HANDSnews nr. 3 di marzo 2013 Volontari in azione Non è importante come ti vedono gli altri. Ciò che conta è come tu ti vedi. L’ immagine qui sopra richiama alla mia memoria il racconto che lessi nel libro di Jorge Bucay, “Lascia che ti racconti. Storie per imparare a vivere”, purtroppo ora introvabile in edizione italiana. E’ la storia dell’ elefante incatenato. Ve la trascrivo: “Non posso” – gli dissi – “Non posso!” “Ne sei sicuro?” – mi chiese lui. “Sì, mi piacerebbe tanto sedermi davanti a lei e dirle quello che provo. Ma so che non posso farlo”. Jorge si sedette come un Buddha su quelle orribili poltrone azzurre del suo studio. Sorrise, mi guardò negli occhi e, abbassando la voce come faceva ogni volta che voleva essere ascoltato attentamente, mi disse: “Ti racconto una storia…” E senza aspettare il mio assenso iniziò a raccontare: “Quando ero piccolo adoravo il circo, mi piacevano soprattutto gli animali. Ero attirato in particolar modo dall’elefante che, come scoprii più tardi, era l’animale preferito di tanti altri bambini. Durante lo spettacolo quel bestione faceva sfoggio di un peso, una dimensione e una forza davvero fuori dal comune. Ma dopo il suo numero, e fino ad un momento prima di entrare in scena, l’elefante era sempre legato ad un paletto conficcato nel suolo, con una catena che gli imprigionava una delle zampe. Eppure il paletto era un minuscolo pezzo di legno piantato nel terreno soltanto per pochi centimetri. E anche se la catena era grossa e forte, mi pareva ovvio che un animale in grado di sradicare un albero potesse liberarsi facilmente di quel paletto e fuggire. Era davvero un bel mistero. Che cosa lo teneva legato, allora? Perché non scappava? Quando avevo cinque o sei anni nutrivo ancora fiducia nella saggezza dei grandi. Allora chiesi a un maestro, a un padre o a uno zio di risolvere il mistero dell’elefante. Qualcuno di loro mi spiegò che l’elefante non scappava perchè era ammaestrato. Allora posi la domanda ovvia: “Se è ammaestrato, perchè lo incatenano?”. Non ricordo di aver ricevuto nessuna risposta coerente. Con il passare del tempo dimenticai il mistero dell’elefante e del paletto e ci pensavo soltanto quando mi imbattevo in altre persone che si erano poste la stessa domanda. Per mia fortuna, qualche anno fa ho scoperto che qualcuno era stato abbastanza saggio da trovare la risposta giusta: l’elefante del circo non scappa perchè è stato legato a un paletto simile fin da quando era molto, molto piccolo. Chiusi gli occhi e immaginai l’elefantino indifeso appena nato, legato al paletto. Sono sicuro che, in quel momento, l’elefantino provò a spingere, a tirare e sudava nel tentativo di liberarsi. Ma nonostante gli sforzi non ci riusciva perchè quel paletto era troppo saldo per lui. Lo vedevo addormentarsi sfinito e il giorno dopo provarci di nuovo e così il giorno dopo e quello dopo ancora... Finchè un giorno, un giorno terribile per la sua storia, l’animale accettò l’impotenza rassegnandosi al proprio destino. L’elefante enorme e possente che vediamo al circo non scappa perchè, poveretto, crede di non poterlo fare. Reca impresso il ricordo dell’impotenza sperimentata subito dopo la nascita. E il brutto è che non è mai più ritornato seriamente su quel ricordo. E non ha mai più messo alla prova la sua forza, mai più…” “Proprio così, Demiàn. Siamo un po’ tutti come l’elefante del circo: andiamo in giro incatenati a centinaia di paletti che ci tolgono la libertà. Viviamo pensando che “non possiamo” fare un sacco di cose semplicemente perchè una volta, quando eravamo piccoli, ci avevamo provato ed avevamo fallito. Allora abbiamo fatto come l’elefante, abbiamo inciso nella memoria questo messaggio: non posso, non posso e non potrò mai. Siamo cresciuti portandoci dietro il messaggio che ci siamo trasmessi da soli, perciò non proviamo più a liberarci del paletto. Quando a volte sentiamo la stretta dei ceppi e facciamo cigolare le catene, guardiamo con la coda dell’occhio il paletto e pensiamo: non posso, non posso e non potrò mai”. Jorge fece una lunga pausa. Quindi si avvicinò, si sedette sul pavimento davanti a me e proseguì: “E’ quello che succede anche a te, Demiàn. Vivi condizionato dal ricordo di un Demiàn che non esiste più e che non ce l’aveva fatta. L’unico modo per sapere se puoi farcela è provare di nuovo mettendoci tutto il cuore… tutto il tuo cuore!” Jorge Bucay, “Lascia che ti racconti. Storie per imparare a vivere” Il dr. Paolo de’ Lutti, questo mese ci invita a riflettere su… SEMINARE: dal buio alla luce La terra va rivoltata in primavera diligentemente per la semina. Ogni contadino sa che questo è un gesto antico, importante, quasi sacro, che in passato era accompagnato da molti rituali individuali e di gruppo, a volte di una intera collettività. In molte Tradizioni e culture, la divinità stessa viene rappresentata come un giardiniere, o come un esperto di coltivazioni. Affidare un piccolo seme, apparentemente inerte, al ventre della terra, è rinnovare la vita. Inseminare è un termine che rappresenta per definizione la fecondità. Quando il seme arriva nel buio della terra, comincia il suo processo di rinascita. Il risveglio della materia viva, dal buio della profondità porterà alla luce la nuova pianta. Dall’invisibile si farà visibile. Per questo processo ci vuole tempo, pazienza, fiducia. Proviamo ad immaginare anche la nostra mente come un orto da seminare. E’ molto importante provare a mettere ogni tanto semi di piantine nuove nel nostro giardino mentale. Potremmo provare a seminare sempre la gentilezza, la pazienza, la fiducia. Nel nostro orto mentale, come dice la Psicologia buddista esistono anche pianticelle difficili e infestanti come la rabbia, l’odio, l’invidia. Ecco, quelle pianticelle vanno osservate, rispettate, ma semplicemente non dovremmo curarci di loro. Non dovremmo annaffiarle. Piantare alcuni semi di semplici piantine da orto o bulbi di fiori, è un atto simbolico che ci avvicina alla terra. Ci può insegnare la pazienza e la gentilezza. Inoltre avere un piccolo orto permette anche di allenarci alla semplicità del mangiare ed alla creatività in cucina. Da sempre luogo ideale anche per la condivisone di buoni rapporti familiari. Tabacco e adolescenti, ruolo dinamico dei genitori nella prevenzione Il ruolo genitoriale e l’influenza dei pari rappresentano rispettivamente fattori di protezione e di rischio durante l’adolescenza rispetto a comportamenti di uso di sostanze, alcol e tabacco. Una ricerca condotta negli Stati Uniti ha cercato di stimare i tassi di incidenza di iniziazione al fumo dalla tarda infanzia a metà adolescenza, di esaminare la natura dinamica dei fattori di rischio e di protezione per identificare le età chiave rispetto all’iniziazione al fumo. Per lo studio sono stati analizzati dati longitudinali (N = 5705 diadi in partenza) provenienti da un’indagine finalizzata alla valutazione di una campagna mediatica nazionale antidroga rivolta ai giovani (National Survey of Parents and Youth) effettuata su gruppi di adolescenti di età compresa tra i 9-16 anni, che non avevano mai fumato. I risultati evidenziano come, confrontando le diverse classi di età, l’uso di tabacco sia aumentato dall’1,8% al 22,5%. Tra i fattori di rischio, avere coetanei che fumano rappresentano quello più significativo in tutte le classi di età. I ragazzi nella fascia 11-15 anni che hanno trascorso del tempo con pari che fumavano sono risultati avere una probabilità 2-6,5 volte superiori di essere iniziati al fumo. Il legame di vicinanza genitore - giovane ha notevolmente diminuito le probabilità di iniziare a fumare nei giovani fra gli 11 e i 14 anni (dal 14% al 37%); il controllo genitoriale e anche le punizioni hanno contribuito a diminuire il rischio di iniziazione al fumo rispettivamente del 36%-59% nei 1015enni e del 15%-28% nei 12-14enni. Lo studio sottolinea come l’influenza dei genitori sia un importante fattore di protezione per gli adolescenti rispetto al fumo, mentre i coetanei che fumano sono un fattore di rischio molto forte. Un coinvolgimento attivo dei genitori nelle vite dei figli adolescenti, concludono i ricercatori, rappresenta un importante fattore di prevenzione dell’uso di tabacco. (tratto da Dronet.org) Le infoHANDS del mese Riteniamo che la notizia principale sia quella che il 19 aprile avrà luogo una giornata di clausura che vedrà riuniti tutti i settori dell’Associazione, tutti i dipendenti e i liberi professionisti, nonché i volontari. Sarà un momento importante di condivisione e di confronto. Durante il nostro ultimo incontro, avvenuto il 25 febbraio, i partecipanti hanno chiesto che durante la clausura ci sia un momento dedicato al Volontariato HANDS. Avremo la possibilità di incontraci tra di noi volontari e cercheremo di fare il punto. Vi informiamo che lunedì 11 marzo si è riunito il gruppo di lavoro “Volontari in azione” , presenti i rappresentanti delle varie strutture HANDS. Sono emerse delle nuove richieste di aiuto da parte dell’ Ambulatorio, del Laboratorio di Bolzano e di Cermes. Nuove attività per i Volontari, quindi. Sarebbe importante che ci telefonaste o che passaste un giovedì pomeriggio durante l’orario di Sportello, o partecipaste al prossimo incontro di marzo (26) e di aprile (30) e così avremo modo di illustrarvi le nuove esigenze. Sarà importante confrontarci e definire insieme come accogliere queste nuove richieste di collaborazione. Giusto per orientarvi già un pochino ve ne elenchiamo alcune, precisando che i dettagli vi verranno forniti quando ci incontreremo. Sarebbe importante la disponibilità dei Volontari: - al Laboratorio di Cermes per portare i materiali alla discarica, per fare acquisti, per preparare le torte in occasione dei compleanni; - al Laboratorio di Bolzano per l ‘apertura del negozio il venerdì pomeriggio e il sabato mattina, per promuovere un piccolo corso introduttivo all’uso del PC, per partecipare –insieme ad un utente- alle riunioni per l’organizzazione della Festa dei Popoli, per l’aggiornamento della pagina web HANDSshop e per la cura e manutenzione creativa della vetrinetta d’esposizione in Galleria Walther; - all’ Ambulatorio per l’ accompagnamento di alcuni utenti verso una migliore economia domestica; - in tutti gli ambiti dell’ Associazione per l’ accompagnamento nella gestione del tempo libero. Dal Laboratorio di Bolzano, dove già fervono i preparativi per la Fiera Kreativ, ci giunge la bellissima notizia che alla squadra dei Volontari HANDS si sono aggiunti Lucia e Vicenzino. BENVENUTI, Lucia e Vicenzino! Dal Laboratorio di Cermes ci giungono delle notizie interessanti: alcuni volontari e alcuni utenti hanno trascorso una serata divertente partecipando allo spettacolo serale organizzato dal Teatro di Improvvisazione “Impro-Theater”. Voi lo conoscete? Sarebbe carino andarci una sera insieme. Fanno degli spettacoli simili anche a Bolzano. Dai che ci organizziamo… L’altra notizia che ci arriva da Cermes è che hanno ottenuto uno spazio espositivo presso il CARAMBOLAGE, in via Argentieri. Ecco, qui di seguito, cosa ci raccontano in merito: IL LABORATORIO DI CERMES ESPONE AL CARAMBOLAGE A BOLZANO Il piccolo teatro CARAMBOLAGE in via Argentieri, oltre ai suoi vari programmi teatrali, dà la possibilità ad Associazioni che operano nel sociale di farsi conoscere presentandosi e raccontandosi sulle pareti d’entrata dei suoi locali. „TRAVERSO“ è il nome dato alla parete. Nei mesi di febbraio e marzo, il Laboratorio di Cermes, espone su “TRAVERSO”. Verranno esposti piccoli pezzi artigianali che abbelliranno la parete per due mesi. E’ una bellissima occasione perché così viene data l’opportunità al Laboratorio di Cermes di presentare il suo lavoro in centro città, attraverso quadri e lavori di artigianato. Potranno essere ammirati da un vasto pubblico. Sono esposti piccoli tappeti, taglieri per lo Speck, tutti fatti dagli utenti del Laboratorio. Tutto il team del Laboratorio di Cermes è grato di questa preziosa opportunità. Per la bacheca del ghiottone, la nostra amica Marion ci consiglia, questo mese, un PASTICCIO DI PATATE detto anche il pasticcio dell’Imperatore. Può essere un contorno ma anche un sostanzioso piatto unico se accompagnato da una ricca insalata. Ecco il procedimento e gli ingredienti: per iniziare far bollire 750 gr. di patate, quindi sbucciarle e schiacciarle. E’ necessario farle raffreddare prima di amalgamare con cura 100 gr di burro fuso, 1/8 di panna acida o di creme fraiche, 3 tuorli d’uovo, sale, pepe e abbondante prezzemolo tritato. Aggiungere quindi al composto 250 gr di prosciutto tagliato a piccoli tocchetti , precedentemente passati in padella. Si battono i tre albumi a neve e li si aggiunge con un movimento delicato, al resto. Si può utilizzare una qualsiasi tortiera, rotonda o quadrata, precedentemente imburrata. Prima di infornare il nostro pasticcio di patate è importante cospargerlo di pangrattato e rifinirlo con qualche piccolo fiocco di burro. Cuocere a 180° per 45 minuti. Da leccarsi i baffi! Curiosando qua e là su FACEBOOK ho trovato un’altra ricetta interessante, che nulla ha a che veder con la cucina, ma con i nostri denti e la nostra igiene personale, sì! Ho provato a preparalo e a usarlo. Vi assicuro che funziona. COME PREPARARE IL DENTIFRICIO IN CASA Il dentifricio è qualcosa che utilizziamo tutti i giorni. Per questo è importante che sia sano e non contenga ingredienti pericolosi per la salute. I principali dentifrici in commercio però contengono tutti , chi più chi meno, ingredienti che sarebbe meglio evitare. Ecco perchè può diventare utile preparare il dentifricio in casa. Procurati: 3- cucchiai di argilla bianca finissima (caolino medicamentoso per uso interno) 1- cucchiaio di bicarbonato di sodio 1- cucchiaio di sale marino integrale fino 7- gocce di ciascuno di questi oli essenziali: menta, finocchio e salvia. (o 21 gocce di uno dei tre) Macina il bicarbonato, e il sale nel frullatore o nel macina caffè in modo da trasformarli in una polvere finissima, versa poi il tutto in una scodella, aggiungi l’argilla e gli oli essenziali e mescola ben bene in modo da rendere il composto il più omogeneo possibile. Lo potrai conservare in un contenitore ermetico per più di sei mesi! Per usarlo ti basterà inumidire lo spazzolino e pressarlo nel dentifricio impregnandolo bene di polvere, quindi lavarti i denti come con qualunque altro dentifricio. fonte : http://www.miglioriamoci.net/ Comunichiamo la data del Handsfactory. nostro prossimo incontro: martedì 30 aprile Ti ricordiamo ancora, e lo ricorderemo in ogni numero delle nostre HANDSnews: questa pagina INSIEME … per noi … per e con le persone Un caro saluto Daniela e Anton ore 18, presso la aiutaci a costruire