PORTOFRANCO IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI PORTOFRANCO IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI 22 dicembre LA SCOMPARSA DI ELEANOR RIGBY (LUI) + (LEI) due film di Ned Benson Con: Jessica Chastain, James McAvoy, William Hurt, Viola Davis, Ciarán Hinds, Bill Hader, Isabelle Huppert Durata: 89’ lui + 100’ lei Genere: Dramma co Nazionalità: USA, 2013 Sceneggiatura: Ned Benson Fotografia: Christopher Blauvelt Montaggio: Kris na Boden Musiche: Son Lux Costumi: Stacey Ba at PORTOFRANCO è realizzato: Con il contributo di: Unicredit Group - Cineforum Circolo Torino In collaborazione con: Goethe Institut di Torino | Associazione culturale Russkij Mir | Alliance Française di Torino | Rossorubino Wic.it - Web Image CommunicaƟons | Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza | Via Baretti 4 - 10125 Torino - Tel./Fax 011 655187 www.cineteatrobaretti.it - [email protected] La scomparsa di Eleanor Rigby è un film uno e trino, nato con una doppia anima che poi è stata fusa per creare un unico film. Il proge o originale, opera d’esordio del regista e sceneggiatore Ned Benson, parte dall’idea di raccontare il disfacimento di una coppia mostrando i due pun di vista sogge vi, con un film dedicato a lui e uno dedicato a lei lei.. Poi Harvey Weinstein ha deciso che si tra ava di una formula commercialmente poco sensata e ha quindi imposto la realizzazione di un terzo film che li unisse in una storia unica, limando eccessi e ridondanze e rendendo il tu o più accessibile ma sicuramente meno bello. Noi del Bare abbiamo scelto i due film originali, che meritano davvero proprio in quanto idea balzana tu a giocata sulle diverse prospe ve e sullo sguardo fortemente sogge vo che, per forza di cose, un uomo e una donna applicano alle stesse vicende quando vengono colpi da un evento brutale come quello al centro di ques film. Se infa il sogge o, di suo, non è nulla di par colarmente originale, è come sempre la realizzazione a rendere La scomparsa di Eleanor Rigby un film meritevole e interessante, per quanto magari imperfe o. Scri e dire in maniera solida, con una fotografia cura ssima e degli a ori in gran spolvero, i film di Ned Benson affascinano per il modo in cui mostrano i due pun di vista senza alcun compromesso e sanno calar davvero nei panni dei protagonis . Sia Lui che Lei sono costantemente in scena nei rispe vi film e viviamo le vicende interamente tramite i loro sguardi, che sono chiaramente parziali e costringono quindi a tan ssime omissioni. Mentre segui Lui, abbandonato, disperato, vivi l’ansia di non sapere cosa s a facendo Lei e percepisci dall’inizio alla fine la sua presenza. O la sua assenza. Mentre segui Lei, che ha abbandonato e non ne vuole sapere niente di Lui, vivi l’esperienza di una persona che sta provando a dimen care e un punto di vista radicalmente opposto. In entrambi i casi, il gioco funziona benissimo, per mezzo di un gran lavoro nel decidere cosa mostrare, fin dove arrivare, quanto ome ere, lasciando sempre addosso dubbi su quel che sta accadendo altrove e immergendo in una visione parziale. Il bello, poi, sta anche nella scelta compiuta da chi guarda, perché chiaramente decidere di dedicarsi prima a Lui o a Lei cambia totalmente il modo in cui si vivranno le rispe ve storie. Guardarne una senza sapere cosa accada altrove, senza conoscere i pensieri dell’altro, è totalmente diverso dal guardare poi l’altra con addosso la consapevolezza dell’altrui punto di vista. Il fascino dell’esperienza sta anche qui, nella maniera unica in cui può cambiare la visione a seconda dell’ordine scelto, chiaramente influenzata anche dalle decisioni molto intelligen compiute a livello di sceneggiatura. E a tu o questo si aggiunge anche il fa o che, come de o, il punto di vista raccontato è estremamente sogge vo, non solo nella realtà di quel che effe vamente i due vedono e vivono, ma perfino nella le ura degli even . I due film hanno chiaramente alcune scene parzialmente condivise, quelle in cui i personaggi si incontrano, ma anche quelle che magari da una parte si vedono, dall’altra vengono raccontate per bocca di terzi. E spesso le cose non coincidono, perché la memoria è fallace, perché talvolta si mente a se stessi o agli altri per meccanismo di protezione o anche semplicemente perché in cer casi è difficile capire dove finisca la realtà e dove inizi quel che vogliamo vedere. Insomma, si può discutere del sogge o piu osto classico, o magari della scri ura a tra un po’ zuccherosa, seppur quasi sempre stemperata da sane dosi di ironia nei momen in cui si rischia di esagerare, ma è difficile negare il fascino dell’idea e i mol modi intelligen secondo cui è stata messa in pra ca. E proprio per questo la versione “fusa” dei due film è non solo superflua, addiri ura dannosa. Buone vacanze a tu ! Ci rivediamo a gennaio!