VALORIZZARE LA
FORMAZIONE
AUTOAGGIORNAMENTO
RIFLESSIONE E
CONFRONTO SULLE
INNOVAZIONI
EDUCATIVO- DIDATTICHE
Collegio Docenti 15 maggio 2012
AREE DI FORMAZIONE
Didattica per
competenze
• Insegnare per competenze
• Come valutare e certificare le competenze in
uscita dal biennio
• Organizzare l’alternanza in un percorso di
attività per l’acquisizione delle competenze.
Il benessere
dello
studente
• Farsi bocciare: le ragioni di una “scelta”
• Dalla scuola alla vita
• Il benessere dello studente: l’educazione fisica e
sportiva per vivere meglio
Gli studenti
stranieri
• Gli studenti con cittadinanza non italiana
nell’istruzione tecnica e professionale
• “Non uno di meno”
“Insegnare per competenze”
Prof.ssa Cremonesi
Insegnare per competenze
PER UNA PROFESSIONALITA’
DOCENTE RINNOVATA
“La vera Educazione non è fatta di
precetti ma è fatto di esercizi e
testimonianze, vivere è il mestiere che
voglio insegnare a Emilio, cioè agire”
da “EMILIO” di J. Rousseau
Personalizzazione dell’
insegnamento
1.
2.
3.
4.
5.
Competenze-chiave di cittadinanza Europea
Cambiamento del concetto di competenza
non più come competenza professionale
esterna alla Persona
Riscoperta della dignità intrinseca della
Persona come capacità decisionale,
autonomia, possibilità di misurarsi con il
reale, etc.
Osservazione delle Competenze che si
mettono in gioco in situazione nuove
Allargamento della valutazione anche ad
aspetti di insegnamento-apprendimento che
non sono mai valorizzati.
Come valutare e certificare le competenze in uscita dal biennio
Prof.ssa Nodari
INTERVENTI
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

“Come valutare e certificare le competenze nel primo
biennio della scuola secondaria di secondo grado”
Walter Moro – Presidente del CIDI di Milano
“Promuovere, valutare e certificare le competenze
dall’obbligo all’istruzione” Michele Pellerey –
università Salesiana di Roma
“Quali fattori sviluppano le competenze” Mario
Maviglia – Ispettore USR Lombardia – area
formazione
CONTRIBUTI ED ESPERIENZE DELLE RETI DI
SCUOLE
“Come valutare e certificare le competenze in
uscita: asse dei linguaggi” – Daniela Bertocchi
 “Adolescenti alla ricerca di un’identità” – Pastori
 “Asse Storico-Sociale” – Ermenegildo Ferrari
 “Asse matematico-Scientifico” –
Maria Rosa Rivali e Sergio Pea

per visionare le relazioni e ascoltare gli interventi
http://www.cidimi.it home page – sezione “In evidenza”
SPUNTI PER UNA RIFLESSIONE
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INTERVENTO
DI


WALTER
MORO


Problematica della valutazione e in particolare
della certificazione delle competenze
Modello di certificazione – C.d.C.
Presentare modelli di esperienze di unità di
apprendimento realizzati dalle reti di scuole
Le reti come laboratori di formazione e di ricerca
per costruire UdA basate sull’intreccio di
competenze culturali e competenze chiave
cittadinanza
Progettare UdA, condividerle nei dipartimenti,
approvarle nei C.d.C.
La didattica per competenze richiede un
investimento sulla formazione dei docenti
SPUNTI PER UNA RIFLESSIONE
INTERVENTO
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DI

MICHELE
PELLEREY


MANIFESTAZIONE DI COMPETENZA
ESSENZIALIZZARE IL CURRICOLO
LE COMPETENZE DEGLI ASSI
CULTURALI SI INTRECCIANO CON
QUELLE DI CITTADINANZA
CONOSCENZE E ABILITA’ FINALIZZATE
A FARE ACQUISIRE AGLI STUDENTI LE
COMPETENZE
Organizzare l’alternanza in un percorso di attività per l’acquisizione delle competenze
Prof.ssa Pirotta
La didattica per competenze
Le domande guida per la programmazione

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


Come dimostro il possesso delle competenze richieste?
Quali prove devono affrontare gli studenti per rendere le
prestazioni che dimostrano il possesso delle competenze?
Come rilevo e misuro i risultati delle prove?
Quali conoscenze sono richieste per affrontare la prova? Quali
strumenti deve saper utilizzare?
Quali attività portano lo studente a rendere prestazioni
analoghe in contesti diversi?
Qual è il programma di lavoro più idoneo? Quali sono i tempi
di realizzazione?
Qual è l’apporto di ogni disciplina al programma? Quali
compiti utili propone? Quali conoscenze e quali strumenti offre?
Schema della progettazione formativa per competenze
Competenze, abilità,
conoscenze
Definizione delle
prestazioni
Quadri orari, dotazioni,
risorse professionali, vincoli…
Percorsi di apprendimento:
abilità da sviluppare,
conoscenze da acquisire
Analisi della domanda:
Prestazioni
Selezione delle competenze
da sviluppare nel percorso
formativo
Prove di
accertamento
Prestazioni da accertare a fine
percorso formativo
Attività disciplinari
Piano per lo sviluppo
delle competenze
Attività interdisciplinari
Attività extradisciplinari
Contributo delle singole
discipline alle attività
La testa ben fatta




“è meglio una testa ben fatta che una testa ben
piena”.
significa che invece di accumulare il sapere è
molto più importante disporre allo stesso tempo
di:
un’attitudine generale a porre e a trattare i
problemi
(saperi di base e disposizione alla ricerca)
principi organizzatori che permettano di
collegare i saperi e dare loro senso
E.Morin
FARSI BOCCIARE: le ragioni di una “scelta”
La ricerca di un significato
Prof.ssa Calligaro
Quale significato?

Conclusioni OCSE-PISA 2011:
Nei Paesi in cui un maggior numero di studenti ripete gli anni scolastici
la performance globale tende ad essere inferiore e il background
sociale ha un impatto maggiore sui risultati di apprendimento.

Sostenitori della bocciatura affermano:
è un deterrente per promuovere l’impegno degli studenti e uno
strumento di meritocrazia.

Detrattori della bocciatura
sostengono:
è inutile, un danno per gli elevati costi sociali e psicologici,
compromette sempre più gli studenti a rischio.
Cosa è accaduto prima dello scrutinio
finale nella testa dello studente?

NON È FACILE FARSI BOCCIARE…..C’È QUINDI SEMPRE UN
SIGNIFICATO DA INDAGARE.

Scelta orientativa scorretta = necessario un riorientamento

Scelta del ragazzo ,ovviamente non sul piano cosciente:

segnale di una scarsa o inesistente autostima


segnale dell’incapacità di affrontare la fatica e strutturare un
lavoro
arma particolarmente efficace contro le aspettative dei genitori.
Si può dare un senso alla bocciatura?

Forse non serve a molto punire l’adolescente bocciato, neppure
consolarlo.

Che cosa si vuole comunicare?

Che la vita non è sempre una festa

Che il tempo speso male durante l’anno nello sviluppo delle proprie
competenze va recuperato con un lavoro estivo che faccia
maturare ; ad esempio un impegno di volontariato ( campi di
lavoro, campi scuola con i più piccoli, animazione)

Che il lavoro ha un valore educativo, per un recupero del senso di
responsabilità e di autonomia.

Allora l’insuccesso scolastico può avere uno scopo evolutivo
Luci ed ombre sul metodo di studio
“ La scuola non deve mai dimenticare di
avere a che fare con individui
Ancora immaturi, ai quali non è lecito
negare il diritto di indugiare in
Determinate fasi, seppur sgradevoli,
dello sviluppo.
Essa non si deve assumere la
prerogativa di inesorabilità propria
della vita;
Non deve essere più che un gioco della
vita
S.Freud

La scuola è uno dei luoghi di
maggiore esperienza di vita per
un ragazzo:

Qui si formano molti dei tratti
distintivi e valutativi della propria
identità.

Una delle principali cause di
insuccesso nella scuola o di una
performance al di

Sotto delle proprie risorse
cognitive è l’incapacità di
possedere o di saper generare un
metodo di studio efficace.
Considerazioni utili- il metodo di
studio

Nessuno insegna un metodo di studio ( dicono gli studenti)

Il metodo di studio non è una scorciatoia per risparmiare energie , ma per
meglio canalizzarle ( dicono i docenti)

E’ un potente strumento di conoscenza delle proprie caratteristiche
di identità personale ( dicono docenti ed esperti)

PERCHÉ DARE UN METODO?

COME RECITA UN PROVERBIO CINESE:
“non dare un pesce ad un affamato, ma forniscilo di un amo da pesca; se
gli dai un pesce , mangerà un giorno, se gli fornisci un amo, mangerà tutti
i giorni.”
Il metodo di studio si fonda su
competenze metacognitive
Elementi
fondanti





Autovalutazione
Automonitoraggio
Automotivazione
Autostima
Affrontare il problem solving
Quali le difficoltà da affrontare?
Problema di identità tipicamente adolescenziale
•Immaturità cognitiva
•Tolleranza della frustrazione.
•
A noi docenti il compito di
“Fare il meglio che si può con quello che si è”
(Wilfred Bion)
“Dalla scuola alla vita”
Prof.sse Donghia e Murdaca
Cosa fare alla fine del percorso scolastico per
favorire l’inserimento lavorativo dei DVA?
La rivalutazione diagnostica al compimento dei 18 anni

Dopo il percorso scolastico è necessario, in seguito al
compimento del diciottesimo anno di età, provvedere alla
rivalutazione diagnostica allo scopo “di valutare
adeguatamente il soggetto DVA nelle sue capacità lavorative
e di inserirlo nel posto adatto (rispondente alle capacità ed
aspettative del disabile, così da valorizzarlo al meglio e
ridurne l’ isolamento), attraverso analisi di posti di lavoro,
forme di sostegno, azioni positive e soluzione dei problemi
connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni
interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione”.
A chi rivolgersi per proseguire e completare il
percorso individualizzato iniziato a scuola?
Al Servizio di Formazione all'Autonomia (SFA)




E’ un servizio sociale territoriale rivolto a persone disabili che necessitano
di interventi a supporto e sviluppo di abilità utili a creare consapevolezza,
autodeterminazione, autostima e maggiori autonomie spendibili per il
proprio futuro, nell’ambito del contesto familiare, sociale, professionale.
E’ caratterizzato dall’offerta di percorsi socio educativi e socio formativi
individualizzati, ben determinati temporalmente e condivisi con la
famiglia.
La sua finalità è favorire l’inclusione sociale della persona potenziando
o sviluppando le sue autonomie personali.
Contribuisce all’acquisizione di prerequisiti di autonomia utili
all’inserimento professionale che dovrà avvenire in raccordo con i servizi
deputati all’inserimento lavorativo.
A chi rivolgersi per proseguire e completare il
percorso individualizzato iniziato a scuola?
Al Servizio di Integrazione Lavorativa (SIL)



è un servizio specializzato che si occupa di creare le condizioni che
favoriscono l'inserimento e l'integrazione lavorativa dei cittadini
diversamente abili adulti nel mondo del lavoro, collaborando con le
aziende private e pubbliche per attuare il collocamento mirato previsto
dalla legge 68/99.
favorisce esperienze lavorative da parte di persone diversamente
abili che possiedono discrete capacità e abilità spendibili sul mercato
del lavoro ed elabora un progetto di inserimento in accordo con i
diretti interessati e le loro famiglie.
cerca di valorizzare le potenzialità dei cittadini diversamente abili
disoccupati, allo scopo di favorire la loro integrazione all'interno del
contesto sociale attraverso il lavoro, cercando un punto d'incontro tra le
esigenze delle aziende e le capacità e i bisogni delle persone DVA.
A chi rivolgersi per proseguire e completare il
percorso individualizzato iniziato a scuola?

è gestito dal CONSORZIO DESIO BRIANZA ed ha competenza sui
seguenti territori:
Barlassina, Bovisio Masciago, Cesano, Cusano Milanino, Ceriano Laghetto,
Cogliate, Desio, Giussano, Lazzate, Lentate sul Seveso, Limbiate, Meda,
Misinto, Muggiò, Nova Milanese, Seregno, Seveso, Varedo.
Il benessere dello studente: l’educazione
fisica e sportiva per vivere meglio
Prof.ssa Quadrio
La sfida di una scuola che insegna per
competenze
La vera competenze si vede …..quando non bisogna
mostrare a nessuno la propria competenza!
“La competenza è la capacità di dar luogo ad una
sequenza regolare di comportamento coordinato
efficace rispetto agli obiettivi dato il contesto in cui
ha luogo”
(Nelson Winter, 1982)
ART. 8 DEL REGOLAMENTO
DELL’AUTONOMIA(DPR 275/99)
Le istituzioni scolastiche determinano, nel Piano dell'offerta
formativa, il curricolo obbligatorio
Le scuole sono chiamate a sperimentare
nuovi curricoli strutturati in obiettivi
specifici di apprendimento relativi a
competenze.
E’ garantito il carattere unitario del sistema di istruzione nel
rispetto delle diverse finalità della scuola dell'obbligo e della
scuola secondaria superiore.
Le competenze sono le abilità relative al saper
mettere in atto strategie efficienti per utilizzare le
risorse possedute (conoscenze, valori,motivazioni)
coerentemente con le esigenze del compito
(comportamento atteso,condizioni di esercizio,
organizzazione).
ISFOL, 1992
“Fronteggiare efficacemente richieste e compiti
complessi comporta non solo il possesso di
conoscenze e di abilità ma anche l’uso di
strategie,nonché emozioni e atteggiamenti adeguati e
un’efficace gestione di tali componenti.”
OCSE

E per l’educazione fisica ?


obiettivi



Definire le COMPETENZE MOTORIE ESSENZIALI il “core
elements” dell’educazione motoria , ciò che definiamo i
“saperi minimi” o di base.
Individuare obiettivi specifici per lo sviluppo di ogni ambito
o competenza suddivisi in conoscenze e abilità in
correlazione tra loro.
Ricercare una progressione e una continuità tra ordini diversi di
scuola per costruire un CURRICOLO VERTICALE dall’infanzia
alla secondaria
Curricolo come costruzione di percorso formativo scegliendo
contenuti, metodi, organizzazione e valutazione.
Progettazione didattica per competenze e non più
programmazione.
DEFINIZIONE DI
COMPETENZA MOTORIA
La competenza motoria indica la
comprovata capacità di usare
conoscenze, abilità e capacità
personali, sociali e metodologiche,
in ambito ludico, espressivo,
sportivo, del benessere e del tempo
libero, e sono espresse in termini di
responsabilità, autonomia e
consapevolezza.
PROPOSTA CAPDI & LSM
Nell’educazione motoria, fisica e sportiva si
individuano
 7 COMPETENZE MOTORIE
 + 1 SPECIALE
che rappresentano le dimensioni da sviluppare
(attraverso obiettivi specifici) dai 3 ai 19 anni fino
al termine delle tappe dello sviluppo complessivo
dell’adolescente.
LE COMPETENZE MOTORIE
CAPDI 2006
•CONOSCERE IL
PROPRIO CORPO
•PERCEZIONE
•COORDINAZIONE
•ESPRESSIVITÀ
•GIOCO, GIOCOSPORT E SPORT
•SICUREZZA E
SALUTE
•AMBIENTE NATURALE
MINISTERO 2007
INDICAZIONI PER IL
CURRICOLO
•Il CORPO E LE FUNZIONI
SENSO-PERCETTIVE
•IL MOVIMENTO DEL
CORPO E LA SUA
•RELAZIONE CON LO
SPAZIO E IL TEMPO
•IL LINGUAGGIO DEL
CORPO COME MODALITA’
•COMUNICATIVOESPRESSIVA
•IL GIOCO, LO SPORT, LE
REGOLE E IL FAIRPLAY
•SICUREZZA E
PREVENZIONE, SALUTE E
BENESSERE
MINISTERO 2010
INDICAZIONI NAZIONALI DI
SCIENZE MOTORIE DEI LICEI
TECNICI E PROFESSIONALI
LA PERCEZIONE DI SÉ ED IL
COMPLETAMENTO
DELLO SVILUPPO FUNZIONALE
DELLE CAPACITÀ MOTORIE ED
ESPRESSIVE
 LO SPORT, LE REGOLE E IL
FAIR PLAY
SALUTE E BENESSERE
SICUREZZA E
PREVENZIONE
RELAZIONE CON L’AMBIENTE
NATURALE E
TECNOLOGICO
“Non uno di meno”
Prof.ssa Confalonieri
PROGETTO
“NON UNO DI MENO”
I più vulnerabili
stranieri giunti in Italia dopo i 10 anni
stranieri che provengono dai contesti
africano e asiatico
i maschi più delle femmine
Tre fattori per l’integrazione
scolastica
Capitale umano
caratteristiche e risorse individuali
motivazione,impegno e autostima
competenza linguistica in italiano
Capitale sociale
qualità e quantità delle relazioni con i pari
disponibilità o resistenza al cambiamento
Contesto
riconoscimento e valorizzazione dei saperi e dei saper
fare acquisiti
formazione degli insegnanti e dei dirigenti
UN MILIONE DI FUTURI ITALIANI
Un’ idea di scuola è un’idea di società:
le scelte attuali di politica scolastica e le
azioni
di inclusione,
realizzate o mancate,
definiscono da oggi il profilo e le
caratteristiche
che avrà la nostra società di domani.
Gli studenti con cittadinanza non italiana
nell’istruzione tecnica e professionale
Prof.ssaTaglialatela
Strutturazione del corso
Mattino -intervento esperti
 Pomeriggio -laboratori
1°lab. PEI
2°lab. Valutazione

INDICAZIONI GENERALI
Intervento
dello
psicologo
tener presente dello stato di isolamento
che l'alunno neo-arrivato vive, incapace
di comunicare anche i prorpri bisogni
essenziali
 necessità di un'accoglienza specifica
 necessità di un percorso di studi
individualizzato

PRINCIPI FONDAMENTALI
Laboratorio
Necessità del PEI
 Criteri di efficacia del PEI:
 obiettivi raggiungibili in tempi più
lunghi
 coerenza tra verifiche e obiettivi
definiti
 condivisione del PEI all'interno del
C.d.C.

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