FEDERALIMENTARE Federazione Italiana dell’Industria Alimentare DOP/IGP – SPECIFICITA’ METODO BIOLOGICO - NICCHIE TRADIZIONALI PREMESSA C’è una tendenza in atto che mira a contrapporre le produzioni oggetto di normative specifiche (DOP/IGP, ecc) alla produzione industriale alimentare, riconducendo alle prime i concetti di qualità, tipicità e considerandole sostanzialmente le uniche in grado di corrispondere alle crescenti esigenze del consumatore, in tema di sicurezza e genuinità alimentare. Emerge altresì il tentativo di attribuire una immagine negativa alla produzione industriale alimentare, qualificandola, esplicitamente o implicitamente “standardizzata” o “di livello nutrizionale inferiore”. Federalimentare ritiene tale impostazione assolutamente fuorviante e non rispondente alla realtà. CONSIDERAZIONI GENERALI L’Industria riconosce il ruolo e l’immagine di questi operatori della “tipicità”: essi sono parte del sistema agroalimentare italiano. Però si devono considerare alcuni fatti: a) b) c) d) e) non esiste alcuna contrapposizione fra produzione industriale e prodotti DOP/IGP: questi sono parte integrante e patrimonio della produzione industriale alimentare italiana; i concetti di qualità, sicurezza, tipicità e garanzia del consumatore, sono prerogative dell’intera Industria alimentare italiana che si richiama alla cultura e tradizione del nostro prodotto alimentare: - Qualità: è un valore ed obiettivo prioritario dell’industria; - Sicurezza: è un prerequisito ed è imprescindibile dalla qualità. L’Industria alimentare applica con determinazione le normative comunitarie e nazionali (es. HACCP); - Tipicità: interi comparti si rifanno alla tipicità del prodotto italiano (ad es. pasta di grano duro o panettone). Essi costituiscono il nerbo dell’esportazione Made in Italy; - Garanzia: l’industria informa da sempre il consumatore, anche attraverso l’etichettatura nutrizionale e la difesa dell’immagine di marca; i segmenti delle produzioni a qualità “normata” occupano in totale circa il 10% in valore dell’intero mercato alimentare, con significative differenze fra settori; i consumatori esigono qualità e differenziazione dei prodotti facendo convivere gusti tradizionali con gusti innovativi e sapori nuovi, nonché prodotti ad elevato contenuto di servizio; “trainante” è sia la grande produzione industriale alimentare, che apre la strada al prodotto specializzato, sia il prodotto di nicchia, che può contribuire all’espansione di un comparto; f) il “Biologico” è un metodo di produzione agricola, il cui prodotto è destinato sia al consumo fresco che alla trasformazione industriale; g) le nicchie cosiddette “tradizionali” hanno carattere prevalentemente artigianale e locale. Industria e Agricoltura hanno interessi coincidenti; l’Italia è un grande Paese trasformatore: l’Industria alimentare trasforma il 70% della produzione agricola nazionale che deve rispettare standard qualitativi e quantitativi adeguati alla domanda (due caratteristiche che devono integrarsi). Valorizzare una parte, peraltro minoritaria, per sottovalutarne un’altra ben più significativa per l’economia nazionale è una strategia controproducente per l’intero sistema agroalimentare. Enfatizzare concetti come “piccolo è bello” o “più qualità meno quantità” è sbagliato in un mercato moderno ed evoluto ad elevato contenuto innovativo e di servizio, dove piccolo e grande devono convivere, qualità e quantità devono camminare parallele, con un consumatore protagonista esperto delle proprie scelte. Il sistema “agroindustriale” in Italia - dal primario alla trasformazione, dalla progettazione e produzione di impianti e macchinari per il confezionamento all’innovazione di prodotto, dai localismi e la specificità - al largo consumo, è tra i più avanzati al mondo per qualità, quantità, sicurezza ed igiene, ed il Paese tutto deve esserne orgoglioso. DOP/IGP L’Industria alimentare ha accolto con favore l’emanazione nel 1992 del Regolamento Comunitario 2081 su DOP/IGP, un quadro armonizzato in cui devono trovare tutela le produzioni tipiche e tradizionali collegate ad una determinata area geografica. Criteri e regole generali chiare e rigorosamente rispettate, protocolli applicati e controllati, costituiscono il corretto ambito di sviluppo di politiche di tutela e valorizzazione del prodotto nazionale in ambito europeo e mondiale. L’industria pur guardando con interesse allo sviluppo di questi segmenti - con criteri rigorosi ed obiettivi di selettività, evitando proliferazioni che danneggino l’immagine - respinge la tendenza ad attribuire valenze qualitative particolari a prodotti genericamente definiti tradizionali o tipici, in assoluta assenza di regole che ne definiscano i caratteri e ne circoscrivano l’ambito. Concentrare risorse pubbliche a questi segmenti “tipici” può essere condivisibile purché si tenga presente: - la necessità di inserirli in un quadro globale di sostegno del Made in Italy alimentare, orientato a tutte le categorie di prodotti con potenzialità di penetrazione sui mercati esteri; - l’utilità di una politica specifica di sostegno di un settore in cui alcune aree ed operatori possano inserirsi quale componente particolare. METODO BIOLOGICO E’ un metodo di produzione agricola, il cui prodotto è destinato al consumo fresco o alla trasformazione industriale. E’ disciplinato, sia per la parte vegetale che animale, da Regolamenti CEE, da applicare severamente in Italia. Il Metodo Biologico rappresenta una piccola percentuale della produzione agricola, con tendenza all’espansione. L’Industria alimentare guarda con interesse a questo segmento ed è pronta ad 2 impiegare tali materie prime, purché garantite e certificate, in relazione agli orientamenti del consumatore. Si devono tuttavia sottolineare alcune esigenze: - sono indispensabili regole precise e controlli incisivi. Si deve evitare che slogan, attribuzioni, etichette generiche risultino ingannevoli; - le regole della sicurezza degli alimenti devono essere applicate al Metodo Biologico con le stesse modalità e rigore con cui vengono applicate agli altri prodotti alimentari: il Metodo Biologico non è di per sé sinonimo di prodotto sicuro; - nell’interesse del consumatore, vanno individuate e contrastate eventuali speculazioni economiche sui prodotti anche attraverso l’attribuzione impropria di “Biologico”. NICCHIE TRADIZIONALI Questo segmento è stato introdotto formalmente dal Decreto Minagricoltura 18/7/2000, un decreto che, sotto il profilo tecnico-giuridico, suscita molte perplessità. E’ necessario un preciso quadro normativo, che deve essere ricondotto ai Regolamenti Comunitari 2081/92 e 2082/92 sulle Denominazioni d’Origine e sulla Specificità. Si tratta di produzioni essenzialmente artigianali, destinate prevalentemente al consumo locale o regionale, una percentuale minima nel panorama agro-industriale, una componente marginale di un macrosistema. E’ indispensabile riaffermare che le norme igieniche devono essere pienamente rispettate; le eventuali deroghe alla normativa HACCP possono essere sostituite da nuove norme semplici e chiare, di riferimento comunitario, compatibili con questo tipo di produzione, da far osservare rigidamente in quelle specifiche fasi del processo produttivo. CONCLUSIONI L’obiettivo di Federalimentare è quello di costruire un sistema coeso ed integrato in collaborazione con l’agricoltura e la distribuzione: “l’Agroalimentare italiano”. In esso devono trovare spazio e qualificazione il prodotto industriale, il DOP/IGP, il Biologico, le nicchie tradizionali, in un quadro organico in cui i concetti di qualità, sicurezza, tipicità, traino, convivano e siano usati correttamente senza discriminazioni e speculazioni. Fondamentale in questo obiettivo il perseguimento della chiarezza del quadro normativo di riferimento a garanzia della trasparenza del mercato e della corretta informazione del consumatore. Roma, febbraio 2001 3