sanitari e della scuola, e
contemporaneamente ha fornito l'occasione di un lavoro e di una verifica sul campo per i ricercatori,
- ha contribuito alla promozione di una nuova cultura "interdisciplinare" nell'affrontare le difficoltà di
apprendimento.
Il principale contributo di questa esperienza di collaborazione con il mondo della ricerca sta, forse, nel
cambiamento di atteggiamento degli operatori sanitari e scolastici verso le nuove tecnologie, e verso
metodologie di lavoro interdisciplinare, necessariamente diverse ed in continuo adeguamento.
E' emersa la necessità per gli operatori della sanità di investimenti in risorse strumentali (hardware e
software) e professionali (aggiornamento), per poter continuare a dialogare tra di loro e con l'università e
gli enti di ricerca, al fine di poter continuare le esperienze interdisciplinari finalizzate al recupero delle
difficoltà di apprendimento e al successo formativo.
E. Pesenti: [email protected]
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Le Sessioni a tema di handy
Tecnologie per apprendere: alunno disabile e scuola in ospedale
Coordinatore: Angiolina Ponziano
Direzione Generale per il personale della scuola - Miur Roma
Interventi:
Eliana Aiello, Istituto Gaslini, Direzione Didattica Sturla, Genova
Stefano De Iacobis, Direzione Generale per i sistemi informativi, Ufficio V - Miur Roma
Anna Grazia Giulianelli e Roberta Vannini, Montecatone Rehabilitation Institute, Imola (BO)
Cinzia Macchi, IPSSAR "B. Scappi", Castel San Pietro Terme (BO)
Maria Letizia Melina, Direzione Generale per i sistemi informativi - Miur Roma
Clotilde Moro, SMS "Peyron-Fermi", Torino - Polo reg. scuola in ospedale Regione Piemonte
Guglielmo Trentin, Istituto per le Tecnologie Didattiche, CNR, Genova
Parlare di disabilità e di scuola in ospedale significa prima di tutto mettere l'accento sulla sostanziale
diversità fra queste due situazioni: è l'art. 3 della legge 104/92 a chiarire il concetto, introducendo la
distinzione tra disabilità permanente e disabilità temporanea, ancorché invalidante per medi e lunghi
periodi.
L'Articolo 12 della stessa legge sancisce, comunque, il diritto ad apprendere dell'alunno disabile e, in
particolare anche dell'alunno disabile ospedalizzato.
Il piano di programmazione della vita dell'alunno disabile prevede la scuola come dimensione fondante la
realizzazione del "progetto di vita". Per l'alunno disabile ospedalizzato sono richiesti, dunque, interventi
educativi e didattici nella scuola in ospedale; il problema che si pone sono le garanzie per l'apprendimento
dell'alunno e la possibilità di organizzazione degli interventi didattici.
Come fare, dunque per aiutare l'apprendimento degli alunni disabili ospedalizzati?
C'è prima di tutto la necessità di legare l'apprendimento con l'ausilio di tecnologie specifiche (le più
semplici sono per es. gli accessi a scansione o a riconoscimento vocale, postazioni per non vedenti o
ipovedenti, mouse semplificati e adattati, ecc) alla struttura dell'ospedale nel quale è accolto l'alunno
disabile e alla formazione degli insegnanti e degli insegnanti di sostegno (conoscenza delle ICT che
permettano l'uso condiviso del desktop, la videoconferenza, ecc).
Dunque docenti specializzati per le attività di recupero e sostegno anche in ospedale? Ciò comporta la
presenza della scuola in ospedale, l'analisi dei prerequisiti della struttura ospedaliera e la personalizzazione
degli interventi in base al tipo di disabilità.
Inoltre diventa fondamentale mantenere alta la motivazione per alunni adolescenti a sostenere percorsi di
addestramento a volte faticosi e con risultati non sempre immediatamente visibili, una organizzazione
delle attività didattiche centrata su ciascun potenziale educativo, l'attenzione al complesso clima
relazionale nel quale vive l'alunno disabile malato - ospedalizzato, ecc…
La scuola in ospedale esprime modelli organizzativi didattici molto variegati e flessibili, tra questi
dovrebbero essere scelti di volta in volta il modello organizzativo e gli strumenti tecnologici per
raggiungere gli obiettivi educativi programmati per il singolo alunno disabile ospedalizzato.
A. Ponziano: [email protected]
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Le Sessioni a tema di handy
Valutare e costruire l’accessibilità e l’usabilità del software didattico
Coordinatore: Serenella Besio
GLIC e SIVA - Fondazione don C. Gnocchi, Milano
Interventi:
Walter Casamenti, QUALISOFT e CSA Bologna
Silvia Dini, GLIC e Cooperativa David Chiossone, Genova
Massimo Guerreschi, GLIC e La Nostra Famiglia, Bosisio Parini (LC)
Barbara Porcella, GLIC e Comunità Piergiorgio, Udine
Aziz Rouame, GLIC e Ausilioteca ASL, Bologna
Ivana Sacchi, QUALISOFT, Gussago (BS)
Il tema dell'accessibilità degli strumenti informatici per le persone disabili è diventato sempre più attuale
ed importante, in rapporto alla loro crescente diffusione e complessità; si sono così moltiplicate le
iniziative a livello internazionale per impedire che le tecnologie, da strumento per l'integrazione e lo
sviluppo della persona, finiscano per diventare piuttosto un impedimento alla sua realizzazione personale.
La scuola italiana, in quanto agenzia formativa, non è esente da questi pericoli: le tecnologie stanno ormai
diventando un elemento strutturale condiviso della progettazione e della realizzazione di percorsi didattici
innovativi, e questo movimento di crescita rischia di mettere in crisi - per le difficoltà accennate - la piena
partecipazione degli studenti disabili alla scuola di tutti. D'altra parte, anche se l'utilità degli strumenti
informatici a supporto dell'apprendimento di questi studenti è ampiamente riconosciuta, questa
consapevolezza porta in alcuni casi al mero arricchimento dei laboratori di informatica con periferiche e
attrezzature specialistiche, senza un corrispondente progetto di individualizzazione e di finalizzazione
dell'uso dello strumento.
Dunque, il problema che oggi si presenta con urgenza riguarda la costruzione di percorsi didattici di alta
efficacia, e che sostengano la massima autonomia possibile dello studente: come fare, allora con il
software, quando non risulti fruibile da alcuni fra gli studenti? D'altro canto, come conciliare l'obiettivo
dell'inclusione scolastica, sviluppando soluzioni così altamente individualizzate? E ancora: una soluzione
adeguata per l'accessibilità garantisce in ogni caso l'usabilità - e, si potrebbe discutere anche, l'efficacia del prodotto?
Alcune agenzie sul territorio italiano si sono poste in modo operativo alla ricerca di prime risposte a
queste domande. Il GLIC (Gruppo di Lavoro Interregionale fra i Centri Ausili Elettronici ed Informatici)
ha avviato un progetto per lo sviluppo di una griglia di analisi e valutazione del software esistente in
commercio, al fine di dare agli utenti - educatori, insegnanti - utili indicazioni per il superamento degli
ostacoli e il perseguimento dei loro progetti. Il gruppo Qualisoft ha lanciato ormai più di un anno fa
un'interessante sfida al mondo degli educatori-programmatori: costruire - potremmo dire forse concepire software accessibile e usabile per tutti gli studenti della classe…
GLIC: [email protected]
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