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MALATTIA EMORROIDARIA
COLON-PROCTOLOGIA visite,
diagnostica ed interventi
chirurgici
Il settore di Colon-Proctologia, esegue visite, trattamenti
ambulatoriali ed interventi chirurgici per la malattia emorroidaria, fistola anale, ragade anale, condilomatosi peri ed endo
anali, sinus pilonidalis sacro-coccigeo, rettocele 1° (sec. Martì). Gli interventi vengono eseguiti in regime di Day Surgery,
alcuni in anestesia strettamente locale ed altri in anestesia
generale o loco-regionale, comunque tutti sotto stretta sorveglianza di un medico anestesista.
MALATTIA
EMORROIDARIA
ad esclusivo uso interno
CURA DELLA MALATTIA EMORROIDARIA
Le emorroidi sono vasi sanguigni ingranditi e sporgenti, presenti sin dalla nascita, che si trovano all’interno dell’ultima parte del retto e intorno all’ano: sono importanti per completare la continenza di
LA MALATTIA
EMORROIDARIA
Secondo le più recenti teorie, le emorroidi
diventano malattia a causa di uno “scivolamento” verso il basso della mucosa rettale con conseguente spinta verso l’esterno delle emorroidi interne, che a loro
volta spingono fuori le emorroidi esterne
(vedi immagine a lato). Abbiamo quindi
una CAUSA, il prolasso mucoso del retto,
ed un EFFETTO, la malattia emorroidaria.
Sembra che almeno una volta nella vita
tutti abbiano una crisi emorroidaria; in
particolare si stima che la malattia, nelle
sue diverse manifestazioni, riguardi mediamente un adulto su tre, con un importante aumento nella fascia d’età oltre i 40
anni. Purtroppo è un problema che peggiora con il passare del tempo.
emorroidi
interne
emorroidi
esterne
Quali sono i sintomi?
La diagnosi della malattia emorroidaria si basa essenzialmente sui seguenti sintomi: sanguinamento, fuoriuscita delle emorroidi (prolasso), senso di fastidio anale, perdita di muco e talvolta dolore se esistono complicanze (come ad esempio la trombosi
emorroidaria). In base alla sede ed alle dimensioni del cedimento della mucosa rettale, la malattia è classificata in quattro gradi.
ACCORGIMENTI E TRATTAMENTI AMBULATORIALI
Quali accorgimenti adottare in caso di malattia emorroidaria?
La maggior parte della sintomatologia può essere alleviata con alcuni accorgimenti quali:
• aumentare nella propria dieta il contenuto di fibre (frutta, verdura, cereali, pane integrale, psyllium, etc.) e di liquidi;
• evitare “spinte” eccessive e prolungate, riducendo così la pressione sulle emorroidi;
• ridurre il tempo di stazionamento in bagno;
In questo modo il dolore e il rigonfiamento delle emorroidi diminuiscono normalmente in un arco di tempo tra due e sette giorni;
in particolare, il rigonfiamento dovrebbe recedere completamente in un periodo tra le quattro e le sei settimane.
Può essere importante, in queste fasi, la somministrazione di farmaci con azione venotonica ed antiedemigena.
Quali sono i trattamenti ambulatoriali?
Quando le emorroidi sono importanti, con dolore forte e persistente, possono richiedere speciali trattamenti, molti dei quali vengono eseguiti
con tecniche ambulatoriali, senza la necessità di ricovero. Tra queste:
• Rimozione del gavocciolo emorroidario con una piccola incisione, determinando la completa scomparsa della sintomatologia dolorosa.
• Legatura elastica (“rubber band ligation”) per emorroidi interne che protrudono all’esterno durante la defecazione: un piccolo anello elastico
viene posto intorno al gavocciolo emorroidario, riducendo totalmente l’apporto di sangue e causandone la caduta dopo pochi giorni. La ferita
guarisce in una o due settimane. Questa tecnica ambulatoriale, assolutamente indolore, eseguibile senza anestesia locale, può produrre un
lieve fastidio e un modesto sanguinamento.
Le emorroidi contribuiscono al
meccanismo di contenimento
di liquidi e gas.
Prolasso mucoso emorroidario.
liquidi e gas, grazie alla capacità di gonfiarsi e sgonfiarsi attraverso l’afflusso e il deflusso del sangue. Le emorroidi si
dividono in interne ed esterne: quelle esterne si sviluppano vicino all’ano e sono coperte da una cute molto sensibile.
L’INTERVENTO CHIRURGICO: TECNICA STAPLER
Quando è necessario l’intervento chirurgico
La chirurgia è sicuramente il metodo migliore per la risoluzione definitiva del problema clinico. La malattia emorroidaria può essere curata solo
con intervento chirurgico quando i sintomi prodotti dalla malattia – prolasso, perdita di sangue o muco, bruciore e prurito anale – diventano tali
da condizionare eccessivamente la qualità di vita del paziente nella quotidianità e quando i meccanismi compensatori falliscono.
ZONA DEL RETTO DA RESECARE PER FAVORIRE LA RISALITA
DELLA COMPONENTE EMORROIDARIA
I nuovi rimedi chirurgici: la tecnica Stapler
La chirurgia, sino a pochi anni orsono, interveniva sull’effetto della malattia, tramite l’asportazione delle emorroidi (intervento di emorroidectomia, molto doloroso e che può comportare l’insorgenza di recidive).
Attualmente i centri colo-proctologici qualificati intervengono sulla causa del problema e quindi con l’asportazione del prolasso mucoso, riportando le emorroidi nella loro posizione anatomica naturale, senza più
alcuna possibilità di ridiscesa e sanguinamenti, grazie al ripristino di una
giusta circolazione venosa.
Questo nuovo intervento è stato ideato dal dr. A. Longo nel 1993 ed è reso
possibile da una suturatrice meccanica circolare (“Stapler”), capace di eseguire contemporaneamente sia l’asportazione del prolasso sia la sutura
meccanica della mucosa sana. L’intervento è eseguibile in anestesia locoregionale o generale.
I vantaggi della tecnica Stapler
I vantaggi della prolassectomia mucosa con stapler, rispetto all’intervento tradizionale, sono innumerevoli:
• l’intervento viene eseguito al di sopra del canale anale, in zone non innervate, senza creare ferite esterne.
Così facendo il dolore dopo l’intervento è contenuto (circa l’80% in meno rispetto alle tecniche tradizionali);
• ridottissimo consumo di analgesici, e solo nei primi giorni;
• riduzione e scomparsa progressiva del sanguinamento;
• riduzione del volume delle emorroidi;
• precocissimo ritorno all’attività sociale e lavorativa.
Da sottolineare che l’intervento di prolassectomia non rimuove le emorroidi, strutture che contribuiscono per il 20% al meccanismo di controllo
della continenza fecale ai gas. L’esperienza chirurgica rileva infatti che circa il 30% dei pazienti sottoposti al vecchio intervento tradizionale di
emorroidectomia, possono sviluppare nel tempo un’alterazione della funzione anale.
Quanti interventi sono stati eseguiti con questa nuova tecnica?
Questa tecnica, dopo 16 anni di esperienza chirurgica in tutto il mondo, conta oltre 2 milioni di procedure chirurgiche e rappresenta oggi
il “gold standard” (standard di riferimento) nella terapia chirurgica della malattia emorroidaria associata a prolasso.
Quanto dura l’intervento e la convalescenza?
L’intervento dura circa 30 minuti e può essere eseguito in regime di Day Surgery, senza la necessità di trattenersi una notte in ospedale.
Vi è mediamente uno solo giorno di ricovero e dopo una settimana si può riprendere a lavorare.
Il rispetto delle indicazioni fornite dal chirurgo ed i controlli post operatori sono fondamentali per il buon esito dell’intervento.
Ponete sempre al medico tutti i quesiti che ritenete necessari, durante la visita preliminare.
Lo specialista è tenuto a fornire tutte le spiegazioni necessarie al paziente, allo scopo di evitare ogni forma di incomprensione riguardo alle metodiche
utilizzate ed al risultato auspicabile. Questa nota informativa riveste carattere generale ed orientativo per il paziente e non deve in nessun caso sostituire un doveroso colloquio con lo specialista né alla visione e comprensione del documento di Consenso Informato, contenente informazioni specifiche
sui singoli interventi chirurgici e sulle eventuali complicanze, la cui sottoscrizione deve avvenire prima dell’intervento.
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