Esami di laboratorio nella gestione delle malattie neurologiche • Sebbene la storia clinica e l’esame obiettivo abbiano un ruolo essenziale nella diagnosi delle malattie neurologiche, le indagini di laboratorio sono progressivamente diventate sempre più importanti. • Possono definire e quantificare la funzione normale e patologica del sistema nervoso • I risultati possono portare ad una diagnosi ed essere usati per monitorare il trattamento Esami di laboratorio nella gestione delle malattie neurologiche • E’ necessario usare le indagini di laboratorio con giudizio e conoscere la loro sensibilità, specificità, i rischi ed i costi • Esse non devono essere mai un sostituto dell’anamnesi e dell’esame obiettivo. • Devono essere usate per la gestione del paziente e non per proteggersi da ricorsi: quando sono usate con giudizio, servono per entrambi gli obiettivi; quando invece sono richieste in maniera indiscriminata, non servono per nessuno dei due. Esami di laboratorio nella gestione delle malattie neurologiche • Analisi rischio-beneficio • Analisi costo-beneficio Elementi ematologici che possono aiutare la diagnosi neurologica Macrofagi vacuolati Acantociti Analisi biochimiche seriche o leucocitarie • • • • • • • • • Glicemia e test da carico Esami di routine (Colesterolo, trigliceridi, ac urico, etc) Omocisteina Ceruloplasmica, cupruria, cupremia Sideremia e transferrina Vitamina B12 ed acido folico Vitamina E Aminoacidi ed acidi organici Acido lattico e piruvico • • • • • • • • • • Sulfatidi, MPS ed OGS urinari Enzimi lisosomiali, etc Carnitina ed acidi grassi Varie altre attività enzimatiche Studio della coagulazione Autoanticorpi (es antifosfolipidi, etc) Autoanticorpi anti GAD, anticervelleto, immunocomplessi, etc Anticorpi antiGM1 ganglioside Prot.tau e beta amiloide EEG • Registrazione attraverso lo scalpo dell’attività elettrica spontanea della corteccia cerebrale attraverso 20 elettrodi • Poiché le oscillazioni di potenziale di origine cerebrale sono di piccola ampiezza, molte altre attività (contrazioni muscolari, movimenti oculari o corporei, sudorazione etc) o esterne possono interferire con l?EEG (artefatti) • I potenziali amplificati sono registrati su carta o su supporto elettromagnetico. EEG Normale • Marcata variabilità ( condizioni fisiologiche del soggetto, età, vigilanza) • Nell’adulto in veglia la caratteristica prevalente è l’attività alfa, costituita da un ritmo compreso tra 8 e 12 Hz, piu’ evidente sulle regioni parietooccipitali, reagente all’apertura degli occhi . • Presenza di ritmi beta, rapidi, 13-25 Hz, sulle regioni frontali e centrali • Piu’ piccola attività theta /4-7 Hz), specie nelle regioni temporali. EEG nel sonno • Fase I. Sonnolenza: desincronizzazione dell’alfa e comparsa di attività lenta di bassa ampiezza diffusa e di grafoelementi transitori aguzzi, al vertice. • Fase 2. Fase del sonno: frequenze a 12-14 Hz della durata di 0.5-1 sec sulle regioni centrali e da altri elementi transitori di alto voltaggio ( onde K) • Fasi 3 e 4. Sonno rpfondo: attività lenta di alto voltaggio diffusa. • Lo stadio REM è caratterizzato da attività EEG di bassa ampiezza, desincronizzata, simile a quella della fase I, associata a movimenti oculari saccadici ed atonia muscolare. Attività critica ed epilettiforme • E’ provocata da una abnorme scarica di neuroni della corteccia cerebrale. • Consiste in scariche ripetitive con inizio e fine improvvisa, caratterizzati da comparsa di punte ( spikes) o onde puntute ( sharp waves) spesso in associazione a successive onde lente ( complessi punta- onda). • Sono registrate in fase intercritica, non associate a crisi cliniche. • Le anomalie epilettiformi focali sono caratterizzate da punto, onde puntute o complessi punta-onda focali. • Le anomalie epilettiformi generalizzate sono rappresentate da compleiis punta-onda o polipunta- onda. Spesso ripetitivi, raramente da spikes o sharp-waves singole. Altre alterazioni • Anomalie lente: onde lente focali o generalizzate • Anomalie di ampiezza, localizzate o generalizzate: morte cerebrale o EEG piatto • L’aumento generalzzato di ampiezza non correla con definite condizioni patologiche, mentre l’aumento di ampiezza dei soli ritmi rapidi ( beta) è indicativo di presenza di tossicità da benzodiazepine o barbiturici. • Quadri periodici: lateralizzati o generalizzati Potenziali evocati • Attività bioelettrica del sistema nervoso elicitata da stimoli sensoriali di vario tipo ed anche da eventi interni dell’organismo,in contrapposizione con l’EEG che consiste nella registrazione dell’attività elettrica cerebrale spontanea • Potenziali acustici • Potenziali visivi • Potenziali somatosensoriali • Potenziali motori EMG • L’attività elettrica del muscolo puo’ essere registrata con elettrodi di superficie o con elettrodi ad ago, inseriti direttamente nel muscolo ( si possono cosi’ registrare attività di poche fibre) EMG nel muscolo normale • • • • • Nel muscolo sano a riposo non si registra alcuna attività elettrica. Si registra quando avviene una attività volontaria, costituita da potenziali di unità motoria (PUM, elementi di forma trifasica, di ampiezza da 200 a 2000 mV, di durata 5-15 ms), eventi che sono costituiti dalla somma dei singoli potenziali d’azione generati dalle fibre muscolari che si trovano nel campo di registrazione dell’elettrodo ad ago. L’unità motoria rappresenta una unità funzionale di un motoneurone di secondo ordine, del suo assone e del dipendente gruppo di fibre muscolari. L’attività locale di una singola fibra nervosa e muscolare è accompagnata da una rapida variazione di potenziale elettrico. Nella contrazione volontaria si distinuono tre stadi: a) uno stadio semplice o di singole oscillazioni; uno intermedio o di transizione ed uno di interferenza. Questi stadi corrispondono all’intensità della contrazione: debole, media e massima. Nel primo si distinguono singoli potenziali di azione isolati l’uno dall’altro, in modo da poter essere analizzati nella loro forma, durata ed ampiezza. Nello stadio di transizione compaiono numerosi potenziali poco distinguibili tra di loro; nello staduio di interferenza numerosissimi potenziali di azione si affollano. EMG: parametri di valutazione Attività spontanea • Potensiali di fibrillazione, generati da scariche di singole fibre muscolari, sono mono-bifasici, durata 0,5-2 ms, ampiezza 50-200 uV. Iniziano a comparire verso la seconda settimana dopo la denervazione. • Potenziali di fascicolazione, scariche spontaneee di una intera unità motoria, grandi potenziali polifasici di lunga durata ( 10-20 ms) e di grande ampiezza ( oltre 1000 uV). Velocità di conduzione nervosa periferica • Lo studio della VC motoria si basa sulla registrazione del potenziale muscolare composto evocata dalla stimolazione sopramassimale del tronco nervoso esaminato a due livelli, prossimale e distale. • La VC massimale, espressa in metri al secondo, si ottiene dividendo la distanza compresa tra i due punti di stimolazione per la differenza di latenza tra le due risposte M. • La VC sensitiva si registra a due livelli, prossimale e distale, il potenziale composto del nervo evocato dalla stimolazione di un nervo misto, ma registrata nel sito dove avviene solo una risposta sensitiva. Ultrasuoni • Effetto eco ( ultrasuoni) • Effetto doppler ( flusso) • Ecocolordoppler NeuroImmagini Rx Angiografia Cerebrale Eco-color Doppler TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) RM (Risonanza Magnetica) PET (Tomografia ad emissione di positroni ) SPECT:(Tomografia Computerizzata a Emissione di fotoni singoli) NeuroImmagini Diagnosi (differenziale) Patogenesi Monitoraggio Tecniche sensitive ma non sempre specifiche TAC cranio TAC Cranio RM Encefalo TAC cranio TAC Cranio RM Encefalo TAC Cranio: Ischemia Lesioni Cerebrali in RM T2 DP T1 RM Lesioni Cerebrali in RM: Tumori Lesioni Cerebrali in RM Trauma Cranico Imaging dell’infiammazione Lesione captante dopo iniezione di gadolinio Katz et al., Ann Neurol 1993 Monitoraggio Lesioni in T2 Nuova lesione Atrofia Cerebrale Misurazioni Volumetrica di StruttureCerebrali Globale Corteccia Ventricoli Brain Atrophy Structural Image Evaluation of Normalised Atrophy The SIENA software provides accurate, fully automatic measurement of atrophy using edge motion • Longitudinal, Cross Sectional & Regional • Accurate and fully automatic • Measures atrophy & brain change • Proven for a range of slice thicknesses • Proven for a range of MRI sequences • Correction for scanner geometry drifts • Accuracy 0.2% of brain volume Misurazioni Volumetrica di StruttureCerebrali amygdala hippocampus Tratto Cortico-Spinale What is H-MRS? 1 MR Imaging (H 0: 70 M) 2 What is H-MRS? 1 MR Imaging (H 0: 70 M) 2 H-MRS (metabolites: ~ 7mM) 1 3.2 3.0 2.0 ppm 1.3 MRS:Localization Standard Space Image Multi-Slice MRSI Conventional MRI NAA Image Proton MRSI in Schizencephaly Before and After Drug Therapy H-MRSI 1 Day After First Seizure 1 Cho Cr 4.0 1 8 ppm 0.6 Z-scores Conventional MRI Cho NAA 4 CBZ Cho/Cr 0 -4 NAA/Cr H-MRSI 24-month Seizure Free NAA Cho Cho Cr 4.0 ppm 0.6 -8 16 24 0 6 Time (months) fMRI fMRI Based on a contrast which is blood oxygen level dependent (BOLD) Task Cerebral Tissue Activation MR Image Intensity Blood Flow Synaptic activity Oxygen Consumption Regional T2* oxyhaemoglobin deoxyhaemoglobin Recovery in Acute Lesion fMRI: R-hand motor task L R Motor SMA Other Average Control Activation Patient at 2 Weeks Patient at 10 Weeks fMRI Riorganizzazione cerebrale fMRI Vicariazione di una funzione (Munk 1881): se un’ area del SNC è danneggiata, un’altra area può sostitire le sue funzioni fMRI in MS Bilateral cerebellar reorganisation in early RR MS patients with no cerebellar signs Normal Subject Early RR MS Saini et al JNNP 2004 PET SPECT Image Guided Surgery Integrated multimodal imaging for surgical guidance Brain Tumor: MRI-MRSI-fMRI integration NAA Cho Cr La RM e neurologia clinica • Definizione della struttura cerebrale, spinale, del nervo periferico o del muscolo • Definizione delle variazioni patologiche nella struttura e nelle proprietà dei tessuti • Definizione dei patterns dinamici della attivazione funzionale del cervello RM e neurologia clinica • Definizione di quadri clinico-morfologici omogenei, con successiva loro ulteriore caratterizzazione patogenetica biochimicomolecolare. Puntura lombare • Puntura dello spazio subaracnoideo per il prelievo di liquor a scopo diagnostico o terapeutico Puntura lombare • Indicazioni: patologie infiammatorie a carico del SNC e periferico, SM, stati comatosi di natura incerta, misurazione della pressione liquorale, emorragia subaracnoidea (uso diagnostico). Iniezione intratecale di farmaci, prelievo di liquor in caso di idrocefalo normoteso (uso terapeutico) • Controindicazioni: aumento della pressione intracranica (papilla da stasi); aumento di rischio di emorragia in turbe della coagulazione. Puntura lombare Possibile complicanze • Cefalea post-puntura • Infezioni • Disturbi a carico del V,VI,VIII nc, di solito transitori (5-7 giorni) • Emorragie • Ematoma cronico subdurale, raro, dopo punture ripetute Esami diagnostici tramite biopsia Aspetti generali legali ed etici • Le biopsie sono interventi a scopo puramente diagnostico, che servono a confermare un orientamento clinico. Vanno sempre considerate le possibili complicanze. • Bisogna avere la possibilità di utilizzare il materiale al massimo delle sue potenzialità • E indispensabile ottenere il consenso informato da parte del paziente o dai suoi familiari se minorenne o minorato. Biopsia muscolare Indicazioni • Accertamento e tipizzazione di una miosite (dermatomiosite , polimiosite) • Accertamento di una vasculite (miosite interstiziale) • Accertamento e tipizzazione di una miopatia • Differenziazione di un quadro neurogeno/miopatico Biopsia muscolare Esecuzione • Selezionare un muscolo che appare patologico, da un punto di vista clinico, ma non ancora con una degenerazione completa. • Il muscolo non deve essere stato alterato da EMG (almeno alcune settimane a distanza), da iniezioni o contusioni. • Prelievo in anestesia locale di un campione di muscolo (1x1 cm) • Somministrazione di una copertura antibiotica • Complicanze: emorragia locale, infezioni della ferita, dolori a livello della ferita. Biopsia muscolare • Criofissazione: tessuto conservato e tagliato sotto congelazione, per tecniche immunoistochimiche ed colorazioni enzimatiche • Fissazione in formalina, inclusione in paraffina per colorazioni istologiche tradizionali • Fissazione in glutaraldeide e ulteriore preparazione in fettine ultrasottili per la microscopia elettronica • Analisi biochimiche fatte a fresco o su materiale congelato (lipidi, ac grassi, carnitina, enzimi, metabolismo glicolitico, enzimi mitocondriali • Analisi molecolari sul DNA • Colture di fibrocellule muscolari, utilizzate soprattutto per la ricerca Biopsia di nervo Indicazioni • Accertamenti e tipizzazione di neuropatie infiammatorie • Accertamenti e tipizzazione di neuropatie metaboliche • Accertamenti e tipizzazione di neuropatie genetiche morfologicamente definibili (Neuropatia giganto assonale, etc) Biopsia di nervo • Biopsia di un nervo sensitivo (n. surale, nel poplite o al malleolo esterno), dopo aver confermato una alterazione delle velocità di conduzione. • Praticata in anestesia locale. Dopo la biopsia rimangono un difetto di sensibilità, che corrisponde alla zona di innervazione del nervo ed una cicatrice di 3-4 cm. • Complicanze: emorragia locale, infezioni, dolori o disestesie dolorose che possono persistere a lungo. Raramente neuroma. Biopsia di nervo • Inclusioni ed analisi per microscopia ottica • Inclusioni ed analisi per microscopia elettronica • Dissociazione delle fibre • Colture delle cellule di Schwann (solo per ricerca) Neuropatia gigantoassonale Biopsia di cute • Prelievo di un tassello di cute e sottocute, in anestesia locale. • Fissazione per analisi a microscopia ottica, a fluorescenza (ceroido lipofuscina) o per microscopia elettronica • Coltura di fibroblasti per analisi biochimiche, morfologiche o genetiche Biopsia di cute Indicazioni • Vasculite o altre alterazioni del microcircolo sistemico e cerebrale (CADASIL) • Malattie genetiche neurometaboliche con accumulo sistemico di lipidi (lipidosi), di mucopolisaccaridi (mucopolisaccaridosi), di oligosaccaridi (oligosaccaridosi), di gangliosidi (gangliosidosi), di ceroido-lipofuscina (ceroidolipofuscinosi), di glicogeno (glicogenosi) • Malattie legate ad alterazioni neuroassonali: nella cute si esamineranno le terminazioni nervose (degenerazione neuroassonale)232 Ceroido-lipofuscinosi GM2 Gangliosidosi Diagnosi con genetica molecolare • Conferma di una diagnosi ed individuazione della precisa mutazione a carico del DNA • Gli esami genetici si basano sull’analisi del DNA e sono pertanto necessarie cellule nucleate (non inviare mai siero!!!) • Di solito si utilizza sangue in EDTA o eparinizzato, che può essere inviato a temperatura normale, o congelato Diagnosi con genetica molecolare • I pazienti devono essere edotti della portata dell’indagine, della sua a volte lunghezza. • Indagini genetiche sui minori e sui soggetti presintomatici a rischio • Problemi della malattia familiare • I reperti vanno comunicati da un medico competente sempre nell’ambito di un colloquio particolareggiato • Non sempre essere portatori di una mutazione significa presentare la malattia! Implicazioni pratiche ed etiche della diagnosi neurogenetica ASPETTI STORICI Test genetici per le malattie interessanti il sistema nervoso sono disponibili da alcune decadi (tests enzimatici per le malattie di accumulo, analisi cromosomiche, ecc.). Il numero è cresciuto enormemente con i nuovi tests per il DNA, coinvolgendo anche malattie dominanti ad esordio in età adulta, con la possibilità di fare una precisa diagnosi di portatore. ASPETTI ETICI • • • • • Diagnosi presintomatica Discriminazione lavorativa ed assicurativa Diagnosi prenatale Diagnosi nei minori Adozioni UTILITA’ DEI TEST MOLECOLARI PER LA DIAGNOSI • La diagnosi è un punto cruciale nella pratica neurologica ed è essenziale per il consiglio genetico. • L’identificazione di una mutazione indica che il paziente porta il gene anormale, ma non significa che il paziente ha sviluppato la malattia, se la malattia viene definita con la presenza di segni clinici e sindromi. • La mancata evidenziazione di una mutazione indica che la patologia presentata dal paziente è sostenuta da altri meccanismi genetici da approfondire PER LA PROGNOSI • Una delle ragioni più importanti per fare un’accurata diagnosi è quello di poter avere una più precisa prognosi, che consente di pianificare il futuro del paziente , delle famiglie, della comunità, ecc. PER IL CONSIGLIO GENETICO PER MOTIVI PSICOSOCIALI • I pazienti a rischio per malattie autosomiche dominanti neurologiche spesso riferiscono che uno dei motivi per richiedere un test DNA è per ridurre l’intensità dell’ansia:è preferibile sapere essere portatore di un gene HD, piuttosto che vivere nel dubbio per molte decadi di sviluppare la malattia. PER MOTIVI ECONOMICI • 150-300 Euro. E’ un costo ragionevole se paragonato ad esami di neuroimaging. Questo porterà ad una diversa impostazione dei processi diagnostici. PER LA TERAPIA The genetic testing of children Report of working party of the Clinical Genetics Society (UK) Chairman A. Clarke J. Med. Genet. 1994; 31; 785-797 GIG response to the UK Clinical Genetics Society report “The genetic testing of children” S. Dalby J.Med.Genet. 1995; 32; 490-494 Hayden M. Predictive medicine: ricombinant DNA technology and adult onset genetic disorders Diagnosi presintomatica • Nelle malattie neurogenetiche ad esordio tardivo (corea di Hungtington, M. Alzheimer, SLA familiare, miopatie, etc) • Codici di comportamento • Come trasferire l’informazione clinica e genetica ai familiari • Eterogeneità del fenotipo e certezza della prognosi (il caso delle malattie da espansione trinucleotidica, e di molte altre malattie metaboliche con nessuna relazione tra genotipo e fenotipo) Genetic and Neurosciences • Diagnosis of inherited neurologic diseases • Diagnosis of non inherited diseases • Understanding brain development mechanisms and their dysfunctions • Understanding the pathogenesis of neurodegeneration • Prevention: prenatal diagnosis • Treatment: new drugs involved in the pathogenetic mechanisms of the diseases, genic therapy PATIENT GENE Genes and Neurosciences • Diagnosis (Clinical heterogeneity) • Pathogenesis • Treatment and molecular Genetic and neurosciences (experimental models) • Animals invertebrate (aplysia, drosophila megalonaster, nematode Caenorhabditis elegans, etc) vertebrate mices, rats etc (knock-out) • Yeast • In vitro cells (central nervous system neuronal and glial, muscle, peripheral nerve, fibroblasts, lymphoblasts, stemcells, etc) Alzheimer's disease Alzheimer’s disease: a partner for presenilin D.Schenk, Nature 407:34-55,2000 Huntington's disease Dominant ataxia Mitochondrial genome Cell nDNA Mitochondria X-linked mental retardation Syndrome Fragile site mental retardation Sutherland-Haan X-Linked mental retardation syndrome Wilson-Turner X-Linked mental retardation syndrome Prieto X-Linked mental retardation syndrome Partington X-Linked mental retardation syndrome Miles-Carpenter X-Linked mental retardation syndrome Dandy-Walker malformation with mental retardation, basal ganglia disease, and seizures Mental retardation, X-Linked nonspecific, Type 1 Mental retardation, X-Linked with growth retardation, deafness, and microgenitalism GDP dissociation inhibitor 1 Renpenning syndrome 1 Mental retardation, X-Linked 20 Alpha-Thalassemia/mental retardation syndrome, X-Linked Mental retardation, X-Linked, syndrome 7 Gene Map Locus Xq27.3 Xq13, Xp11-Xq21.3 Xp21.1-Xq22 Xp11-q21 Xp22.2-p22.1 Xq13-q22 Xq25-q27 Xp22.1-p21.3 Xq13 Xq28 Xp11.4-p11.2 Xp11-q21 Xq13 Xp11.3-q22 Syndrome X-linked mental retardation Abidi X-Linked mental retardation syndrome Shashi X-Linked mental retardation syndrome Armfield X-Linked mental retardation syndrome Mental retardation, X-Linked 29 Siderius X-Linked mental retardation syndrome Mental retardation, X-Linked 14 Lubs X-Linked mental retardation syndrome Masa Syndrome Fragile site, folic acid type, rare, Fra(X)(q28) Mental retardation, X-Linked, with hypotonia Choreoathetosis with mental retardation and abnormal behaviour Mental retardation, X-Linked-nonspecific, type 3 Mental retardation, X-Linked-nonspecific, 23 Mental retardation, X-Linked nonspecific, type 9 Gene Map Locus Xq13.2 Xq26-q27 Xq28 Xp22.3-p21.3 Xp11.3-q21.3 Xp11.3-13.3 Xq28 Xq28 Xq28 Xq21 Xp11.2 Xq28 Xq23-q24 Xp21-q13 X-linked mental retardation Syndrome Mental retardation, X-Linked, with progressive spasticity Mental retardation, X-Linked, with isolated growth hormone deficiency Mental retardation, X-Linked nonspecific, type 50 Mental retardation, X-Linked nonspecific, with aphasia Mental retardation, X-Linked nonspecific, type 49 Mental retardation, X-Linked, south African type Variably charged, X-chromosome Neuropathy, axonal motor-sensory, with deafness and mental retardation Mental retardation, X-Linked nonspecific, 58 Mental retardation, X-Linked, Snyder-Robinson type ATR-X gene Parkinsonism, early-onset, with mental retardation Epilepsy, female restricted, with mental retardation Hemoglobin H-related mental retardation FG syndrome Gene Map Locus Xq28 Xq24-q27.1 Xp11.3-p11.21 Xp11 Xp22.3 Xq24-q27.3 X Xq24-q26.1 Xp22-q12 Xp2 Xq13 Xq28 Xq22 16ptrer-p13.3 Xq12-q21.3 Diagnosi genetica nella malattie neurologiche • Atassie: SCA, FA • Demenze: Alzheimer, taupatie, S.Pick, FTD • Distonie • Epilessie • Atassia Episodica • Emicrania Emiplegica • M. Huntington • Miosite a corpi inclusi • Ritardi Mentale di varia natura • Encefalopatie metaboliche • Malattia del motoneurone • Distrofie muscolari ed altre miopatie • M. Parkinson • Paralisi Periodica • Meuropatie periferiche (CMT,DSS, FAP, HNPP, HSMS) • Malattie prioniche (CJD, GSS) • Paraplegia spastica • Sincdromi ictali (Cadasil, etc) Sindrom,i tumorali (NF1, NF2, xeroderma pigmentoso) • Etc. etc Disease Symbol Inheri-tance Position Gene product Mutation SCA1 AD 6p21.3 Ataxin 1 Trinuc SCA2 AD 12q23-24.1 Ataxin 2 Trinuc SCA3/MJD AD 14q24 Ataxin 3 Trinuc SCA4 AD 16q22.1 Unknown unknown SCA5 AD 11cen Unknown unknown SCA6 AD 19p13 Calcium-channel Trinuc SCA7 AD 3p12-21.1 Ataxin 7 Trinuc SCA8 AD 13q21 Ataxin 8 Trinuc ? SCA10 AD 22q13 Unknown unknown SCA11 AD 15q Unknown unknown SCA12 AD 5q31-q33 Protein phosphatase 2 Trinuc Episod. ataxia with Myokymia EA1 AD 12p13 Potassium-channel Pm Episod. ataxia without myokymia EA2 AD 19p13 Calcium-channel Pm Ataxia with vitamin deficiency AVED AR 8q13.1-13.3 α-Tocopherol Transfer-Protein Pm Friedreich's Ataxia FRDA AR 9q13-21.1 Frataxin Trinuc/Pm Ataxia Spinocerebellar Ataxia Disease Symbol Inheritance Position Gene product Mutation HD AD 4p16.3 Huntingtin Trinuc DRPLA AD 12p13.31 DRPLA-Protein Pm Wilson's disease WND AR 13q14.1 Copper transportprotein Pm/Del Paroxysmal kinesigenic choreoathetosis PKD1 AD 16cen unknown unknown Familial hyperekplexia STHE AD 5q32 Glycine receptor Pm Movement disorders 1 Huntington's chorea Dentatorubropallidoluysian atrophy Disease Symbol Inheritance Position Gene product Mutation Paroxysmal dystonia FPD1 AD 2q33-35 Unknown unknown Primary torsion dystonia DYT1 AD 9q34 Torsin A GAGDeletion Myoclonus dystonia syndrome MDS AD 7q unknown unknown Primary Dystonia, mixed type DYT6 AD 8cen Unknown unknown Primary Dystonia, focal type DYT7 AD 18p13.1 Unknown unknown Dopa-responsive dystonia DYT5 DRD AD 14q22 GTPCyclohydrolase I Pm Dopa-responsive dystonia DYT5 DRD AR 11p15.5 Tyrosine hydroxylase Pm Movement disorders 2 Disease Symbol Inheritance Position Gene product Mutation X-chromosomal dystonia-ParkinsonSyndrome DYT3 XL Xq11.2 Unknown unknown Rapid-onset dystoniaparkinsonism DYT12 RDP AD 19q13 unknown unknown Familial Parkinson’s disease PARK1 AD 4q21 alpha-Synuclein Pm Autosomal-recessive juvenile parkinsonism PARK2 AR-JP AR 6q25-27 Parkin Del Familial Parkinson’s disease PARK3 AD 2p13 unknown unknown Essential Tremor ETM1 AD 3q13 unknown unknown ETM2 AD 2p14 unknown unknown Movement disorders 3 Disease Symbol Inheritance Position Gene product Mutation AR AR AR (?) 5q11.2-13 5q11.2-13 5q11.2-13 ? Survival motoneuron SMN SMN Del Del Del ? Neuromuscular diseases Spinal muscular atrophy SMA I infantile (WerdnigSMA II Hoffmann) SMA III juvenile (KugelbergSMA IV Welander) adult Bulbospinal muscular atrophy XBSN X Xq13-22 Androgen receptor Trinuc Familial amyotrophic lateral sclerosis SOD1 AD 21q22 Superoxide dismutase 1 Pm Disease Symbol Inheritance Position Gene product Mutation Duchenne Becker DMD BMD XL XL Xp21.2 Xp21.2 Dystrophin Dystrophin Del/Dupl/Pm Del/Dupl/Pm Myotubular myopathy MTM1 XL Xq28 Myotubularin Pm Central core diseases CCO AD 19q12-q13 ryanodine receptor Pm Malignant Hyperthermia MH AD 19q12-q13 ryanodine receptor Pm Myotonic Dystrophy (Curschmann’s disease) DM AD 19q13.3 Myotonin Trinuc Myopathies Disease Symbol Inheritance Position Gene product Mutation EDMD XL Xq28 Emerin Del/Ins/Pm EDMD-AD AD 1q11-q23 Lamin A/C PM FSHD AD 4qter Unknown unknown LGMD1A AD 5q22-q31 unknown unknown LGMD1B AD 1q11-21 unknown unknown LGMD2A AR 15q15-q21 Calpain 3 Pm/Del LGMD2B AR 2p16-p13 unknown unknown LGMD2C AR 13q12 γ-sarcoglycan Pm LGMD2D AR 17q12-q21 Adhalin Pm LGDM2E AR 4q12 ß-sarcoglycan Pm LGMD2F AR 5q33-q34 δ-sarcoglycan Pm LGMD2G AR 17q11-q12 Unknown Unknown LGMDH2H AR 9q31-q33 Unknown Unknown Myopathies Emery Dreyfuss-Myopathy Facioscapulohumeral Dystrophy Limb-girdle Myopathy Disease Symbol Inheritance Position Gene product Mutation Muscle diseases caused by defects in ion channels Potassium sensitive myotonia SCN4A AD 17q23 sodium channel α-subunit Pm Hyperkalemic periodic paralysis SCN4A AD 17q23 sodium channel α-subunit Pm Paramyotonia congenita SCN4A AD 17q23 sodium channel α-subunit Pm Potassium-aggravated myotonia SCN4A AD 17q23 Sodium channel a subunit Pm Hypokalemic paresís CACN1AS AD 1q31-32 Calcium channel Pm Myotonia congenita Thomsen CLCN1 AD 7q35 Chloride channel Pm Myotonia congenita Becker CLCN1 AR 7q35 chloride channel Pm,Del,Ins Disease Symbol Inheritance Position Gene product Mutation Charcot-Marie-Tooth Type Ia CMT1a AD 17p11.2 PMP-22 Dupl/Pm Charcot-Marie-Tooth Type Ib CMT1b AD 1q22-23 Po Pm Type II (neuronal) CMT 2a AD 1p36 unknown unknown CMT2b AD 3q13-q22 Unknown unknown CMT2d AD 7p14 Unknown unknown CMT4a AR 8q Unknown unknown CMT4b AR 8q Unknown unknown Charcot-Marie-Tooth, X-chromosomal CMTX XL Xq13.1 Connexin-32 Pm Hereditary sensory neuropathy HSN I AD 9q22.1-22.3 Unknown unknown HMN II AD 12q24 Unknown unknown HMN V AD 7p Unknown unknown Hereditary neuralgic amyotrophy HNA AD 17q24-25 Unknown unknown Tomaculous Neuropathy (liability to pressure palsies) HNPP AD 17p11.2 PMP-22 Del/Pm Neuropathies Charcot-Marie-Tooth Type IVa Hereditary motor neuropathy Disease Symbol Inheritance Position Gene product Mutation Inherited tumour syndromes Neurofibromatosis 1 (v. Recklinghausen) NF1 AD 17q11.2 Neurofibromin Del/Pm Neurofibromatosis 2 NF2 AD 22q12.2 Merlin Del/Pm von Hippel-Lindau disease VHL AD 3p25 Pm/Del Pm/Del Tuberous Sclerosis TSC1 AD 9q34 Hamartin Pm/Del/I ns TSC2 AD 16p13 Tuberin Del Disease Symbol Inheritance Position Gene product Mutation AD1 AD 21q21 Amyloid precursor protein Pm AD2 AD 19q13.2 ApoE & Pm AD3 AD 14q24.3 Presenilin 1 Pm AD4 AD 1q31-q42 Presenilin 2 Pm Frontotemporal dementia FTPD-17 with parkinsonism AD 17q21 MAPTAU Pm Fam. Creutzfeld-Jakob disease PRNP AD 20pter-p12 Prion-Protein Pm/ins Gerstmann-SträusslerSyndrome PRNP AD 20pter-p12 Prion-Protein Ins/Pm Fatal familial insomnia PRNP) AD 20pter-p12 Prion-Protein Pm Dementias Familial Alzheimer’s disease Disease Fam. spastic Paraplegia Symbol Inheritance Position Gene product Mutation SPG1 X Xq28 L1CAM Pm SPG2 X Xq21 Proteolipid-protein Pm.Dupl,Del SPG3 AD 14q11.2-24.3 unknown Unknown SPG4 AD 2p24-p21 Spastin Pm SPG5 AR 8p12-q13 Unknown Unknown SPG6 AD 15q11.1 Unknown Unknown SPG7 AR 16q24.3 Paraplegin Del/ins SPG8 AD 8q23-24 Unknown Unknown Disease Symbol Inheritance Position Gene product Mutation EBN1 AD 20q13.3 KCNQ2 Pm, Del, ins EBN2 AD 8q24 KCNQ3 Pm ADNFLE AD 20q13 CHRNA4 Pm, ins Febrile seizures GEFS+ AD? 19q13.1 SCN1B Pm Febrile seizures GEFS2+ AD? 2q24-q33 SCN1A Pm Febrile seizures FEB1 AD 8q13 Unknown Unknown Febrile seizures FEB2 AD 19p13.3 Unknown Unknown Progressive myoclonicepilepsy of UnverrichtLundborg type EPM1 AR 21q22.3 Cystatin B, CSTB 12 bp repeat expansion,pm,del Lafora’s disease MELF AR 6q23-q25 Laforin Microdel, pm, ins Juvenile Myoclonic-epilepsy EJM1 AD 6p21.3 Unknown Unknown EJM2 AD 6p11 Unknown Unknown EJM3 AR 15q14 Unknown Unknown Epilepsies Benign familial neonatal convulsions Familial nocturnal frontal lobe epilepsy Disease Symbol Inheritance Position Gene product Mutation Neuronal ceroid lipofuscinosis, infantile, variant late infantile, variant juvenile CLN1 AR 1p32 Palmitoyl-protein thioesterase (PPT) Pm,ins,del Neuronal ceroid lipofuscinosis, classical late infantile CLN2 AR 11p13 Pepstatininsensitive protease Pm,ins,del Neuronal ceroid lipofuscinosis, juvenile CLN3 AR 16p12 novel membrane protein Del,pm,ins Neuronal ceroid lipofuscinosis, Finnish late-infantile CLN5 AR 13q22 novel membrane protein Pm, del Neuronal ceroid lipofuscinosis, variant late infantile CLN6 AR 15q21 Unknown Unknown Neuronal ceroid lipofuscinosis, progressive epilepsy with mental retardation CLN8 AR 8p23 novel membrane protein Pm Disease Symbol Inheritance Position Gene product Mutation CADASIL CADASIL AD 19p13.1 Notch3 Pm Hereditary cerebral haemorrhage with amyloidosis HCHWA-D AD 21q21 Amyloid precursor protein Pm HCHWA-I AD 20p11.2 Cystatin C Pm CCM1 AD 7q21-22 KRIT1 Pm,del,ins CCM2 AD 7p13-15 Unknown unknown CCM3 AD 3q25.2-27 Unknown unknown FHM1 AD 19p13 Calcium channel Pm FHM2 AD 1q21-31 Unknown unknown Neurovaascular disorders Cavernous malformations Migraine Familial Hemiplegic Migraine Non sempre essere portatori di una mutazione genetica si correla alla presentazione del quadro clinico della malattia Esempi Atrofia Ottica ereditaria di Leber M. Creutzfeld-Jakob familiare M. Alzheimer Clinical variability of phenotype • Gene-gene interaction • Gene-environment interaction Eterogeneità clinica nelle malattie neurogenetiche • L’alterazione biochimica non è codificabile in senso generale, esistendo nella stessa famiglia soggetti che esprimono una malattia con un fenotipo variabile (esordio in età diversa e con diversa gravità). • Non esiste una stretta correlazione tra mutazione genetica e manifestazione fenotipica Individuazione delle mutazioni • Pazienti con un fenotipo MERRF e con mutazione MELAS; • Pazienti con un fenotipo Oftalmoplegia cronica progressiva e mutazione MELAS; • Pazienti con un quadro clinico evocante una encefalite herpetica e mutazione MELAS; • Pazienti con mutazione MELAS ed emicrania complicata; • Mutazioni Leber in casi di neurite ottica isolata o con sintomatologia tipo sclerosi multipla, evidente soprattutto in soggetti di sesso femminile; • Duplicazione tipo Charcot-Marie in fenotipi atipici di neuropatia periferica, anche in casi non familiari; • Delezione del gene della distrofina o mutazioni puntiformi in una larga variabilità di fenotipi che includono anche sindromi con caratterisiche cliniche benigne Heteroplasmy as an explanation of late onset mitochondrial diseases Neurology Neurosurgery & Psychiatry Economic change and health service reform: likely impact on teaching, practice and research in neurology Information, knowledge and the future of machines MacFarlane AG Philos Transac Ser A Math Phys Eng Sci 361: 1581616, 2003 Technology and human vulnerability. A conversation with M. Sherry Turkle Turkle S Harv Bus Rev 8: 43-50, 131, 2003 Biomarkers or neuroimaging in central nervous system injury: will the real “gold standard” please stand up? Berger R Pediat Crit Care Med 4, 322-6, 2003 Le informazioni fornite dagli esami paraclinici e dalle apparecchiature in uso per lo studio del malato sono talmente seducenti e totalizzanti che l’approccio clinico neurologico sembrerebbe, ad un giudizio affrettato, avere perso il suo ruolo. Ma non è cosi’ per le seguenti ragioni: • Il malato ha diritto ad avere come interlocutore un medico aggiornato, consapevole del suo impegno di lavoro e capace di un ragionamento clinico. L’affidarsi ai risultati di una macchina è fonte di disagio ed errore; • I rilievi strumentali sono in una parte non trascurabile dei casi privi di riscontro clinico ed il valore che può essere loro attribuito deve essere sottoposto al ragionamento clinico • L’esame neurologico ed il ragionamento clinico sono essenziali ed indispensabili per affrontare il malato in maniera adeguata allo standards delle attuali conoscenze • Gli esami di laboratorio e strumentali forniscono un contributo di rilievo, talora eccezionale, ma i dati obiettivi e strumentali raccolti devono essere adeguatamente organizzati in un processo ipoteticodeduttivo e sottoposti ad una valutazione critica di confutazione sulla base delle conoscenze fisiopatologiche e cliniche al fine di poter raggiungere la diagnosi finale e la terapia Riconoscimento dei quadri clinici • Immediata intuizione (malattia di Parkinson, etc) • Attraverso un processo diagnostico ideale, indicato come diagnostica multiramificata o albero diagnostico decisionale; • Più comunemente, il neurologo utilizza al letto dell’ammalato una strategia ipotetico-deduttiva: partendo da quanto dice il malato, vengono formulate una serie di ipotesi diagnostiche che saranno confutate o validate dall’anamnesi mirata, dall’esame obiettivo e dagli esami strumentali che le ipotesi formulate rendono necessari. • Le ipotesi nascono dalle conoscenze fisiopatologiche e cliniche e dall’esperienza. Tappe del processo diagnostico clinico • acquisizione dati: raccolta delle informazioni che provengono dall’anamnesi spontanea, dall’anamnesi mirata, dall’esame obiettivo e neurologico • organizzazione dei dati: motivata enunciazione delle possibili ipotesi diagnostiche e motivata decisione per proporre l’esecuzione dei esami di laboratorio ed esami strumentali ritenuti necessari per convalidare le ipotesi sospettate • elaborazione critica dei dati: riconoscimento dei dati significativi, loro aggregazione in ipotesi accettabili, confronto con le diverse ipotesi sulla base delle cognizioni fisiopatologiche cliniche e sulla base dell’esperienza personale (diagnosi differenziale). • E tuttavia l’idea di metodo non è sufficiente. “La concezione metodica (anche aggiornata o sofisticata) trascura un interlocutore essenziale. Essa concepisce la ricerca scientifica (in questo caso, la diagnosi clinica) come una partita a due: la natura ed il ricercatore (il clinico neurologo) che, grazie al metodo, la interroga e la legge. Invece la partita è a tre: occorre la natura (il paziente neurologico con il suo problema), chi la interroga (il clinico neurologo) e chi (uditorio o comunità: in questo caso il discente) interrogandola anch’egli, dibatte con l’altro interrogante (il docente). Il gioco a tre cambia le cose in modo sostanziale. Là dove c’erano verdetti sicuri imposti da un codice, ora ci sono accordi precari indotti da un dibattito. La tecnica del dibattito, della persuasione e della confutazione, cioè la retorica, gioca allora un ruolo non ornamentale e non sussidiario nella scienza (e quindi anche nella Neurologica clinica). Ma una retorica che entra in modo costitutivo nella scienza dovrà essere una retorica della scienza. Il primo problema è allora quello di capire la peculiarità della retorica scientifica. Ma il punto su cui torna utile insistere è la necessità di trasmettere le regole del metodo scientifico da utilizzare nel dibattito a tre prefigurato. Esse sono le regole di accettazione di rifiuto e di preferenza. Queste tre regole devono essere trasmesse all’allievo e con lui applicate al problema concreto della clinica, scelto come oggetto della esemplificazione del metodo.” M. Pera da Scienza e Retorica (1991), tratta da V. Bonavita “ Il Metodo Clinico in Neurologia