PORTOFRANCO IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI PORTOFRANCO IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI 15 dicembre Martedì 22 dicembre 2015, ore 21 LA SCOMPARSA DI ELEANOR RIGBY (LUI) LA SCOMPARSA DI ELEANOR RIGBY (LEI) Regia di Ned Benson [USA • 2014 • 89’ lui + 100’ lei] Un film uno e trino, nato con l’intenzione originale di raccontare il disfacimento di una coppia a raverso i loro occhi, diversi. Il proge o dedica un film a lui ed un altro a lei e poi, per esigenze cinematografiche, trasformato in una versione commerciale che li ha uni in un unico film. Come dono di Natale il Bare ha scelto il prodo o originale e vi propone quindi i due film, LUI e LEI, uno di seguito all’altro. Vi proponiamo quindi le diverse prospe ve e lo sguardo sogge vo che, per forza di cose, un uomo e una donna applicano alle stesse vicende quando vengono colpi da un trauma come quello al centro di ques film. PORTOFRANCO è realizzato: Con il contributo di: Unicredit Group - Cineforum Circolo Torino In collaborazione con: Goethe Institut di Torino | Associazione culturale Russkij Mir | Alliance Française di Torino | Rossorubino Wic.it - Web Image Communica ons | Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza | IO SONO MATEUSZ un film di Maciej Pieprzyca Con: Dawid Ogrodnik, Kamil Tkacz, Akradiusz Jakubik, Katarzyna Zawadzka, Anna Nehrebecka, Dorota Kolak Durata: 107 minu Genere: Dramma co Nazionalità: Polonia, 2013 Sceneggiatura: Maciej Pieprzyca Fotografia: Pawel Dyllus Montaggio: Krzysztof Szpetmanski Musiche: Bartosz Chajdecki Via Baretti 4 - 10125 Torino - Tel./Fax 011 655187 www.cineteatrobaretti.it - [email protected] La forza segreta di Mateusz «Tredici al giorno, novantuno a se mana, almeno qua rocento al mese, meno i trenta che sputavo. Erano queste le mie lezioni di matema ca». Sono i bocconi della pappa che la mamma di Mateusz gli porta alla bocca e lui commenta così, con la sua voce interiore, perché quella vera non gli può uscire. La paralisi cerebrale che lo affligge dalla nascita non gli perme e di vivere come i suoi coetanei. Lui si muove a stento, le ar colazioni sono contorte, i suoni che eme e simili a grugni , striscia per casa oppure sta alla finestra a guardare silenzioso il mondo là fuori. Ma Mateusz è amato per ciò che è: una persona. Il padre gli dice, sull’uscio: «Quanto sei bello» e lo incoraggia a non arrendersi mai. Non vede quel corpo accartocciato sul pavimento, ma il figlio che ha generato con amore. E con una pazienza coraggiosa e un affe o incommensurabile la mamma lo accudisce senza desistere mai, dapprima nel piccolo appartamento dove vivono – è il 1987 –, poi in un centro di assistenza specializzato. Lei non crede alle parole di una do oressa che, gelida, le ha de o: «Non riuscirete mai a comunicare, il suo cervello non funzionerà mai, lui è un vegetale». Si scoprirà il contrario quando Mateusz di anni ne compirà 25. Il tolo del film che il regista polacco Maciej Pieprzyca gli dedica, Io sono Mateusz (quello originale è Chce sie zyc, zyc, le eralmente Vuole vivere) vivere) rivendica questo diri o ad esserci, alla vita. È tra o da una storia vera, quella di Przemek, tu ’ora ospite di una stru ura che accoglie questo genere di disabili. «L’ho dedicato alla mia cara amica Ewa Pieta – racconta Pieprzyca – , una regista di documentari che nel 2003 ha realizzato Come una farfalla, farfalla, nel quale ha raccontato la storia di Przemek, un ragazzo affe o da paralisi celebrale fin dalla nascita. Ewa all’improvviso si ammalò di un tumore e nel 2006 è deceduta. Dopo la sua morte ho deciso di interessarmi di nuovo al tema del suo documentario. Conoscevo poco o niente del mondo delle persone disabili. Mi sono informato, ho incontrato Przemek e tan altri ragazzi con le stesse problema che. In Polonia non ci sono mai sta i film con un ragazzo deforme come protagonista, l’idea ha inizialmente sollevato mol dubbi. Non ero ancora sicuro che la sua storia potesse essere raccontata in un lungometraggio des nato al cinema. Dopo aver scri o se e versioni della sceneggiatura, sono riuscito a realizzarlo e ne sono orgoglioso». Lei riesce a creare una forte empa a con il mondo e la mala a di Mateusz, ma senza essere costre a viverla con dolore. «Volevo creare una storia sul mondo dei disabili ma non doveva essere un film triste. Quando ho conosciuto le persone affe e da paralisi celebrale mi sono reso conto che erano dotate di un grande senso dell’umorismo. Questo è stato un input importante per me. Nel film ho mescolato momen di tristezza con quelli di allegria. Così come succede nella vita». Che cosa ha voluto evitare nel film? «Una delle cose che temevo di più era il fa o che potesse diventare troppo sen mentale, des nato soltanto a platee disposte alla lacrima facile. Il mio intento, invece, era quello di fare un film basato esclusivamente sulla realtà, senza falsi pie smi. L’obie vo primario è stato quello di conservare l’auten cità. In sostanza, si tra ava di affrontare temi e ci». La forza dramma ca del film scaturisce anche dal rapporto tra Mateusz e i diversi personaggi con i quali entra in conta o: il fratello e la sua ragazza, Magda la volontaria, Eva la giornalista, Jola la do oressa, i medici, gli infermieri e i compagni di mala a. «Il protagonista del film è prima di tu o un semplice, simpa co ragazzo. Poi è anche disabile. Ha le stesse esigenze e gli stessi bisogni di una persona così de a ’“sana’”, gli stessi impulsi e desideri affe vi e sente anche il bisogno di amare e essere amato». È stato difficile trovare l’a ore ada o per il ruolo di Mateusz? «Sì, molto. Prima di tu o perché questo ruolo è difficile da interpretare. Cercavo un a ore con una grande sensibilità e capacità, in grado di abbandonarsi totalmente e di diventare una persona nuova. In Dawid Ogrodnik – uno dei protagonis di Ida, Oscar come miglior film straniero – ho trovato tu e queste cara eris che. Non solo è pieno di talento, ma possiede anche una straordinaria capacità di trasformazione, è dimagrito dieci chili per rendere più credibile il suo personaggio ed è stato capace di trasformarsi completamente in un ragazzo invalido». Przemek, al quale il film è ispirato, è riuscito a vedere il film, ha fa o un commento? «È venuto alla première con tu a la sua famiglia. Dopo la proiezione e grazie al linguaggio Bliss, basato interamente sui simboli e col quale Mateusz nel film impara a comunicare, è riuscito a dirmi che gli è piaciuto molto». Ul mi appuntamen dell’anno: Sabato 19 dicembre, ore 18 IO SONO MATEUSZ un film di Maciej Pieprzyca martedì 22 dicembre, ore 21 LA SCOMPARSA DI ELEANOR RIGBY (LUI) + (LEI) due film di Ned Benson Come dono di Natale il Bare ha scelto il prodo o originale e vi propone quindi i due film, LUI e LEI, uno di seguito all’altro. Vi proponiamo quindi le diverse prospe ve e lo sguardo sogge vo che, per forza di cose, un uomo e una donna applicano alle stesse vicende quando vengono colpi da un trauma come quello al centro di ques film.