PATOLOGIA ANOANO-RETTALE Prof. Salvatore Gorgone Cenni di anatomia Perineo: regione a forma di losanga delimitata Perineo: bilateralmente dalla radice degli arti inferiori, anteriormente dal margine della sinfisi pubica e posteriormente dall’apice del coccige Regione anoano-perineale perineale:: comprende la zona anale situata al centro del triangolo perineale posteriore sinfisi pubica vagina, uretra (tonaca muscolare) fascia inf. del diaframma urogenitale m. trasverso profondo del perineo m. trasverso superficiale del perineo fascia inf. del diaframma pelvico fascia otturatoria fascia otturatoria fascia inf. del diaframma pelvico m. elevatore dell’ano (m. pubococcigeo) m. elevatore dell’ano (m. ileococcigeo) m. coccigeo m. sfintere esterno dell’ano centro tendineo del perineo m. sfintere est. dell’ano ano legamento anococcigeo sacro Retto n n Il retto comincia dove termina il mesosigma e si estende fino all' ano Si distinguono tre segmenti sovrapposti che procedendo dall' alto verso il basso sono: n n n RETTO SOVRAAMPOLLARE o RETTO PERITONEALE o ALTO RETTO, lungo circa 10 cm, che ha una struttura simile a quella del sigma; non ha un meso ed è rivestito dal peritoneo anteriormente. E' separato dal sigma da una piega valvolare ben visibile all' endoscopia (Valvola media di Houston) AMPOLLA RETTALE O RETTO PELVICO SOTTOPERITONEALE, lungo circa 5 cm, circondato da una guaina fibrosa che prende nomi diversi nelle varie facce; anteriormente vi è la fascia di Denonvillier rettorettoprostatica o rettovaginale; rettovaginale; posteriormente vi è la fascia retroretro-rettale di Waldeyer; Waldeyer; lateralmente la lamina sacro--retto sacro retto--genito genito--pubica CANALE ANO ANO--RETTALE o RETTO PERINEALE, lungo 33- 3,5 cm ulteriormente divisibile in tre segmenti sovrapposti n n n SEGMENTO SUPERIORE è separato dall' ampolla dalla fionda pubo pubo--rettale dell' elevatore dell' ano e termina in basso con la Linea pettinea o dentata. La mucosa appare sollevata in 66-14 pieghe longitudinali dette Colonne del Morgagni sporgenti di 11-2 mm sul piano mucoso e terminanti in basso con pieghe trasversali (Valvole Semilunari) che uniscono a due a due le colonne, cosicchè si formano piccole cavità a nido di rondine (Seni rettali) nelle quali sboccano alcune ghiandole anali (ghiandole di Hermann). La mucosa ricopre i rami terminali dell' arteria emorroidaria superiore ed il plesso sottomucoso emorroidario interno. Questo segmento non è algogeno ma è sensibile alla consistenza delle feci SEGMENTO INTERMEDIO O ANOANO-DERMA è separato dal precedente dalla linea pettinea mentre un' altra linea biancastra (di Hilton) rappresenta il confine inferiore con il segmento distale. Il suo epitelio di rivestimento, di transizione o cloacale è pavimentoso composto dermo dermo--papillare non cheratinizzato. La mucosa è sensibile al dolore ed è saldamente ancorata allo sfintere interno dal legamento sospensore di Parks Parks,, appare secca ed è ricca di recettori che permettono di capire le qualità del contenuto fecale SEGMENTO INFERIORE al di sotto della linea di Hilton è dato dalla cute anale che è liscia, iperpigmentata iperpigmentata,, corrugata e con pliche radiali, rivestita da epitelio malpighiano. Essa ricopre un plesso venoso sottocutaneo che è in continuazione con quello sottomucoso, il plesso emorroidario esterno Ano n n n n n n Il canale anale, che si estende per una distanza di circa 4 cm dall’anello anorettale alla cute della rima anale, è la porzione più distale del canale alimentare La linea dentata (pettinata) è formata dalle valvole anali che demarcano anatomicamente il passaggio dalla mucosa piatta dell’estremità cefalica alla mucosa liscia e di transizione dell’estremità caudale. La mucosa prossimale è piegata in una serie da 12 a 14 colonne del Morgagni con presenza di cripte tra ogni piega in cui si trova un numero variabile di ghiandole anali che attraversano la sottomucosa per entrare nello sfintere interno e formare il piano intersfinterico L’epitelio che riveste il canale anale è differente a seconda dei livelli La mucosa del canale anale superiore, come quella del retto, è di colore roseo ed è rivestita da epitelio colonnare, mentre la mucosa situata distalmente alla linea dentata è più pallida e rivestita da epitelio squamoso privo di peli e ghiandole La sensibilità anorettale permette di capire le caratteristiche del contenuto enterico (gas, liquido o solido) e avverte la necessità del transito del contenuto rettale tramite dei recettori localizzati sia nella parete muscolare del retto che a livello del pavimento pelvico Il canale anale è circondato dai muscoli che costituiscono il complesso sfinterico, la cui contrazione tonica fa sì che il lume del canale anale sia ridotto a una fessura anteroposteriore ESAME CLINICO n ANALISI DEI SINTOMI n ESAME FISICO n n n ISPEZIONE DELL’ANO ESPLORAZIONE RETTALE ESAMI STRUMENTALI n INVASIVI SINTOMI - - SANGUINAMENTO: - goccia a goccia, tipico delle emorroidi - rettorragia/proctorragia: perdita di sangue rettorragia/proctorragia: rosso vivo dal retto PERDITE:: PERDITE - Sierose - Mucose - Purulente - Fecali - - DOLORE - Urente - Puntorio - Spastico - Gravativo TENESMO:: sensazione di fastidio o dolore durante la defecazione TENESMO anche senza l’evacuazione - PREMITO (EVACUAZIONE INCOMPLETA): INCOMPLETA): persistenza della sensazione di non aver evacuato completamente - URGENZA ALLA DEFECAZIONE: DEFECAZIONE: incapacità a controllare l’evacuazione - DIFFICOLTÀ DIFFICOLT À ALL’EVACUAZIONE ALL’EVACUAZIONE:: sensazione di ostacolo alla defecazione n ANALISI DEI SINTOMI: SINTOMI: n n n n n Epoca di comparsa Evoluzione (fattori (fattori esacerbanti o di sollievo) Associazione con altri sintomi Anamnesi patologica remota Terapie farmacologiche VISITA PROCTOLOGICA Posizioni del paziente: Ø Ø Ø Ø Laterale sinistra con flessione arti inferiori (o posizione di Sims), Sims), espone meglio il perineo posteriore Posizione prona (del “coltello a serramanico”), offre un´ un´ottimo accesso al perineo, richiede uno speciale lettino proctologico Posizione genupettorale espone meglio la regione perineale Ginecologica con cui si ha ottima visibilità e accesso al perineo anteriore e posteriore Posizione di Sims n ISPEZIONE DELL’ANO : n forma dell’orifizio anale n simmetria n eventuali lassità n cicatrici (pregressi interventi) n posizione dell’orifizio anale a riposo e durante il ponzamento n divaricazione dei glutei per valutare lesioni distali al canale anale n presenza di muco, sangue, pus o feci n PALPAZIONE: PALPAZIONE: - presenza o assenza del riflesso anale - temperatura locale - edemi - suppurazioni superficiali - zone di indurimento (orifizi fistolosi o neoplasie anali) - aree di rammollimento - zone di anestesia - eventuali secrezioni Per migliorare la sensibilità alla palpazione cospargere la zona di gel lubrificante n ESPLORAZIONE DIGITODIGITO-ANORETTALE ANORETTALE:: si possono apprezzare le seguenti strutture: - canale anale: anale: Ø Esplorarne l’estensione e la circonferenza Ø Valutare l’eventuale presenza di tracce di sangue, muco, pus e il colorito delle feci Ø Anello anorettale e linea pettinata n ESPLORAZIONE RETTALE - pavimento pelvico: pelvico: (arcuando il dito verso il coccige) Ø Elevatore dell’ano Ø Fionda muscolo puborettale sulla giunzione anorettale e le branche laterali Ø Asse tra canale anale e retto (circa 90° 90°) Ø Con un colpo di tosse si può evocare una contrazione involontaria che indica la presenza del riflesso anale n ESPLORAZIONE RETTALE - retto: Ø Lunghezza (apprezzabile per circa 88-12 cm a seconda del paziente, della posizione del paziente e della lunghezza del dito esploratore) Ø Ampiezza Ø Regolarità della mucosa Ø Valvola di Houston (piega della mucosa rettale) n ESPLORAZIONE RETTALE - strutture perirettali perirettali:: Ø Coccige Ø Sacro (sino alla III vertebra) Ø Parete pelvica lateralmente Ø Cavo del Douglas Ø Prostata o collo dell’utero DIAGNOSTICA STRUMENTALE n Ano--rettoscopia Ano rettoscopia:: n n n Visualizzazione lume del canale anale Visualizzazione tratto distale del retto Effettuazione biopsie mirate n n n n Ecografia transrettale transrettale:: n Studio neoformazioni anorettali con valutazione del grado di infiltrazione delle pareti dell’organo, dei linfonodi metastatici e dell’interessamento degli organi vicini Clisma opaco: opaco: n Studio di stenosi rettali e dei difetti di riempimento Manometria anorettale anorettale:: n Studio delle pressioni e dei volumi del retto e del canale anale Defecografia:: Defecografia n Studio delle turbe della defecazione con mezzo di contrasto radioopaco Emorroidi Il principale apporto arterioso all´ano-retto è opera delle arterie emorroidarie superiore e inferiore Le vene emorroidarie originano dal plesso venoso sottomucoso: sopra la linea dentata (plesso emorroidario interno) e al di sotto del margine inferiore dello sfintere interno (plesso emorroidario esterno). A livello della linea dentata esiste una comunicazione tra il circolo portale e quello sistemico Emorroidi Ectasie della rete venosa sottomucosa del canale anale Emorroidi n n n varicosità venosa, iperplasia vascolare, scivolamento della parete anale Etimologicamente “emorroide” significa perdita di sangue cuscinetti anali: anali: strutture, in numero di tre, poste in posizione laterale sinistra, anteriore e posteriore destra del canale anale (alle ore 3, 7 ed 11 11), ), costituite da seni venosi (plesso venoso emorroidario interno), sostenute da tessuto connettivo al muscolo liscio e ricoperte da mucosa. Esse, in condizioni fisiologiche, contribuiscono alla chiusura del canale anale e quindi alla continenza Malattia emorroidaria n n n Ingrossamento e successivo scivolamento con protrusione dei cuscinetti emorroidari lassità intrinseca del rivestimento del canale cedimento del sostegno connettivale congestione venosa distrettuale Emorroidi n Interne n Esterne Malattia emorroidaria 1 1-2 EMORROIDI ESTERNE 3 EMORROIDI INTERNE 2 3 Malattia emorroidaria Classificazione n n n n I grado: protrusione nel canale anale dopo sforzo II grado: protrusione sino al margine anale e successiva riduzione spontanea III grado: protrusione sino al margine anale con riduzione manuale IV grado: prolasso permanente e non riducibile Malattia emorroidaria Classificazione Un'ulteriore classificazione tiene conto della fuoriuscita del derma anale (anoderma): : prolasso mucoso rettale senza fuoriuscita di anoderma • • comporta sanguinamento, trombosi emorroidaria interna, possibili episodi di strangolamento; rare le trombosi perianali e le secrezioni mucose : anoderma prolassato, che può presentarsi molle e • mobile o fibrotico con escrescenze carnose • oltre ai sintomi descritti nel tipo I, è frequente la presenza di "soiling" (perdita di feci), spesso associata a dermatiti e prurito Marische o fibromi cutanei: pliche della cute, espressione di emorroidi guarite Malattia emorroidaria Incidenza 15 % della popolazione Uomo/donna: 2/1 Età: < 30 anni poco frequenti > 50 anni 5050-80 % Il 50% della popolazione ha sofferto, soffre o soffrirà di tale patologia Malattia emorroidaria Cause predisponenti n n n n n n n n n Familiarità Età (prevalentemente dopo la III decade) Sesso (più colpito quello maschile) Dieta prive di scorie Protratta stazione eretta Obesità Assenza di valvole nel plesso emorroidario Ostacolo al ritorno venoso Ipertensione portale Malattia emorroidaria Fattori favorenti n n n Premiti per ipertono sfintere interno Sforzi prolungati specie durante la defecazione Fattori che aggravano la congestione o ostacolano il ritorno venoso (utero gravido, neoplasie pelviche, ipertensione portale) Malattia emorroidaria Sintomatologia n n n n n n Sanguinamento: sangue di colore rosso vivo e privo di coaguli, emesso sia in forma di gocce o spruzzi che osservato sulla carta igienica (81%) Prolasso: sempre presente o dopo la defecazione (50%) Dolore: da ipertono dello sfintere (35%) Prurito (62%) Senso di peso e d’ingombro (64%) Emissione di muco (29%) È frequente un’alternanza di periodi di relativo benessere con periodi di esacerbazione della sintomatologia Malattia emorroidaria Sintomatologia n I grado: lievi sintomi occasionali n II grado: sanguinamento senza prolasso n III grado: prolasso semplice n IV grado: prolasso con grossa componente esterna sintomatica Tutti i disturbi emorroidari sono conseguenti al prolasso delle emorroidi che è preceduto ed è conseguente al distacco della membrana mucosa del retto Malattia emorroidaria Diagnosi n n n Anamnesi Esame clinico dell’addome e del perineo Esplorazione digitodigito-ano ano--rettale: - presenza elementi patologici - saggiare dolorabilità - valutare il tono degli sfinteri e degli elevatori - obiettivare presenza e caratteristiche del sanguinamento Malattia emorroidaria Diagnosi strumentale n Esame endoscopico Manometria anoano-rettale Ecografia epatica Ecografia endoanale n Clisma opaco (perineografia) n n n Malattia emorroidaria Diagnosi differenziale n Tutte le possibili cause di sanguinamento, dolore e gonfiore dell’ano: ragade, ulcera solitaria, prolasso n Polipi n Carcinoma rettale Malattia emorroidaria Prevenzione n n n n n Condurre una vita attiva, svolgendo attività fisica con regolarità: jogging, ballo, marcia o ginnastica dolce per la terza età migliorano le funzionalità corporee rinforzando al tempo stesso la regione pelvica Evitare fumo ed alcolici Una dieta equilibrata, ricca di acqua e fibre fibre,, aiuta a regolarizzare le funzioni intestinali, allontanando uno dei principali fattori di rischio Accurata igiene personale e uso di tessuti permeabili come il cotone che evitano il ristagno di calore e umidità Non imprimere sforzi defecatori senza stimolo, non reprimere lo stimolo defecatorio defecatorio,, defecare allo stesso orario e nei momenti tranquilli Malattia emorroidaria Complicanze n n n n Trombosi sia del plesso venoso emorroidario interno sia della sua componente esterna Tromboflebite emorroidaria esterna Prolasso Strozzamento emorroidario (spasmo persistente dell’apparato sfinterico sopra un prolasso emorroidario) n Ematoma perianale Malattia emorroidaria Terapia delle complicanze n n n n n Riposo clinostatico Impiego di pomate decongestionanti o con eparinoidi Antinfiammatori, venotropi Svuotamento del coagulo nell’ematoma Escissione delle emorroidi trombizzate Malattia emorroidaria Terapia n Trattamenti conservativi n n n n n Trattamento medico Scleroterapia Crioterapia Laserterapia Legatura con laccio elastico Terapie ambulatoriali volte essenzialmente a determinare la necrosi o almeno una fibrosi reattiva che ristabilisca un sostegno connettivale tra cuscinetto emorroidario e parete rettoretto-anale n Trattamento radicale n Escissione chirurgica Malattia emorroidaria Terapia La scelta del trattamento: n I grado: osservanza delle norme igienicoigienico-dietetiche dietetiche,, miglioramento della stipsi anche con blandi lassativi nella fase sintomatica n II grado: legatura con laccio elastico, iniezioni sclerosanti, coagulazione con infrarossi e crioterapia n III grado: legatura con laccio elastico, crioterapia, emorroidectomia n IV grado: emorroidectomia Malattia emorroidaria Legatura elastica Malattia emorroidaria Emorroidectomia sec. Milligan Morgan Malattia emorroidaria Emorroidectomia sec. Ferguson Emorroidectomia con bisturi a radiofrequenza (Ligasure Ligasure)) Malattia emorroidaria Emorroidectomia sec. Longo Ragade anale Lesione longitudinale dell’anoderma (zona compresa tra la cripta ed il margine anale) nella parte posteriore n acuta superficiale, superficiale, dovuta ad eccessiva dilatazione dell’ano; è una lacerazione di forma triangolare in sede interna e arrotondata in sede esterna con margini sfumati, poco profonda, che sanguina al tatto n cronica presenta un margine arrotondato, è profonda con messa a nudo delle fibre dello sfintere interno Ragade anale cronica Solitaria. Accompagnata da: n n n n indurimento fibroso dei bordi laterali margini sottominati presenza di un’escrescenza cutanea distale alla ragade (“tag (“tag”” sentinella) nodulo emorroidario in corrispondenza della linea dentata (nodulo sentinella) Ragade anale Eziopatogenesi n Eziologia sconosciuta n n n n n n n n Ipovascolarizzazione delle commessure anali Ipertonia dello sfintere Flogosi locali Lassativi irritanti Feci diarroiche Stipsi ostinata Manovre digitali Stress n Riapertura della ferita e la della mancata guarigione: - evacuazione di masse fecali dure - trauma reiterato n Cause favorenti: - iperdistensione del canale anale - ipertono dello sfintere interno, spesso indotto dal dolore Ragade anale Diagnosi n Dolore parossistico durante e/o dopo la defecazione Modesto sanguinamento Perdita di siero Prurito n indicativa è una storia clinica di ricadute e remissioni n la malattia può minare le condizioni generali del malato, che mangia poco per evitare le evacuazioni; talvolta può insorgere uno stato ossessivo n visione diretta della ragade, della “tag “tag”” sentinella e l’ispessimento fibroso dei bordi laterali n n n Ragade anale Terapia n Trattamenti conservativi - correzione della stipsi con norme igienico--dietetiche e blandi lassativi igienico - anestetici locali per ridurre il dolore e l’ipertono l’ipertono dello sfintere - uso di dilatatori anali - farmaci miorilassanti n Trattamenti operatori (risoluzione (risoluzione dell’ipertono dell’ipertono dello sfintere) - dilatazione a quattro dita dell’ano - sfinterotomia interna (posteriore o laterale) Prolasso n Scivolamento della mucosa o di tutti gli strati della parete del retto oltre la linea dentata con conseguente ulcerazione della mucosa, aumentata produzione di muco ed emorragie Prolasso n Completo: coinvolto l’intero spessore della parete del retto, frequente in età avanzata n Parziale: prolassa soltanto la mucosa In entrambi è possibile riscontrare un’ipotonia del pavimento pelvico e un abbassamento perineale Nella forma completa si associa quella anomalia conosciuta come “retto mobile”, in cui il cavo rettovaginale o rettoretto-vescicale sono profondi, il colon sigmoideo e il retto sigmoideo sovrabbondanti e il retto extraperitoneale più corto della norma Prolasso mucoso Può presentarsi come un prolasso evidente che fuoriesce dall’ano, o essere nascosta ed individuabile solo in sede di proctoscopia. E’ spesso associato a emorroidi prolassanti e precede il prolasso rettale completo I sintomi sono identici a quelli provocati dalle emorroidi e comprendono perdite mucose, sanguinamento, prurito anale e sensazione di malessere locale (descritto come una sensazione di pesantezza, bruciore o anche di gonfiore nel perineo), sensazione di evacuazione incompleta con frequenti ed infruttuosi tentativi di defecare La mucosa prolassata è spesso arrossata e con presenza di muco Prolasso mucoso La terapia comprende: n misure per indurre la defecazione senza sforzo (dieta ricca di scorie,lassativi) n trattamento locale del prolasso (iniezioni con sostanze sclerosanti e legatura con laccio elastico) n Intervento circonferenziale di Delorme o anteriore di Sarles (escissione sottomucosa del prolasso, plicatura longitudinale a fisarmonica del muscolo rettale e sutura dei margini mucosi prossimali e distali n Tecnica di Longo (resezione e sutura della mucosa in eccesso) Prolasso rettale completo Può verificarsi durante la defecazione e ridursi spontaneamente, o richiedere una riduzione manuale da parte del paziente Può verificarsi nella stazione eretta, o essere addirittura sempre manifesto La mucosa rettale secerne muco e sanguina, ed in circa il 50% dei casi è presente incontinenza fecale associata Prolasso rettale completo La diagnosi viene fatta riscontrando il prolasso durante l’ispezione Il defecogramma evidenzia l’intussuscezione con la caduta perineale La terapia chirurgica è la rettopessi addominale (mobilizzazione posteriore e anteriore del retto e suo ancoraggio al sacro) Rettocele n n n n n n n Ernia della parete anteriore del retto attraverso la parete posteriore della vagina entro il lume vaginale Frequente nelle donne multipare, nei soggetti che hanno subito interventi ginecologici per via vaginale Spesso si associa a vari gradi di prolasso genitale e vescicale Etiopatogenesi:: indebolimento del sostegno vaginale e della parete Etiopatogenesi vaginale posteriore talvolta secondaria a stipsi intensa Generalmente asintomatico. Difficoltà di evacuazione, sensazione di peso o ingombro vaginale, perdite mucose, emissione di sangue; meno frequentemente incontinenza anale Defecografia o cistocolpodefecografia dinamiche, manometria, manometria, elettromiografia anale Va operato solo se sintomatico: plastica del rettocele per via transanale, transanale, per via rettoretto-vaginale, per via addominale (rinforzo del setto rettoretto-vaginale ed eliminazione dell’eccesso di mucosa) Ascessi perianali Ascessi perianali Etiopatogenesi Ascesso e fistola anale sono due fasi rispettivamente acuta e cronica di uno stesso processo suppurativo riguardante l’ano, il canale anale e gli spazi perianali (pertanto non esiste fistola senza un precedente ascesso) n n n Infezione delle ghiandole, situate nella sottomucosa, del canale anale (presenti in numero variabile tra 4 e 10, si aprono ciascuna in una cripta): - affondano nella sottomucosa - attraversano lo sfintere interno - giungono fin nello spazio intersfinterico pur non riuscendo mai a raggiungere il muscolo striato Cause dell’infezione ostruzione dei dotti dovuta a materiale fecale, corpi estranei lesioni traumatiche può determinare una stasi ed una successiva infezione Ascessi perianali Sintomatologia n n n n n n Dolore sordo e continuo nella regione anale, aggravato dalle manovre di ponzamento, dalla tosse e dalla pressione Febbre anche elevata Malessere generale Tenesmo Fuoruscita di materiale purulento Prurito perianale con lesioni flogistiche da grattamento Ascessi perianali Diagnosi n n n n Presenza di tumefazione dolente determinata dalla raccolta di materiale purulento Drenaggio nella cripta originaria (fistola cieca), oppure nello spazio perianale o in quello ischioischio-rettale L’esplorazione rettale risulta molto dolorosa ma è indispensabile per apprezzare soprattutto la sede dell’ascesso intersfinterico o l’estensione di questo alla pelvi Anuscopia per individuazione della sede del gemizio intranale di pus può essere di aiuto nel riconoscimento della cripta dalla quale ha avuto inizio il processo: secondo la legge di Goodsall - gli orifizi posteriori rispetto ad una linea immaginaria che passa per il centro dell’ano originano da una cripta mediana posteriore - gli orifizi anteriori derivano invece da una cripta corrispondente Ascesso perianale n n Drenaggio spontaneo Drenaggio chirurgico a: fistola intrasfinterica b: fistola intersfinterica c: fistola trasnsfinterica d: fistola sovrasfinterica e: fistola extrasfinterica d c a b e ASCESSI E FISTOLE ANALI Possibili localizzazioni e vie di diffusione di un ascesso Ascesso a ferro di cavallo: 11- Intersfinterico 2- Ischiorettale 3- Pelvirettale ASCESSI E FISTOLE ANALI CLASSIFICAZIONE DELLE FISTOLE 1- Sottocutanee 4- Inter Inter--sfinteriche 2- Trans Trans--sfinteriche 5- Extra Extra--sfinteriche 3- Sopra Sopra--sfinterica 6- Intra Intra--murali Fistole perianali Diagnosi n L’apertura esterna di un tramite fistoloso si identifica come un tessuto di granulazione con fuoriuscita di materiale sierosiero-ematico e purulento (specillazione specillazione)) n La fistolografia può servire nella determinazione del tramite delle fistole n L’ecografia transanale è utile nella individuazione dei tramiti e della sede degli ascessi Regola di Goodsall Fistole perianali Terapia Fistole intersfinteriche: rappresentano l’evoluzione dell’ascesso intrasfinterico ed il punto di partenza di eventuali processi patologici più complessi n Nel caso di fistole semplici con orifizio cutaneo piano il trattamento prevede il drenaggio dell’ascesso e la messa a piatto dello sfintere interno interessato n Nelle fistole con orifizio interno basso estese anche verso l’alto sarà sufficiente un buon drenaggio dello spazio fino al punto più elevato n In quelle con orifizio interno alto nel retto sarà necessaria l’asportazione della quota di sfintere liscio impegnato Le fistole intersfinteriche con orifizio perianale e rettale potranno essere aperte e drenate senza alterare la continenza delle feci (continenza maggiore). Fistole perianali Terapia Fistole transfinteriche: il tramite fistoloso passa attraverso il piano sfinterico, raggiungendo la fossa ischiorettale e la cute, coinvolgendo lo sfintere striato n n n Fistole che attraversano la porzione bassa del muscolo striato possono facilmente essere messe “a piatto” Fistole più alte possono essere trattate anche drenando lo spazio intersfinterico, aprendo la porzione distale dello sfintere esterno e curettando la parte residua della fistola Si può inoltre lasciare un laccio nel tramite transfinterico come nelle fistole sovrasfinteriche Fistole perianali Terapia Fistole sovrasfinteriche: n È preferibile asportare la porzione sfinterica bassa, passando, con l’ausilio di uno specillo, un laccio sulla porzione alta della fistola che verrà lasciato in sede per qualche tempo garantendo il drenaggio prolungato e la sezione lenta dello sfintere che non altererà la continenza Fistole perianali Terapia Fistole extrasfinteriche: il tramite coinvolge la cute perianale, la fossa ischio ischio--rettale, l’elevatore dell’ano e la parete rettale, spesso è dovuta a manovre chirurgiche errate o secondarie a morbo di Crohn, a traumi o ad infiammazioni pelviche n La terapia in questi casi è molto più complessa: messa a piatto della fistola transfinterica primitiva e confezione di una colostomia Fistola sacrococcigea n n n n Affezione molto frequente nei giovani, localizzata nella regione sacrosacro-coccigea, sul fondo del solco intergluteo Originariamente è una cavità cistica contenente peli, che determina la formazione di ascessi con successiva fistolizzazione Il trattamento è chirurgico e consiste nell'escissione dell'intera fistola; mentre con il metodo chiuso si sutura immediatamente la ferita, il metodo aperto lascia la ferita aperta che giunge così a guarigione per granulazione. Quest'ultimo metodo comporta una guarigione più lenta, ma presenta una più bassa incidenza di recidive Infatti il problema principale è costituito dalle recidive che nessun intervento è in grado di evitare Sinus pilonidalis n n n n Il sinus pilonidalis è la più frequente affezione di natura benigna della regione sacro--coccigea sacro Ha origine da una cisti contenente peli che, suppurando, forma dei tragitti fistolosi sottocutanei, con uno o più orifizi cutanei, situati sempre a distanza dal canale anale con il quale non entra mai in comunicazione Colpisce prevalentemente il sesso maschile, soggetti di tipo mediterraneo, bruni, con pelle tendenzialmente grassa, con un’abbondante apparato pilifero È una patologia del giovane i cui primi sintomi appaiono durante la pubertà, a causa di una esagerata risposta all’incremento di ormoni in circolo, al momento dello sviluppo pilifero, più accentuato e veloce nei soggetti con abbondante sistema pilifero che sovente si insinua nelle profonde pieghe interglutee Sinus pilonidalis Etiologia n n n n n «Teoria nervosa» (vestigio neuroepiteliale) neuroepiteliale) «Teoria dell’’invaginazione ectodermica» (difettoso sviluppo del rafe mediano, disraffia)) disraffia «Teoria dell’origine aguista aguista» » (penetrazione di peli nel sottocutaneo, loro infezione) Teoria multifattoriale per origine acquisita Origine congenita (osservazioni di sinus pilonidalis anche in neonati ed in lattanti) Traumi n n Traumi chiusi e Traumi aperti, causati soprattutto da incidenti stradali e sul lavoro (caratteristici, e molto gravi, sono quelli prodotti da impalamento) Le lesioni ano-rettali sono oggi più frequenti n n n n I quadri clinici sono riconducibili a n n n n n da causa iatrogena (possono verificarsi in corso di procedure endoscopiche, radiologiche, urologiche, ginecologiche e proctologiche, a seguito di clisteri e per l´inserimento del termometro) da corpi estranei sia ingeriti (soprattutto ossa e spine di pesce) che inseriti attraverso l´ano a scopo autoerotico o per violenza da rapporti sessuali spesso legati ad abuso (soprattutto nei bambini) perforazione endoaddominale perforazione retroperitoneale lesione sfinterica Nel sospetto di trauma ano-rettale eseguire una rettosigmoidoscopia per identificare l´eventuale lesione e per evacuare il lume da raccolte ematiche L´esame radiografico dell´addome e del bacino consente di evidenziare la presenza di aria libera intra o retroperitoneale e di eventuali lesioni ossee associate. La TC e la RM possono dimostrare l´origine rettale della peritonite, la presenza di un danno sfinterico, di raccolte flogistiche o di aria nel retroperitoneo, l´esistenza di lesioni multiviscerali e l´entità delle medesime Dermatite perianale NEOPLASIE ANALI Neoplasie epiteliali benigne e lesioni precancerose: - Condilomi acuminati o verruche anogenitali (da infezione da Papovavirus -HPV) - Malattia di Paget (tumore ghiandole sudoripare apocrine) - Malattia di Bowen (discheratosi precancerosa) CARCINOMA ANOANO-RETTO Carcinoma dell’ano Rappresenta una patologia estremamente rara n n n Squamocellulare: istotipo prevalente Adenocarcinoma a partenza dalla mucosa rettale al di sopra della linea dentata Carcinoma cloacogenico (o squamoso non cheratinizzante) che origina dalla zona di transizione epiteliale, laddove l’endoderma si congiunge con l’ectoderma Carcinoma dell’ano n Insorgenza alla VII decade n Carcinoma del margine anale più frequente nei maschi Carcinoma del canale anale più frequente nelle donne n n Di solito ulcerato provoca dolore e sanguinamento con la defecazione Carcinoma dell’ano n Fattori di rischio sono n n n n n n n età avanzata infezione da Papillomavirus umano (HPV) promiscuità sessuale rapporti sessuali anali arrossamento, gonfiore e irritazione della regione anale presenza di fistole anali fumo Carcinoma dell’ano Diagnosi n n n Anamnesi ed ispezione Biopsia incisionale La diagnosi differenziale va posta con: n n n n le ragadi anali collocate sulla linea mediana posteriore e di aspetto ellittico abbastanza regolare il morbo di Crohn dell’ano cui si associa lo scolo di muco e pus legato alla presenza di fistole sottomucose le ipercheratosi con prurito cronico ad atteggiamento lichenoide i condilomi anali Carcinoma dell’ano Stadiazione n Stadio 0 (carcinoma in situ) n n Stadio I n n n Stadio IIIA: il tumore, di diametro variabile, ha invaso i linfonodi prossimi al retto o gli organi adiacenti quali la vagina, l'uretra e la vescica Stadio IIIB: il tumore, di diametro variabile, ha invaso gli organi adiacenti e i linfonodi prossimali al retto, oppure gli organi adiacenti e i linfonodi pelvici e/o inguinali su un solo lato, oppure gli organi adiacenti i linfonodi prossimali al retto e inguinali e/o i linfonodi pelvici e inguinali su entrambi i lati Stadio IV n n Il tumore ha un diametro superiore a 2 cm Stadio III n n Il tumore ha un diametro pari o inferiore a 2 cm Stadio II n n La malattia è in fase iniziale, le cellule neoplastiche sono presenti solo nella mucosa più interna dell’ano Il tumore, di diametro variabile, ha invaso i distretti linfonodali o gli organi adiacenti e ha raggiunto anche altri organi Cancro dell'ano recidivante n Si definisce recidivante il tumore dell'ano che si ripresenta dopo il trattamento. La recidiva può svilupparsi nella stessa sede del tumore primitivo oppure in un altro organo Emorroidi con carcinoma squamocellulare associato Carcinoma dell’ano Terapia n n n n Trattamenti multidisciplinari preoperatori o esclusivi di associazioni chemioradioterapiche chemioradioterapiche:: ((mitomicina mitomicina--C e 55-FU), unitamente alla radioterapia Escissione locale Amputazione addomino addomino--perineale Linfonoadenectomia inguinale, solo se metastatici e non come misura profilattica Metastasi ai linfonodi inguinali rappresentano un elemento prognostico fondamentale Carcinoma del retto Epidemiologia n È più frequente nei Paesi del Nord America, in Europa occidentale, in Australia e nella Nuova Zelanda. In Italia si osservano, annualmente, circa 40 nuovi casi ogni 100.000 abitanti n Età più colpita V V--VII decade di vita n Sesso lieve prevalenza M > F Fattori di rischio ambientali n Consumo eccessivo di grassi animali n Ingestione eccessiva di carne (manzo) n Dieta eccessivamente ipercalorica n Vita sedentaria n Bevande alcooliche n Carboidrati raffinati n Birra (carcinoma del retto) Fattori di rischio ambientali n Cancro coloncolon-retto è poco comune nelle popolazioni africane rispetto a paesi industrializzati ove predominano regimi alimentari poveri di fibre e ricchi di grassi, così come additivi alimentari n Fibre promuovono più rapido svuotamento intestinale e legando sostanze potenzialmente cancerogene ne riducono il contatto con la mucosa n Alcuni derivati del colesterolo isolati anche nelle feci potrebbero essere responsabili di danno genetico anche a livello intestinale n Elevato consumo di grassi indurrebbe tramite l’aumento della secrezione di acidi biliari una più intensa proliferazione cellulare della mucosa colica Fattori di rischio del cancro rettale n Ambientali n Polipi adenomatosi n Fattori familiari ed ereditari n Familiarità neoplastica n Malattie infiammatorie croniche Fattori di rischio familiari ed ereditari n POLIPOSI ADENOMATOSA FAMILIARE (FAP) n CANCRO COLOCOLO-RETTALE NON SU POLIPOSI (HNPCC) Polipi e poliposi n POLIPI NON NEOPLASTICI (non hanno tendenza alla cancerizzazione) n Iperplastici n n Amartomatosi n n n rappresentano il 90% dei polipi del retto nell’adulto Giovanili (nel 3% della popolazione giovanile) Peutz--Jeghers (multipli, anche nello stomaco e Peutz tenue) Infiammatori n Pseudopolipi di tessuto linfoide iperplastico e ipertrofico Polipi e poliposi n POLIPI NEOPLASTICI (ADENOMI) (hanno tendenza alla cancerizzazione) Presenti nel 55-10% della popolazione, nel 33% della popolazione sopra i 50 anni di età ed in caso di consanguinei con carcinoma del colon n Tubulari n n Villosi n n Rappresentano il 75 % dei polipi adenomatosi, in genere piccoli e peduncolati. Rischio cancerizzazione 11-4% Spesso superiori ai 2 cm e sessili. Rischio cancerizzazione 3535-40,8% Tubulo--villosi Tubulo n Caratteristiche intermedie. Rischio cancerizzazione 1616-22,5% Polipi e poliposi Adenoma villoso Polipo adenomatoso Polipi e poliposi SEQUENZA ADENOMAADENOMA-CARCINOMA n Stessa distribuzione anatomica per adenoma e carcinoma colorettale Età media di insorgenza adenomi precede di 10 anni quella dei carcinomi colorettali n n Polipi > 1 cm rischio aumentato di carcinoma colorettale Molti carcinomi del coloncolon-retto insorgono su polipi adenomatosi di cospicue dimensioni n Pazienti con poliposi adenomatosa familiare hanno un rischio enormemente aumentato di sviluppare carcinoma coloncolon-retto n L’eliminazione dei polipi adenomatosi riduce l’incidenza di carcinoma colon--retto colon n n La prevalenza di adenomi e cancro aumenta con l’età Polipi e poliposi Il rischio di evoluzione cancerosa dipende da: n Istotipo dei polipi adenomatosi (rischio > per i villosi) n Dimensioni del polipo adenomatoso n Numero dei polipi adenomatosi n Forma (Peduncolato = 5% o Sessile = 10%) n Sede (retto(retto-sigma = 6% - colon destro = 2%) n Grado di displasia Polipi e poliposi n POLIPI NEOPLASTICI (ADENOMI) Percentuali di trasformazione maligna in atto per i diversi tipi di polipi in funzione del tipo e delle dimensioni al momento del loro riscontro: Istotipo/dimensioni Istotipo /dimensioni < 1 cm > 2 cm Villoso 9,5 % 52,9 % Tubulo--villoso Tubulo 3,5 % 45,8 % 1% 34,7 % Tubulare Polipi e poliposi Diagnosi n n n Il retto ha dimensioni cospicue, specie nella porzione ampollare che costituisce la maggior parte del viscere e funge da serbatoio per le feci, solide Le neoplasie a questo livello sono prevalentemente vegetanti ed ulcerate, facilmente sanguinanti Si distinguono, in rapporto alla localizzazione del tumore, a livello sovrampollare, ampollare o sottoampollare, quadri clinici diversi: n i primi si caratterizzano per una sintomatologia sovrapponibile a quella del colon sinistro n n n n nelle neoplasie ampollari prevalgono invece: n n n stipsi o da diarrea, o alternanza tra l’una e l’altra presenza di sangue nelle feci, talora in modesta quantità ed, a volte, in misura copiosa; non di rado si associa ad emissione di abbondante muco dolore addominale, spesso di tipo intermittente, localizzato prevalentemente ai quadranti sinistri o diffuso a tutto l’addome tenesmo, e cioè spiacevole sensazione, persistente, di incompleto svuotamento rettale, con senso di peso e di corpo estraneo, talora accompagnati da dolore gravativo rettorragia e cioè emissione di sangue rosso vivo anche in grande quantità, durante e dopo la defecazione o indipendentemente da essa; presente di norma anche mucorrea nelle forme sottoampollari, a rapida evoluzione verso la stenosi, si rileva: n n n dolore perianale e perineale, che si accentua nel corso della defecazione evacuazione di feci nastriformi,miste a sangue e muco tenesmo imponente Rettoscopia virtuale Clisma opaco RMN ano-rettale TAC enhanced di tumore del giunto retto-sigmoideo TAC enhanced di polipo rettale Stadiazione ecoendoscopica Ecografia tridimensionale Stadiazione Terapia chirurgica RESEZIONE ANTERIORE DEL RETTO Exeresi metà distale colon discendente, sigma e ampia porzione di retto Terapia chirurgica AMPUTAZIONE ADDOMINOADDOMINO-PERINEALE Exeresi colon discendente distale, sigma, retto e ano Transanal endoscopic microsurgery Indicazioni Neoformazioni localizzate nel retto medio e superiore e quindi ad una distanza di 8-20 cm dal margine anale n n Adenomi sessili Adenocarcinomi T1 e T2 Transanal endoscopic microsurgery La dilatazione del retto mediante l’insufflazione di CO2, offre un ottimo controllo visivo dell’ampolla rettale e delle neoformazioni presenti nel suo lume Pneumoretto costante di 1010-12mmHg Radioterapia intraoperatoria VANTAGGI n Aumentato controllo locale n Ridotta tossicità INDICAZIONI • IORT + EBRT per tumori uT3-T4 N0-1 • Malattia residua dopo resezione Radioterapia Chemioterapia e/o radioterapia n Post--operatoria Post n n Precauzionale dopo intervento chirurgico o in fase metastatica della malattia Pre--operatoria Pre n Nei casi localmente avanzati per ottenere una riduzione della massa e rendere asportabile il tumore n Per la riduzione delle recidive locali e per la conservazione sfinterica Carcinoma del retto Sopravvivenza a 5 anni STADIO I n STADIO II n STADIO III n STADIO IV n = 88% = 73% = 45% = 4% Dopo chirurgia presuntivamente curativa per metastasi epatiche o polmonari la sopravvivenza a 5 anni è del 25%