Diradamento meccanico su melo in prefioritura–fioritura Alberto Dorigoni – Tommaso Pantezzi Fondazione Edmund Mach – Istituto Agrario S. Michele duta petali con amide diventa un momento molto importante per la regolazione della carica. Successivamente, dalle esperienze eseguite in questi ultimi anni, l’applicazione della miscela di NAA e benziladenina ha ottenuto dei risultati abbastanza confortanti come efficacia diradante, e quindi il risultato finale del diradamento potrebbe essere simile a quello conseguito con l’uso del Carbaryl. Per le varietà sulle quali non è possibile utilizzare l’amide per i problemi di comparsa di frutti pigmei o di scarsa efficacia, come Fuji e Red Delicious, il diradamento sembra essere più problematico, in particolare per la prima cultivar. Su queste varietà dalle esperienze di questi anni sembra che si dovrà fare maggiore affidamento sugli interventi diradanti precoci utilizzando dei diradanti fiorali. In particolare l’uso di ammotiosolfato sembra poter dare maggiori garanzie di costanza nell’effetto rispetto al più consolidato utilizzo di Ethephon. È comunque da approfondire l’effetto diradante del polisolfuro, che viene usato da parecchio tempo nei frutteti biologici per la difesa dalla ticchiolatura. Su queste varietà i prodotti diradanti di post-fioritura hanno un’efficacia solitamente ridotta, e rimangono comunque quelli già ricordati della miscela di NAA e benziladenina, eventualmente con ripetizione della benziladenina. Tra le alternative di recente introduzione risulta di maggior interesse il diradamento TERRA TRENTINA La pratica del diradamento dei frutti è una operazione fondamentale per realizzare produzioni di qualità che accanto alla vocazionalità delle zone di produzione permette ai frutticoltori del Trentino di ottenere frutta di elevato pregio. Con la stagione 2008, per motivi tossicologici ed ambientali, cesserà la possibilità di utilizzare i prodotti contenenti il principio attivo Carbaryl per il diradamento dei frutticini del melo e sfortunatamente i risultati migliori si ottengono sempre con strategie che utilizzano prevalentemente questa molecola. La ricerca di principi attivi registrati alternativi a Carbaryl ha dato finora risultati solo parziali. In futuro la tendenza sarà di aumenterà ulteriormente la dipendenza dai fitoregolatori fino a 3-5 trattamenti per ottenere una sufficiente regolazione della carica dei frutti. Per queste ragioni i ricercatori dell’U.O. Frutticoltura ed i Tecnici del CAT dell’Istituto Agrario di San Michele da diverso tempo hanno messo in atto numerose esperienze per testare sia altre molecole attualmente consentite per il diradamento del melo, sia altre tecniche quali il diradamento meccanico. Alcune varietà, come Golden e Gala, con i p.a. disponibili potranno essere diradate abbastanza bene (NAD, BA e NAA) e con risultati comparabili a quelli raggiunti con l’utilizzo del Carbaryl. Su queste varietà l’intervento a ca- NOTE TECNICHE Dalla giornata tecnica di Cles (sintesi) 27 NoTETECNICHE meccanico. Il diradamento meccanico è nato in Germania una quindicina di anni fa. Consiste nell’asportazione “fisica” dei fiori nel periodo di prefioritura-fioritura, mediante un rotore verticale posto anteriormente al trattore (foto nella pagina precedente). Fa seguito anche, come azione indiretta, una cascola maggiore dovuta probabilmente all’induzione di etilene da ferita. Attualmente la tecnica è vista con interesse dal biologico ma potrebbe essere una soluzione anche per la frutticoltura integrata. In Alto Adige esistono delle aziende sia biologiche che convenzionali che lo applicano con successo già da 3-4 anni. In Germania, dove il ritiro del diradante carbaryl è avvenuto da anni, il diradamento meccanico è una realtà abbastanza diffusa nella regione del Bodensee, anche nella frutticoltura convenzionale. Le prime prove di IASMA su Red Delicious spur e su Fuji sono molto incoraggianti nonostante non ci sia stato un preventivo adattamento della forma di allevamento e della potatura a questa tecnica. C’è da precisare che il successo di questa operazione è legato allo spessore dei filari che non deve superare il metro e mezzo per permettere alle “spazzole” di raggiungere l’interno degli alberi. Tra gli aspetti positivi rispetto al mezzo chimico, va ricordato che l’azione è quasi indipendente da cultivar e condizioni meteo, e poco dipendente da condizioni fisiologiche (carica nell’anno precedente, vigoria, ecc.). La precocità di intervento si traduce presumibilmente in una buona messa a fiore. È possibile una successiva integrazione con il diradamento chimico dei frutticini. Impiegabile persino nel biologico, è la tecnica che maggiormente concilia il rispetto per l’ambiente con la necessità di mantenere bassi i tempi di esecuzione e i costi. Fatti/previsioni TERRA TRENTINA ❍ L’Ufficio per le produzioni biologiche della Provincia autonoma di Trento parteciperà al congresso mondiale dell’agricoltura biologica che si svolgerà a Modena dal 16 al 22 giugno 2008. E’ prevista l’illustrazione mediante poster di alcuni progetti dimostrativi realizzati negli anni scorsi in varie zone del Trentino. Al contributo tecnico si vorrebbe aggiungere la presenza di una diecina di aziende biologiche trentine con i rispettivi prodotti. 28 ❍ Il ciclone“Emma” che il 2 e 3 di marzo ha colpito i boschi della Germania, dell’Austria e della Repubblica Ceca ha provocato schianti per 9 milioni di metri cubi di legname. Il fatto ha avuto riflessi negativi anche sul mercato del legname trentino che già nei mesi precedenti aveva fatto registrare un rallentamento della domanda e un abbassamento dei prezzi rispetto al secondo semestre dell’anno precedente. Il direttore dell’ufficio per il sostegno alla gestione forestale e valorizzazione della filiera forestalegno Francesco Dellagiacoma ritiene però che in autunno il mercato possa rientrare nella normalità. ❍ In Trentino si contano 140aziendefloricole. Le persone occupate nel settore sono 500. Il perito agrario Umberto Viola del Centro per l’assistenza tecnica dell’Istituto Agrario di S. Michele ritiene che la professionalità degli addetti sia di molto aumentata. Anche le prospettive di mercato sono buone. Manca però, a detta dell’esperto, un’associazione che coordini l’attività commerciale. ❍ Il crescente valore dell’euro rispetto al dollaro americano preoccupa gli amministratori di alcune grandi cantine sociali del Trentino che esportano negli USA grandi quantitativi di vino sfusooimbottigliato. Il forte divario di valuta rischia infatti di rendere meno competitivo l’acquisto soprattutto di Pinot grigio e Chardonnay. L’effetto negativo può verificarsi anche per partite di vino già vendute. Gli importatori potrebbero infatti chiedere alle cantine trentine una partecipazione nelle spese di promozione di vini che incontrano difficoltà di vendita. ❍ Molti apicoltori trentini sono costretti a sostituire gli alveari rimasti vuoti a causa della sindromedacollasso. La sostituzione si fa acquistando sciami o famiglie di api costituiti rispettivamente da 5 o da 10 favi. Il prezzo va da 90 a 100 euro per uno sciame e arriva a 140-150 euro per una famiglia. La disponibilità è però ridotta perché la sindrome ha colpito seppure in misura non uniforme tutte le regioni d’Italia.